NIZZA VS TIRRENO, IL PARALLELO CHE FA PRIMAVERA

marzo 4, 2016 by Redazione  
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La Sanremo è alle porte e in vista di quest’appuntamento il calendario propone due gettonate palestre d’avvicinamento alla prima grande classica della stagione, la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico. Come sta avvenendo da alcuni anni a questa parte, sarà la corsa italiana a proporre i tracciati più vari e avvincenti, più impegnativi di quelli della corsa francese e che, nonostante una maggior difficoltà, hanno attirato al via fior di campioni. Anche la gara transalpina proporrà un itinerario stimolante ma forse non è un caso che, negli anni più recenti, il nome del vincitore della Sanremo sia stato molto spesso quello di un corridore iscritto alla starting list della Tirreno.

Il 21 marzo è il primo giorno di primavera, ma gli appassionati di ciclismo tendono a considerare come tale il 19, data fissa della Milano-Sanremo dal 1937 al 1977, quando l’UCI chiese all’organizzazione di spostarla al sabato più vicino che, quest’anno, cadrà proprio il giorno di San Giuseppe. E così, sono da sempre considerate come le prime avvisaglie della bella stagione anche le tradizionali corse d’avvicinamento alla “classicissima”, la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza, con quest’ultima nota anche con il soprannome di “corsa verso il sole” per il suo traghettare il gruppo dai rigori ancora invernali delle lande parigine ai primi tepori del Mediterrano. Leggermente sfalsate in calendario, sono gare che procedono in parallelo e in rivalità, cercando con i loro tracciati di accaparrarsi il miglior “parterre de roi”, sfida che in questi ultimi anni ha sempre visto uscire vincente la corsa italiana, nonostante la scelta – apparentemente controproducente – di proporre percorsi decisamente impegnativi per la stagione, facendo della Tirreno-Adriatico una sorta di Giro d’Italia concentrato in sette giorni, nei quali s’incontrano tappe per tutti i gusti, dalla cronometro individuale a quella a squadre, dalla tappa d’alta montagna a quella di collina passando per le facili frazioni destinate ai velocisti. Al contrario, in questi ultimi anni s’è vista in Francia una scelta diametralmente opposta, che ha portato a un progressivo impoverimento del tracciato, pensando che una maggior facilità del percorso avrebbe potuto maggiormente attrarre i grandi nomi, anche alla luce del fatto che il tracciato dell’imminente Sanremo è uno dei più facili nel panorama delle grandi classiche. Invece non è stato così e, oltre al prestigio delle più recenti starting list, lo testimonia anche il fatto che negli ultimi anni il vincitore della Sanremo è stato spesso un corridore uscito dalla corsa italiana.
Vi proporremo ora l’esame in parallelo delle due competizioni, ricordandovi che non saranno esattamente concomitanti perché la Parigi-Nizza scatterà domenica 6 marzo mentre la Tirreno-Adriatico prenderà il via il mercoledì successivo e durerà un giorno in meno.

P.N. (6 marzo) – PROLOGO: CONFLANS-SAINTE-HONORINE (6,1 Km)
T.A. (9 marzo) – 1a TAPPA: LIDO DI CAMAIORE (22,7 Km – cronometro a squadre)

Stile identico ma modalità differenti per l’atto d’apertura delle due corse a tappe, che entrambe prenderanno le mosse con una frazione a cronometro. Per la Parigi-Nizza si tratterà di un tradizionale cronoprologo, disegnato quest’anno sulle strade di Conflans-Sainte-Honorine, centro del dipartimento degli Yvelines situato una ventina di chilometri a nord-ovest della capitale francese, dalla quale la corsa è scattata l’ultima volta nel 2000. In programma 6 Km abbastanza veloci, i primi due pianeggianti lungo il corso della Senna e i restanti caratterizzati da un lievissimo falsopiano ascendente. In Italia, invece, la 51a edizione della Tirreno-Adriatico recupererà la cronometro a squadre che era stata già programmata lo scorso anno e che all’ultimo momento era stata ridotta a un breve prologo sulle strade di Lido di Camaiore a causa della bufera che aveva colpito la Versilia nelle ore precedenti. Il tracciato, totalmente pianeggiante, si snoderà prevalentente sulla strada litoranea verso Forte dei Marmi, all’altezza della quale inizierà l’itinerario di ritorno verso Lido di Camaiore dopo aver affrontato le uniche quattro curve previste, premessa di una delle cronosquadre più veloci della storia.

P.N. (7 marzo) – 1a TAPPA: CONDÉ-SUR-VESGRE – VENDÔME (198 Km)
T.A. (10 marzo) – 2a TAPPA: LIDO DI CAMAIORE – POMARANCE (207 Km)

Fino allo scorso anno la prima frazione in linea – sia alla Nizza, sia alla Tirreno – era destinata ai velocisti ma stavolta non sarà affatto così, in nessuna delle due corse, perché in entrambi i casi s’è deciso di proporre una tappa dal finale interessante, in particolar modo in Francia dove le insidie dei chilometri conclusivi metteranno sull’attenti anche gli uomini di classifica. Altimetricamente la tappa che terminerà a Vendôme è di quelle che non fanno paura nemmeno ai velocisti puri, quelli che sono messi in croce anche dai cavalcavia, ma quel che il grafico non può ovviamente evidenziare è la presenza nel finale di 4 tratti di strada sterrata per complessivi 4,2 Km. Il primo è il Chemin de Tourteline, 1350 metri di strada bianca perfettamente pianeggiante ai quali seguiranno, qualche chilometro più avanti, i 750 metri del Chemin du Tertre de la Motte, più impegnativi per la presenza di un tratto in salita al culmine del quale sarà collocato il primo traguardo GPM di questa edizione. Transitati dal traguardo, si dovrà quindi percorrere un circuito di 14 Km, andando a ritrovare i tratti di strada bianca affrontati in precedenza, uscendo dal Tertre de la Motte quando mancheranno appena 3 chilometri e mezzo all’arrivo e, dunque, non ci sarà praticamente spazio per recuperare.
Niente sterrati alla Tirreno, dove si disputerà la prima delle due frazioni favorevoli ai cosiddetti “finisseur”, chiamati alla ribalta dalle ondulazioni delle Colline Metallifere, teatro degli ultimi 70 Km di gara, e soprattutto dallo strappo di circa 1 Km al 7,1%, con un picco massimo del 18%, sul quale si scollinerà a 2,8 Km dal traguardo di Pomarance, dove si giungerà al termine di un tratto finale vallonato, con la linea d’arrivo collocata in cima a un ripido zampelotto di 100 metri al 7,8%. In entrambe le corse, a movimentare la tappa prima dell’arrivo nelle fasi calde ci penseranno i traguardi volanti ad abbuoni, previsti nel numero di due in ciascuna frazione, anche nelle altre giornate.

P.N. (8 marzo) – 2a TAPPA: CONTRES – COMMENTRY (213,5 Km)
T.A. (11 marzo) –3a TAPPA: CASTELNUOVO VAL DI CECINA – MONTALTO DI CASTRO (176 Km)

È il giorno delle prime occasioni per i velocisti – protagonisti del terzo giorno di gara sia in Francia, sia in Italia – offerte loro su percorsi totalmente differenti. La tappa della Parigi-Nizza sarà di facilissima gestione per le loro squadre, prevalentemente pianeggiante, a parte qualche morbidissimo saliscendi, e caratterizzata da un anello finale di 17 Km che permetterà di loro di studiare il rettilineo d’arrivo, un pelino insidioso perché il chilometro conclusivo sarà in dolce falsopiano e i corridori vedranno lo striscione solo a 150 metri dal traguardo. Più complicato sarà il lavoro delle formazioni degli sprinter in gara alla Tirreno perché di strada a loro agevole se ne incontrerà solo negli ultimi 35 Km, tracciati in dolce discesa dopo che, fin lì, la tappa sarà stata caratterizzata da due fasi collinose, la prima in partenza e la seconda a ridosso del finale, nel corso della quale si dovranno affrontare le ascese, comunque pedalabili, di Scansano e Manciano. E non è ancora finita, perché gli ultimi 750 metri saranno nuovamente all’insù, in maniera un poco più decisa rispetto al finale di Commentry, dovendosi superare in quell’ultimo tratto un dislivello di 26 metri, pari a una pendenza media del 3,5%.

P.N. (9 marzo) – 3a TAPPA: CUSSET – MONT BROUILLY (168 Km)
T.A. (12 marzo) –4a TAPPA: MONTALTO DI CASTRO – FOLIGNO (222 Km)

Anche al quarto giorno di corsa le due gare coincideranno perfettamente nelle intenzioni degli organizzatori, che saranno quelle di servire ai finisseur due succulenti traguardi alla loro portata. I corridori dotati di “sparata” saranno particolarmente favoriti nella terza frazione della corsa francese, primo dei due arrivi in salita, previsto in vetta al Mont Brouilly che, a dispetto del nome, è una collina della regione storica del Beaujolais, alta poco meno di 500 metri ma dotata d’inclinazioni che certamente faranno venire loro l’acquolina in bocca. Negli ultimi 3000 metri, infatti, s’incontranno pendenze progressivamente aumentanti, dell’ordine del 6,1% nel primo chilometro e poi del 7,9% e del 9,3% nei due successivi. Non sarà l’unica difficoltà di una gara che, dall’80° chilometro, si farà altimetricamente intricata e, pur proponendo ascese abbastanza brevi, concentrerà nella fase finale 6 Gran Premi della Montagna e la doppia scalata al Mont Brouilly, inserita in un anello conclusivo di 32 Km.
Un circuito caratterizzerà anche il finale della tappa della Tirreno-Adriatico, che si concluderà a Foligno per celebrare il 50° compleanno della “Corsa dei due mari”, la cui prima tappa si corse l’11 marzo del 1966 tra Roma e la città umbra, dove s’impose l’elvetico Rolf Maurer. Rispetto alla tappa della Parigi-Nizza, il tracciato sarà più aperto perché il traguardo sarà collocato in pianura, 15 Km dopo lo scollinamento dell’ultima delle due salite che s’incontreranno nell’anello finale di 50 Km e che è proprio la più adatta ai finisseur: si tratta dell’ascesa verso il borgo di Montefalco, che dovrà essere affrontata anche subito prima nell’ingresso nel circuito e che presenta una pendenza media del 6,6% distribuita su 3,3 Km e un tratto a inizio ascesa di 1300 metri al 9,9%, una sorta di muro dotato di un picco del 18%.

P.N. (10 marzo) – 4a TAPPA: JULIÉNAS – ROMANS-SUR-ISÈRE (195.5 Km)
T.A. (13 marzo) –5a TAPPA: FOLIGNO – MONTE SAN VICINO (Matelica) (176 Km)

Il perfetto parallelo è terminato e non soltanto perché il 13 marzo, mentre in Italia si correrà la tappa regina della Tirreno, a quasi 800 Km di distanza si disputerà la frazione conclusione della Parigi-Nizza. Finora le due corse avevano seguito praticamente lo stesso binario, proponedo sempre scenari di gara simili, ma da questo punto in poi i percorsi si scosteranno nettamente, imboccando direzione tecniche esattamente opposte. Così in Francia al quinto giorno sarà in programma la seconda e ultima tappa che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti, lunga poco meno di 200 Km e tratteggiata da morbidi saliscendi che culmineranno nell’ascesa di 2a categoria alla Côte de Saint-Uze (2,8 Km al 6,5%), collocata a 33 Km dal traguardo e in realtà “sopravvalutata” perché a tutte le salite delle corse minori di ASO è attribuita una classificazione “gonfiata” di un grado rispetto al Tour, dove ascese come quella di Saint-Uze sono normalmente considerate di 3a categoria.
Invece, alla Tirreno-Adriatico sarà il giorno dell’annuale tappa di montagna, che quest’anno vedrà il debutto assoluto del Monte San Vicino, finora mai “violato” da nessuna competizione ciclistica. A dire il vero, l’ascesa al monte marchigiano era già stata inserita sul percorso nella scorsa edizione, ma poche settimane prima della partenza della corsa Mauro Vegni decise di toglierla dal tracciato della frazione di Castelraimondo e, dunque, saranno una novità i 10 Km al 7,8% che si dovranno percorrere per arrivare sino a 1208 metri di quota, nel luogo dove sarà steso lo striscione d’arrivo. Si tratta di pendenze importanti per la stagione, leggermente più elevate di quelle del Terminillo che, dodici mesi fa, accolse sotto la neve l’arrivo della frazione più impegnativa della “Corsa dei due mari”. È molto probabile che i big attendano quegli ultimi 10000metri per piazzare i loro attacchi, anche se il tracciato proporrà altre sensibili difficoltà altimetriche che non sono vicinissime al finale, ma che comunque potrebbero rimanere nelle gambe al momento d’affrontare il San Vicino: nell’ordine si dovranno superare il pedalabile Passo del Soglio in partenza da Foligno, poi i 6,2 Km al 7,2% dell’ascesa alla stazione invernale di Frontignano, “Cima Coppi” della Tirreno-Adriatico 2016 a 1210 metri d’altezza, quindi la salita al Rifugio delle Arette (5,1 Km al 6,5%) a metà tappa e, una quarantina di chilometri prima dell’attacco del San Vicino, anche i 6,1 al 5,8% verso il Valico di Montelago.

P.N. (11 marzo) – 5a TAPPA: SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – SALON-DE-PROVENCE (198 Km)
T.A. (14 marzo) –6a TAPPA: CASTELRAIMONDO – CEPAGATTI (210 Km)

Apparente inversione di ruoli alle due corse rispetto alla precedente giornata di gara e, se alla Tirreno torneranno in scena gli sprinter, alla Parigi-Nizza scoccherà l’ora delle montagne con il Mont Ventoux. In realtà, il nome che campeggia sull’altimetria della frazione di Salon-de-Provence è più fumo che arrosto perché del “Gigante della Provenza” saranno affrontati solo i primi 9,5 km, fino alla località di Chalet Reynard, e – pur essendo questi decisamente ripidi (media del 9,3%) – quel che più importa è che saranno inseriti nel tracciato a 71 Km dalla partenza e a ben 127 dall’arrivo. Tanti, troppi e quasi sicuramente nessun uomo di classifica sarà così pazzo da provarci così lontano dal traguardo. Al massimo ci sarà solo selezione naturale e perderanno terreno quei big che si troveranno in giornata no, mentre questa sarà un’occasione d’oro per dare il via a una fuga, con qualche speranza che vada in porto. Se il tentativo naufragasse e non si verificassero grosse accelerazioni sul Ventoux c’è anche la possibilità che a imporsi sia un velocista potente, in grado di resistere anche alle colline che spezzeranno la pianura dopo il Ventoux e che termineranno definitivamente a 28 Km dal traguardo, altro dato che depone a favore di questa soluzione. Sarebbe, per fare due esempi, un percorso che potrebbe esaltare le doti di due corridori che, però, non saranno al via della Parigi-Nizza, come il tedesco Degenkolb – ancora convalescente dopo il grave infortunio in allenamento dello scorso mese di gennaio – e lo slovacco Sagan, che prenderà parte alla Tirreno e proprio il traguardo della tappa di Cepagatti sembra essere tra quelli alla sua portata. Anche questo percorso, infatti, pur essendo pensato per i velocisti non spalancherà a tutti gli sprinter del lotto le sue porte, nonostante un’altimetria prevalemente pianeggiante che si animerà nel circuito finale, lo stesso del Criterium d’Abruzzo, corsa professionistica disputata per 17 edizioni tra il 1988 e il 2004. Percorrendo l’anello di 11,4 Km che caratterizzerà il finale, da ripetere due volte, si dovrà affrontare la dolce ascesa verso la località d’arrivo, nelle inclinazioni paragonabile a quella morbida di Montalto di Castro che, però, era lunga appena 750 metri, mentre questa misurerà quasi 5 Km e riserverà una repentina svolta a sinistra a 200 metri dall’arrivo, che pure potrebbe rivelarsi determinante per l’ordine d’arrivo.

