25-09-2013

settembre 26, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOMETRO ELITE

Il tedesco Tony Martin (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella cronometro professionisti, Montecatini Terme – Firenze, percorrendo 57,9 Km in 1h05′36″, alla media di 52,957 Km/h. Ha preceduto di 46″ il britannico Wiggins e di 48″ l’elvetico Cancellara. Due italiani in gara: Marco Pinotti Italia (BMC Racing Team) 7° a 2′42″, Adriano Malori (Lampre – Merida), 8° a 2′51″.

TOUR OF CHINA II

Oggi riposo

OMLOOP VAN HET HOUTLAND LICHTERVELDE

Il tedesco Marcel Kittel (Team Argos – Shimano) si è imposto nella corsa belga, circuito di Lichtervelde, percorrendo 190,6 Km in 4h01′15″, alla media di 47,403 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bouhanni e il belga Debusschere.

MONDIALE ELITE: I FAVORITI

settembre 25, 2013 by Redazione  
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A quattro giorni dalla prova maschile élite in linea, proviamo ad analizzare i favoriti dell’evento clou della rassegna iridata. Quelli di Sagan, Gilbert e Cancellara sono i nomi più gettonati, mentre la Spagna sembra la squadra più talentuosa, forte di 5-6 potenziali capitani. Da seguire anche Horner, fresco vincitore della Vuelta.

Foto copertina: Peter Sagan, favorito numero uno del Mondiale, festeggia il successo alla Gand – Wevelgem (foto Photopress.be)

