POGACAR, VITTORIA IN TRIPLA CIFRA A ROUEN. MA VAN DER POEL RESTA IN GIALLO
Pogacar ottiene la 100a vittoria in carriera sul traguardo di Rouen, un fatto straordinario se si pensa che lo sloveno ha appena 26 anni. Il successo non basta, però, per levare la maglia gialla dalle spalle di Van der Poel, con il quale condivide lo stesso tempo in classifica
La quarta tappa della 112esima edizione del Tour de France, diversamente da quella di ieri, è considerata fra le più impegnative della prima metà della corsa: pur presentando un percorso sostanzialmente pianeggiante per buona parte dei 174 chilometri, i continui saliscendi dovrebbero mettere a dura prova la tenuta dei velocisti ed evitare la volata di gruppo, dando invece una grossa occasione ai cosiddetti cacciatori di tappe, come pure ai grandi specialisti delle corse in linea primaverili, che ben conoscono queste strade e le loro numerose “côte”. Il finale della tappa vedrà accentuarsi questi saliscendi, al punto che saranno presenti ben 5 GPM, per quanto non paragonabili a quelli che delle grandi salite alpine o pirenaiche: si inizierà con la Côte Jacques Anquetil (4° categoria, 3.6 km al 3.4%), a 47 chilometri dal traguardo, e che il Tour affronta per la prima volta rendendo omaggio al leggendario corridore francese che ha vissuto molti anni da queste parti, in un piccolo castello dell’800 che oggi viene chiamato in suo onore “Château Anquetil”. Il secondo GPM è la Côte de Belbeuf (1.3 km à 9.2%), a 28 chilometri dal traguardo, 3° categoria per via dell’elevata pendenza (che arriva anche al 15%); il terzo, a 20 chilometri dall’arrivo, è la Côte de Bonsecours (0.9 km à 7%), 4° categoria, che vedrà i corridori transitare accanto al cippo che ricorda un altro grande corridore francese, “testa di vetro” Jean Robic, vincitore del primo Tour del dopoguerra. Si passa poi la Côte de la Grand’Mare (1.8 km à 4.8%), un 4° categoria posto a 12 chilometri dal traguardo, e si finisce con la ripidissima Rampe Saint-Hilaire (0.8 km à 9.4%, ma punte del 15%), di 3° categoria a soli 5 chilometri dall’arrivo.
Difficile dire chi siano i grandi favoriti di oggi, al di fuori dei soliti nomi che eccellono in questo tipo di corse, come la stessa maglia gialla, Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), forse il corridore più accreditato per vincere questa tappa, e poi i due che lo seguono in classifica generale e che sono i grandi favoriti del Tour: Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike). Da tenere d’occhio anche Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), a meno che non decida di lavorare per il suo capitano.
La tappa parte alle 13.35, stavolta con un tempo molto buono e non a caso già nei primi chilometri si forma un gruppo di quattro corridori che guadagna facilmente un paio di minuti sul gruppo. I più accreditati tra i fuggitivi sono il forte passista danese Kasper Asgreen (EF Education – EasyPost), vincitore anche di un Giro delle Fiandre davanti a Van der Poel, e il giovane e promettente francese Lenny Martinez (Bahrain – Victorious), quest’anno vincitore di tappe alla Parigi-Nizza, al Romandia e al Delfinato. Completano il gruppetto lo sconosciuto francese Thomas Gachignard (Team TotalEnergies), nessuna vittoria in carriera, e l’esperto passista norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), vincitore l’anno scorso della Parigi-Bruxelles. Per decine di chilometri nulla cambia, con fuggitivi e gruppo che procedono quasi di concerto e col distacco che resta sempre intorno ai due minuti o poco più. Nel gruppo tira la Alpecin, il che sembrerebbe confermare come Van der Poel sia intenzionato a muoversi nel finale. All’inizio della Côte Jacques Anquetil i fuggitivi hanno 1 minuto e 40 secondi sul gruppo, nel quale si verificano diverse cadute durante la fase di approccio alla salita: tra le vittime, che per fortuna non riportano gravi danni, ci sono anche Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike), già vincitore della Vuelta 2023 e tra i principali gregari di Vingegaard in questo Tour, e l’austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quarto al recente Giro di Svizzera. In cima alla salita passa primo Asgreen, col gruppo a 1 minuto e 10 secondi. A 31 chilometri dall’arrivo, poco prima che inizi il secondo GPM, c’è un traguardo volante a Saint-Adrien, che viene vinto in solitaria da Abrahamsen. Il gruppo, dietro, è regolato dal nostro Jonathan Milan (Lidl – Trek) su Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), che possono così allungare nella classifica a punti sul belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step), vincitore ieri a Dunkerque. Sulla Côte de Belbeuf i fuggitivi sono ripresi, ad eccezione di Martinez che tenta l’azione solitaria e scollina primo sul GPM con una decina di secondi sul gruppo. Nel tratto che porta al terzo GPM si vede in testa la UAE, più che altro per non far correre troppi rischi a Pogacar in una gara nella quale si continua a cadere. Un’altra caduta, infatti, si verifica in questo tratto, per fortuna senza gravi conseguenze. Ai piedi della Côte de Bonsecours Martinez viene ripreso; in cima il gruppo passa compatto, col norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) a transitare per primo. In discesa si intensifica l’azione degli uomini