STORER, ATTACCO VINCENTE. L’AUSTRALIANO SORPRENDE A VIPITENO E BALZA AL COMANDO DELLA CLASSIFICA
Un attacco in solitaria da parte di Michael Storer (Team Tudor Pro Cycling) a poco più di 10 km dal termine della seconda tappa sorprende i big di classifica che non reagiscono in tempo, consentendo al ciclista australiano di vincere in solitaria e diventare la nuova maglia verde del ToTA 2025
La seconda tappa del ToTA 2025 parte da Mezzolombardo e termina a Vipiteno dopo 178 km. Rispetto a ieri la tappa è più difficile nella prima metà e più facile nella seconda. La prima parte è infatti dominata dal gpm di Monte San Pietro a cui seguono altre tre salite impegnative anche se non categorizzate come gpm. Dal km 100 il percorso diventa più agevole se si eccettua la doppia scalata di Telves di Sopra al km 151.7 e 167.5, la prima delle quali valida come gpm. Insomma, se il gruppo vuole fare casino il terreno ci sta, soprattutto nella prima metà di tappa. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) veste la maglia verde di leader della classifica generale e non sarà facile portagliela via anche perchè ieri è sembrato davvero in palla. Dopo un inizio di tappa abbastanza frizzante Fran Miholjevic (Team Bahrain Victorious) vinceva il primo traguardo volante di Salorno posto al km 7.9. Al ciclista croato si univano Koen Bouwman (Team Jayco AlUla) e Lukas Meiler (Team Vorarlberg) formando così la fuga di giornata. Bouwman scollinava in prima posizione sul gpm di Monte San Pietro posto al km 38.2. Dopo 55 km la fuga aveva 4 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo maglia verde. Meiler si rialzava e veniva ripreso dal gruppo a 70 km dall’arrivo. A 60 km dall’arrivo il vantaggio dei tre battistrada era sceso a 1 minuto e 30 secondi. Miholjevic vinceva il secondo traguardo volante di Fortezza posto al km 125.4. A 56 km dall’arrivo Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) metteva il piede a terra e si ritirava dalla corsa a causa dell’influenza che lo aveva colpito poco prima dell’inizio del ToTA.I due fuggitivi venivano ripresi a 49 km dalla conclusione. Sulla prima scalata della salita di Telves di Sopra, valida come secondo gpm di giornata, il gruppo si affievoliva e restavano in testa gli uomini di classifica. Juan Pedro Lopez (Teal Lidl Trek), vincitor uscente del ToTa, si sacrificava per il compagno di squadra e maglia verde Cicccone spendendosi in prima persona in testa al gruppo e scollinando anche in prima posizione. A 11 km dalla conclusione attaccava Michael Storer (Team Tudor Pro Cycling). Un momento di indecisione nel gruppetto dei favoriti era fatale e così l’australiano prendeva il largo aumentando il divario sugli immediati inseguitori km dopo km. Storer andava a vincere in solitaria sul traguardo di Vipiteno con 41 secondi di vantaggio su Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Romain Bardet (Team Picnic PostNL). Storer, che già si era stato pimpante alla recente Parigi Nizza con una vittoira di tappa ed il quinto posto finale, è la nuova maglia verde con 41 secondi di vantaggio su Seixas secondo e Ciccone terzo. Domani è in programma la terza tappa da Vipiteno ad Innichen di 145.5 km. Nella seconda metà della tappa si affronteranno i due gpm del Passo Furcia e del Monte Versciaco che potrebbero dare fuoco alle micce tra i big di classifica.
Antonio Scarfone

Michael Storer vince a Vipiteno (foto: Getty Images)
CICCONE INAUGURA IL TOUR OF THE ALPS, TAPPA E MAGLIA A SAN LORENZO DORSINO
Nella prima tappa del ToTA da San Lorenzo Dorsino a San Lorenzo Dorsino Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) vince in una volata davanti a Felix Gall e Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team) ed è la prima maglia verde in classifica generale
Il Tour of the Alps 2025, tradizionale corsa di riscaldamento per il Giro d’Italia, presenta cinque tappe mosse tra Italia ed Austria, adatte a scalatori e finisseur. Vedremo come procede la preparazione in ottica Giro per Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) e Giulio Ciccone (Team Lidl Trek), le due speranze italiane per la corsa rosa. La sede di partenza e di arrivo della prima tappa, lunga 148.5 km, è San Lorenzo Dorsino. Sono due i GPM da affrontare, ovvero il Campo Carlo Magno ed il Passo Durone, dal cui scollinamento mancheranno circa 20 km all’arrivo. Dopo una decina di km dalla partenza, dal gruppo riusciva ad evadere un terzetto formato da Finlay Pickering (Team Bahrain Victorious), Andrew August (Team INEOS Grenadiers) e Davide Bais (Team Polti VisitMalta). Bais vinceva il traguardo volante di Andalo posto al km 14.5. Dopo un’inseguimento durato una ventina di km, Emanuel Zangerle (Team Vorarlberg) alla fine rinunciava e veniva ripreso dal gruppo tirato dal Team Lidl Trek. Pickering si aggiudicava il secondo traguardo volante di Cles posto al km 54.4. All’inizio della salita di Campo Carlo Magno il vantaggio dei tre battistrada sul gruppo inseguitore era di 3 minuti e 40 secondi. Pickering scollinava in prima posizione sul gpm di Campo Carlo Magno posto al km 88.2. La fuga iniziava la scalata del Passo del Durone, secondo gpm di giornata, con 20 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore in forte rimonta. Dopo che il gruppo tornava compatto il primo a rompere gli indugi era Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla) che scattava a poco più di 3 km dalla vetta. Pickering restava insieme alll’irlandese come testa di poste per il capitano Tiberi visto che il gruppo teneva a