Negli ultimi due anni, è stato il favorito della vigilia ad alzare le braccia al termine della prova mondiale élite maschile; se così fosse anche nel 2013, a Philippe Gilbert, trionfatore a Valkenburg, succederebbe Peter Sagan, 23 anni e quasi altrettante vittorie in stagione (ne manca una). Capace di tener testa a Cavendish, Greipel e Kittel in volate di gruppo, lo slovacco sarebbe sulla carta imbattibile in uno sprint ristretto, e gli exploit di Gand – Wevelgem e GP di Montréal dimostrano che – all’occorrenza – il baby-prodigio di Zilina sa prendere l’iniziativa e non attendere gli ultimi 200 metri. Quanto alle salite, quelle di Fiesole e Via Salviati rischiano di non bastare a far fuori chi, quest’anno, ha saputo imporsi nella tappa di Porto Sant’Elpidio alla Tirreno-Adriatico (fatale invece ad un certo Chris Froome) e in quella di Meiringen al Tour de Suisse, superando indenne l’ascesa di Hasliberg/Winterlücke.
Trattandosi però di sport e non di scienze esatte, per ogni Cavendish 2011 o Gilbert 2012, i Mondiali propongono un Evans 2009 o Hushovd 2010, legittimando perciò le speranze di una schiera di avversari raramente folta quanto quest’anno. La difficile interpretazione del tracciato fiorentino lascia infatti spiragli ai corridori più disparati, e i soli cinque uomini a disposizione dell’uomo da battere (peraltro non eccelsi: Jurco, Tybor, il fratello Juraj e i due Velits, Peter e Martin) rendono impensabile un completo controllo della corsa da parte della squadra slovacca.
Il nome più accreditato per rimandare l’appuntamento di Sagan con il titolo iridato è forse quello di Fabian Cancellara, ritiratosi in anticipo dalla Vuelta, malgrado un compagno in maglia rossa, proprio in funzione di Firenze. Quattro volte trionfatore a cronometro (anche se reduce dalla batosta incassata poco fa da Tony Martin), lo svizzero culla ormai da anni il sogno di conquistare anche la maglia arcobaleno più ambita, peraltro già sniffata a Mendrisio, quattro anni fa. A suo sfavore giocano una volata discreta ma battibile, e soprattutto l’essere quasi mai capace di fare la differenza in salita. Certo, Spartacus ha abbondantemente dimostrato di essere in grado di fare la differenza in pianura, ma, in caso dovesse trovarsi a far parte di un gruppetto nei chilometri finali, sarà senz’altro lui l’uomo più marcato fino alla volata.
Le buone prestazioni dell’ultima Vuelta, coronate dal successo di tappa a Tarragona, hanno rilanciato anche le quotazioni del campione uscente, Philippe Gilbert, reduce da un’annata molto sottotono, ma sinistramente (per gli avversari) simile a quella che precedette il trionfo di Valkenburg: anche dodici mesi fa, dopo una primavera molto al di sotto delle attese, il vallone si svegliò in Spagna, conquistando due tappe, per poi staccare tutti sul Cauberg, involandosi verso quel titolo sfuggitogli nelle sue stagioni migliori. Lo strappo di Via Salviati sembra disegnato su misura per le fucilate di Gilbert, che dovrà però fare i conti con l’ultimo problema che un capitano del Belgio si sarebbe mai aspettato di dover fronteggiare: il contingente ridotto. Saranno infatti soltanto sei i compagni a disposizione del 31enne di Verviers, malgrado l’ammontare di talento garantito da Monfort, Bakelants, Leukemans, Pauwels, Vansummeren e Van Avermaet (seconda punta di lusso) sia forse in grado di compensare i due uomini in meno.
A testimonianza della globalizzazione del ciclismo avvenuta nell’ultimo decennio, a schierare nove uomini saranno invece – oltre a tradizionali potenze quali Italia, Spagna, Francia e Olanda – Australia, Polonia, Svizzera e Colombia, seguite dalla Gran Bretagna, a quota otto. E se australiani e polacchi dovrebbero al più lottare per un piazzamento, le altre partiranno con fondate speranze di podio. Oltre a Cancellara, gli elvetici potranno contare su un più che dignitoso cast di supporto, in cui spiccano Zaugg, Frank e Albasini; Uran, Henao, Betancur e Quintana formano un quartetto capace di dinamitare la corsa, a condizione che la forma dei primi tre non sia quella della Vuelta, e che l’ultimo abbia ritrovato/conservato il colpo di pedale del Tour; Froome, infine, non nasconde ambizioni d’oro, anche se la gamba mostrata nella trasferta canadese non sembra sufficiente a soddisfarle. Pressoché impossibile, invece, che possano dire la loro gli altri totem del ciclismo d’Oltremanica, Cavendish e Wiggins, benché l’argento a cronometro di quest’ultimo faccia ben sperare circa le sue condizioni.
La varietà di soluzioni offerte dal circuito di Firenze potrebbe strizzare l’occhio a formazioni a più punte; in tal caso, la principale indiziata al successo diverrebbe la nazionale spagnola, che schiera di fatto più capitani che gregari: Valverde, Rodriguez, Moreno, Contador e i due Sanchez – Samuel e Luis Leon – sarebbero leader indiscussi nel 99% delle squadre, ma è probabile che almeno un paio di loro siano costretti a sacrificarsi in tentativi da lontano o lavori di gregariato, onde evitare di lasciare la gestione di 272 km di gara ai soli Castroviejo, Herrada e Martinez. Javier Minguez, alla prima da C.T., dovrà trovare l’alchimia necessaria a far coesistere una simile batteria di potenziali capitani, e l’assenza di Freire impedirà agli iberici di rifugiarsi nella tattica esasperatamente ostruzionistica che tante volte ha pagato negli ultimi quindici anni.
Sempre in tema di nobili del ciclismo europeo (tra le quali trascuriamo l’Italia, alla quale abbiamo dedicato un’apposita analisi pochi giorni fa), meritano attenzione l’Olanda – forte di un Mollema in crescita nel finale di Vuelta e di un Gesink oltre ogni aspettativa in Canada – e la Francia di Voeckler e Barguil, quest’ultimo osservato speciale dopo due diversissime vittorie di tappa alla Vuelta.
Il terzo GT stagionale, come sempre, ha obbligato ad includere nuovi nomi nell’elenco dei favoriti, a cominciare da quello di Chris Horner, maglia rossa a Madrid in mezzo ai ben noti (e ad oggi non provati) sospetti. Affiancato da una squadra forse un po’ troppo sbilanciata verso gli scalatori e carente di uomini da tracciati intermedi, in cui figurano Talansky e Van Garderen, il nonno volante proverà a far impallidire i quasi 39 anni di Joop Zoetemelk all’epoca del successo al Montello, in barba al vespaio che sicuramente un nuovo exploit solleverebbe.
Dalla Vuelta è uscito alla grande anche Nicolas Roche, costretto però a dividere i gradi di capitano in casa Irlanda con Daniel Martin, vincitore dell’ultima Liegi, mentre Boasson Hagen, sottotono in Spagna, darà vita, insieme a Hushovd e Nordhaug, ad una nazionale norvegese tanto scarsa numericamente quanto colma di talento.
Già oro nella prova a cronometro grazie a Tony Martin, la Germania sarà invece costretta quasi certamente ad un ruolo da comprimaria nella gara in linea, a meno che la corsa non risulti così poco selettiva da consentire di resistere a John Degenkolb (a nostro avviso molto più pericoloso di Dominik Nerz, presentato dalla federazione come leader).
Fra le squadre sulla carta di seconda fascia, potrebbero portare minacce Matti Breschel, già bronzo a Varese e argento a Melbourne, e corridori indecifrabili come Rui Costa e Kolobnev, capaci di qualsiasi prestazione o controprestazione.
Comunque vada, al di là delle preferenze personali, fa piacere registrare la presenza di grandi nomi non necessariamente in cima alla lista dei papabili per le medaglie. La partecipazione dei primi tre di tutti i GT stagionali e dei vincitori di tutte le classiche monumento, ad eccezione di Ciolek, restituisce al Campionato del Mondo un gusto quasi antico, spesso venuto meno negli ultimi anni, a causa di tracciati troppo indirizzati verso particolari tipologie di corridori (vedi Copenaghen) e di una preparazione ultra-specifica di singoli avvenimenti da parte dei big. Sperando che non si tratti di un’anomalia, ma di un gradito ritorno ad antiche consuetudini, godiamoci intanto l’occasione di vedere a confronto i vincitori di Giro e Fiandre, Tour e Liegi, Vuelta e Freccia.

Matteo Novarini

SCOCCA L’ORA DEL BENELUX

settembre 25, 2013 by Redazione  
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La terza giornata dei campionati mondiali di Firenze sorride a Belgio e Olanda che conquistano un titolo iridato a testa rispettivamente con Igor Decraene, che si aggiudica la crono della categoria junior davanti al danese Mathias Krigbaum e allo statunitense Zeke Mostov, e con Ellen Van Dijk, già oro nella cronosquadre con le compagne della Specialized-Lululemon, che domina nella categoria donne elite davanti alla danese naturalizzata neozelandese Linda Villumsen e alla statunitense Carmen Small che per soli 4 centesimi strappa il bronzo alla più quotata connazionale Carmen Stevens. Discreti nel complesso gli azzurri in gara con Elisa Longo Borghini che chiude al 13° posto.

