ARCTIC RACE OF NORWAY: PER KRISTOFF È QUASI QUOTA 100
Il norvegese Alexander Kristoff si è fermato ad un passo (anzi due) dalla centesima vittoria in carriera cogliendo la sua 98a affermazione al termine della seconda tappa dell’Arctic Race of Norway.
Ha dichiarato di voler arrivare a cento vittoria prima del ritiro,e con quella di oggi il veterano Alexander Kristoff (Uno-X) ha raggiunto quota 98 aggiudicandosi la seconda frazione della corsa di casa, la Tennevoll – Sorreisa di 166,5 km, caratterizzata da due GPM di prima e uno di seconda categoria nella prima parte di gara e da alcuni tratti di sterrato nel finale.
Il norvegese dovrà sicuramente ringraziare la squadra e soprattutto Ramsus Tiller (Uno-X Mobility) per come è stato portato sul rettilineo finale, dove cui non c’è stata assolutamente storia e dove Kristoff ha vinto staccando di diversi metri Tom Van Asbroeck (Israel-Israel – Premier Tech), Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol), Jules Hesters (Team Flaanderen) e Cees Bol (XDS Astana), con Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) 17° e primo degli italiani.
In classifica generale il norvegese grazie agli abbuoni raggiunge il vincitore della prima tappa Corbin Strong
(Israel – Premier Tech), che rimane leader della corsa a causa della somma dei piazzamenti. Pur perdendo cinque posizioni Davide Ballerini (XDS Astana Team) si conferma il migliore degli azzurri, 15° con un passivo di soli 10 secondi.
Prima dello sprint finale la seconda tappa del “Giro della Norvegia Artica” è stata caratterizzata dalla fuga di 5 corridori, composta da Josh Burnett (Burgos-BH), Storm Ingebrigtsen (Team Coop–Repsol), Georg Rydningen Martinsen (Lillehammer CK Continental Team), Eirik Vang Aas (Team Coop–Repsol) e Morthen Wang Baksaas (Team Ringerikskraft), che si è aggiudicato due dei tre GPM in programma. Il tentativo ha raggiunto un vantaggio massimo di circa un minuto e mezzo, per poi perdere Baksaas nel tratto sterrato posto a 20 Km dal traguardo; i quattro rimasti all’avanscoperta hanno visto man mano erodersi il gruzzoletto temporale accumulato fino ad essere ripresi circa 5 Km più avanti. Ai meno undici è uscito dal gruppo Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), che ha guadagnato 12 secondi prima di essere raggiunto e staccato da Kevin Vermaerke (Team Picnic PostNL), a sua volta agguantato da un piccolo drappello di inseguitori: ma nemmeno loro hanno avuto fortuna e si è così arrivati all’arrivo in volata, condizionato anche da una caduta.
Tra sabato e domenica si disputeranno le due tappe decisivive e in particolare oggi si affronterà quella che, 182 Km dopo la partenza da Husøy, proporrà l’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Målselv, dove si giungerà dopo aver percorso un’ascesa di 3.7 Km all’8.1%.
Andrea Mastrangelo

Kristoff ottiene la 98a vittoria in carriera (foto A.S.O / Maxime Delobel)
TOUR DE POLOGNE, A ZAKOPANE SFRECCIA MATTHEW BRENNAN
E’ il britannico della Visma il vincitore della 5° tappa del Giro di Polonia 2025 (Katowice – Zakopane, 206 km), grazie a una imperiosa volata in cui ha avuto la meglio su Ben Turner (Ineos-Grenadiers) e Andrea Bagioli (Lidl-Trek). Ottima prova per i colori italiani: oltre al corridore di Lanzada, si piazzano in top 10 anche Raccagni Noviero (4°), Tiberi (6°), Bettiol (8°) e Milesi (10°). A due tappe dal termine resta al comando il francese Paul Lapeira ma domani c’è la frazione regina di Bukovina Tatrzanska.
Il Giro di Polonia 2025 regala nuove emozioni a ogni tappa e in quella odierna con arrivo a Zakopane – la “Capitale invernale della Polonia”, città di 28 mila abitanti situata ai piedi dei Monti Tatra e uno dei più importanti centri di villeggiatura dei Carpazi – si è visto un finale molto avvincente.
Dopo il via da Katowice la tappa si è ravvivata grazie all’azione d’attacco di Jensen Plowright (Alpecin – Deceuninck), Huub Artz (Intermarché – Wanty), Patrick Gamper (Jayco – Alula) e e Martin Svrcek (Soudal – Quickstep). Il quartetto resiste fino all’azione finale del gruppo sulla non impegnativa erta che anticipa il traguardo. Artz e Plowright sono gli ultimi a desistere e nella discesa attacca prima Marco Frigo (Israel – Premier Tech), seguito poi da Jan Christen (UAE Emirates XRG) e Alberto Bettiol (XDS – Astana Team). La coppia italo-svizzera raggiunge fino a 15” di vantaggio e sembra che possano farcela, ma alle loro spalle il plotone ristretto rinsavisce e li va a prendere prima dell’ultimo chilometro. Al momento della volata spunta dal nulla Matthew Brennan (Visma) con una fucilata d’altri tempi sul rettilineo d’arrivo e fulmina tutti quanti, a partire da Ben Turner (INEOS Grenadiers), piazzato per il secondo giorno consecutivo dopo aver vinto la tappa di mercoledì); alla spalle dei primi due dell’ordine d’arrivo si piazzano gli italiani Andrea Bagioli (Lidl – Trek) e Filippo Raccagni Noviero (Soudal Quick-Step). Brennan può così fregiarsi di una vittoria di tappa importante, la terza nel World Tour alla prima stagione da professionista, due giorni dopo il suo ventesimo compleanno.
