10-06-2025
giugno 10, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo spagnolo Iván Romeo (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, Brioude – Charantonnay, percorrendo 207.2 Km in 4h34′10″, alla media di 45.345 Km/h. Ha preceduto di 14″ il colombiano Harold Tejada
(XDS Astana Team) e il francese Louis Barré (Intermarché – Wanty). Miglior italiano Simone Velasco (XDS Astana Team), 18° a 1′08″. Romeo è il nuovo leader della classifica con 17″ su Barré e 18″ su Tejada. Miglior italiano Velasco, 18° a 1′18″.
TOUR DE CAMEROUN
L’algerino Islam Mansouri (nazionale algerina) si è imposto nella sesta tappa, Kompina – Limbe, percorrendo 86.7 Km in 1h58′58″, alla media di 43.727 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Dominik Merseburg (Team Storck – Metropol Cycling) e Campo Schmitz (Team Storck – Metropol Cycling). Nessun italiano in gara. Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) è ancora leader della classifica con 12″ su Mansouri e 26″ su Schmitz
VUELTA A COLOMBIA FEMENINA
La colombiana Diana Peñuela (Sistecredito – GW) si è imposta nella prima tappa, Cajicá – Girardot, percorrendo 143.8 Km in 3h19′43″, alla media di 43.201 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Lina Marcela Hernández (Mujeres Ant-Org Paisa) e Karen Gonzalez (LC Pro Cycling) Nessun italiana in gara. La Peñuela è la prima leader della classifica con 10″ sulla Gonzalez e sulla Hernández
09-06-2025
giugno 10, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
L’italiano Jonathan Milan (Lidl – Trek) si è imposto nella seconda tappa, Prémilhat – Issoire, percorrendo 204.6 Km in 4h54′49″, alla media di 41.639 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious) e l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck). Milan è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dello sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e 2″ su Van der Poel.
ANTWERP PORT EPIC / SELS TROPHY
Il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 182.2 Km in 4h12′09″, alla media di 43.355 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Rasmus Bøgh Wallin (Uno-X Mobility) e di 3″ il connazionale Tim Merlier (Soudal Quick-Step), 3° a 3″. Miglior italiano Luca Mozzato (Arkéa – B&B Hotels), 6° a 3″.
PARIGI-TROYES
L’italiano Juan David Sierra (Tudor Pro Cycling Team U23) si è imposto nella corsa francese, Colombey-les-Deux-Églises – Troyes, percorrendo 180 Km in 3h57′02″, alla media di 45.563 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Alfred George (SCO Dijon – Team Matériel – Velo.com) e il francese Emmanuel Morin (Van Rysel Roubaix)
TOUR DE CAMEROUN
Il tedesco Jan Münzer (Team Storck – Metropol Cycling) si è imposto nella quinta tappa, circuito di Tonga, percorrendo 76 Km in 1h54′00″, alla media di 40.000 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’algerino Slimane Badlis (nazionale algerina) e di 35″ l’algerino Mohamed Nadjib Assal (nazionale algerina). Nessun italiano in gara. Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) è ancora leader della classifica con 58″ sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) e sul burkinabè Saturnin Yameogo (nazionale burkinabè)
GP MAZDA SCHELKENS (Donne)
La francese Clara Copponi (Lidl – Trek) si è imposta nella corsa belga, circuito di Borsbeek (Anversa), percorrendo 134.1 Km in 3h08′59″, alla media di 42.575 Km/h. Ha preceduto allo sprint la norvegese Susanne Andersen (Uno-X Mobility) e l’austriaca Kathrin Schweinberger (Human Powered Health). Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Uno-X Mobility), 9° a 3″
DELFINATO, STAVOLTA È VOLATA VERA: MILAN SEGNA E RADDOPPIA, LA MAGLIA GIALLA È SUA
Stavolta i velocisti non si sono fatti scappare i “grandi” sotto il naso, come era capito ieri pomeriggio nel finale della prima tappa. E così il nostro Jonathan Milan non solo ha potuto solo gustare il piacere del successo, ma è riuscito pure a condirlo con la conquista della maglia gialla, tolta grazie agli abbuoni a Tadej Pogacar