Foto copertina: Ellen Van Dijk e Igor Decraene, le due medaglie d’oro della terza giornata di gare iridate (foto Bettini)

La terza giornata dei campionati mondiali di Firenze è stata dedicata alle gare a cronometro della categoria junior maschile e di quella elite femminile, disputate entrambe sul medesimo tracciato di 22,1 km, interamente pianeggiante al pari di tutti quelli affrontati per le prove contro il tempo di questa rassegna iridata, con partenza dalle Cascine e arrivo al Mandela Forum. Per primi hanno gareggiato i ragazzi e a imporsi è stato il belga Igor Decraene che, dopo essere stato beffato per solo 1” dal russo Nikolay Cherkasov agli Europei di luglio disputati ad Olomouc (Repubblica Ceca), si è preso la rivincita andando al comando fin dal primo rilevamento del km 12,7 e aumentando gradatamente il suo vantaggio sul più diretto inseguitore, il danese Mathias Krigbaum. Questi, dal canto suo, ha sempre occupato la seconda posizione in tutti gli intertempi e ha chiuso con un distacco di 8” conquistando quella medaglia che gli era sfuggita a Valkenburg quando si era piazzato 5°. Grande sorpresa, invece, quella dello statunitense Zeke Mostov, poco quotato alla vigilia e partito molto prima rispetto ai migliori, che, al termine di una prova caratterizzata anche per lui da un rendimento costante lungo tutto l’arco del percorso, si è aggiudicato il bronzo con un ritardo di 20”, 3″ in meno del tedesco Joshua Stritzinger che ha pagato una partenza non eccezionale riuscendo poi a recuperare solo in parte il gap che lo separava dalla zona podio. 5° a 30” ha chiuso il britannico Matthew Gibson, 6° e 7°, entrambi a 44”, il norvegese Ole Forfang e il francese Corentin Ermenault, 8° a 46” il kazako Dmitriy Rive, 9° a 49” un deludente Cherkasov e 10° a 53” l’altro statunitense Michael Dessau. Per quanto riguarda gli azzurri non vi erano grandi ambizioni di alla vigilia e pertanto può essere considerata tutto sommato positiva la prova del veronese Edoardo Affini, 18° a 1′12” con una discreta rimonta nella seconda parte di gara, e anche quella del verbanese Filippo Ganna, che si è piazzato 32° a 1′37” ma è stato penalizzato da una caduta dopo 3 km, senza la quale avrebbe chiuso probabilmente davanti al connazionale.

In campo femminile, alla luce delle assenze della campionessa uscente Judith Arndt e della medaglia d’oro olimpica di Londra Kristin Armstrong, che hanno entrambe abbandonato le competizioni al termine della scorsa stagione, era lecito attendersi un grande equilibrio e in effetti la lotta per il podio è stata molto serrata con 8 ragazze che hanno chiuso nello spazio di soli 18”. Davanti a loro, però, ha fatto il vuoto Ellen Van Dijk che, pedalando con un rapporto lunghissimo (che, fatte le debite proporzioni, ha ricordato quelli che utilizzava l’ucraino Sergey Gonchar), ha inflitto dopo 12,7 km un distacco già di 20” alla sua più diretta rivale, la danese naturalizzata neozelandese Linda Villumsen, divenuti 24″ al traguardo che ha tagliato con il ragguardevole tempo di 27′48”. Per la 26enne olandese si tratta del secondo titolo mondiale in tre giorni dopo quello della cronosquadre insieme alle compagne del Team Specialized-Lululemon e del terzo in carriera se si aggiunge quello conquistato nello scratch su pista in occasione della rassegna iridata di Manchester del 2008. Dal canto suo la Villumsen ha mantenuto in tutti gli intertempi la seconda posizione confermando il suo ruolo di eterna piazzata, che l’ha vista sempre sul podio nelle ultime 5 crono iridate senza però mai riuscire a vincere, mentre il bronzo è andato alla veterana statunitense Carmen Small, a sua volta 3a fin dal rilevamento dei 12,7 km, che ha chiuso con un distacco di 28” e per appena 4 centesimi ha resistito al ritorno della più quotata connazionale Evelyn Stevens, medaglia d’argento a Valkenburg. 5a a 31” ha chiuso la tedesca Trixi Worrack, cui non è bastato essere la più veloce in assoluto nei 5 km conclusivi, 6a a 39” la rivelazione danese Annika Langvad, due volte campionessa mondiale in mountain bike nella specialità marathon, 6a a 40” la russa Olga Zabelinskaya (figlia di Sergei Sukhoruchenkov, atleta dalle doti eccezionali che purtroppo ha potuto passare professionista solo in età molto avanzata a causa del blocco imposto dall’ex Urss), 7a e 8a a 42” l’ucraina Hanna Solovay, che al rientro dopo una squalifica per doping aveva recentemente conquistato il titolo europeo a cronometro nella categoria under 23 a Olomouc, e l’altra russa Tatiana Antoshina, 9a a 52” la svedese Emma Johansson, autrice di una prova un po’ al di sotto delle aspettative, e 10a a 1′04” Lisa Brennauer. L’Italia schierava due giovani di indubbio talento ma sulla carta molto più adatte alla prova in linea ovvero la non ancora 20enne di Moncalieri Rossella Ratto e la 21enne di Ornavasso Elisa Longo Borghini, non al top della condizione in virtù dei mesi di preparazione saltati per una caduta avvenuta ai campionati italiani. La sorella del professionista della Cannondale Paolo e figlia dell’ex sciatrice di fondo Guidina Dal Sasso si è comunque ben comportata chiudendo 13a a 1′23” dalla Van Dijk grazie a un finale in crescendo mentre la Ratto si è piazzata 17a con un ritardo di 1′55”. Il programma delle prove a cronometro si chiuderà con l’attesa della gara dei professionisti che, secondo le previsioni, dovrebbe vedere il campione in cara Tony Martin lottare sul filo dei secondi con Fabian Cancellara e Bradley Wiggins per la medaglia d’oro e tutti gli altri che dovranno sperare in una giornata storta di almeno uno di loro per strappare un piazzamento da podio al quale ha comunque dimostrato di poter aspirare l’Adriano Malori visto nella prima parte di stagione, mentre l’altro azzurro Marco Pinotti non si presenta all’appuntamento al top della condizione e per lui sarebbe soddisfacente un piazzamento nei primi 10.