P.N. (12 marzo) – 6a TAPPA: NIZZA – LA MADONE D’UTELLE (177 Km)
T.A. (15 marzo) –7a TAPPA: SAN BENEDETTO DEL TRONTO (cronometro individuale – 10,1 Km)

Il parallelo è terminato. Al settimo giorno di gara terminerà l’avventura della 51a Tirreno-Adriatico mentre la “Course au soleil” avrà ancora davanti due giornate di competizione, quelle che decideranno le sorti della corsa francese che, finora, non aveva ancora affrontato percorsi realmente selettivi, sterrato a parte e senza contare il Ventoux in “castigo”, messo in un angolo nella precedente frazione. È il giorno del “tappone”, che si concluderà in salita al santuario della Madone d’Utelle, al termine di un tracciato che non è paragonabile sul piano delle pendenze a quello del Monte San Vicino ma che, rispetto a questo, è molto più intenso poiché praticamente non si smetterà mai di salire e scendere, con pochi intervalli tra le sette salite previste, la più ripida delle quali è la Côte de Duranus, 1600 metri all’8,4% che s’inconteranno immediatamente prima di approcciare l’ascesa finale, più lunga del San Vicino (15,3 Km), ma meno pendente (5,7%), con le massime inclinazioni concentrate nei 300 metri conclusivi che “strappano” improvvise al 10,3%. Sarà con tutta probabilità la frazione decisiva, anche se qualche chanches di ribaltarne i verdetti saranno offerte dalla conclusiva tappa di Nizza. Tutto dipenderà dalla situazione in uscita dalla frazione della Madone d’Utelle e lo stesso discorso vale anche per la Tirreno-Adriatico perché se la tappa disputata 48 ore prima non avrà chiuso i giochi in classifica ecco che la cronometro di San Benedetto del Tronto si rivelerà determinante, com’era successo nell’edizione del 2012 quando Vincenzo Nibali s’impose nella sua prima “Corsa dei due mari” disarcionando all’ultimo giorno di gara lo statunitense Horner. Il percorso è il solito, un andirivieni sul lungomare che da San Benedetto conduce a Porto d’Ascoli, con le tipiche insidie dei tratti rivieraschi che si concretizzano nel rischio di trovare diverse variabili di vento in corsa, laterale, favorevole o contrario.

P.N. (13 marzo) – 7a TAPPA: NIZZA – NIZZA (134 Km)

Se ci sarà aperto uno spiraglio sugli esiti della 74a edizione della Parigi-Nizza, la tappa conclusiva permetterà definitivamente di derimere la questione. Decideranno le difficoltà altimetriche o, se la classifica sarà ridotta ancora ai minimi termini e le salite odierne non avranno avuto un peso determinante, l’ultima parola potrebbe anche spettare agli abbuoni in palio ai due traguardi volanti e poi al tradizionale epilogo sulla Promenade des Anglais. Per arrivarci bisognerà percorrere un lungo circuito la cui altimetria ricorderà la marcia d’avvicinamento alla Madone d’Utelle, disegnato sulle colline dell’entroterra nizzardo, affrontando le ultime 6 ascese in programma e salendo fino ai 657 metri della Côte de Peille (6,5 Km al 6,9%) subito prima d’incontrare la salita simbolo della corsa francese, quel Col d’Èze che lo scorso anno era stato sede d’arrivo della tradizionale cronoscalata – non prevista in questa edizione – che era risultata decisiva, con il successo parziale e in classifica dell’australiano Richie Porte. Superati i suoi 7,7 Km al 5,7%, rimaranno da percorrere gli ultimi 15,5 Km, quasi tutti in planata verso il capoluogo della Costa Azzurra.

Mauro Facoltosi

Il lungomare di San Benedetto del Tronto, tradizionale palcoscenico della tappa conclusiva della Tirreno-Adriatico

Il lungomare di San Benedetto del Tronto, tradizionale palcoscenico della tappa conclusiva della Tirreno-Adriatico

STAGIONE 2016: I GRANDI NOMI SI SCALDANO AL SOL D’ARABIA

febbraio 2, 2016 by Redazione  
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Dal 3 al 21 febbraio la penisola arabica accoglierà i giri di Dubai, del Qatar e dell’Oman, gettonate corse a tappe frequentate dai nomi che contano del ciclismo, richiamati laggiù dal clima e dalla possibilità di affinare la gamba in vista dei grandi appuntamenti stagionali già sfidandosi nell’esercizio della cronometro e della salita. Saranno i velocisti, però, a fare la parte del “leone”, per la presenza di parecchi traguardi a loro dedicati: per loro anche la possibilità di testare le strade sulle quali si svolgerà la prossima edizione dei campionati del mondo, in programma a ottobre in quel di Doha.

A ben guardare, è la quarta grande corsa a tappe della stagione, in calendario prima di Giro, Tour e Vuelta. Per 18 giorni, tra il 3 e il 21 febbraio, si raduneranno nella zona del Golfo Persico i bei nomi del mondo del ciclismo, richiamati nella penisola arabica dalla possibilità di affinare le gambe in vista dei grandi appuntamenti stagionali su percorsi non particolarmente impegnativi dal punto di vista altimetrico e con temperature tipiche dei mesi estivi, lontani anni luce dai climi ancora invernali della vecchia Europa. Così i giri a tappe degli emirati di Dubai e del Qatar e poi quello del sultanato dell’Oman sono diventati nel tempo tre frequentati eventi, che quest’anno offriranno anche l’opportunità, in Qatar, di testare le strade sulle quali a ottobre andranno in scena i campionati del mondo. Sarà un mondiale per velocisti, categoria che in queste tre corse avrà a disposizione ben 10 traguardi su 15, con la possibilità di lottare anche per il successo finale a Dubai e in Qatar, mentre, come al solito, il Giro dell’Oman si “concederà” agli scalatori.
Come negli ultimi anni ad aprire le danze sarà il Dubai Tour, la più giovane delle tre corse – quest’anno si correrà la terza edizione – e l’unica organizzata dalle mani italiane di RCS Sport, mentre le altre due sono gestite dai francesi di ASO. Il tracciato del Dubai Tour 2016 ricalcherà a grandi linee quello della scorsa edizione, riproponendo il medesimo luogo di partenza per ciascuna delle frazioni, la sede del Dubai International Marine Club, e due dei quattro traguardi, mentre debutteranno come arrivi di tappa Fujairah e la Business Bay di Dubai. Il primo, capoluogo dell’unico dei sette Emirati Arabi Uniti che si affaccia sull’Oceano Indiano, sarà il punto d’arrivo della prima frazione, lunga 179 Km e prevalentemente tracciata in territorio desertico, con un circuito cittadino finale di 6,6 Km, da ripetere due volte, che assegnerà anche la prima maglia blu di leader della classifica generale. La seconda frazione, la più lunga dall’alto dei suoi 188 Km, toccherà i principali impianti sportivi di Dubai prima di concludersi sulle ventose strade dell’isola artificiale di Palm Jumeirah, dove nelle prime due edizioni della corsa si sono imposti il tedesco Marcel Kittel e l’italiano Elia Viviani. La frazione “regina” sarà la terza, che vedrà il traguardo posto, dopo 172 Km morbidamente vallonati, in cima all’arcigno muro della diga di Hatta, 300 metri di strada inclinati fino al 17% che lo scorso anno non impedirono il successo a un velocista potente del calibro di Degenkolb mentre stavolta dovrebbero vedere in prima linea il belga Philippe Gilbert, specialista di questi tipi di finale. La bassa entità generale delle difficoltà e gli abbuoni in programma dovrebbero, però, tenere aperta la corsa fino all’ultimo colpo di pedale che sarà dato l’indomani nel cuore del nuovissimo quartiere finanziario di Dubai, la Business Bay, terminal della conclusiva frazione di 137 Km, interamente tracciata sulle strade della capitale dell’emirato.
Quarantott’ore più tardi prenderà il via la 15a edizione del Tour of Qatar, la “veterana” tra le gare arabiche, che quest’anno si disputerà in cinque frazioni, una in meno rispetto alle ultime edizioni per la sceltà d’inserire in calendario una giornata di stacco dal Dubai Tour. Rispetto a quest’ultima corsa, il Qatar sarà ancor più appetibile ai velocisti, grazie alla totale assenza di difficoltà altimetriche e nonostante la presenza di una cronometro di una decina di chilometri, probabilmente troppo breve per controbilanciare i numerosi abbuoni in palio agli sprint e ai traguardi di tappa. L’unica vera insidia della corsa qatariota sarà costituita dal vento, che spesso si è rilevato decisivo e che nella scorsa edizione diede non pochi problemi scatenando vere e proprie tempeste di sabbia nel paeseggio prevalentemente desertico del Qatar.
La prima delle cinque tappe, in programma lunedì 8 febbraio, taglierà nel mezzo la penisola del Qatar collegando in 176 Km la località balneare di Dukhan, situata presso il principale giacimento petrolifero dello stato, con la “corniche” di Al Khor. La frazione più interessante sarà la seconda perché all’interno dei 135 Km del percorso previsto, con partenza e arrivo presso la sede dell’Università del Qatar, si dovranno affrontare 4 giri di un circuito che ricalcherà il tratto più difficile del pur pianeggiante anello iridato, quello che si snoderà sulle strade dell’arcipelago artificiale The Pearl, insidioso per il vento e la presenza di parecchie rotatorie.
Come avviene dal 2012 (con l’eccezione dell’edizione disputata l’anno successivo) la tappa a cronometro andrà in scena al Lusail, su di uno snello circuito di 11,4 Km disegnato all’esterno del famoso circuito motoristico, interamente pianeggiante e movimentato solo da una decina di curve. Qui si sono imposti l’olandese Niki Terpstra l’anno passato e l’australiano Michael Hepburn nel 2014 mentre nel 2012 la cronometro era a squadre ed era stata dominata dalla formazione statunitense Garmin-Barracuda.
La penultima tappa sarà una delle più insidiose per il vento, quasi totalmente disegnata all’estremità settentrionale dello stato; si partirà dal forte di Al Zubarah, unico monumento del Qatar inserito nella lista dei patrimoni UNESCO, per arrivare dopo 189 Km – sarà la più lunga delle cinque frazioni – nel centro di Madinat Al Shamal, dove si dovranno affrontare 4 giri di un circuito lungo 14 Km.
Tradizionale l’atto conclusivo della corsa, una tappa-passerella di 114 Km con partenza dal Sealine Beach Resort e arrivo a Doha, dove si dovranno ripetere 10 giri di un circuito di 5 Km interamente disegnato sul lungomare della capitale del Qatar.
Quattro giorni più tardi, martedì 16, scatterà infine l’ultima delle tre corse arabiche, il Giro dell’Oman, fin dalla prima edizione – disputata nel 2010 – la più favorevole agli scalatori, una tendenza che quest’anno sarà ancor più accentuata per la decisione degli organizzatore di indurire la tradizionale scalata alla “Green Mountain”, da sempre traguardo della tappa regina della corsa. I velocisti, grandi protagonisti in Dubai e Qatar, avranno qui a disposizione solo due traguardi e per il resto dovranno lasciare il palcoscenico ai favoriti per il successo finale e anche ai “finisseur”, che avranno almeno due-tre occasioni per dare sfogo alle loro potenzialità. E che sia una corsa di “pasta” diversa dalle precedenti lo si capirà sin dalla prima tappa che, dopo la partenza dall’Oman Exhibition Center di Mascate – la capitale del sultanato – terminerà ad Al Bustan dopo aver percorso 145,5 Km e, soprattutto, affrontato la breve ma ripida salita di Al Jissah, 1400 metri al 9% collocati a soli di 5,5 Km dal traguardo, lo stesso dove l’anno scorso a imporsi fu l’elvetico Fabian Cancellara che regolò allo sprint lo spagnolo Valverde, il belga Van Avermaet e il resto del gruppo di testa, composto da meno di una cinquantina di corridori. La frazione successiva sarà ancora più adatta ai corridori “dinamitici” alla Gilbert perché, partiti dalla sede dell’Omantel Head Office ad Al Seeb, si arriverà sulle colline del piccolo villaggio di pescatori di Quriyat, dove il traguardo sarà collocato in cima a un’ascesa di poco meno di 3 Km al 6,8%. I velocisti si “esibiranno” per la prima volta al termine della terza tappa, che presenterà partenza e arrivo sulle coste dell’oceano – rispettivamente presso la spiaggia di Al Sawadi e all’esterno del Naseem Park di Al Seeb – e intero sviluppo (176.5 Km) nell’entroterra, superando un lieve ma costante falsopiano nei primi 85 Km, salendo dal livello del mare sino a 459 metri di quota, per poi compiere il percorso altimetricamente inverso per tornare verso la costa. Sarà il giorno di vigilia della tappa più attesa, quella dell’immancabile arrivo sulla Jabal Al Akhdhar, montagna alta oltre 3000 metri che dal 2011 è protetta da una riserva naturale voluta dal sultano Qabus. Come anticipato, quest’anno la scalata sarà più impegnativa rispetto a quelle proposte negli anni scorsi per la scelta degli organizzatori di spostare 2 Km e 200 metri più in alto il traguardo della “Montagna Verde”, al termine di una tappa che prenderà il via dal parco tecnologico Knowledge Oasis di Mascate e si concluderà dopo 177 Km, con gli ultimi 7500 metri inclinati al 10,7% di pendenza media.
Un altro degli appuntamenti fissi della corsa omanita è la salita di Bousher Al Amerat, che nel 2016 sarà inserita nel corso della penultima frazione, tracciata per 119.5 Km tra Yiti (Al Sifah) e Mascate, dove la corsa si concluderà presso la sede del Ministero del Turismo, 13,5 Km dopo aver superato per la terza volta la cima dell’ascesa, che presenterà pendenze differenti perché si salirà da due versanti diversi: ci sarà una prima scalata da quello meridionale, il meno impegnativo (3,2 Km al 6,8%), poi si affronterà il più ripido versante settentrionale (3,4 Km all’8,8%) per ripetere, infine, quello scalato la prima volta.
Come nelle due precedenti corse, anche il Giro dell’Oman si concluderà con una frazione destinata agli sprinter che, comunque, anche in quest’occasione dovranno “sudarsi” il traguardo, previsto sul lungomare di Matrah, cittadina che fu il principale centro commerciale dello stato prima della scoperta del petrolio. La tappa, che prenderà il via dal moderno quartiere The Wave di Mascate, si concluderà con un circuito completamente pianeggiante di 7,5 Km da ripetere tre volte, ma subito prima di entrarvi si dovrà tornare a “domare” la secca salita di Al Jissah, affrontata anche nella prima tappa e che stavolta arriverà a 35 Km dalla conclusione, abbastanza per rintuzzare eventuali attacchi. L’ascesa potrebbe, però, rimanere nelle gambe di qualche velocista al momento dello sprint finale, che sarà anticipato da un succulento e non meno esigente – in termini di energie fisiche e psichiche – traguardo volante ad abbuoni piazzato ai -15 Km e che provocherà un po’ di bagarre se le salite dei giorni precedenti avranno lasciato aperto qualche spiraglio in classifica.

