BERNAL VOLA ANCHE SUGLI STERRATI DI MONTALCINO, CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE SUL PRIMATO IN CLASSIFICA

maggio 19, 2021 by Redazione  
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La prima non si dimentica mai, ed è speciale per Mauro Schmid (Qhubeka Assos) la prima vittoria in carriera perché la conquista in una tappa epica contraddistinta dagli sterrati toscani verso Montalcino. Il giovane 21enne svizzero grazie ad una corposa fuga da lontano è il più forte e si impone su un ottimo Alessandro Covi (UAE Team Emirates). Tra i big cede, e scivola in classifica generale, Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep) per lui indigesti i settori in sterrato mentre la maglia rosa Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) rafforza il primato.

Attesissima la tappa degli sterrati concentrati negli ultimi 70 km di corsa per un totale di 35, 2 Km in quattro distinti settori con il Passo del Lume Spento, GPM di terza categoria, da affrontare due volte prima della rampa su verso Montalcino. La partenza è da Perugia sotto un bel sole dopo il giorno di riposo, il primo del Giro 104. La fuga si forma subito dopo il Km zero ed è composta da ben 11 corridori, questi sono: Lawrence Naesen (Ag2r Citroen), Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Harm Vanhoucke e Roger Kluge (Lotto Soudal), Simon Guglielmi (Groupama-FDJ), Enrico Battaglin (Bardiani-CSF), Mauro Schmid e Bert-Jan Lindeman (Team Qhubeka-Assos), Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty Gobert Matériaux), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix). Dietro, alla Ineos-Grenadiers della maglia rosa, la condizione di corsa sta bene tanto che nessuno si porta avanti a tirare. E’ la quiete prima della tempesta in attesa dell’ingresso nel primo settore di strade bianche. Il gruppetto degli undici va via di comune accordo arrivando ad avere un vantaggio massimo di 14’.30” a 72 Km dalla conclusione. Sarà corsa nella corsa con gli uomini in fuga a giocarsi la vittoria di tappa e gli uomini di classifica a darsi battaglia nella polvere. Il vantaggio dei fuggitivi si riduce a 12’:20” quando il gruppo inizia ad affrontare il primo settore di sterrato, velocità aumentata dagli uomini più fidati di Egan Bernal a condurlo davanti infatti sono Gianni Moscon e Filippo Ganna. In località Torrenieri il primo settore è il più facile dei quattro previsti, 9,1 Km, è qui grazie soprattutto alle trenate di Filippo Ganna che il gruppo dei migliori inizia a polverizzarsi frazionandosi in più tronconi. All’uscita dello sterrato davanti, tra i migliori, restano una ventina di uomini tra cui: Gianni Moscon, Jhonatan Narváez ed Egan Bernal (Ineos-Grenadiers), (Ineos-Granadiers), Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Giulio Ciccone, Vincenzo Nibali e Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), Attila Valter e Antoine Duchesne (Groupama-FDJ), Matteo Jorgenson, Albert Torres, Marc Soler e Nelson Oliveira (Movistar), Romain Bardet (Team DSM), Ruben Guerreiro (EF-Nippo), George Bennett (Jumbo-Visma), Gorka Izagirre (Astana-Premier Tech) e Quinten Hermans (Intermarché-Wanty Gobert Matériaux. Restano attardati tra i capitani, Aleksandr Vlasov (Astana Premier Tech), Simon Yates (Team BikeExchange), Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick-Step) apparso in difficoltà a condurre la bici su questo tipo di terreno sempre in fondo al gruppo dei migliori e Hugh Carthy (EF Education-Nippo); per loro la fortuna è avere ancora a disposizione compagni di squadra in un gruppo inseguitore numeroso. Il ritardo dal gruppo maglia rosa è di 30”, l’inseguimento è portato a termine anche grazie al tratto di pianura prima del secondo settore di sterrato. Tra i primi dieci della classifica generale pagano il primo tratto di strade bianche Davide Formolo (UAE Team Emirates) e Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), i due scompaiono letteralmente tra la polvere, pagheranno all’arrivo oltre 9’. In testa alla corsa gli uomini più freschi sembrano essere Kluge, Schmid, Covi e Guglielmi che iniziano a testare la gamba con qualche allungo subito riassorbito mentre il primo a staccarsi è Lindeman. Stessa sorte, ma dietro, per la maglia ciclamino Peter Sagan che lascia sfilarsi dal gruppo degli uomini di classifica nel secondo settore di sterrato di Castiglion di Bosco con l’ultimo tratto in salita del Passo del Lume Spento dove al traguardo volante intanto in testa è transitato per primo Francesco Gavazzi. La discesa successiva è velocissima ed in pratica piomba ai piedi dello strappo di Castelnuovo dell’Abate prima dell’ingresso nel terzo settore di strade bianche nella frazione Tavernelle. Soprattutto da qui in poi è un calvario per Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep), sia la discesa, sia la strada bianca mettono in difficoltà il belga apparso anche nervosissimo, simbolico il gesto con cui si toglie gli auricolari della radiolina, innervosito forse anche dalla gestione della corsa da parte della sua squadra, spesso infatti João Almeida è rimasto lontano lasciandolo al suo destino. In gruppo maglia rosa il primo vero affondo, nel tratto in salita, è di Egan Bernal (Ineos Grenadiers) accortosi dell’assenza di Evenepoel, a dar man forte al colombiano è ancora Gianni Moscon con un ritmo indiavolato. Solo adesso la Deceuninck-Quick-Step ferma João Almeida per aspettare il capitano, inghiottito dalla polvere, e cercare così di limitare i danni. Nel frattempo in testa alla corsa Van der Hoorn e Kluge, perdono contatto, mentre gli altri otto si apprestano ad entrare nell’ultimo settore di sterrato, il quarto, con il gruppo Maglia Rosa distante a circa cinque minuti. Da segnalare una caduta per Gavazzi, Battaglin e Kluge che li mette fuori dai giochi per la vittoria di tappa, mentre Covi e Schmid proseguono di comune accordo, scollinando assieme al secondo passaggio del Passo del Lume Spento. Nel gruppo dei big, invece, è la EF Education-Nippo a prendere adesso l’iniziativa forte di Bettiol e Guerreiro per il capitano Carthy il ritmo della formazione statunitense miete alcune vittime tra cui Soler, Nibali e Ciccone. Davanti a ciò che resta del gruppo maglia rosa Emanuale Buchmann (Bora–Hansgrohe) riesce a prendere qualche secondo di vantaggio ma in prossimità dello scollinamento il primo a portarsi sotto è Vlasov con dietro Bernal che risponde al russo, lo stacca, e va a riprendere Buchmann. Ancora dietro Evenepoel grazie al lavoro di Almeida, che nel frattempo recupera altri corridori per strada, tra cui Attila Valter (Groupama – FDJ) è riuscito a contenere i danni con un ritardo attestatosi a 1’.40” dalla maglia rosa Bernal. La testa della corsa intanto entrata a Montalcino si appresta ad affrontare lo strappo in vista del traguardo dove Schmid con più energie lancia la volata e stacca Covi. Per il giovane svizzero della Qhubeka Assos è un giorno da incorniciare, prima vittoria in carriera in una tappa dantesca! Dietro, via via arrivano gli altri uomini della fuga con VANHOUCKE Harm Vanhoucke (Lotto Soudal) in terza posizione. Poco dietro Buchmann e Bernal giungono insieme all’ultimo chilometro, ma la maglia rosa è incontenibile, attacca e si toglie di ruote il tedesco negli ultimi metri, mentre ancor più dietro gli altri uomini di classifica giungono uno ad uno all’arrivo con ritardi compresi tra i 30″ per Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) e i 2′: 03” di Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep) e Romain Bardet (Team DSM), nel mezzo tutti gli altri. Una classifica generale che vede la maglia rosa sempre sulle spalle di Egan Bernal che rafforza il vantaggio su Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) nuovo secondo posto della generale, terzo Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) a 1.12”. Domani in scena la tappa numero 12, da Siena a Bagno di Romagna con 4 GPM di seconda e terza categoria, l’ultimo con l’ascesa al passo del Carnaio posto a meno di 10Km dall’arrivo, sarà una frazione che può ancora condizionare la classifica generale.