Marco Salonna

24-09-2013

settembre 24, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOMETRO DONNE

L’olandese Eleonora Van Dijk (Specialized – Lululemon) si è imposta nella cronometro donne, Firenze (Cascine) – Firenze, percorrendo 22,1 Km in 27′48″, alla media di 47,698 Km/h. Ha preceduto di 24″ la neozelandese Villumsen Serup e di 28″ la statunitense McNellis Small. Due italiane in gara: Elisa Longo Borghini (Hitec Products UCK) 13° a 1′23″, Rossella Ratto (Hitec Products UCK) 17° a 1′55″

TOUR OF CHINA II

Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Yueyang, percorrendo 132,6 Km in 3h06′43″, alla media di 42,610 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo) e Angelo Furlan (Christina Watches – Onfone). Il tedesco Daniel Klemme (Leopard Trek Continental Team) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Kankovsky e 1″ sullo spagnolo Iparragirre Azpiazu. Miglior italiano Brambilla, 4° a 2″

RUOTA D’ORO – GP FESTA DEL PERDONO (dilettanti)

L’italiano Andrea Toniatti (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Terranuova Bracciolini, percorrendo 167 Km in 3h52′35″, alla media di 43,081 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Luca Chirico (Trevigiani Dynamon Bottoli) e Valerio Conti (Mastromarco Sensi Dover Benedetti)

FRANCIA E AUSTRALIA DETTANO LEGGE, DEBACLE AZZURRA

settembre 24, 2013 by Redazione  
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Dominio di transalpini e canguri che nelle cronometro delle categorie junior donne e under 23 uomini si spartiscono un titolo a testa e occupano 5 dei 6 posti sul podio. Tra le ragazze successo in rimonta di Séverine Eraud su Alexandria Nicholls e Alexandra Manly mentre in campo maschile domina il favorito della vigilia Damien Howson che infligge pesanti distacchi a Yoann Paillot e Lasse Monrad Hansen che occupano gli altri due gradini del podio. In casa Italia l’unica a salvarsi è Francesca Pattaro, 17a. Lontanissimi dalle prime posizioni Michela Maltese, Davide Martinelli e Simone Antonini.

Foto copertina: Eraud e Howson, i due dominatori delle crono junior femminile e U23 maschile (foto Bettini)

La seconda giornata dei campionati mondiali di Firenze è stata dedicata alle cronometro delle categorie junior femminile e under 23 maschile, disputate sulle distanze rispettivamente di 16,1 e 43,4 km, lungo tracciati interamente pianeggianti. Per prime hanno gareggiato le ragazze – su di un percorso tutto all’interno del capoluogo toscano con partenza dalle Cascine e arrivo al Forum Mandela – e ad imporsi è stata la francese, campionessa europea in carica di specialità, Séverine Eraud che, dopo una partenza piuttosto controllata che l’ha portata ad occupare la 4a posizione all’intertempo degli 8,5 km con un distacco di 13” da Alexandria Nicholls, ha recuperato terreno fino a balzare al comando con 2” sull’australiana, che ha così dovuto accontentarsi della medaglia d’argento davanti alla connazionale, forse più quotata alla vigilia, Alexandra Manly che a sua volta con un finale in crescendo ha avuto la meglio su Zavinta Titenyke e Anastasiia Yakovenko nella lotta per il gradino più basso del podio, chiudendo con un distacco di 8” dalla Eraud contro gli 11” della lituana e i 13” della russa, notevolmente calata alla distanza dopo aver fatto segnare il secondo tempo a 3” dalla Nicholls a metà gara. Ci si attendeva qualcosa di più dalle due olandesi Demi De Jong, bronzo a Valkenburg, e Floortje Mackaij, vicecampionessa europea, che hanno chiuso rispettivamente 6a e 8a a 14 e 21” mentre 7a a 20” si è piazzata la statunitense Kelly Catlin, eccezionale nella seconda parte di gara in cui ha recuperato 5” anche alla Eraud ma decisamente troppo lenta nei primi 8,5 km. 9a a 22” è giunta la canadese Kinley Gibson e 10a a 23” la tedesca Luisa Kattinger. Per quanto riguarda l’Italia si è confermata la tradizione negativa che dal 2002, quando Anna Zugno si impose in quel di Zolder, ci vede fuori dalla zona podio: ci si attendeva comunque una buona prova dalla padovana Francesca Pattaro e dalla bresciana Michela Maltese, entrambe componenti del quartetto che a luglio ha conquistato il titolo europeo nell’inseguimento su pista in quel di Anadia, ma solo la prima è riuscita a competere a un discreto livello piazzandosi 17a a 41” mentre la connazionale ha chiuso nelle estreme retrovie con il 39° posto e un distacco di 1′30”.