La seconda tappa del 77esimo Giro del Delfinato parte dal paese di Prémilhat, a pochi chilometri dalla città di Montluçon dove ieri si è conclusa la prima, e prosegue la lenta marcia di avvicinamento alla zona delle Alpi, che saranno le protagoniste assolute delle ultime tre tappe. L’arrivo è previsto nel paese di Issoire dopo 205 chilometri e, come già nella tappa di ieri, non mancheranno i GPM, nessuno dei quali davvero impegnativo: se ne contano uno di seconda categoria, due di terza e tre di quarta. Verranno affrontate in successione la Côte de la Font Nanaud (4° categoria, 3,5 chilometri al 5%) dopo 33 chilometri, la Côte de Saint-Priest-des-Champs (4° categoria, poco più di un chilometro al 5%) dopo 50 chilometri, la Côte des Rivauds (3° categoria, 3,5 chilometri al 4%) dopo 62 chilometri, la Côte de Saint Jacques-d’Ambur (3° categoria, 3 chilometri al 5%) dopo 71 chilometri e poi, nella seconda parte della tappa, la Côte du Château de Buron (2° categoria, 3 chilometri al 7%) al chilometro 147 e infine la Côte de Nonette (4° categoria, 2 chilometri al 6%), al chilometro 187, quando al traguardo ne mancheranno meno di 18. Vi saranno tuttavia altre salite nel corso della tappa, non considerate GPM, delle quali la più importante sarà probabilmente lo strappo di Chauffour (800 metri al 4%), situato ad appena 4 chilometri dall’arrivo e sul quale potremmo vedere gli scatti dei finisseur. Ogni esito è comunque possibile, dalla volata generale, ieri mancata per un soffio, allo show dei quattro grandi, che ieri sono arrivati ai primi quattro posti nell’ordine di arrivo dopo un finale incredibile, oltretutto corso in pianura e non già sull’ultima salita. Ma sarà difficile che anche oggi i grandi vogliano sprecare energie preziose in una tappa che non potrà produrre distacchi importanti e non c’è dubbio che anche le squadre dei velocisti faranno di tutto per non perdere nuovamente una delle poche occasioni di vedere un loro uomo sul gradino più alto del podio.
Si parte alle 12.20 con un tempo ottimo, così come quello di ieri, e subito torna all’attacco il francese Paul Ourselin (Cofidis), che forse nutre la segreta speranza di vincere la classifica degli scalatori che lo vede al comando dopo la lunga fuga di ieri, quando per quattro volte è transitato primo sui GPM di quarta categoria. Ourselin stavolta fa tutto da solo e, approfittando dell’andatura cicloturistica tenuta dal gruppo, porta il suo vantaggio a quasi 7 minuti già al 33esimo chilometro, quando passa sul primo GPM, la Côte de la Font Nanaud. A questo punto la distanza che lo separa da quelli che dovrebbero inseguirlo è di ben 5 chilometri! Finalmente gli uomini della Lidl – Trek, che hanno nelle loro fila il nostro Jonathan Milan, tra i più forti velocisti in circolazione, iniziano a darsi da fare e quando Ourselin passa sul secondo GPM, la Côte de Saint-Priest-des-Champs, il suo vantaggio è sceso a cinque minuti e mezzo. Il fuggitivo scollina per primo anche sul terzo e quarto GPM, col gruppo che, molto lentamente, riduce il distacco a poco più di quattro minuti. Ourselin è primo anche nel villaggio di Olby, situato a metà tappa, dove si trova un traguardo volante con 3 secondi di abbuono, e inizia la seconda parte della corsa odierna ancora con quattro minuti abbondanti di vantaggio. Da notare che Olby si trova a soli 8 chilometri dalla vetta del Puy de Dôme, tra le salite più iconiche del Tour de France, e che purtroppo viene solo aggirato dal percorso della tappa odierna: d’altra parte è da molti anni che questa montagna non può più essere scalata, neanche in bicicletta (sia pure con una notevole eccezione due anni fa). Dal gruppo iniziano a fare sul serio e, dopo che il vantaggio dello stremato Ourselin – ieri in fuga per 140 chilometri – è sceso ad un solo minuto, si riportano su di lui tre corridori, i francesi Romain Combaud (Team Picnic PostNL) e Victor Guernalec (Arkéa – B&B Hotels) e il danese Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), anni fa campione nazionale a cronometro. Ourselin riprende fiato e in compagnia dei nuovi arrivati riporta il vantaggio a circa un minuto in mezzo quando inizia l’ascesa del GPM di 2° categoria, la Côte du Château de Buron. Sulla salita Combaud e l’affaticato Ourselin si staccano ed è Guernalec a passare per primo in cima: Ourselin è comunque terzo e rafforza il primato nella classifica degli scalatori, per quanto le grandi montagne siano ancora lontane. Dal gruppo, intanto, si staccano i corridori meno adatti