GOAL DI TACO, GANNA RESTA IN ROSA
Se qualcuno ad inizio dicembre avesse detto a Taco Van der Hoorn che 5 mesi dopo avrebbe vinto una tappa al Giro d’Italia, probabilmente il corridore neerlandese gli avrebbe dato del matto. Si, perchè il buon Taco alla fine della scorsa stagione era praticamente rimasto a piedi una volta scaduto il contratto che lo legava alla Jumbo-Visma e, in assenza di opzioni migliori, era stato costretto ad accordarsi con la continental BEAT Cycling. Soltanto a metà dicembre, in extremis e forse inaspettatamente, Taco ha trovato la chiamata della Intermarchè Wanty Gobert che gli ha consentito di continuare a correre nel WT.
E proprio oggi Van der Hoorn è riuscito finalmente a mettere in mostra tutto quel talento che negli anni scorsi aveva esibito solo a sprazzi anche a causa della sfortuna che lo ha spesso perseguitato (da menzionare un bruttissimo incidente avvenuto nel 2017). Lo ha fatto al termine di una tappa che sembrava destinata ad un epilogo in volata (ristretta) e che invece il corridore della Intermarchè è riuscito a vincere in solitaria dopo una fuga di quasi 190 km. Van der Hoorn ha resistito al ritorno del gruppo e ha tagliato il traguardo in lacrime, cogliendo il successo più bello ed importante della sua tribolata carriera.
La terza frazione del Giro, 190 km da Biella a Canale, portava con sé le prime insidie altimetriche dell’edizione 2021. I primi 110 km erano sostanzialmente pianeggianti. Poi, subito dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), il percorso iniziava ad essere decisamente più nervoso grazie alla presenza del gpm di 3a categoria che portava in cima a Piancanelli (km 122,2). Al termine del successivo tratto di falsopiano, vi erano in rapida sequenza altri due gpm, questa volta di 4a categoria: Castino (km 144,5) e Manera (km 153,8). Infine, a circa 15 km dal traguardo, i corridori dovevano affrontare la breve ma insidiosa salita (2,6 km al 7,1%) che portava al traguardo volante con abbuoni di Guarene. Dal termine della discesa mancavano soltanto 10 km al traguardo, in buona parte articolati lungo una sede stradale stretta e tortuosa e caratterizzati dalla presenza di due brevissimi strappetti in località Occhietti. Una tappa che poteva prestarsi a diversi scenari.
L’azione di giornata si è formata una manciata di chilometri dopo il via ufficiale della corsa avvenuto sotto una fitta pioggia. A differenza di quanto accaduto nella 2a tappa, questa volta la fuga è stata decisamente più corposa vista la presenza di ben 7 corridori: il duo della Eolo-Kometa formato da Vincenzo Albanese (già in fuga ieri e portatore della maglia azzurra) e Samuele Rivi, Alexis Gougeard (Ag2r Citroen Team), Lars Van den Berg (Groupama-FDJ), Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty Gobert), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec).
Alle spalle dei 7 battistrada si è portato poco dopo un altro uomo dell’Androni, il giovane Andrii Ponomar, mentre il gruppo ha proseguito placidamente, lasciando spazio alla fuga. Il corridore ucraino è riuscito a rientrare sugli altri fuggitivi dopo circa 15 km, quando il vantaggio sul gruppo era ormai prossimo ai tre minuti. La corsa ha proceduto senza ulteriori scossoni e i battistrada hanno continuato ad incrementare il gap arrivando fino ad un massimo di 6’30” al km 40. A quel punto la Bora-Hansgrohe di Peter Sagan e altre formazioni interessate alla tappa (Alpecin- Fenix e Team DSM) hanno fatto capolino in testa al gruppo con un uomo a testa aumentando leggermente l’andatura. Il plotone ha così iniziato a recuperare lentamente parte del gap che lo separava dai fuggitivi (5’45” al km 60).
Dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), vinto da Ponomar davanti a Zoccarato e Rivi, i fuggitivi hanno approcciato l’ascesa di Piancanelli con un vantaggio di circa 3’30” sul gruppone sempre tirato dagli uomini della Bora-Hansgrohe. Lungo la salita Samuele Rivi ha provveduto a tenere alta l’andatura del drappello di testa facilitando lo scatto di Vincenzo Albanese che poi è andato a conquistare i 9 punti messi in palio in cima al gpm, battendo allo sprint Van den Berg e Pellaud. Il toscano ha così consolidato la leadership nella classifica per la maglia azzurra. I fuggitivi si sono ricompattati lungo la successiva discesa e la corsa è proseguita tranquillamente (ad eccezione di una caduta senza conseguenze avvenuta ai -55) fino al successivo gpm di Castino (-45,5 all’arrivo) dove sia il gruppo di testa che quello inseguitore hanno iniziato a selezionarsi: davanti il primo a perdere contatto è stato il giovane Ponomar; dietro invece si sono staccate alcune ruote veloci, tra cui il vincitore della 2° tappa Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma) e infine Caleb Ewan (Lotto-Soudal). I sette fuggitivi superstiti sono transitati al gpm di Castino con 2 minuti di vantaggio. Proprio in prossimità dello scollinamento ha perso contatto anche un esausto Samuele Rivi, che si era sacrificato a lungo in favore di Albanese, vincitore anche del secondo gpm di giornata.
