VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “SEGUNDA SEMANA”

agosto 29, 2015
Categoria: Approfondimenti

Se i sette giorni d’apertura della Vuelta erano ricchi di appuntamenti d’interesse (la cronosquadre di Marbella, i primi arrivi in salita, le prime volate), la seconda settimana della Vuelta sarà quasi esclusivamente incardinata attorno ad una frazione “faro”, quella durissima che mercoledì 2 settembre andrà in scena sulle strade del principato d’Andorra. I finali indecifrabili di Murcia e Castellón e l’arrivo sul muro a Cumbre del Sol quasi scompaiono “stritolati” dai 138 Km di sola e pura montagna disegnati nel cuore dei Pirenei, con sei durissime ascese d’affrontare in rapida successione. Una delle tappe da non perdere della 70a edizione del Giro di Spagna

8a TAPPA: PUEBLA DE DON FADRIQUE – MURCIA (182,5 Km)

Una volta Murcia era terreno di caccia quasi esclusivo dei velocisti, poi spuntò la Cresta del Gallo e la musica è un po’ cambiata. La Vuelta scoprì per la prima volta quest’ascesa di 4,2 Km al 7,5% di pendenza media nel 1979, proprio in occasione di una frazione con arrivo a Murcia nella quale fu protagonista lo spagnolo Juan Argudo, primo su quell’inedito GPM e poi al traguardo di tappa. Da allora la corsa spagnola c’è tornata altre cinque volte, in alcune occasioni riuscendo a rompere le uova nel paniere agli sprinter, in altre fallendo l’obiettivo d’impedire la volata sul traguardo di Murcia, oramai divenuto praticamente “proibitivo” per le ruote veloci meno attrezzate per la salite. Nel 2001 ci furono anche momenti d’autentico “pathos”, in particolar modo per gli spagnoli, quando nell’affrontare una curva della difficile discesa successiva cadde lo spagnolo Carlos Sastre, esperienza che nel 2009, lungo la medesima strada, sfiorerà d’un amen il connazionale Intxausti. Come andrà a finire stavolta? La “lotteria” della Cresta del Gallo riuscirà ancora ad arricchire il palmares di un velocista o andranno in porto la fuga da lontano o un tentativo nato proprio nel finale? Difficile dirlo perché quest’anno gli ultimi chilometri saranno più impegnativi rispetto agli ultimi arrivi murciani, che prevedevano una sola scalata alla “Cresta” tanto cara ad Alejandro Valverde, che la inserisce spesso nei suoi itinerari d’allenamento. Infatti, la tappa – pur presentando un solo passaggio sulla linea del traguardo – si concluderà con un circuito di una ventina di chilometri da ripetere due volte, così come l’ascesa alla Cresta del Gallo, da superarsi la prima volta a 36 Km dall’arrivo e l’ultima quando ne mancheranno 17.

9a TAPPA: TORREVIEJA – CUMBRE DEL SOL (BENITATXELL) (168.3 Km)

Siamo arrivati al “giro di boa” degli arrivi in salita: quattro ne sono stati già affrontati, compreso quello di oggi, e altrettanti ne rimangono, i più importanti, quelli destinati a definire le sorti della classifica della 70a Vuelta a España 2015. L’arrivo odierno è, per la brevità del chilometraggio, più fratello dei primi due proposti in questa edizione, Caminito del Rey e Sierra de Cazorla, ma per quanto concerne la salita è di tutt’altra pasta, quella dei “muri” a doppia cifra di pendenza. Il Puig Llorença, la collina che ospiterà il traguardo nella nona tappa, propone, infatti, negli ultimi 4,1 Km mitragliate fino al 19%, ma anche l’inclinazione media è importante essendo attestata all’8,9%. Dopo una marcia d’avvicinamento priva d’ostacoli naturali di circa 120 Km, i corridori affronteranno la verticale finale due volte poiché si dovrà percorrere un anello conclusivo di una quarantina di chilometri, anche se, come nella tappa precedente, si transiterà dal traguardo solo al momento dell’arrivo. Infatti, le due ascese al Puig Llorença, prese dal medesimo versante, saranno differenti nel chilometraggio: al primo passaggio se ne percorreranno i primi 3,3 Km, scollinando a 345 metri di quota, mentre il traguardo sarà collocato 70 metri più in alto, dopo aver percorso un’appendice di 800 metri. Invece, i punti di pendenza più “lancinanti” s’incontreranno nella prima parte e, dunque, saranno “subiti” in entrambi i passaggi.