Resiste al vertice della classifica generale il francese Paul Lapeira (Decathlon – AG2R La Mondiale), con 8” sul monegasco Victor Langellotti (Ineos – Grenadiers) e 12” sull’elvetico Jan Christen (UAE Emirates XRG) e sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious). Da domani scatta la fase decisiva del Tour de Pologne: la sesta tappa (Bukovina Resort – Bukovina Tatrzanska, 147 km) è la classica tappa di medio-alta montagna sui Monti Tatra, con le salite di Sciana Harnas e Sciana Bukovina inserite in un circuito da ripetere tre volte. Seguirà poi domenica la cronometro individuale a Wielicka, cittadina alle porte di Cracovia nota per le sue imponenti miniere di sale, patrimonio UNESCO dal 1978.
Andrea Giorgini

Brennan vince la tappa di Zakopane del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images))
08-08-2025
agosto 8, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE POLOGNE
Il britannico Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella quinta tappa, Katowice – Zakopane, percorrendo 206.1 Km in 4h50′04″, alla media di 42.632 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Ben Turner (INEOS Grenadiers) e l’italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek). Il francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team) è ancora leader della classifica con 8″ sul monegasco Victor Langellotti (INEOS Grenadiers) e 12″ sull’elvetico Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 4° a 12″
VUELTA A BURGOS
L’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) si è imposto nella quarta tappa, Doña Santos – Regumiel de la Sierra, percorrendo 162.7 Km in 3h33′18″, alla media di 45.767 Km/h. Ha preceduto di 1′26″ i portoghesi Rui Costa (EF Education – EasyPost) e Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG). Il francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team) è ancora leader della classifica con 22″ sull’italiano Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) e 26″ sul messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG).
ARCTIC RACE OF NORWAY
Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto nella seconda tappa, Tennevoll (Lavangen) – Sørreisa, percorrendo 153 Km in 3h55′08″, alla media di 42.487 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech) e il connazionale Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol) Miglior italiano Davide De Pretto (Team Jayco AlUla), 17°. Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Kristoff e 4″ sullo statunitense Riley Sheehan (Israel – Premier Tech). Miglior italiano Davide Ballerini (XDS Astana Team), 15° a 10″
TOUR DE L’AIN
Il belga Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Plateau d’Hauteville – Belley, percorrendo 130.4 Km in 3h30′15″, alla media di 37.213 Km/h. Ha preceduto di 3′05″ il francese Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e di 5′33″ il britannico Ben Tulett (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), 7° a 8′06″. Uijtdebroeks si impone in classifica con 3′03″ su Prodhomme e 6′24″ su Tulett. Miglior italiano Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), 7° a 8′57″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
Lo spagnolo Pau Martí (Israel Premier Tech Academy) si è imposto nella seconda tappa, Felgueiras – Fafe, percorrendo 167.9 Km in 4h00′33″, alla media di 41.879 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Artem Nych
(Anicolor / Tien 21) e il colombiano Jesús David Peña (APHotels & Resorts / Tavira / SC Farense). Nessun italiano in gara. Martí è il nuovo leader della classifica con 2″ su Nych e 15″ sul portoghese Rafael Reis (Anicolor / Tien 21)
TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Il rumeno Dominik Neuman (ATT Investments) si è imposto nella prima tappa, Sfantu Gheorghe – Miercurea Ciuc, percorrendo 150.9 Km in 3h17′14″, alla media di 45.905 Km/h. Ha preceduto allo sprint il greco Nikiforos Arvanitou (Team United Shipping) e il polacco Paweł Szóstka (Monogo Lubelskie Perła Polski). Miglior italiano Riccardo Lucca (Karcag Cycling ÉPKAR Team), 6°. Neuman è il nuovo leader della classifica con 1″ su Arvanitou e 12″ su Szóstka. Miglior italiano Lucca, 5° a 22″
TRANS-HIMALAYA CYCLING RACE (Cina)
L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si è imposto nella seconda tappa, Lhoka – Gongga Country, percorrendo 109.2 Km in 2h19′10″, alla media di 47.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Petr Rikunov
(Chengdu DYC Cycling Team) e il danese Alexander Salby (Li Ning Star). Unico italiano in gara Tommaso Nencini (Team Solution Tech – Vini Fantini), 67°. Il bielorusso Raman Tsishkou (Li Ning Star) è ancora leader della classifica con 4″ sull’israeliano Omer Goldstein (Shenzhen Kung Cycling Team) e 6″ sull’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team). Nencini 79° a 1′11″
VUELTA A COLOMBIA
Il colombiano Alejandro Osorio (Orgullo Paisa) si è imposto nell’ottava tappa, Cali – La Tebaida, percorrendo 171.4 Km in 3h53′23″, alla media di 47.747 Km/h. Ha preceduto allo sprint il boliviano Jose Manuel Aramayo
(Pío Rico Cycling Team) e il connazionale Kevin David Castillo (Team Sistecredito). Nessun italiano in gara. Il colombiano Rodrigo Contreras (Nu Colombia) è ancora leader della classifica con 1′04″ sul connazionale Diego Andrés Camargo (Team Medellín – EPM) e 1′20″ sul venezuelano Eugenio Yonathan Miguel (Energia de Boyaca).
TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE
Il burkinabè Paul Daumont (Guidon Sprinter Canalien Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Petit-Canal – Le Moule, percorrendo 140.5 Km in 3h13′59″, alla media di 43.457 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Konrad Czabok (Mazowsze Serce Polski) e di 9″ il polacco Hubert Grygowski (Mazowsze Serce Polski). Nessun italiano in gara. Il colombiano Andrés Camilo Ardila (Nu Colombia) è ancora leader della classifica con 31″ sul polacco Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) e 45″ il francese Damien Urcel (Team Madras Capesterre Belle-Eau)
ACUTO DI CARUSO, RUI COSTA SECONDO: IL RUGGITO DEI VECCHI LEONI ALLA VUELTA A BURGOS
Nella quarta tappa della Vuelta a Burgos trionfa il nostro Damiano Caruso, corridore che, nonostante pochissime vittorie in carriera (quella odierna è l’ottava) e un’età che sfiora ormai i 38 anni, è tra i più forti specialisti delle corse a tappe in attività, ancora quinto nel Giro di quest’anno. Alle sue spalle si piazza un altro veterano, il portoghese Rui Costa. Nulla cambia nella classifica generale, in attesa del gran finale di domani.
La partenza della quarta tappa della Vuelta a Burgos viene data poco mezzogiorno e mezzo dal paesino di Doña Santos e, dopo molti giri sulla meseta che si stende a sud del capoluogo, a circa 1000 metri di quota, il percorso affronta l’Alto del Collado de Vilviestre (5.3 km al 3.8%), GPM di 3a categoria, dopo 121 chilometri e poi, dopo 152, l’Alto del Cargadero (7.6 km al 2.9%, inclusi due di falsopiano), pure GPM di 3a categoria. Dopo 11 chilometri dalla cima di quest’ultimo GPM e 163 complessivi la tappa si concluderà nel paese di Regumiel de la Sierra, a est di Burgos.
Stamane è in maglia viola il giovane neoprofessionista francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore della tappa di ieri; secondo a 22 secondi è il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) e terzo a 26 secondi è il grande favorito della corsa, il messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG); più indietro gli altri grandi nomi in gara: il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers) decimo, il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek) sedicesimo, lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step) trentesimo dopo il fallimento del suo attacco nella tappa di ieri. Non parte il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team), da anni sul viale del tramonto e in passato vincitore due volte di questa corsa. Tutta l’attenzione è comunque rivolta alla rivelazione di questa Vuelta, il francese Bisiaux, che oggi dovrebbe difendere il primato in classifica per poi giocare tutte le sue carte nell’ultima, e decisiva, tappa di sabato.
Un serie di attacchi e contrattacchi, nelle fasi iniziali della tappa, non ottengono alcun risultato, finché, dopo una ventina di chilometri, sette corridori riescono a prendere un buon vantaggio. Sono tutti uomini di secondo piano, tranne due veterani carichi di allori e ormai prossimi ai quanrant’anni: il nostro Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e il portoghese Rui Costa (EF Education – EasyPost), entrambi troppo attardati in classifica generale per sperare di portarsi nelle prime posizioni. Il vantaggio del gruppetto tocca anche i cinque minuti, poi inizia a scendere nel corso della seconda metà della tappa e all’inizio del primo GPM si è ridotto a circa tre minuti e mezzo. Nonostante una temperatura che supera i 30 gradi e che si avvia a toccare i 40 la velocità è altissima, con una media che sfiora i 50 km/h e il gruppo spesso molto allungato in attesa delle salite finali. La prima ascesa, comunque, non provoca alcuna selezione e allo scollinamento (dove Caruso passa per primo) il vantaggio dei fuggitivi, nessuno dei quali ha ceduto sulla salita, rimane immutato. Ai piedi dell’Alto del Cargadero, quando mancano solo 20 chilometri al traguardo, il gruppetto mantiene tre minuti sul gruppo, vantaggio che dovrebbe bastare a far vincere la tappa a uno di loro. Infatti, già all’inizio della salita, è Caruso a tentare l’azione solitaria e a sgretolare senza difficoltà il resto del gruppetto, mentre nel plotone, pure allungato, nessuno si muove. L’azione del corridore italiano fa il vuoto: Caruso passa per primo anche sul secondo GPM, dove i primi inseguitori transitano con 1’20” di ritardo; il gruppo, che sta recuperando su questi ultimi, ha ancora più di tre minuti da recuperare. Nessuno dei primi in classifica si è mosso, nessuno si muove nella successiva discesa e Caruso non ha il minimo problema ad arrivare da solo sul traguardo di Regumiel de la Sierra. Alle sue spalle si piazza secondo, regolando in volata gli altri reduci della fuga, proprio Rui Costa, con un distacco di 1’26”; terzo è l’altro portoghese Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG). Il gruppo arriva dopo 3’15” e nulla cambia nelle varie classifiche, con Bisiaux sempre al comando della generale, di quella a punti (ma Caruso è ora secondo a soli due punti) e di quella dei giovani, mentre lo spagnolo Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), che ancora gode dei frutti raccolti con la lunga fuga della tappa inaugurale, comanda quella degli scalatori. Domani la Vuelta a Burgos si conclude con una tappa davvero impegnativa, che presenterà un arrivo in salita classificato Hors Catégorie ai laghi di Neila, a quasi 1900 metri di quota. Vedremo tra 24 ore se Bisiaux è davvero un corridore di razza o se uno dei grandi favoriti – Ciccone, Bernal, Landa e soprattutto Del Toro – riuscirà a conquistare il gradino più alto del podio.
Andrea Carta

Caruso vince la quarta tappa della Vuelta a Burgos (foto Fernando Miguel)
UNA DOPPIETTA ISRAEL APRE L’ARCTIC TOUR OF NORWAY
La prima tappa della corsa norvegese se la aggiudica Corbin Strong (Israel), superando in volata il compagno Sheehan
In contemporanea ai più blasonati Tour de Pologne e Vuelta a Burgos ha preso via la 12a edizione dell’Arctic Race of Norway, giovane corsa norvegese che dal 2013 si disputa nei territori dello stato scandinavo situati a nord del Circolo Polare Artico.