tiro la coppia di testa. Il gruppo tornava ufficialmente compatto a poco più di 2 km dallo scollinamento con il ritmo che si faceva più elevato ed il gruppo che iniziava ad allungarsi ed a sfilacciarsi. Era Jefferson Alexander Cepeda (Team EF Education EasyPost) a dare una bella accelerazione a 1 km dallo scollinamento. Il ciclista ecuadoriano scollinava in prima posizione. Cepeda veniva ripreso a circa 10 km dalla conclusione da un gruppo di testa forte di una trentina di unità. Mattia Bais (Team Polti VisitMalta) attaccava a sua volta a poco più di 8 km dalla conclusione. Bais veniva ripreso a 2 km dall’arrivo. Con la strada in costante salita iniziavano scatti e controscatti che portavano ad una volata in cui Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) vinceva con apparente facilità davanti a Felix Gall e Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Chiudevano la top five Romain Bardet (Team Picnic PostNL) in quarta posizione e Florian Stork (Team Tudor Pro Cycling) in quinta posizione. Deludeva invece Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) che era soltanto 19° a 15 secondi di ritardo da Ciccone. Per il ciclista abruzzese è la prima vittoria stagionale ed in classifica generale indossa la maglia di leader con 4 secondi di vantaggio su Gall e 6 secondi di vantaggio su Seixas. Domani è in programma la seconda tappa da Mezzolombardo a Vipiteno di 178 km con i due gpm di Monte San Pietro e di Telves di Sopra che proveranno a indurire la corsa con Ciccone che può aumentare il suo vantaggio in classifica generale sugli avversari diretti.
Antonio Scarfone

Giulio Ciccone vince a San Lorenzo Dorsino (foto: Dario Belingheri/Getty Images)
MATTIAS SKJELMOSE JENSEN VINCE A SORPRESA L’AMSTEL GOLD RACE
aprile 20, 2025 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News
In un finale palpitante Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) vince la volata a tre che decide l’Amstel Gold Race 2025 davanti a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), i due massimi favoriti della vigilia
I 34 “berg” dell’edizione 2025 dell’Amstel Gold Race la rendono una delle corse più movimentate del calendario ciclistico internazionale. Si parte da Maastricht e si arriva a Berg ten Terblijt dopo 256 km. Sarà la prima corsa di un trittico ardennese che promette spettacolo con grandi nomi a darsi battaglia. Fra tutti il campione del mondo Tadej Pogacar (UAZE Team Emirates XRG) parte in pole position e prova a bissare il successo ottenuto nel 2023. Altri nomi di spicco sono Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling), Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike), Thibau Nys (Team Lidl Trek), ma la rosa dei papabili per la vittoria finale è davvero molto ampia. Di certo l’Italia, che nell’albo d’oro di questa corsa è terza con sette vittorie totali, reciterà un ruolo di sparring partner visto che non sembra avere ciclisti capaci di ambire alle prime posizioni, a meno che Christian Scaroni (Team XDS Astana), che torna a correre dopo la caduta alle Strade Bianche, sorprenda tutti. Dopo circa 40 km si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Michel Hessmann (Team Movistar), Rémi Cavagna (Team Groupama FDJ), Robert Stannard (Team Bahrain Victorious), Emiel Verstrynge (Team Alpecin Deceuninck), Cedric Beullens e Jarrad Drizners (Team Lotto), Hartthijs De Vries e Jelle Johannink (Team Unibet Tietema Rockets). Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano l’UAE Team Emirates XRG, la Soudal Quick Step e la Q36.5 Pro Cycling. A 10 km dalla conclusione evadevano dal gruppo principale Dylan van Baarle (Team Visma Lease a Bike), Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Reuben Thompson (Team Lotto) e Simo Clarke (Team Israel Premier Tech)m a una progressiva accelerazione del gruppo riprendeva nel giro di una trentina di km sia questi quattro ciclisti che gli otto battistrada. Gli ultimi ad essere ripresi erano Johannink e Cavagna a 72 km dall’arrivo ed Hessmann a 69 km dall’arrivo. Tra i ciclisti ritirati si segnalavano intanto Clement Champoussin (Team XDS Astana), Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates XRG) e Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost), tre outsiders che avrebbero potuto dire la loro. Sul Gulperberg, a 53 km dall’arrivo, attaccavano Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG). Dopo un paio di km insieme, lo sloveno accelerava staccando il francese sul Kruisberg. Il vantaggio dello sloveno cresceva a poco a poco e già dopo il successivo Eyserbosweg era salito ad oltre 30 secondi rispetto al primo gruppo inseguitore che comprendeva tutti i migliori – Pogacar escluso. All’inseguimento dello sloveno, dopo essere evasi a loro volta dal primo gruppo inseguitore, si portavano Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Mattia Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek). La coppia alle spalle di Pogacar collaborava fino a riprendere lo sloveno a 8 km dalla conclusione. La vittoria dell’Amstel Gold Race 2025 sarebbe stata un discorso a tre tra questi ciclisti. Nella volata ristretta Pogacar sembrava avere la meglio su Skjemose Jensen ed Evenepoel ma con un colpo di reni finale Skjelmose Jensen sopravanzava Pogacar per una questione di centimetri. Il photofinish confermava la vittoria del danese su Pogacar mentre Evenepoel era terzo. Chiudevano la top five a 34 secondi di ritardo Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Michael Matthews (Team Jayco AlUla) in quinta posizione. É la terza vittoria della classica della birra per un ciclista danese dopo le vittorie di Bjarne Riis nel 1997 e di Michael Valgren nel 2018, ancora più prestigiosa se si considera che Skjelmose Jensen ha battuto due mostri sacri come Pogacar ed Evenepoel.