Mauro Facoltosi

Uno scorcio dellarcipelago artificiale The Pearl di Doha, sulle cui strade si svolgeranno la prossima edizione dei campionati del mondo ed una delle più attese tappe dellimminente Giro del Qatar (wikipedia)

Uno scorcio dell'arcipelago artificiale The Pearl di Doha, sulle cui strade si svolgeranno la prossima edizione dei campionati del mondo ed una delle più attese tappe dell'imminente Giro del Qatar (wikipedia)

VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “TERCERA SEMANA”

settembre 5, 2015 by Redazione  
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E’ l’ultima settimana di corsa, quella che deciderà l’edizione n° 70 della Vuelta. Due i fronti di battaglia, a partire dal trittico di dure frazioni di montagna che, all’inizio della settimana conclusiva, si disputeranno tra Cantabria e Asturie, da sempre “fucina” di salite estreme. Subito dopo arriverà la crono e, se tutto ciò non dovesse bastare, ecco il secondo fronte, costituito dalle tappe piazzate a ridosso dell’epilogo madrileno, decisamente meno dure ma che, se la classica fosse ancora aperta, renderanno la corsa accesa fino all’ultimo palpito

14a TAPPA: VITORIA – ALTO CAMPOO (FUENTE DEL CHIVO) (215 Km)

La terza e ultima settimana di gara debutta con tre frazioni consecutive di montagna, probabilmente le ultime nelle quali gli scalatori avranno chanches a loro disposizione poiché il trittico posto a ridosso della conclusione madrilena non sembra particolarmente adatto alla selezione, sempre che all’indomani di questa tre giorni e della crono di Burgos la classifica sia ancora aperta. Si comincerà con il meno inedito degli 8 arrivi in salita inediti previsti in questa edizione, poiché in passato la stazione invernale di Alto Campoo, sulle montagne della Cantabria, ha già accolto in tre occasioni la Vuelta, l’ultima nel 1993. Trascorsi 22 anni e completatamente cambiati i componenti del “peloton”, si potrà dunque – per i corridori del giorno d’oggi – considerare una novità quest’ascesa che, quest’anno, presenterà comunque un tratto nuovo, poiché, giunti nel luogo dove si conclusero le precedenti tappe, si dovrà affrontare un tratto mai percorso prima, asfaltato da non molti anni e che consentirà di giungere sino al piazzale panoramico della Fuente del Chivo, a quasi 2000 metri di quota. Lassù ci sarà il capolinea di una salita interminabile (sono 18 Km spaccati, seconda ascesa più lunga di questa edizione dopo quella dell’Alpujarra), anche se pedalabile per gran parte del suo sviluppo, fino al tradizionale traguardo dell’Alto Campoo. È proprio nel tratto più “recente” dell’ascesa che si registrano le pendenze più importanti, non rilevantissime (media del 6.9% e massima del 15.7% negli ultimi 5 Km) ma che potrebbero rivelarsi selettive alla luce sia della lunghezza complessiva dell’ascesa finale, sia di quella della tappa che, con i suoi 215 Km, rappresenta il “non plus ultra” della Vuelta 2015. Da segnalare che lungo la marcia d’avvicinamento all’Alto Campoo si affronteranno due GPM intermedi collocati abbastanza distanti dall’ascesa finale, ma il secondo di questi – il Puerto del Escudo, a 56 Km dall’arrivo – presenta pendenze che potrebbero rimanere nelle gambe se affrontate a gran velocità (ufficialmente sono 11.5 Km al 6.4%, ma la salita effettiva è di 7 Km all’8.9%)

15a TAPPA: COMILLAS – SOTRES (CABRALES) (175.8 Km)

Il quindicesimo giorno della Vuelta proporrà una tappa costruita su di una struttura abbastanza simile a quella precedente. Ci sarà, dunque, un arrivo in salita “faro” che, come quello dell’Alto Campoo, svetterà al termine di una frazione per il resto caratterizzata solo da salite di “passaggio” piazzate lontane dell’arrivo. La grande differenza con la tappa disputata ventiquattrore prima sarà rappresentata proprio dall’ascesa finale, notevolmente più impegnativa rispetto a quella percorsa per giungere a Fuente del Chivo. Più breve di questa (sono 12.7 Km), sarà caratterizzata da una pendenza media più elevata (7.9%) e riserverà i passaggi più ardui negli ultimi 2 Km quando, attraversato il piccolo centro “titolare” della tappa, frazione del comune asturiano di Cabrales, si dovrà salire verso gli alpeggi soprastanti – luogo di produzione del “queso de Cabrales”, formaggio simile al nostro Gorgonzola – incontrando le inclinazioni più elevate della giornata: gli ultimi 1000 metri saliranno, infatti, al 13% medio, raggiungendo un picco massimo del 21%. E’ probabile che gli uomini di classifica attendano gli ultimi chilometri di questa frazione per piazzare i loro attacchi, anche per non sprecare troppe energie in vista del tappone previsto l’indomani, il più duro della Vuelta 2015 dopo quello andorrano.

16a TAPPA: LUARCA – ERMITA DE ALBA (QUIRÓS) (185 Km)
Le Asturie non si smentiscono mai. Ciclisticamente, oltre che gli stupendi panorami che offrono, sono conosciute per la durezza di alcune delle salite del principato, asperità che la Vuelta ha già ampiamente “indagato” in passato, dal tradizionale approdo ai Laghi di Covadonga al tremendo Angliru, da sempre considerato il Mortirolo spagnolo. Sempre alla ricerca di nuove e più ardue ascese, stavolta gli organizzatori della Vuelta sono andati a stanare nei meandri del principato l’Ermita de Alba, una sorta di “mini Zoncolan” iberico che sarà proposto come traguardo della 16a frazione, secondo e ultimo tappone dopo quello andorrano, rispetto al quale ci sarà da fare i conti con un chilometraggio maggiore (185 contro 138) e un numero di salite più alto (7 contro 6), mentre il dislivello complessivo sarà più basso di circa 600 metri (3770 contro 4358). Come nella frazione vinta da Mikel Landa e che ha permesso a Fabio Aru di conquistare la maglia “roja” di leader della classifica, si comincerà a salire fin dalla partenza – essendo il primo GPM, l’Alto De Aristébano, lungo 14 Km e collocato esattamente a 14 Km dal via – ma poi le successive ascese saranno collocate ben distanziate le une dalle altre fino agli ultimi 44 Km, nei quali saranno concentrate le ultime tre salite, le più rilevanti. A dire il vero, presenta ancora pendenze abbastanza accessibili la prima di queste – l’Alto del Cordal (8,5 Km al 5,7%), tradizionalmente affrontata nelle frazioni con arrivo sul vicino Angliru – ma la mancanza di tratti di respiro da qui all’arrivo di certo la farà affrontare con piglio deciso da chi vorrà rendere la corsa dura. Più impegnativi sono i successivi 9,8 Km all’8,7% dell’Alto de la Cobertoria, valico che la Vuelta ha scoperto nel 1988 e finora proposto in nove occasioni, tra le quale c’è anche un arrivo di tappa in vetta (nel 2006, vinse Alexandre Vinokourov). Arriverà quindi la tremenda verticale finale, che abbiamo paragonato allo Zoncolan per via delle pendenze molto simili a quella del versante di Ovaro del monte friulano (11,1% di media per l’ascesa spagnola, 11,5% per lo Zoncolan; in entrambi i casi si sfiora il 22% come inclinazione massima) mentre questa “parete” sarà più breve (6,8 Km contro 10,5 Km)

17a TAPPA: CIRCUITO DI BURGOS (cronometro individuale – 38.7 Km)

Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, necessario per smaltire le fatiche del trittico cantabrico-asturiano, arriva un’altra delle tappe “forti” dell’edizione 2015, la cronometro di Burgos, trovatasi a rivestire il ruolo di unica frazione contro il tempo dopo l’annullamento, anche se solo ai fini della classifica generale, della cronosquadre del primo giorno a Marbella. Il percorso disegnato sull’altopiano circostante l’antica capitale della Castiglia si annuncia decisamente filante, con le alte velocità favorite sia dalla quota alla quale si gareggerà (partenza e arrivo saranno collocate a 860 metri d’altezza), sia dal tracciato prevalentemente pianeggiante e poco tortuoso, soprattutto nella prima metà del circuito. Il finale, invece, sarà lievemente più impegnativo, per la presenza più ravvicinata di curve e dell’unica difficoltà altimetrica prevista, la facilissima e breve ascesa verso il castello di Burgos, passaggio quasi irrinunciabile delle corse ciclistiche di stanza nella cittadina spagnola, inserito a circa 4 Km dal traguardo, previsto a fianco della cattedrale gotica di Santa Maria, una delle più spettacolari della Spagna.

18a TAPPA: ROA – RIAZA (204 Km)

E’ il primo atto del secondo e ultimo trittico montano della Vuelta, una tre giorni sulla quale pesa l’incognita della situazione in classifica all’uscita dalla cronometro di Burgos e dalle precedenti, durissime frazioni. Se, a questo punto, la maglia “roja” si troverà saldamente sulle spalle del capoclassifica queste tre tappe costituiranno altrettante occasioni d’oro per i cacciatori di successi parziali, che avranno campo libero anche perché nessuno di questi percorsi sono alla portata dei velocisti e, dunque, non ci sarà in corsa la “regia” delle loro formazioni. Se, al contrario, la lotta al vertice sarà ancora apertissima anche queste tappe, nonostante siano tutte caratterizzate da ascese pedalabili, potrebbero rivelarsi decisive, tenendo conto del fatto che siamo all’ultima settimana di gara e qualcuno potrebbe accusare un passaggio a vuoto, magari se messo sotto stress a puntino. Questo discorso vale, in particolare, per l’ultima di queste tre tappe – quella collocata a ventiquattrore dalla conclusione madrilena – mentre le prime due sono, sulla carta, prive di particolari insidie anche se, per la collocazione delle ascese nel finale, dovranno comunque essere affrontate con attenzione. La Roa-Riaza ne proporrà tre, due di terza categoria da superare nella prima metà del tracciato e, infine, il Puerto de la Quesera, classificato di 1a categoria più che altro per la sua collocazione nel finale dell’ultima delle quattro frazioni nelle quali si supereranno i 200 Km di gara. La salita in sé, infatti, è pedalabile, visto che nei suoi 10 Km di lunghezza – questi sì che potrebbero rimanere nelle gambe in fin di Vuelta – si dovranno superare 520 metri di dislivello, pari a una pendenza media del 5,2% appena, mentre la massima non andrà oltre il 7%. Chi avrà la sventura di staccarsi lassù, però, difficilmente potrebbe riuscire a riagganciarsi alla testa della corsa, poiché l’arrivo sarà 13 Km più avanti, esattamente al termine della discesa, e davanti certamente non li aspetterano.

19a TAPPA: MEDINA DEL CAMPO – ÁVILA (185.8 Km)

E’ il “remake”, per usare una terminologia cinematografica, della tappa vista il giorno precedente, poiché i quasi 186 Km che condurranno il gruppo da Medina del Campo ad Ávila, uno dei traguardi più frequentati dalla Vuelta, strutturalmente è simile a quella terminata in quel di Riaza, come quella caratterizzata da un facile gran premio della montagna di passaggio a metà tappa e da una salita più corposa piazzata in vista dell’arrivo. In realtà, il percorso – a un esame più approfondito – appare meno idoneo per un tentativo a sorpresa poiché l’ascesa verso i 1395 metri dell’Alto de la Paramera è più pedalabile di quella della Quesera e, inoltre, i suoi 8,7 Km al 4,5% saranno affrontanti a una ventina di chilometri dal traguardo, 7 in più rispetto a quelli percorsi il giorno prima dopo il GPM. Più difficile, dunque, attenderci qualche sorpresa sulla Paramera e, al massimo, oggi potrebbe andare in scena – sempre che, lo ripetiamo, ci siano le premesse di una lotta di classifica – una sparata di qualche corridore di vertice nel tradizionale epilogo abulense, lo strappo in porfido lungo le spettacolari mura cittadine che termina in vista dell’ultimo chilometro, buono al massimo per intascare qualche secondo, qualcosa in più se si riuscirà a conquistare anche uno dei tre abbuoni in programma.

20a TAPPA: SAN LORENZO DE EL ESCORIAL – CERCEDILLA (175.8 Km)

Alla vigilia della conclusione madrilena ecco l’ultima occasione utile per ribaltare la classifica, sotto la forma di una frazione disegnata sulle alture della Sierra de Guadarrama, attraverso le ultime quattro salite della Vuelta 2015. Nessuna di queste, va rilevato, è dura (la pendenza massima di giornata sarà dell’11,2%, toccata sul Navacerrada) ma, messe in fila, comporranno un’ascesa “globale” di 42 Km, fattore non indifferente al penultimo giorno di una corsa a tappe di tre settimane lunga complessivamente quasi 3.350 Km e, dunque, la possibilità di assistere a improvvisi rovesci in classifica non va considerata del tutto una pia illusione. La tappa scatterà dal celebre monastero dell’Escorial e debutterà con un tratto in linea di una ventina di chilometri in leggera ascesa e, poi, raggiunta la località sede d’arrivo, s’inizierà un atipico circuito di quasi 160 Km, praticamente l’intero sviluppo della tappa, insolito perché per gran parte si snoderà sulla medesima strada – imboccata prima in un senso e poi nell’altro – e proporrà al suo interno un “circuito nel circuito” di una quarantina di chilometri. Subito dopo il primo passaggio da Cercedilla si affronterà l’ascesa al Puerto de Navacerrada (9,4 Km al 6,6%), una delle salite più gettonate dalla Vuelta anche grazie alla vicinanza alla capitale spagnola, in diverse occasioni proposta come traguardo di tappa, al passo o alla soprastante Bola del Mundo. La frazione dovrebbe entrare nel vivo a partire dalla doppia scalata al valico della Morcuera, preso prima dal versante settentrionale (11,5 Km al 5,4%) e poi da quello, più impegnativo, che sale da Miraflores de la Sierra (10.4 Km al 6,6%) e che dopo la prima ascesa era stato percorso in discesa. Si dovrà poi tornare sul Navacerrada transitando per l’ultimo dei 45 GPM della Vuelta 2015, il Puerto de Cotos (11 Km al 5,3%), la cui cima si troverà a 18 Km dall’arrivo e non sarà immediatamente seguita dalla discesa ma da un tratto in quota lungo 6 Km, particolarmente insidioso perché in circostanze simili sugli altipiani che precedono la discesa talvolta capita che si dilatino i distacchi eventualmente accusati in salita.

21a TAPPA: ALCALÁ DE HENARES – MADRID (97.8 Km)

La 70a Vuelta a España si conclude con una facilissima frazione destinata ai velocisti, modellata sull’esempio della tappa conclusiva del Tour, che parte da un centro dell’hinterland parigino e finisce un centinaio di chilometri dopo nel cuore della capitale francese con il tradizionale circuito cittadino, che alla “Grande Boucle” ha il suo terminal sull’Avenue des Champs-Élysées mentre la corsa spagnola posizionerà il suo ultimo palcoscenico in Plaza de Cibeles, all’ombra del Palacio de Comunicaciones, sede del municipio di Madrid. L’ultimo raduno di partenza avverrà nell’antica cittadina universitaria di Alcalá de Henares e, dopo una quarantina di chilometri – decisamente “scarni” altimetricamente, a differenza del Tour che propone sempre qualche salitella anche all’ultimo giorno – i corridori saranno già al traguardo, dove inizieranno la prima delle dieci tornate del circuito finale, anello di 5,8 Km dolcemente movimentato ma che mai ha tradito gli sprinter, nonostante un chilometro finale che tira sempre un pelo.

