ZAMPATA DI GAUDU A CERES, BATTUTO PEDERSEN. VINGEGARD CONSERVA LA ROJA.

agosto 26, 2025 by Redazione  
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David Gaudu torna protagonista alla Vuelta a España 2025 conquistando la terza tappa con arrivo a Ceres. Il francese della Groupama-FDJ ha imposto la sua velocità in uno sprint in leggera salita, bruciando sul traguardo Mads Pedersen (Lidl-Trek) e confermando le sue doti di finisseur. Terzo posto per Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), che grazie ai 4″ di abbuono mantiene la Maglia Rossa con lo stesso tempo del transalpino, ma forte di piazzamenti migliori. Ai piedi del podio di giornata Giulio Ciccone (Lidl-Trek), che retrocede al terzo posto della generale a 8″ dal danese.

La corsa è stata movimentata sin dai primi chilometri, rallentati da problemi meccanici che hanno coinvolto Chris Harper (Jayco AlUla) e Carlos García Pierna (Burgos BH). Una volta lanciata l’azione, a trovare il colpo giusto è stato Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels), capace di animare la fuga di giornata insieme a Sean Quinn (EF Education-EasyPost), Patrick Gamper (Jayco AlUla) e Luca Van Boven (Intermarché-Wanty). Il quartetto ha guadagnato oltre due minuti, con Verre che ha conquistato anche punti preziosi per la Maglia a Pois sul GPM di giornata.
Dietro, la Lidl-Trek ha tenuto saldo il controllo, riducendo progressivamente il vantaggio. Il gruppo si è ricompattato nella fase finale della corsa, quando gli ultimi superstiti della fuga sono stati neutralizzati a meno di 20 km dall’arrivo. A quel punto la battaglia si è spostata nelle prime posizioni del plotone, con le squadre dei big a pilotare i rispettivi capitani verso lo strappo conclusivo di Ceres, ascesa che ha fatto fuori diversi velocisti puri, uno su tutti Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck). Nell’ultimo chilometro, Pedersen ha beneficiato del lavoro di Ciccone e Bagioli, sembrando in perfetta posizione per piazzare la sua progressione. Ma Gaudu, con un guizzo fulmineo, ha trovato lo spazio giusto all’interno e lo ha superato di potenza negli ultimi metri, firmando così il suo primo successo in questa edizione della Vuelta.
La classifica generale resta cortissima: Vingegaard difende la leadership davanti allo stesso Gaudu, mentre Ciccone scivola a 8″. La Vuelta si conferma dunque apertissima e pronta a regalare nuovi colpi di scena.

Antonio Scarfone

David Gaudu esulta a Ceres (Photho credit: Getty Images)

David Gaudu esulta a Ceres (Photho credit: Getty Images)

FUGA VINCENTE AL TOUR DE L’AVENIR: TRIONFO DI ELLIOT ROWE, TURCONI OTTAVO

agosto 25, 2025 by Redazione  
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Colpo grosso della fuga alla seconda tappa del Tour de l’Avenir 2025. A Vitry-en-Charollais il britannico Elliot Rowe regola lo sprint del drappello di attaccanti e conquista il successo di giornata. Maxime Decomble nuova maglia gialla, ottavo posto per l’azzurro Filippo Turconi.

Il Tour de l’Avenir 2025 continua a regalare sorprese e spettacolo. Dopo la volata di Noah Hobbs a Saint-Galmier, la corsa francese ha vissuto oggi l’esito classico della “fuga bidone”: un drappello di 19 uomini è riuscito a resistere al ritorno del gruppo, arrivando con oltre due minuti di vantaggio sul traguardo di Vitry-en-Charollais al termine dei 136,7 chilometri odierni.
A imporsi nello sprint ristretto è stato il britannico Elliot Rowe, che a soli 19 anni diventa l’ottavo corridore più giovane capace di vincere una tappa al Tour de l’Avenir. Sul podio con lui salgono il tedesco Louis Leidert e il lussemburghese Alexandre Kess L’Italia trova un piazzamento nella top-10 con Filippo Turconi, ottavo e unico azzurro nella fuga di giornata, che conferma la solidità e la costanza dimostrate nelle prime tappe.
Il successo della fuga ha completamente ridisegnato la classifica generale e ora la nuova maglia gialla è il francese Maxime Decomble, decimo di tappa e meglio piazzato tra gli uomini in avanscoperta. Il corridore transalpino comanda ora con 6″ di vantaggio sul danese Simon Dalby e sull’australiano Jack Ward, mentre il precedente leader Paul Seixas scivola nelle retrovie e “precipita” dalla prima alla 16a posizione con un passivo di 2′02″. Il migliore dei nostri in classifica ora è proprio Turconi, 9° a 32″ da Decomble
Il Tour de l’Avenir non smette dunque di sorprendere: domani nuova occasione per chi vorrà tentare l’attacco da lontano o per le ruote veloci rimaste fuori dal colpo di scena odierno.

