FRANCIA E AUSTRALIA DETTANO LEGGE, DEBACLE AZZURRA

settembre 24, 2013
Categoria: News

Dominio di transalpini e canguri che nelle cronometro delle categorie junior donne e under 23 uomini si spartiscono un titolo a testa e occupano 5 dei 6 posti sul podio. Tra le ragazze successo in rimonta di Séverine Eraud su Alexandria Nicholls e Alexandra Manly mentre in campo maschile domina il favorito della vigilia Damien Howson che infligge pesanti distacchi a Yoann Paillot e Lasse Monrad Hansen che occupano gli altri due gradini del podio. In casa Italia l’unica a salvarsi è Francesca Pattaro, 17a. Lontanissimi dalle prime posizioni Michela Maltese, Davide Martinelli e Simone Antonini.

Foto copertina: Eraud e Howson, i due dominatori delle crono junior femminile e U23 maschile (foto Bettini)

La seconda giornata dei campionati mondiali di Firenze è stata dedicata alle cronometro delle categorie junior femminile e under 23 maschile, disputate sulle distanze rispettivamente di 16,1 e 43,4 km, lungo tracciati interamente pianeggianti. Per prime hanno gareggiato le ragazze – su di un percorso tutto all’interno del capoluogo toscano con partenza dalle Cascine e arrivo al Forum Mandela – e ad imporsi è stata la francese, campionessa europea in carica di specialità, Séverine Eraud che, dopo una partenza piuttosto controllata che l’ha portata ad occupare la 4a posizione all’intertempo degli 8,5 km con un distacco di 13” da Alexandria Nicholls, ha recuperato terreno fino a balzare al comando con 2” sull’australiana, che ha così dovuto accontentarsi della medaglia d’argento davanti alla connazionale, forse più quotata alla vigilia, Alexandra Manly che a sua volta con un finale in crescendo ha avuto la meglio su Zavinta Titenyke e Anastasiia Yakovenko nella lotta per il gradino più basso del podio, chiudendo con un distacco di 8” dalla Eraud contro gli 11” della lituana e i 13” della russa, notevolmente calata alla distanza dopo aver fatto segnare il secondo tempo a 3” dalla Nicholls a metà gara. Ci si attendeva qualcosa di più dalle due olandesi Demi De Jong, bronzo a Valkenburg, e Floortje Mackaij, vicecampionessa europea, che hanno chiuso rispettivamente 6a e 8a a 14 e 21” mentre 7a a 20” si è piazzata la statunitense Kelly Catlin, eccezionale nella seconda parte di gara in cui ha recuperato 5” anche alla Eraud ma decisamente troppo lenta nei primi 8,5 km. 9a a 22” è giunta la canadese Kinley Gibson e 10a a 23” la tedesca Luisa Kattinger. Per quanto riguarda l’Italia si è confermata la tradizione negativa che dal 2002, quando Anna Zugno si impose in quel di Zolder, ci vede fuori dalla zona podio: ci si attendeva comunque una buona prova dalla padovana Francesca Pattaro e dalla bresciana Michela Maltese, entrambe componenti del quartetto che a luglio ha conquistato il titolo europeo nell’inseguimento su pista in quel di Anadia, ma solo la prima è riuscita a competere a un discreto livello piazzandosi 17a a 41” mentre la connazionale ha chiuso nelle estreme retrovie con il 39° posto e un distacco di 1′30”.

La gara degli under 23 si è disputata lungo un percorso quasi identico a quello della cronosquadre femminile, con partenza da Pistoia, e ha visto il dominio nettissimo del favorito della vigilia Damien Howson, già bronzo un anno fa a Valkenburg e recente vincitore della Chrono Champenois che ha visto al via molti dei protagonisti della rassegna iridata. Dopo aver fatto segnare il secondo tempo a 1” dal danese Lasse Monrad Hansen al rilevamento dei 9,5 km, Howson ha fatto il vuoto nella parte centrale del percorso e ha ulteriormente incrementato il vantaggio fino al traguardo, divenendo il terzo australiano a imporsi negli ultimi cinque anni dopo Jack Bobridge e Luke Durbridge, a ulteriore testimonianza dell’impetuosa crescita di un movimento che era inesistente o quasi fino all’inizio del nuovo millennio. La medaglia d’argento è andata un po’ a sorpresa al francese Yoann Paillot, che ha chiuso con 58” di ritardo e che nei 15 km finali ha avuto la meglio su Monrad Hansen, 3° a 1′02″,, che dal canto suo dopo una partenza razzo ha dovuto accontentarsi della medaglia di bronzo, che gli era sfuggita per soli 2” in quel di Valkenburg, quando era rimasto immediatamente ai piedi del podio. Non è andato oltre il 4° posto a 1′22” l’altro australiano Campbell Flakemore, che alla vigilia sembrava poter essere il più diretto antagonista di Rowson. Mai in lotta per la zona medaglie tutti gli altri con lo statunitense Lewis Craddock 5° a 1′41”, lo svizzero Stefan Kueng 6° a 1′46” e autore di un gran finale che gli è valso il recupero di 5 posizioni rispetto all’intertempo del km 28, l’irlandese Ryan Mullen e il belga Victor Campenaerts, campione europeo in carica ma adatto a percorsi più impegnativi, rispettivamente 7 e 8° entrambi a 1′47”, il kazako Daniil Fominykh 9° a 2′05” e la rivelazione argentina Eduardo Sepulveda 10° a 2′10”, anche se va detto che il paese sudamericano, malgrado la scarsa tradizione ciclistica, non è nuovo a exploit nelle crono grazie soprattutto a Matías Médici, già nella top ten in passato nella prova contro il tempo iridata dei professionisti. Tra le delusioni di giornata vanno annoverate il tedesco Jasha Sütterlin, fresco di ingaggio da parte della Movistar per la prossima stagione nella categoria maggiore, 13° a 2′37”, l’ucraino Marlen Zhmorka 15° a 2′39” e purtroppo anche gli italiani, il che è piuttosto grave se si considera la buona tradizione che vantiamo nella categoria, con diversi successi ultimo dei quali quello di Adriano Malori a Varese nel 2008, e il fatto che da tre anni si sapave che i Mondiali sarebbero stati disputati a Firenze e vi era dunque il tempo per portare alla ribalta atleti in grado di ben figurare. Forse non è un caso che 8 dei primi 10 classificati vantino esperienze in pista dove pochissimo si è investito in Italia negli ultimi anni: dal debuttante Simone Antonini, che correva sulle strade di casa essendo originario di Cerreto Guidi, non ci si poteva attendere molto di più del 49° posto finale a 5′10” da Rowson mentre almeno a un piazzamento nei 10, specie in considerazione della recente buona prova alla già citata Chrono Champenois, si pensava che potesse aspirare il bresciano Davide Martinelli, figlio del Giuseppe ds dell’Astana, che invece non è andato oltre la 29a posizione a 3′41”, facendo poco meglio rispetto alla 38a del 2012 a Valkenburg. La rassegna iridata proseguirà ora con le cronometro delle categorie junior maschile ed elite femminile in cui per l’Italia saranno in gara Filippo Ganna, Edoardo Affini, Rossella Ratto ed Elisa Longo Borghini.

Marco Salonna

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