ROSA RELATIVO, DE MARCHI SI REGALA LA TINTA PIU’ BELLA

maggio 11, 2021
Categoria: News

La 4a tappa del Giro d’Italia mantiene le promesse e rimescola completamente le carte. Una giornata di pioggia, freddo e infarcita di salita che ha saputo regalare tanti spunti d’interesse e le prime sentenze definitive. A vincere sul traguardo di Sestola l’ex grande promessa Joseph Dombrowski (UAE Team Emirates) che ha saputo staccare nel finale al termine di una lunga fuga Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation). Per il friulano però niente amaro in bocca, ma la grandissima soddisfazione di vestire la prima maglia rosa della sua carriera. Tra i big bene Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Hugh Carthy (EF Education-Nippo). Crolla invece Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) che perde oltre 4 minuti dai migliori.

Dopo la crono di Torino e altre due tappe Piemontesi tutto sommato semplici, la 4a frazione, da Piacenza a Sestola, prevedeva il primo vero arrivo impegnativo di questo Giro al termine di 187 km piuttosto impegnativi. I primi 80 km erano quasi completamente pianeggianti. Una volta entrati in provincia di Reggio Emilia, lo scenario cambiava completamente: la pianura padana lasciava il posto all’appennino Tosco-Emiliano e ad una lunga serie di salite e strappetti che terminava solo all’arrivo. La prima ascesa portava al traguardo volante di Rossena (km 86,8), poi, tra i vari strappi, vi erano i gpm di 3a categoria di Castello di Carpineti (km 111,8) e di Montemolino (km 143,4). Una volta giunti a Fanano (ad appena 7 km dall’arrivo) i corridori dovevano affrontare le dure rampe di Colle Passerino (4,3 km al 9,9% di pendenza media e punte al 16). Dallo scollinamento all’arrivo vi erano solto 2,5 km piuttosto ondulati. Una tappa in grado di cambiare la fisionomia della classifica generale.

La tappa è partita sotto una pioggia battente che ha poi accompagnato i corridori fino al traguardo di Sestola. Appena dato il via, dal gruppo sono evasi Victor Campenaerts (Team Qhubeka-Assos) e il connazionale Quinten Hermans (Intermarchè Wanty Gobert). Il gruppo però, a differenza di quanto accaduto nelle prime due tappe in linea, non ha concesso molto margine ai due coraggiosi fuggitivi. Troppi erano infatti i corridori interessati ad entrare in fuga e, come accade spesso in questi casi, ne è venuta fuori una battaglia condotta ad andatura elevatissima (prima ora ad oltre 47 km/h di media). I due battistrada hanno difeso per diversi chilometri un vantaggio di appena 15-20”, mentre dietro di loro infuriava la bagarre.
La situazione è cambiata solo intorno al km 30, quando finalmente dal gruppo sono usciti altri 8 corridori proprio mentre il plotone rallentava. Nel giro di poche centinaia di metri dal gruppo principale è evaso un secondo gruppo inseguitore, formato da 12 corridori, e infine un ultimo drappello con altri 3 uomini. Di lì a poco i 3 gruppi inseguitori sono man mano rinvenuti sui primi due fuggitivi andando a formare un drappello di ben 25 corridori. Oltre ai già citati Campenaerts ed Hermans, vi erano: Valerio Conti e Joseph Dombrowski ( UAE Team Emirates), Nelson Oliveira (Movistar Team), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Andrea Vendrame (Ag2r Citroen Team), Attila Valter (Groupama-FDJ), Rein Taaramae (Intermarchè Wanty Gobert), Nicolas Edet (Cofidis), Jacopo Mosca, Koen De Kort e Amanuel Ghebreigzabier (Trek-Segafredo), Francesco Gavazzi e Marton Dina (Eolo-Kometa), Nico Denz (Team DSM), Samuele Zoccarato, Filippo Zana e Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Pieter Serry (Deceuninck-Quick Step), Jan Tratnik (Bahrain-Victorius), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange), Filippo Tagliani e Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli-Sidermec). Il nutrito gruppo di testa ha rapidamente guadagnato un margine di oltre 5’ (al km 50) arrivando a 6’20” 10 km dopo. A quel punto in testa al gruppo son apparsi gli uomini della Ineos Grenadiers con la maglia rosa Filippo Ganna a sacrificarsi in prima persona. Il gap si è così stabilizzato intorno ai 6’15”.