Mauro Facoltosi

Un cicloturista si accinge ad affrontare larcigna ascesa dellErmita de Alba, traguardo del tappone asturiano della Vuelta 2015 (www.ciclismoafondo.es)

Un cicloturista si accinge ad affrontare l'arcigna ascesa dell'Ermita de Alba, traguardo del tappone asturiano della Vuelta 2015 (www.ciclismoafondo.es)

VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “SEGUNDA SEMANA”

agosto 29, 2015 by Redazione  
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Se i sette giorni d’apertura della Vuelta erano ricchi di appuntamenti d’interesse (la cronosquadre di Marbella, i primi arrivi in salita, le prime volate), la seconda settimana della Vuelta sarà quasi esclusivamente incardinata attorno ad una frazione “faro”, quella durissima che mercoledì 2 settembre andrà in scena sulle strade del principato d’Andorra. I finali indecifrabili di Murcia e Castellón e l’arrivo sul muro a Cumbre del Sol quasi scompaiono “stritolati” dai 138 Km di sola e pura montagna disegnati nel cuore dei Pirenei, con sei durissime ascese d’affrontare in rapida successione. Una delle tappe da non perdere della 70a edizione del Giro di Spagna

8a TAPPA: PUEBLA DE DON FADRIQUE – MURCIA (182,5 Km)

Una volta Murcia era terreno di caccia quasi esclusivo dei velocisti, poi spuntò la Cresta del Gallo e la musica è un po’ cambiata. La Vuelta scoprì per la prima volta quest’ascesa di 4,2 Km al 7,5% di pendenza media nel 1979, proprio in occasione di una frazione con arrivo a Murcia nella quale fu protagonista lo spagnolo Juan Argudo, primo su quell’inedito GPM e poi al traguardo di tappa. Da allora la corsa spagnola c’è tornata altre cinque volte, in alcune occasioni riuscendo a rompere le uova nel paniere agli sprinter, in altre fallendo l’obiettivo d’impedire la volata sul traguardo di Murcia, oramai divenuto praticamente “proibitivo” per le ruote veloci meno attrezzate per la salite. Nel 2001 ci furono anche momenti d’autentico “pathos”, in particolar modo per gli spagnoli, quando nell’affrontare una curva della difficile discesa successiva cadde lo spagnolo Carlos Sastre, esperienza che nel 2009, lungo la medesima strada, sfiorerà d’un amen il connazionale Intxausti. Come andrà a finire stavolta? La “lotteria” della Cresta del Gallo riuscirà ancora ad arricchire il palmares di un velocista o andranno in porto la fuga da lontano o un tentativo nato proprio nel finale? Difficile dirlo perché quest’anno gli ultimi chilometri saranno più impegnativi rispetto agli ultimi arrivi murciani, che prevedevano una sola scalata alla “Cresta” tanto cara ad Alejandro Valverde, che la inserisce spesso nei suoi itinerari d’allenamento. Infatti, la tappa – pur presentando un solo passaggio sulla linea del traguardo – si concluderà con un circuito di una ventina di chilometri da ripetere due volte, così come l’ascesa alla Cresta del Gallo, da superarsi la prima volta a 36 Km dall’arrivo e l’ultima quando ne mancheranno 17.

9a TAPPA: TORREVIEJA – CUMBRE DEL SOL (BENITATXELL) (168.3 Km)

Siamo arrivati al “giro di boa” degli arrivi in salita: quattro ne sono stati già affrontati, compreso quello di oggi, e altrettanti ne rimangono, i più importanti, quelli destinati a definire le sorti della classifica della 70a Vuelta a España 2015. L’arrivo odierno è, per la brevità del chilometraggio, più fratello dei primi due proposti in questa edizione, Caminito del Rey e Sierra de Cazorla, ma per quanto concerne la salita è di tutt’altra pasta, quella dei “muri” a doppia cifra di pendenza. Il Puig Llorença, la collina che ospiterà il traguardo nella nona tappa, propone, infatti, negli ultimi 4,1 Km mitragliate fino al 19%, ma anche l’inclinazione media è importante essendo attestata all’8,9%. Dopo una marcia d’avvicinamento priva d’ostacoli naturali di circa 120 Km, i corridori affronteranno la verticale finale due volte poiché si dovrà percorrere un anello conclusivo di una quarantina di chilometri, anche se, come nella tappa precedente, si transiterà dal traguardo solo al momento dell’arrivo. Infatti, le due ascese al Puig Llorença, prese dal medesimo versante, saranno differenti nel chilometraggio: al primo passaggio se ne percorreranno i primi 3,3 Km, scollinando a 345 metri di quota, mentre il traguardo sarà collocato 70 metri più in alto, dopo aver percorso un’appendice di 800 metri. Invece, i punti di pendenza più “lancinanti” s’incontreranno nella prima parte e, dunque, saranno “subiti” in entrambi i passaggi.

10a TAPPA: VALENCIA – CASTELLÓN (146.6 Km)

E’ quasi una fotocopia della tappa disputata due giorni prima tra Puebla de Don Fadrique e Murcia. Come in quella frazione, infatti, ci sarà da fare i conti con una salita che spunta come un fungo da un finale altrimenti pianeggiante, che sembra messa lì apposta per far dannare l’anima ai velocisti, chiamati oggi a digerire i 7 Km al 5,6% dell’ascesa attraverso il parco naturale del “Deserto delle Palme”. Rispetto alla Cresta del Gallo la salita è lunga quasi il doppio e la classificazione maggiore (2a categoria), ma la pendenza più tenera offrirà meno disagi agli sprinter e, di conseguenza, maggior chanches di rientrare e poter quindi giocarsi il successo sul traguardo di Castellón, collocato a 17 Km dal GPM. A favore dei velocisti depone proprio l’ultima tappa della Vuelta terminata a Castellón, nel 2004, che prevedeva l’ascesa del Desierto de las Palmas e che si concluse con il successo allo sprint di Óscar Freire, in una frazione che proponeva un altro colle di 2a categoria. In quell’occasione, però, il GPM odierno era collocato a 25 Km dalla conclusiva e, dunque, anche oggi le squadre dei velocisti dovranno faticare per vedere coronati i loro sforzi, al termine di quella che sarà la terzultima occasione per i virtuosi dei finali a 70 all’ora, dopo la quale rimarranno soltanto i traguardi di Lleida e Madrid. Intanto, domani la carovana della Vuelta si godrà la prima delle due giornate di riposo, trasferendosi verso i Pirenei dove i corridori saranno attesi da una delle tappe più massacranti dell’edizione 2015.

11a TAPPA: ANDORRA LA VELLA – CORTALS D´ENCAMP (138 Km)

Interamente tracciata sulle strade del Principato d’Andorra, l’unica frazione pirenaica del Vuelta 2015 sarà, a detta degli organizzatori, la tappa più dura della storia della corsa spagnola. Lo sarà certamente per l’altimetria, ma sicuramente non per il basso chilometraggio, tarato sugli standar adottati dalla Vuelta negli ultimi anni e che molti detrattori definiscono più adatti a una corsa per U23 che per una destinata ai professionisti. Rimane, comunque, una frazione a dir poco massacrante per la sua successione ininterrotta di sei durissime ascese, tra le quali s’interporranno rarissimi e brevi tratti nei quali rifiatare. Tanto per gradire, lasciando la capitale del principato si partirà subito in salita, diretti ai 1790 metri della Collada de Beixalis (6,5 Km all’8,7% con una punta massima del 14,2%, la più elevata della giornata), per poi andare a sfiorare i 2000 metri di quota in cima al Coll D’Ordino (9,9 Km al 7%). Rientrati ad Andorra La Vella si andranno poi ad affrontare consecutivamente le due salite centrali del percorso, il Coll de la Rabassa (13,8 Km al 6,6%) e, soprattutto, la Collada de la Gallina (11,7 Km all’8,5%), una delle due salite di questa edizione della Vuelta a essere considerata “Especial”, classificazione paragonabile all’Hors Catégorie del Tour de France e che è attribuita alle ascese più impegnative. Il breve ma erto Alto de la Comella (4 Km al 9,5%) farà, infine, d’antipasto all’impegnativa ascesa finale, diretta alla stazione invernale di Cortals d’Encamp, dove si giungerà dopo aver affrontato 8,7 Km di strada inclinata al 9,1% medio e raggiunta una quota di 2095 metri, “Cima Coppi” dell’edizione 2015, come tradizione intitolata alla memoria dello scalatore spagnolo Alberto Fernández Blanco, scomparso a soli 29 anni nel 1984 per un incidente stradale. In “soldoni”, al termine di quest’undicesima frazione si saranno percorsi 54,6 Km in salita (pari al 41% dell’intero percorso della tappa) e un totale di 4358 metri di dislivello, corrispondenti a una pendenza media “globale” dell’8%

12a TAPPA: ESCALDES-ENGORDANY (ANDORRA) – LLEIDA (173 Km)

Non è proprio la quiete dopo la tempesta ma si può dire che la definizione calzi a pennello per questa dodicesima frazione della Vuelta che, dopo la durissima tappa andorrana, si rimetterà in marcia in vista di quella che dovrebbe essere la quarta occasione per i velocisti, la penultima prima di Madrid e l’ultima per chi non reggerà alle tre dure giornate di montagna previste a cavallo tra la seconda e la terza settimana di gara. Non sarà quiete vera e propria perché il tracciato non sarà certamente un “velluto”, almeno nella prima parte del percorso che proporrà un colle di 2a categoria (il Coll de Bóixols, 1370 metri di quota e 15,8 Km d’ascesa al 5%) e, successivamente, altre salitelle non valide per valide per la classifica degli scalatori. Superato il 130° Km di gara, le difficoltà terminaranno e gli ultimi 40 Km scorrevoli permetteranno alle squadre degli sprinter di organizzare agevolmente le operazioni di rientro sui fuggitivi di giornata. Ma ci sarà un’insidia finale che l’altimetria non evidenzia: nell’ultimo chilometro, infatti, la strada procede in lievissima ascesa verso un traguardo che sarà per molti…. ma non per tutti!

13a TAPPA: CALATAYUD – TARAZONA (177 Km)

Si potrebbe ribattezzarla come la tappa del “chissenefrega” perché oggi graverà il disinteresse generale da parte di molti sullo sviluppo di questa frazione. In primis se ne infischieranno i velocisti, chiamati fuori causa da un tracciato di media montagna proibitivo per i loro mezzi e che, nel caso la fuga di giornata andasse a morire, al massimo potrebbero andare a segno sul traguardo di Tarazona con gli elementi più resistenti del gruppo, uomini alla Degenkolb per intenderci. Poi anche i big della classifica vivranno questa giornata con un certo “distacco”, cercando di non sprecar troppe energie alla vigilia del trittico di tappe di montagna che dovrebbe mettere i “sigilli” alla classifica generale. E così la tappa n° 13 sarà una delle occasioni d’oro per i cacciatori di traguardi, che avranno vita facile nell’andare in fuga e nell’accumulare un solido vantaggio strada facendo. Di “trampolini” di lancio ce ne saranno diversi, sin dalla partenza poiché la tappa debutterà con la salita del Puerto de Cavero, segnalata sulla tabella di marcia come “no puntuable”, ossia non valida come GPM. Le ascese ufficiali arriveranno più avanti, con il Collado de Oseja e gli alti del Beratón (1a categoria) e del Moncayo, quest’ultimo piazzato a 33 Km dall’arrivo e ideale per scollarsi di dosso i compagni d’avventura più stanchi. Tra chi resisterà si ergerà giudice lo zampellotto di circa 1,5 Km che terminerà sotto lo striscione del chilometro conclusivo.

Mauro Facoltosi

Salendo verso Cortals dEncamp, traguardo del tappone pirenaico (Google Street View)

Salendo verso Cortals d'Encamp, traguardo del tappone pirenaico (Google Street View)

VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “PRIMERA SEMANA”

agosto 21, 2015 by Redazione  
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Salpa dalle spiaggie di Marbella l’edizione n° 70 della Vuelta a España, con un campo partenti notevolmente luccicante di stelle e che, di fatto, sarà una riproposizione del “cartellone” dell’ultimo Tour de France. Ai nastri di partenza si schiereranno, infatti, oltre a Fabio Aru (che alla Grande Boucle non c’era), Froome, Quintana, Valverde, Nibali, Rodríguez e Valverde, chiamati a sfidarsi su un tracciato che anche quest’anno strizzerà l’occhio agli scalatori. Dopo l’insidiosa cronosquadre d’avvio, degli otto arrivi in salita in programma tre saranno già proposti nella prima settimana di gara, pur senza incontrare, per adesso, grandissime pendenze.

Sarà una delle edizioni più “succulente” degli ultimi anni quella della Vuelta che scatterà sabato 22 agosto da Marbella, in virtù di un campo partenti a dir poco eccezionale, che vedrà sfidarsi – escluso Contador che, stremato da Giro e Tour, ha già deciso di porre termine alla sua stagione – gli stessi grandi protagonisti del recente Tour de France, da Froome a Quintana, da Nibali a Van Garderen, da Valverde a Rodríguez, con l’aggiunta di Aru e Landa, reduci dal Giro. Il percorso avrà il solito taglio che anche quest’anno strizzerà gli occhi agli scalatori, grazie a otto arrivi in salita – tutti inediti – e a soli 46 Km da percorrere contro il tempo (comunque sempre più della “miseria” dell’ultima edizione della Tour), ai quali si aggiungeranno altre tre tappe di montagna senza l’arrivo in quota e più adatte ai corridori dotati di fondo. Le “briciole” spetteranno ai velocisti, che avranno a loro disposizione appena cinque frazioni, tra l’altro quasi tutte movimentate altimetricamente. L’ultima sarà quella conclusiva di Madrid, il 13 settembre, dopo che ci si saranno lasciati alle spalle 3358 Km suddivisi in 21 frazioni, 4 delle quali si svolgeranno su di una distanza superiore ai 200 Km, parecchie rispetto agli standard degli ultimi anni. Passiamo ora a esaminare i primi sette giorni di una gara impegnativa fin dall’inizio, che proporrà nella settimana d’apertura ben tre degli otto arrivi in salita, oltre alla breve cronosquadre d’avvio.

1a TAPPA: PUERTO BANÚS – MARBELLA (cronometro a squadre – 7,4 Km)

Per il sesto anno consecutivo la Vuelta si metterà in marcia con una cronometro a squadre, la più breve tra quelle affrontate nel recente passato ma non certo una delle più facili, a dispetto di un tracciato pianeggiante e quasi completamente sgombro di curve. Due fattori incideranno non poco sull’esito della gara, è il primo di questi è la totale esposizione al vento poiché la crono si snoderà costantemente lungo la costa del Mar Mediterraneo. Il vero problema, però, sarà costituito dal fondo stradale, che è stato oggetto di critiche da alcuni corridori, Froome su tutti. Infatti, di asfalto non se ne incontrerà praticamente mai e, in sua vece, i corridori si troveranno a pedalare sul cemento nel tratto iniziale della crono – disegnato sullo stretto Molo di Levante di Puerto Banús, che costringerà le squadre ad assumare fin da subito una formazione a fila indiana – per poi passare al poco scorrevole fondo sabbioso della passeggiata a mare, spezzato di tanto in tanto da non meno veloci passerelle di legno, come quella appositamente allestita nel bel mezzo della spiaggia di Marbella in occasione della Vuelta e che accoglierà il rettilineo d’arrivo.