alle salite, fra i quali Milan e il forte passista norvegese Magnus Cort (Uno-X Mobility), che tuttavia riusciranno a rientrare nella piana successiva. A 45 chilometri dalla fine il gruppo è nuovamente compatto, avendo riassorbito i fuggitivi, e dopo pochi minuti passa ad Issoire, sulla linea del traguardo, dove si immette in un circuito di circa 43 chilometri da percorrersi una volta sola e che presenta le ultime salite di questa tappa. Nulla accade sino all’ultimo GPM, la Côte de Nonette, dove parte il grande Romain Bardet (Team Picnic PostNL), che tra pochi giorni abbandonerà l’attività agonistica: è lui a scollinare per primo e poi a insistere nell’azione solitaria, sperando di ottenere un’ultima vittoria nel corso di questa stagione, cosa che ancora non gli è riuscito di fare. Ma anche in questa occasione la sorte e le gambe non gli sono amiche e a 9 chilometri dal traguardo il gruppo rinviene su di lui. Torna la calma finché non arriva lo strappo di Chauffour, sul quale Tim Wellens (UAE Team Emirates – XRG) e il compagno di squadra Jhonatan Narváez aumentano l’andatura, proteggendo il loro capitano Tadej Pogačar, leader della classifica, dagli attacchi dei finisseur. Si va dunque alla volata finale, con la squadra di Milan che all’ultimo chilometro prende in mano la situazione e lancia il nostro velocista verso una facile vittoria. Alle sue spalle si piazza il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious), già in evidenza ieri, mentre terzo è Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che probabilmente sperava di strappare la maglia gialla dalle spalle di Pogacar grazie al gioco degli abbuoni. È invece Milan a prenderla, con lo stesso tempo (ma migliori piazzamenti) dello sloveno e con Van der Poel ancora terzo. Domani la tappa sarà più impegnativa, ma è probabile che sino alla cronometro di mercoledì saranno gli abbuoni, e non i distacchi, a decidere i primi della classifica.
Andrea Carta

Il friulano Milan vince la seconda tappa del Delfinato (Getty Images)
CRITERIUM, ED È SUBITO POGACAR
Tadej Pogacar è già in formissima in vista del via del Tour e lo ha dimostrato oggi imponendosi subito nella prima tappa del Criterium del Delfinato. Ma hanno impressionato anche i diretti rivali per la Grande Boucle Vingegaard ed Evenepoel, che gli sono giunti immediatamente alle spalle in una volata nella quale s’è inserito Van der Poel.
Il Giro del Delfinato, giunto quest’anno alla sua 77esima edizione, inizia con una tappa quasi pianeggiante, che compie un lungo giro nelle basse colline della Francia centrale, con partenza nel paese da Domerat e arrivo nella città di Montluçon dopo 196 chilometri. Siamo ai margini della regione di Lione, dove tradizionalmente si svolge la maggior parte di questa storica corsa a tappe, e da domani i corridori si sposteranno progressivamente verso Est sino a raggiungere le Alpi, dove il Giro si concluderà domenica prossima con un’arrivo a pochi passi dal confine italiano, sul colle del Moncenisio.
Il percorso odierno prevede l’ascesa di ben 7 GPM di quarta categoria, in realtà delle semplici “côtes”che non dovrebbero presentare grandi difficoltà: nell’ordine s’incontrano la Côte de Sainte-Thérence (2.5 km al 4%) dopo 107 chilometri, la Côte d’Argenty (2 km al 5%) al chilometro 114 e, quindi, al chilometro 125, si sale per la prima volata sulla Côte de Buffon (600 metri al 9%) dopo aver imboccato il circuito finale intorno a Montluçon, anello che verrà percorso due volte così da poter effettuare altri due passaggi sia sulla citata Côte de Buffon (ai chilometri 157 e 189, a meno di 7 dal traguardo), sia sulla meno impegnativa Côte de Domérat (1.8 km al 4%) ai chilometri 140 e 171. È improbabile che i tre grandi delle corse a tappe – Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG), Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) – vogliano scoprire le carte dal primo giorno e l’esito finale della tappa è, almeno oggi, del tutto imprevedibile. Anche una volata generale non può essere esclusa, mentre un occhio di riguardo andrà tenuto nei confronti di Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che ha confermato la sua presenza solo pochi giorni fa, nonostante la frattura al polso subita durante una gara di MTB.