Antonio Scarfone

Mattias Skjelmose Jensen vince l'Amstel Gold Race 2025 (foto: Getty Images)
EVENEPOEL, CHE RIENTRO: TRIONFO ALLA FRECCIA DEL BRABANTE DAVANTI A VAN AERT!
Il campione belga torna alle corse dopo l’infortunio e conquista con classe la De Brabantse Pijl. A poco più di quattro mesi dal terribile incidente in allenamento che gli aveva procurato fratture multiple Remco Evenepoel firma una delle sue imprese. Nella 65ª edizione della De Brabantse Pijl – La Flèche Brabançonne il fenomeno belga ha battuto in uno sprint a due Wout Van Aert, mentre António Morgado ha completato il podio regolando il gruppo degli inseguitori.
Rientro da sogno per Remco Evenepoel, che si impone nella 65ª edizione della De Brabantse Pijl – La Flèche Brabançonne. Dopo oltre quattro mesi di stop a causa dell’incidente del 3 dicembre scorso, il portacolori della Soudal Quick-Step è tornato alle corse e lo ha fatto nel migliore dei modi, alzando le braccia sul traguardo di Overijse davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike).
La corsa è entrata nel vivo già dal primo chilometro, con sei attaccanti subito protagonisti: Tuur Dens (Team Flanders-Baloise), Jens Reynders (Wagner Bazin WB), Joren Bloem (Unibet Tietema Rockets), Adne Holter (Uno-X Mobility), Iùri Leitão (Caja Rural-Seguros RGA) e Antonio Jesús Soto (Equipo Kern Pharma). Il gruppo, però, non ha mai lasciato troppo spazio, mantenendo il margine intorno ai 1′40″ fino all’ingresso del circuito finale di 19,8 km da ripetere quattro volte.
La prima accelerazione importante è arrivata dalle formazioni Bahrain-Victorious e Intermarché-Wanty, che hanno iniziato a ridurre il gap. La fuga è stata annullata grazie al lavoro della EF Education-EasyPost e, una volta annusato il profumo della vittoria, il Team Visma | Lease a Bike ha acceso la miccia.
Con il forcing di Tiesj Benoot, Wout Van Aert ha lanciato l’attacco decisivo. Alla sua ruota hanno risposto Evenepoel, Quentin Hermans (Alpecin-Deceuninck), Jhonatan Narvaez (UAE Emirates – XRG) e Joseph Blackmore (Israel Premier Tech). Il successivo allungo di Van Aert ha selezionato ulteriormente il gruppo, lasciando in testa solo lui, Evenepoel e l’ottimo Blackmore.
A 40 km dal traguardo la situazione vedeva i tre con un vantaggio oscillante tra i 50 secondi e il minuto sugli inseguitori. Il forcing dei due big belgi ha staccato anche Blackmore nell’ultimo giro, mentre alle loro spalle il gruppo, trainato da Alpecin-Deceuninck, cercava di riorganizzarsi.
Sullo strappo della Moskesstraat (500 metri all’8%) Evenepoel ha provato ad attaccare Van Aert, senza però riuscire a fare la differenza. I due belgi sono rimasti insieme fino all’ultimo chilometro, con Van Aert che ha smesso di collaborare per preparare la volata. Ma allo sprint è stato Evenepoel a dimostrarsi più forte, conquistando una vittoria che sa di rinascita.
Alle loro spalle António Morgado (UAE Team Emirates – XRG) ha conquistato il terzo posto regolando Alex Aranburu (Cofidis), Eduard Prades (Caja Rural-Seguros RGA), Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) Neilson Powless (EF Education – EasyPost), Milan Menten (Lotto) e Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck), che completa la TopTen della corsa belga precedendo il resto del gruppo.
