VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “PRIMERA SEMANA”

agosto 21, 2015
Categoria: Approfondimenti

Salpa dalle spiaggie di Marbella l’edizione n° 70 della Vuelta a España, con un campo partenti notevolmente luccicante di stelle e che, di fatto, sarà una riproposizione del “cartellone” dell’ultimo Tour de France. Ai nastri di partenza si schiereranno, infatti, oltre a Fabio Aru (che alla Grande Boucle non c’era), Froome, Quintana, Valverde, Nibali, Rodríguez e Valverde, chiamati a sfidarsi su un tracciato che anche quest’anno strizzerà l’occhio agli scalatori. Dopo l’insidiosa cronosquadre d’avvio, degli otto arrivi in salita in programma tre saranno già proposti nella prima settimana di gara, pur senza incontrare, per adesso, grandissime pendenze.

Sarà una delle edizioni più “succulente” degli ultimi anni quella della Vuelta che scatterà sabato 22 agosto da Marbella, in virtù di un campo partenti a dir poco eccezionale, che vedrà sfidarsi – escluso Contador che, stremato da Giro e Tour, ha già deciso di porre termine alla sua stagione – gli stessi grandi protagonisti del recente Tour de France, da Froome a Quintana, da Nibali a Van Garderen, da Valverde a Rodríguez, con l’aggiunta di Aru e Landa, reduci dal Giro. Il percorso avrà il solito taglio che anche quest’anno strizzerà gli occhi agli scalatori, grazie a otto arrivi in salita – tutti inediti – e a soli 46 Km da percorrere contro il tempo (comunque sempre più della “miseria” dell’ultima edizione della Tour), ai quali si aggiungeranno altre tre tappe di montagna senza l’arrivo in quota e più adatte ai corridori dotati di fondo. Le “briciole” spetteranno ai velocisti, che avranno a loro disposizione appena cinque frazioni, tra l’altro quasi tutte movimentate altimetricamente. L’ultima sarà quella conclusiva di Madrid, il 13 settembre, dopo che ci si saranno lasciati alle spalle 3358 Km suddivisi in 21 frazioni, 4 delle quali si svolgeranno su di una distanza superiore ai 200 Km, parecchie rispetto agli standard degli ultimi anni. Passiamo ora a esaminare i primi sette giorni di una gara impegnativa fin dall’inizio, che proporrà nella settimana d’apertura ben tre degli otto arrivi in salita, oltre alla breve cronosquadre d’avvio.

1a TAPPA: PUERTO BANÚS – MARBELLA (cronometro a squadre – 7,4 Km)

Per il sesto anno consecutivo la Vuelta si metterà in marcia con una cronometro a squadre, la più breve tra quelle affrontate nel recente passato ma non certo una delle più facili, a dispetto di un tracciato pianeggiante e quasi completamente sgombro di curve. Due fattori incideranno non poco sull’esito della gara, è il primo di questi è la totale esposizione al vento poiché la crono si snoderà costantemente lungo la costa del Mar Mediterraneo. Il vero problema, però, sarà costituito dal fondo stradale, che è stato oggetto di critiche da alcuni corridori, Froome su tutti. Infatti, di asfalto non se ne incontrerà praticamente mai e, in sua vece, i corridori si troveranno a pedalare sul cemento nel tratto iniziale della crono – disegnato sullo stretto Molo di Levante di Puerto Banús, che costringerà le squadre ad assumare fin da subito una formazione a fila indiana – per poi passare al poco scorrevole fondo sabbioso della passeggiata a mare, spezzato di tanto in tanto da non meno veloci passerelle di legno, come quella appositamente allestita nel bel mezzo della spiaggia di Marbella in occasione della Vuelta e che accoglierà il rettilineo d’arrivo.

2a TAPPA: ALHAURÍN DE LA TORRE – CAMINITO DEL REY (158,7 Km)

È già ora di prendere l’ascensore perché, subito al secondo giorno di gara, ci sarà da fare i conti con il primo degli otto arrivi in salita. Va detto che il finale non riserverà nulla di particolarmente trascendentale poiché l’ascesa all’Alto de la Mesa, ai cui 560 metri di quota sarà collocato il traguardo, non è impegnativa né per pendenze (la media è del 6,6%, condita da un paio di strappi al 15%), né per chilometraggio (4,7 Km) e al massimo potrebbe far più selezione la sede stradale non larghissima, in particolar modo nei chilometri finali, i più pendenti (la media negli ultimi mille metri è del 7%), contraddistinti anche da una maggior ruvidezza dell’asfalto. Una quarantina di chilometri prima di questo finale, si dovrà superare anche l’Alto de Ardales (5 Km al 4,4%), primo dei 45 GPM previsti dal tracciato della Vuelta 2015.

