29-09-2013

settembre 30, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA PROFESSIONISTI

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa (Movistar Team) si è imposto nella gara su strada professionisti, Lucca – Firenze, percorrendo 272,2 Km in 7h25′44″, alla media di 36,641 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Rodríguez Oliver e di 16″ lo spagnolo Valverde Belmonte. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), 4° a 16″.

TOUR DU GÉVAUDAN LANGUEDOC-ROUSSILLON

Il francese Sébastien Duret (Bretagne – Séché Environnement) è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Mende, percorrendo 162,4 Km in 4h00′04″ alla media di 40,587 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Baldo e di 1′10″ il connazionale Koretzky. Non ha finito la corsa l’unico italiano in gara, Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon). In classifica si impone il francese Yohan Bagot (Cofidis, Solutions Crédits) è il primo leader della classifica, con 9″ sul connazionale Rossetto e 59″ su Duret

DUO NORMAND

Il canadese Svein Tuft e l’australiano Luke Durbridge, dell’Orica – GreenEDGE, si sono imposti nella corsa francese, cronometro a coppie disputata sul circuito di Marigny, percorrendo 54,3 Km in 1h04′10″, alla media di 50,774 Km/h. Ha preceduto di 1′23″ l’australiano Hepburn e l’olandese Mouris (Orica – GreenEDGE) e di 1′46″ i belga Vandewalle e Vermote. Unici italiani in gara Omar Bertazzo e Francesco Reda, dell’Androni Giocattoli – Venezuela, giunti undicesimi a 4′46″.

GOOIKSE PIJL

Il norvegese Vegard Robinson Bugge (Joker Merida) si è imposto nella corsa belga, circuito di Gooik, percorrendo 198,3 Km in 4h28′22″, alla media di 44,335 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Dron e di 2″ il belga Lietaer.

TOUR OF CHINA II

giorno di riposo

PICCOLO GIRO DELL’EMILIA (dilettanti)

L’italiano Gianluca Leonardi (Zalf Euromobil Désirée Fior) è imposto nella corsa italiana, circuito di Casalecchio di Reno, percorrendo 144 Km in 3h30’45”, alla media di 40,996 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Mirco Maestri (General Store Zardini Imedlago) e di 5″ l’italiano Andrea Toniatti (Zalf Euromobil Désirée Fior)

LA SPAGNA BUTTA IL MONDIALE, RUI COSTA LO RACCOGLIE

settembre 29, 2013 by Redazione  
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Il portoghese conquista a sorpresa il titolo mondiale sul circuito di Firenze, beffando allo sprint Rodriguez, raggiunto all’ultimo chilometro. Valverde conquista il bronzo, davanti ad un Nibali penalizzato da una caduta, ma colpevolmente addormentatosi al momento dell’attacco di Purito. Solo sesto e nono Sagan e Gilbert, staccati dalle azioni di Scarponi e Nibali all’ultimo passaggio sull’ascesa di Fiesole. Lontano Fabian Cancellara.

Foto copertina: Rui Costa esulta, è campione del mondo (foto AFP)

Al termine del Mondiale più ricco di stelle della storia recente, conteso da uomini da classiche e specialisti di grandi giri, ad alzare le braccia è un outsider. Rui Alberto Faria da Costa, 27 anni fra meno di una settimana, non era probabilmente il corridore più forte al via, ma è stato senz’altro il più lucido e smaliziato all’ultimo giro, quando il titolo pareva ormai questione italo-spagnola.

Le oltre sette ore di gara, in larga parte flagellate dalla pioggia, non erano state sufficienti a ridurre a meno di una quarantina di unità il gruppo dei favoriti all’imbocco della tornata conclusiva, malgrado la tattica d’assalto proposta dalla formazione di Bettini. Dopo un tratto in linea animato dalla fuga di Yonder Godoy (Venezuela), Matthias Brandle (Austria), Jan Barta (Repubblica Ceca), Bartosz Huzarski (Polonia) e Rafaa Chtioui (Tunisia), con Cavendish ad imporre al gruppo un’andatura non proibitiva, gli azzurri hanno cominciato a forzare nella prima discesa dalla collina di Fiesole, azione poi ripetuta per i passaggi successivi. La strada fradicia ha spezzato più volte il plotone, costringendo a turno Sagan, Froome, Valverde e Rodriguez – fra gli altri – a ricucire distacchi di alcune decine di secondi, e dando luogo ad una catena di cadute che hanno decimato anzitempo la rosa dei pretendenti alle medaglie: Roche, Martin, Horner ed Evans sono stati fra i tanti costretti al ritiro da incontri ravvicinati con l’asfalto fiorentino, e sempre al meteo vanno imputati i forfait di Samuel Sanchez, Richie Porte e dell’intera squadra britannica, incluso l’attesissimo Froome.