10a TAPPA: VALENCIA – CASTELLÓN (146.6 Km)

E’ quasi una fotocopia della tappa disputata due giorni prima tra Puebla de Don Fadrique e Murcia. Come in quella frazione, infatti, ci sarà da fare i conti con una salita che spunta come un fungo da un finale altrimenti pianeggiante, che sembra messa lì apposta per far dannare l’anima ai velocisti, chiamati oggi a digerire i 7 Km al 5,6% dell’ascesa attraverso il parco naturale del “Deserto delle Palme”. Rispetto alla Cresta del Gallo la salita è lunga quasi il doppio e la classificazione maggiore (2a categoria), ma la pendenza più tenera offrirà meno disagi agli sprinter e, di conseguenza, maggior chanches di rientrare e poter quindi giocarsi il successo sul traguardo di Castellón, collocato a 17 Km dal GPM. A favore dei velocisti depone proprio l’ultima tappa della Vuelta terminata a Castellón, nel 2004, che prevedeva l’ascesa del Desierto de las Palmas e che si concluse con il successo allo sprint di Óscar Freire, in una frazione che proponeva un altro colle di 2a categoria. In quell’occasione, però, il GPM odierno era collocato a 25 Km dalla conclusiva e, dunque, anche oggi le squadre dei velocisti dovranno faticare per vedere coronati i loro sforzi, al termine di quella che sarà la terzultima occasione per i virtuosi dei finali a 70 all’ora, dopo la quale rimarranno soltanto i traguardi di Lleida e Madrid. Intanto, domani la carovana della Vuelta si godrà la prima delle due giornate di riposo, trasferendosi verso i Pirenei dove i corridori saranno attesi da una delle tappe più massacranti dell’edizione 2015.

11a TAPPA: ANDORRA LA VELLA – CORTALS D´ENCAMP (138 Km)

Interamente tracciata sulle strade del Principato d’Andorra, l’unica frazione pirenaica del Vuelta 2015 sarà, a detta degli organizzatori, la tappa più dura della storia della corsa spagnola. Lo sarà certamente per l’altimetria, ma sicuramente non per il basso chilometraggio, tarato sugli standar adottati dalla Vuelta negli ultimi anni e che molti detrattori definiscono più adatti a una corsa per U23 che per una destinata ai professionisti. Rimane, comunque, una frazione a dir poco massacrante per la sua successione ininterrotta di sei durissime ascese, tra le quali s’interporranno rarissimi e brevi tratti nei quali rifiatare. Tanto per gradire, lasciando la capitale del principato si partirà subito in salita, diretti ai 1790 metri della Collada de Beixalis (6,5 Km all’8,7% con una punta massima del 14,2%, la più elevata della giornata), per poi andare a sfiorare i 2000 metri di quota in cima al Coll D’Ordino (9,9 Km al 7%). Rientrati ad Andorra La Vella si andranno poi ad affrontare consecutivamente le due salite centrali del percorso, il Coll de la Rabassa (13,8 Km al 6,6%) e, soprattutto, la Collada de la Gallina (11,7 Km all’8,5%), una delle due salite di questa edizione della Vuelta a essere considerata “Especial”, classificazione paragonabile all’Hors Catégorie del Tour de France e che è attribuita alle ascese più impegnative. Il breve ma erto Alto de la Comella (4 Km al 9,5%) farà, infine, d’antipasto all’impegnativa ascesa finale, diretta alla stazione invernale di Cortals d’Encamp, dove si giungerà dopo aver affrontato 8,7 Km di strada inclinata al 9,1% medio e raggiunta una quota di 2095 metri, “Cima Coppi” dell’edizione 2015, come tradizione intitolata alla memoria dello scalatore spagnolo Alberto Fernández Blanco, scomparso a soli 29 anni nel 1984 per un incidente stradale. In “soldoni”, al termine di quest’undicesima frazione si saranno percorsi 54,6 Km in salita (pari al 41% dell’intero percorso della tappa) e un totale di 4358 metri di dislivello, corrispondenti a una pendenza media “globale” dell’8%