Mario Prato

Elliot Rowe vince la terza tappa del Tour de lAvenir (https://www.larenaissancehebdo.fr)

Elliot Rowe vince la terza tappa del Tour de l'Avenir (https://www.larenaissancehebdo.fr)

ARNAUD DE LIE VINCE IL RENEWI TOUR, SØREN WÆRENSKJOLD IL GIRO DI GERMANIA

agosto 25, 2025 by Redazione  
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Convincente prestazione al Renewi Tour del ciclista belga che sembra aver superato i problemi fisici che lo hanno condizionato nella prima parte di stagione e che può chiudere il 2025 avendo ancora molto da dire. Søren Wærenskjold vince il Giro di Germania grazie ad un’ottimo prologo d’apertura che lo fa restare nei quartieri alti della classifica generale fino alla stoccata decisiva della terza tappa, che lo vede vincere a Kassel

Il Renewi Tour 2025 – ex Binck Bank Tour – si svolge su cinque tappe in cui velocisti e uomini da classiche si alternano sia per gli arrivi in volata, sia per quelli più impegnativi sulle “côtes” belghe. La prima tappa totalmente pianeggiante da Terneuzen a Breskens ha visto il trionfo di Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), tra i velocisti più forti in questo momento, che ha vinto davanti ad Arnaud De Lie (Team Lotto) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG), con i sei secondi d’abbuono conquistati da De Lie che si riveleranno fondamentali per la vittoria finale. Nella seconda tappa da Blankenberge ad Ardooie, nuovamente adatta alle ruote veloci, Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) ha vinto davanti a Pavel Bittner (Team Picnic PostNL) ed Arvid De Kleijn (Tudor Pro Cycling Team). La terza tappa da Aalter a Geraardsbergen, decisiva ai fini della classifica generale, proponeva diversi saliscendi – e tra questi il mitico muro di Grammont – con Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceunionck) che ha ritrovato lo smalto dopo il ritiro dal Tour ed è andato a vincere la volata a due davanti a De Lie. Terzo si classificava Tim Wellens (UAE Team Emirates) a 12 secondi di ritardo. De Lie manteneva così un solo secondo di vantaggio su Van der Poel quando mancavano due tappa alla conclusione della breve corsa belga. Merlier balzava ancora una volta agli oneri della cronaca il giorno successivo vincendo la violata della quarta tappa da Riemst a Bilzen-Hoeselt davanti a Bittner e Kooij. Nonostante diversi attacchi e contrattacchi negli ultimi 50 km, la quinta ed ultima tappa, disegnata in circuito attorno a Lovanio e costellata di ben 8 côtes si risolveva con una volata di gruppo nella quake De Lie aveva la meglio su Van der Poel e Dries De Bondt (Team Decathlon AG2R La Mondiale). Era il sigillo di Di Lie sulla classifica generale, conquistata con appena 3 secondi di vantaggio su Van der Poel e 31″ su Wellens. Chiudevano la top five della classifica generale Fred Wright (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione ed Olav Kooij in quinta posizione, rispettivamente a 55 e 57 secondi da De Lie. A portare a casa le classifiche accessorie erano, invece, il ceco Bittner (punti), l’olandese Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck, miglior giovane) e la formazione belga Alpecin – Deceuninck (a squadre) mentre non era prevista l’assegnazione di una maglia destinata agli scalatori nonostante le numerose piccole ascese disseminate nelle ultime tre tappe. Se in Belgio De Lie è stato profeta in patria, al Giro di Germania è stato il norvegese Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility) a catalizzare le attenzioni già dal breve prologo di Essen dove vince per meno di un secondo su Samuel Watson (Team INEOS Grenadiers) e Marco Haller (Team Tudor Pro Cycling). Le successive quattro tappe sono tutte favorevoli ai velocisti e in particolare i favori del pronostico puntano sul nostro
Jonathan Milan (Lidl-Trek) che, considerati i numerosi abbuoni previsti e i soli 6 secondi di ritardo patiti nel prologo, è tra i migliori indiziati per la vittoria finale. Wærenskjold, però, mantiene salde le aspirazioni di vittoria nonostante la prima tappa da Essen a Herford vede vincitore Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike) davanti Milan e Danny van Poppel (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nella volata a tre della seconda tappa da Herford ad Arnsberg è Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates) ad avere la meglio su Riley Sheehan (Team Israele Premier Tech) e lo stesso Wærenskjold, che ritorna al comando nella classifica generale dopo aver temporaneamente ceduto le insegne del primato a Van Poppel. Il norvegese ipoteca la vittoria del Giro di Germania vincendo la terza tappa da Arnsberd a Kassel e sopravanzando in volata Émilien Jeannière (Team TotalEnergies) e Watson, dopo che Van Poppel – primo a tagliare il traguardo – era stato retrocesso a causa di una manovra scorretta in volata e Milan era uscito dai piani alti della classifica accusando più di 10 minuti di ritardo. Il norvegese, infine, ha terminato in seconda posizione la quarta ed ultima tappa da Halle a Magdeburgo, dove a vincere è ancora Brennan, con terzo un Milan in ripresa dopo la débâcle di 24 ore prima. Wærenskjold vince così il Giro di Germania con 16 secondi di vantaggio su Narvaez e 19″ su Sheehan, mettendo in valigia anche le leadership della classifica a punti e di quella dei giovani. Miglior scalatore si laurea il tedesco Enzo Leijnse (Team Picnic PostNL), mentre fa festa anche la formazione emiratina UAE Team Emirates – XRG, che per soli 13 secondi svetta al vertice della classifica riservata alle squadre.