Dopo cinque giri sul circuito, gli italiani si sono fatti momentaneamente da parte, concedendosi un paio di tornate di respiro, prima di passare davvero all’attacco. Al settimo passaggio, con Huzarski e Barta ultimi superstiti della fuga al comando, inseguiti dal duo Preidler – Kelderman, avvantaggiatosi al giro precedente, è stato Visconti il primo a muoversi, rispondendo ad un allungo di Cyril Gautier. Le due coppie inseguitrici si sono fuse poco dopo il transito dall’arrivo, prima che il siciliano si involasse da solo all’inseguimento del polacco, ormai solo in testa, con una progressione fin troppo esuberante.

Il ricongiungimento fra i due si è materializzato poco dopo Via Salviati, più o meno nello stesso punto in cui, poco più tardi, sarebbe giunta la prima spallata alle speranze azzurre di successo. Vincenzo Nibali e Luca Paolini, preposto ad attaccare sull’ascesa successiva, sono finiti a terra quasi contemporaneamente, lasciando Bettini orfano del suo uomo di fiducia, costretto al ritiro, e tagliando apparentemente fuori dai giochi il capitano, passato sotto il traguardo con oltre un minuto di distacco dal gruppo, tirato dal Belgio.

Il peso del risultato sembrava ormai gravare sulle spalle dei soli Pozzato e Scarponi (quest’ultimo peraltro caduto a sua volta, sia pur senza conseguenze fisiche e cronometriche); la nona scalata a Fiesole ha però esaltato Nibali, capace di ricucire tutto solo il divario dal drappello dei migliori, benché al prezzo di uno sforzo supplementare e – soprattutto – di un cambiamento tattico forse decisivo. Proprio in quel nono giro, infatti, sarebbe dovuto entrare in azione Michele Scarponi, già brillante nei chilometri precedenti; il fuorigiri appena compiuto dallo Squalo ha però costretto il marchigiano a rimandare di una tornata un’azione che – se portata nei tempi originariamente stabiliti – avrebbe forse riscritto il finale del Mondiale.

L’attacco di Scarponi ha in effetti prodotto la selezione sperata, ed è bastato a quel punto un allungo di Nibali per portar via il quintetto destinato a giocarsi l’oro. La risposta più pronta è venuta da Joaquim Rodriguez, mentre Valverde, Rui Costa e Uran riuscivano a rifarsi sotto solo dopo il rallentamento dei primi due. In vista del decimo ed ultimo scollinamento a Fiesole, Purito ha provato a sua volta, trovando l’opposizione del solo Nibali, a conferma dei valori già intravisti al momento del tentativo del siciliano. In vetta, i due potevano vantare 5’’ di margine su Uran e Rui Costa – non sembrati irresistibili – e Valverde, obbligato a non collaborare.

Una certa titubanza dell’azzurro in discesa, forse dovuta al capitombolo di poco prima, ha però consentito il riavvicinamento dei tre inseguitori, trainati da un Uran tanto caparbio quanto sfortunato: poco prima di agganciare la coppia di testa, il colombiano si è cappottato in uscita da una curva a sinistra, danneggiando fortunatamente più la bicicletta che se stesso, ma abbandonando definitivamente i sogni iridati.

