POGACAR, VITTORIA IN TRIPLA CIFRA A ROUEN. MA VAN DER POEL RESTA IN GIALLO
Pogacar ottiene la 100a vittoria in carriera sul traguardo di Rouen, un fatto straordinario se si pensa che lo sloveno ha appena 26 anni. Il successo non basta, però, per levare la maglia gialla dalle spalle di Van der Poel, con il quale condivide lo stesso tempo in classifica
La quarta tappa della 112esima edizione del Tour de France, diversamente da quella di ieri, è considerata fra le più impegnative della prima metà della corsa: pur presentando un percorso sostanzialmente pianeggiante per buona parte dei 174 chilometri, i continui saliscendi dovrebbero mettere a dura prova la tenuta dei velocisti ed evitare la volata di gruppo, dando invece una grossa occasione ai cosiddetti cacciatori di tappe, come pure ai grandi specialisti delle corse in linea primaverili, che ben conoscono queste strade e le loro numerose “côte”. Il finale della tappa vedrà accentuarsi questi saliscendi, al punto che saranno presenti ben 5 GPM, per quanto non paragonabili a quelli che delle grandi salite alpine o pirenaiche: si inizierà con la Côte Jacques Anquetil (4° categoria, 3.6 km al 3.4%), a 47 chilometri dal traguardo, e che il Tour affronta per la prima volta rendendo omaggio al leggendario corridore francese che ha vissuto molti anni da queste parti, in un piccolo castello dell’800 che oggi viene chiamato in suo onore “Château Anquetil”. Il secondo GPM è la Côte de Belbeuf (1.3 km à 9.2%), a 28 chilometri dal traguardo, 3° categoria per via dell’elevata pendenza (che arriva anche al 15%); il terzo, a 20 chilometri dall’arrivo, è la Côte de Bonsecours (0.9 km à 7%), 4° categoria, che vedrà i corridori transitare accanto al cippo che ricorda un altro grande corridore francese, “testa di vetro” Jean Robic, vincitore del primo Tour del dopoguerra. Si passa poi la Côte de la Grand’Mare (1.8 km à 4.8%), un 4° categoria posto a 12 chilometri dal traguardo, e si finisce con la ripidissima Rampe Saint-Hilaire (0.8 km à 9.4%, ma punte del 15%), di 3° categoria a soli 5 chilometri dall’arrivo.
Difficile dire chi siano i grandi favoriti di oggi, al di fuori dei soliti nomi che eccellono in questo tipo di corse, come la stessa maglia gialla, Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), forse il corridore più accreditato per vincere questa tappa, e poi i due che lo seguono in classifica generale e che sono i grandi favoriti del Tour: Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike). Da tenere d’occhio anche Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), a meno che non decida di lavorare per il suo capitano.
La tappa parte alle 13.35, stavolta con un tempo molto buono e non a caso già nei primi chilometri si forma un gruppo di quattro corridori che guadagna facilmente un paio di minuti sul gruppo. I più accreditati tra i fuggitivi sono il forte passista danese Kasper Asgreen (EF Education – EasyPost), vincitore anche di un Giro delle Fiandre davanti a Van der Poel, e il giovane e promettente francese Lenny Martinez (Bahrain – Victorious), quest’anno vincitore di tappe alla Parigi-Nizza, al Romandia e al Delfinato. Completano il gruppetto lo sconosciuto francese Thomas Gachignard (Team TotalEnergies), nessuna vittoria in carriera, e l’esperto passista norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), vincitore l’anno scorso della Parigi-Bruxelles. Per decine di chilometri nulla cambia, con fuggitivi e gruppo che procedono quasi di concerto e col distacco che resta sempre intorno ai due minuti o poco più. Nel gruppo tira la Alpecin, il che sembrerebbe confermare come Van der Poel sia intenzionato a muoversi nel finale. All’inizio della Côte Jacques Anquetil i fuggitivi hanno 1 minuto e 40 secondi sul gruppo, nel quale si verificano diverse cadute durante la fase di approccio alla salita: tra le vittime, che per fortuna non riportano gravi danni, ci sono anche Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike), già vincitore della Vuelta 2023 e tra i principali gregari di Vingegaard in questo Tour, e l’austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quarto al recente Giro di Svizzera. In cima alla salita passa primo Asgreen, col gruppo a 1 minuto e 10 secondi. A 31 chilometri dall’arrivo, poco prima