Alla partenza, che viene data poco dopo le 10, se ne vanno in fuga due gregari semisconosciuti: l’esperto Paul Ourselin (Cofidis) e il giovane Pierre Thierry (Arkéa – B&B Hotels), il cui vantaggio arriva sino a un massimo di tre minuti. Il gruppo procede tranquillamente, senza lasciare che il vantaggio dei fuggitivi diventi troppo importante, ma senza darsi concretamente da fare per riprenderli. Sulla prima “côte”, quella di Sainte-Thérence, quando i corridori sono già oltre metà gara, è Ourselin a passare per primo, mentre il vantaggio sul gruppo è di circa due minuti. Nulla cambia sulla seconda ascesa, quella di Argenty, con Ourselin primo e il gruppo a due minuti. Poi, quando inizia il circuito finale e si affronta per la prima volta la breve ma ripida salita di Buffon, i fuggitivi iniziano a perdere colpi e il gruppo si avvicina a circa un minuto. Ourselin transita primo anche su questa terza ascesa e al chilometro 132, quando siamo già oltre due terzi di gara, i corridori passano per la prima volta sulla linea del traguardo. Nulla cambia nei chilometri successivi, con Ourselin primo anche sulla salita di Domérat e il gruppo a soli 40 secondi. Poco dopo proprio Ourselin tira i remi in barca, lasciando Thierry in fuga da solo. Nonostante la defezione del compagno di fuga riduca al lumicino le sue possibilità di arrivare vittorioso sul traguardo finale, il corridore continua con decisione e transita primo al secondo passaggio sulla Côte de Buffon. Il suo vantaggio si riduce però a soli 10 secondi, anche perché su quest’ascesa il gruppo accelera. Poco dopo ne esce il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious), che raggiunge subito Thierry e continua la fuga con lui; la coppia di testa riprende un buon vantaggio e transita per la seconda e penultima volta sulla linea del traguardo di Montluçon con 36 secondi sul gruppo, ancora compatto. Si risale ben presto sulla penultima côte, col secondo passaggio sul Domérat, ed è ancora Thierry a transitare per primo; poi, come già aveva fatto Ourselin, il francese si fa riassorbire dal gruppo, mentre Wright continua da solo e a 20 chilometri dal traguardo mantiene a fatica una decina di secondi di vantaggio. Nel gruppo inizia a tirare la Lidl – Trek, probabilmente sperando che il loro velocista di punta, il nostro Jonathan Milan, possa vincere la volata a Montluçon, ma il corridore britannico resiste tenacemente ed è solo quando iniziano a tirare anche gli uomini di Van der Poel e Vingegaard che viene ripreso, a 7 chilometri dalla conclusione. In quel momento la corsa si trova sull’ultima salita, quella già du volte affrontata della Côte de Buffon. Nel tratto più ripido dil francese Axel Laurance (INEOS Grenadiers), un giro di Norvegia al suo attivo, allunga con decisione portandosi dietro il britannico Lukas Nerurkar (EF Education – EasyPost), che transita primo in cima alla salita. Entrambi vengono ripresi subito dopo, po il gruppo rimane allungato nel tratto pianeggiante successivo. Il colpo di scena arriva a 5 chilometri dalla conclusione: è Vingegaard che attacca in prima persona, con Pogačar che subito lo segue; si accodano immediatamente Van der Poel e il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) e poco dopo, con un leggero ritardo sugli altri quattro, anche Evenepoel si accoda, Assistiamo così all’incredibile spettacolo di una fuga negli ultimi chilometri proprio da parte dei quattro grandi, ciascuno dei quali vuole intimorire gli altri mostrando di essere già al massimo della forma. Nel gruppo le squadre dei velocisti cercano di reagire e il quintetto dei fuggitivi non riesce mai a superare gli 8 secondi di vantaggio. All’ultimo chilometro il loro vantaggio è ancora di 5 o 6 secondi e dietro non si danno per vinti. Il finale è da cardiopalma: Van der Poel tenta un allungo a 700 metri dall’arrivo, senza successo, e ai 500 metri il gruppo, allungatissimo, ha che una cinquantina di metri di svantaggio. Ai 200 metri il vantaggio svanisce del tutto e partono simultaneamente due sprint: davanti Van der Poel lancia il suo, seguito da Evenepoel, Pogacar e Vingegaard, mentre Buitrago si arrende; dietro il gruppo tenta a sua volta di saltare i fuggitivi ma, senza avere in testa i migliori velocisti, rimasti attardati per il ritmo elevatissimo tenuto negli ultimi chilometri, non riesce nell’impresa e consente a Pogačar di andare incredibilmente a vincere la volata davanti a Vingegaard, con Van der Poel che cede negli ultimi metri e arriva terzo. Quarto è Evenepoel, seguto a pochi centimetri dal transito del primo elemento del gruppo, l’inglese Jake Stewart (Israel – Premier Tech). A leggere l’ordine d’arrivo, con 79 corridori accreditati dello stesso tempo, si direbbe che il fuoriclasse sloveno abbia vinto un “volatone” e non uno sprint ristretto. Il nostro Milan, che non è riuscito a portarsi in tempo nelle posizioni di testa, è solo 28esimo. Primo degli italiani Simone Velasco (XDS Astana Team), ventesimo.