L’episodio sembrava dover giocare a favore di Nibali, ma è stato paradossalmente proprio allora che il messinese ha compiuto l’unico ma gravissimo errore del suo Mondiale: Rodriguez non si è arreso al rientro degli inseguitori, rilanciando in fondo alla discesa; lo Squalo lo ha ignorato, aspettando una coppia in cui Valverde giocava da stopper e Rui Costa non voleva saperne di esporsi al vento. Quando Nibali si è reso conto della situazione tatticamente tremenda creatasi, il danno era ormai fatto: le ultime energie se ne sono andate per ricucire questo e gli altri allunghi di Purito, e a 2 km dal traguardo, quando Rodriguez ha attaccato per l’ennesima volta, non ne erano rimaste abbastanza per chiudere di nuovo.

A dispetto dell’affanno con cui era rimasto aggrappato al treno delle medaglie sul muro di Via Salviati, la forza di lanciarsi in un inseguimento disperato rimaneva invece ancora nelle gambe di Rui Costa, che poteva anche approfittare del patologico passivismo di Valverde. Il murciano, anziché marcare il portoghese, ha preferito tagliare definitivamente fuori un esausto Nibali, restandogli in scia, malgrado l’evidente incapacità dell’azzurro di rispondere.

L’arcobaleno che sembrava ormai già dipinto sulla maglia di Rodriguez è stato così rimesso in discussione da Rui Costa, in grado di rosicchiare metro su metro il margine dello spagnolo, fino a colmarlo del tutto già oltre il triangolo rosso. Il lusitano ha commesso l’errore di passare Purito e cominciare lo sprint dalla prima posizione, esponendosi ad una rimonta che Rodriguez è parso destinato a completare fino ad una ventina di metri dal traguardo. Sul più bello, però, il recupero si è esaurito, stoppato dalle scorie dei mille scatti e, forse, della delusione per un Mondiale vinto e sfumato.

Rui Costa ha così rinnovato – con pieno merito – una tradizione di iridati a sorpresa che pareva venuta meno negli ultimi anni, mentre Valverde conquistava un bronzo quanto mai amaro, frutto dell’ennesima, scellerata gestione ultra-conservativa delle battute conclusive. Solo quarto un Nibali a sua volta carico di rimpianti, dopo una gara in cui ha forse dimostrato le gambe migliori del lotto, per di più dopo aver eliminato i rivali più accreditati (Gilbert, Sagan, Cancellara).

A differenza delle ultime edizioni, in cui la condotta di gara azzurra aveva lasciato parecchio a desiderare e le difficoltà dei tracciati erano state spesso mal valutate, la Nazionale di Bettini esce questa volta a testa alta dalla rassegna iridata, malgrado l’occasione sciupata sia di quelle che rischiano di non ripresentarsi a breve. Al di là di quanto avvenuto all’ultimo giro, in cui poco può essere imputato al C.T., l’Italia era riuscita a mettere il suo leader nelle condizioni migliori per provarci, sia pur con l’handicap degli incidenti del terzultimo giro e della conseguente revisione dei piani.

L’ultima istantanea da Firenze, forse la più forte, rimane quella del podio, dove, di fianco al neo-campione Rui Costa, Joaquim Rodriguez non riusciva a trattenere le lacrime. Non ce ne vogliano i lettori più patriottici se, da appassionati, più che per la mancata medaglia italiana, ci dispiacciamo per il dramma di un campione fermatosi, ancora una volta, ad un’unghia dalla vittoria che vale una carriera.

Matteo Novarini

LA RATTO E’ DI BRONZO NEL TERZO MONDIALE DELLA VOS

settembre 29, 2013 by Redazione  
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Ennesima conferma in terra toscana. Anche nella prova Donne Elite la vincitrice conferma quanto già ottenuto dodici mesi orsono in Danimarca. Seconda piazza per la svedese Johansson, terza per Rossella Ratto, prima italiana medagliata in questi mondiali fiorentini

Foto copertina: secondo mondiale consecutivo (terzo in carriera dopo Salisburgo 2006) per Marianna Vos (foto Bettini)