Antonio Scarfone

Egan Bernal si fionda come un ariete alla carica sugli sterrati del senese (Getty Images)

Egan Bernal si fionda come un ariete alla carica sugli sterrati del senese (Getty Images)

SAGAN, CLASSE E POTENZA A FOLIGNO. BERNAL CONSERVA LA MAGLIA ROSA

maggio 17, 2021 by Redazione  
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A Foligno, in una volata priva di alcuni velocisti staccatisi sul Valico della Somma, Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) vince con autorità sfruttando al meglio il lavoro della sua squadra. Lo slovacco batte Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Davide Cimolai (Team Israel StartUp Nation). Domani primo giorno di riposo in attesa di mercoledì, quando le strade bianche nei dintorni di Siena faranno da sfondo ad una delle tappe più spettacolari del Giro 2021.

Dopo l’appassionante tappa di Campo Felice in cui Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) si è vestito di rosa, il Giro 2021 riparte da L’Aquila e risale verso l’Umbria, con l’arrivo di Foligno dopo 139 km che dovrebbe arridere alle ruote veloci. Ma ci sono due ostacoli non indifferenti: il Valico della Somma, GPM di quarta categoria posto a 40 km dall’arrivo. Ed il vento, che sarà presente durante tutta la tappa anche con raffiche superiori ai 40 km/h. Ventagli e attacchi di finisseur potrebbero quinti caratterizzare questa tappa e sia velocisti che uomini di classifica dovranno tenere gli occhi aperti prima del giorno di riposo in programma martedì. Dopo la partenza da L’Aquila si formava immediatamente la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Simon Pellaud (Team Androni Giocattoli), Umberto Marengo (Team Bardiani CSF), Samuela Rivi (Team EOLO Kometa), Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Kobe Goossens (Team Lotto Soudal). Dopo 10 km la fuga aveva 2 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo. Rivi si aggiudicava il traguardo volante di Santa Rufina posto al km 46.9. Il gruppo manteneva la fuga nel mirino e la annullava a 42 km dall’arrivo, poco prima dell’inizio dell’ascesa verso il Valico della Somma. Era in particolare il Team Bora Hansgrohe a tirare il gruppo. L’andatura imposta dal team tedesco metteva fuori gioco la maglia ciclamino Tim Merlier (Team Alpecin Fenix). Anche Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) sembrava in difficoltà e veniva scortato dai propri compagni di squadra. Dopo lo scollinamento sul GPM di Valico della Somma, sul quale transitava in prima posizione Giovanni Aleotti (Team Bora Hansgrohe) era in particolare Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS) a guidare il campione europeo in un disperato inseguimento sul gruppo maglia rosa, in testa al quale si erano portati anche gli uomini dell’Israel StartUp Nation per Davide Cimolai. A 26 km dall’arrivo Nizzolo si arrendeva e rinunciava all’inseguimento. E così la volata si sarebbe disputata senza velocisti del calibro di Nizzolo, Merlier ed anche Dylan Groenewegen (Team Jumbo Visma), già staccatosi in precedenza. Al secondo traguardo volante di Campello su Clitunno transitava per primo Jonathan Narvaez (Team INEOS Grenadiers). L’avvicinamento a Foligno non faceva segnalare rilevanti note di cronaca se non la preparazione della volata da parte delle squadre dei velocisti. Il lavoro della Bora Hansgrohe, sempre attenta e vigile nelle prime posizioni, permetteva a Sagan di sprintare alla perfezione e raccogliere una meritata vittoria. Il ciclista slovacco aveva la meglio su Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Davide Cimolai, mentre chiudevano la top five Stefano Oldani (Team Lotto Soudal) e Gianni Vermeersch (Team Alpecix Fenix). Sagan vince la prima tappa al Giro 2021 e veste anche la maglia ciclamino, suo obiettivo dichiarato. In classifica generale Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia rosa davanti a Remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step) ed Aleksandr Vlasov (Team Astana).Dopo il primo giorno di riposo di domani, il Giro riparte mercoledì con l’attesissima tappa da Perugia a Montalcino lunga 162 km. Oltre a due GPM di terza categoria negli ultimi 40 km, i ciclisti dovranno attraversare nella seconda metà del tracciato anche quattro settori di strade bianche, per un totale di 35 km. Lo spettacolo è garantito ed i big di classifica sono pronti a farci divertire.

Giuseppe Scarfone

TRO BRO-LEON, SWIFT AL FOTOFINISH

maggio 16, 2021 by Redazione  
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Connor Swift vince la volata al fotofinish davanti a Piotr Allegaert e Baptiste Planckaert

Corsa dura fin dalle battute iniziali, a causa anche di scrosci di pioggia e un forte vento che hanno seguito i corridori per lunghi tratti del percorso odierno.
La fuga di giornata si forma dopo circa 30 km, composta da Alexys Brunel (Groupama-FDJ), Maxime Cam (B&B Hotels p/b KTM), Eduard Grosu (Delko), Mikel Aristi (Euskaltel-Euskadi), Tom Paquot (Bingoal Pauwels Sauces WB), Pier-André Coté (Rally Cycling), Syver Waersted (Uno-X Pro Cycling), Dylan Kowalski (Xelliss-Roubaix Lille Metropole) e Luuc Bugter (BEAT Cycling).
Il vantaggio massimo però non supera mai i due minuti grazie al controllo esercitato in testa al plotone dagli uomini di tre formazioni: Lotto Soudal, Cofidis e Ag2r Citroen. Quando al traguardo mancano circa 90 km iniziano le maggiori difficoltà altimetriche di giornata e a farne le spese davanti sono in due, Waersted e Paquot, i quali perdono contatto seguiti poco dopo da Cam e Aristi.
Il gruppo viaggia in questa fase a meno di 30” di distacco, invogliando così nuovi tentativi di fuoriuscita. Quello più incisivo porta la firma di 5 uomini: a dettare le operazioni per primo è Kevin Van Melsen (Intermarché – Wanty – Gobert), seguito a ruota da Piet Allegaert (Cofidis), Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Harry Sweeny (Lotto Soudal) e Connor Swift (Arkea-Samsic).
Il plotone alle loro spalle prova ad organizzarsi ma con scarso successo tanto che si susseguono altri attacchi singoli in testa, fra cui quelli della coppia Lotto Soudal Philippe Gilbert e John Degenkolb che si conclude in un nulla di fatto. Al contrario riscuote successo quello di di Baptiste Planckaert (Intermarché-Wanty-Gobert) che riesce a ricongiungersi con la testa della corsa proprio prima delle fasi finali. Il loro vantaggio resta pressoché invariato intorno ai 30 secondi, mentre i chilometri passano e il traguardo si avvicina sempre di più. Parte così la volata a ranghi ristretti fra i 5 al comando, regolata per un nulla da Connor Swift su Allegaert e Planckaert, e ufficializzata solo dopo attenta revisione al fotofinish.
La volata degli sconfitti del gruppo è regolata da John Degenkolb su Oliver Naesen, rispettivamente sesto e settimo e sicuramente i due maggiori delusi di oggi.