Il successivo strappo, quello di Manera (-36,2), ha provveduto a mietere ulteriori ‘vittime’ nel gruppo principale. A perdere le ruote questa volta è stato uno degli uomini più attesi, Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka-Assos), già secondo ieri a Novara. Davanti invece, Zoccarato ha provato a lasciare la compagnia scattando ai -37 con a ruota l’elvetico Pellaud, che si è poi preso l’ultimo gpm proprio davanti a Zoccarato. Poco dopo sulla coppia di testa sono rinvenuti anche Albanese, Van den Berg e Van der Hoorn, mentre Gougeard ha irrimediabilmente perso contratto ed è stato successivamente ripreso dal gruppo, sempre trainato dagli uomini di Peter Sagan e sempre più vicino alla testa della corsa.
I 5 battistrada si sono così trovati ad affrontare l’ultimo vero strappo di giornata, quello che portava al traguardo volante di Guarene (-14,9), con un minuto di vantaggio sul plotone. Questa volta il primo ad attaccare è stato lo svizzero Pellaud, seguito immediatamente da Van der Hoorn. Zoccarato, dopo aver patito l’accelerazione, è riuscito a rientrare ma ha poi perso nuovamente contatto in prossimità dello scollinamento. Nel frattempo Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Tony Gallopin (Ag2r Citroen Team) erano scattati dal gruppo andando a riprendere prima Albanese, che si è immediatamente staccato dai contrattaccanti, e poi Zoccarato. Si è così formato un terzetto inseguitore a metà strada tra i due fuggitivi e quel che restava del gruppo.
Ai -9 Van der Hoorn ha piazzato l’allungo decisivo staccando definitivamente Pellaud e provando a coronare la fuga con un finale in solitaria anche perché il gruppo nel frattempo aveva rallentato scivolando a 55” dal battistrada. L’olandese ha proseguito la sua cavalcata oltre i due stappetti di località Occhietti, mentre Ciccone e Gallopin e restavano da soli prima di essere riassorbiti dal gruppo. Ma la rimonta del plotone è rimasta incompleta perchè l’olandese della Intermarchè Wanty Gobert è riuscito a tenere duro anche lungo gli ultimi 2 chilometri difendendo strenuamente il risicato margine che gli era rimasto. Van der Hoorn ha completato la sua irresistibile e sorprendente azione tagliando il traguardo in lacrime e con le braccia al cielo. Dietro di lui la volata dei battuti è andata a Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) davanti a Peter Sagan ed Elia Vivani. A seguire Patrick Bevin (Israel Start Up Nation), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). In classifica generale resta al comando Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che ora ha 16” su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e 20” sulla coppia della Deceuninck-Quick Step formata da Remco Evenepoel e Joao Almeida.
Domani si cambierà completamente scenario. La 4a frazione, che si articolerà all’interno dell’Emilia-Romagna, porterà i corridori da Piacenza a Sestola al termine di 187 km che potrebbero dare un nuovo volto alla classifica generale. Dopo i primi 80 km quasi completamente piatti, la pianura padana lascerà spazio alle colline dell’Appennino Tosco-Emiliano. Negli ultimi 100 km i corridori dovranno infatti affrontare circa 3000 metri di dislivello attraverso una lunga serie di salitelle in rapida successione di cui solo un paio classificate come gran premi della montagna: Castello di Carpineti al km 111,8 e Montemolino al km 143,4 (entrambi di 3° categoria). Arrivati a Fanano, a circa 7 km dal taguardo, inizierà l’ultima salita di giornata, il gpm (2° categoria) di Colle Passerino. Una salita breve (appena 4,3 km) ma molto arcigna (pendenza media del 9,9% con punte fino al 14,3%). Dalla cima del gpm mancheranno appena 2,5 km decisamente tortuosi e ondulati. Potrebbe trattarsi della prima tappa in cui i big si daranno battaglia. Sicuramente ci sarà da aspettarsi degli stravolgimenti nella classifica generale.
Pierpaolo Gnisci