La gara degli under 23 si è disputata lungo un percorso quasi identico a quello della cronosquadre femminile, con partenza da Pistoia, e ha visto il dominio nettissimo del favorito della vigilia Damien Howson, già bronzo un anno fa a Valkenburg e recente vincitore della Chrono Champenois che ha visto al via molti dei protagonisti della rassegna iridata. Dopo aver fatto segnare il secondo tempo a 1” dal danese Lasse Monrad Hansen al rilevamento dei 9,5 km, Howson ha fatto il vuoto nella parte centrale del percorso e ha ulteriormente incrementato il vantaggio fino al traguardo, divenendo il terzo australiano a imporsi negli ultimi cinque anni dopo Jack Bobridge e Luke Durbridge, a ulteriore testimonianza dell’impetuosa crescita di un movimento che era inesistente o quasi fino all’inizio del nuovo millennio. La medaglia d’argento è andata un po’ a sorpresa al francese Yoann Paillot, che ha chiuso con 58” di ritardo e che nei 15 km finali ha avuto la meglio su Monrad Hansen, 3° a 1′02″,, che dal canto suo dopo una partenza razzo ha dovuto accontentarsi della medaglia di bronzo, che gli era sfuggita per soli 2” in quel di Valkenburg, quando era rimasto immediatamente ai piedi del podio. Non è andato oltre il 4° posto a 1′22” l’altro australiano Campbell Flakemore, che alla vigilia sembrava poter essere il più diretto antagonista di Rowson. Mai in lotta per la zona medaglie tutti gli altri con lo statunitense Lewis Craddock 5° a 1′41”, lo svizzero Stefan Kueng 6° a 1′46” e autore di un gran finale che gli è valso il recupero di 5 posizioni rispetto all’intertempo del km 28, l’irlandese Ryan Mullen e il belga Victor Campenaerts, campione europeo in carica ma adatto a percorsi più impegnativi, rispettivamente 7 e 8° entrambi a 1′47”, il kazako Daniil Fominykh 9° a 2′05” e la rivelazione argentina Eduardo Sepulveda 10° a 2′10”, anche se va detto che il paese sudamericano, malgrado la scarsa tradizione ciclistica, non è nuovo a exploit nelle crono grazie soprattutto a Matías Médici, già nella top ten in passato nella prova contro il tempo iridata dei professionisti. Tra le delusioni di giornata vanno annoverate il tedesco Jasha Sütterlin, fresco di ingaggio da parte della Movistar per la prossima stagione nella categoria maggiore, 13° a 2′37”, l’ucraino Marlen Zhmorka 15° a 2′39” e purtroppo anche gli italiani, il che è piuttosto grave se si considera la buona tradizione che vantiamo nella categoria, con diversi successi ultimo dei quali quello di Adriano Malori a Varese nel 2008, e il fatto che da tre anni si sapave che i Mondiali sarebbero stati disputati a Firenze e vi era dunque il tempo per portare alla ribalta atleti in grado di ben figurare. Forse non è un caso che 8 dei primi 10 classificati vantino esperienze in pista dove pochissimo si è investito in Italia negli ultimi anni: dal debuttante Simone Antonini, che correva sulle strade di casa essendo originario di Cerreto Guidi, non ci si poteva attendere molto di più del 49° posto finale a 5′10” da Rowson mentre almeno a un piazzamento nei 10, specie in considerazione della recente buona prova alla già citata Chrono Champenois, si pensava che potesse aspirare il bresciano Davide Martinelli, figlio del Giuseppe ds dell’Astana, che invece non è andato oltre la 29a posizione a 3′41”, facendo poco meglio rispetto alla 38a del 2012 a Valkenburg. La rassegna iridata proseguirà ora con le cronometro delle categorie junior maschile ed elite femminile in cui per l’Italia saranno in gara Filippo Ganna, Edoardo Affini, Rossella Ratto ed Elisa Longo Borghini.

Marco Salonna

23-09-2013

settembre 24, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOMETRO U23

L’australiano Damien Howson (Orica GreenEDGE) si è imposto nella cronometro maschile U23, Pistoia – Firenze, percorrendo 43,5 Km in 49′49″, alla media di 52,392 Km/h. Ha preceduto di 58″ il francese Paillot e di 1′11″ il danese Normann Hansen. Due italiani in gara: Davide Martinelli (Team Food Italia Mg K Vis Norda) 29° a 3′41″, Simone Antonini (Mastromarco Sensi Dover Benedetti) 49° a 5′10″

CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOMETRO JUNIOR DONNE

La francese Séverine Eraud si è imposta nella cronometro a squadre junior donne, Firenze (Cascine) – Firenze, percorrendo 16,2 Km in 22′42″, alla media di 42,189 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’australiana Nicholls e di 12″ l’australiana Manly. Due italiane in gara: Francesca Pattaro (Servetto Footon) 17° a 42″, Michela Maltese (Canavesi – Cicli Fiorin Despar) 39° a 1′30″.

TOUR OF CHINA II

Il tedesco Daniel Klemme (Leopard Trek Continental Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Changsha, percorrendo 124,2 Km in 2h47′05″, alla media di 44,600 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Iparragirre Azpiazu e il sudcoreano Jang. Miglior italiano Piero Baffi (Leopard Trek Continental Team), 4°. Klemme è il primo leader della classifica con 4″ su Iparragirre Azpiazu e 6″ su Jang. Miglior italiano Baffi, 6° a 10″

OMEGA-QUICK STEP, 81 CENTESIMI DI FELICITA’

settembre 23, 2013 by Redazione  
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Guidata dal solito Tony Martin la formazione belga di Patrick Lefevere bissa il successo di Valkenburg imponendosi di strettissima misura nella cronosquadre di Firenze al termine di un’emozionante testa a testa sull’Orica-GreenEdge mentre la medaglia di bronzo va al Team Sky che ha nettamente la meglio sulla Bmc con il Team Cannondale buon 7°. In campo femminile si conferma il Team Specialized-Lululemon di Evelyn Stevens e Trixi Worrack che domina davanti a Rabobank e Orica-Ais con la MCipollini-Giordana 5a grazie soprattutto a una brillante Tatiana Guderzo.