Lorenzo Alessandri

TW @LorenzoAle8

Connor Swift (Arkea-Samsic), vincitore di oggi. Photo credit: Getty Images Sport

Photo credit: Getty Images Sport

BERNAL, SHOW SULLO STERRATO DI CAMPO FELICE. TAPPA E MAGLIA PER IL COLOMBIANO

maggio 16, 2021 by Redazione  
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Nel tappone appenninico di Campo Felice, con gli ultimi 1600 metri in sterrato, la fuga di giornata sembra avere la meglio sulla salita finale grazie alla coppia formata da Bouwman e Bouchard, ultimi ad arrendersi al ritorno di un gruppo sempre più spezzettato. Ma il forcing finale della INEOS permette ad Egan Bernal di partire a circa 500 metri dal traguardo e di fare il vuoto; il colombiano vince con ampio margine sugli avversari diretti e si veste di rosa.

Gli Appennini e l’Abruzzo sono ancora protagonisti al Giro 2021 con la nona tappa da Castel di Sangro a Campo Felice, interamente corsa in provincia de L’Aquila. Sono 158 i km che i ciclisti dovranno percorrere e che hanno pochissima pianura. Sono quattro i GPM da scalare e l’ultimo, in cima al quale è posto l’arrivo, presenta gli ultimi 1600 metri in sterrato, aumentando le difficoltà di una tappa già difficile di suo. I primi 80 km della tappa odierna vedevano molteplici attacchi di uomini fuori classifica. Molto attivo era anche la maglia azzurra Gino Mader (Team Bahrain Victorious) che infatti si aggiudicava anche il primo GPM di Passo Godi posto al km 35.6. La fuga giusta si formava, come detto, soltanto intorno al km 80 grazie all’azione di diciassette uomini: Tony Gallopin e Geoffrey Bouchard (Team AG2R), Eduardo Sepulveda (Team Androni Giocattoli), Luis Leon Sanchez (Team Astana), Giovanni Visconti e Filippo Zana (Team Bardiani CSF), Matteo Fabbro (Team Bora Hansgrohe), Simon Carr e Ruben Guerreiro (Team EF Education Nippo), George Bennett e Koen Bouwman (Team Jumbo Visma), Einer Augusto Rubio (Team Movistar), Tanel Kangert (Team Bikeexchange), Michael Storer (Team DSM), Bauke Molema (Team Trek Segafredo) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates). All’inizio del GPM di Forca Caruso, dopo che nel precedente tratto in discesa una caduta metteva ko Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), costretto al ritiro, il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 50 secondi. In testa al gruppo maglia rosa si alternavano uomini del Team INEOS Grenadiers e del Team Groupama FDJ. Il fuggitivo più temibile per Attila Valter era Tanel Kangert, a 5 minuti e 37 secondi di ritardo dall’ungherese. Bouchard scollinava per primo sul GPM di Forca Caruso. L’INEOS accelerava nel gruppo maglia rosa ed il vantaggio dei fuggitivi diminuiva leggermente. Gallopin si aggiudicava il traguardo volante di Celano posto al km 122 mentre sul successivo GPM di Ovindoli era ancora Bouchard a passare per primo. A 20 km dalla conclusione in testa si trovava un quintetto formato da Bouchard, Mollema, Carr, Storer e Bouwman. Dopo il secondo traguardo intermedio di Rocca di Cambio, Bouchard accelerava e si lasciava alle spalle i compagni di fuga. Il gruppo maglia rosa, tirato dal Team Movistar, inseguiva a meno di 2 minuti e mezzo. A 5 km dal termine Bouchard aveva 20 secondi di vantaggio su Mollema, Storer, Carr e Bouwman, mentre il gruppo maglia rosa era distante 1 minuto e 50 secondi. L’INEOS metteva in fila il gruppo a 4 km e mezzo dall’arrivo mentre la maglia rosa Valter si manteneva nelle retrovie. Bouwman si riportava su Bouchard a poco più di un km dall’arrivo, all’inizio del tratto in sterrato. Ma il forcing dell’INEOS con Gianni Moscon era micidiale. Egan Bernal scattava a circa 400 metri e riprendeva in un batter d’occhio la coppia di testa, lanciandosi tutto solo verso la prima vittoria stagionale e soprattutto verso la maglia rosa. Il talento colombiano vinceva in solitaria con 7 secondi di vantaggio su Giulio Ciccone mentre terzo era Aleksander Vlasov (Team Astana). Chiudevano la top five Remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step) e Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation) in quarta e quinta posizione, a 10 secondi di ritardo da Bernal. Il colombiano in è così la nuova maglia rosa con 15 secondi di vantaggio su Evenepoel e 21 secondi di vantaggio su Vlasov. Domani è in programma la decima tappa da L’Aquila a Foligno, per un totale di 139 km, Dopo 93 km si inizia a salire verso l’unico GPM in programma, il Valico della Somma, che non dovrebbe tagliare fuori i velocisti anche perché dallo scollinamento mancheranno circa 40 km all’arrivo. A meno di sorprese, la fuga ha scarse possibilità di arrivare e assisteremo quasi sicuramente ad un arrivo a ranghi compatti.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Egan Bernal a Campo Felice (foto: Bettini Photo)

La vittoria di Egan Bernal a Campo Felice (foto: Bettini Photo)

LAFAY LA FA GROSSA! PRIMA VITTORIA DA PRO DEL GIOVANE FRANCESE. VALTER RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 15, 2021 by Redazione  
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Nell’ottava tappa del Giro 2021 una fuga di nove ciclisti si gioca la vittoria a Guardia Sanframondi. E’ Victor Lafay (Team Cofidis) a scattare a poco più di 2 km dall’arrivo ed a vincere a braccia alzate. Domani il tappone appenninico di Campo Felice può modificare la classifica generale con i pretendenti alla maglia rosa pronti a darsi battaglia.

Il Giro d’Italia giunge nel punto più meridionale dell’edizione 2021 con l’ottava tappa da Foggia a Guardia Sanframondi. Dalla Puglia si attraversa il Molise per poi terminare in Campania, in una frazione impegnativa dal punto di vista altimetrico. Bocca della Selva, a tre quarti di tappa, è una salita di 19 km che può dare qualche indicazione sull’attuale stato dei favoriti. Inoltre l’arrivo finale è posto al termine di uno strappo di 3 km con pendenze che arrivano all’11%. Attila Valter (Team Groupama FDJ) parte in maglia rosa da Foggia ma non diamo per scontato che la vestirà anche al termine della tappa. I primi 50 km dopo la partenza da Foggia erano un susseguirsi di attacchi e controattacchi per riuscire a portare via la fuga buona. Caleb Ewan (Team Lotto Soudal), con la maglia ciclamino appena indossata al termine della tappa di ieri, si ritirava intorno al km 40. Soltanto verso il km 60 si formava finalmente la fuga di giornata grazie all’azione di nove ciclisti: Alexis Gougeard (Team AG2R Citroen), Giovanni Carboni (Team Bardiani CSF), Victor Lafay (Team Cofidis), Francesco Gavazzi (Team EOLO Kometa), Kobe Goossens (Team Lotto Soudal), Nelson Oliveira (Team Movistar), Nikias Arndt (Team DSM), Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Al km 70 la fuga aveva oltre 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Gaviria si aggiudicava il primo traguardo intermedio di Campobasso. La fuga iniziava la scalata verso il primo GPM di Bocca della Selva con 7 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Il ritardo del gruppo inseguitore si manteneva costante. Goossens scollinava in prima posizione. Gaviria era vittima di una caduta ma si rimetteva in bici e tornava sui compagni di fuga a 26 km dall’arrivo. Nel frattempo il gruppo maglia rosa aveva rosicchiato un minuto circa sui fuggitivi, anche se a meno di clamorose sorprese i nove in testa erano quelli che si sarebbero giocati la vittoria di tappa. A 20 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 6 minuti e 20 secondi. Il gruppo maglia rosa, tirato dagli uomini della Groupama FDJ, controllava la situazione anche perché Oliveira, il più vicino in classifica generale ad Attila Valter, aveva un ritardo di oltre 15 minuti sull’ungherese. Campenaerts si aggiudicava il secondo traguardo volante di Castelvenere. Nel frattempo l’Israel StartUp Nation si faceva viva nelle prime posizioni del gruppo. A 5 km dall’arrivo Campenaerts e Carboni avevano una decina di secondi di vantaggio sugli ex compagni di fuga. Carboni accelerava a 3 km dall’arrivo, proprio all’inizio della salita verso Guardia Sanframondi. Alle sue spalle Lafay si metteva sulle tracce dell’italiano che lo raggiungeva a poco più di 2 km dall’arrivo. Il giovane francese superava di slancio Carboni e si involava verso la vittoria più importante della sua carriera. Il ciclista della Cofidis tagliava il traguardo con 36 secondi di vantaggio su Gavazzi e 37 secondi di vantaggio su Arndt. Il drappello dei migliori giungeva a 4 minuti e 48 secondi da Lafay. Chiudevano la top five Nelson Oliveira quarto e Giovanni Carboni quinto. La classifica generale resta invariata con Valter che conserva la maglia rosa davanti a Remco Evenepoel (Team Deceuninck QUick Step) ed Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers). Domani ancora Appennini protagonisti con un vero e proprio tappone da Castel di Sangro a Campo Felice. Sono quattro i GPM da percorrere e saranno davvero pochi i km in pianura. Probabilmente sarà la prima tappa in cui vedremo in modo più chiaro le vere forze in campo al Giro e i veri pretendenti alla maglia rosa.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Victor Lafay a Guardia Sanframondi (foto: Getty Images Sport)

