OMEGA-QUICK STEP, 81 CENTESIMI DI FELICITA’

settembre 23, 2013
Categoria: News

Guidata dal solito Tony Martin la formazione belga di Patrick Lefevere bissa il successo di Valkenburg imponendosi di strettissima misura nella cronosquadre di Firenze al termine di un’emozionante testa a testa sull’Orica-GreenEdge mentre la medaglia di bronzo va al Team Sky che ha nettamente la meglio sulla Bmc con il Team Cannondale buon 7°. In campo femminile si conferma il Team Specialized-Lululemon di Evelyn Stevens e Trixi Worrack che domina davanti a Rabobank e Orica-Ais con la MCipollini-Giordana 5a grazie soprattutto a una brillante Tatiana Guderzo.

Foto copertina: i corridori dell’Omega in azione della cronosquadre mondiale (foto Bettini)

Dopo le recenti esperienze di Agrigento, in due occasioni Verona e infine Varese l’Italia torna ad ospitare i campionati del mondo di ciclismo in quel di Firenze, giusto riconoscimento per una terra come la Toscana che da sempre è una delle regioni leader del movimento azzurro a due ruote ma in cui mai in passato si era disputata una rassegna iridata. Per la seconda stagione consecutiva le prove inaugurali sono state le cronometro a squadre, riservate non alle nazionali bensì alle formazioni di club professionistiche maschili e femminili, ciascuna delle quali ha gareggiato con 6 elementi rispetto ai 9 canonici o ai 4 della storica prova sui 100 km, che per decenni ha fatto parte anche del programma olimpico. Per prime hanno gareggiato le ragazze su di un percorso di 42,8 km interamente pianeggiante che da Pistoia portava a Firenze e il successo è andato, secondo pronostico, alle campionesse uscenti del Team Specialized-Lululemon di Evelyn Stevens, Trixi Worrack, Eleonora Van Dijk, Carmen McNellis, Lisa Brennauer e Katie Colclough, che dopo un avvio relativamente prudente, che le ha collocate comunque già davanti a tutte all’intertempo dei 9,6 km, hanno fatto il vuoto nella parte centrale continuando a incrementare il vantaggio fino al traguardo che hanno tagliato con un tempo di 51′10” a una media di 50,1 km/h, migliore tra l’altro rispetto a quella di molte formazioni maschili anche se queste hanno gareggiato su di un percorso più lungo e leggermente più impegnativo. La compagine statunitense ha inflitto un distacco di 1′11” alla Rabobank che, trascinata dalla fuoriclasse Marianne Vos (in gara insieme a Lucinda Brand, Pauline Ferrand-Prévot, Annemiek Van Vleuten, Thalita De Jong e Roxane Knetemann, figlia del grande Gerrie che fu campione del mondo nel 1978 al Nürburgring battendo Francesco Moser), grazie a un finale in crescendo ha avuto la meglio nella lotta per la medaglia d’argento sull’Orica-Ais di Emma Johansson, Shara Gillow, Loes Gunnewijk, Melissa Hoskins, Amanda Spratt e Annette Edmondson che, dopo aver insidiato il Team Specialized in avvio e mantenuto la seconda posizione fino all’intertempo del km 28, non è riuscita a bissare la piazza d’onore di Valkenburg e ha dovuto accontentarsi del bronzo con un ritardo di 1′34”. Tutte le altre formazioni non sono mai riuscite a entrare nella lotta per il podio con una brillante Tatiana Guderzo che ha condotto le compagne Antoshina, Jasinska, Tagliaferro, Scandolara e Carretta della MCipollini-Giordana a un buon 5° posto a 2′18” alle spalle della RusVelo (Burchenkova, Chulkova, Kuchinskaya, Zabelinskaya, Kozonchuk, Romanyuta), 4a a 2′02” e davanti alla deludente Wiggle-Honda (Villumsen, Becker, King, Kitchen, Rowsell, Collins) 6a a 2′33” e all’Argos-Shimano (Wild, Tromp, Pieters, Gebhardt, Kanis, Knol) 7a a 2′50”, mentre le altre quattro formazioni azzurre in gara Be Pink, Sc Michela Fanini, Faren Quota e Vaiano Fondriest si sono piazzate tra l’11a e la 16a e ultima posizione. La gara maschile si è disputata lungo una distanza di 57,2 km con partenza da Montecatini e la salitella di Serravalle Pistoiese, in cima alla quale dopo 7,3 km era posto il primo intertempo, prima di approdare a Pistoia e di lì in avanti ripercorrere lo stesso tracciato della prova femminile. Dopo il successo di Valkenburg, sia pure con soli 3” di vantaggio sulla