della UAE in testa al gruppo: nulla cambia sulla quarta salita, la Côte de la Grand’Mare, dove infatti passa primo uno degli uomini di Pogacar, il belga Tim Wellens, che già ieri aveva conquistato la maglia a pois, e dietro di lui il gruppo compatto, per quanto molti corridori si siano staccati sulle ultime salite. Prima di arrivare all’ultimo GPM passano in testa gli uomini della Visma: Simon Yates, Wout Van Aert e soprattutto Victor Campenaerts, che impone un ritmo forsennato che alla lunga riduce il gruppo a una trentina di unità. Sull’ultima salita, la micidiale Rampe Saint-Hilaire, torna in testa la UAE, dapprima con Jhonatan Narváez e poi con João Almeida. Nel tratto più duro parte infine Pogacar con la sua tipica accelerazione e il solo Vingegaard riesce a restargli a ruota, sia pure con qualche difficoltà che si manifesta in vista dal GPM, dove è lo sloveno a passare per primo. Nel tratto di falsopiano che segue lo scollinamento molti corridori fra i primi in classifica, ben guidati da Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e fra i quali si trova la maglia gialla, in difficoltà sull’ultima salita, si riportano sui primi due e si forma un gruppetto di una decina di uomini che alla fine si gioca la vittoria in volata. Almeida si incarica di tirarla a Pogacar, ma alle sue spalle si infila Van der Poel, che riesce a lanciarsi in testa verso la linea del traguardo tallonato dal campione del mondo, in quella che sembra una ripetizione della volata di domenica. Tuttavia questa volta l’esito è diverso: l’olandese, provato dall’ultima ascesa e dal successivo inseguimento, cede nei metri conclusivi e giunge solo secondo alle spalle del fuoriclasse sloveno, che coglie così la centesima vittoria della sua carriera, mentre van der Poel rischia anche di farsi superare da un ottimo Vingegaard. I primi tre sono gli stessi di domenica, quarto è il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL), quest’anno sul podio del Giro di Svizzera. Nel gruppo dei migliori si contano anche i francesi Romain Grégoire (Groupama – FDJ) e Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), entrambi in evidenza al Giro di Svizzera, e poi Evenepoel, Almeida, il compagno di squadra di Vingegaard, l’americano Matteo Jorgenson, e infine il danese Mattias Skjelmose (Lidl – Trek). Un po’ attardato arriva Primož Roglič (Red Bull – BORA – hansgrohe), che quest’anno non ha ancora trovato la forma migliore, mentre Evenepoel rientra nei primi 10 della classifica generale. Questa è ancora capeggiata da Mathieu van der Poel, sia pure con lo stesso tempo di Pogacar; Vingegaard rafforza il terzo posto, mentre Jorgenson scavalca Vauquelin al quarto. Pogacar e il compagno di squadra Wellens sono primi a pari merito nella classifica degli scalatori, mentre il nostro Milan mantiene il comando della classifica a punti davanti a Girmay. Primo dei giovani è sempre Vauquelin, seguito da Onley. Domani, con l’attesa tappa a cronometro di 33 chilometri, i distacchi aumenteranno e si capirà finalmente chi è in forma e chi sta solo cercando di limitare i danni.
Andrea Carta

A Rouen taglia per la prima volta il traguardo Tadej Pogacar: per lui è la 100a volta in carriera (foto Loic Venance/AFP via Getty Images)
MILAN, FOTOFINISH FATALE A DUNKERQUE: VINCE MERLIER, DIETRO FIOCCANO LE CADUTE
Doveva essere una delle tappe più semplici del Tour, si è rivelata una via crucis a causa del forte vento contrario e delle cadute che hanno funestato il finale. Uno dei favoriti per gli arrivi in volata, il belga Philipsen, se ne torna a casa con una clavicola fasciata, il nostro Milan non riesce ad approfittare dell’assenza del rivale e si vede beffato al fotofinish dal belga Merlier
La terza tappa della 112esima edizione del Tour de France è una della più facili del contestato percorso di quest’anno, che presenta tutte le salite importanti nella seconda metà, con la prima riservata ai velocisti e ai cosiddetti cacciatori di tappe. Il percorso, che non transita lontano da quello della Gand-Wevelgem, che però si corre dall’altra parte del confine tra la Francia e il Belgio, è interamente pianeggiante e parte da Valenciennes per arrivare a Dunkerque dopo 178 chilometri interrotti solo dalla breve salita del Mont Cassel (poco più di 2 chilometri al 4%), situata a 31 dall’arrivo e che difficilmente potrà fare un po’ di selezione. Sono quindi favoriti i velocisti, fra cui vanno almeno segnalati il nostro Jonathan Milan (Lidl – Trek), uscito un po’ deluso dalle prime tappe, il belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), già vincitore all’esordio e prima maglia gialla di questo Tour, l’altro belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step) e l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), l’anno scorso vincitore di tre tappe e della classifica a punti e che, dopo questa prestigiosa affermazione, non è più riuscito a vincere ed ha invece collezionato una decina di secondi posti, di cui l’ultimo proprio sabato dietro Philipsen. Non ci dovrebbero essere cambiamenti in classifica generale, che rispecchia l’arrivo della tappa di ieri e vede in maglia gialla il fuoriclasse olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) sui due favoriti per la vittoria finale Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike).