2a TAPPA: ALHAURÍN DE LA TORRE – CAMINITO DEL REY (158,7 Km)

È già ora di prendere l’ascensore perché, subito al secondo giorno di gara, ci sarà da fare i conti con il primo degli otto arrivi in salita. Va detto che il finale non riserverà nulla di particolarmente trascendentale poiché l’ascesa all’Alto de la Mesa, ai cui 560 metri di quota sarà collocato il traguardo, non è impegnativa né per pendenze (la media è del 6,6%, condita da un paio di strappi al 15%), né per chilometraggio (4,7 Km) e al massimo potrebbe far più selezione la sede stradale non larghissima, in particolar modo nei chilometri finali, i più pendenti (la media negli ultimi mille metri è del 7%), contraddistinti anche da una maggior ruvidezza dell’asfalto. Una quarantina di chilometri prima di questo finale, si dovrà superare anche l’Alto de Ardales (5 Km al 4,4%), primo dei 45 GPM previsti dal tracciato della Vuelta 2015.

3a TAPPA: MIJAS – MÁLAGA (158,4 Km)

Scendono per la prima volta in campo i velocisti che avranno a disposizione in questo tracciato della Vuelta cinque occasioni per esprimere le loro potenzialità. Si tratterà di giornate in cui la vittoria dovranno sudarsela perché gli organizzatori non sono stati magnanimi nei loro confronti e, con l’esclusione della passerella conclusiva di Madrid, le hanno infarcite di difficoltà che daranno loro parecchio filo da torcere. Oggi, per esempio, si dovrà affrontare la prima salita di 1a categoria di questa edizione, il Puerto del León, che svetta sull’altimetria a 82 Km dal traguardo, una distanza che poco potrebbe impensierire i velocisti. L’ascesa al León non è dura ma è dotata di un considerevole chilometraggio (sono 16,3 Km al 5,6%) e potrebbe per questo rimanere nelle gambe, poiché siamo oramai nella fase terminale della stagione, momento al quale molti corridori giungono provati da diversi mesi trascorsi sulla strada, tra allenamenti e competizioni. E così i morbidi saliscendi che s’incontreranno a una quindicina di chilometri da Málaga potrebbero “azzoppare” le speranze di quei velocisti che avevano superato apparentemente indetti il GPM del Puerto del León e che invece gli ha atossicato le gambe. Segnaliamo che nella “stesura” originale di questa frazione, il tracciato era più accondiscendente verso gli sprinter, poiché al posto del colle di 1a categoria erano previste due pedalabili collinette di terza a centro tappa e un finale decisamente più snello.

4a TAPPA: ESTEPONA – VEJER DE LA FRONTERA (209,6 Km)

Dopo la crono d’avvio, il primo arrivo in salita e la frazione nella quale hanno debuttato i velocisti, in questa tappa saranno i finisseur i mattatori in scena alla Vuelta 2015, corridori alla “Purito” Rodríguez e alla Sagan, entrambi ai nastri di partenza ed entrambi motivatissimi, il primo per aggiungere altre perle a una stagione che l’ha visto trionfare nelle tappe di Huy e di Plateau de Beille al recente Tour, il secondo alla ricerca di una vittoria parziale in un grande giro che gli manca dal 2013, quando s’impose nella frazione di Albi della Grande Boucle. Il finale di Vejer calza a pennello per le loro caratteristiche, forse più per quelle dello slovacco rispetto a quelle del corridore spagnolo, al quale si addicono particolarmente i primi 2,2 Km dell’ascesa finale, che salgono al 7,9% con un picco al 18,4%. Nei rimanenti 2 Km verso il traguardo, invece, la strada diventa più benevola e favorevole al corridore slovacco, con la salita che si “sgonfia”, spezzata da un paio di falsopiani e da una consistente discesa di quasi 500 metri che s’incontrerà all’imbocco dell’ultimo chilometro; così chi si sarà avvantaggiato nella parte più impegnativa potrebbe veder vanificati i propri sforzi se non sarà riuscito a scavare un margine di sicurezza. Da segnalare che questa sarà la prima frazione nella quale si supereranno i 200 Km e la seconda per distanza da percorrere, superata solo dalla tappa, decisamente più impegnativa, che si concluderà in salita all’Alto Campoo e che misurerà 215 Km.

5a TAPPA: ROTA – ALCALÁ DE GUADAÍRA (167,3 Km)

A guardar l’altimetria della tappa numero 5 verrebbe automatico, di primo acchitto, “archiviare” questa frazione tra le più facili di questa edizione, pronti ad assistere a uno dei più classici volatoni, senza particolari emozioni. Ma poi, se si strizzano gli occhi a focalizzare i particolari, ecco spuntare una sorpresina proprio in fondo al grafico, sotto la forma di un tratto che s’impenna e che diventa più evidente nel dettaglio degli ultimi 5 Km. Così, transitati sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro, la strada – fin lì piatta e movimentata al massimo ma morbidissime ondulazioni – prenderà costantemente ad ascendere e lo farà sin sulla linea d’arrivo. Detto questo, saranno sempre gli sprinter i naturali favoriti per il successo poiché le pendenze saranno sempre modeste, buone al massimo per respingere ancora una volta i velocisti più pesanti e meno resistenti. Per fare qualche nome, questo sarebbe un traguardo ideale per corridori come il francese Bouhanni e il tedesco Degenkolb, che riescono a rimanere a “galla” nei finali più impegnativi ed anche ad andare a segno (come il tedesco ha dimostrato nell’arcigno arrivo ad Hatta, al Dubai Tour). Ci sarà comunque spazio per i finisseur, anche se lo spazio di “manovra” oggi per loro sarà limitato al rettilineo d’arrivo: rispetto alla tappa precedente, un uomo come Rodríguez non avrà nessuna possibilità mentre Sagan potrebbe tentare il “goal” anche in quest’occasione.

6a TAPPA: CÓRDOBA – SIERRA DE CAZORLA (200,3 Km)

Un altro arrivo in salita si staglia all’orizzonte ed anche stavolta la musica non dovrebbe distanziarsi molto da quella suonata quattro giorni prima a Caminito del Rey, nonostante un percorso che sulla carta pare più impegnativo. Di fatto, però, non s’incontrerà nulla di veramente impegnativo fino ai piedi dell’ascesa finale, ancor più breve rispetto a quella dell’Alto de la Mesa, ma che sarà preceduta da un lungo tratto in falsopiano che ricorda il versante di Edolo dell’Aprica e che potrà rilevarsi interessante solo se il gruppo lo affronterà a tutta. Vera salita s’incontrerà negli ultimi 3,3 Km, nel corso dei quali si viaggerà tra una pendenza media del 6,3% e un picco massimo del 13%. Nulla di particolare, dunque, e i distacchi dovrebbero prevalentemente essere causati da selezione naturale o, al massimo, da piccoli buchi tra gli uomini di classifica ed eventualmente dagli abbuoni.

7a TAPPA: JÓDAR – LA ALPUJARRA (191,1 Km)

La settimana introduttiva della Vuelta 2015 si concluderà con la prima, vera tappa di montagna, servita dopo gli assaggini di salita offerti nei finali di Caminito del Rey e di Cazorla. Premettiamo che anche oggi non s’incontreranno grandissime pendenze ma l’ascesa che caratterizzerà il finale, verso la località di Capileira, piccolo comune situato nella regione dell’Alpujarra, è certamente la più “monumentale” di quest’edizione sotto l’aspetto del chilometraggio. Risalendo il versante sud occidentale della Sierra Nevada, i suoi 18,7 Km proporanno una pendenza media del 5%, mitigata da un lungo tratto pianeggiante di quasi 3 Km che la spezzerà in due parti distinte, la prima più pedalabile della seconda, che misura quasi 10 Km e presenta un’inclinazione media del 6.5% e un picco al 16%, raggiunto a poco meno di 2 Km dal traguardo. In pratica, si tratta di una tipica salita da prima settimana di un grande giro, paragonabile a quelle del Santuario di Montevergine e dell’Abetone, ideale per dare una prima scremata al gruppo ma senza troppe pretese di selezione. Va ancora ricordato, però, che siamo oramai entrati nell’ultima fase della stagione e la stanchezza fin qui accumulata potrebbe farla diventare più impegnativa del previsto, per qualcuno. A pesare, se si partirà da Jódar a passo di carica (come spesso accade da qualche anno a questa parte), potrebbe essere anche la natura frastagliata dell’altimetria nella marcia d’avvicinamento al finale, che proporrà diversi su e giù, tra i quali spicca – anche se non certo per chilometraggio e durezza – il GPM di terza categoria del Puerto de Los Blancares (9 Km al 3,3%.)

Mauro Facoltosi

Lo spettacolare Caminito del Rey, non lontano dal quale si concluderà la prima tappa di montagna della Vuelta 2015 (www.caminitodelrey.info)

Lo spettacolare Caminito del Rey, non lontano dal quale si concluderà la prima tappa di montagna della Vuelta 2015 (www.caminitodelrey.info)

LE ROI (AMERICAIN) EST MORT, VIVE LE ROI!

luglio 27, 2015 by Redazione  
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Dieci anni dopo la fine dell’era Armstrong, il Team Sky ha fatto rivivere, sulle strade del Tour, scene che hanno ricordato quelle del monopolio US Postal sulla Grande Boucle. Un dominio reso possibile anche dai limiti degli avversari: limiti di gambe per alcuni e limiti tattici per altri, che hanno forse pensato più a salvaguardare il risultato già acquisito che a puntare al bersaglio grosso.

Pensavamo, credevamo, forse speravamo, di esserci lasciati oramai alle spalle le stagioni in cui impressionanti corazzate provenienti da oltre oceano sbarcavano in terra di Francia per conquistare la corsa più famosa del Mondo, salvo dissolversi istantaneamente dopo l’arrivo sui Campi Elisi. Ci eravamo illusi troppo presto di avere relegato ad un passato, purtroppo infausto, i Giri di Francia sviliti già al termine della prima cronometro e del primo arrivo in quota, da Armstrong e dai suoi invincibili postini blu vestiti.
Difatti, mutatis mutandis, il copione messo in scena nel corso dell’ultima Grande Boucle da Christopher Froome e dalla sua armata di cavalieri neri appare un deja-vu dell’era Armstrong, oltre che del primo Tour vinto in carriera dal keniano bianco. Tuttavia, è bene sottolinearlo, il risultato finale sul podio parigino avrebbe potuto trovare perlomeno le prime due posizioni invertite, se solo, ipotizziamo, la Movistar avesse lasciato libero Quintana di attaccare e di interpretare la gara come meglio avesse ritenuto opportuno. Invece la formazione spagnola ha preferito accontentarsi di concedere il pur meritato premio alla carriera al suo corridore più rappresentativo, nonché leader in pectore, Valverde, adottando una tattica congeniale a quest’ultimo, ovvero imprimendo un ritmo regolare in montagna, ad esclusione delle ultime due frazioni alpine. Così lo spagnolo, che lo scorso anno aveva paventato l’ipotesi di non correre più il Giro di Francia dopo la cocente delusione del quarto posto, ha potuto agguantare il suo primo podio al Tour, a trentacinque anni suonati. Un meraviglioso regalo per l’Embatido, non c’è che dire. Ci si permetta, tuttavia, di sottolineare come il maggior beneficiario di questa strategia sia stato il capitano della Sky, la cui agilità di pedalata molto difficilmente sarebbe bastata a difenderlo da un Quintana svincolato da obblighi di scuderia. D’altronde la storia recente insegna che l’agilità sfrenata è casomai funzionale ad attacchi in prossimità del traguardo ma non può reggere l’andatura degli scalatori puri per più chilometri.
Froome, come lo è stato l’americano prima di lui, è attaccabile alla distanza e parimenti lo sono i suoi compagni di squadra, la cui strategia di corsa ne ha evidenziato la vulnerabilità. Si sarà notato infatti come, in prospettiva di una difficile tappa di montagna, gli atleti Sky, a turno, nella tappa precedente quella temuta, si lasciassero staccare, per riposare, recuperare energie indispensabili e riuscire quindi a impostare un ritmo regolare per il loro capitano nella giornata di corvée. Adottare questa formula, dei “ciclisti a targhe alterne”, è un segno evidente della debolezza di una formazione che non può essere sfuggito ai direttori sportivi al seguito della corsa e che avrebbero dovuto sfruttare.
Onore invece a Contador che, dopo aver speso molte energie sulle strade italiane per vincere di misura il suo secondo Giro d’Italia, ha ugualmente provato a far saltare il banco ma, come già gli era accaduto in altre circostanze, la fantasia e la volontà di attaccare non sono state coadiuvate da gambe altrettanto reattive.
Gambe che invece non sono mancate al nostro Nibali che, con un’azione d’altri tempi, ha conquistato la tappa altimetricamente più dura del Tour, al termine di una cavalcata solitaria di sessanta chilometri.
Spirito combattivo e battagliero hanno animato anche i giovani scalatorini Bardet e Pinot che con le loro gesta in montagna hanno infiammato i cuori dei francesi e nobilitato anche il Giro di Francia dell’anno scorso vinto da Nibali, accusato ingiustamente di aver trionfato su comprimari.
Una lode particolare, poi, al già menzionato Valverde, che interpreta il mestiere del corridore come accadeva nei tempi passati, sempre protagonista e vincente da marzo a ottobre.
Questa edizione del Tour, insomma, deve lasciare molti rimpianti al solo Quintana, il quale ottiene sì un ulteriore lusinghiero secondo posto, dopo quello già rimediato nel 2013, ma che, a differenza di due anni fa, non è riuscito né a trionfare nella classifica riservata al miglior scalatore né a far sua una vittoria di tappa. E quest’assenza di risultati, per un grimpeur della sua classe, in una delle edizioni più montagnose del Giro di Francia, è emblematico dell’atteggiamento tenuto dal colombiano nell’arco delle tre settimane.
Chi ha tutti i motivi per esultare però è il solo Froome, e non per la semplice ragione di aver vinto ma per aver surclassato Quintana anche nella graduatoria del miglior scalatore, ottenendo una doppietta storica riuscita solo a cinque ciclisti prima di lui, da ultimo a Eddy Merckx nel 1970.
E poco importano le lamentele, i piagnistei, gli insulti indecorosi, le minacce e gli atti indecenti commessi dal pubblico francese contro lo scheletrico keniano bianco.
Froome si merita il Tour e il Tour si merita i Froome.