Bmc, la formazione da battere era l’Omega-QuickStep, ulteriormente rinforzata rispetto a un anno fa dalla presenza di Michal Kwiatkowski, che ha preso il posto di Tom Boonen e che si è andato ad affiancare ai confermati Tony Martin, Sylvain Chavanel, Peter Velits, Niki Terpstra e Kristof Vandewalle. La compagine di Patrick Lefevere, partita per ultima, ha immediatamente preso il comando e dopo 24,5 km conduceva sulla più diretta inseguitrice Orica-GreenEdge ma l’imprevista perdita di Kwiatkowski, che non ha retto il ritmo dei compagni di squadra, ha portato a un calo nella parte centrale e al sorpasso degli australiani che al km 42,8 si erano portati al comando sia pure per un solo secondo. Martin e compagni hanno però saputo ritrovare il ritmo giusto e, dopo una gara percorsa ai 53,3 km/h di media, al termine di un incertissimo testa a testa hanno avuto la meglio per soli 81 centesimi sui rivali, poi arrotondati per eccesso a un secondo dai giudici di gara. L’Orica-GreenEdge, che schierava Luke Durbrigde, Daryl Impey, Brett Lancaster, Svein Tuft, Michael Hepburn e Jens Mouris e che tra l’altro al Tour de France aveva battuto proprio l’Omega-QuickStep per 75 centesimi, è stata comunque autrice di una prestazione sopra le righe andando ben oltre le previsioni della vigilia, che la davano come possibile outsider ma sulla carta inferiore a Bmc e Team Sky oltre che alla formazione belga, e conquistando nuovamente una medaglia dopo il bronzo di Valkenburg. Sul gradino più basso del podio sono andati questa volta i britannici di Dave Brailsford, privi di un Bradley Wiggins che punterà tutto sulla cronometro individuale, che hanno mantenuto un ritmo regolare lungo tutto il tracciato e con Richie Porte, Konstantin Siutsou, Geraint Thomas, Edvald Boasson Hagen, Vasili Kiryienka e un Chris Froome apparso ancora non al meglio in vista della prova in linea hanno chiuso con un distacco di 22”, tenendo a distanza di sicurezza la Bmc di Steven Cummings, Taylor Phinney, Michael Schär, Tejay Van Garderen e dei nostri Daniel Oss e Manuel Quinziato che, dopo un buon avvio che la vedeva al 3° posto dopo 7,3 km a 12” dall’Omega-QuickStep e a pari merito con l’Orica-GreenEdge, è progressivamente calata e non è andata oltre la medaglia di legno con un distacco di 1′02”, seguita dalla RadioShack, in cui un Fabian Cancellara in condizioni strepitose non è stato sufficiente a colmare le lacune dei compagni Irizar, Jungels, Sergent, Popovych e Roulston, che ha chiuso 5a a 1′18”. A seguire l’Astana di Brajkovic, Fuglsang, Grivko, Kangert, Gruzdev e Alessandro Vanotti, 6a a 1′21” e la nostra Cannondale, che però schierava come unico azzurro Tiziano Dall’Antonia insieme a Bodnar, Koch, Koren, Vandborg e all’attesissimo per la prova in linea Peter Sagan, che si è piazzata 7a a 1′28” perdendo due posizioni nella seconda parte di gara ma confermando comunque le buone attitudini per questo tipo di prova dopo il quarto posto di Valkenburg. Alle spalle del sestetto di Amadio hanno chiuso la Garmin-Sharp (Millar, Talansky, Dennis, Farrar, Vandevelde, Zabriskie), 8a a 2′02”, la Saxo-Tinkoff (Morkov, Roche, Nicky Sørensen, Tosatto, Christensen, Boaro), 9a a 2′14” e la Movistar (Amador, Castroviejo, Rui Costa, Jesus Herrada, Plaza, Teruel), 10a a 2′31” mentre, come era prevedibile, non sono state un fattore le altre due formazioni azzurre in gara, la Lampre-Merida e la Vini Fantini. La prima, con Ferrari, Dodi, Richeze, Bono, Cimolai e un Adriano Malori atteso protagonista nella crono individuale (specie se in possesso della stessa condizione avuta fino al mese di giugno e autore in tal senso di una prova incoraggiante al Gp Montréal), si è piazzata 17a a 3′56”, la seconda (Borchi, Colli, Gatto, Viletta, Monguzzi e Proni) ha chiuso 29a a 5′28”. I campionati del mondo proseguiranno ora con le prove contro il tempo individuali delle categorie under 23 maschile e junior femminile, nelle quali saranno impegnati gli azzurri Filippo Ganna, Edoardo Affini, Francesca Pattaro e Michela Maltese.

Marco Salonna

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