Marianne Voss, la regina del ciclismo mondiale, ha messo tutte alle spalle e si è guadagnata l’onore e l’onere di indossare anche per la stagione prossima ventura la maglia iridata, che aveva conquistato lo scorso anno a Valkenburg e che aveva vestito anche nel 2007. La prova odierna si è svolta secondo copione e, dopo una prima parte tranquilla, il terzo passaggio verso Fiesole ha solleticato le ambizioni di molte, con le azzurre in primo piano quando Francesca Cauz e Susanna Zorzi allungano e frazionano il plotone, dando fuoco alle polveri.
Il successivo strappo di Via Salviati ha invece ispirato ma senza successo l’olandese Brand e l’azzurra Ratto. Nel penultimo giro il passaggio verso Fiesole ha cominciato a delinearsi la fisionomia di come, da li a seguire, si sarebbe svolta la gara. Una serie di scatti e controscatti hanno portato un gruppo di 8 ad avvantaggiarsi: le olandesi Vos e Van Der Breggen, le italiane Guderzo, Longo Borghini e Ratto, la svedese Johansson, la statunitense Stevens e l’australiana Cromwell, raggiunte all’inizio dell’ultimo giro dalla tedesca Hausler, dalla russa Antoshina e dalla neozelandese Villumsen.
Le undici al comando affrontano l’ultima salita di Fiesole con il coltello tra i denti scollinado in 5 (Vos, Van Der Breggen, Johansson, Ratto e Stevens), raggiunte successivamente da Villumsen, Longo Borghini e Guderzo.
Con una situazione come questa i possibili scenari sono illimitati, il muro di Via Salviati rimane l’ultima possibilità per giocarsi le proprie carte ed evitare la roulette della volata. Infatti, sarà proprio l’ultima ascesa a tracciare le giuste gerarchie. Ad ulteriore prova della sua classe, la Vos affonda il colpo e si invola potente e regale verso il successo iridato, mentre le ultime a cedere con l’onore delle armi sono state la Ratto e la Johansson scollinando con 5”. Troppo il distacco per colmare il gap e così akle due inseguitrici non è rimasto altro che giocarsi le piazze d’onore con l’italiana costretta alla terza piazza. con la piccola soddisfazione sia per l’italiana che per la norvegese di aver conquistato la prima medaglia in questa edizione per la propria nazione.
Il terzo posto della Ratto corona comunque un gran lavoro portato avanti dalle azzurre, lavoro riconosciuto anche dalla stessa Vos “Vincere il secondo Mondiale di fila è stato molto difficile, più di quello dell’anno scorso, anche perché la nazionale italiana ha reso molto dura la corsa. All’inizio dell’ultimo giro avevo già in mente di attaccare in via Salviati e non a Fiesole, e così ho fatto. Ci tenevo molto a non perdere la maglia arcobaleno con cui ho corso per tutta la stagione e l’aiuto di Anna Van Der Breggen è stato fondamentale”. La forza della squadra azzurra è stata confermarta anche dalla Johansson: “Lo scatto di Marianne è stato particolarmente secco, irresistibile per me e Rossella. Abbiamo provato a riprenderla negli ultimi chilometri, ma lei è andata fortissimo. E’ stata dura trovarmi nel finale fra due squadre compatte come quella italiana e quella olandese, ma mente e gambe oggi hanno lavorato bene”.
Pure dalle parole soddisfatte di Rossella Ratto si evince la saldezza del gruppo Italia e le capacità strategica delle nostre atlete di leggere la corsa: “All’inizio dell’ultimo giro io e le altre azzurre in fuga abbiamo deciso che sarei stata a ruota di Marianne Vos fino alla fine e che le altre avrebbero attaccato prima. Ci tenevo a fare bene perché c’erano, ovviamente, tanti tifosi italiani qui e correre un Mondiale in un contesto da favola come Firenze non accade tutti i giorni: salire sul podio è un sogno realizzato”.

Mario Prato

VAN DER POEL E’ IL NUOVO CAMPIONE DEL MONDO JUNIOR

settembre 29, 2013 by Redazione  
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Si è deciso con un arrivo in solitaria anche la prova junior del campionato del mondo di Firenze. A vincere l’olandese Mathieu Van Der Poel, davanti Pedersen (DAN) e Nika (ALB).