Si parte alle 13.25. Piove, come in tutto il Nord Europa. Il Tour, di solito caratterizzato da temperature elevate che spesso hanno creato problemi ai corridori, è invece flagellato dal maltempo sin dal giorno della partenza, cosa che ha messo più volte a rischio l’incolumità dei partecipanti per via delle molte cadute. Dopo qualche tentativo portato avanti con poca convinzione da alcuni corridori, fra i quali il più attivo è forse il belga Jonas Rickaert (Alpecin – Deceuninck), la corsa si tranquillizza, il tempo migliora (ma resta un forte vento contrario) e il gruppo procede compatto senza il minimo sussulto sino al traguardo volante di Isbergues, situato a 60 chilometri dall’arrivo. Il traguardo volante offre punti preziosi proprio per la classifica generale a punti e la corsa si accende con uno sprint vero e proprio, che viene vinto dal nostro Milan senza troppa difficoltà, dal momento che Philipsen, che gli era a ruota, finisce stretto fra il belga Laurenz Rex (Intermarché – WantyRex) e il francese Bryan Coquard (Cofidis) e rovina in terra fratturandosi la clavicola destra: è il secondo ritiro eccellente dopo quello del nostro Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), avvenuto già nella prima tappa. Sarà da vedere se la Alpecin, costretta a rinunciare al suo miglior velocista, oltretutto tra i favoriti per la vittoria nella classifica a punti, deciderà adesso di affidarsi completamente a Van der Poel. La corsa continua intanto senza sussulti, a parte una breve fuga del belga Tim Wellens (UAE Team Emirates – XRG), che a va a vincere il punto messo in palio sul Mont Cassel, GPM di 4° categoria, conquistando anche la maglia di leader degli scalatori. Dopo aver scollinato Wellens rallenta e ben presto il gruppo torna compatto e raggiunge infine Dunkerque con un certo ritardo sulla tabella di marcia a causa al vento contrario. Il finale è funestato, in parte per il vento, in parte per un rettilineo d’arrivo troppo corto, da due cadute senza gravi conseguenze, la prima a circa 3 chilometri dall’arrivo e che vede coinvolto uno dei grandi favoriti, il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), la seconda a poche centinaia di metri dal traguardo. I capitomboli, pur non avendo effetto sulla classifica generale (sono avvenute dopo il passaggio ai 5 chilometri dall’arrivo dove è scattata la neutralizzazione dei tempi), frazionano il gruppo e lasciano pochi velocisti a contendersi la vittoria: questa sembra appannaggio di Milan sino agli ultimi metri ma, con una rimonta formidabile, spunta dalle retrovie Merlier che proprio sulla linea di arrivo riesce ad avere la meglio sul nostro corridore per pochi centimetri, come evidenziato dal fotofinish. Terzo è il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious), mentre Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) non va oltre il sesto posto. Immutata la classifica generale, mentre Milan passa a condurre quella punti davanti a Girmay e a Merlier. Wellens, come si era già detto, comanda quella degli scalatori. Il francese Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), secondo al recente Giro di Svizzera, è il primo dei giovani, nonché quarto in classifica generale. Sarà forse più interessante la tappa di domani, che con le sue molte “côtes” nel tratto finale ricorda un po’ una classica del Nord e potrebbe portare anche qualche cambiamento alla classifica generale.
Andrea Carta

Il momento del colpo di reni decisivo di Tim Merlier (foto Anne-Christine Poujoulat /AFP via Getty Images)
ANNA HENDERSON ILLUMINA APRICA: VITTORIA DI TAPPA E MAGLIA ROSA AL GIRO D’ITALIA WOMEN
La britannica della Lidl-Trek sorprende le big con un attacco da lontano e conquista la vetta della classifica generale. La Kopecky e la Vos perdono contatto sull’ultima salita.
Il Giro d’Italia Women 2025 trova la sua nuova protagonista: Anna Henderson. La britannica della Lidl-Trek si è imposta nella seconda tappa, la Clusone–Aprica di 92 km, con una splendida azione d’attacco che le ha regalato non solo il successo parziale ma anche la Maglia Rosa, strappata alla svizzera Marlen Reusser (Movistar Team) dopo una sola giornata. Partita a quaranta chilometri dal traguardo in compagnia della francese Dilixyne Miermont (CERATIZIT Pro Cycling Team), il gruppo delle big ha sottovalutato questa fuga pagando dazio sull’erta finale verso la località valtellinese.
Sul traguardo la Henderson ha preceduto Miermont, mentre il gruppo è giunto con 26 secondi di ritardo, regolato in volata da una brillante Soraya Paladin (CANYON//SRAM zondacrypto). Assenti dal drappello principale due cicliste di punta, Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike), entrambe in affanno nel tratto conclusivo. È stato questo l’elemento chiave che ha permesso alla britannica di capitalizzare il suo vantaggio non solo per la vittoria parziale, ma anche per guadagnare tempo prezioso in classifica generale.
Ora la Henderson guida il Giro con 15 secondi sulla Reusser e 31 secondi su Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ). Inoltre la nuova leader veste anche la maglia rossa della classifica a punti e quella azzurra di miglior scalatrice. Si conferma in maglia bianca la giovane tedesca Antonia Niedermaier (CANYON//SRAM zondacrypto), sempre solida e pronta a difendere le sue ambizioni in classifica.
“È una giornata da sogno – ha dichiarato Henderson – Non vincevo una corsa in linea da tanto tempo e farlo così, in un grande giro e vestendo la Maglia Rosa, è davvero speciale. Avevo sperato di fare meglio nella cronometro d’apertura, ma oggi sapevo di poter correre senza pressioni. Quando il gruppo ci ha lasciato andare, abbiamo capito che poteva essere l’occasione giusta. È un momento che cambia la mia carriera”.
La terza tappa, porterà la corsa da Vezza d’Oglio a Trento in 122 chilometri con il Passo del Tonale, Cima Alfonsina Strada, a scaldare le gambe nella prima parte e un finale veloce che dovrebbe sorridere alle ruote veloci. Sarà la prima occasione per le velociste per dire la loro, ma con un Giro così aperto tutto può ancora succedere.