Antonio Scarfone

Arnaud De Lie si impone a Lovanio nellultima e decisiva tappa del Renewi Tour (foto Luc Claessen/Getty Images)

Arnaud De Lie si impone a Lovanio nell'ultima e decisiva tappa del Renewi Tour (foto Luc Claessen/Getty Images)

VINGEGAARD TORNA AL SUCCESSO, MA CICCONE È SEMPRE LÌ

agosto 24, 2025 by Redazione  
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In una tappa flagellata dal maltempo, e che non ha visto accadere gravi incidenti solo per l’assenza di discese importanti, nessuno dei favoriti si muove, neanche sulla lunga salita finale, e la tappa si chiude con una volata tutt’altro che ristretta, che vede il nostro Ciccone contendere sino all’ultimo metro la vittoria al grande favorito della corsa, il danese Jonas Vingegaard.

La seconda tappa della Vuelta si sposta decisamente nella parte meridionale del Piemonte, partendo da Alba, un centinaio di chilometri a sud di Novara dove ieri era posto il traguardo, e arrivando dopo circa 160 chilometri nella località sciistica di Limone Piemonte, nei pressi del confine francese: qui si dovrà affrontare un arrivo in salita di media difficoltà, 10 chilometri al 5% che vengono considerati GPM di seconda categoria. La salita, tuttavia, è di quelle “progressive” e addirittura l’intera tappa, sin dalla partenza, inizia a salire lentamente ma inesorabilmente, con un lunghissimo falsopiano che avvicinerà i corridori alle Alpi; poi, nel paese di Borgo San Dalmazzo, a 25 chilometri dal traguardo, le pendenze aumenteranno con decisione, dapprima all’1-2%, poi al 3-4% quando inizierà la salita “ufficiale”, e poi al 6-7% negli ultimi chilometri con le ultime rampe al 9%, anche 10%. Questo aumento progressivo della pendenza potrebbe tagliare le gambe a chi non è ancora al massimo della forma e senza dubbio capiremo già questo pomeriggio chi non lo è abbastanza per aspirare alla vittoria finale; chi invece sarà in forma si giocherà probabilmente la vittoria in una volata ristretta, come accadde nel Giro del 2002 quando Garzelli vinse la quinta tappa del Giro d’Italia davanti a Perez-Fernandez, Simoni e Casagrande.
La partenza è data poco prima delle 14, con tempo coperto ma basse probabilità di pioggia. La maglia rossa di leader della classifica generale è indossata dal velocista belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) che ieri ha vinto, secondo pronostico, la volata di gruppo a Novara. Nel giro di pochi chilometri, dopo alcune schermaglie iniziali, parte una fuga con quattro corridori di secondo piano capeggiati dal buon passista tedesco Nico Denz (Red Bull – BORA – hansgrohe), quest’anno vincitore di una tappa al Giro. Il gruppo lascia fare e i fuggitivi arrivano ad avere tre minuti di vantaggio in meno di quindici chilometri, mentre da dietro lo spagnolo Sinuhé Fernández (Burgos Burpellet BH) tenta di riportarsi su di loro. Con molta tenacia, e approfittando dell’improvviso cedimento di Denz che si stacca non appena la strada inizia a salire e viene riassorbito dal gruppo, lo spagnolo si riporta sui fuggitivi dopo ben 17 chilometri di inseguimento solitario; senza Denz, il loro vantaggio è rapidamente sceso sotto i due minuti, ma finirà per stabilizzarsi poco oltre il minuto e mezzo. Poco dopo Saluzzo il tempo peggiora e comincia a piovigginare; a Busca, dopo 67 chilometri, c’è un traguardo volante che viene vinto da uno dei componenti del quartetto, il belga Liam Slock (Lotto). Nulla succede: i corridori attraversano Cuneo, poi deviano sino ad arrivare a Villanova Mondovì, quasi a tenersi lontani dalle Alpi ormai vicine, e poi, nuovamente, tornano indietro sempre sfiorando le montagne sino ad arrivare a Borgo San Dalmazzo, appena sette chilometri a sud di Cuneo; è qui che la tappa si lancia nella Valle Vermenagna per affrontare la salita conclusiva. La pioggia, che è andata aumentando col passare dei chilometri, sta diventando un problema serio e nel gruppo si verificano alcune cadute: queste inizialmente coinvolgono pochi corridori, e senza conseguenze, ma poi, lungo una rotonda, l’asfalto viscido causa un incidente più grave, che coinvolge una decina di uomini tra cui il grande favorito della corsa Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) con molti dei suoi compagni di squadra. Tutti i corridori coinvolti riescono a ripartire, sia pure non subito e non senza danni, ma intanto i fuggitivi, che da mezz’ora hanno perso lo stanco Fernández per strada, riportano ad oltre un minuto e mezzo il loro vantaggio, che era molto calato quando avevano iniziato a tirare la Q36.5 Pro Cycling Team (per il suo capitano Tom Pidcock, venuto alla Vuelta con ambizioni di classifica) e la Team Jayco AlUla (probabilmente per il suo capitano Ben O’Connor, l’anno scorso secondo a Madrid). Il vantaggio è ormai sotto i 40 secondi quando i corridori raggiungono l’inizio “ufficiale” della salita, a 10 chilometri dal traguardo, e i velocisti, fra i quali Philipsen, iniziano a staccarsi dal gruppo; a 8 chilometri rimangono ai fuggitivi 25 secondi e il solo Slock sembra avere ancora abbastanza energie per insistere nella fuga, anche dopo il cedimento dei suoi compagni a 7 chilometri dall’arrivo. Slock regge fin quasi allo striscione dei 5 chilometri, ma alla fine viene ripreso e il gruppo affronta compatto l’ultimo, e più ripido, tratto di salita. La INEOS Grenadiers con Michał Kwiatkowski (forse sperando nel suo capitano Egan Bernal) e la Visma con Wilco Kelderman e poi con Ben Tulett iniziano a tirare con decisione; ma il gruppo rimane folto e nessuno si muove. Si arriva ai meno -3 chilometri, poi ai -2, e non succede nulla, anche se si aggiungono in testa gli uomini della Lidl Trek (certamente per il loro capitano Giulio Ciccone). Il gruppo è sempre compatto all’ultimo chilometro ed è solo ai 500 metri, quando Marc Soler (UAE Team Emirates – XRG) e Tom Pidcock /(Q36.5 Pro Cycling Team), abbozzano degli scatti, che si vede qualcuno muoversi. La tappa, però, si chiude con una poco prevedibile volata di gruppo (neanche ristretto: sono rimasti in 25, e altri 20 seguono a pochi secondi), con Vingegaard e Ciccone che lottano spalla a spalla sino all’ultimo metro, e il danese che sulla linea d’arrivo la spunta di pochi centimetri, tornando così alla vittoria, in una tappa non a cronometro, dopo un digiuno che durava dal Tour dello scorso anno. Il terzo gradino del podio è occupato da David Gaudu (Groupama – FDJ); seguono poi, nell’ordine, tutti i grandi favoriti: Egan Bernal (INEOS Grenadiers), João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe), Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG), Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) e Pidcock. Il verdetto della tappa è quindi chiaro: nessuno, tra i favoriti, ha ceduto, Vingegaard conferma le sue ambizioni e Ciccone il suo ottimo stato di forma. Vingegaard è ovviamente il nuovo leader della classifica generale, davanti a Ciccone e a Gaudu; il danese guida anche la classifica degli scalatori (ma sarà ancora il nostro Alessnadro Verre dell’Arkéa – B&B Hotels a indossare domani la maglia a pois), mentre Philipsen resta al comando di quella a punti. Primo dei giovani è adesso Ayuso. Domani si continua in Piemonte con una tappa che sfiorerà continuamente le Alpi ma che, nonostante un arrivo in leggera salita, non dovrebbe vedere sconvolgimenti in classifica generale. Partenza da San Maurizio Canavese, arrivo dopo poco più di 130 Km di gara a Ceres.