Foto copertina: l’attacco vincente di Van der Poel (foto Bettini)

Parte pochi metri dopo il via da Montecatini Terme la fuga di giornata, composta dal norvegese Sylta, il bielorusso Zhyhunou, l’argentino Crisafulli e il ceco Schlegel, sui quali poi si portano lo sloveno Kumar, il francese Riviere, il danese Jeppesen, il belga Allegaert, l’olandese De Jong, lo statunitense Mostov, gli italiani Andreoletti e Lizde, il tedesco Konig, il colombiano Martinez e l’australiano Fitter. La fuga tocca un vantaggio massimo di 5 minuti, ma a poche tornate dal termine avviene il riassorbimento da parte del gruppo. Partono così sullo strappo di Via Salviati il francese Bonnamour e l’olandese Van Der Poel, che negli ultimi metri di salita si lascia alle spalle il transalpino. Sarà una passerella per Van Der Poel che transita sul traguardo con la bandiera olandese al vento, mentre dietro viene lanciata la volata per le rimanenti due medaglie, regolata da Pedersen (vincitore quest’anno della Roubaix junior) sul’albanese Nika, che regala così la prima medaglia in assoluto in una competizione mondiale per la sua nazione. Quinta piazza per Lorenzo Rota, primo fra gli italiani.

Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7

28-09-2013

settembre 29, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA DONNE

L’olandese Marianne Vos (Rabo Women Cycling Team) si è imposta nella gara su strada donne, Montecatini Terme – Firenze, percorrendo 140 Km in 3h44′00″, alla media di 37,500 Km/h. Ha preceduto di 15″ la svedese Johansson e l’italiana Rossella Ratto (Hitec Products UCK)

TOUR DU GÉVAUDAN LANGUEDOC-ROUSSILLON

Il francese Yohan Bagot (Cofidis, Solutions Crédits) è imposto nella prima tappa, Chanac – Mont-Aigoual, percorrendo 157 Km in 4h24′18″, alla media di 35,641 Km/h. Ha preceduto di 5″ il connazionale Rossetto e di 1′10″ il connazionale Koretzky. Unico italano in gara Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon), 100° a 49′44″. Bagot è il primo leader della classifica, con 9″ su Rossetto e 1′16″ su Koretzky. Buttò 100° a 49′54″

TOUR OF CHINA II

Il tedesco Daniel Klemme (Leopard Trek Continental Team) si è imposto nella quinta tappa, Wuhan Jiangxia – Wuhan Caidian, percorrendo 133,8 Km in 2h52′23″, alla media di 46,570 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Rogers e il malesiano Salleh. Miglior italiano Angelo Furlan (Christina Watches – Onfone), 4°. Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) è ancora leader della classifica con 10″ su Klemme e 24″ sullo spagnolo Iparragirre Azpiazu. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo), 4° a 25″

FENOMENO MOHORIC, MALE ITALIA

settembre 28, 2013 by Redazione  
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Altra giornata a vuoto per i colori azzurri ai mondiali di ‘casa’, che non vanno oltre il sesto posto, colto da Villella. All’opposto una gradiosa prestazione per Matej Mohoric, vincitore del mondiale Juniores un anno fa e vincitore tra gli Under23 oggi.

Foto copertins: Mohoric bissa il successo tra gli junior di Valkenburg (foto Bettini)