Mario Prato

Anna Henderson si impone sul prestigioso traguardo del Passo dell'Aprica (Getty Images)
VAN DER POEL (QUASI) SENZA RIVALI A BOULOGNE-SUR-MER. TAPPA E MAGLIA PER L’OLANDESE
Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) conferma i pronostici della vigilia vincendo la seconda tappa del Tour in un finale esplosivo. Nella volata ristretta e in salita l’olandese ha la meglio su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaaard (Team Visma Lease a Bike), andando a prendersi anche la maglia gialla, che toglie dalle spalle del compagno di squadra Philipsen
La seconda tappa del Tour 2025 è una delle più intriganti della prima settimana. Si parte da Lauwin-Planque e si arriva a Boulogne-sur-Mer dopo 209.1 km. I due GPM finali posti a poca distanza dall’arrivo, la Côte de Saint-Etienne-au-Mont e la Côte d’Outreau, seppur molto corti, hanno pendenze in doppia cifra sulle quali i velocisti saranno messi a dura prova. In particolare la maglia gialla Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) dovrà stringere i denti per non perdere il simbolo del primato. Chi ne può approfittare è
il compagno di squadra Mathieu van der Poel, che su arrivi come questi può fare la differenza. Ma non dimentichiamo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) e Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike), che già ieri hanno mostrato di essere molto pimpanti nei ventagli e che possono anch’essi rivoluzionare il finale della tappa. Dopo un ritardo di circa 20 minuti dovuto alle difficili condizioni meteo, la tappa iniziava con diversi attacchi che vedevano la formazione della fuga di giornata grazie all’azione di Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (Team XDS Astana) e Brent van Moer (Team Lotto). Leknessund scollinava in prima posizione sul primo GPM, la Côte de Cavron-Saint-Martin, posto al km 104.3. A 65 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era di 1 minuto e 40 secondi. Fedorov si aggiudicava il traguardo volante di Énocq posto al km 154.6. A 52 km dalla conclusione la fuga veniva ripresa dal gruppo maglia gialla. Sul successivo GPM della Côte du Haut Pichot il gruppo veniva messo in fila dall’UAE Team Emirates XRG con Tim Wellens che scollinava in prima posizione. Côte de Saint-Etienne-au-Mont si avvicinava sempre di più e l’aria di bagarre nel gruppo si tagliava col coltello. Nelle prime posizioni erano presenti praticamente tutti gli attesi protagonisti della tappa di oggi. Sulla salita scoppiava la bagarre vera e propria con il gruppo allungatissimo. Pogacar e Vingegaard mantenevano le primissime posizioni, mentre rra Pogacar a scollinare in prima posizione davanti a Vingegaard. Sulla successiva Côte d’Outreau era Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates) a fare l’andatura per Pogacar. Il gruppo di testa era formato da una ventina di ciclisti. La maglia gialla Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) cercava di stringere i denti ma era segnalato con una ventina di secondi di ritardo. A circa 4 km dalla conclusione Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) e Alexey Lutsenko (Team Israel Premier Tech) si avvantaggiavano di qualche metro ma venivano ripresi a poco più di 2 km dalla conclusione. Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) provava ad attaccare a sua volta ma veniva ripreso a 800 metri dalla conclusione. Nella volata in salita al 5% Van der Poel non aveva rivali e manteneva sempre la testa andando a vincere davanti a Pogacar e Vingegaard. Chiudevano la top five
Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) in quarta posizione e Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling) in quinta posizione. Van der Poel, al quale mancava la vittoria dalla Parigi – Roubaix del 13 aprile scorso, si veste di giallo con un vantaggio di 4 secondi su Pogacar e di 6 secondi su Vingegaard. Domani è in programma la terza tappa da Valenciennes a Dunkerque per 179 Km: il percorso è favorevole ai velocisti, anche se il vento e i ventagli sono sempre dietro l’angolo (vedi prima tappa). Il Mont Cassel è l’unica asperità altimetrica posta ad una trentina di km dalla conclusione. Se ci sarà una pausa nella lotta per la maglia gialla vedremo comunque la bagarre per quella verde.
Antonio Scarfone

Van der Poel esulta sul traguardo di Boulogne-sur-Mer (Getty Images)
MARLEN REUSSER APRE IL GIRO D’ITALIA WOMEN CON UN ASSOLO ROSA NELLA CRONOMETRO DI BERGAMO
L’elvetica della Movistar domina la prova contro il tempo inaugurale, rifilando distacchi importanti alla Kopecky e alla Longo Borghini. Domani primo arrivo in salita ad Aprica.
Il Giro d’Italia Women 2025 si apre nel segno di Marlen Reusser. La campionessa svizzera, portacolori della Movistar, ha conquistato la prima tappa della Corsa Rosa, una cronometro individuale di 14,2 chilometri interamente disegnata sulle strade di Bergamo. La sua azione potente e fluida ha fatto la differenza lungo le vie cittadine, dove ha costruito un margine netto sulla concorrenza, guadagnando non solo il successo di giornata ma anche la Maglia Rosa che la incorona prima leader della classifica generale.
La Reusser ha completato il tracciato in 17’22”, viaggiando alla media impressionante di 49.059 km/h. Alle sue spalle si sono piazzate due tra le grandi favorite della vigilia, Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), staccata di 12”, e la campionessa uscente Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ), che ha accusato un passivo di 16”. Più distanti tutte le altre: Anna Van der Breggen (Team SD Worx – Protime) ha un ritardo di 20”, Antonia Niedermaier (CANYON//SRAM zondacrypto) – che si consola con la Maglia Bianca – ha chiuso a 48”, mentre Juliette Labous (FDJ – SUEZ) e Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) sono arrivate rispettivamente a 51” e 58”.