Andrea Carta

Nella nebbia di Limone Piemonte Vingegaard vince la seconda tappa della Vuelta (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Nella nebbia di Limone Piemonte Vingegaard vince la seconda tappa della Vuelta (foto Dario Belingheri/Getty Images)

TOUR DE L’AVENIR 2025, NOAH HOBBS FULMINA DAVIDE DONATI: LA PRIMA TAPPA IN LINEA È DEL BRITANNICO

agosto 24, 2025 by Redazione  
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Dopo il prologo inaugurale, il Tour de l’Avenir 2025 ha regalato la sua prima grande volata. A Saint-Galmier il britannico Noah Hobbs si è imposto di potenza sul traguardo, battendo l’azzurro Davide Donati e il messicano Cesar Macias. Paul Seixas resta in maglia gialla.

Il Tour de l’Avenir 2025 prosegue nel segno delle emozioni forti. Dopo il testa a testa della cronoscalata di Tignes la prima tappa in linea, 188 chilometri da Aoste (Isère) a Saint-Galmier, si è decisa in volata e ad avere la meglio è stato Noah Hobbs, 21enne britannico che ha fatto valere il suo spunto veloce sul rettilineo conclusivo. Alle spalle del corridore d’Oltremanica si è piazzato l’italiano Davide Donati, già vincitore tra i professionisti al Giro di Vallonia lo scorso mese. Per Donati si tratta di un secondo posto amaro, che conferma però la sua condizione di forma eccellente. Terza posizione per il messicano Cesar Macias, mentre completano la top-5 il ceco Matyáš Kopecký e il lussemburghese Mathieu Kockelmann.
In classifica generale non cambia la vetta: Paul Seixas (Francia) conserva la maglia gialla conquistata ieri, con lo stesso tempo dell’azzurro Lorenzo Finn, mentre sale in terza posizione il norvegese Jørgen Nordhagen, favorito dal frazionamento del gruppo nel finale. Perdono 7″ corridori attesi come il belga Jarno Widar, costretto subito a inseguire.
Domani nuova occasione per i velocisti: la seconda tappa porterà il gruppo fino a Vitry-en-Charollais, con un percorso che lascia prevedere un’altra volata a ranghi compatti e un’altra battaglia serrata tra i giovani talenti del futuro.