Francesco Gandolfi

CLASSIFICA GENERALE

1 Christopher Froome (GBr) Team Sky 84:46:14
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:01:12
3 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:05:25
4 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:08:36
5 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo 0:09:48
6 Robert Gesink (Ned) Team LottoNL-Jumbo 0:10:47
7 Bauke Mollema (Ned) Trek Factory Racing 0:15:14
8 Mathias Frank (Swi) IAM Cycling 0:15:39
9 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:16:00
10 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:17:30
11 Andrew Talansky (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:22:06
12 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:22:50
13 Serge Pauwels (Bel) MTN – Qhubeka 0:31:03
14 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin 0:31:15
15 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 0:31:39
16 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr 0:38:52
17 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 1:02:51
18 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 1:05:00
19 Jarlinson Pantano (Col) IAM Cycling 1:09:08
20 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale 1:16:36
21 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo 1:21:27
22 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 1:24:58
23 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 1:25:23
24 Jan Barta (Cze) Bora-Argon 18 1:26:56
25 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 1:28:29
26 Bob Jungels (Lux) Trek Factory Racing 1:33:21
27 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 1:35:06
28 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 1:36:07
29 Ruben Plaza Molina (Spa) Lampre-Merida 1:38:22
30 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 1:51:32
31 Cyril Gautier (Fra) Team Europcar 1:51:51
32 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 1:54:08
33 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 1:56:13
34 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 1:56:57
35 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Alpecin 1:58:14
36 Daniel Martin (Irl) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 2:03:37
37 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 2:04:37
38 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 2:05:03
39 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step 2:08:20
40 Luis Angel Mate (Spa) Cofidis, Solutions Credits 2:10:12
41 Wouter Poels (Ned) Team Sky 2:12:44
42 Thomas Voeckler (Fra) Team Europcar 2:14:08
43 Peter Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo 2:14:55
44 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 2:15:32
45 Richie Porte (Aus) Team Sky 2:16:05
46 Daniel Teklehaimanot (Eri) MTN – Qhubeka 2:16:15
47 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 2:16:36
48 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) MTN – Qhubeka 2:18:16
49 Pierrick Fedrigo (Fra) Bretagne-Séché Environnement 2:22:54
50 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 2:26:32
51 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 2:29:28
52 Bram Tankink (Ned) Team LottoNL-Jumbo 2:30:12
53 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 2:31:13
54 Winner Anacona (Col) Movistar Team 2:31:14
55 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 2:32:30
56 Stef Clement (Ned) IAM Cycling 2:33:42
57 Marcel Wyss (Swi) IAM Cycling 2:34:15
58 Jean-Christophe Peraud (Fra) AG2R La Mondiale 2:35:10
59 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 2:36:50
60 Danilo Wyss (Swi) BMC Racing Team 2:37:17
61 Andriy Grivko (Ukr) Astana Pro Team 2:38:06
62 José Herrada (Spa) Movistar Team 2:40:06
63 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 2:43:34
64 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 2:51:44
65 Leopold Konig (Cze) Team Sky 2:53:09
66 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ.fr 2:53:22
67 Tiago Machado (Por) Team Katusha 2:54:31
68 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin 2:57:05
69 Perrig Quemeneur (Fra) Team Europcar 2:57:19
70 Reto Hollenstein (Swi) IAM Cycling 2:58:30
71 Kristijan Durasek (Cro) Lampre-Merida 3:02:14
72 Lieuwe Westra (Ned) Astana Pro Team 3:03:09
73 Rafael Valls Ferri (Spa) Lampre-Merida 3:03:11
74 Wilco Kelderman (Ned) Team LottoNL-Jumbo 3:04:07
75 Paul Martens (Ger) Team LottoNL-Jumbo 3:04:52
76 Pierre-Luc Perichon (Fra) Bretagne-Séché Environnement 3:05:48
77 Edvald Boasson Hagen (Nor) MTN – Qhubeka 3:08:02
78 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18 3:08:47
79 Merhawi Kudus Ghebremedhin (Eri) MTN – Qhubeka 3:10:36
80 Anthony Delaplace (Fra) Bretagne-Séché Environnement 3:11:28
81 Stephen Cummings (GBr) MTN – Qhubeka 3:12:23
82 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Alpecin 3:14:14
83 Florian Vachon (Fra) Bretagne-Séché Environnement 3:15:01
84 Simon Yates (GBr) Orica GreenEdge 3:16:04
85 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha 3:17:03
86 Angelo Tulik (Fra) Team Europcar 3:18:24
87 Laurens Ten Dam (Ned) Team LottoNL-Jumbo 3:18:43
88 Markel Irizar (Spa) Trek Factory Racing 3:19:44
89 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 3:19:53
90 Michal Golas (Pol) Etixx – Quick-Step 3:21:17
91 Reinardt Janse Van Rensburg (RSA) MTN – Qhubeka 3:21:30
92 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team 3:22:14
93 Brice Feillu (Fra) Bretagne-Séché Environnement 3:23:11
94 Paul Voss (Ger) Bora-Argon 18 3:24:53
95 Martin Elmiger (Swi) IAM Cycling 3:26:47
96 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team 3:27:34
97 Grégory Rast (Swi) Trek Factory Racing 3:29:00
98 Zdenek Stybar (Cze) Etixx – Quick-Step 3:30:13
99 Sep Vanmarcke (Bel) Team LottoNL-Jumbo 3:31:15
100 Jérémy Roy (Fra) FDJ.fr 3:32:12
101 Roy Curvers (Ned) Team Giant-Alpecin 3:35:40
102 Adriano Malori (Ita) Movistar Team 3:37:28
103 Bartosz Huzarski (Pol) Bora-Argon 18 3:38:06
104 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin 3:39:43
105 Bryan Coquard (Fra) Team Europcar 3:42:36
106 Nicolas Edet (Fra) Cofidis, Solutions Credits 3:42:42
107 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 3:42:57
108 Benoît Vaugrenard (Fra) FDJ.fr 3:43:08
109 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:45:18
110 Imanol Erviti (Spa) Movistar Team 3:47:14
111 Julien Vermote (Bel) Etixx – Quick-Step 3:50:32
112 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step 3:50:59
113 Armindo Fonseca (Fra) Bretagne-Séché Environnement 3:53:13
114 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:53:21
115 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNL-Jumbo 3:54:19
116 Jose Rodolfo Serpa (Col) Lampre-Merida 3:54:25
117 Geoffrey Soupe (Fra) Cofidis, Solutions Credits 3:55:35
118 Julian Arredondo (Col) Trek Factory Racing 3:56:49
119 Filippo Pozzato (Ita) Lampre-Merida 3:58:20
120 Marco Haller (Aut) Team Katusha 3:59:04
121 Christophe Laporte (Fra) Cofidis, Solutions Credits 3:59:10
122 Ian Stannard (GBr) Team Sky 3:59:37
123 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 3:59:39
124 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha 4:01:06
125 Dmitriy Gruzdev (Kaz) Astana Pro Team 4:01:12
126 Matteo Tosatto (Ita) Tinkoff-Saxo 4:01:15
127 Arnaud Gerard (Fra) Bretagne-Séché Environnement 4:02:06
128 André Greipel (Ger) Lotto Soudal 4:03:28
129 Florian Senechal (Fra) Cofidis, Solutions Credits 4:04:06
130 Luke Rowe (GBr) Team Sky 4:04:45
131 Yohann Gene (Fra) Team Europcar 4:04:56
132 Arnaud Demare (Fra) FDJ.fr 4:05:28
133 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Alpecin 4:05:30
134 José Mendes (Por) Bora-Argon 18 4:07:47
135 Frédéric Brun (Fra) Bretagne-Séché Environnement 4:10:32
136 Mark Cavendish (GBr) Etixx – Quick-Step 4:12:05
137 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 4:14:40
138 Pieter Weening (Ned) Orica GreenEdge 4:14:59
139 Jens Debusschere (Bel) Lotto Soudal 4:16:06
140 Damien Gaudin (Fra) AG2R La Mondiale 4:16:13
141 Dylan Van Baarle (Ned) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 4:18:40
142 Stijn Devolder (Bel) Trek Factory Racing 4:21:31
143 Jacopo Guarnieri (Ita) Team Katusha 4:22:20
144 Marcel Sieberg (Ger) Lotto Soudal 4:24:52
145 Luke Durbridge (Aus) Orica GreenEdge 4:25:03
146 Michael Matthews (Aus) Orica GreenEdge 4:26:33
147 Thomas Leezer (Ned) Team LottoNL-Jumbo 4:26:47
148 Tyler Farrar (USA) MTN – Qhubeka 4:32:32
149 Davide Cimolai (Ita) Lampre-Merida 4:33:21
150 Matthias Brandle (Aut) IAM Cycling 4:37:36
151 Bryan Nauleau (Fra) Team Europcar 4:40:12
152 Kenneth Van Bilsen (Bel) Cofidis, Solutions Credits 4:41:27
153 Svein Tuft (Can) Orica GreenEdge 4:48:08
154 Sébastien Chavanel (Fra) FDJ.fr 4:56:59

Il Team Sky abbracciato per festeggiare il successo di Froome (www.independent.co.uk)

Il Team Sky abbracciato per festeggiare il successo di Froome (www.independent.co.uk)

ALENTOUR DU TOUR… QUI PARIGI

luglio 26, 2015 by Redazione  
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Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Utrecht a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato

IL POKER D’ASSI

Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” el Tour 2014, Nibali, Contador, Froome e Quintana. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno

Vincenzo Nibali: Italia

Froome, ora scatta la festa. E Greipel fa poker a Parigi – Il giorno di Froome – I 10 momenti chiave del Tour – Nibali, Froome, Quintana: tutto il Tour in 10 “tappe” – Froome, il giorno più bello: baci e brindisi sui Campi Elisi – Tour: auto contro barriera, la polizia spara, è caccia all’uomo – La Course, Van der Breggen trionfa sugli Champs-Elysées (Gazzetta dello Sport)

Insulti, sputi e pure il gesto dell’ombrello: la dura vita di Froome re del Tour – Dai tifosi gestacci e offese di ogni tipo per l’inglese, trionfatore a Parigi – Parigi: giallo al Tour de France. Non rispetta l’alt, la polizia spara ma l’auto non si ferma (Corriere della Sera)

Contador: Spagna

Froome gana su segundo Tour y Valverde se sube al podio – Alarma en el Tour: la policía dispara a un coche sospechoso – La holandesa Van der Breggen ganó en los Campos Elíseos – Valverde: “Ahora quiero ser campeón del mundo” – Contador: “Ya tengo en la cabeza el Tour de 2016″ – La llegada a los Campos Elíseos bajo la lluvia (AS)

Fantastic Froome – Susto en el Tour de Francia – (Marca)

Greipel se suma a la fiesta de Froome – Valverde:”No me quedan lágrimas, me voy a emocionar” – Nibali correrá la Vuelta a España – 13 podios de Valverde entre las ‘grandes’ y el Mundial – ¡Tiroteo en el Tour de Francia! – Contador:”Ya tengo en la cabeza el Tour de 2016”(El Mundo Deportivo)

Froome: Regno Unito

Froome wins second Tour de France after triumphant ride into Paris with Team Sky – How did Team Sky get back on top and propel Chris Froome to victory? – The most memorable moments – Paris police hunt driver of car that crashed through barricades at Tour de France – Chris Froome confirmed as winner after triumphant ride into Paris with Team Sky – Briton wins historic race for second time (The Independent)

Froome rides into the history books – Froome rides into the history book – Second Tour de France title all but secured (The Times)

Gearing up for victory: Froome crowned Tour de France winner on final Paris stage – Follow all the action from stage 21 – the triumphant procession from Sèvres to Paris – Chris Froome makes history for Britain at Tour de France – so why is he so unloved? – Tom Cary: Champion is misunderstood – but what he can do about it? – Tour de France: the agony and ecstasy – Bullet-ridden car found after Paris police open fire at Tour de France barricades – Manhunt under way after car driven directly at road block – Tour de France: car crashes through barricades – Froome’s Tour de France triumph ends the worst ordeal an athlete can suffer (The Daily Telegraph)

Quintana: Colombia

Froome vuelve a ganar el Tour de Francia, Nairo finaliza de segundo – Quintana, el ciclista que no tiene límites – Chris Froome, un luchador de la vida – Disparan a conductor que violó cordón policial cerca a meta del Tour – ¿Por qué perdió Nairo el Tour? (El Tiempo)

Nairo Quintana, oficialmente segundo en el Tour de Francia (El Espectador)

Francia

Le roi Froome, le maître Greipel – Coquard: «Avec 15 millions, je gagne» – Froome a gagné sur le plat – Bardet élu super-combatif – Des écarts records (L’Equipe)

Germania: Simon Geschke

Froome zurück auf dem Tour-Thron – Krönung für Greipel – Christopher Froome rettet Gelb ins Ziel – Polizei schießt vor Tour de France-Finale auf Auto in Paris (Berliner Zeitung)

Greipel gewinnt die letzte Etappe – Froome Toursieger – Polizei schießt vor Tour-de-France-Ankunft auf Auto in Paris (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

God Save the Queen (inno nazionale britannico)

Poker Face (Lady Gaga)

a cura di DJ Jorgens

LA TAPPA CHE VERRA’: TOUR 2016

La prossima edizione della Grande Boucle scatterà il 2 luglio 2016 dalla celebre località di Mont-Saint-Michel. Nei prossimi giorni ilciclismo.it pubblicherà le prime indiscrezioni sul tracciato del 103° Tour de France. Seguiteci.

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Tuttobiciweb: “Le transesse di Place de la Concorde” (transenne)
Garzelli: “Campi Elisi è un circuito”
Conti: “Il pavè che non riesce più a staccare gli altri”
Fabretti: “Un saluto a Pancani e Martinello per augurargli l’ultima tappa”
De Stefano: “Greipel è il più veloce di tutti e potrebbe arrivare là sugli Champs-Élysées” (a dire il vero ci arriveranno tutti i corridori rimasti in gara)
Martinello: “La velocità sarà una passeggiata”
De Stefano: “Sul podio più alto”, “Sul gradino più alto di Champs-Élysées” (sul gradino più alto del podio)
Garzelli: “Il ciclismo è uno sport che ti appassione”
Garzelli: “Si è esposto in prima persone” (plurale?)
Fabretti: “Tre milioni e mezzo di italiani incollati”
De Stefano: “Girasoli che colano spessi da una tela di Van Gogh”
De Stefano: “La gente aveva travolto la strada”
Martinello: “Transitando nel pavè”
Martinello: “Sono in tabella di marcia con la tabella di marcia”
Martinello: “Questa ultima tappa finale”
Martinello: “Davide Cimelai” (Cimolai)
De Stefano: “I nostri colleghi connazionali tedeschi”

IL TOUR DI GOMEZ

In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della 22a tappa, Sèvres – Parigi

1° Thomas Voeckler
2° Luke Durbridge s.t.
3° Michael Rogers s.t.
4° Rohan Dennis s.t.
5° Michele Scarponi s.t.