La tappa che ha dato subito un’impronta chiara alla classifica generale, mettendo in risalto le atlete più solide nelle prove individuali e offrendo il primo vero confronto tra le pretendenti al trono finale. “Sono tanto felice di indossare la Maglia Rosa – ha dichiarato Reusser dopo l’arrivo – L’ho sognata tanto ed ora è mia. Anche se sarà difficile tenerla fino alla fine, il mio obiettivo è provarci. Ho bei ricordi in Italia, e sapere che il Giro terminerà a Imola, dove ho conquistato l’argento mondiale a cronometro nel 2020, mi dà ulteriore motivazione”.
Alle sue spalle la Kopecky incassa il decimo podio personale in carriera al Giro Women, mentre la Longo Borghini ha dimostrato di essere subito in condizione, limitando i danni e tenendo aperta la corsa verso la maglia rosa, soprattutto in vista delle tappe più dure. Tra le giovani, buono il debutto della Niedermaier, soddisfatta del suo risultato in una giornata calda e impegnativa: “Non era la mia cronometro migliore, ma è stato un buon modo per cominciare. Ora farò di tutto per tenere la Maglia Bianca”.
Domani il gruppo affronterà la seconda frazione, 92 chilometri da Clusone ad Aprica con un primo arrivo in salita che promette scintille. Il tratto conclusivo, in costante ascesa dopo il passaggio da Edolo e il muro di Santicolo, potrà già ridefinire le gerarchie tra le big. La Corsa Rosa è appena cominciata, ma le emozioni non si sono fatte attendere.
Mario Prato

Marlen Reusser in azione sulle strade di Bergamo (foto Luc Claessen / Getty Images)
A LILLA VINCE PHILIPSEN: LA PRIMA MAGLIA GIALLA E’ BELGA, VENTAGLI NEL FINALE
Un ventaglio aperto dalla Visma Lease a Bike a circa 17 km dall’arrivo di Lilla segna la prima tappa del Tour. A giocarsi la vittoria sono una quarantina di ciclisti con Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) che ha la meglio davanti a Binian Girmay (Team Intermarchè Wanty) e Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility). Il belga è la prima maglia gialla. Primo ritirato del Tour 2025 è Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers)
L’attesa è finita ed oggi inizia il Tour de France 2025 che appare sulla carta un discorso a due tra Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG), quest’ultimo favorito della vigilia e pronto ad inanellare la sua quarta Grande Boucle. La prima tappa inizia e finisce a Lilla dopo un giro in senso orario di 184.9 km in cui i tre semplici GPM della Côte de Notre-Dame-De-Lorette, del Mont Cassel e del Mont Noir non sembrano impensierire affatto i velocisti in gruppo. Le insidie maggiori possono arrivare invece dal vento, segnatalo in aumento nel pomeriggio, e dalla pioggia, che dovrebbe abbattersi su Lilla e dintorni nel finale di tappa. Resta il fatto che la prima tappa del Tour favorevole ai velocisti può riservare qualche spiacevole sorpresa – leggasi cadute – che comunque sarà per così dire eventualmente ‘attutita’ dalla neutralizzazione dei tempi in caso di incidenti a 5 invece che a 3 km dall’arrivo. Insomma se un velocista, e citiamo i tre più forti al Tour ovvero Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), Jonathan Milan (Team Lidl Trek) e Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), vorrà indossare la prima maglia gialla del Tour 2025, se la dovrà guadagnare. La prima fuga del Tour 2025 si componeva di Mathis Le Berre (Team Arkéa B&B Hotels), Mattéo Vercher (Team Total Energies), Jonas Rutsch (Team Intermarchè Wanty), Benjamin Thomas (Team Cofidis) e Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale). All’inseguimento della fuga si mettevano Alpecin Deceuninck, Lidl Trek e Soudal Quick Step, le squadre che sulla carta hanno i velocisti più forti al Tour de France. Se ci sta la prima fuga non poteva non esserci la prima caduta del Tour 2025 che coinvolgeva apparentemente senza conseguenze Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e Sean Flynn (Team Picnic PostNL). Poco dopo anche Thibau Nys (Team Lidl Trek) e Stefan Bissegger (Team EF Education EasyPost) erano coinvolti in un’altra caduta, anche questa volta senza conseguenze. Thomas vinceva il GPM della Côte de Notre-Dame-De-Lorette posta al km 41.2. Il gruppo riprendeva i fuggitivi in vista del traguardo volante di La Motte-au-Bois, posto al km 87.5 e sul quale transitava in prima posizione Jonathan Milan (Team Lidl Trek). Purtroppo a 70 km dalla conclusione Ganna era costratto a mettere il piede a terra e a ritirarsi. Dopo il ciclista italiano anche Bissegger era costretto al ritiro. L’elevata velocità del gruppo lanciato verso la volata metteva in difficoltà alcuni ciclisti che si defilavano, tra i quali Nys, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia Simon Yates ed Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike), Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers) e Raul Garcia Pierna (Team Arkèa B&B Hotels). Una violenta accelerazione del Team Visma Lease a Bike con Vingegaard in prima fila provocava un ventaglio a 17 km dalla conclusione. In testa alla corsa si formava un drappello di una quarantina di ciclisti in cui il velocista più forte presente era sulla carta Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck). Tra gli uomini di classifica attardati si segnalavano Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), Florian Lipowitz e Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nella volata ad avere la meglio era Philipsen davanti a Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) e