Mario Prato

Hobbs vince in volata la prima tappa in linea del Tour de lAvenir (Eurosport)

Hobbs vince in volata la prima tappa in linea del Tour de l'Avenir (Eurosport)

TOUR DE L’AVENIR 2025: PAUL SEIXAS VINCE IL PROLOGO DI TIGNES, FINN BATTUTO PER SOLI 7 CENTESIMI

agosto 24, 2025 by Redazione  
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Un inizio spettacolare al Tour de l’Avenir 2025: il francese Paul Seixas conquista la prima maglia gialla battendo per un soffio l’azzurro Lorenzo Finn. Sul podio anche l’austriaco Marco Schrettl, mentre tanti big restano raccolti in pochi secondi.

Il Tour de l’Avenir 2025 si apre con il botto e con un duello già destinato a segnare la corsa. Nel prologo di Tignes, 3 chilometri durissimi all’8% di pendenza media, il pubblico di casa ha potuto esultare per la vittoria di Paul Seixas. Il corridore della Decathlon AG2R La Mondiale, in gara con la maglia della Francia, ha fermato il cronometro sul tempo di 7’19”, sufficiente a indossare la prima maglia gialla dell’edizione numero 61 della corsa.
A rendere ancora più emozionante la giornata è stato il testa a testa con Lorenzo Finn. L’azzurro, al primo anno nella categoria dopo essersi messo in mostra tra gli junior e reduce da un infortunio alla clavicola, ha chiuso con un ritardo di soli 7 centesimi di secondo, una manciata di metri che lo separano dal suo primo grande successo internazionale.
Alle spalle del duetto di vertice terzo posto per l’austriaco Marco Schrettl a 7”, seguito dall’ecuadoriano Mateo Pablo Ramírez, dal norvegese Jørgen Nordhagen e dal belga Jarno Widar, tutti racchiusi entro i dieci secondi. Hanno trovato spazio in top-10 anche gli irlandesi Adam Rafferty e Liam O’Brien, oltre allo spagnolo Pablo Torres, nono a 14”.
Più attardati, invece, i protagonisti del Giro Next Gen: l’australiano Luke Tuckwell si è classificato 13° a 18”, mentre il vincitore Jakob Omrzel ha chiuso 20° a 29”. L’Italia, oltre a Finn, ha visto in evidenza anche Alessandro Borgo, che ha concluso con un ritardo di 48”.
La corsa francese proporrà ora la prima tappa in linea, da Aoste (Isère) a Saint-Galmier, 188 chilometri con 1700 metri di dislivello complessivo e un percorso che prevede la lunga ma pedalabile salita al Col des Brosses e uno strappo negli ultimi otto chilometri, mentre nel finale la strada tenderà leggermente a scendere L’occasione ideale per nuovi scatti, ma anche per un altro confronto diretto tra i grandi protagonisti già visti in azione ieri.

Mario Prato

La premiazione di Seixas dopo la vittoria nel cronoprologo (tourdelavenir.com)

La premiazione di Seixas dopo la vittoria nel cronoprologo (tourdelavenir.com)

DAL GIALLO AL ROSSO, PHILIPSEN INAUGURA LA VUELTA A NOVARA; A LUGLIO SI ERA IMPOSTO NELLA PRIMA TAPPA DEL TOUR

agosto 23, 2025 by Redazione  
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Il mese scorso Jasper Philipsen si era imposto nella tappa d’apertura del Tour de France a Lilla, oggi si è ripetuto nella frazione inaugurale del Giro di Spagna a Novara. Sua la prima maglia rossa, insegna del primato che già domani dovrà cedere sull’arrivo in salita a Limone Piemonte