Classifica generale

1° Sébastien Chavanel
2° Svein Tuft a 8′51″
3° Kenneth Vanbilsen a 15′32″
4° Bryan Nauleau a 16′47″
5° Matthias Brändle a 19′23″
Miglior italiano Davide Cimolai, 6° a 23′38″

IL TOUR DI GIMONDI
Sono passati 50 esatti dal fantastico successo di Felice Gimondi al Tour de France. Ci ricondurranno a quelle “calde” giornate del 1965 i i titoli del quotidiano “La Stampa”

14 LUGLIO 1965 – 22a TAPPA: VERSAILLES – PARIGI (cronometro individuale)

GIMONDI HA VINTO DA DOMINATORE IL TOUR TRIONFANDO ANCHE NELL’ULTIMA TAPPA A CRONOMETRO
Migliaia di tifosi italiani al Parc des Princes hanno applaudito la magnifica impresa del nostro corridore – Il superbo finale di Gimondi e Motta – Il ciclista più invidiato d’Europa
Nella Versailles-Parigi, di km 37,8, l’italiano ha distaccato il suo rivale Poulidor di 1’8” portando (con l’abbuono) il suo vantaggio complessivo a 2′40″ – Gianni Motta, secondo nella giornata e terzo in classifica generale, completa il successo italiano – Poulidor si è battuto con coraggio, ma ha dovuto cedere al più forte ciclista del Giro di Francia – Poco prima della premiazione ufficiale – Un abbraccio della Maglia gialla al suo rivale Raymond Poulidor – Soltanto 5 italiani vittoriosi al Tour – Ha conquistato in soli ventidue giorni la ricchezza e la popolarità – Un’affermazione, improvvisa e clamorosa, quasi una favola dei nostri giorni – Gimondi è un ragazzo dal fisico sottile e dal sorrìso ingenuo, ma possiede una volontà di ferro – Ha corso e vinto con facilità, in modo spavaldo, eppure è riuscito ad accattivarsi le simpatie di tutti, compresi i suoi avversari

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

Tour 2013, il passaggio nel gruppo nel cortile centrale del Louvre (foto AP)

Tour 2013, il passaggio nel gruppo nel cortile centrale del Louvre (foto AP)

ALENTOUR DU TOUR… QUI ALPE D’HUEZ

luglio 25, 2015 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Utrecht a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato

IL POKER D’ASSI

Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” el Tour 2014, Nibali, Contador, Froome e Quintana. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno

Vincenzo Nibali: Italia

Quintana ci prova sull’Alpe. Froome resiste: il Tour è suo. Nibali fora: niente podio – I tifosi sull’Alpe d’Huez – Le sette imprese italiane – La cavalcata di Pinot – Froome: “Tappa durissima. Sembrava lunga 300 km!” (Gazzetta dello Sport)

Nibali fora, sfuma il podio. Sull’Alpe d’Huez vince Pinot – Lo «Squalo», sfortunato, chiude al quarto posto. Domenica passerella finale a Parigi (Corriere della Sera)

Contador: Spagna

Nairo puso a Froome contra las cuerdas en el Alpe d’Huez – Nairo Quintana: “Perdí el Tour en la primera semana” – Valverde lloró: “Esto es lo que he perseguido toda mi vida” – Froome: “Los 110 kilómetros de hoy me parecieron 300″ – Contador: “Se van a recordar mis victorias, no los podios” (AS)

La épica para Nairo, el Tour para Froome – Nairo Quintana: “Perdí el Tour en la primera semana” – Valverde: “Es lo que he perseguido toda mi vida” – Contador: “He hecho un Tour digno, pero no estoy contento” (Marca)

Quintana llega tarde – Valverde, entre lágrimas: “Esto es lo que he perseguido toda mi vida” – Quintana: “Perdí el Tour en la primera semana” – Contador: “He hecho un Tour digno, pero no estoy contento” (El Mundo Deportivo)

Froome: Regno Unito

Froome seals second Tour de France victory (The Independent)

Froome holds on to all but seal second Tour victory – Team Sky leader held off a series of fierce attacks from rival – Froome’s success built on best-laid plans – Froome’s success built on best-laid plans – Chris Froome survives late attacks to all but seal Tour de France – Chris Froome seals second Tour de France(The Times)

Froome survives final test to make Tour history – Chris Froome set for Tour de France victory parade in Paris – Food secrets of a Tour chef – Wiggins is the greatest – but who completes the top 10? – Froome is a man of hidden complexity (The Daily Telegraph)

Quintana: Colombia

Nairo: ¡segundo en el Tour, primero en nuestros corazones! – ‘Perdí el Tour en la primera semana’: Nairo Quintana – Nairo, segundo en el Tour tras una vibrante etapa – Con paso demoledor, Nairo fue segundo en la etapa y se acercó a Froome – ¡2 minutos 38 segundos! Este sábado es el juicio final en Alpe d’Huez – Las reales opciones de Nairo para pelear el título del Tour (El Tiempo)

Nairo Quintana asegura el segundo puesto en el Tour de Francia – Perdí el Tour en la primera semana: Nairo Quintana (El Espectador)

Francia

Pinot brille, Froome vers la victoire – Pinot: «Ça valait le coup d’attendre» – Geniez: «Je m’en rappellerai» – Bardet: «Aucun regret» – Froome, un doublé jaune-pois (L’Equipe)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Previsioni?

Nebe1980: Speriamo che Nibali abbia recuperato lo sforzo di ieri e che possa arrivare sul podio. Speriamo che Quintana avendo visto che Froome non è imbattibile lo metta in croce già sulla croce di ferro e soprattutto speriamo in una tappa agonisticamente accesa tra i big e con grande spettacolo, insomma un finale degno di un Tour che in tema di big nonostante la presenza è stato davvero scarso (salvo ieri)

Salitepuntocià: Quintana deve fare una cronoscalata dell’alpe a tutta. Ma prima deve scarificare Valverde e farlo attaccare sulla Fer

DOPO LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Vittoria di Pinot. Quintana recupera 1′20″ a Froome, che salva la maglia gialla per 1′12″. Commenti?

Nebe1980: Quintana aveva perso più di 1 e 12 nei ventagli. In ogni caso se avesse attaccato a Palteau de Beille, a Pra Loup e sui laccetti forse oggi sarebbe in maglia gialla. Quel che io ed altri forumisti abbiamo ripetuti fino alla noia con qualcuno che ci dava degli incompetenti si concretizza oggi ed è stato ripetuto più volte anche da uno come Silvio Martinello che certo un incompetente non è. Dicevamo che Froome sembrava inattaccabile ma che se non provavi attacchi seri come quello di oggi e come quello negli ultimi 5 Km di ieri non puoi sapere se è veramente invulnerabile. Beh mi spiace per Nairo ma se l’è cercata

Howling Wolf14: Quaquaraquà e lingue lunghe zittiti. Tour spettacolare. I blablabla come al solito si sono rivelati inopportuni. Il Tour è sempre il Tour. I quattro grandi protagonisti hanno occupato 4 dei primi 5 posti.

in collaborazione con il “Forum dello Scalatore”

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

Non c’è più niente da fare (Bobby Solo)

a cura di DJ Jorgens

LA TAPPA CHE VERRA’: SÈVRES – PARIGI (109.5 Km)

La lunga avventura del Tour de France è giunta al capolinea. Nulla potrà accadere, immancabile volatone finale a parte, nell’ultimo atto della corsa che si svolgerà secondo il tradizionale copione: la partenza da un centro dell’hinterland parigino, i chilometri iniziali vissuti al piccolo trotto con un solo guizzo in vista della Côte de l’Observatoire, ultimo dei 57 traguardi GPM, e, prima dell’ingresso nella capitale francese, il passaggio da Issy-les-Moulineaux, il comune dove hanno sede gli uffici di Amaury Sport Organisation (ASO), il gruppo organizzatore della Grande Boucle dal 1993. Il primo tratto parigino della tappa vedrà il gruppo sfilare accanto ai principali monumenti cittadini – dall’Arco di Trionfo alla Tour Eiffel, dal complesso degli Invalidi al Museo del Louvre – prima di giungere sullo storico circuito disegnato sugli Champs-Élysées, l’anello di circa 7 Km che fu proposto per la prima volta nel 1975 e che dovrà essere inanellato complessivamente 10 volte prima di conoscere il nome del vincitore su uno dei traguardi più prestigiosi della storia del ciclismo. A seguire la teoria delle premiazioni che si concluderà con quella più celebrata, quella del 102esimo re del Tour de France

METEO TOUR

Previsioni meteo della ventunesima tappa, Sèvres – Parigi

Sèvres : pioggia debole (0,3 mm), 14.9°C (percepiti 10°C), vento moderato da S (19-29 Km/h), umidità al 90%
Parigi – 1° passaggio (41 Km): pioggia debole (0,2 mm), 15.4°C (percepiti 10°C), vento moderato da S (21-31 Km/h), umidità al 87%
Parigi – arrivo : pioggia debole (0,2 mm), 15.8°C (percepiti 10°C), vento moderato da S (22-34 Km/h), umidità al 83%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Garzelli: “Alberto Contadore”
Garzelli: “A livello montale”
De Stefano: “Bardet ha riconquistato la tappa che aveva conquisto al Dauphiné Libéré” (1° strafalcione: la corsa si chiama Critérium du Dauphiné; 2° strafalcione: al Delfinato Bardet ha vinto la tappa di Pra Loup, al Tour quella di Saint-Jean-de-Maurienne)
Garzelli: “E’ uno dei più grande degli ultimi anni”
De Stefano: “Il Tour del 2013, il Tour del centenario” (quello era il Tour n° 100, il centenario è stato nel 2003)
Sportal.it: “Rajder Hesjedal” (Ryder)
Sportal.it: “La Toussiere” (La Toussuire)

IL TOUR DI GOMEZ

In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della 21a tappa, Modane – Alpe d’Huez

1° Matthias Brändle
2° Alexander Kristoff s.t.
3° Tyler Farrar s.t.
4° Arnaud Démare s.t.
5° Mark Cavendish s.t.
Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 12° s.t.

Classifica generale

1° Sébastien Chavanel
2° Svein Tuft a 8′51″
3° Kenneth Vanbilsen a 15′32″
4° Bryan Nauleau a 16′47″
5° Matthias Brändle a 19′23″
Miglior italiano Davide Cimolai, 6° a 23′38″

IL TOUR DI GIMONDI
Sono passati 50 esatti dal fantastico successo di Felice Gimondi al Tour de France. Ci ricondurranno a quelle “calde” giornate del 1965 i i titoli del quotidiano “La Stampa”

13 LUGLIO 1965 – 21a TAPPA: AUXERRE – VERSAILLES

GIMONDI O POULIDOR? OGGI LA SFIDA DECISIVA NELLA TAPPA A CRONOMETRO CHE CONCLUDE IL TOUR – L’OLANDESE KARSTENS PRIMO A VERSAILLES MA LA MAGLIA GIALLA HA CONTROLLATO LA GARA
Dopo 4139 chilometri di corsa la Versailles – Parigi di km 37,800 darà il verdetto definitivo – Ieri nella penultima giornata del Giro ciclistico di Francia – Anquetil pronostica un successo italiano – Le tariffe di Felice Gimondi per le riunioni post-Tour – I «limiti di tempo» per difendere il primato
Poulidor ha cercato invano di staccare il rivale, puntando anche sull’aiuto dei suoi gregari – Gimondi, sempre nelle posizioni di testa, ha bloccato tutti i tentativi del francese – “Gimondi — dichiara l’asso francese — ha raggiunto il primato in classifica con pieno merito. Sarebbe una grossa ingiustizia se venisse superato” – 450 mila lire se vince il Giro, 320 mila se viene superato da Poulidor – I contratti firmati dall’italiano sono settantuno – In caso di affermazione il ciclista bergamasco incasserà pertanto oltre 30 milioni – Oggi sono in palio 20″ di abbuono al primo e 10″ al secondo – Quale dev’essere il piazzamento di Gimondi per vincere il «Tour»

ARCHIVIO ALMANACCO

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Uno dei mitici tornanti dellAlpe dHuez al naturale, svuotato dalla caratteristica cornice di pubblico del Tour de France (www.italpress.com)

Uno dei mitici tornanti dell'Alpe d'Huez al ''naturale'', svuotato dalla caratteristica cornice di pubblico del Tour de France (www.italpress.com)

ALENTOUR DU TOUR… QUI LA TOUSSUIRE

luglio 24, 2015 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Utrecht a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato

IL POKER D’ASSI

Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” el Tour 2014, Nibali, Contador, Froome e Quintana. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno

Vincenzo Nibali: Italia

Nibali pazzesco sulle Alpi. Attacca e arriva in solitaria – Tour, Nibali: “Froome mi ha attaccato. Parole ingiuste e troppo dure” (Gazzetta dello Sport)

Tour de France, Nibali torna grande: vince la tappa alpina e si prende il 4° posto – Lo Squalo stacca Quintana, Froome, Valverde e Contador (Corriere della Sera)

Contador: Spagna

Nibali brilla en La Toussuire y Nairo recorta 32″ a Froome – Contador: “Sufrí calambres y tuve que economizar” – Nibali: “He sufrido mucho en este Tour, ha sido muy difícil” – ¡Vaya cortes de mangas que le dedicó un aficionado a Froome! – Así fue la caída de Contador, que aún no se había visto… – Gran victoria de Nibali que se acerca al podio (AS)

Lección de pundonor de Nibali y aviso de Quintana a Froome – Nibali: “El podio está difícil, he gastado mucha energía” – Contador: “Ha sido un día para sobrevivir” (Marca)

Nibali gana; Quintana recorta – Nibali: “¿El podio? complicado, he gastado mucha energía” – Contador: “Ha sido un día para sobrevivir” – Corte de mangas de un aficionado a Froome- (El Mundo Deportivo)

Froome: Regno Unito

Quintana cuts Froome lead to put late pressure on Briton (The Independent)

Vincenzo Nibali wins stage as Nairo Quintana cuts the gap to Chris Froome – Time almost up for outclassed opponents – All human life contained in Tour’s complexity (The Times)

Froome holds yellow but loses time to Quintana (The Daily Telegraph)

Quintana: Colombia

Nairo, segundo en la etapa 19 y le descuenta 32 segundos a Froome – ‘El podio está complicado, he gastado mucha energía’: Nibali – ‘Ha sido un día para sobrevivir’: Contador – Penúltimo cartucho de Nairo en el Tour (El Tiempo)

Nairo Quintana, segundo en la etapa 19 del Tour de Francia (El Espectador)

Francia

Nibali a encore les crocs – Froome encore ciblé – (L’Equipe)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Previsioni?

Howling Wolf14: Al TdF ogni tappa può riservare sorprese. Avete visto i crolli dei francesi (Bardet, Pinot, Péraud, ecc), poi la débacle di Van Garderen. Ogni giorno può accadere qualcosa. Magari scoppia Thomas. Magari Contador. Magari Valverde. Auguriamoci che Nibali risalga in classifica. L’arrivo è in salita. Per provare a fare il vuoto bisogna stare molto molto bene. E per sperare di staccare l’avversario diretto occorre che lui sia in affanno. Lo si guarda in volto. Si contano le sue pedalate al minuto. Se io vado a 65 non posso attaccare uno che va a 85. Ma se vedo il mio avversario che va a 55 una botta gliela do. Guardate bene le gambe e le pedivelle prima di sentenziare, sulla carta, chi deve attaccare. Occhio alla penna.

Mauro Facoltosi: La tappa è partita fortissimo, con attacchi (Valverde, Contador, Nibali) sin dalla prima salita. Con Froome è rimasto solo Poels.

Olivier: E il tratto tra la base della discesa del Chaussy e l’attacco del Glandon e’ un andata e ritorno in valle con sali e scendi che se fatto forte non permette di recuperare tanto

Mauro Facoltosi: Vittoria in solitaria per Nibali che sale al 4° posto della classifica. Quintana guadagna una trentina di secondi su Froome. Commenti?

Salitepuntocià: Impresa di altri tempi di Nibali e dietro mica lo hanno lasciato andare. Diciamo che onora la vittoria dello scorso anno battendo i big alla grande. Quintana doveva muoversi prima

Nebe1980: Concordo

B-baggjins: Grande Nibali! Mi ha fatto commuovere. Sull’ultima salita ha continuato a guadagnare su Contador & Co., pensavo qualcosina perdesse e invece no

Garda Bike: Grande vittoria, ottenuta e voluta con coraggio, determinazione, cuore e caparbietà. Bravo Vincenzo! Però sottolineo due gesti assolutamente negativi nei confronti di Froome prima sul Croix de Fer e poi poco prima dell’arrivo, quando uno spettatore gli ha fatto l’ombrello e un altro gli ha sputato addosso. Gesti da infiltrati, non da appassionati di ciclismo, che vanno condannati al 100%.