Foto copertina: i corridori dell’Omega in azione della cronosquadre mondiale (foto Bettini)

Dopo le recenti esperienze di Agrigento, in due occasioni Verona e infine Varese l’Italia torna ad ospitare i campionati del mondo di ciclismo in quel di Firenze, giusto riconoscimento per una terra come la Toscana che da sempre è una delle regioni leader del movimento azzurro a due ruote ma in cui mai in passato si era disputata una rassegna iridata. Per la seconda stagione consecutiva le prove inaugurali sono state le cronometro a squadre, riservate non alle nazionali bensì alle formazioni di club professionistiche maschili e femminili, ciascuna delle quali ha gareggiato con 6 elementi rispetto ai 9 canonici o ai 4 della storica prova sui 100 km, che per decenni ha fatto parte anche del programma olimpico. Per prime hanno gareggiato le ragazze su di un percorso di 42,8 km interamente pianeggiante che da Pistoia portava a Firenze e il successo è andato, secondo pronostico, alle campionesse uscenti del Team Specialized-Lululemon di Evelyn Stevens, Trixi Worrack, Eleonora Van Dijk, Carmen McNellis, Lisa Brennauer e Katie Colclough, che dopo un avvio relativamente prudente, che le ha collocate comunque già davanti a tutte all’intertempo dei 9,6 km, hanno fatto il vuoto nella parte centrale continuando a incrementare il vantaggio fino al traguardo che hanno tagliato con un tempo di 51′10” a una media di 50,1 km/h, migliore tra l’altro rispetto a quella di molte formazioni maschili anche se queste hanno gareggiato su di un percorso più lungo e leggermente più impegnativo. La compagine statunitense ha inflitto un distacco di 1′11” alla Rabobank che, trascinata dalla fuoriclasse Marianne Vos (in gara insieme a Lucinda Brand, Pauline Ferrand-Prévot, Annemiek Van Vleuten, Thalita De Jong e Roxane Knetemann, figlia del grande Gerrie che fu campione del mondo nel 1978 al Nürburgring battendo Francesco Moser), grazie a un finale in crescendo ha avuto la meglio nella lotta per la medaglia d’argento sull’Orica-Ais di Emma Johansson, Shara Gillow, Loes Gunnewijk, Melissa Hoskins, Amanda Spratt e Annette Edmondson che, dopo aver insidiato il Team Specialized in avvio e mantenuto la seconda posizione fino all’intertempo del km 28, non è riuscita a bissare la piazza d’onore di Valkenburg e ha dovuto accontentarsi del bronzo con un ritardo di 1′34”. Tutte le altre formazioni non sono mai riuscite a entrare nella lotta per il podio con una brillante Tatiana Guderzo che ha condotto le compagne Antoshina, Jasinska, Tagliaferro, Scandolara e Carretta della MCipollini-Giordana a un buon 5° posto a 2′18” alle spalle della RusVelo (Burchenkova, Chulkova, Kuchinskaya, Zabelinskaya, Kozonchuk, Romanyuta), 4a a 2′02” e davanti alla deludente Wiggle-Honda (Villumsen, Becker, King, Kitchen, Rowsell, Collins) 6a a 2′33” e all’Argos-Shimano (Wild, Tromp, Pieters, Gebhardt, Kanis, Knol) 7a a 2′50”, mentre le altre quattro formazioni azzurre in gara Be Pink, Sc Michela Fanini, Faren Quota e Vaiano Fondriest si sono piazzate tra l’11a e la 16a e ultima posizione. La gara maschile si è disputata lungo una distanza di 57,2 km con partenza da Montecatini e la salitella di Serravalle Pistoiese, in cima alla quale dopo 7,3 km era posto il primo intertempo, prima di approdare a Pistoia e di lì in avanti ripercorrere lo stesso tracciato della prova femminile. Dopo il successo di Valkenburg, sia pure con soli 3” di vantaggio sulla Bmc, la formazione da battere era l’Omega-QuickStep, ulteriormente rinforzata rispetto a un anno fa dalla presenza di Michal Kwiatkowski, che ha preso il posto di Tom Boonen e che si è andato ad affiancare ai confermati Tony Martin, Sylvain Chavanel, Peter Velits, Niki Terpstra e Kristof Vandewalle. La compagine di Patrick Lefevere, partita per ultima, ha immediatamente preso il comando e dopo 24,5 km conduceva sulla più diretta inseguitrice Orica-GreenEdge ma l’imprevista perdita di Kwiatkowski, che non ha retto il ritmo dei compagni di squadra, ha portato a un calo nella parte centrale e al sorpasso degli australiani che al km 42,8 si erano portati al comando sia pure per un solo secondo. Martin e compagni hanno però saputo ritrovare il ritmo giusto e, dopo una gara percorsa ai 53,3 km/h di media, al termine di un incertissimo testa a testa hanno avuto la meglio per soli 81 centesimi sui rivali, poi arrotondati per eccesso a un secondo dai giudici di gara. L’Orica-GreenEdge, che schierava Luke Durbrigde, Daryl Impey, Brett Lancaster, Svein Tuft, Michael Hepburn e Jens Mouris e che tra l’altro al Tour de France aveva battuto proprio l’Omega-QuickStep per 75 centesimi, è stata comunque autrice di una prestazione sopra le righe andando ben oltre le previsioni della vigilia, che la davano come possibile outsider ma sulla carta inferiore a Bmc e Team Sky oltre che alla formazione belga, e conquistando nuovamente una medaglia dopo il bronzo di Valkenburg. Sul gradino più basso del podio sono andati questa volta i britannici di Dave Brailsford, privi di un Bradley Wiggins che punterà tutto sulla cronometro individuale, che hanno mantenuto un ritmo regolare lungo tutto il tracciato e con Richie Porte, Konstantin Siutsou, Geraint Thomas, Edvald Boasson Hagen, Vasili Kiryienka e un Chris Froome apparso ancora non al meglio in vista della prova in linea hanno chiuso con un distacco di 22”, tenendo a distanza di sicurezza la Bmc di Steven Cummings, Taylor Phinney, Michael Schär, Tejay Van Garderen e dei nostri Daniel Oss e Manuel Quinziato che, dopo un buon avvio che la vedeva al 3° posto dopo 7,3 km a 12” dall’Omega-QuickStep e a pari merito con l’Orica-GreenEdge, è progressivamente calata e non è andata oltre la medaglia di legno con un distacco di 1′02”, seguita dalla RadioShack, in cui un Fabian Cancellara in condizioni strepitose non è stato sufficiente a colmare le lacune dei compagni Irizar, Jungels, Sergent, Popovych e Roulston, che ha chiuso 5a a 1′18”. A seguire l’Astana di Brajkovic, Fuglsang, Grivko, Kangert, Gruzdev e Alessandro Vanotti, 6a a 1′21” e la nostra Cannondale, che però schierava come unico azzurro Tiziano Dall’Antonia insieme a Bodnar, Koch, Koren, Vandborg e all’attesissimo per la prova in linea Peter Sagan, che si è piazzata 7a a 1′28” perdendo due posizioni nella seconda parte di gara ma confermando comunque le buone attitudini per questo tipo di prova dopo il quarto posto di Valkenburg. Alle spalle del sestetto di Amadio hanno chiuso la Garmin-Sharp (Millar, Talansky, Dennis, Farrar, Vandevelde, Zabriskie), 8a a 2′02”, la Saxo-Tinkoff (Morkov, Roche, Nicky Sørensen, Tosatto, Christensen, Boaro), 9a a 2′14” e la Movistar (Amador, Castroviejo, Rui Costa, Jesus Herrada, Plaza, Teruel), 10a a 2′31” mentre, come era prevedibile, non sono state un fattore le altre due formazioni azzurre in gara, la Lampre-Merida e la Vini Fantini. La prima, con Ferrari, Dodi, Richeze, Bono, Cimolai e un Adriano Malori atteso protagonista nella crono individuale (specie se in possesso della stessa condizione avuta fino al mese di giugno e autore in tal senso di una prova incoraggiante al Gp Montréal), si è piazzata 17a a 3′56”, la seconda (Borchi, Colli, Gatto, Viletta, Monguzzi e Proni) ha chiuso 29a a 5′28”. I campionati del mondo proseguiranno ora con le prove contro il tempo individuali delle categorie under 23 maschile e junior femminile, nelle quali saranno impegnati gli azzurri Filippo Ganna, Edoardo Affini, Francesca Pattaro e Michela Maltese.