Andando con ordine dobbiamo citare i diversi tentativi di fuga andati in scena fin dai primissimi chilometri. I primi ad uscire dal gruppo sono Raim e Bostner, raggiunti poco dopo da Tesfom, Sipos, Shumov, e Flaksis che hanno raggiunto il circuito fiorentino con circa quattro minuti, prima di iniziare a perdere terreno nei confronti di un gruppo sempre più nervoso.
La corsa si è poi accesa definitivamente quando dal gruppo è evaso Gougeard, seguito a ruota da Mikelj che si sono riportati sulla testa della corsa, azione però molto breve nata e morta a tre giri dalla fine a causa del successivo attacco di Chevrier e Mannion che hanno, di fatto, riportato il gruppo sui primi. E’ nuovamente un francese ad innescare la scintilla, poichè Flavien Dassonville non ha lasciato nemmeno il tempo di ragionare al plotone dopo essersi ricompattato che si era già alzato sui pedali portandosi dietro Van Baarle, Sutterlin e Ludvigsson. Circa un giro dopo, quando ne mancava poco più di uno alla conclusione, un altro transalpino, Alaphilippe, ha lasciato il gruppo raggiungendo e saltando il drappello al comando mentre dietro, in vista dell’ultimo giro, cominciavano a farsi vedere i big: Mohoric con un’azione spettacolare è andato a riprendere il fuggitivo mentre dietro si vede un’Italia molto attiva all’inseguimento grazie a Zordan e Formolo.
Al termine del lavoro degli azzurri i fuggitivi hanno ancora pochi secondi da recuperare, ma allo stesso modo le energie del nostro Villella si esauriscono con un timido attacco che, di fatto, favorisce il sudafricano Mentjens. Questi raggiunge Alaphilippe, anche lui con la spia della riserva accesa, e si invola verso un ottimo secondo posto.
Da qui in poi l’azione di Mohoric si rivela un capolavoro, perchè lo sloveno riesce a gestire le energie al millesimo sfruttando al meglio i dieci secondi rimastigli a pochi chilometri dal traguardo.
Con le prime posizioni bloccate, dal gruppo si è provato in qualche modo a rimediare per salire sul podio, ma le poche energie rimaste a causa dei continui scatti hanno permesso a Enger di cogliere l’ultimo gradino utile, con Ewan e Skujins a chiudere la top five dalla quale escono i colori azzurri piazzando il primo uomo, Villella, in sesta piazza.
Giornate dure per la spedizione tricolore che non ha ancora visto una medaglia e con le ultime speranze riposte sulle spalle di uomini e donne elitè!

Andrea Mastrangelo

LA DIDERIKSEN SI VESTE D’IRIDE

settembre 28, 2013 by Redazione  
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Va ad Amalia Dideriksen il primo oro conquistato nell’atteso circuito di Fiesole inaugurato questa mattina, nella gara riservata alle donne Junior. Dietro di lei seconda piazza per Iakovenko (RUS) e Demydova (UKR).

Foto copertina: la Dideriksen passerà presto dal bianco-rosso danese alla tinta iridata (foto Bettini)

La corsa, svolta nel primo mattino e completamente sviluppata lungo l’attesissimo circuito di Fiesole (da Firenze zona Stadio-viale Paoli a Fiesole e rientro), parte subito spumeggiante, con una fuga di big già nelle prime battute, che poi si rivelerà quella vincente. Il gruppetto è formato da 4 atlete, Amalie Dideriksen (Danimarca), Anastasiia Iakovenko (Russia), Olena Demidova (Ucraina) e Jessenia Meneses Gonzales (Colombia), altra favorita dai pronostici ma sfortunata in corsa, costretta a perdere contatto dal treno giusto a causa di un problema meccanico nei pressi dello scollinamento dello strappo di Via Salviati, all’ultima tornata. Il gruppo non è mai stato in grado di riacciuffare le battistrada, che si sono giocato così l’iride in volata: la danese Amalie Dideriksen è la più veloce, davanti alla russa Iakovenko e all’ucraina Demidova. Italiane mai in gara, miglior piazzamento il 23esimo posto di Ilaria Bonomi.

Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7

27-09-2013

settembre 28, 2013 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA U23

Lo sloveno Matej Mohoric (Sava) si è imposto nella gara su strada U23, Montecatini Terme – Firenze, percorrendo 173,2 Km in 4h20′18″, alla media di 39,923 Km/h. Ha preceduto di 3″ il sudafricano Meintjes e di 13″ il norvegese Enger. Miglior italiano Davide Villella (Cannondale), 6° a 13″.

CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA DONNE JUNIOR

La danese Amalie Dideriksen si è imposta nella gara su strada donne junior, circuito di Firenze, percorrendo 82,9 Km in 2h32′23″, alla media di 32,641 Km/h. Ha preceduto allo sprint la russa Iakovenko e di 3″ l’ucraina Demydova. Miglior italiana Ilaria Bonomi (Eurotarget TX Active Still Bike), 23° a 39″

TOUR OF CHINA II

Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto anche nella quarta tappa, Zaoyang – Wuhan Caidian, percorrendo 207,3 Km in 4h38′00″, alla media di 44,741 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Giraud e lo spagnolo Pacheco Torres. Miglior italiano Angelo Furlan (Christina Watches – Onfone), 5°. Kankovsky è ancora leader della classifica con 22″ sul tedesco Klemme e 24″ sullo spagnolo Iparragirre Azpiazu. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo), 4° a 25″