Søren Wærenskjold (Team UNO X Mobility). Chiudevano la top five Anthony Turgis (Team TotalEnergies) in quarta posizione e Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) in quinta. Il gruppo inseguitore regolato da Milan arrivava al traguardo con 41 secondi di ritardo. Philipsen è così la prima maglia rosa del Tour 2025 davanti a Girmay e Wærenskjold. Domani è in programma la seconda tappa da Lauwin-Planque a Boulogne-sur-Mer sulla distanza di 209.1 km. Seppur i velocisti non saranno completamente tagliati fuori dalla vittoria di tappa, gli ultimi esplosivi chilometri, caratterizzati dalla presenza della Côte de Saint Etienne au Mont e della Côte d’Outreau, praticamente due piccoli muri ma con pendenze che superano anche il 10%, metteranno a dura prova Merlier e company. Chissà, invece, che la bagarre non possa scatenarsi proprio tra gli uomini di classifica…
Antonio Scarfone

Jasper Philipsen vince la prima tappa del Tour 2025 (Getty Images)
CHI PUO’ BATTERE POGACAR? ANALISI DEI PRETENDENTI ALLA MAGLIA GIALLA 2025
Il Tour de France 2025 è alle porte e come ogni anno appassionati di ciclismo e addetti ai lavori si lanciano in previsioni più o meno azzardate sui protagonisti e sugli scenari che si potranno concretizzare nelle tre settimane di corsa. Ecco una carrellata sui nomi più caldi della corsa a tappe più attesa dell’anno che parte domani da Lilla
Sulla base dell’ultimo Tour e sulla prima parte della stagione 2024 Tadej Pogacar sarà ancora l’uomo da battere nonché il favorito numero uno. Il campione sloveno punta alla sua quarta Grande Boucle e può contare su una UAE Team Emirates XRT completamente al suo servizio e nella quale spicca anche il nome di João Almeida, quarto lo scorso anno e fresco vincitore del Giro di Svizzera. Il portoghese sarebbe capitano in qualsiasi squadra al mondo ma avendo al suo fianco Pogacar dovrà lavorare per lui. La squadra emiratina sulla carta è di gran lunga la più forte di questo Tour, visto che oltre a Pogacar e Almeida schiera altri pezzi da novanta come Jhonatan Narvaez, Pavel Sivakov, Adam Yates e Tim Wellens, quest’ultimo fresco vincitore dei campionati belgi su strada.
La Visma Lease a Bike sembra essere la squadra più attrezzata per contrastare l’UAE Team Emirates XRG. Jonas Vingegaarg ha vinto il Tour nel 2022 e nel 2023 ma dopo la grave caduta al Giro dei Paesi Baschi dello scorso anno ha dovuto riprendere il feeling con la strada. Il danese è comunque reduce da un secondo posto al Tour del 2024, anche se al recente Giro del Delfinato è sembrato avere qualcosa in meno di Pogacar. La squadra olandese punterà comunque su Vingegaard e gli affianca alcuni fedelissimi come Tiesj Benoot, Wout Van Aert e Sepp Kuss. In caso di débâcle del danese possono fare bella figura Matteo Jorgenson e Simon Yates, vincitore del Giro d’Italia 2025. Da segnalare nella rosa della Jumbo Visma anche Edoardo Affini, uno che quando c’è da tirare in testa non si risparmia di certo.
La Soudal Quick Step ha in Remco Evenepoel la sua punta di diamante, ma il ciclista belga quest’anno, a parte la vittoria nella Freccia del Brabante e in qualche prova a cronometro, non ha dato l’impressione di tenere le ruote dei migliori, specialmente in salita. Certo, le due cronometro di Caen e di Peyragudes gli faranno guadagnare terreno sugli avversari diretti, ma tra Pirenei, Mont Ventoux e Alpi il belga dovrebbe cedere alla distanza, anche perchè Mikel Landa, l’uomo più fidato, è convalescente dopo la caduta della prima tappa del Giro. Unici scalatori della squadra belga, che dovrà curare anche la classifica a punti con Tim Merlier, sembrano essere Ilan van Wilder e Valentin Paret-Peintre.
La Red Bull BORA Hansgrohe ha sulla carta un terzetto niente male da poter opporre a ciclisti più titolati per ambire alla vittoria del Tour. Aleksandr Vlasov è da un po’ di tempo in fase calante, ma chissà che l’aria del Tour non possa fargli bene, almeno nel ruolo di gregario. Primoz Roglic, dopo ave passato più tempo sull’asfalto che sui pedali al Giro 2025, prova a rimettersi in gioco per i massimi traguardi ma nella formazione tedesca è Florian Lipowitz il ciclista da tenere in massima considerazione per un un ruolo da protagonista. Il tedesco nel 2025 ha conquistato il secondo posto alla Parigi-Nizza, il quarto posto al Giro dei Paesi Baschi e il terzo posto al Giro del Delfinato e sulla base di questi risultati può davvero ambire ad un risultato di prestigio.
L’uomo classifica della INEOS Grenadiers dovrebbe essere Carlos Rodriguez, anche se finora il suo 2025 è stato piuttosto opaco. Thymen Arensman dopo un Giro d’Italia anonimo si metterà al servizio dello spagnolo.
La Francia non vince un Tour dall’edizione 1985 quando a Parigi salì sul podio Bernard Hinault. Se il tempo di Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cyclyng) sembra ormai finito e “LouLou” punterà alle vittorie di tappa, quest’anno le speranze di podio, ma più realisticamente di una top ten, sono sulle spalle di Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) e di Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), quest’ultimo ottimo secondo al Giro di Svizzera. Il compagno di squadra Santiago Buitrago pumò subentrargli in seconda battuta.
Per Enric Mas (Team Movistar) vale lo stesso discorso fatto per Arensman. Quest’anno il suo miglior risultato è stato il secondo posto al Giro dei Paesi Baschi e comunque potrebbe essere sulla carta il miglior ciclista spagnolo al via del Tour.