Marco Salonna

IL BATTESIMO DI ZILIOLI A PRATO

settembre 23, 2013 by Redazione  
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E’ professionista da poco più d’un mese e ha già lasciato il segno in una delle classiche storiche del nostro calendario, seppur non blasonatissima. Zilioli, un’altra delle scoperte di Giovanni Savio, ha fatto suo il GP Industria e Commercio di Prato, gara che quest’anno si annunciava oltremodo interessante perchè proposta a pochi giorni dal mondiale fiorentino, e il suo successo è avvalorato dal fatto che il corridore dell’Androni è stato uno dei 40 corridori che hanno retto fino alla fine, su di un tracciato più impegnativo rispetto alle scorse edizioni, reso ostico anche dal caldo.

Foto copertina: il podio della classica pratese (www.federciclismo.it)

Con il movimento ciclistico mondiale che sta convolgento verso la Toscana per la rassegna iridata che si è aperta oggi con la cronosquadra reservata ai team di marca, anche gli organizzatori di alcune corse di un giorno si sono sentiti in dovere di far si che il prodotto dei loro sforzi sia finalizzato alle ultime messe a punto di molti degli attesi protagonisti dei prossimi giorni. Così dopo il GP Costa degli Etruschi disputatosi ieri oggi è stata la volta del GP Industria e Commercio di Prato. Nell’edizione 2013 della corsa pratese – costretta a modificare il suo percorso tradizionale anche per la concomitanza con la già citata cronosquadre, che attraversava lo stesso territorio – sono stati inseriti tratti inediti, che fossero i più simili possibile a quelli che si troveranno sotto le ruote i partecipanti alla prova in linea valida per la maglia iridata di domenica prossima.
Il nuovo tracciato è stato apprezzato molto dai ciclisti e già nel primo tratto pianeggiante si è vista la fuga del colombiano Daniel Jaramillo. Nonostante le sue migliori intenzioni, però, con il passare dei chilometri e le prime asperità a indurire le pedalate la corsa è letteralmente cambiata con le avanguardie che recuperavano il fuggitivo e il resto del gruppo che, a causa del caldo e della durezza del percorso, mettevano il più classico “piede a terra”, ponendo fine alle loro fatiche. I quaranta superstiti erano, però, intenzionati a fare sul serio. Prova ne è che il gruppo si è frastagliato in vari gruppetti con l’epilogo finale che ha visto il neoprofessionista Gianfranco Zilioli allungare sul gruppetto di testa e andare a conquistare in solitaria la sua prima vittoria nella massima categoria. Il successo odierno di questo giovane atleta, che indossa la maglia della Androni Giocattoli, dimostra per l’ennesima volta che quella vecchia volpe del ciclismo di Gianni Savio sa vedere lungo.
Per i ragazzi di Savio, guidati oggi in ammiraglia da Giovanni Ellena, è stato un successo su tutta la linea poichè altri due atleti in maglia Androni si sono piazzati nei primi cinque: Miguel Angel Rubiano Chavez è arrivato secondo mentre Franco Pellizotti quinto. Non male per una prova valida per la Coppa Italia. In previsione mondiale è da registrare la settima piazza di Giampaolo Caruso (Katusha), un buon lasciapassare per un suo possibile ruolo da titolare nella prova regina di domenica prossima.