Mario Prato

Evenepoel torna alla vittoria alla Freccia del Brabante: non vinceva dallo scorso 22 settembre, quando si era imposto nella cronometro dei mondiali di Zurigo (foto Luc Claessen / Getty Images)
IVO OLIVEIRA CI PRENDE GUSTO. VITTORIA BIS AL GIRO DELL’ABRUZZO VINTO DA GEORG ZIMMERMANN
Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) vince la sua seconda tappa al Giro dell’Abruzzo e incrementa ulteriormente il bottino delle vittorie stagionali della squadra emiratina. Il portoghese batte in una volata a due Sjoerd Bax (Q36.5 Pro Cycling Team). Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) vince il Giro dell’Abruzzo 2025
La quarta ed ultima tappa del Giro dell’Abruzzo 2025 è probabilmente quella più facile dal punto di vista altimetrico ma comunque i ciclisti, specialmente quelli che si giocano la vittoria in classifica generale, dovranno stare con gli occhi ben aperti. Primo di tutti Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) che parte in pole position per la vittoria delle breve corsa abruzzese. La partenza è fissata a Corropoli mentre l’arrivo è a Isola del Gran Sasso dopo 167 km; in mezzo, il doppio passaggio sul gpm di Sparazzano al km 82.9 ed al km 139.3. Dopo la partenza da Corropoli il gruppo restava compatto nonostante qualche timido tentativo di fuga. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) vinceva il traguardo volante di Bellante posto al km 26. Subito dopo si formava una fuga di otto ciclisti ovvero George Bennett (Team Israel Premier Tech), Sjoerd Bax (Q36.5 Pro Cycling Team), Federico Guzzo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Alexandre Balmer (Team Solution Tech Vini Fantini), Joel Suter (Tudor Pro Cycling Team), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG), Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta) e Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Guzzo scollinava in prima posizione sul primo gpm di Sparazzano posto al km 83.4. A 55 km dalla conclusione la fuga aveva 1 minuto di vantaggio sul gruppo tirato dagli uomini dell’Intermarchè Wanty. Tonelli scollinava in prima posizione sul secondo gpm di Sparazzano posto al km 141.6. A 17 km dalla conclusione dal gruppo di testa evadevano Bax e Oliveira che guadagnavano una decina di secondi sul primo gruppo inseguitore. Il gruppo con i leader di classifica era invece segnalato ad un minuto di ritardo dai due battistrada. Bax e Oliveira transitavano sotto lo striscione dell’ultimo km con 19 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Era ormai una lotta a due per decidere la vittoria di tappa. Nella volata in leggera salita, per di più con un tratto in pavè, Oliveira vinceva davanti a Bax mentre Giovanni Bortoluzzi (Team General Store Essegibi F,lli Curia) era terzo a 12 secondi di ritardo. Completavano la top five Filippo Fiorelli in quarta posizione e Ludovico Crescioli (Team Polti VisitMalta) in quinta posizione. Per Oliveira è la seconda vittoria di tappa al Giro dell’Abruzzo che si aggiudica invece Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) davanti a David De La Cruz (Q36.5 Pro Cycling Team) e Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG). Per quanto riguarda le altre classifiche Fiorelli vince quella a punti, Guzzo quella dei gpm, Pablo Torres (UAE Team Emirates) quella dei giovani ed infine il Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

ll portoghese Oliveira vince l'ultima tappa del Giro d'Abruzzo (Eurosport)
EDISON CALLEJAS SANTOS ACCENDE LA LUCE A ROCCARASO. GEORG ZIMMERMANN IPOTECA LA VITTORIA DEL GIRO D’ABRUZZO
In una tappa dalle difficili condizioni meteo, Edison Callejas Santos (Team Petrolike) approfitta delle marcature tra i big di classifica e sull’ultima salita verso il traguardo di Roccaraso sferra l’attacco decisivo che gli consente di ottenere la prima vittoria tra i pro. Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) è secondo ma balza al primo posto della classifica generale
La terza tappa del Giro d’Abruzzo da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso è lunga 160 km ed è quella che può scavare più di tutte significative differenze nelle classifica generale, ancora abbastanza corta. I tre gpm da affrontare sono tutti oltre i 10 km di lunghezza e chi vuole vincere – tappa e classifica finale – uscirà sicuramente allo scoperto. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), attuale leader ma non proprio scalatore sopraffino, dovrebbe patire le pendenze e cedere la maglia BiancoVerdeBlu. La fuga di giornata si formava sulle prime rampre del primo gpm di Forca Caruro. Erano in cinque ad evadere dal gruppo ovvero Kiaan Watts (Team Israel Premier Tech Academy), Ben Granger (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Federico Guzzo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Rune Herregodts (UAE Team Emirates – XRG) e Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Guzzo scollinava per primo sul predetto gpm posto al km 44.8. Herregodts si aggiudicava il traguardo volante di Gioia dei Marsi posto al km 73.2. Guzzo transitava in prima posizione anche sul gpm di Gioia Vecchio posto al km 87.8. Nel lungo tratto interlocutorio che portava ai piedi della salita finale verso Roccaraso il gruppo inseguitore manteneva le distanze rispetto ai cinque battistrada. Guzzo si rialzava a 27 km dalla conclusione e restavano così in quattro a mantenere la testa della corsa. All’inizio della salita finale verso Roccaraso i fuggitivi avavano ancora 2 minuti di vantaggio sul gruppo. A 10 km dalla conclusione sotto una pioggia insistente restavano al comando Granger ed Herregodts ai quali dopo un paio di km si affiancava Edison Callejas Santos (Team Petrolike). Il ciclista colombiano restava da solo in testa alla corsa mentre al suo inseguimento si portavano Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), David De La Cruz (Team Q36.5 Pro Cycling), Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG) e Mathys Rondel (Tudor Pro Cycling Team). Nell’ultimo km, il più difficile della salita finale con pendenze costantemente in doppia cifra, Callejas Santos dava tutto andando a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Zimmermann e 47 secondi di vantaggio su De La Cruz. Torres era quarto davanti a Rondel a 40 secondi di ritardo da Callejas Santos mentre i migliori ciclisti italiani all’arrivo chiudevano la top five dalla settima all’ottava posizione con Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB) ed Alessandro Fancello (JCL Team UKYO). Per Callejas Santos è la prima vittoria tra i pro mentre in classifica generale Zimmermann è il nuovo leader con 11 secondi di vantaggio su De La Cruz e 18 secondi di vantaggio su Torres. Domani è in programma la quarta ed ultima tappa da Corropoli a Isola del Gran Sasso, con il doppio GPM di Sparazzano che non dovrebbe stravolgere più di tanto una tappa favorevole ai velocisti, al termine dela quale Zimmermann potrà cogliere la prima vittoria di una corsa a tappe della sua carriera.