La prima tappa, 182 Km altimetricamente molto mossi, si è snodata tra Borkenes (Kvæfjord) e Harstad su di un tracciato che non ha comunque impedito l’arrivo allo sprint, volata nella quale il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) ha fatto valere tutta la sua potenza.
Sotto la pioggia e una temperatura intorno ai 14 gradi, la gara fatica ad accendersi. I numerosi tentativi di inizio giornata non vanno a buon fine e bisogna attendere parecchi chilometri per veder evadere la fuga, composta dapprima da Romain Combaud (Team PiciNic PostNL), Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), Vetle Torin Eskedal (Team Norway) e Storm Ingebrigtsen (Team Coop-Repsol), raggiunti in un secondo momento da Fredrik Dversnes (Uno-X) e Georg Martinsen (Lillehammer CK Continental Team).
In ogni caso il loro vantaggio non supererà mai il 1’30” e il loro destino appare fin da subito segnato. Ingebrigsten fa appena in tempo ad aggiudicarsi l’ultimo GPM di giornata prima che il gruppo li riassorba. A quel punto sarà la Ken Pharma a portare il gruppo alla volata finale, nonostante alcuni tentativi velleitari negli ultimi chilometri.
La volata è quindi vinta da Strong che va a vestire sia la maglia di leader della classifica generales,sia quella della classifica a punti. Alle sue spalle si piazzano il compagno di squadra Riley Sheehan, Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Ricks Pluimers (Tudor Pro Cycling Team), Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels), Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol) e Davide Ballerini (XDS Astana Team), settimo e primo degli italiani.
Dopo questo primo atto la breve corsa norvegese – quattro tappe in tutto – proporrà una frazione dal finale insidioso perchè nel circuito conclusivo della Tennevoll – Sørreisa si dovranno percorrre quasi 6 Km su fondo sterrato.
Andrea Mastrangelo

Strong vince la prima tappa dell'Arctic Race of Norway (foto Ivan Benedetto / SprintCyclingAgency)
07-08-2025
agosto 7, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE POLOGNE
Il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella quarta tappa, Rybnik – Cieszyn, percorrendo 201.4 Km in 4h36′09″, alla media di 43.759 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Ben Turner (INEOS Grenadiers) e il tedesco Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek). Miglior italiano Alberto Bettiol (XDS Astana Team), 12°. Il francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team) è ancora leader della classifica con 8″ sul monegasco Victor Langellotti (INEOS Grenadiers) e 12″ sull’elvetico Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 4° a 12″
VUELTA A BURGOS
Il francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nella terza tappa, Monasterio de San Pedro de Cardeña – Valpuesta, percorrendo 184.1 Km in 4h19′44″, alla media di 42.528 Km/h. Ha preceduto di 9″ gli italiani Giulio Ciccone (Lidl – Trek) e Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe). Bisiaux è il nuovo leader della classifica con 22″ su Pellizzari e 26″ sul messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG).
ARCTIC RACE OF NORWAY
Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) si è imposto nella prima tappa, Borkenes (Kvæfjord) – Harstad, percorrendo 182 Km in 4h02′22″, alla media di 45.056 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Riley Sheehan (Israel – Premier Tech) e il norvegese Rasmus Tiller (Uno-X Mobility). Miglior italiano Davide Ballerini (XDS Astana Team), 7°. Strong è il primo leader della classifica con 4″ su Sheehan e sul norvegese Fredrik Dversnes (Uno-X Mobility). Miglior italiano Ballerini, 10° a 10″
TOUR DE L’AIN
Il francese Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Vulbas – Lélex (Monts-Jura), percorrendo 153.1 Km in 3h56′55″, alla media di 38.773 Km/h. Ha preceduto di 2″ il belga Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike) e di 53″ l’irlandese Jamie Meehan (Cofidis). Miglior italiano Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), 8° a 53″. Prodhomme è il nuovo leader della classifica con 2″ su Uijtdebroeks e 53″ sul britannico Ben Tulett (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Brambilla, 6° a 53″.
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
L’argentino German Nicolás Tivani (Aviludo – Louletano – Loulé) si è imposto nella prima tappa, Viana do Castelo – Braga (Santuario do Sameiro), percorrendo 162.3 Km in 3h56′04″, alla media di 41.251 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Jesús David Peña (APHotels & Resorts / Tavira / SC Farense) e l’australiano Brady Gilmore (Israel Premier Tech Academy). Nessun italiano in gara. Il portoghese Rafael Reis (Anicolor / Tien 21) è ancora leader della classifica con 2″ su Tivani e 5″ su Gilmore
TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Il rumeno Norbert Szabo (nazionale romena) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sfantu Gheorghe, percorrendo 1.3 Km in 1′28″, alla media di 53.182 Km/h. Ha preceduto di 1″ il greco Nikiforos Arvanitou (Team United Shipping) e di 2″ il neozelandese Finn Mckenzie (Hemus Troyan). Miglior italiano Andrea Biancalani (Beltrami TSA Tre Collì), 38° a 8″. Szabo è il primo leader della classifica con 1″ su Arvanitou e 2″ su Mckenzie. Miglior italiano Biancalani, 38° a 8″
TRANS-HIMALAYA CYCLING RACE (Cina)
Il bielorusso Raman Tsishkou (Li Ning Star) si è imposto nella prima tappa, Linzhi – Wolong Village, percorrendo 128.8 Km in 2h36′55″, alla media di 49.249 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’israeliano Omer Goldstein (Shenzhen Kung Cycling Team) e l’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team). Unico italiano in gara Tommaso Nencini (Team Solution Tech – Vini Fantini), 86° a 1′01″. Tsishkou è il primo leader della classifica con 4″ su Goldstein e 6″ su Budyak. Nencini 86° a 1′11″
VUELTA A COLOMBIA
Il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellín – EPM) si è imposto nella settima tappa, Armenia – Cali, percorrendo 185.2 Km in 3h39′53″, alla media di 50.536 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Cristian Damián Vélez (GW Erco Shimano) e Kevin David Castillo (Team Sistecredito). Nessun italiano in gara. Il colombiano Rodrigo Contreras (Nu Colombia) è ancora leader della classifica con 1′04″ sul connazionale Diego Andrés Camargo (Team Medellín – EPM) e 1′20″ sul venezuelano Eugenio Yonathan Miguel (Energia de Boyaca).
TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE
Il polacco Dawid Lewandowski (Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella sesta tappa, Goyave – Petit-Bourg, percorrendo 147 Km in 3h21′33″, alla media di 43.761 Km/h. Ha preceduto di 1″ il bermudiano Kaden Hopkins
(Uni Sport Lamentinois) e il francese Sonny Cadet (squadra regionale martiniquese). Nessun italiano in gara. Il colombiano Andrés Camilo Ardila (Nu Colombia) è ancora leader della classifica con 32″ sul connazionale Sebastián Henao (Nu Colombia) e 44″ sul francese Axel Taillandier (Team Madras Capesterre Belle-Eau)
MAGNIER VINCE LO SPRINT DI CIESZYN, LAPEIRA RESTA LEADER IN POLONIA
Dopo la rocambolesca tappa di ieri, oggi il Giro di Polonia non ha offerto particolari “brividi”. Il leader della classifica Paul Lapeira è così riuscito a terminare la tappa in gruppo, senza risentire dell’incrinatura alle costole, e conservare la maglia di leader alla vigilia delle frazioni decisive. Oggi protagonisti sono stati prima gli uomini della fuga, poi i velocisti con il successo allo sprint di un altro transalpino, Paul Magnier
Oggi il Giro di Polonia si è rimesso in viaggio con sette corridori in meno, quasi tutti coinvolti ieri pomeriggio nella brutta caduta che ha portato alla neutralizzazione della terza tappa. Il ritiro più eccellente è stato quello del campione nazionale ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek), che al momento del capitombolo era secondo in classifica generale con appena due secondi di ritardo dal francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Le conseguenze peggiori erano capitate al nostro Filippo Baroncini (UAE Team Emirates – XRG), finito all’ospedale con una serie di fratture, tra le quali una cervicale che fortunatamente non ha innescato problemi neurologici. Anche il leader della classifica Lapeira è finito a terra, riportando solo l’incrinatura di due costole, danno che gli ha consentito di prendere il via stamattina alla quarta tappa, da lui conclusa senza patire ritardi e al termine della quale ha così conservato la maglia di leader. Per sua fortuna quella odierna era una delle due tappe destinate ai velocisti, che prevedeva di percorrere 201 Km tra Rybnik e Cieszyn, affrontando tre salite “confinate” nella fase centrale del tracciato, con quasi 70 Km di strada a separare l’ultima ascesa dal traguardo.
Abbassata la bandierina del “via” sono andati subito in fuga tre corridori polacchi, Filip Maciejuk della Red Bull-Bora-Hansgrohe), Paweł Bernas e Michał Pomorski, questi ultimi in gara con le insegne della nazionale polacca. Controllato da Visma-Lease a Bike e Soudal-QuickStep, il gruppo ha lasciato che questo trio raggiungesse un vantaggio massimo di quasi 4 minuti, gap che inesorabilmente si è pian piano sbriciolato quando i tre sono arrivati al cospetto delle salite previste nella fase centrale, toccando i 2′20″ in vetta al GPM del Passo Przegibek, conquistato da Bernas. Nel frattempo esce dal gruppo principale il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), che raggiunge gli uomini in fuga e va ad aggiudicarsi i due rimanenti traguardi della montagna, consolidando così il suo primato nella classifica degli scalatori, che ora domina con 41 punti, 18 in più rispetto a quello di Tomasz Budziński, altro elemento nella nazionale di casa. Terminate le salite Bernas si stacca e davanti rimangono Kielich e Maciejuk, con il primo che tira i remi in barca dopo aver conquistato anche i due traguardi volanti posti dopo la fine delle salite. Dal canto suo Maciejuk tenta di resistere e riesce a transitare in solitaria al primo passaggio dal traguardo, quando il suo vantaggio sul gruppo è di 50 secondi spaccati e iniziano le tre tornate del circuito cittadino di Cieszyn, un anello di 6.5 Km reso insidioso dalla presenza di una cinquantina di curve, da un breve tratto in pavè e, soprattuto per i velocisti, dal traguardo posto al termine di una breve salitella, 700 metri al 3.9%. Verso la fine del primo giro prova dal gruppo l’azione solitaria l’italiano Lorenzo Milesi (Movistar), che riesce ad agganciare la lepre Maciejuk quando all’arrivo mancano 15 Km e il vantaggio della testa della corsa è calato a 12 secondi, che rimangono praticamente stabili fino all’inizio dell’ultima tornata, quando i cronometri registrano ancora 10 secondi per i due attaccanti. L’inevitabile ricongiungimento avviene a 2.5 Km dal traguardo, subito prima dell’imbocco del breve tratto in pavè – 600 metri in tutto – che caratterizza il finale di corsa. Le operazioni che anticipano la volata vedono in pole position gli uomini della Groupama-FDJ, che riescono ad allungare il gruppo, poi alla squadra transalpina subentra la INEOS, che punta al bis con Ben Turner, già vincitore ieri della tappa neutralizzata. La doppietta, però, non riesce al britannico perchè alla sua ruota si piazza il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), che parte di scatto subito prima della curva che introduce il breve rettilineo d’arrivo, riuscendo ad anticipare l’avversario allo sprint, mentre terzo si piazza il tedescol Tim Torn Teutenberg
(Lidl – Trek). Il miglior degli italiani è Alberto Bettiol (XDS Astana Team) che su piazza dodicesimo, con lo stesso tempo dei primi e sei posizioni nell’ordine d’arrivo prima di Lapeira che, come detto, non ha risentito dell’incrinatura alle costole e così ha conservato la maglia di leader con distacco immutato sul monegasco Victor Langellotti (INEOS Grenadiers), distanziato di otto secondi.