Come tutti sanno, questa edizione della Vuelta a España (la 90esima) parte dall’Italia, dove si svolgeranno le prime tre tappe, quasi ad imitare il Tour dell’anno scorso, le cui fasi iniziali hanno regalato agli appassionati un inizio un po’ diverso dal solito ma non per questo meno interessante. Vedremo se sarà così anche in questa edizione della Vuelta: la prima tappa, tuttavia, difficilmente si concluderà in maniera diversa da una volata di gruppo. I suoi 187 chilometri, con partenza da Torino nella scenografica Reggia di Venaria, si snodano infatti tutti in pianura sino al traguardo di Novara e presentano un’unica salita degna di questo nome: la Serra, dopo 71 chilometri (6.5 km al 5.2%) in un punto del percorso che sfiora le pendici delle Alpi poco dopo Ivrea, e che vale come GPM di 3° categoria. La notevole distanza dal traguardo consentirà ai velocisti, che forse si staccheranno sulla salita, di rientrare senza difficoltà: a giocarsi la vittoria a Novara dovrebbero essere soprattutto il passista danese Mads Pedersen (Lidl – Trek), già vincitore della classifica a punti al Giro e trionfatore nel recente Giro di Danimarca (notoriamente pianeggiante), e il forte velocista belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), quest’anno prima maglia gialla al Tour; vedremo se altri sapranno dire la loro in volata. Difficile, invece, che si mettano in evidenza i grandi favoriti della corsa, come il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike), il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), gli spagnoli Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e Mikel Landa (Soudal Quick-Step), il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e i nostri Giulio Ciccone (Lidl – Trek) e Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious).
Si parte alle 13.30 circa con un tempo sereno, pochissime nuvole e una temperatura di 25 gradi: un clima ideale per non logorare più di tanto i corridori e non aggiungere insidie a quelle che già presenterà loro il percorso. Nel giro di un paio di chilometri parte una fuga con sei corridori di secondo piano, fra i quali vanno citati almeno il nostro Alessandro Verre (Arkéa – B&B Hotels) e il navigato olandese Koen Bouwman (Team Jayco AlUla), in evidenza al Giro di tre anni fa quando vinse due tappe e la classifica degli scalatori. I fuggitivi non riescono mai a ottenere un grande vantaggio sul gruppo, ma arrivano ai piedi della salita della Serra con un paio di minuti da gestire nel prosieguo della tappa; in cima al GPM è proprio il nostro Verre a transitare per primo e a guadagnarsi la maglia di leader degli scalatori. Poco dopo il traguardo volante situato nel paese di Valdengo, vinto dall’olandese Pepijn Reinderink (Soudal Quick-Step), i fuggitivi cedono e solo il semisconosciuto spagnolo Hugo de la Calle (Burgos Burpellet BH), che faceva parte del gruppetto, cerca di resistere al ritorno del gruppo. L’andatura, che inizialmente aveva sfiorato i 50 km/h, è però molto calata col passare dei chilometri e ancora a Borgomanero, quando mancano 54 chilometri all’arrivo, il corridore spagnolo mantiene una cinquantina di secondi di vantaggio. Ad Arona (42 chilometri alla conclusione), il vantaggio è sceso a 40 secondi; nulla di importante succede e senza i fantastici scorci sul lago Maggiore che vengono continuamente proposti agli spettatori la noia regnerebbe sovrana. All’inizio della salita che dopo Arona porta i corridori a Borgo Ticino De la Calle decide di averne avuto abbastanza e si fa riassorbire dal gruppo in pochi minuti: a 38 chilometri dall’arrivo i corridori sono di nuovo tutti insieme e la corsa entra nel vivo. O meglio, vi entrerebbe se qualcuno volesse muoversi e evitare la volata generale: ma questo non accade e il gruppo passa compatto sia da Borgo Ticino, sia da Oleggio, a soli 21 chilometri dal traguardo di Novara. L’andatura è sempre tranquilla e sembra di assistere più a una gita di un nutrito gruppo di cicloamatori che a una corsa di primaria importanza nel variegato panorama ciclistico. È solo a 4 chilometri da Novara che prima la Visma e poi la Alpecin iniziano a tirare con decisione. Il gruppo si allunga progressivamente e infine la Alpecin prende il comando delle operazioni e pilota senza difficoltà Philipsen alla vittoria, in una volata combattuta ma abbastanza scontata. Alle sue spalle si piazza il buon velocista inglese Ethan Vernon (Israel – Premier Tech), che ha vinto qualche tappa nei “major Tour” e che diventa primo nella classifica dei giovani; terzo è il passista venezuelano Orluis Aular (Movistar Team), vincitore di molti campionati nazionali e, l’anno scorso, del Trofeo Matteotti. Quarto arriva il nostro Elia Viviani (Lotto), ovviamente primo degli italiani, mentre Pedersen, stranamente, non va oltre il 14esimo posto. Come al Tour Philipsen (alla 55esima vittoria in carriera) è il primo leader di questo GT: non rimane che sperare che stavolta le cose gli vadano meglio (in Francia si era dovuto ritirare nella terza tappa). Domani, con l’arrivo in salita a Limone Piemonte, comunque non proibitivo, molte cose cambieranno e forse capiremo chi, tra i molti nomi di spicco presenti alla Vuelta, è venuto solo per allenarsi e chi, invece, per vincere.

Andrea Carta

GIOIA IRLANDESE ALLA CLASSICA DI AMBURGO, VINCE RORY TOWNSEND

agosto 17, 2025 by Redazione  
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Sorpresa nella 28° edizione della corsa in linea tedesca, dove la vittoria è andata al campione nazionale dell’Eire, portacolori del Team Q36.5 e ultimo sopravvissuto di una fuga durata quasi 200 km. Al gruppo regolato da Arnaud De Lie (Lotto) e Paul Magnier (Soudal – Quickstep) non è bastata la rimonta per riacciuffare Townsend, che trova il sigillo più importante della sua carriera. Niente da fare per Jonathan Milan, considerato tra i favoriti della vigilia, ma ritiratosi a circa 60 km dalla conclusione.

“Ho scelto di fare il corridore perchè desideravo vivere una giornata come questa”. Cominciamo dalla fine della gara perchè questa dichiarazione di Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team), campione nazionale d’Irlanda nato il 30 giugno 1995 a Kingston-upon-Thames (Inghilterra), è la realizzazione del suo sogno. Un sogno durato quasi 200 chilometri, come la lunghezza della sua fuga e l’epilogo finale sulle strade di Amburgo.

La ADAC Cyclassics 2025 misurava 207 chilometri e prevedeva cinque passaggi sul Waseberg, la salita simbolo della corsa, 700 metri di lunghezza con punta massima al 15%. Townsend se ne va dopo una decina di chilometri in compagnia di Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Nelson Oliveira (Movistar Team) e Dries De Pooter (Intermarchè-Wanty), che strada facendo arrivano a un vantaggio massimo di circa sei minuti.