La vittoria di Victor Lafay a Guardia Sanframondi (foto: Getty Images Sport)

EWAN SCAVALCA IL MURO: BIS DELL’AUSTRALIANO A TERMOLI

maggio 14, 2021 by Redazione  
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Una volata che non ha lasciato spazio a recriminazioni. E’ cosi che Caleb Ewan si è confermato il velocista da battere del Giro 2021 ottenendo la sua seconda vittoria in quest’edizione della corsa rosa. Il velocista della Lotto-Soudal, già vincitore 2 giorni fa a Cattolica, firma il bis con uno sprint perentorio in cima al breve strappo di Termoli, battendo nettamente un bravo Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) e Tim Merlier (Alpecin-Fenix). Alle loro spalle Matteo Moschetti (Trek-Segafredo) e Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert). Resta invariata la classifica generale che vede sempre in testa l’ungherese Attila Valter (Groupama-FDJ) con 11” su Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), 16” su Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e 24” su Alexander Vlasov (Astana-Premier Tech).

Dopo la dura e fredda tappa di Ascoli che ha dato una nuova fisionomia alla classifica generale, oggi i corridori erano attesi da una frazione molto più semplice. I 181 km che separavano Notaresco da Termoli erano infatti cuciti su misura per i velocisti. L’unica asperità presentata dal percorso era infatti il gpm 4a categoria di Chieti (km 62,3). Gli ultimi 70 km erano invece completamente piatti anche se vi era la presenza di un breve strappetto che finiva ai 1500 metri dall’arrivo.

La fuga è partita pochi metri dopo il via ufficiale. I coraggiosi di giornata sono stati solo 3, tutti appartenenti alle professional Italiane: l’ormai solito Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sideremc), Umbergo Marengo (Bardiani-CSF-Faizanè) e Mark Christian (Eolo-Kometa). Il vantaggio dei battistrada ha rapidamente superato i 5 minuti, dopodichè ha iniziato a scemare lentamente. L’occasione per le formazioni degli sprinter era fin troppo ghiotta e infatti lo spazio lasciato ai fuggitivi è stato molto esiguo. Così i coraggiosi di giornata si sono spartiti i traguardi intermedi: il gpm di Chieti è andato a Pellaud, mentre Marengo è transitato per primo ai traguardi volanti di Crecchio (km 93) e di Fossacesia Marina (km125). A questo punto il margine sul plotone era già sceso a 1’30”, presagio di un ricongiugimento più che scontato, avvenuto a 17 km dall’arrivo.

Negli ultimi chilometri la corsa è proseguita senza particolari avvenimenti da segnalare, mentre le squadre dei velocisti iniziavano ad organizzare i rispettivi treni. Ai 3 km dall’arrivo la Jumbo-Visma, ormai fuori dai giochi di classifica, ha preso la testa del gruppo con l’intento di pilotare al meglio Dylan Groenewegen. Di lì a poco, in testa al gruppo sono arrivate anche le maglie biancorosse della Cofidis, alla ricerca del successo con Elia Viviani, e infine gli uomini della Lotto-Soudal, interamente al servizio di Caleb Ewan. Ai 1500 metri I vari treni sono stati però superati dalla maglia azzura di Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa) e Daniel Oss (Bora-Hansgrohe) che hanno provato a rimescolare le carte in prossimità dell’ultimo strappetto. L’azione più decisa è stata però quella di Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) che ha provato una delle sue solite azioni a sorpresa con un’allungo ai 500 metri dall’arrivo. Il colombiano è finito però per fare da traino proprio a Caleb Ewan che ha preso la ruota di Gaviria per poi saltarlo con estrema agilità dopo il cartello dei 150 metri all’arrivo. L’australiano, approfittando anche del gruppo allungatissimo, ha piazzato uno sprint senza storia e ha battuto di un paio di lunghezze il bravo Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation), già alla seconda piazza d’onore in questo Giro dopo quella ottenuta a Canele, e Tim Merlier (Alpecin-Fenix) vincitore della tappa di Novara. Seguono Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma). Completano la top ten di giornata il giovane tedesco Max Kanter (Team DSM), Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates).

La classifica generale resta invariata. La maglia rosa rimane sulle spalle del giovane ungherese Attila Valter (Groupama-FDJ) che vanta sempre 11” su Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), 16” su Egan Bernal (INEOS Grenadiers), 24” su Alexander Vlasov (Astana-Premier Tech), 25” su Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix) e 38” su Hugh Carthy (EF Education-Nippo), caduto negli ultimi 3 km e salvato dalla neutralizzazione. Chiudono la top ten Damiano Caruso (Bahrain-Victorius) a 39”, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 41”, Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) a 47” e Simon Yates (Team BikeExchange) a 49”.

Domani, l’8a tappa porterà nuovamente spunti interessanti nel corso di una tappa che si appresta alla fuga da lontano. I corridori partiranno da Foggia per giungere dopo appena 170 km a Guardia Sanframondi. Il percorso sarà molto ondulato: dopo lo strappo di Campobasso (traguardo volante al km 84) si affronterà il gpm di 2a categoria di Bocca della Selva (18,9 km al 4,6%) al km 120. Nel finale la strada tornerà a salire grazie ad un ultimo gpm (4a cat) che terminerà sulla linea d’arrivo. In particolare gli ultimi 3km avranno una pendenza media del 7%, rendendo il finale decisamente insidioso.

Pierpaolo Gnisci

Ewan domina il muro di Termoli (fonte:Getty Images)

Ewan domina il muro di Termoli (fonte:Getty Images)

LA NUOVA CALATA DI ATTILA: IL BOTTINO È LA MAGLIA ROSA

maggio 13, 2021 by Redazione  
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Sul secondo arrivo in salita del Giro d’Italia trionfa in solitaria Gino Mäder (Bahrain Victorious), ultimo uomo della fuga di giornata a resistere dal rientro del gruppo dei migliori privo della maglia rosa che lascia la testa della generale ad uno storico primato ungherese con Attila Valter (Groupama-FDJ) a vestire il simbolo del primato.