3a TAPPA: MIJAS – MÁLAGA (158,4 Km)

Scendono per la prima volta in campo i velocisti che avranno a disposizione in questo tracciato della Vuelta cinque occasioni per esprimere le loro potenzialità. Si tratterà di giornate in cui la vittoria dovranno sudarsela perché gli organizzatori non sono stati magnanimi nei loro confronti e, con l’esclusione della passerella conclusiva di Madrid, le hanno infarcite di difficoltà che daranno loro parecchio filo da torcere. Oggi, per esempio, si dovrà affrontare la prima salita di 1a categoria di questa edizione, il Puerto del León, che svetta sull’altimetria a 82 Km dal traguardo, una distanza che poco potrebbe impensierire i velocisti. L’ascesa al León non è dura ma è dotata di un considerevole chilometraggio (sono 16,3 Km al 5,6%) e potrebbe per questo rimanere nelle gambe, poiché siamo oramai nella fase terminale della stagione, momento al quale molti corridori giungono provati da diversi mesi trascorsi sulla strada, tra allenamenti e competizioni. E così i morbidi saliscendi che s’incontreranno a una quindicina di chilometri da Málaga potrebbero “azzoppare” le speranze di quei velocisti che avevano superato apparentemente indetti il GPM del Puerto del León e che invece gli ha atossicato le gambe. Segnaliamo che nella “stesura” originale di questa frazione, il tracciato era più accondiscendente verso gli sprinter, poiché al posto del colle di 1a categoria erano previste due pedalabili collinette di terza a centro tappa e un finale decisamente più snello.

4a TAPPA: ESTEPONA – VEJER DE LA FRONTERA (209,6 Km)

Dopo la crono d’avvio, il primo arrivo in salita e la frazione nella quale hanno debuttato i velocisti, in questa tappa saranno i finisseur i mattatori in scena alla Vuelta 2015, corridori alla “Purito” Rodríguez e alla Sagan, entrambi ai nastri di partenza ed entrambi motivatissimi, il primo per aggiungere altre perle a una stagione che l’ha visto trionfare nelle tappe di Huy e di Plateau de Beille al recente Tour, il secondo alla ricerca di una vittoria parziale in un grande giro che gli manca dal 2013, quando s’impose nella frazione di Albi della Grande Boucle. Il finale di Vejer calza a pennello per le loro caratteristiche, forse più per quelle dello slovacco rispetto a quelle del corridore spagnolo, al quale si addicono particolarmente i primi 2,2 Km dell’ascesa finale, che salgono al 7,9% con un picco al 18,4%. Nei rimanenti 2 Km verso il traguardo, invece, la strada diventa più benevola e favorevole al corridore slovacco, con la salita che si “sgonfia”, spezzata da un paio di falsopiani e da una consistente discesa di quasi 500 metri che s’incontrerà all’imbocco dell’ultimo chilometro; così chi si sarà avvantaggiato nella parte più impegnativa potrebbe veder vanificati i propri sforzi se non sarà riuscito a scavare un margine di sicurezza. Da segnalare che questa sarà la prima frazione nella quale si supereranno i 200 Km e la seconda per distanza da percorrere, superata solo dalla tappa, decisamente più impegnativa, che si concluderà in salita all’Alto Campoo e che misurerà 215 Km.