12a TAPPA: ESCALDES-ENGORDANY (ANDORRA) – LLEIDA (173 Km)

Non è proprio la quiete dopo la tempesta ma si può dire che la definizione calzi a pennello per questa dodicesima frazione della Vuelta che, dopo la durissima tappa andorrana, si rimetterà in marcia in vista di quella che dovrebbe essere la quarta occasione per i velocisti, la penultima prima di Madrid e l’ultima per chi non reggerà alle tre dure giornate di montagna previste a cavallo tra la seconda e la terza settimana di gara. Non sarà quiete vera e propria perché il tracciato non sarà certamente un “velluto”, almeno nella prima parte del percorso che proporrà un colle di 2a categoria (il Coll de Bóixols, 1370 metri di quota e 15,8 Km d’ascesa al 5%) e, successivamente, altre salitelle non valide per valide per la classifica degli scalatori. Superato il 130° Km di gara, le difficoltà terminaranno e gli ultimi 40 Km scorrevoli permetteranno alle squadre degli sprinter di organizzare agevolmente le operazioni di rientro sui fuggitivi di giornata. Ma ci sarà un’insidia finale che l’altimetria non evidenzia: nell’ultimo chilometro, infatti, la strada procede in lievissima ascesa verso un traguardo che sarà per molti…. ma non per tutti!

13a TAPPA: CALATAYUD – TARAZONA (177 Km)

Si potrebbe ribattezzarla come la tappa del “chissenefrega” perché oggi graverà il disinteresse generale da parte di molti sullo sviluppo di questa frazione. In primis se ne infischieranno i velocisti, chiamati fuori causa da un tracciato di media montagna proibitivo per i loro mezzi e che, nel caso la fuga di giornata andasse a morire, al massimo potrebbero andare a segno sul traguardo di Tarazona con gli elementi più resistenti del gruppo, uomini alla Degenkolb per intenderci. Poi anche i big della classifica vivranno questa giornata con un certo “distacco”, cercando di non sprecar troppe energie alla vigilia del trittico di tappe di montagna che dovrebbe mettere i “sigilli” alla classifica generale. E così la tappa n° 13 sarà una delle occasioni d’oro per i cacciatori di traguardi, che avranno vita facile nell’andare in fuga e nell’accumulare un solido vantaggio strada facendo. Di “trampolini” di lancio ce ne saranno diversi, sin dalla partenza poiché la tappa debutterà con la salita del Puerto de Cavero, segnalata sulla tabella di marcia come “no puntuable”, ossia non valida come GPM. Le ascese ufficiali arriveranno più avanti, con il Collado de Oseja e gli alti del Beratón (1a categoria) e del Moncayo, quest’ultimo piazzato a 33 Km dall’arrivo e ideale per scollarsi di dosso i compagni d’avventura più stanchi. Tra chi resisterà si ergerà giudice lo zampellotto di circa 1,5 Km che terminerà sotto lo striscione del chilometro conclusivo.

Mauro Facoltosi

Salendo verso Cortals dEncamp, traguardo del tappone pirenaico (Google Street View)

Salendo verso Cortals d'Encamp, traguardo del tappone pirenaico (Google Street View)

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