Dalle Marche con il via alle grotte di Frasassi i girini affrontano la sesta tappa verso l’arrivo in salita di San giacomo ad Ascoli Piceno in una condizione meteoclimatica molto difficile, grandine, acqua, freddo e soli pochi sprazzi di sole hanno reso la tappa di oggi molto complicata e la fatica resterà nelle gambe. L’orografia subito ondulata del territorio invoglia a colpi di mano, il primo allungo è portato da Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè) sulle strade di casa, il marchigiano innesca così l’avanscoperta di un gruppetto molto numeroso con dentro Alberto Bettiol (EFN), Ruben Guerreiro (EFN), Gino Mäder (TBV), Tanel Kangert (BEX), Rudy Molard (GFC), Jan Hirt (IWG), Luis León Sánchez (APT), Patrick Bevin (ISN), Michael Storer (DSM), Victor Lafay (COF), Geoffrey Bouchard (ACT), Davide Villella (MOV), Einer Rubio (MOV), Rémi Cavagna (DQT), Christopher Juul-Jensen (BEX), Bauke Mollema (TFS), Alessandro Covi (UAD), Sébastien Reichenbach (GFC), Jefferson Cepeda (ANS), Jhonatan Narváez (IGD), Fabio Felline (APT), Filippo Ganna (IGD), Mark Christian (EOK) e Harm Vanhoucke (LTS). La Israel Start-Up Nation della maglia rosa Alessandro De Marchi non ci sta e corre subito ai ripari andando ad annullare questa azione anche grazie all’aiuto delle squadre non rappresentate in testa viene riassorbita poco prima del quindicesimo chilometro di corsa. A riprovarci è questa volta la Bahrain – Victorious con due uomini Matej Mohoric e Gino Mäder il miglior modo per rispondere alla sfortunata perdita, nella frazione di ieri, dalla corsa rosa di Mikel Landa. La coppia è raggiunta in prima battuta da Dario Cataldo (Movistar), Simon Guglielmi (Groupama-FDJ) e Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix). Poco dopo esce dal gruppo anche Simone Ravanelli (Androni-Sidermec) bravissimo a riportarsi in testa alla corsa, cercano di emulare l’italiano anche Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroën) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo) ma devono faticare tantissimo prima di raggiungere il gruppetto in avanscoperta perché il gruppo non allenta l’andatura, accadrà solo dopo diversi chilometri e finalmente la fuga vedrà otto uomini al comando. La prima ora di corsa va via ad una media di oltre 43 km/h. Al Gpm di Forca di Gualdo il gruppetto raggiunge il vantaggio massimo di 5’:07” quando all’arrivo mancano 71 Km. Il passaggio in vetta vede primo Geoffrey Bouchard che prende così la maglia azzurra. Allo scollinamento il gruppo arriva compatto ma sotto una pioggia battente e la discesa successiva è il teatro del primo colpo di scena, la Ineos Granadiers in blocco con un magistrale lavoro di Filippo Ganna e Gianni Moscon forza l’andatura provocando diversi frazionamenti del gruppo, a farne le spese è Alessandro De Marchi che dovrà dire addio alla maglia rosa, chiuderà la tappa ad oltre 24’. In testa la squadra britannica è letteralmente scatenata tanto che il ritardo dalla fuga viene dimezzato in vista del successivo e ravvicinato Gpm di Forca di Presta a 60 Km dal traguardo dove transita per primo Matej Mohoric. Anche questa volta un allungo in discesa il primo in testa grazie all’abilissimo Matej Mohoric che guida Gino Mader, la coppia della Bahrain Victorious viene raggiunta da Cataldo e Mollema, in testa quindi si forma un quartetto. Il secondo attacco avviane quando transita il gruppo dei migliori ridotto ad una quarantina di unità, infatti in tre Alberto Bettiol (EF Education-Nippo), Romain Bardet (Team DSM) e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) vanno via sfruttando una fase di inseguimento condotta a velocità inferiore dalla Ineos Grenadiers. Azione questa di difficile interpretazione messa in atto a 48 Km dall’arrivo con la fuga che conserva 2’:15” di vantaggio. I contrattaccanti inizialmente hanno avuto un vantaggio poco sotto il minuto andando ad assorbire i reduci della fuga iniziale, prima Bouchard poi a meno 25 Km dall’arrivo anche Janssens, Guglielmi e Ravanelli ma il loro vantaggio iniziava a ridursi a soli 25″ ai -20 sotto l’impulso dell’armata Ineos Grenadiers. Troppo poco per i “sogni rosa” dei tre con la salita finale ancora da iniziare infatti il gruppo dei migliori li ha riassorbiti ai meno 17Km in vista del traguardo volante di Ascoli Piceno. Poco dopo in testa finisce il lavoro di Mohoric. A questo punto restano in testa Mader, Cataldo e Mollema. Il gruppo al loro inseguimento è sempre meno folto, anche perché l’INEOS accelerava prima con Castroviejo e poi con Moscon. Il primo attacco era di Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) a circa 5 km dall’arrivo. Intanto i tre di testa resistevano al ritorno del gruppo ed anzi Mader prendeva l’iniziativa e scattava ai meno 3. Alle sue spalle si scatenava la bagarre con INEOS e Deceuninck Quick Step protagoniste, Infatti sia Bernal che Evenepoel guidavano in prima persona l’inseguimento dopo che Martinez veniva risucchiato. Sotto il triangolo rosso dell’ultimo km Mader conservava con le unghie e con i denti quasi 30 secondi di vantaggio sui più immediati inseguitori. Il giovane svizzero resisteva fino al traguardo e otteneva così la prima vittoria stagionale che coincideva anche con la prima vittoria in una corsa WT della sua precoce carriera, per di più in un GT. In seconda posizione Bernal anticipava Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation) mentre Evenepoel era quarto, tutti e tre a 12 secondi di ritardo da Mader; un ottimo Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) chiudeva in quinta posizione, a 14 secondi di ritardo da Mader. Grazie al 12° posto odierno Attila Valter (Team Groupama FDJ) è la nuova maglia rosa, con 12 secondi di vantaggio su Bernal e Daniel Martin. Domani è in programma la settima tappa da Notaresco a Termoli, senza grosse difficoltà altimetriche se si esclude a metà tappa la rampa che porta da Chieti Scalo a Chieti. E’ dunque una tappa favorevole alle ruote veloci, anche se la seconda parte si correrà costantemente sulla costa abruzzese e in caso di vento non si escludono ventagli, per cui gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti.

Antonio Scarfone

La vittoria di Gino Mader ad Ascoli (foto: Bettini Photo)

La vittoria di Gino Mader ad Ascoli (foto: Bettini Photo)

OK EWAN, KO LANDA

maggio 12, 2021 by Redazione  
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Torna alla vittoria al Giro d’Italia Caleb Ewan con una volata magistrale, abile a destreggiarsi nel concitato arrivo di Cattolica il velocista della Lotto Soudal brucia Nizzolo (Qhubeka Assos), ancora secondo, ed Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) anche questa volta in terza posizione. Alcune cadute hanno condizionato la parte finale della tappa una ha interessato Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) che ha concluso, seppur dolorante, la frazione, un’altra caduta ha coinvolto Mikel Landa (Bahrain Victorious) purtroppo costretto al ritiro. Invariata la classifica generale che vede Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) mantenere la maglia rosa.