La Lidl Trek sembra più concentrata sulle vittoria di più tappe, possibili con Thibau Nys e Jonathan Milan, con quest’ultimo che può addirittura vestire la prima maglia gialla. Le velleità di Matthias Skjelmose Jensen, recentemente frenato da alcuni problemi fisici, si scontreranno con la strada, giudice come sempre inappellabile del ciclismo.
Altri ciclisti che possono ambire alla top ten sono Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), Lennert van Eetvelt (Team Lotto), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), Tobias Halland Johannessen (Team Uno X Mobility) e Oscar Onley (Team Picnic PostNL).
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar sfila sulle strade di Lilla in occasione della presentazione delle squadre (foto Reuters)
CONCA NON SEI SOLO. PANORAMICA DEI CAMPIONATI NAZIONALI DI CICLISMO SU STRADA
Conferme, sorprese e quant’altro ai campionati nazionali su strada 2025. Non solo Conca fa parlare di sé. Un corposo resoconto de il Ciclismo in attesa del Tour de France
Se in Italia ha destato scalpore la vittoria di Filippo Conca che si veste di tricolore pur gareggiando per una squadra amatoriale come lo Swatt Club, in giro per l’Europa non sono mancate le sorprese ma anche qualche conferma. Il nostro resoconto parte da ovest e termina a est. In Portogallo si corre da Ourem a Ourem per un totale di 174.5 km piuttosto vallonati. A vincere è Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG) davanti a Pedro Silva (Team Anicolor / Tien 21) e Diogo Gonçalves (Team FEIRENSE – BEECELER). In Spagna i numerosi saliscendi da Granada a Granada (oltre 191 km con 13 gpm categorizzati) fanno esplodere la corsa nel finale fino all’allungo decisivo di Iván Romeo (Team Movistar) che vince in solitaria su Fernando Barceló (Team Caja Rural – Seguros RGA) e Roger Adrià (Team Red bull BORA Hansgrohe), In Francia su un altrettanto esigente percorso in quel di Les Herbiers, per un totale di 214.5 km, Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale) vince una volata a tre davanti a Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) e Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels). In Belgio Tim Wellens (UAE Team Emirates XRG) sbaraglia la concorrenza nel circuito finale di Binche con un’azione solitaria che ricorda il miglior Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), il quale deve accontentarsi della seconda piazza a 38 secondi di ritardo da Wellens mentre Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) è terzo. In Olanda la volatona di Ede vede Danny van Poppel (Team Redbull BORA Hansgrohe) prevalere a sorpresa davanti ai favoriti Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). In Lussemburgo invece il circuito di Mertzig da affrontare sette volte per un totale di 138.6 km vede la vittoria di Arthue Kluckers (Team Tudor Pro Cycling) davanti al compagno di squadra Luc Wirtgen mentre si piazza in terza posizione Alexandre Kess (Team Lotto Kern-Haus PSD Bank). Sul circuito tedesco di Linden, dove spiccava la salitella di Harzheckberg si impone Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) davanti a Felix Engelhardt (Team Jayco AlUla) ed Anton Schiffer (Team BIKE AID). Ad Aberystwith, in Gran Gretagna, vittoria di Samuel Watson (Team INEOS Grenadiers) davanti a Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike) ed Ethan Vernon (Team Israel Premier Tech). In Norvegia, a Hønefoss, è show dell’Uno X Mobility con addirittura undici ciclisti nei primi dodici classificati; a vincere è Andreas Leknessund davanti ai fratelli Anders Halland e Tobias Halland Johannessen. In Danimarca sul nervoso finale del circuito di Aalborg ha la meglio Søren Kragh Andersen (Team Lidl Trek) davanti a Mads Pedersen (Team Lidl Trek) e Casper Pedersen (Team Soudal Quick Step). A Fischingen, in Svizzera, Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) vince in una volata ristretta davanti a Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling) e Valentin Darbellay (Elite Fondations Cycling Team). A Dobczyce, in Polonia, Rafał Majka (UAE Team Emirates) torna alla vittoria dei Campionati Nazionali dopo nove anni, battendo Paweł Bernas (Team Mazowsze Serce Polski) e Mateusz Gajdulewicz (Team Mazowsze Serce Polski). In Slovacchia a Bánovce nad Bebravou assolo di Lukáš Kubis (Team Unibet Tietema Rockets) che vince nettamente davanti a Martin Svrček (Team Soudal Quick-Step) ed al diciannovenne Matthias Schwarzbacher (UAE Team Emirates Gen Z). Sullo stesso percorso si sono corsi anche i campionati cechi vinti da Mathias Vacek (Team Lidl Trek) davanti a Matyáš Kopecký (Team Novo Nordisk) ed a Tomáš Přida (Team Elkov – Kasper). In Slovenia, assenti Pogacar e Roglic, ad avere la meglio è stato il giovane Jakob Omrzel (Bahrain Victorious Development Team) su Jaka Marolt (Team Factor Racing) e Matevž Govekar (Team Bahrain – Victorious ). Nella vicina Croazia Nicolas Gojković (Pogi Team Gusto Ljubljana) vince davanti a Fran Miholjević (Team Bahrain – Victorious) e Roko Doljanin. In Austria Tim Wafler (Team Tirol KTM Cycling Team) beffa il più esperto Felix Großschartner (UAE Team Emirates – XRG) mentre terzo è Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck).