5a TAPPA: ROTA – ALCALÁ DE GUADAÍRA (167,3 Km)

A guardar l’altimetria della tappa numero 5 verrebbe automatico, di primo acchitto, “archiviare” questa frazione tra le più facili di questa edizione, pronti ad assistere a uno dei più classici volatoni, senza particolari emozioni. Ma poi, se si strizzano gli occhi a focalizzare i particolari, ecco spuntare una sorpresina proprio in fondo al grafico, sotto la forma di un tratto che s’impenna e che diventa più evidente nel dettaglio degli ultimi 5 Km. Così, transitati sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro, la strada – fin lì piatta e movimentata al massimo ma morbidissime ondulazioni – prenderà costantemente ad ascendere e lo farà sin sulla linea d’arrivo. Detto questo, saranno sempre gli sprinter i naturali favoriti per il successo poiché le pendenze saranno sempre modeste, buone al massimo per respingere ancora una volta i velocisti più pesanti e meno resistenti. Per fare qualche nome, questo sarebbe un traguardo ideale per corridori come il francese Bouhanni e il tedesco Degenkolb, che riescono a rimanere a “galla” nei finali più impegnativi ed anche ad andare a segno (come il tedesco ha dimostrato nell’arcigno arrivo ad Hatta, al Dubai Tour). Ci sarà comunque spazio per i finisseur, anche se lo spazio di “manovra” oggi per loro sarà limitato al rettilineo d’arrivo: rispetto alla tappa precedente, un uomo come Rodríguez non avrà nessuna possibilità mentre Sagan potrebbe tentare il “goal” anche in quest’occasione.

6a TAPPA: CÓRDOBA – SIERRA DE CAZORLA (200,3 Km)

Un altro arrivo in salita si staglia all’orizzonte ed anche stavolta la musica non dovrebbe distanziarsi molto da quella suonata quattro giorni prima a Caminito del Rey, nonostante un percorso che sulla carta pare più impegnativo. Di fatto, però, non s’incontrerà nulla di veramente impegnativo fino ai piedi dell’ascesa finale, ancor più breve rispetto a quella dell’Alto de la Mesa, ma che sarà preceduta da un lungo tratto in falsopiano che ricorda il versante di Edolo dell’Aprica e che potrà rilevarsi interessante solo se il gruppo lo affronterà a tutta. Vera salita s’incontrerà negli ultimi 3,3 Km, nel corso dei quali si viaggerà tra una pendenza media del 6,3% e un picco massimo del 13%. Nulla di particolare, dunque, e i distacchi dovrebbero prevalentemente essere causati da selezione naturale o, al massimo, da piccoli buchi tra gli uomini di classifica ed eventualmente dagli abbuoni.

7a TAPPA: JÓDAR – LA ALPUJARRA (191,1 Km)

La settimana introduttiva della Vuelta 2015 si concluderà con la prima, vera tappa di montagna, servita dopo gli assaggini di salita offerti nei finali di Caminito del Rey e di Cazorla. Premettiamo che anche oggi non s’incontreranno grandissime pendenze ma l’ascesa che caratterizzerà il finale, verso la località di Capileira, piccolo comune situato nella regione dell’Alpujarra, è certamente la più “monumentale” di quest’edizione sotto l’aspetto del chilometraggio. Risalendo il versante sud occidentale della Sierra Nevada, i suoi 18,7 Km proporanno una pendenza media del 5%, mitigata da un lungo tratto pianeggiante di quasi 3 Km che la spezzerà in due parti distinte, la prima più pedalabile della seconda, che misura quasi 10 Km e presenta un’inclinazione media del 6.5% e un picco al 16%, raggiunto a poco meno di 2 Km dal traguardo. In pratica, si tratta di una tipica salita da prima settimana di un grande giro, paragonabile a quelle del Santuario di Montevergine e dell’Abetone, ideale per dare una prima scremata al gruppo ma senza troppe pretese di selezione. Va ancora ricordato, però, che siamo oramai entrati nell’ultima fase della stagione e la stanchezza fin qui accumulata potrebbe farla diventare più impegnativa del previsto, per qualcuno. A pesare, se si partirà da Jódar a passo di carica (come spesso accade da qualche anno a questa parte), potrebbe essere anche la natura frastagliata dell’altimetria nella marcia d’avvicinamento al finale, che proporrà diversi su e giù, tra i quali spicca – anche se non certo per chilometraggio e durezza – il GPM di terza categoria del Puerto de Los Blancares (9 Km al 3,3%.)

Mauro Facoltosi

Lo spettacolare Caminito del Rey, non lontano dal quale si concluderà la prima tappa di montagna della Vuelta 2015 (www.caminitodelrey.info)

Lo spettacolare Caminito del Rey, non lontano dal quale si concluderà la prima tappa di montagna della Vuelta 2015 (www.caminitodelrey.info)

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