Domani è previsto l’arrivo nella più nota stazione di sport invernali della Polonia, ma la tappa che terminerà a Zakopane non si annuncia particolarmente difficile. Come nella frazione appena affrontata le ascese principali si dovranno superare nelle fasi centrale e pure in questi casi non s’inconteranno pendenze impegnative; isolata dal tutte le altre sarà la salita di 4 Km al 5.4% sulla quale si scollinerà a 13 Km dall’arrivo, ma non si tratta di un’asperità particolarmente “appetitosa”, anche perchè in vetta non sarà previsto il Gran Premio della Montagna. La classifica è ancora corta – i primi 35 corridori sono raccolti nello spazio di 59 secondi – e inevitabilmente ci sarà un po’ di bagarre, anche se per assistere alle “scintille” vere tra i big del Tour de Pologne si dovrà forse attendere la più complicata tappa di sabato.
Mauro Facoltosi

Paul Magnier vince la quarta tappa del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images)
LÉO BISIAUX VINCE A VALPUESTA: STA NASCENDO UNA STELLA?
La tappa odierna della Vuelta a Burgos offre agli spettatori un finale molto combattuto, nel quale torna a mettersi in evidenza il nostro Ciccone. Ma nel duello fra l’italiano, spalleggiato dai connazionali Pellizzari e Fortunato, e il leader della UAE, il messicano Del Toro, la spunta il giovane neo professionista Bisiaux, che si era già fatto notare nella classica di San Sebastian e che assume di prepotenza il comando della classifica generale.
La terza tappa della Vuelta a Burgos parte dal monastero di San Pedro de Cardeña, pochi chilometri a est della città che dà il nome a questa corsa, punta con decisione a Nord in direzione di Bilbao e, dopo 184 chilometri che presentano molti saliscendi e ben 4 GPM, di cui uno di 1° categoria, torna indietro sino a raggiungere il centro di Valpuesta, situato a un centinaio di chilometri da Burgos. Il primo GPM è l’Alto de Barcina (7.1 km al 3.5%), 3a categoria, che arriva dopo 62 chilometri; il secondo è il Puerto de Ozeka, breve ma ripido (2.7 km al 8.6%), pure di 3a categoria, dopo 132 Km; poi la tappa entrerà nel vivo e si dovrà salires sull’Alto de Las Campas (4 km al 2.6%), 3a categoria, al chilometro 149, e infine arrivare in cima al Puerto de Orduña (8.1 km al 7.4%), 1a categoria, al chilometro 162, quando ne mancheranno 22 alla fine. Da un lato non ci sono dubbi che l’ultima salita provocherà una selezione importante, dall’altro la distanza dal traguardo sembra eccessiva per consentire un arrivo in solitaria a qualcuno dei grandi favoriti. È più probabile che la vittoria arrida a un “cacciatore di tappe” o che si assista a una volata ristretta all’interno di un gruppetto con tutti i migliori.
Si parte poco dopo mezzogiorno con una temperatura di 26 gradi destinata a salire sino a 35 e oltre e che certamente scoraggerà i corridori dal tentare azioni avventate. In maglia viola è lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) davanti al francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team): sono ancora i primi due classificati della prima tappa, ma è probabile che stasera tutte le classifiche vedranno dei grandi cambiamenti. Occorrono ben 40 chilometri perché si formi una fuga promettente e finalmente parte un gruppetto composta da sei corridori di secondo piano (cinque spagnoli e un belga), il cui vantaggio supera rapidamente i cinque minuti. A passare primo in cima all’Alto de Barcina è il basco Gorka Sorarrain (Caja Rural – Seguros RGA) con il gruppo segue a circa 4 minuti. Sulla seconda salita la pendenza si fa sentire e alcuni corridori, fra cui il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), vincitore ieri, iniziano a staccarsi mentre davanti i fuggitivi si frazionano: restano in testa il belga Sander De Pestel (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Sorarrain, che passa per primo anche sul secondo GPM. Il gruppo transita a 3 minuti, poi sulla terza salita cominciano a tirare gli uomini di Giulio Ciccone (Lidl – Trek), il che lascia sperare che il nostro corridore si sia pienamente ripreso dalla caduta dell’altro ieri e voglia tentare qualcosa per recuperare il distacco rimediato in quell’occasione. È invece Mikel Landa (Soudal Quick-Step), un altro dei grandi nomi presenti in questa corsa, a partire sulle ultime rampe dell’Alto de Las Campas. In cima al GPM transita per primo, ancora una volta, Sorarrain, sempre con De Pestel a ruota; gli altri fuggitivi sono stati ripresi e alle spalle del duo di testa c’è adesso il solo Landa. Quando inizia il quarto e ultimo GPM il gruppo ha ancora un minuto di mezzo di ritardo dalla coppia di testa, ancora inseguita da Landa. Presto il corridore basco desiste dall’inseguimento solitario, viene ripreso e finisce addirittura per essere staccato, mentre sono sempre gli uomini di Ciccone che mantengono alto il ritmo. A 4 chilometri dallo scollinamento cedono i primi due della classifica generale, Labrosse e Adrià. Subito dopo, finalmente, attacca Ciccone in compagnia del giovane francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), mentre il gruppo si sfalda completamente. I due fuggitivi vengono ripresi in poche centinaia di metri, ma la nuova coppia di testa non riesce a fare il vuoto e alcuni corridori tra i più quotati, fra i quali Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), rimangono a breve distanza. È tuttavia Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) il primo a riportarsi su Ciccone e Bisiaux, seguito poco da Pellizzari, mentre sia Del Toro sia Bernal appaiono un po’ in difficoltà. Bisiaux transita primo sul Puerto de Orduña, poi in discesa anche Del Toro si riporta sul quartetto di testa; tutti gli altri rimangono indietro e non riusciranno più a rientrare. I cinque procedono di buon accordo sino al traguardo quando, con uno scatto improvviso a circa 600 metri dalla linea d’arrivo, parte il meno titolato del quintetto, Bisiaux, che coglie così la sua prima vittoria da professionista e si porta anche al comando della classifica generale. Ciccone è secondo, Pellizzari terzo (e diventa secondo in classifica generale con 22 secondi di ritardo). Gli altri corridori arrivano a piccoli gruppetti, con Bernal a circa 40 secondi e Landa addirittura a 2 minuti.