Il Waseberg è il punto chiave della corsa, dove i grandi favoriti della vigilia provano a fare gara dura: ci sono gli atleti del Team Emirates – XRG Isaac Del Toro e Brandon McNulty, c’è Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team) e anche Arnaud De Lie (Lotto). Si capisce subito che, a differenza delle passate edizioni, i velocisti non avranno vita facile e, infatti, a circa 60 km dall’arrivo Jonathan Milan deve arrendersi e si ritira. Per la Lidl – Trek ci pensa Mathias Vacek a dare fastidio agli avversari con alcuni allunghi, ma lì davanti la fuga resiste.

Sull’ultimo passaggio sul Waseberg, ai -15 dall’arrivo, il primo a staccarsi tra i quattro attaccanti è De Pooter e davanti restano in tre. Si assiste così a un finale ad alta tensione che culmina con lo scatto dell’irlandese a 300 metri dal termine e il gruppo in rimonta che rimane beffato. A nulla è servita la volata alle sue spalle, vinta da De Lie su Paul Magnier (Soudal Quick-Step) e Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck). Primo degli italiani è Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), transitato dal traguardo in 44a posizione un minuto e 10 secondi dopo l’arriivo vittorioso di Townsend.

Un incredulo Townsend taglia il traguardo davanti a tutti per regalarsi la gioia più grande di una carriera da professionista che dura dal 2014 e per nove stagioni passata in formazioni Continental. Per lui sono sei le vittorie totali, tra le quali due edizioni del campionato nazionale. Ma il sapore del successo di oggi è del tutto diverso ed enormemente più grande.

Andrea Giorgini

Linaspettata affermazione di Rory Townsend sul traguardo di Amburgo (foto Ronny Hartmann / Getty Images)

L'inaspettata affermazione di Rory Townsend sul traguardo di Amburgo (foto Ronny Hartmann / Getty Images)

IL GIRO DI DANIMARCA SI APRE E SI CHIUDE NEL SEGNO DI MADS, DOMINIO DI PEDERSEN NELLA CORSA SCANDINAVA

agosto 16, 2025 by Redazione  
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Il corridore della Lidl-Trek stravince la corsa a tappe di casa prendendosi ben tre tappe su cinque e la classifica generale, dominata fin dal primo giorno. Secondo posto per il suo giovane compagno di squadra svedese Jakob Söderqvist, che a Kerteminde è stato il vincitore della cronometro individuale, specialità di cui è campione nazionale. La Uno-X grazie a Søren Wærenskjold ha vinto invece la seconda tappa.

Il Post Danmark Rundt 2025 possiamo tranquillamente chiamarlo ”Giro di Mads Pedersen”, data la prestazione sontuosa dell’iridato 2019 ad Harrogate (Regno Unito), che si è portato a casa ben tre tappe su cinque e la classifica generale, letteralmente dominata fin dalla prima tappa.

L’avvio di questa edizione e’ stato con un’inedita tappa disegnata sull’Isola di Bornholm, uno dei territori più orientali del Regno di Danimarca trovandosi nel Mar Baltico a sud della costa svedese e a metà strada tra la Scandinavia meridionale, il nord della Germania e la Polonia. In questa prima frazione (Nexø – Rønne, 178 km), la selezione maggiore si è vista sullo strappo di Helligpeder, affrontato tre volte: qui nella seconda tornata è partito un gruppetto con nove corridori e lo stesso Pedersen (Lidl-Trek) è stato il promotore dell’azione nel tratto più duro della breve ma arcigna salita. Alla fine fa sua la volata battendo il campione di slovacchia Lukas Kubis (Unibet Tietema Rockets).

La seconda frazione ha portato la carovana sull’isola di Selandia, nei pressi di Copenhagen; la breve tappa, di soli 105 km da Rødovre a Gladsaxe, ha visto vincitore il norvegese Søren Wærenskjold (Uno X Mobility) davanti al belga Steffen De Schuyteneer (Lotto) e al francese Axel Zingle (Team Visma| Lease a Bike) in una volata di gruppo.

La terza tappa è stata invece la cronometro di 14 km affrontata nei dintorni di Kerteminde, frazione dove Jakob Söderqvist (Lidl-Trek), campione nazionale di Svezia nella specialità, ha fatto valere le sue doti di cronoman chiudendo la tappa con il tempo finale di 15′28”, a oltre 55 km/h di media oraria. Al secondo posto si è piazzato Alec Segaert, belga della Lotto che nel 2024 ha saputo imporsi in una tappa del Renewi Tour e al Grand Prix Criquelion.

Al penultimo giorno si è svolta senza dubbio la tappa regina, lunga ben 227 km da Svendborg a Vejle, con il “muro” della Kiddesvej da ripetere quattro volte. L’azione decisiva ha visto protagonista il leader della generale Pedersen con Mads Würtz Schmidt (nazionale danese), ma il fuoriclasse della Lidl-Trek si è poi ritrovato da solo andando a rafforzare il suo primato, mai messo in discussione. Il campione danese ha chiuso i conti oggi a Silkeborg nell’ultima tappa, con una volata ristretta nella quale ha battuto Zingle e il compagno di squadra Söderqvist. In classifica generale Pedersen chiude con ben 1′28” di vantaggio su Söderqvist e 1′30” sul connazionale Niklas Larsen, corridore del Team BHS – PL Beton Bornholm già vincitore di questa corsa nel 2019. Grazie alle sue tre vittorie di tappa Pedersen si è portato a casa anche la classifica a punti mentre la sua formazione ha spadroneggiato nella classifica per squadre dando quasi 5 minuti di distacco alla seconda classificata. Il re dei GPM è stato il norvegese Marius Innhaug Dahl (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team), il miglior giovane è risultato il più volte citato Söderqvist.