Alla fine Pogačar si ritrova, forse inaspettatamente, in maglia gialla e con in tasca la 96esima vittoria della sua carriera. La classifica, basata soltanto sugli abbuoni, è cortissima, ma i segnali ci sono tutti: i tre grandi sono già in piena forma e nessuno vuole essere da meno degli altri. Questa edizione del Delfinato si preannuncia davvero combattuta e le salite vere, che come in ogni edizione saranno numerose, devono ancora arrivare.
Andrea Carta

Pogacar vince in volata la prima tappa del Giro del Delfinato (Getty Images)
GIRO DI SLOVENIA 2025; IVO OLIVEIRA TRIONFA NELL’ULTIMA TAPPA, JOHANNESSEN SI IMPONE IN CLASSIFICA
Ivo Oliveira (UAE Team Emirates-XRG) si impone nettamente nella quinta e ultima tappa del Giro di Slovenia, conquistando uno sprint ristretto a Novo Mesto. A trionfare in classifica generale è il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che difende con successo la maglia gialla e firma la sua prima vittoria in carriera in una corsa a tappe.
L’ultima frazione del Giro di Slovenia 2025 ha regalato emozioni e conferme, con un finale a tutta velocità nella tradizionale volata di Novo Mesto. Ivo Oliveira, portacolori della UAE Team Emirates-XRG, ha dimostrato una determinazione rabbiosa e una condizione eccellente battendo in volata Andrea Bagioli (Lidl-Trek) e Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros). Per Oliveira si tratta della terza vittoria stagionale, dopo le due tappe vinte al Giro d’Abruzzo, portando a sei i successi in carriera. Si è trattato di un trionfo dal sapore speciale, dedicato al fratello Rui Oliveira, che era stato declassato nella seconda tappa, decisione della giuria che era stata contestata dal fratello.
La tappa, di 124 km da Litija a Novo Mesto, è stata movimentata sin dai primi chilometri con continui attacchi e una doppia scalata a Vače che ha animato la corsa. Un gruppo di cinque corridori, tra i quali Juan Pedro López e Sam Oomen (entrambi in forze alla Lidl-Trek), ha tentato la fuga ma è stato ripreso a meno di un chilometro dal traguardo. Nel finale Ivo Oliveira ha piazzato lo scatto decisivo a 300 metri dal traguardo, lasciando Bagioli e Barceló senza risposta.
Oltre a Oliveira sono da segnalare le ottime prestazioni di Fabio Christen (Q36.5) – quarto e vincitore delle classifiche a punti e GPM – e di Ludovico Crescioli (Polti-VisitMalta), quinto. Bene anche Lorenzo Quartucci (Solution Tech), ottavo, e Matteo Scalco (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), nono.
In classifica generale non ci sono stati cambiamenti di rilievo: Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) ha saputo controllare la corsa gestendo il vantaggio sugli inseguitori e ha chiuso con 14” di margine su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e di 19” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Chiudono la topfive Quarto Jakob Omrzel (Bahrain-Victorious) e Christen. Il primo italiano in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questa vittoria di tappa e la conferma di Johannessen in maglia gialla, il Giro di Slovenia 2025 si chiude con un bilancio positivo per entrambe le squadre e per i tanti giovani protagonisti pronti a emergere nel panorama internazionale.