Antonio Scarfone

Edison Callejas Santos vince a Roccaraso (Eurosport)
RONDE VAN LIMBURG, VITTORIA DI MILAN FRETIN
L’edizione 2025 del Giro del Limburgo come da copione termina in volata. Il favorito numero uno è l’eritreo Girmay, che spreca un sacco di energie con un tentativo di fuga nel finale e non ha più frecce al suo arco al momento dello sprint finale: la volta premia così il corridore di casa Milan Fretin
La Ronde van Limburg (o Giro del Limburgo, come viene chiamata la parte orientale delle Fiandre), è una delle molte corse in linea che si disputano nel nord dell’Europa in questa stagione e che, pur non essendo fra le più prestigiose, ha comunque più di un secolo di vita e un discreto albo d’oro, nel quale spiccano i nomi di molti passisti-velocisti fra i quali vanno ricordati quelli di Rik Van Steenbergen, Peter Post, Frans Verbeeck ed Eric Vanderaerden. In tempi più recenti la corsa è stata vinta da Mathieu van der Poel per due volte, all’inizio della sua carriera su strada, e una volta anche da Wout Van Aert; nessun italiano l’ha mai vinta, col solo Simone Consonni, oggi assente, che per due volte è arrivato alle spalle del vincitore. In questa edizione il campo dei partecipanti non è stato eccelso e un solo nome di spicco si segnalava tra i partenti, quello del forte velocista eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), capace di vincere negli ultimi anni la classifica a punti del Tour e anche una Gand-Wevelgem. Nel probabile caso di un arrivo in volata sarà da tener d’occhio anche il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), terzo una settimana fa in una corsa dalle caratteristiche analoghe, la Scheldeprijs. Assente, invece, il vincitore della scorsa edizione, il velocista olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla).
Si parte alle 13.15 da Hasselt, capoluogo del Limburgo, per arrivare nella città di Tongeren dopo 178,6 chilometri. In realtà le due città distano solo 19 chilometri, ma il percorso farà dapprima un ampio giro a est di Tongeren, dove incontrerà un circuito di 16 chilometri da ripetersi due volte, caratterizzato un tratto in pavé di 500 metri e da un “muretto” (il Kelberg) di 600 metri con pendenza del 3,5%; successivamente si entrerà in un circuito disegnato a ovest della località sede d’arrivo, questo di 38 chilometri da percorrersi tre volte, che presenta le difficoltà maggiori: i “muretti” del Kolmontberg (500 metri al 4%) e dello Zammelenberg (900 metri al 3%) e due tratti in pavé da circa 1 chilometro e mezzo ciascuno. I chilometri totali di pavé non raggiungono i dieci e i “muretti” presentano pendenze davvero irrisorie, per cui l’arrivo in volata pare molto probabile: l’ultima volta che questa corsa ha visto un arrivo in solitaria è stato dieci anni fa, con la vittoria del belga Björn Leukemans.
Il tempo non è dei migliori: piove e ci sono 11 gradi. Ci vogliono quasi 30 chilometri perché inizi la fuga di giornata, della quale fanno parte sei corridori di secondo piano e tra questi c’è l’italiano Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk). Il vantaggio di questo gruppetto sale rapidamente sino a sfiorare i 4 minuti e non succede nient’altro sino all’abbandono di uno dei fuggitivi, l’olandese Michiel van Vliet (Metec – SOLARWATT p/b Mantel), che avviene nel corso del primo dei tre giri conclusivi. A due giri dall’arrivo il gruppetto mantiene un vantaggio di due minuti e mezzo sul plotone inseguitore, dal quale escono diversi corridori approfittando dei “muretti” e dei tratti in pavé, senza mai riuscire a riportarsi sui fuggitivi. All’inizio dell’ultimo giro il gruppo ha ancora 40 secondi di ritardo; dopo qualche chilometro il nostro Ridolfo si arrende e viene riassorbito dal gruppo, dove gli uomini di Girmay si sono messi a fare l’andatura. La convinzione non è eccessiva e spesso il gruppo si allarga a ventaglio: questo consente ai fuggitivi, che hanno continuato a perdere pezzi strada facendo e sono rimasti in tre, di resistere a lungo. A metà del giro, quando sta per iniziare il primo degli ultimi due tratti di pavé, hanno ancora 20 secondi di vantaggio. Proprio questo tratto di pavé gli è fatale e alla sua uscita il gruppo si presenta nuovamente compatto. Nella foga dell’inseguimento l’olandese Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck), che era stato fra i più attivi alla testa del gruppo, riesce a prendere alcuni secondi di vantaggio: dietro si guardano un po’ troppo, col risultato che Del Grosso entra nell’ultimo tatto di pavé, oltretutto in leggera salita, con una quindicina di secondi di vantaggio; ma l’olandese, passista alto e pesante, rallenta inesorabilmente e al momento di ritornare sull’asfalto viene raggiunto da altri quattro corridori, fra i quali il grande favorito Girmay. Mancano solo 9 chilometri all’arrivo, ma i cinque in fuga non collaborano e non riescono a distanziare il gruppo, se non di pochi secondi. A 6 chilometri dal traguardo il loro tentativo ha termine; parte subito in contropiede il belga Gianni Marchand (Tarteletto – Isorex), ma anche il suo tentativo si esaurisce dopo un chilometro. Non succede più nulla sino all’arrivo, quando è proprio il nostro Moschetti a lanciare la volata, ma nei tempi sbagliati: alle sue spalle sbuca il belga Milan Fretin (Cofidis), che va a vincere la corsa più importante della carriera (nel suo non nutrito palmares ci sono solo altre quattro corse di scarsa importanza) seguito dai connazionali Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck) e Milan Menten (Lotto). Moschetti è quinto; Girmay solo 17esimo pagando forse il fatto di aver sprecato troppe energie nel tentativo di fuga degli ultimi chilometri. Corsa nel complesso senza molti acuti e il cui vincitore difficilmente farà carriera, anche perché i Van der Poel e i Van Aert non nascono tutti i giorni.