Oggi a Silkeborg si è anche chiusa la carriera di Jakob Fuglsang (nazionale danese), sicuramente uno dei maggiori esponenti del ciclismo danese negli ultimi vent’anni. Uomo da classifica e da classiche, in carriera ha vinto due edizioni del Giro del Delfinato (nel 2017 e nel 2019), la Liegi – Bastogne – Liegi nel 2019 e il Lombardia nel 2020, la medaglia d’argento olimpica a Rio 2016 e tre edizioni del Giro di Danimarca. L’organizzazione ha voluto onorarlo con l’arrivo della ultima tappa proprio nella sua città, Silkeborg, per appendere la bici al chiodo in modo perfetto.

Andrea Giorgini

Mads Pedersen vince lultima tappa del Giro di Danimarca (Image credit: Lidl-Trek)

Mads Pedersen vince l'ultima tappa del Giro di Danimarca (Image credit: Lidl-Trek)

ARCTIC RACE OF NORWAY: CORBIN CONTROLLA E VINCE LA CORSA SCANDINAVA

agosto 11, 2025 by Redazione  
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Era la tappa decisiva ma nessun ribaltone si è verificato nella frazione conclusiva della corsa norvegese, disegnata in circuito per 135 Km nei dintorni di Tromsø

La 12a edizione dell’Artic Race of Norway è arrivata al suo atto conclusivo, una tappa che – per come era stata progettata e per la situazione in classifica all’uscita dalla frazione regina – avrebbe potuto ribaltare la classifica. La salita di Prestvannet (1.2 Km al 6.9%) da ripetere ben 8 volte, con l’ultimo scollinamento a poco meno di 8 Km dalla meta, non ha però causato particolari sconvolgimenti e a giocarsi allo sprint l’ultima tappa sul traguardo di Tromsø è stato un gruppo di una trentina scarsa di corridori con dentro tutti i migliori corridori della classifica generale e con essi il leader Corbin Strong (Israel – Premier Tech) che, a causa degli appena sei secondi che lo separavano da Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), si è lanciato nella volata riuscendo ad aggidicarsi il secondo posto e il relativo abbuono.
Dopo una girandola di attacchi senza risultati nella prima parte della corsa, quando all’arrivo mancavano 110 Km sono riusciti a evadere dal gruppo otto corridori, tra i quali era presente l’italiano Davide Ballerini (XDS Astana). Il tentativo ha fruttato un vantaggio massimo di quasi un minuto e mezzo, raggiunto a 66 Km dall’epilogo, poi lentamente il gruppo ha ingranato la marcia e fatto calare il gap fino al ricongiungimento.
Nonostante il successivo epilogo allo sprint non è mancato il tentativo da parte di Pidcock, secondo in classifica, di provocare un clamoroso ribaltone, sfruttando anche la pioggia che in quel momento cadeva su Tromsø. Niente da fare, però, né per lui, né per gli altri temerari che hanno provato a seguirlo, Kevin Vermaerke (PicNic) e Andreas Leknessund (Uno-X), corridore norvegese che gli appassionati di ciclismo italiani conoscono perchè al Giro d’Italia del 2023 ha indossato per cinque giorni la maglia rosa. Il gruppo ha controllato la fuga e portato i corridori a giocarsi la vittoria allo sprint.
Anche qui Strong si è dimostrato estremamente in palla chiudendo secondo alle spalle dell’innocuo Fredrik Dversnes (Uno-X) e davanti a Ballerini, che ha trovato le energie per disputare la volata nonostante quelle profuse in fuga. In classifica generale è quindi il neozelandese a prevalere, precedendo di 11″ Pidcock e di 28″ l’ìtaliano Christian Scaroni (XDS Astana Team), che conquista così un’altro podio in questa corsa dopo il secondo posto conseguito nel 2023, quando fu preceduto per appena un secondo dal britannico Stephen Williams (Israel – Premier Tech). Strong conquista con ampio margine anche la classifica a punti ed è sua pure la maglia bianca di miglior giovane, mentre gli sfugge soltanto la leadership degli scalatori, il migliore dei quali è risultato il corridore di casa Storm Ingebrigtsen (Team Coop – Repsol). Anche Scaroni e Ballerini sono comunque riusciti a salire sul podio premazioni assieme con i loro compagni della XDS Astana Team, la formazione che ha portato a casa la “vittoria” nella speciale challenge riservata alle squadre, nella quale ha preceduto di 43″ il Team Jayco AlUla e di 55″ la Israel – Premier Tech del vincitore assoluto Corbin Strong.
Ora l’attenzione degli appassionati rimarrà concentrata sulla Scandinavia con la 35a edizione del Giro di Danimarca, che scatterà domani dall’isola di Bornholm per concludersi il giorno dopo Ferragosto a Silkeborg.

Andrea Mastrangelo

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