Mario Prato

La premazione di Anders Halland Johannessen, il vincitore dell'edizione 2025 del Giro di Slovenia (foto Sportida)
08-06-2025
giugno 8, 2025 by Redazione
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) si è imposto nella prima tappa, Domérat – Montluçon, percorrendo 195.8 Km in 4h40′12″, alla media di 41.927 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Simone Velasco (XDS Astana Team), 20°. Pogačar è il primo leader della classifica con 4″ su Vingegaard e 6″ su Van der Poel. Miglior italiano Velasco, 21° a 10″
TOUR OF SLOVENIE
Il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Litija – Novo Mesto, percorrendo 124.1 Km in 2h56′16″, alla media di 42.243 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek) e il portoghese Fernando Barceló (Caja Rural – Seguros RGA). Il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) si impone in classifica con 14″ sull’austriaco Felix Großschartner (UAE Team Emirates – XRG) e 19″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (Lidl – Trek). Miglior italiano Alex Tolio (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 10° a 1′32″
BRUSSELS CYCLING CLASSIC
Il belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella corsa belga, Etterbeek – Bruxelles, percorrendo 205.5 Km in 4h44′43″, alla media di 43.306 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Alexis Renard (Cofidis) e il connazionale Arnaud De Lie (Lotto). Miglior italiano Giacomo Villa (Wagner Bazin WB), 13°.
TOUR OF MAŁOPOLSKA (Polonia)
Il danese Nikolaj Mengel (AIRTOX – Carl Ras) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Maków Podhalański – Przehyba (Stary Sącz) di 163 Km. Ha preceduto allo sprint il lussemburghese Loïc Bettendorff (Hrinkow Advarics) e l’olandese Peter Schulting (Diftar Continental Cyclingteam). Miglior italiano Alessandro Borgo
(Bahrain Victorious Development Team), 33°. Non sono stati presi i tempi di gara a causa della decisione di neutralizzare la tappa, a causa di problemi alla sicurezza dei corridori in alcuni parti del tracciato, ai fini della classifica generale. L’italiano Alexander Konychev (Team Vorarlberg) si impone in classifica con 3″ sul finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development Team) e sul ceco Tomáš Přidal (Elkov – Kasper).
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Karl Kurits (nazionale estone) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Vilnius, percorrendo 152.7 Km in 3h01′20″, alla media di 50.526 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Morthen Wang Baksaas (Team Ringerikskraft) e il danese Oskar Ulrik Winkler (Team Give Steel – 2M Cycling Elite). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 90° a 40′59″. L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si impone in classifica con 7″ su Kurits e 30″ su Winkler. Gasparini 104° a 1h11′19″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’australiano Liam Walsh (CCACHE x BODYWRAP) si è imposto anche nella quinta ed ultima tappa, circuito di Changwon, percorrendo 44.5 Km in 55′18″, alla media di 48.282 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Yevgeniy Gidich (China Glory – Mentech Continental Cycling Team) e l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO). In gara anche l’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO), 40°. L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) si impone in classifica con 19″ su Raccani e 23″ sull’olandese Adne van Engelen (Terengganu Cycling Team). D’Amato 4° a 1′01″
TOUR DE CAMEROUN
L’algerino Mohamed Nadjib Assal (nazionale algerina) si è imposto nella quarta tappa, Yaoundé – Bafia, percorrendo 122.8 Km in 2h51′04″, alla media di 43.071 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Lucas Carstensen (Team Storck – Metropol Cycling) e l’olandese David Brinkman (Global Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) è ancora leader della classifica con 58″ sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) e sul burkinabè Saturnin Yameogo (nazionale burkinabè)
TOUR OF BRITAIN WOMEN
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, circuito di Glasgow, percorrendo 82.2 Km in 1h57′13″, alla media di 42.076 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Charlotte Kool (Team Picnic PostNL) e la neozelandese Ally Wollaston (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Chiara Consonni (CANYON//SRAM zondacrypto), 4°. La Wollaston si impone in classifica con 4″ sulla britannica Cat Ferguson (Movistar Team) e 12″ sull’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ). Miglior italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 22° a 4′56″
VOLTA CICLISTICA A CATALUNYA (Donne)
L’olandese Loes Adegeest (FDJ – SUEZ) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Castelldefels – Barcellona, percorrendo 114 Km in 2h29′32″, alla media di 45.742 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Eva van Agt (Team Visma | Lease a Bike) ed Eline Jansen (VolkerWessels Cycling Team). Miglior italiana Alice Maria Arzuffi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 16°. L’olandese Demi Vollering (FDJ – SUEZ) si impone in classifica con 2′08″ sull’elvetica Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) e 2′29″ sulla francese Marion Bunel (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 8° a 4′55″.