Andrea Carta

Milan Fretin vince l'edizione 2025 del Giro del Limburgo (foto Cor Vos)
IVO OLIVEIRA VINCE A PENNE E AGGIUNGE UN ALTRO MATTONE ALLO STRAPOTERE DELL’UAE TEAM EMIRATES
Nella seconda tappa del Giro dell’Abruzzo Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) sceglie il momento giusto per attaccare sulla salita finale di Penne e coglie l’ennesima vittoria stagionale per la formazione emiratina. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) è il nuovo leader della classifica generale
La seconda tappa del Giro dell’Abruzzo da Tocco da Casauria a Penne è lunga 138 km e rispetto alla prima tappa aumentano i metri di dislivello e soprattutto i gpm da affrontare, ovvero tre: la Forcella di Acciano, la Forca di Penne e Penne, quest’ultimo posto sulla linea del traguardo. Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) dovrà difendere la maglia di leader della classifica generale. Il primo attacco concreto per formare la fuga di giornata era portato da sei ciclisti dopo una trentina di km dalla partenza: Filippo Agostinacchio (Team Biesse – Carrera – Premac), Tommaso Bosio(Team General Store – Essegibi – F.Lli Curia), Matthew Kingston (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Alexandre BAlmer (Team Solution Tech – Vini Fantini) e Luca Paletti (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Ma il gruppo reagiva annullando questo tentativo. Dopo circa cinque km ci riprovavano Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty) e Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta). Questa volta il gruppo lasciava fare e i due battistrada aumentavano il loro vantaggio. Zoccarato scollinava in prima posizione sul primo gpm di Forcella di Acciano posto al km 42.5. All’inizio del secondo gpm di Forca di Penne la coppia di testa aveva poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG. Petilli vinceva il traguardo volante di Ofena posto al km 89.1, dopo dichè si rialzava e veniva ripreso dal gruppo in forte rimonta. Zoccarato riusciva a transitare in prima posizione sul gpm di Forca di Penne posto al km 98. Il gruppo tornava compatto a 15 km dalla conclusione. Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG) scattava a poco meno di 2 km dalla conclusione e sfruttando le sue buone doti di passista si avvantaggiava sul gruppo inseguitore. Il portoghese riusciva a mantenere la testa della corsa fino al traguardo che tagliava in prima posizione con 4 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore regolato da Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Terzo era Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) mentre chiudevano la top five Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) in quarta posizione e George Bennett (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Per Oliveira è la prima vittoria stagionale ed anche lui contribuisce all’ennesima vittoria dell’UAE Team Emirates XRG, sulla buona strada per superare il record di vittorie del 2024. Grazie all’abbuono ottenuto al traguardo, sommato anche a quello di ieri, Fiorelli è il nuovo leader della classifica generale con 2 secondi di vantaggio su Covi e 8 secondi di vantaggio su Brenner. Domani la terza tappa da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso di 160 km sarà decisiva per le sorti della classifica generale. Sono tre i gpm in programma di cui due hors categorie. L’ultimo, in particolare, seppur presenti alcuni tratti in pianura e in discesa, è lungo oltre 16 km e saranno gli scalatori a fare la voce grossa. Considerando che i primi 31 ciclisti in classifica generale sono racchiusi in 49 secondi ne vedremo sicuramente delle belle.