che inizi il secondo GPM, c’è un traguardo volante a Saint-Adrien, che viene vinto in solitaria da Abrahamsen. Il gruppo, dietro, è regolato dal nostro Jonathan Milan (Lidl – Trek) su Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), che possono così allungare nella classifica a punti sul belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step), vincitore ieri a Dunkerque. Sulla Côte de Belbeuf i fuggitivi sono ripresi, ad eccezione di Martinez che tenta l’azione solitaria e scollina primo sul GPM con una decina di secondi sul gruppo. Nel tratto che porta al terzo GPM si vede in testa la UAE, più che altro per non far correre troppi rischi a Pogacar in una gara nella quale si continua a cadere. Un’altra caduta, infatti, si verifica in questo tratto, per fortuna senza gravi conseguenze. Ai piedi della Côte de Bonsecours Martinez viene ripreso; in cima il gruppo passa compatto, col norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) a transitare per primo. In discesa si intensifica l’azione degli uomini della UAE in testa al gruppo: nulla cambia sulla quarta salita, la Côte de la Grand’Mare, dove infatti passa primo uno degli uomini di Pogacar, il belga Tim Wellens, che già ieri aveva conquistato la maglia a pois, e dietro di lui il gruppo compatto, per quanto molti corridori si siano staccati sulle ultime salite. Prima di arrivare all’ultimo GPM passano in testa gli uomini della Visma: Simon Yates, Wout Van Aert e soprattutto Victor Campenaerts, che impone un ritmo forsennato che alla lunga riduce il gruppo a una trentina di unità. Sull’ultima salita, la micidiale Rampe Saint-Hilaire, torna in testa la UAE, dapprima con Jhonatan Narváez e poi con João Almeida. Nel tratto più duro parte infine Pogacar con la sua tipica accelerazione e il solo Vingegaard riesce a restargli a ruota, sia pure con qualche difficoltà che si manifesta in vista dal GPM, dove è lo sloveno a passare per primo. Nel tratto di falsopiano che segue lo scollinamento molti corridori fra i primi in classifica, ben guidati da Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e fra i quali si trova la maglia gialla, in difficoltà sull’ultima salita, si riportano sui primi due e si forma un gruppetto di una decina di uomini che alla fine si gioca la vittoria in volata. Almeida si incarica di tirarla a Pogacar, ma alle sue spalle si infila Van der Poel, che riesce a lanciarsi in testa verso la linea del traguardo tallonato dal campione del mondo, in quella che sembra una ripetizione della volata di domenica. Tuttavia questa volta l’esito è diverso: l’olandese, provato dall’ultima ascesa e dal successivo inseguimento, cede nei metri conclusivi e giunge solo secondo alle spalle del fuoriclasse sloveno, che coglie così la centesima vittoria della sua carriera, mentre van der Poel rischia anche di farsi superare da un ottimo Vingegaard. I primi tre sono gli stessi di domenica, quarto è il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL), quest’anno sul podio del Giro di Svizzera. Nel gruppo dei migliori si contano anche i francesi Romain Grégoire (Groupama – FDJ) e Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), entrambi in evidenza al Giro di Svizzera, e poi Evenepoel, Almeida, il compagno di squadra di Vingegaard, l’americano Matteo Jorgenson, e infine il danese Mattias Skjelmose (Lidl – Trek). Un po’ attardato arriva Primož Roglič (Red Bull – BORA – hansgrohe), che quest’anno non ha ancora trovato la forma migliore, mentre Evenepoel rientra nei primi 10 della classifica generale. Questa è ancora capeggiata da Mathieu van der Poel, sia pure con lo stesso tempo di Pogacar; Vingegaard rafforza il terzo posto, mentre Jorgenson scavalca Vauquelin al quarto. Pogacar e il compagno di squadra Wellens sono primi a pari merito nella classifica degli scalatori, mentre il nostro Milan mantiene il comando della classifica a punti davanti a Girmay. Primo dei giovani è sempre Vauquelin, seguito da Onley. Domani, con l’attesa tappa a cronometro di 33 chilometri, i distacchi aumenteranno e si capirà finalmente chi è in forma e chi sta solo cercando di limitare i danni.
Andrea Carta

A Rouen taglia per la prima volta il traguardo Tadej Pogacar: per lui è la 100a volta in carriera (foto Loic Venance/AFP via Getty Images)