Terzo in classifica generale, dopo Bisiaux e Pellizzari, è ora Del Toro con 26 secondi di ritardo e anche Fortunato ha il medesimo distacco. Bernal è decimo, Ciccone è risalito al 16esimo posto in classifica, ma il suo ritardo è sempre di 1’36”. Per quanto riguarda le classifiche secondarie Bisiaux comanda anche quelle a punti e di miglior giovani, Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH) mantiene la leadership degli scalatori mentre la Red Bull – BORA – hansgrohe scavalca la Decathlon e la Bahrain – Victorious portandosi al vertice della classifica a squadre. Domani ci attende una tappa un po’ più breve, ma con due GPM nel finale; l’esito potrebbe essere simile a quello odierno, ma la cosa più interessante sarà vedere fin dove vorrà spingersi Bisiaux e c’è già chi ipotizza che possa addirittura conservare la maglia viola sino alla conclusione. Sta nascendo una nuova stella?
Andrea Carta

Bisiaux taglia in solitaria il traguardo di Valpuesta (foto EFE/Santi Otero)
CADUTE IN POLONIA, TAPPA NEUTRALIZZATA E VITTORIA PER TURNER
Nella terza tappa del Giro di Polonia si sono riviste le stesse immagini trasmesse al Giro d’Italia, quando una maxi caduta costrinse l’organizzazione a interrompere e neutralizzare la tappa di Napoli ai fini della classifica per dar modo alle ambulanze di raggiungere gli ospedali e poi rientrare in corsa. In Campania la colpevole era stata la pioggia, stavolta la scelta di una strada non proprio perfetta, in discesa, stretta, tortuosa e con dei tratti in sterrato. Il capitombolo mandava a casa il secondo della classifica generale Mathias Vacek e coinvolgeva anche il leader della corsa Paul Lapeira, che riusciva comunque a concludere la tappa. Al traguardo vittoria del britannico Ben Turner
La terza tappa del Giro di Polonia da Wałbrzych a Wałbrzych doveva iniziare a dare qualche risposta in ottica classifica generale e le risposte ci sono state ma in negativo, visto che alcuni uomini di classifica hanno dovuto fare i conti con un caduta in discesa a circa 20 km dall’arrivo, avvenuta lungo una strada stretta e tortuosa che prevedeva anche tratti in sterrato. La bagarre per prendere le posizioni di testa prima della salita di Przełęcz Niedźwiedzica, che molto probabilmente avrebbe deciso le sorti della tappa, era fatale in particolare per il secondo della classifica generale Mathias Vacek (Team Lidl Trek), tra i ciclisti più malconci a causa della predetta caduta e costretto al ritiro. Fino a quel momento la tappa aveva visto la fuga di dieci ciclisti, ovvero Ide Schelling (Team XDS Astana), Anthony Perez (Team Cofidis), Reuben Thompson (Team Lotto), Mateusz Gajdulewicz (Nazionale Polacca), Pierre Thierry (Team Arkéa B&B Hotels), Kelland O’Brien (Team Jayco AlUla), Pepijn Reinderink (Team Soudal Quick-Step), Remi Cavagna (Team Groupama FDJ), Fabio Van den Bossche e Timo Kielich (Team Alpecin – Deceuninck). La squadra del leader della classifica generale Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale) teneva a bada la fuga, che perdeva pezzi progressivamente. A 30 km dalla conclusione restavano in testa O’Brien e Reinderink. Quest’ultimo si sfilava e allo stesso tempo dal gruppo maglia gialla attaccavano Diego Ulissi (Team XDS Astana) e Lorenzo Milesi (Team Movistar). Il nuovo terzetto di testa era braccato dal gruppo maglia gialla che affrontava la discesa descritta precedentemente a tutta velocità, con caduta annessa. Oltre al già citato Vacek, tra gli uomini di classifica cadevano anche lo stesso Lapeira e Rafał Majka (UAE Team Emirates XRG), due rientravano nel gruppo principale. Intanto la tappa veniva neutralizzata a causa dell’assenza delle ambulanze al seguito della corsa, tutte impegnate nel trasportare in ospedale i corridori incidentati. I tre ciclisti in testa alla corsa venivano ripresi a poco più di un chilometro dall’arrivo e nella volata pro forma a vincere era Ben Turner (Team INEOS Grenadiers) che aveva la meglio su Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e Andrea Bagioli (Teal Lidl Trek). Chiudevano la top five Jan Christen (UAE Team Emirates) in quarta posizione ed Arjen LivYns (Team Lotto) in quinta posizione. Turner ottiene così la prima vittoria stagionale mentre in classifica generale Lapeira resta in maglia gialla con otto secondi di vantaggio su Victor Langellotti (Team INEOS Grenadiers) e 12 secondi di vantaggio su Jan Christen (UAE Team Emirates XRG). Ora è in programma la quarta tappa da Rybnik a Cieszyn per 201.4 km con tre GPM posizionati nella parte centrale della tappa, tra il km 78 ed il km 132. I velocisti avranno una nuova possibilità per mettersi alla prova e Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) è pronto per bissare il successo della tappa inaugurale.