La quinta tappa del Giro d’Italia muove i suoi passi con il gruppo al via da Modena per arrivare, dopo 177 Km, a Cattolica, una frazione senza difficoltà altimetriche con i velocisti chiamati a disputare lo sprint. La fuga parte subito dopo il via ufficiale e in avanscoperta riescono ad andarci Filippo Tagliani (Androni-Sidermec) e Umberto Marengo (Bardiani-CSF-Faizanè) situazione che sta bene alla Israel Start-Up Nation della maglia rosa Alessandro De Marchi. La coppia in testa accumula subito 3’, per arrivare a metà frazione ad un vantaggio massimo di quasi 6’. Il gruppo inizia ad inseguire con maggior decisione quando in testa le squadre dei velocisti iniziano a piazzare un proprio uomo, in particolare si vedono la Lotto Soudal, la Cofidis, l’Alpecin Fenix e la UAE Team Emirates. Si arriva al traguardo volante di Imola in cui si impone Tagliani su Marengo, il gruppo, invece, è regolato da Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) che insegue ormai solo a 20” avendo recuperato in pratica tutto lo svantaggio segnando di fatto le sorti della fuga che viene inesorabilmente riassorbita quando alla conclusione mancano 96 Km alla conclusione, Tutto da rifare, gruppo compatto ed andatura che a questo punto resta regolare fino ai 68 Km dall’arrivo quando ancora due uomini di Androni-Sidermec e Bardiani-CSF-Faizanè rispettivamente Simon Pellaud e a Davide Gabburo evadono dal gruppo e danno vita ad una nuova fuga. I due di comune accordo arrivano a guadagnare dopo pochi chilometri un vantaggio massimo di 1’:20”. Sono ancora le squadre dei velocisti a ricucire questa volta soprattutto Lotto Soudal e Alpecin-Fenix. Allo sprint di Savignano sul Rubicone transita per primo Gaburro, il gruppo intanto si porta a 41“ quando restano 38 Km dall’arrivo, dietro la velocità ha alti e bassi come in una sorta di elastico a tenere sotto controllo i due al comando, è in questa fase di corsa che si sgancia dal plotone Alexis Gougeard (Ag2r Citroen) bravo a riportarsi tutto solo sulla coppia di testa. In tre con nuove energie messe in campo si arriva ai 10 Km dall’arrivo con un vantaggio di 15”. Dai meno 8 Km all’arrivo complice l’alta velocità, il caos in testa per tenere al sicuro i capitani, e forse, soprattutto, la sede stradale ridotta iniziano una serie di cadute la prima coinvolge Tejay Van Garderen (EF Education-Nippo), seguita poi da Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) senza particolari conseguenze. La terza caduta coinvolge Pavel Sivakov (Inos Grenadiers), il russo seppur protetto dal treno Ineos Grenadiers va giù dopo un contatto proprio con un compagno di squadra, concluderà dolorante in ultima posizione, ed ormai fuori classifica, domani non prenderà il via. Altro colpo di scena, e fa davvero male al Giro d’Italia che deve privarsi di un uomo attesissimo, dopo uno scontro con un commissario di corsa posizionato a segnalare uno spartitraffico Joe Dombrowski innesca una caduta che coinvolge Mikel Landa (Bahrain Victorious) che ha la peggio ed è costretto al ritiro. Passa quasi in secondo piano il gruppo che intanto ha assorbito la fuga ed è lanciato verso la volata concitata e disordinata tanto che anche la maglia ciclamino Tim Merlier resta chiuso e non ha la possibilità di disputare lo sprint. Discorso diverso per Caleb Ewan (Lotto Soudal) bravo ad buttarsi verso il centro strada, uscire dalla mischia, e rincorrere Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) che si era lanciato verso l’arrivo ma si è visto sorpassare dall’australiano che torna alla vittoria nella corsa rosa, terzo si piazza Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) seguono Peter Sagan (BORA – Hansgrohe) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Cambia la maglia ciclamino che passa sulle spalle di Giacomo Nizzolo grazie ai due secondi posto ottenuti. Invariata invece la maglia rosa sempre di Alessandro De Marchi che domani dovrà farne buona guardia verso il secondo arrivo in salita ad Ascoli Piceno, una tappa tutta da seguire con gli uomini di classifica che possono uscire allo scoperto.

Antonio Scarfone

Caleb Ewan vincitore a Cattolica (foto Bettini)

Caleb Ewan vincitore a Cattolica (foto Bettini)

ROSA RELATIVO, DE MARCHI SI REGALA LA TINTA PIU’ BELLA

maggio 11, 2021 by Redazione  
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La 4a tappa del Giro d’Italia mantiene le promesse e rimescola completamente le carte. Una giornata di pioggia, freddo e infarcita di salita che ha saputo regalare tanti spunti d’interesse e le prime sentenze definitive. A vincere sul traguardo di Sestola l’ex grande promessa Joseph Dombrowski (UAE Team Emirates) che ha saputo staccare nel finale al termine di una lunga fuga Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation). Per il friulano però niente amaro in bocca, ma la grandissima soddisfazione di vestire la prima maglia rosa della sua carriera. Tra i big bene Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Hugh Carthy (EF Education-Nippo). Crolla invece Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) che perde oltre 4 minuti dai migliori.

Dopo la crono di Torino e altre due tappe Piemontesi tutto sommato semplici, la 4a frazione, da Piacenza a Sestola, prevedeva il primo vero arrivo impegnativo di questo Giro al termine di 187 km piuttosto impegnativi. I primi 80 km erano quasi completamente pianeggianti. Una volta entrati in provincia di Reggio Emilia, lo scenario cambiava completamente: la pianura padana lasciava il posto all’appennino Tosco-Emiliano e ad una lunga serie di salite e strappetti che terminava solo all’arrivo. La prima ascesa portava al traguardo volante di Rossena (km 86,8), poi, tra i vari strappi, vi erano i gpm di 3a categoria di Castello di Carpineti (km 111,8) e di Montemolino (km 143,4). Una volta giunti a Fanano (ad appena 7 km dall’arrivo) i corridori dovevano affrontare le dure rampe di Colle Passerino (4,3 km al 9,9% di pendenza media e punte al 16). Dallo scollinamento all’arrivo vi erano solto 2,5 km piuttosto ondulati. Una tappa in grado di cambiare la fisionomia della classifica generale.

La tappa è partita sotto una pioggia battente che ha poi accompagnato i corridori fino al traguardo di Sestola. Appena dato il via, dal gruppo sono evasi Victor Campenaerts (Team Qhubeka-Assos) e il connazionale Quinten Hermans (Intermarchè Wanty Gobert). Il gruppo però, a differenza di quanto accaduto nelle prime due tappe in linea, non ha concesso molto margine ai due coraggiosi fuggitivi. Troppi erano infatti i corridori interessati ad entrare in fuga e, come accade spesso in questi casi, ne è venuta fuori una battaglia condotta ad andatura elevatissima (prima ora ad oltre 47 km/h di media). I due battistrada hanno difeso per diversi chilometri un vantaggio di appena 15-20”, mentre dietro di loro infuriava la bagarre.
La situazione è cambiata solo intorno al km 30, quando finalmente dal gruppo sono usciti altri 8 corridori proprio mentre il plotone rallentava. Nel giro di poche centinaia di metri dal gruppo principale è evaso un secondo gruppo inseguitore, formato da 12 corridori, e infine un ultimo drappello con altri 3 uomini. Di lì a poco i 3 gruppi inseguitori sono man mano rinvenuti sui primi due fuggitivi andando a formare un drappello di ben 25 corridori. Oltre ai già citati Campenaerts ed Hermans, vi erano: Valerio Conti e Joseph Dombrowski ( UAE Team Emirates), Nelson Oliveira (Movistar Team), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Andrea Vendrame (Ag2r Citroen Team), Attila Valter (Groupama-FDJ), Rein Taaramae (Intermarchè Wanty Gobert), Nicolas Edet (Cofidis), Jacopo Mosca, Koen De Kort e Amanuel Ghebreigzabier (Trek-Segafredo), Francesco Gavazzi e Marton Dina (Eolo-Kometa), Nico Denz (Team DSM), Samuele Zoccarato, Filippo Zana e Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Pieter Serry (Deceuninck-Quick Step), Jan Tratnik (Bahrain-Victorius), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange), Filippo Tagliani e Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli-Sidermec). Il nutrito gruppo di testa ha rapidamente guadagnato un margine di oltre 5’ (al km 50) arrivando a 6’20” 10 km dopo. A quel punto in testa al gruppo son apparsi gli uomini della Ineos Grenadiers con la maglia rosa Filippo Ganna a sacrificarsi in prima persona. Il gap si è così stabilizzato intorno ai 6’15”.