DWARS DOOR DE WESTHOEK (Donne)
La belga Fleur Moors (Lidl – Trek) si è imposta nella corsa belga, circuito di Boezinge (Ieper), percorrendo 127.1 Km in 3h10′41″, alla media di 40.009 Km/h. Ha preceduto allo sprint la norvegese Susanne Andersen (Uno-X Mobility) e la danese Amalie Dideriksen (Cofidis Women Team) Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Uno-X Mobility), 11° a 6″
ALPES GRESIVAUDAN CLASSIC (Donne)
L’austriaca Valentina Cavallar (Arkéa – B&B Hotels Women) si è imposta nella corsa francese, Saint-Martin-d’Uriage – Le Collet d’Allevard, percorrendo 111.8 Km in 3h44′55″, alla media di 29.824 Km/h. Ha preceduto di 1′26″ la belga Lotte Claes (Arkéa – B&B Hotels Women) e di 1′45″ la canadese Nadia Gontova (Winspace Orange Seal). Miglior italiana Sofia Arici (Isolmant – Premac – Vittoria), 7° a 6′06″
GIRO DI SLOVENIA: TSARENKO TRIONFA IN SALITA A GOLTE, JOHANNESSEN NUOVO LEADER
Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini) si impone nella tappa regina del Giro di Slovenia 2025, con l’arrivo in salita a Golte. L’ucraino ha staccato nel finale l’italiano Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), conquistando una vittoria di prestigio. Sul podio anche il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che grazie al terzo posto balza in testa alla classifica generale.
La quarta tappa del Giro di Slovenia, la più attesa e impegnativa, ha regalato uno spettacolo avvincente con una fuga da manuale e una battaglia in salita degna di una grande classica. Fin dai primi chilometri un gruppo di sei corridori – Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Carl-Frederik Bevort (Uno-X Mobility), Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini), Anže Skok (Adria Mobil), Dominik Röber (Benotti Berthold) e Mihael Štajnar (Pogi Team Gusto Ljubljana) – ha preso il largo, guadagnando fino a cinque minuti sul gruppo.
Tra i battistrada Tsarenko e Zoccarato sono i più forti e, dopo una lunga lotta, Tsarenko impone il suo ritmo sulla salita finale di Golte (13 km al 7,5%), staccando Zoccarato a meno di 4 chilometri dal traguardo e andando a vincere con 28 secondi di margine. Il giovane azzurro si è difeso con orgoglio, chiudendo secondo, mentre a completare il podio è arrivato Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), primo dei big della generale, terzo a 38 secondi.
La bagarre tra i favoriti si è accesa a circa 2,5 km dall’arrivo, quando Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek) e Juan Pedro Lopez (Lidl – Trek) hanno provato ad attaccare, ma senza successo. Il gruppo si è ridotto a una decina di corridori, con il leader della classifica Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) in difficoltà negli ultimi 2500 metri, costretto a cedere oltre un minuto alla nuova maglia gialla Johannessen.
Alla vigilia dell’ultima frazione il norvege3se guida la classifica generale con 16 secondi su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e 19 secondi su Geoghegan Hart. Il primo degli italiani in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani-CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questo risultato Tsarenko festeggia la sua quarta vittoria stagionale in appena due mesi, dopo il successo al Tour of Hainan e al Trofeo De Gasperi, mentre Johannessen dimostra di essere un serio candidato alla vittoria finale del Giro di Slovenia.
Domani la corsa si concluderà a Novo Mesto con un’ultima frazione dal finale interessante perchè nel circuito finale dovrà essere affrontato il breve ma erto muro di Trška, 1500 metri al 10.5% che potrebbero buttare all’aria il verdetto della tappa di montagna, considerati i pochi secondi che distanziano i primi 5 corridori della classifica generali, raccolti in un fazzoletto di 50 secondi.
Mario Prato

Tsarenko vince la tappa regina del Giro di Slovenia 2025 (Eurosport)
07-06-2025
giugno 7, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF SLOVENIE
L’ucraino Kyrylo Tsarenko (Team Solution Tech – Vini Fantini) si è imposto nella quarta tappa, Maribor – Golte, percorrendo 175 Km in 4h37′46″, alla media di 37.802 Km/h. Ha preceduto di 28″ l’italiano Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta) e di 38″ il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility). Johannessen è il nuovo leader della classifica con 16″ sull’austriaco Felix Großschartner (UAE Team Emirates – XRG) e 19″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (Lidl – Trek). Miglior italiano Alex Tolio (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 10° a 1′32″
HEYLEN VASTGOED HEISTSE PIJL
Il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella corsa belga, Vosselaar – Heist-op-den-Berg, percorrendo 189.5 Km in 4h03′35″, alla media di 46.678 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL) e il belga Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team), 5°.