Antonio Scarfone

I corridori fermi in attesa della ripartenza della tappa (foto Luc Claessen/Getty Images)
COLPO DI MOSCHETTI ALLA VUELTA A BURGOS, IMPALLINATI MALUCELLI E MOLANO
In questi giorni la Spagna sembra portare fortuna ai nostri colori: dopo che sabato scorso Giulio Ciccone ha vinto la classica di San Sebastian, oggi i nostri “Mattei”, i velocisti Moschetti e Malucelli, sono arrivati rispettivamente primo e secondo nella volata di gruppo che ha concluso a Buniel una tappa con pochissime emozioni e che potrebbe essere stata la sola occasione offerta quest’anno agli sprinter dalla Vuelta a Burgos.
La seconda tappa della Vuelta a Burgos, a differenza della prima, è quasi interamente pianeggiante, pur continuando a percorrere gli altipiani della meseta a quasi 1000 metri di quota, nonostante non manchino frequenti saliscendi, mai tuttavia così impegnativi da trasformarsi in GPM, oggi del tutto assenti. Probabilmente vedremo i velocisti all’opera sul traguardo di Buniel, un paese situato poco ad ovest di Burgos, dove oggi si arriva dopo 162 chilometri.
La classifica di questa mattina rispecchia l’arrivo della tappa di ieri, con lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) in maglia viola; dietro di lui il francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team) a 4 secondi (solo di abbuono). Il nostro Giulio Ciccone, che non sembra aver risentito della caduta di ieri, avvenuta mentre si stava giocando la vittoria di tappa con Adrià, Labrosse e Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), ha già un ritardo di 1’37”, non facile da recuperare in una corsa a tappe breve e priva di salite veramente impegnative.
La partenza è data alle 12.45 nel paese di Cilleruelo de Abaj con un tempo non solo sereno, ma molto caldo (ci sono già 28 gradi e ne sono previsti 35 nel pomeriggio). Nel giro di 3 chilometri parte una fuga con quattro corridori spagnoli di secondo piano, il più noto dei quali è forse il basco Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskad), unico dei quattro ad aver vinto una corsa nella sua carriera (una tappa del Giro di Portogallo). Come spesso avviene i fuggitivi prendono facilmente molti minuti di vantaggio: dopo 30 chilometri i minuti sono quattro, poi il vantaggio inizia a calare progressivamente, anche se nel gruppo nessuno si dà particolarmente da fare. È solo a 50 chilometri dall’arrivo che inizia a tirare la UAE, forse sperando di far vincere la tappa al suo velocista Juan Sebastián Molano, già vincitore gli anni scorsi di tre tappe in questa stessa corsa. Quando mancano 40 chilometri il gruppo si trova a un minuto e mezzo dai fuggitivi, il cui vantaggio si riduce a un minuto scarso a 25 chilometri dal traguardo. A tirare passa allora la Q36.5 Pro Cycling Team, che probabilmente prepara la volata al suo specialista, il nostro Matteo Moschetti. L’avvicinamento a Burgos avviene in un panorama desertico, punteggiato solo dalle pale eoliche, e con la temperatura che va salendo rapidamente. A 18 chilometri dall’arrivo uno dei quattro fuggitivi cede e viene subito ripreso, mentre gli altri raggiungono il traguardo intermedio nell’abitato di Las Quintanillas con ancora una ventina di secondi di vantaggio; vi transita per primo l’altro corridore basco Iker Mintegi (Euskaltel – Euskadi). Fatalmente, quando mancano 9 chilometri all’arrivo la fuga ha termine e iniziano le manovre delle squadre in vista dell’inevitabile volata di gruppo. Il deserto lascia spazio a zone più antropizzate, dove qualche albero riesce persino a spezzare la monotonia di un paesaggio comunque affascinante. I corridori procedono ad oltre 60 km/h e nel gruppo nessuno tenta più la fuga: a due chilometri dalla fine la UAE si porta nuovamente in testa, ben presto affiancata dalla Decathlon AG2R La Mondiale Team e poi nuovamente dalla Q36.5. La volata è infine lanciata ed è talmente combattuta da rendere necessario il ricorso al fotofinish, dal momento che sono tre i corridori che tagliano simultaneamente la linea del traguardo: Moschetti, Molano e l’altro italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team). L’incertezza è tale che nessuno di loro esulta sino al responso della giuria, che assegna la vittoria a Moschetti, davanti a Malucelli e a Molano.
La classifica generale resta invariata, dal momento che ieri c’era stata un po’ di selezione sulla salita finale e i velocisti che oggi si sono contesi la vittoria erano rimasti attardati e non potevano scalare posizioni in classifica: Adrià resta quindi primo, davanti a Labrosse (primo fra i giovani) e al portoghese Afonso Eulálio (Bahrain – Victorious). Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), primo degli italiani, è quarto. Adrià guida anche la classifica a punti, Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), grazie alla lunga fuga di ieri, quella degli scalatori. Domani i corridori sono attesi da una tappa simile alla prima, con diversi GPM sul percorso e un arrivo in leggera salita: se qualcuno dei favoriti volesse mettersi in luce, l’occasione sembra propizia.
Andrea Carta

Moschetti, Malucelli e Molano piombano contemporaneamente sul traguardo di Buniel (foto Antonio Baixauli/Getty Images)