Usciti da Parma, i corridori si sono diretti verso l’Appennino e la lunga sequenza di salite che caratterizzava gli ultimi 100 km di corsa. In questa fase il gruppo, sempre tirato dalla Ineos con la collaborazione di un uomo dell’Astana, si è avvicinato ai fuggitivi, portandosi a poco più di 4’20” mentre il primo traguardo volante di giornata veniva vinto da Tagliani davanti a Venchiarutti e Fiorelli. Si è così giunti al primo gpm di giornata, quello che portava a Castello di Carpineti. Lungo la salita Zoccarato e Tagliani hanno perso contatto dal drappello di testa, mentre il gruppo tornava a perdere nuovamente: in cima al gpm, vinto da Gavazzi davanti a Taaramae e Juul-Jensen, il plotone era arretrato a 5’40”.
Nel corso della successiva discesa, Quinten Hermans, Rein Taaramae e Chris Juul-Jensen hanno allungato sul resto dei fuggiviti guadagnando un margine che è cresciuto rapidamente. In fondo alla discesa il trio di testa aveva guadagnato già 40” sugli omrai ex-compagni di fuga; il gruppo era invece tornato nuovamente oltre i 6 minuti.
Nel tratto che precedeva il secondo gpm di giornata, i battistrada hanno ulteriormente guadagnato sul gruppo dei 20 inseguitori, portandosi addirittura a 1’45”, mentre il gruppo aveva ormai mollato ed era scivolato ad 7’40” (ai -50).
Lungo la salita di Montemolino, il gruppo inseguitore si è ulteriormente assottigliato perdendo prima De Kort, poi Venchiarutti e infine Campenaerts e Conti. Davanti invece i battistrada erano rimasti in due visto che Hermans non era riuscito a tenere le ruote del compagno di squadra Taaramae, poi vincitore del gpm, e di Juul-Jensen. Nel frattempo dietro erano riusciti ad avvantaggiarsi De Marchi, Vervaeke, Dombrowski ed Edet, andando a formare un nuovo quartetto inseguitore alle spalle del duo di testa, il cui margine si era ridotto ad 1’20”, col gruppo ulteriormente arretrato ad 8’12”.
Lungo il successivo tratto di saliscendi, il duo di testa è tornato a guadagnare, mentre il gruppetto inseguitore si era ulteriormente allargato ad 8 corridori dopo il rientro di Nelson Oliveira, Andrea Vendrame, Pieter Serry e Jan Tratnik. Una manciata di km dopo sono rinvenuti anche gli ungheresi Dina e Valter, e gli italiani Gavazzi, Zana e Mosca portando a 13 il numero degli inseguitori. La corsa è proseguita con questa situazione per i successivi chilomentri, mentre il gruppo iniziava ad aumentare l’andatura e a guadagnare terreno (5’20” ai -11). Ad imporre un ritmo molto alto in questa fase della corsa è stata principalmente la Deceuninck-Quick Step di Remco Evenepoel.

Si è così giunti a Fanano, dove iniziavano le terribili rampe della salita di Colle Passerino. Appena approcciata l’ascesa Taaramae e Juul-Jensen hanno iniziato a perdere terreno sia dagli immediati inseguitori, che erano ormai a 40”, sia sul gruppo il cui distacco era rapidamente crollato a 4’20”. Poco dopo dal drappello dei contrattaccanti sono emersi Dombrowski e De Marchi. Il nuovo duo inseguitore si è poi riportato sugli esausti Taaramae e Juul-Jensen, mentre dal gruppo di testa attaccava in solitaria Giulio Ciccone (Trek-Segafredo). Nel giro di pochi metri però il quartetto di testa si è sgretolato grazie all’allungo di Dombrowski. De Marchi ha provato a resistere, restando a pochi metri dallo Statunitense, mentre Taaramae e Juul-Jensen si sono definitvamente spenti. Dietro invece anche Mikel Landa (Bahrain-Victorius) aveva allungato per poi andare a riprendere Ciccone. Proprio mentre Dombrowski scollinava in solitaria in cima al gpm, dal gruppo attaccavano anche Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Hugh Carthy (EF Education-Nippo) e Alexander Vlasov (Astana PremierTech). Il trio è poi riuscito a rientrare su Landa e Ciccone, mentre gli altri uomini di classifica erano rimasti leggermente indietro.
Dombrowski dopo lo scollinamento è riuscito a mantenere il breve vantaggio su De Marchi ed ha così ottenuto la sua prima vittoria di tappa ad un grande giro. Il friulano è giunto secondo a 13” dall’americano, mentre al terzo posto si è classificato un bravissimo Filippo Fiorelli (a 27”). Poi Vervaeke e Tratnik (a 29”), Valter (a 44”) ed Edet (a 47”). Il gruppo di Bernal, Ciccone, Vlasov, Landa e Carthy è giunto ad 1’37”. Poco dietro (a 1’48”) un altro drappello comprendente tra gli altri Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), Romain Bardet (Team DSM), Simon Yates (Team BikeExchange), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) è giunto in 27a posizione a 2’11” insieme a Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) e Jai Hindley (Team DSM). Crollo per Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) giunto in 49a posizione a 5’58”.

Rivoluzionata la classifica che vede ora De Marchi in maglia rosa davanti a Dombrowski (a 22”), Vervaeke (a 42”), Oliveira (a 48”) e Valter (a 1’00”). Tra i big il primo è Vlasov, 7° a 1’24” da De Marchi, davanti a Evenepoel (1’28”) e Bernal (1’39”).

Domani i corridori faticheranno molto di meno. I 177 km che separeranno Modena da Cattolica saranno infatti completamente piatti, senza la minima ombra di un solo gpm. Appare fin troppo scontato un’esito allo sprint.

Pierpaolo Gnisci

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

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