Antonio Scarfone

Tim Wellens vince i Campionati Nazionali in Belgio (foto: Getty Images)
A GORIZIA FILIPPO CONCA E’ CAMPIONE ITALIANO SU STRADA UOMINI ELITE
Filippo Conca (Swatt Club) sorprende ciclisti più quotati nei Campionati Italiani di Ciclismo imponendosi in una volata ristretta a Gorizia davanti ad Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) e Thomas Pesenti (Team Soudal Quick Step). Delude l’Astana che non ha sfruttato la sua superiorità numerica
Il Campionato Italiano su Strada uomini elite vede protagonizta il Friuli Venezia Giulia con Triste sede di partenza e Gorizia sede d’arrivo. Sono quasi 230 i km da percorrere ed il tracciato è complessivamente pianeggiante fino all’entrata nel circuito finale di Gorizia, dopo un breve passaggio in territorio sloveno, che dovrà essere affrontato tre volte e dove spicca la salita di San Floriano del Collio, quasi 4 km al 5% di pendenza media ma con alcuni tratti che arrivano all’8%. Dopo la fuga iniziale di Manlio Moro (Team Movistar), Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Alessandro Iacchi (Team Solution Tech Vini Fantini), Lorenzo Ginestra e Francesco Carollo (Team Swatt Club), era soprattutto l’Astana a controllare la corsa forte della sua superiorità numerica LE prime scaramucce nel gruppo inseguitore iniziavano all’inizio del primo dei tre giri del circuito finale con Alberto Bettiol (Team XDS Astana) e Stefano Oldani (Team Cofidis) che allungavano ma che venivano ripresi poco prima della prima salita verso San Floriano del Collio. Era sulla seconda salita che le cose si definivano meglio con Zoccarato e Ginestra che restavano da soli in testa alla corsa. Alle loro spalle si segnalavano dodici inseguitori ovvero Davide Formolo (Team Movistar), Mattia Gaffuri e Filippo Conca (Swatt Club), Valerio Conti (Team Solution Tech-Vini Fantini), Alessandro Covi e Filippo Baroncini (UAE Team Emirates-XRG), Nicola Conci (Team XDS Astana), Giovanni Aleotti (Team Red Bull-Bora-Hansgrohe), Thomas Pesenti (Team Soudal-QuickStep), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan Csb) e Marco Tizza (Team Wagner Wazin WB) Una volta ripresi i due fuggitivi, le sorti della corsa si decidevano sulla terza ed ultima scalata di San Floriano del Collio. Restavano in testa Covi, Aleotti, Pesenti, Conca. Era il ciclista dell’UAE Team XRG a scollinare in prima posizione con qualche secondo di vantaggio sugli immediati inseguitori. Il quintetto si ricompattava a circa 2 km dalla conclusione mentre da dietro Jonathan Milan (Team Lidl Trek) provava a rientrare insieme a Niccolò Buratti (Team Bahrain Victorious) ed a Filippo Baroncini (UAE Team Emirates). Ma era ormai troppo ardi perchè i cinque battistrada si giocavano in una volata ristretta il titolo tricolore. Era Conca a imporsi su Covi e Pesenti mentre chiudevano la top five Aleotti e Gaffuri. Tra lo stupore generale Conca, ciclista di una squadra dilettante, vinceva i Campionati Italiani di Ciclismo su Strada, rinverdendo i fasti del 2008, quando Filippo Simeoni, un altro mister nessuno, trionfò in quel di Bergamo davanti a Giovanni Visconti e Filippo Pozzato. Insomma, tutti aspettavamo faville da Filippo Ganna e invece un altro Filippo è balzato agli onori della cronaca.
Antonio Scarfone

Filippo Conca vince il campionato nazionale 2025 (Sprint Cycling Agency)
FILIPPO GANNA SIGILLA PER LA SESTA VOLTA IL TITOLO DI CAMPIONE ITALIANO A CRONOMETRO
Sul velocissimo tracciato friulano da Morsano al Tagliamento a San Vito al Tagliamento, Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) rispetta i pronostici della vigilia e vince con autorità il suo sesto titolo nazionale. Sul podio anche Filippo Baroncini (UAE Team Emirates) e Mattia Cattaneo (Team Soudal Quick Step)
Sono 18 i ciclisti che si affrontano nei Campionati Italiani a Cronometro Uomini Elite. La partenza è da Morsano al Tagliamento e dopo un percorso di 28 km completamente pianeggiante si arriverà al traguardo di San Vito al Tagliamento. Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) parte con i favori del pronostico anche se negli ultimi tempi si è allenato maggiormente per il prossimo Tour de France dove ha intenzione di vincere almeno una tappa. Ma partire nelle cronometro di Caen e di Peyragudes con la maglia di campione italiano della specialità non sarebbe comunque male. Dietro Ganna si giocheranno il podio, o anche qualcosa di più, Mattia Cattaneo (Team Soudal Quick Step) e Filippo Baroncini (UAE Team Emirates), apparsi in ottima forma nelle ultime uscite. Da segnalare alla partenza anche Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost), terzo classificato nella cronometro finale del Giro di Svizzera, e Matteo Sobrero (Team Red Bull BORA Hansgrohe), unico a interrompere il dominio di Ganna negli scorsi anni. E Ganna non delude le attese della vigilia facendo segnare all’arrivo 30 minuti e 36 secondi e vincendo con 47 secondi di vantaggio su Baroncini e 47 secondi di vantaggio su Cattaneo. Chiudono la top five Sobrero in quarta posizione e Marco Frigo (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione, rispettivamente a 1 minuto e 35 ed a 1 minuto e 56 secondi di ritardo da Ganna. Per il ciclista piemontese è il sesto titolo italiano della specialità negli ultimi sette anni.
Antonio Scarfone

Filippo Ganna vince il Campionato Italiano a Cronometro (foto: Getty Images)