26-09-2013

settembre 27, 2013 by Redazione  
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TOUR OF CHINA II

Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto anche nella terza tappa, Xiangyang Laohekou – Xiangyang Gucheng, percorrendo 132,8 Km in 2h46′43″, alla media di 47,793 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Giraud e il malesiano Manan. Miglior italiano Angelo Furlan (Christina Watches – Onfone), 5°. Kankovsky è il nuovo leader della classifica con 12″ sul tedesco Klemme e 14″ sullo spagnolo Iparragirre Azpiazu. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo), 4° a 15″

MARTIN STELLARE, WIGGINS E CANCELLARA SI INCHINANO

settembre 26, 2013 by Redazione  
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Ci si aspettava una lotta serrata tra i tre fuoriclasse del tic tac ma il 28enne di Cottbus conquista di prepotenza il suo terzo titolo iridato consecutivo a cronometro infliggendo lungo i 57,9 km che da Montecatini Terme portavano a Firenze 46” al britannico, venuto fuori alla distanza dopo un avvio non esaltate, e 48” all’elvetico che, al contrario, è partito alla grande ma si è spento strada facendo fino a essere superato nel finale dal campione olimpico. Ai piedi del podio Vasil Kiryienka e Taylor Phinney, entrambi medagliati a Valkenburg, che precedono la rivelazione Rasmus Quaade e i nostri Marco Pinotti ed Adriano Malori, autori di una buona prova anche se il loro distacco da Martin ha sfiorato i 3 minuti.

Foto copertina: Tony Martin esulta sul traguardo di Firenze (foto Bettini)