Antonio Scarfone

Ivo Oliveira vince a Penne (Eurosport)
COVI SI RIVEDE A CRECCHIO. TAPPA E MAGLIA PER IL CICLISTA LOMBARDO AL GIRO D’ABRUZZO
Dopo tre anni di anonimato e, probabilmente, di gregariato in una delle squadre più vincenti degli ultimi anni, Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) torna alla ribalta nella prima tappa del Giro d’Abruzzo, mostrando quelle qualità che lo avevano messo in luce in precedenza. Il ciclista lombardo vince con autorità a Crecchio ed è il primo leader del Giro d’Abruzzo 2025
Il Giro d’Abruzzo 2025 si compone di quattro tappe in linea complessivamente omogenee, in cui la tendenza alle salite è abbastanza elevata. Già la prima tappa da Scerni a Crecchio di 151 km, pur avendo un solo gpm categorizzato, presenta diversi saliscendi ed anche il finale con l’ultimo km in costante ascesa può già scremare il gruppo rivelando i ciclisti che possono dire la loro in classifica generale. La fuga di giornata vedeva protagonisti tre ciclisti ovvero Cristian Remelli (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Diego Bracalente (Team MBH Bank Ballan CSB) e Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank). Zurlo scollinava in prima posizione sul gpm di Bocca di Valle posto al km 69.3. A 66 km dalla conclusione Remelli era vittima di una caduta e non rientrava più sulla testa della corsa, mentre la coppia Bracalente – Zurlo continuava nella propria azione anche se il gruppo aveva iniziato a fare sul serio. A tirare erano in particolar modo il Team Q36.5 Pro Cycling, il Team Intermarchè Wanty ed il Team Israel Pro Cycling. Bracalente vinceva il traguardo volante di Ripa Teatina posto al km 102.5. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a 33 km dalla conclusione. Era l’UAE Team Emirates a fare l’andatura. Sotto l’impulso di Ludovico Crescioli (Team Polti VisitMalta), si avvantaggiava un drappello di otto ciclisti formato anche da Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB), Damien Howson ed Harm Vanhoucke (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta) ed Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG). A 13 km dalla conclusione il vantaggio del drappello di testa sul primo gruppo inseguitore era di 26 secondi. Gli attaccanti venivano infine ripresi a poco meno di 7 km dalla conclusione. Era ancora una volta l’UAE Team Emirates a dettare il ritmo nei km finali. Nell’ultimo km in costante ascesa, anche con punte che arrivavano al 9%, Alessando Covi (UAE Team Emirates) trovava il momento giusto per la stoccata vincente ed andava a vincere davanti a Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed Alessandro Fancellu (Team JCL Team UKYO). Completavano la top five George Bennett (Team Israel Pro Cycling) in quarta posizione e Marco Brenner (Team Tudor Pro Cycling) in quinta posizione. Covi torna alla vittoria dopo tre anni visto che ad alzare le braccia sul traguardo l’ultima volta fu nella ventesima tappa del Giro d’Italia 2022. Il ciclista di Borgomanero è anche primo in classifica generale con 4 secondi di vantaggio su Fiorelli e 6 secondi di vantaggio su Fancellu. Domani è in programma la seconda tappa da Tocco da Casauria a Penne di 138 km, in cui le difficoltà aumenteranno visto che sono presenti tre gpm, l’ultimo dei quali coincide con la linea d’arrivo. Covi può rafforzare il primo posto in classifica generale in una tappa ancora favorevole alle sue caratteristiche.
Antonio Scarfone

Alessandro Covi vince a Crecchio (www.ilgirodabruzzo.it)
TRIS DI VAN DER POEL AL VELODROMO, UNA CADUTA IMPEDISCE A POGACAR DI GIOCARSI LA ROUBAIX
aprile 13, 2025 by Redazione
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Come Francesco Moser Van der Poel conquista la “reine” per la terza volta consecutiva approfittando di una caduta di Pogacar, in compagnia del quale era in testa alla corsa, e andando poi ad incrementare il vantaggio sullo sloveno, che paga anche lo sforzo del tentativo di rientro.
Sino ad oggi era opinione comune che l’unica monumento che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non potesse vincere fosse la Parigi-Roubaix, per via di un tracciato che non sembrava sorridere alle caratteristiche del fuoriclasse sloveno, che infatti non vi aveva mai preso parte.
Quando l’iridato diede l’annuncio della sua partecipazione all’edizione 2025, però, qualcuno osservò che il capitano della UAE non si presenta alle corse importanti se non per provare a vincerle.
Oggi Pogacar ha dimostrato di poter competere senza problemi per la vittoria di questa monumento che, assieme alla Sanremo, manca al suo palmares, anche se è stato proprio un suo errore in un momento decisivo della corsa a tagliarlo fuori dai giochi. Senza la caduta a 38 chilometri dal traguardo il campione del mondo avrebbe certamente dato il via ai fuochi d’artificio sulle pietre del Carrefour de l’Arbre insieme al suo avversario Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e forse la corsa si sarebbe decisa nel velodromo, dove comunque l’olandaese avrebbe avuto dalla sua il favore del pronostico.
La caduta di Pogacar è stata certamente un errore del campione del mondo, che è arrivato troppo veloce sulla curva e forse ha anche sbagliato nella frenata andando a ribaltarsi, cosa che poi ha avuto come conseguenza un maggiore tempo per rimettersi in strada.
Nei primi chilometri dell’inseguimento l’iridato sembrava in grado di poter rientrare ma, arrivato a 12 secondi dal suo avversario, ha iniziato pian piano a perdere secondi fino a che, dopo un cambio di bici dovuto probabilmente a una foratura, il distacco è lievitato diventando impossibile da colmare, specialmente nei confronti di un uomo come Van der Poel.
Da lì in poi, Pogacar ha pagato lo sforzo del tentativo di rientro ed è andato in difficoltà anche dal punto di vista nervoso, come confermato anche dall’avvicinamento del terzetto inseguitore che ha ripreso oltre la metà del gap esistente prima della caduta.
Lo stesso cambio di bicicletta testimonia il fatto che il fuoriclasse sloveno avesse tirato un po’ i remi in barca, poichè non è sembrato affatto affrettato, nemmeno per la foga agonistica, segno che aveva ormai archiviato la possibilità di vittoria.
In ogni caso ha disputato una grande gara, portando attacchi da molto lontano come suo solito su un terreno che in teoria non sarebbe il suo.