Mario Prato

22-09-2013

settembre 23, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOSQUADRE UOMINI

Il team belga Omega Pharma – Quick Step si è imposto nella cronometro a squadre maschile, Montecatini Terme – Firenze, percorrendo 57,2 Km in 1h04′16″, alla media di 53,402 Km/h. Ha preceduto di 1″ il team italiano Orica – GreenEDGE e di 23″ il team britannico Sky ProCycling. Miglior team italiano la Cannondale Pro Cycling Team, 7° a 1′29″

CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – CRONOSQUADRE DONNE

Il team tedesco Specialized – Lululemon si è imposto nella cronometro a squadre femminile, Pistoia – Firenze, percorrendo 42,8 Km in 51′10″, alla media di 50,189 Km/h. Ha preceduto di 1′11″ il team olandese Rabo Women Cycling Team e di 1′34″ il team australiano Orica – AIS. Miglior team italiano la MCipollini Giordana, 5° a 2′19″

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto anche nell’ottava ed ultima tappa, circuito di Londra, percorrendo 88,8 Km in 1h47′23″, alla media di 49,616 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Bennet e l’italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team). In classifica si impone il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) con 26″ sull’elvetico Elmiger e 1′03″ sul britannico Yates. Miglior italiano Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 2′29″.

GP INDUSTRIA & COMMERCIO DI PRATO

L’italiano Gianfranco Zilioli (Androni Giocattoli-Venezuela) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Prato, percorrendo 181,5 Km in 4h30′30″, alla media di 40,259 Km/h. Ha preceduto di 18″ il colombiano Rubiano Chávez e il polacco Paterski

GP D’ISBERGUES – PAS DE CALAIS

Il francese Arnaud Démare (FDJ.fr) si è imposto nella corsa francese, circuito di Isbergues, percorrendo 200,7 Km in 4h34′05″, alla media di 43,935 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Degenkolb e il lussemburghese Drucker. Unico italiano in gara Davide Appollonio (AG2R La Mondiale), 92° a 1′32″.

MILANO – RAPALLO (dilettanti)

L’italiano Iuri Filosi (Viris Maserati) si è imposto nella corsa italiana, Gaggiano – Rapallo, percorrendo 206 Km in 4h36′51″, alla media di 44,645 Km/h. Ha preceduto di 12″ gli italiani Luca Benedetti (Futura Team Matricardi) e Alessio Taliani (Futura Team Matricardi)

DOMINIO LAMPRE NELLA CLASSICA DEGLI ETRUSCHI

settembre 22, 2013 by Redazione  
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Spradoneggiano i Lampre nella classica toscana trasferita dal mese di febbraio a quello di settembre, divenendo così un’ottima palestra d’allenamento in vista dell’imminente mondiale fiorentino. Sono state i blu-fucsia di patron Galbusera a monopolizzare il podio della gara, con Scarponi al primo posto, vincitore in solitaria dopo un attacco portato ai -2 dal traguardo, Pozzato al secondo e Ulissi al terzo.

Foto copertina: un podio a tinta unita per la prima edizione settembrina del GP Costa degli Etruschi (foto Bettini)

Grandissima gara degli uomini blu-fucsia a Donoratico con una tripletta che potrebbe essere fondamentale in vista dei mondiale. Dopo una gara molto combattuta e con diversi tentativi di fuga fin dai primi chilometri, è stato un attacco di Scarponi a due chilometri dal traguardo a risolvere la corsa.
Dopo un tentativo di 15 uomini, al quale il gruppo non ha mai lasciato molto spazio, è l’Astana ad accendere la corsa sulla salita di Torre Segaleri richiudendo sugli ultimi fuggitivi e scremando il gruppo nel quale sono rimasti, tra gli altri, Pozzato, Ulissi, Scarponi, Nibali, Basso, Sinkewitz, Caruso, Ratto, Pellizzotti, Sella.
Proprio il capitano dell’Astana ha cercato di lasciare i compagni d’avventura lungo l’ultima salita ma, braccato da Sinkewitz e Ulissi, non è riuscito a prendere un vantaggio sufficiente per andare all’arrivo.
S’è così formato un drappello di sette uomini con Pozzato, Scarponi, Nocentini e Santaromita che hanno raggiunto i primi tre. L’unità d’intenti è durata poco con la Lampre forte di tre uomini che ha cercato in ogni modo di fare sua la corsa.
Obiettivo raggiunto in modo ineccepibile visto che oltre alla vittoria di Scarponi, in solitaria dopo un attacco ai meno due, è giunta anche la seconda piazza con Pozzato e il terzo posto con Ulissi.
Dopo una stagione piena di difficoltà un’estate di gioia per la squadra di Galbusera che in vista dei mondiali può davvero fornire grosse speranze all’armata azzura!

Andrea Mastrangelo

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