Salitepuntocià: Vorrei sottolineare la stupidità della Movistar… se lasciavano come era logico lavorare la Sky o Froome negli attacchi i giorni scorsi , era piu stanco lui, piu freschi loro, e a quest’ora avrebbero meno distacco Ormai salvo crolli il Tour è di Froome, dubito perda 2′38 sulla sola Alpe domani. Mi pare ci sarà anche il sole, se avesse piovuto Quintana poteva sperare visto che col maltempo va forte.

in collaborazione con il “Forum dello Scalatore”

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

Braveheart (colonna sonora)

a cura di DJ Jorgens

LA TAPPA CHE VERRA’: MODANE – ALPE D’HEUZ (110.5 Km)

E per ultima viene l’Alpe per antanomasia. Sede dell’ultima tappa di montagna lo era già stata nel 2011 ma poi si doveva affrontare una crono nella vicina Grenoble, messa quasi a far da cuscinetto tra l’Alpe d’Huez e la passerella finale parigina, mentre stavolta arriverà al penultimo giorno di gara, seguita da un lunghissimo trasferimento verso la capitale francese che i “suiveurs” affronteranno in macchina mentre i corridori, dopo aver trascorso la notte nella celebre stazione invernale, bruceranno più comodamente la distanza in aereo. Prima ci sarà da consumare l’ultima fatica del Tour 2015 che, nei programmi originari, doveva ricalcare le rotte della citata frazione del 2011 che, dopo la partenza da Modane, prevedeva di scalare i colli del Télégraphe e del Galibier (2556 metri). Ci ha pensato una frana, caduta quasi al termine della discesa dall’ultimo colle, a scombussolare la carte agli organizzatori, costringedoli poche settimane prima della partenza del Tour da Utrecht a rimetter mano al percorso, ridisegnato sostituendo i due colli originariamente previsti con la Croix-de-Fer, scalata dal versante opposto rispetto alla tappa della Toussuire. Si tratterà della salita più lunga di questa edizione, con ben 30 Km al 5,2% medio da coprire per ritornare ai 2067 metri del celebre valico, simile nella struttura a quella del Glandon affrontata nella tappa dell’altro giorno. La spezzano, infatti, due contropendenze e, dopo aver debuttato con 4 Km al 7,4%, propone un nucleo centrale di 5 Km all’8,8%, per poi non riservare più interruzioni negli ultimi 14 Km, morbidi nella prima metà e nuovamente impegnativi negli ultimi 7000 metri, che salgono all’8%. Al quale punto si sarà percorsa la prima metà di questa penultima frazione del Tour 2015 e 54,5 Km mancheranno al traguardo, con la discesa nella valle della Romanche e una decina di chilometri di pianura a tirar la “volata” ai mitici 21 tornanti che in quasi 14 Km al 8,1% conducono al “re” dei traguardi montani del Tour de France, consacrato dalla fantastica impresa di Fausto Coppi del 1952 e divenuto pane quasi quotidiano della Grande Boucle a partire dalla seconda metà degli anni ‘70, forte di ben 28 precedenti arrivi di tappa.

METEO TOUR

Previsioni meteo della ventesima tappa, Modane – Alpe d’Huez

Modane : previsioni non disponibili
Saint-Jean-de-Maurienne (25 Km): nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 18.5°C (percepiti 12°C), vento forte da WSW (36-44 Km/h), umidità al 57%
Alpe d’Huez : previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Fabretti: “E’ accaduto poco o niente” (dici niente attacchi di Valverde, Nibali e Contador?)
Martinello: “Originariamente la tappa prevedeva la scalata del Lautaret e del Galibier” (Télégraphe e Galibier)
Conti: “Nibali è un altro Nibali rispetto a quello che abbiamo visto in questo avvio di Tour de France” (è da tre settimane che è partito il Tour)
Martinello: “Fa in modo che rimanga invariato la distanza”
Martinello: “Saint Jane de Maurienne” (Saint Jean de Maurienne)
Pancani: “Ricordatevi che domani il Tour non finisce oggi”
Pancani: “Sembrava che dovesse crollare definitivamente la sua classifica”
Martinello: “Nibali pedala fino al traguardo” (perchè, pensavi che lo tagliasse a piedi?)
Martinello: “Ai tanti che lo hanno critichiato”

IL TOUR DI GOMEZ

In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della 20a tappa, Saint-Jean-de-Maurienne – La Toussuire

1° Jacopo Guarnieri
2° Kenneth Vanbilsen a 1′18″
3° Winner Andrew Anacona Gómez s.t.
4° Alexander Kristoff s.t.
5° Damien Gaudin s.t.

Classifica generale

1° Sébastien Chavanel
2° Svein Tuft a 8′51″
3° Bryan Nauleau a 14′09″
4° Kenneth Vanbilsen a 15′32″
5° Matthias Brändle a 19′23″
Miglior italiano Davide Cimolai, 6° a 21′00″

IL TOUR DI GIMONDI
Sono passati 50 esatti dal fantastico successo di Felice Gimondi al Tour de France. Ci ricondurranno a quelle “calde” giornate del 1965 i i titoli del quotidiano “La Stampa”

12 LUGLIO 1965 – 20a TAPPA: LIONE – AUXERRE

WRIGHT VINCE LA TAPPA PIÙ LUNGA DEL TOUR – CLASSIFICA IMMUTATA: GIMONDI SEMPRE AL COMANDO
Nei 298 km da Lione ad Auxerre nessuna grande sorpresa movimenta la corsa ciclistica – La Maglia gialla si prende il lusso di sfidare Poulidor con una «fuga»
Un significativo episodio poco dopo la partenza – Gimondi rincorre il belga Verhaegen – Dopo averlo raggiunto, passa a tirare e stacca il gruppo di Poulidor di venti secondi – Il breve tentativo dimostra la superiorità dell’italiano e serve a tenere la gara sotto controllo – Nel finale via libera all’inglese Wright, un ragazzo di ventiquattro anni che vive in Belgio – Oggi arrivo a Versailles, domani la prova a cronometro conclude il Tour – Il programma di Gimondi – Già firmati i contratti per cinquanta riunioni

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

Vistsa panoramica sulla stazione invernale della Toussuire (www.hotels-chalets-tradition.com)

Vistsa panoramica sulla stazione invernale della Toussuire (www.hotels-chalets-tradition.com)

ALENTOUR DU TOUR… QUI SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE

luglio 24, 2015 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Utrecht a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato

IL POKER D’ASSI

Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” el Tour 2014, Nibali, Contador, Froome e Quintana. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno

Vincenzo Nibali: Italia

La Francia gode con Bardet, nessun distacco tra i big – Bardet: “In cima ai Lacets ho avuto la pelle d’oca” – Froome risponde ancora agli attacchi – Tour, Fuglsang tirato giù da una moto? (Gazzetta dello Sport)

Tour de France, «processo» a Froome: i pro e contro per la maglia gialla (Corriere della Sera)

Contador: Spagna

Contador lo probó de lejos y Bardet dio el 2º triunfo francés – Contador se levantó cojo y crítico: “Movistar se equivocó” – Y en la meta: “Ataqué más con el corazón que con las piernas” – Froome: “Sólo responderemos si atacan Quintana y Valverde” – Valverde: “¿Contador? El pique es deportivo, sólo en carrera” – Nairo: “Estamos contentos pero buscaremos el amarillo” – Así fue la caída de Contador, que aún no se había visto… – La leyenda de Ugrumov: el rival que ‘amenazó’ a Indurain(AS)

Fuegos de artificio en el Tour – Contador: “Voy a luchar por el podium” (Marca)

El plácido liderato de Froome – Froome: “Solo vigilo a Quintana y a Valverde” – 20 años de la ‘manita’ de Indurain – Contador afirma que luchará por subir al podio – La caída de Contador en la 17a etapa del Tour – El sudafricano Meintjes abandona por una gastroenteritis (El Mundo Deportivo)

Froome: Regno Unito

Froome remains on course for Tour de France title (The Independent)

Froome keeps rivals at bay as Bardet wins – Chris Froome deserves our admiration. Doubters must produce evidence, or desist (The Times)

Froome keeps up smooth progress towards second crown (The Daily Telegraph)

Quintana: Colombia

Bardet ganó una etapa en la que Froome mantuvo la diferencia con Nairo – ‘Este viernes empieza el terreno para atacar’: Nairo Quintana – Por los apodos se conocen a los ciclistas colombianos (El Tiempo)

Winner Anacona fue tercero en la etapa 18 del Tour de Francia – Sudafricano Meintjes abandona el Tour por una gastroenteritis – Urán: “Me han faltado fuerzas al final” – Seguiremos intentando hasta el final del Tour: Nairo Quintana – Una etapa del Tour en la casa de Nairo Quintana (El Espectador)

Francia

Bardet: «L’audace a payé» – Le triomphe de Bardet – Bardet: «Sauver mon Tour dans les Alpes» – C’est la bonne pour Bardet! – La chute de Fuglsang a-t-elle tout changé? – Barguil a «joué avec Mollema» – Froome: «J’ai dû défendre» – (L’Equipe)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Previsioni?

Olivier: Piu’ che una previsione la mia e’ una speranza, Contador che si prende una rivincita. Cmq, penso sia probabile una fuga all’arrivo con un Pinot, Bardet vincitori di tappa. Cmq, Vive La Maurienne, la piu’ bella valle del mondo – vabbe’io sono originario di La Chambre, quindi sono di parte

Howling Wolf14: Da La Chambre si va su, alla Madeleine. Chissà quante volte l’hai fatta. Poi su viene giù dalla Croix-de-Fer. E dal Glandon. E si va su anche al Télégraphe e al Galibier. Ho fatto due volte la Marmotte. Conosco bene. Bella la Maurienne.

Olivier: Quando ero giovane, tra i 14 e i 22 anni, passavo tutta l’estate li’ e ogni giorno con la mia mitica vecchia Motobecane mi andavo a sfiancare su una di quelle salite. Conosco molto bene anche il Chaussy che faranno domani, all’epoca il versante da dove scenderanno (Montaimont) aveva gli ultimi due km sterrati, bel posto!!! ora purtroppo non riesco piu’ ad andare spesso e non ho mai fatto la Marmotte; quando vado li’ ho solo il tempo di dedicarmi alla montagna, l’altra mia passione. Tra oggi e domani seguiro’ la tappa in cuffia dall’ufficio, che tristezza!!! l’ultima volta che sono riuscito ad andare per il tour era il 1998, sulla Madeleine con Ulrich all’attacco e Pantani in maglia gialla a ruota, sembra ieri ma sono quasi 20 anni!!! Domani ci sara’ meta’ della mia famiglia in ordine sparso tra La Chambre (fine discesa del Chaussy/Madeleine) e La Toussuire, beati loro!!!

DOPO LA TAPPA

Nebe1980: Ecco! Come volevasi dimostrare. Froome un po’ in affanno sull’ultima accelerazione di Nibali. Se Quintana avesse fatto il diavolo a quattro con continui scatti sul Glandon magari Froome rimaneva staccato e lì potevano essere dolori.
Invece nulla. Unica speranza è che quella defaillance di Froome sia la spia della riserva e che la paghi domani e dopodomani, certo che a torturarlo dai Pirenei la cosa poteva essere diversa invece lo hanno portato in carrozza. La dimostrazione? Le fughe che arrivano. Questi avevano 3 minuti anche a 100 Km dall’arrivo

in collaborazione con il “Forum dello Scalatore”

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

L’Esercito Del Surf (Catherine Spaak)

a cura di DJ Jorgens

LA TAPPA CHE VERRA’: SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE – LA TOUSSUIRE (138 Km)

I chilometraggi “mignon” – 138 Km domani, 110,5 Km nel giorno dell’Alpe d’Huez – saranno il filo conduttore delle ultime due tappe di montagna del Tour 2015. Sono distanze che qualcuno ha criticato, ritenendole indicate più a corse per dilettanti che per gare professionistiche, ma hanno il loro rovescio della medaglia. Da anni sulle strade dei grandi giri non si vedono più tapponi vecchio stile, lunghi oltre 200 Km e infarciti di salite fin dalle prime battute, preferendogli frazioni più snelle ma che, alla fine, si sono rivelate più combattute. I chilometraggi maxi, infatti, in molti casi poco invogliavano alla battaglia e quelle tappe partivano al rallentatore, anche nel timore che molti potessero finire fuori tempo massimo. Con distanze inferiori spesso, al contrario, le partenze risultano più decise e le alte medie in avvio contribuiscono a rendere più dura la giornata, in particolar modo quando la tappa è di montagna e ancor più se c’è una salita subito dopo il via. Sarà proprio il caso della frazione che terminerà per la quarta volta nella stazione sciistica della Toussuire e che, lasciato il “chilometro 0″, immediatamente proporrà gli inediti 15,4 Km al 6,3% del Col du Chaussy. Discesa, poi pianura e una cinquantina di chilometri più avanti il gruppo tornerà a confrontarsi con il Glandon, scalandolo stavolta dal versante settentrionale, il più impegnativo, prolungandolo fino alla cima del Col de la Croix-de-Fer (2067 metri), sul quale si scollinerà dopo aver affrontato 22,4 Km d’ascesa al 6,9%, quando ne mancheranno 55 all’arrivo. Tutto il finale parlerà, alternativamente, il linguaggio della salita e della discesa, passando per i 1638 metri del Col du Mollard (5,7 Km al 6,8%) prima d’attaccare l’ascesa finale, che non è dura nelle pendenze (6,1% la media) ma lo sarà per la sua lunghezza, di 2000 metri inferiore ai 20 Km: sono numeri che, a 48 ore dall’epilogo parigino e dopo tre settimane di corsa, possono a loro volta farcene vedere di numeri!

METEO TOUR

Previsioni meteo della diciannovesima tappa, Saint-Jean de Maurienne – La Toussuire

Saint-Jean-de-Maurienne (partenza) : cielo sereno, 26.9°C (percepiti 28°C), vento debole da W (3-4 Km/h), umidità al 56%
Saint-Jean-de-Maurienne (119 Km): poco nuvoloso, 28.7°C (percepiti 27°C), vento moderato da WSW (12-14 Km/h), umidità al 49%
La Toussuire : previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Pancani: “Passo circondata dal massiccio”
Martinello: “Nonostante le condizione non ottimale”
Garzelli: “Mollemma” (Mollema)
Martinello: “Inizia il Tour de Glandon”
Pancani: “Si è allargato Fuglsang” (è ingrassato?)
Marca (quotidiano spagnolo): “Conrador”

IL TOUR DI GOMEZ

In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della 19a tappa, Gap – Saint-Jean-de-Maurienne

1° Damien Gaudin
2° Bryan Coquard s.t.
3° Matthias Brändle s.t.
4° Arnaud Démare s.t.
5° Alexander Kristoff s.t.
Miglior italiano Davide Cimolai, 23° s.t.

Classifica generale

1° Sébastien Chavanel
2° Svein Tuft a 8′51″
3° Bryan Nauleau a 13′33″
4° Kenneth Vanbilsen a 15′32″
5° Matthias Brändle a 19′23″
Miglior italiano Davide Cimolai, 6° a 21′00″

IL TOUR DI GIMONDI
Sono passati 50 esatti dal fantastico successo di Felice Gimondi al Tour de France. Ci ricondurranno a quelle “calde” giornate del 1965 i i titoli del quotidiano “La Stampa”

11 LUGLIO 1965 – 19a TAPPA: AIX-LES-BAINS – LIONE

VAN LOOY PRIMO SUL TRAGUARDO DI LIONE – FELICE GIMONDI È SEMPRE MAGLIA GIALLA – PER DIFENDERSI DA POULIDOR L’ITALIANO È PASSATO ALL’ATTACCO
Seconda vittoria di tappa del campione belga al Giro di Francia – Una frazione severa e molto combattuta – Motta deluso e scontento
Sullo slancio di una fuga di Anglade, Gimondi ha staccato il rivale costringendolo ad un disperato inseguimento – La volontà di Van Looy alla caccia di una affermazione di prestigio – Malgrado il brillante piazzamento nella graduatoria generale, Gianni appare nervoso e irritabile – Le speranze di Poulidor e la fiducia del «leader» della classifica

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

Gli spettacolari tornanti verso Montvernier (www.lacetsdemontvernier.com)

Gli spettacolari tornanti verso Montvernier (www.lacetsdemontvernier.com)

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