Se quest’anno la corsa è esplosa già prima della foresta di Arenberg, cosa che non accadeva da anni, il merito è stato proprio dell’attacco di Pogacar, che è andato a frantumare gli avversari. Dopo il settore di Mons-en-Pévèle è rimasto da solo con Van der Poel e purtroppo la caduta ci ha impedito di vedere un duello che sarebbe stato memorabile sul Carrefour de l’Arbre.
Il vincitore è stato, invece perfetto, rispondendo a tutti gli attacchi dello sloveno e provando a sua volta accelerazioni brutali che hanno disintegrato la resistenza degli avversari.
Dopo la foratura di Mads Pedersen (Lidl – Trek), solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) era riuscito ad accordarsi ma, in seguito alle accelerazioni dei due campioni scatenati nel settore di Mons-en-Pévèle, anche il secondo classificato nelle ultimie due edizioni ha dovuto mollare, venendo poi riassorbito e staccato dagli inseguitori.
Nota di merito per Pedersen, non solo per la conquista del podio ma soprattutto perché sembrava in grado di poter competere con i due fenomeni, andando addirittura ad accender per primo le polveri. Fino alla foratura aveva risposto molto bene agli attacchi e comunque, anche nella sfortuna, si è fatto carico di condurre l’inseguimento per lunghi tratti; inoltre nel finale, dopo aver anche provato ad andar via e a recuperare su Pogacar, è andato a conquistare lo sprint valevole per l’ultimo gradino del podio davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), oggi un po’ sottotono, e a Florian Vermeersch (UAE Team Emirates – XRG).
Dopo 23 chilometri di corsa si forma una fuga di 8 uomini, che arriveranno ad accumulare un vantaggio di poco superiore ai tre minuti: sono Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull – Bora – hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Cycling Team), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets).
Nei chilometri immediatamente precedenti al primo settore di pavè si registrano numerose cadute, tra le quali vale la pena di segnalare quelle di Van Aert e Philipsen. Mentre il primo rientra agevolmente, il velocista dell’Alpecin si ritrova staccato di un minuto insieme a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che accusa anche un problema meccanico nel primo settore di pavè, proprio mentre i suoi compagni erano in testa al gruppo.
L’inseguimento si rivela molto faticoso a causa degli alti ritmi imposti in gruppo dalla Lidl-Trek e solo un successivo rallentamento consente ai due gruppi di riunirsi a 125 Km dalla conclusione.
Nel settore di pavè numero 20, iniziano a muoversi i big: il primo è Pedersen e a quel punto Pogacar a Van der Poel non si fanno pregare e accelerano a loro volta, spezzando il gruppo. Alle spalle dei battistrada, all’ingresso nella foresta di Arenberg, ci sono Van der Poel, Philipsen, Pedersen, Pogačar, Van Aert, Vermeersch, Mathias Vacek (Lidl-Trek), Nils Politt (UAE Team Emirates XRG), Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike), Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Clément Russo (Groupama-FDJ), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team), Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), Madis Mihkels (EF Education-EasyPost) e Iván García Cortina (Movistar Team) a soli 20 secondi.
Sul più celebre dei trenta settori di pavè i campioni si scatenano e da una girandola di attacchi e contrattacchi esce un quintetto formato da Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Bissegger e Philipsen.
I cinque trovano l’accordo e, a quel punto, si capisce che il vincitore sarà uno di loro. Nel settore verso Sars-et-Rosières Pogacar riparte all’attacco e proprio in quel momento Pedersen perde contatto, vittima di una foratura (sorte che toccherà poco dopo anche a Bissenger). Philipsen è molto bravo a rientrare sulla coppia di testa per stringere Pogacar in una morsa formata dal primo e dal secondo classificato delle ultime due edizioni.
Sfumata la possibilità di vittoria Pedersen, organizza l’inseguimento con Van Aert, Brennan, Bissegger, Vermeersch, Rutsch e Hoelgaard.
Sul settore di Mons-en-Pévèle l’accelerazione di Van der Poel prima e di Pogacar poi porta Philipsen a cedere. Inizialmente Van der Poel sembra volerl aspettare il compagno di squadra per mantenere la superiorità numerica, ma ben presto si rende conto che il collega ha finito la benzina e si decide quindi a collaborare con Pogacar.
Nel settore di pavè poosta tra Pont-Thibault ed Ennevelin, a 38 chilometri dall’arrivo, avviene il fattaccio. Pogacar arriva troppo veloce su una curva e va dritto, sbagliando anche la frenata, andando ad arrotarsi sulla ruota anteriore e finendo per terra. L’errore è piuttosto grave perché, anche avendo sbagliato la curva, poteva comunque evitare di finire a terra danneggiando anche il mezzo e andando a perdere molti secondi.
In un primo momento Pogacar sembra in grado di ricucire il gap ma, dopo alcuni chilometri, comincia ad accusare lo sforzo e una successiva foratura lo mette del tutto fuori dai giochi. Van der Poel, invece, prosegue a tutta e neppure una foratura sul Carrefour de l’Arbre può metterlo in difficoltà.
Pogacar conquista comunque uno spettacolare secondo posto e dimostra che può competere per la vittoria anche in questa corsa, mentre un ottimo Pedersen regola il terzetto inseguitore conquistando il podio.
Il prossimo appuntamento con le monumento sarà il 27 aprile con la Liegi – Bastogne – Liegi, che sarà preceduta il giorno di Pasqua dalla “classica della birra”, l’Amstel Gold Race.
Benedetto Ciccarone

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)