Usciti da Parma, i corridori si sono diretti verso l’Appennino e la lunga sequenza di salite che caratterizzava gli ultimi 100 km di corsa. In questa fase il gruppo, sempre tirato dalla Ineos con la collaborazione di un uomo dell’Astana, si è avvicinato ai fuggitivi, portandosi a poco più di 4’20” mentre il primo traguardo volante di giornata veniva vinto da Tagliani davanti a Venchiarutti e Fiorelli. Si è così giunti al primo gpm di giornata, quello che portava a Castello di Carpineti. Lungo la salita Zoccarato e Tagliani hanno perso contatto dal drappello di testa, mentre il gruppo tornava a perdere nuovamente: in cima al gpm, vinto da Gavazzi davanti a Taaramae e Juul-Jensen, il plotone era arretrato a 5’40”.
Nel corso della successiva discesa, Quinten Hermans, Rein Taaramae e Chris Juul-Jensen hanno allungato sul resto dei fuggiviti guadagnando un margine che è cresciuto rapidamente. In fondo alla discesa il trio di testa aveva guadagnato già 40” sugli omrai ex-compagni di fuga; il gruppo era invece tornato nuovamente oltre i 6 minuti.
Nel tratto che precedeva il secondo gpm di giornata, i battistrada hanno ulteriormente guadagnato sul gruppo dei 20 inseguitori, portandosi addirittura a 1’45”, mentre il gruppo aveva ormai mollato ed era scivolato ad 7’40” (ai -50).
Lungo la salita di Montemolino, il gruppo inseguitore si è ulteriormente assottigliato perdendo prima De Kort, poi Venchiarutti e infine Campenaerts e Conti. Davanti invece i battistrada erano rimasti in due visto che Hermans non era riuscito a tenere le ruote del compagno di squadra Taaramae, poi vincitore del gpm, e di Juul-Jensen. Nel frattempo dietro erano riusciti ad avvantaggiarsi De Marchi, Vervaeke, Dombrowski ed Edet, andando a formare un nuovo quartetto inseguitore alle spalle del duo di testa, il cui margine si era ridotto ad 1’20”, col gruppo ulteriormente arretrato ad 8’12”.
Lungo il successivo tratto di saliscendi, il duo di testa è tornato a guadagnare, mentre il gruppetto inseguitore si era ulteriormente allargato ad 8 corridori dopo il rientro di Nelson Oliveira, Andrea Vendrame, Pieter Serry e Jan Tratnik. Una manciata di km dopo sono rinvenuti anche gli ungheresi Dina e Valter, e gli italiani Gavazzi, Zana e Mosca portando a 13 il numero degli inseguitori. La corsa è proseguita con questa situazione per i successivi chilomentri, mentre il gruppo iniziava ad aumentare l’andatura e a guadagnare terreno (5’20” ai -11). Ad imporre un ritmo molto alto in questa fase della corsa è stata principalmente la Deceuninck-Quick Step di Remco Evenepoel.

Si è così giunti a Fanano, dove iniziavano le terribili rampe della salita di Colle Passerino. Appena approcciata l’ascesa Taaramae e Juul-Jensen hanno iniziato a perdere terreno sia dagli immediati inseguitori, che erano ormai a 40”, sia sul gruppo il cui distacco era rapidamente crollato a 4’20”. Poco dopo dal drappello dei contrattaccanti sono emersi Dombrowski e De Marchi. Il nuovo duo inseguitore si è poi riportato sugli esausti Taaramae e Juul-Jensen, mentre dal gruppo di testa attaccava in solitaria Giulio Ciccone (Trek-Segafredo). Nel giro di pochi metri però il quartetto di testa si è sgretolato grazie all’allungo di Dombrowski. De Marchi ha provato a resistere, restando a pochi metri dallo Statunitense, mentre Taaramae e Juul-Jensen si sono definitvamente spenti. Dietro invece anche Mikel Landa (Bahrain-Victorius) aveva allungato per poi andare a riprendere Ciccone. Proprio mentre Dombrowski scollinava in solitaria in cima al gpm, dal gruppo attaccavano anche Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Hugh Carthy (EF Education-Nippo) e Alexander Vlasov (Astana PremierTech). Il trio è poi riuscito a rientrare su Landa e Ciccone, mentre gli altri uomini di classifica erano rimasti leggermente indietro.
Dombrowski dopo lo scollinamento è riuscito a mantenere il breve vantaggio su De Marchi ed ha così ottenuto la sua prima vittoria di tappa ad un grande giro. Il friulano è giunto secondo a 13” dall’americano, mentre al terzo posto si è classificato un bravissimo Filippo Fiorelli (a 27”). Poi Vervaeke e Tratnik (a 29”), Valter (a 44”) ed Edet (a 47”). Il gruppo di Bernal, Ciccone, Vlasov, Landa e Carthy è giunto ad 1’37”. Poco dietro (a 1’48”) un altro drappello comprendente tra gli altri Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), Romain Bardet (Team DSM), Simon Yates (Team BikeExchange), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) è giunto in 27a posizione a 2’11” insieme a Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) e Jai Hindley (Team DSM). Crollo per Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) giunto in 49a posizione a 5’58”.

Rivoluzionata la classifica che vede ora De Marchi in maglia rosa davanti a Dombrowski (a 22”), Vervaeke (a 42”), Oliveira (a 48”) e Valter (a 1’00”). Tra i big il primo è Vlasov, 7° a 1’24” da De Marchi, davanti a Evenepoel (1’28”) e Bernal (1’39”).

Domani i corridori faticheranno molto di meno. I 177 km che separeranno Modena da Cattolica saranno infatti completamente piatti, senza la minima ombra di un solo gpm. Appare fin troppo scontato un’esito allo sprint.

Pierpaolo Gnisci

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

GOAL DI TACO, GANNA RESTA IN ROSA

maggio 10, 2021 by Redazione  
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Se qualcuno ad inizio dicembre avesse detto a Taco Van der Hoorn che 5 mesi dopo avrebbe vinto una tappa al Giro d’Italia, probabilmente il corridore neerlandese gli avrebbe dato del matto. Si, perchè il buon Taco alla fine della scorsa stagione era praticamente rimasto a piedi una volta scaduto il contratto che lo legava alla Jumbo-Visma e, in assenza di opzioni migliori, era stato costretto ad accordarsi con la continental BEAT Cycling. Soltanto a metà dicembre, in extremis e forse inaspettatamente, Taco ha trovato la chiamata della Intermarchè Wanty Gobert che gli ha consentito di continuare a correre nel WT.
E proprio oggi Van der Hoorn è riuscito finalmente a mettere in mostra tutto quel talento che negli anni scorsi aveva esibito solo a sprazzi anche a causa della sfortuna che lo ha spesso perseguitato (da menzionare un bruttissimo incidente avvenuto nel 2017). Lo ha fatto al termine di una tappa che sembrava destinata ad un epilogo in volata (ristretta) e che invece il corridore della Intermarchè è riuscito a vincere in solitaria dopo una fuga di quasi 190 km. Van der Hoorn ha resistito al ritorno del gruppo e ha tagliato il traguardo in lacrime, cogliendo il successo più bello ed importante della sua tribolata carriera.