La gara a cronometro riservata alla categoria elite si è disputata su di un percorso di 57,9 km, lo stesso della cronosquadre e in assoluto quello dal chilometraggio più elevato nella storia delle prove contro il tempo iridato, quasi interamente pianeggiante (se si eccettua la salitella di Serravalle Pistoiese, posta dopo 7,3 km dalla partenza di Montecatini) e caratterizzato in gran parte da lunghi rettilinei prima della serie di curve finali nel centro storico di Firenze. Un tracciato dunque ideale per gli specialisti tra i quali spiccavano i nomi del tedesco Tony Martin, che si è aggiudicato le ultime due edizioni di Copenhagen e Valkenburg e ha dominato quasi tutte le crono che ha disputato in stagione, dell’elvetico Fabian Cancellara, già campione olimpico a Pechino, quattro volte iridato e reduce dal successo di Tarazona alla Vuelta davanti al tedesco, e della medaglia d’oro di Londra Bradley Wiggins, che dopo la delusione di un Giro d’Italia che lo ha visto costretto al ritiro ha preparato con cura questo appuntamento aggiudicandosi in tempi recenti le prove contro il tempo dei giri di Polonia e Gran Bretagna.
Tuttavia quella che sarebbe dovuta essere una sfida sul filo dei secondi tra i tre fuoriclasse del tic tac si è trasformata in un dominio del tedesco di Cottbus, che in cima a Serravalle Pistoiese ha fatto segnare il secondo tempo a 1” da Cancellara ma, una volta trovato il terreno ideale per le sue caratteristiche, ha fatto il vuoto dietro di sè conquistando il suo terzo titolo mondiale consecutivo e il quinto se si considerano i due delle cronometro a squadre in cui è stato determinante per i successi dell’Omega-QuickStep. E’ stata una grande prova di forza quella del tedesco, che ha riaffermato la sua leadership attuale in una specialità che era stata messa in discussione da Wiggins nel 2012 e da Cancellara alla Vuelta e vale la pena sottolineare tra l’altro come, anche se va detto che le condizioni del vento erano più favorevoli, Martin abbia fatto segnare un tempo di 1h05′36” alla media di 52,9 km/h che gli sarebbe valso il 6° posto nella prova di domenica alle spalle delle sole Omega-QuickStep, Orica-GreenEdge, Team Sky, Bmc e RadioShack. La vera lotta è stata dunque quella della medaglia d’argento e, analogamente a quanto era avvenuto nel 2011 a Copenhagen, a spuntarla è stato Wiggins che si è reso protagonista di un avvio decisamente prudente e al km 24,5 accusava 37” di ritardo da Martin e 24” da Cancellara ma nella seconda parte di gara ha tenuto un ritmo vicinissimo a quello del tedesco ed è risalito fino al 2° posto con un distacco di 46”, mentre l’elvetico ha fatto la differenza nel tratto iniziale in salita, indice comunque di una grande condizione in vista della prova in linea che rappresenta il suo vero obiettivo. In seguito, però, Cancellara è progressivamente calato e ha dovuto accontentarsi del bronzo, che comunque è la sua settima medaglia consecutiva in altrettanti campionati del mondo a cronometro cui ha partecipato, chiudendo a 48” dal miglior tempo e a 2” da quello di Wiggins.
Tutti gli altri hanno chiuso con distacchi pesanti e non hanno mai dato l’impressione di potersi inserire nella lotta per le medaglie ad eccezione di Vasil Kiryienka, che ha dimostrato che quello di un anno fa a Valkenburg, quando aveva chiuso sul gradino più basso del podio, non era stato un exploit isolato: il bielorusso è andato fortissimo nel tratto tra i 7,3 e i 24,5 km portandosi in terza posizione provvisoria ma strada facendo nulla ha potuto di fronte al ritorno di Wiggins, chiudendo 4° a 1′26”. Invece Taylor Phinney, autore di una prova strepitosa un anno fa in cui per soli 5” era stato battuto da Martin, questa volta – malgrado il tracciato fosse più adatto alle sue caratteristiche – non è andato oltre un comunque onorevole 5° posto a 2′08”. Alle spalle dello statunitense si sono piazzati la rivelazione di giornata Rasmus Quaade, neoprofessionista danese che può vantare nel suo palmares una medaglia d’argento a Copenhagen nella categoria Under 23, che malgrado una foratura intorno a metà percorso ha chiuso 6° a 2′36” davanti ai due azzurri in gara, Marco Pinotti e Adriano Malori, autori entrambi di una prestazione in crescendo dopo una partenza controllata che li ha portati rispettivamente al 7° e all’8° posto con distacchi di 2′41” e di 2′51”. In particolare il 37enne bergamasco, cui una caduta un anno fa a Valkenburg gli aveva impedito di conquistare con ogni probabilità la medaglia di bronzo, può essere molto soddisfatto in virtù del fatto che predilige percorsi più impegnativi e che è arrivato a Firenze con una condizione non certo ideale dopo il recente malanno che lo ha costretto ad abbandonare la Vuelta. Dal canto suo, il 25enne di Traversetolo, che ha comunque migliorato il 10° posto ottenuto in Olanda, può recriminare per uno stato di forma non paragonabile a quello che in primavera lo aveva portato nelle varie crono disputate a essere secondo al solo Martin, anche se va detto che una medaglia per lui sarebbe stata comunque irraggiungibile. Hanno chiuso la top ten il veterano svedese Gustav Larsson, 9° a 2′58”, e l’altro bielorusso Konstantin Siutsou, 10° a 2′59” e autore di una prova al di sopra delle aspettative. Convincenti anche le prestazioni del giovane australiano Rohan Dennis – 12° a 3′09” e giunto davanti al deludente compatriota Richie Porte (17° a 3′22”), anche se entrambi hanno perso terreno alla distanza dopo un buon avvio – e dell’irlandese Nicholas Roche che con il suo 13° posto a 3′13” ha confermato di essere cresciuto moltissimo in stagione nelle prove contro il tempo e di essere un pericoloso outsider per quanto riguarda la prova in linea al pari del connazionale e cugino Daniel Martin. Da dimenticare, invece, le prove del francese Sylvain Chavanel (dopo aver fatto segnare il terzo tempo al km 7,3, è letteralmente naufragato fino a chiudere 22° a 3′48”), dello spagnolo Luis León Sánchez (35° a 5′04”), dello statunitense Andrew Talansky (46° a 6′05”) e dell’oggetto misterioso di questo 2013 Thomas De Gendt addirittura 49° a 6′25”. Dopo una giornata di pausa la rassegna iridata di Firenze riprenderà venerdì 27 settembre con le prove in linea riservata alle categorie junior femminile e under 23 maschile.

Marco Salonna

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