La terza frazione del Giro, 190 km da Biella a Canale, portava con sé le prime insidie altimetriche dell’edizione 2021. I primi 110 km erano sostanzialmente pianeggianti. Poi, subito dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), il percorso iniziava ad essere decisamente più nervoso grazie alla presenza del gpm di 3a categoria che portava in cima a Piancanelli (km 122,2). Al termine del successivo tratto di falsopiano, vi erano in rapida sequenza altri due gpm, questa volta di 4a categoria: Castino (km 144,5) e Manera (km 153,8). Infine, a circa 15 km dal traguardo, i corridori dovevano affrontare la breve ma insidiosa salita (2,6 km al 7,1%) che portava al traguardo volante con abbuoni di Guarene. Dal termine della discesa mancavano soltanto 10 km al traguardo, in buona parte articolati lungo una sede stradale stretta e tortuosa e caratterizzati dalla presenza di due brevissimi strappetti in località Occhietti. Una tappa che poteva prestarsi a diversi scenari.
L’azione di giornata si è formata una manciata di chilometri dopo il via ufficiale della corsa avvenuto sotto una fitta pioggia. A differenza di quanto accaduto nella 2a tappa, questa volta la fuga è stata decisamente più corposa vista la presenza di ben 7 corridori: il duo della Eolo-Kometa formato da Vincenzo Albanese (già in fuga ieri e portatore della maglia azzurra) e Samuele Rivi, Alexis Gougeard (Ag2r Citroen Team), Lars Van den Berg (Groupama-FDJ), Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty Gobert), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec).
Alle spalle dei 7 battistrada si è portato poco dopo un altro uomo dell’Androni, il giovane Andrii Ponomar, mentre il gruppo ha proseguito placidamente, lasciando spazio alla fuga. Il corridore ucraino è riuscito a rientrare sugli altri fuggitivi dopo circa 15 km, quando il vantaggio sul gruppo era ormai prossimo ai tre minuti. La corsa ha proceduto senza ulteriori scossoni e i battistrada hanno continuato ad incrementare il gap arrivando fino ad un massimo di 6’30” al km 40. A quel punto la Bora-Hansgrohe di Peter Sagan e altre formazioni interessate alla tappa (Alpecin- Fenix e Team DSM) hanno fatto capolino in testa al gruppo con un uomo a testa aumentando leggermente l’andatura. Il plotone ha così iniziato a recuperare lentamente parte del gap che lo separava dai fuggitivi (5’45” al km 60).
Dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), vinto da Ponomar davanti a Zoccarato e Rivi, i fuggitivi hanno approcciato l’ascesa di Piancanelli con un vantaggio di circa 3’30” sul gruppone sempre tirato dagli uomini della Bora-Hansgrohe. Lungo la salita Samuele Rivi ha provveduto a tenere alta l’andatura del drappello di testa facilitando lo scatto di Vincenzo Albanese che poi è andato a conquistare i 9 punti messi in palio in cima al gpm, battendo allo sprint Van den Berg e Pellaud. Il toscano ha così consolidato la leadership nella classifica per la maglia azzurra. I fuggitivi si sono ricompattati lungo la successiva discesa e la corsa è proseguita tranquillamente (ad eccezione di una caduta senza conseguenze avvenuta ai -55) fino al successivo gpm di Castino (-45,5 all’arrivo) dove sia il gruppo di testa che quello inseguitore hanno iniziato a selezionarsi: davanti il primo a perdere contatto è stato il giovane Ponomar; dietro invece si sono staccate alcune ruote veloci, tra cui il vincitore della 2° tappa Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma) e infine Caleb Ewan (Lotto-Soudal). I sette fuggitivi superstiti sono transitati al gpm di Castino con 2 minuti di vantaggio. Proprio in prossimità dello scollinamento ha perso contatto anche un esausto Samuele Rivi, che si era sacrificato a lungo in favore di Albanese, vincitore anche del secondo gpm di giornata.
Il successivo strappo, quello di Manera (-36,2), ha provveduto a mietere ulteriori ‘vittime’ nel gruppo principale. A perdere le ruote questa volta è stato uno degli uomini più attesi, Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka-Assos), già secondo ieri a Novara. Davanti invece, Zoccarato ha provato a lasciare la compagnia scattando ai -37 con a ruota l’elvetico Pellaud, che si è poi preso l’ultimo gpm proprio davanti a Zoccarato. Poco dopo sulla coppia di testa sono rinvenuti anche Albanese, Van den Berg e Van der Hoorn, mentre Gougeard ha irrimediabilmente perso contratto ed è stato successivamente ripreso dal gruppo, sempre trainato dagli uomini di Peter Sagan e sempre più vicino alla testa della corsa.
I 5 battistrada si sono così trovati ad affrontare l’ultimo vero strappo di giornata, quello che portava al traguardo volante di Guarene (-14,9), con un minuto di vantaggio sul plotone. Questa volta il primo ad attaccare è stato lo svizzero Pellaud, seguito immediatamente da Van der Hoorn. Zoccarato, dopo aver patito l’accelerazione, è riuscito a rientrare ma ha poi perso nuovamente contatto in prossimità dello scollinamento. Nel frattempo Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Tony Gallopin (Ag2r Citroen Team) erano scattati dal gruppo andando a riprendere prima Albanese, che si è immediatamente staccato dai contrattaccanti, e poi Zoccarato. Si è così formato un terzetto inseguitore a metà strada tra i due fuggitivi e quel che restava del gruppo.
Ai -9 Van der Hoorn ha piazzato l’allungo decisivo staccando definitivamente Pellaud e provando a coronare la fuga con un finale in solitaria anche perché il gruppo nel frattempo aveva rallentato scivolando a 55” dal battistrada. L’olandese ha proseguito la sua cavalcata oltre i due stappetti di località Occhietti, mentre Ciccone e Gallopin e restavano da soli prima di essere riassorbiti dal gruppo. Ma la rimonta del plotone è rimasta incompleta perchè l’olandese della Intermarchè Wanty Gobert è riuscito a tenere duro anche lungo gli ultimi 2 chilometri difendendo strenuamente il risicato margine che gli era rimasto. Van der Hoorn ha completato la sua irresistibile e sorprendente azione tagliando il traguardo in lacrime e con le braccia al cielo. Dietro di lui la volata dei battuti è andata a Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) davanti a Peter Sagan ed Elia Vivani. A seguire Patrick Bevin (Israel Start Up Nation), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). In classifica generale resta al comando Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che ora ha 16” su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e 20” sulla coppia della Deceuninck-Quick Step formata da Remco Evenepoel e Joao Almeida.
Domani si cambierà completamente scenario. La 4a frazione, che si articolerà all’interno dell’Emilia-Romagna, porterà i corridori da Piacenza a Sestola al termine di 187 km che potrebbero dare un nuovo volto alla classifica generale. Dopo i primi 80 km quasi completamente piatti, la pianura padana lascerà spazio alle colline dell’Appennino Tosco-Emiliano. Negli ultimi 100 km i corridori dovranno infatti affrontare circa 3000 metri di dislivello attraverso una lunga serie di salitelle in rapida successione di cui solo un paio classificate come gran premi della montagna: Castello di Carpineti al km 111,8 e Montemolino al km 143,4 (entrambi di 3° categoria). Arrivati a Fanano, a circa 7 km dal taguardo, inizierà l’ultima salita di giornata, il gpm (2° categoria) di Colle Passerino. Una salita breve (appena 4,3 km) ma molto arcigna (pendenza media del 9,9% con punte fino al 14,3%). Dalla cima del gpm mancheranno appena 2,5 km decisamente tortuosi e ondulati. Potrebbe trattarsi della prima tappa in cui i big si daranno battaglia. Sicuramente ci sarà da aspettarsi degli stravolgimenti nella classifica generale.

Pierpaolo Gnisci

Van der Hoorn trionfa a Canale (fonte: Getty Image)

Van der Hoorn esutla a Canale (fonte: Getty Image)

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