TOUR OF MAŁOPOLSKA (Polonia)
Il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team) si è imposto nella seconda tappa, Wadowice – Nowy Targ, percorrendo 135 Km in 3h13′20″, alla media di 41.897 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Norbert Banaszek (ATT Investments) e il messicano Carlos Alfonso Garcia (Petrolike). Miglior italiano Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 6°. Konychev è ancora leader della classifica con 3″ sul finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development Team) e sul ceco Tomáš Přidal (Elkov – Kasper).
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si è imposto anche nella quarta tappa, circuito di Utena, percorrendo 160.8 Km in 3h20′47″, alla media di 48.052 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Karl Kurits (nazionale estone) e il danese Oliver Søndergaard (AIRTOX – Carl Ras). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 104° a 18″. Laas è ancora leader della classifica con 17″ su Kurits e 26″ sul norvegese Tobias Risan Nakken (Team Ringerikskraft). Gasparini 119° a 30′20″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’australiano Liam Walsh (CCACHE x BODYWRAP) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Namhae, percorrendo 123.7 Km in 2h54′41″, alla media di 42.488 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudcoreano Euro Kim (LX Cycling Team) e l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO). In gara anche l’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO), 29°. L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) è ancora leader della classifica con 19″ su Raccani e 23″ sull’olandese Adne van Engelen (Terengganu Cycling Team). D’Amato 4° a 1′05″
TOUR DE CAMEROUN
Giorno di riposo
TOUR OF BRITAIN WOMEN
La britannica Cat Ferguson (Movistar Team) si è imposta nella terza tappa, circuito di Kelso, percorrendo 143.8 Km in 3h42′37″, alla media di 38.757 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Josie Nelson (Team Picnic PostNL) e la neozelandese Ally Wollaston (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 5° a 3″. La Ferguson è la nuova leader della classifica con 3″ sulla Wollaston e 12″ sull’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ). Miglior italiana la Gasparrini, 22° a 4′46″
VOLTA CICLISTICA A CATALUNYA (Donne)
L’olandese Demi Vollering (FDJ – SUEZ) si è imposta nella seconda tappa, Bagà – Coll de Pal, percorrendo 72.9 Km in 2h37′06″, alla media di 27.842 Km/h. Ha preceduto di 31″ la francese Marion Bunel (Team Visma | Lease a Bike) e di 2′07″ la connazionale Femke de Vries (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 7° a 2′40″. La Vollering è la nuova leader della classifica con 2′08″ sull’elvetica Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) e 2′29″ sulla Bunel. Miglior italiana la Malcotti, 8° a 4′55″.
ANTWERP PORT EPIC LADIES (Belgio)
La norvegese Susanne Andersen (Uno-X Mobility) si è imposta nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 124.9 Km in 3h17′50″, alla media di 37.88 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Clara Copponi (Lidl – Trek) e la britannica Eilidh Shaw (UAE Development Team). Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Uno-X Mobility), 11° a 4″
GIUGNO 2025, BARRA A DRITTA E AVANTI TUTTA VERSO IL TOUR
giugno 7, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Calato il sipario sul Giro d’Italia è ora di pensare al Tour de France che scatterà tra un mese. Il Delfinato sarà una vera e propria prova generale della Grande Boucle, ma anche le altre brevi corse a tappe che si succederanno nel mese di giugno si annunciano interessanti.
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È appena calato il sipario sul Giro e già sono affissi i cartelloni che annuncio il prossimo grande show ciclistico, il Tour de France. La Grande Boucle quest’anno prenderà il via sabato 5 luglio da Lilla e della sua scenografia già si conoscono da tempo i dettagli. Anche il cast è fatto, almeno per quel che riguarda i primattori, ora bisogna prepararsi per la parte e il mese di giugno calza a pennello per questo lavoro, grazie a una serie di corse a tappe ideali per le “prove generali”. E la prova generale per eccellenza del Tour è il Criterium del Delfinato (8-15 giugno), soprattutto perché al via tradizionalmente si schierano quelli che saranno i principali protagonisti dell’imminente Grande Boucle e, infatti, alla 77a edizione della competizione transalpina saranno iscritti il vincitore del Tour 2024 Tadej Pogacar, il suo principale avversario Jonas Vingegaard e il terzo incomodo Remco Evenepoel. Una settimana esatta dopo la conclusione del Giro d’Italia a Roma la prima bandierina del via sarà abbassata a Domérat, sede di partenza della frazione d’apertura, 189 Km e un percorso collinare per arrivare a Montluçon dopo aver affrontato un circuito di una trentina di chilometri che prevede di ripetere per tre volte lo strappo della Côte de Buffon (600 metri al 9% con un muretto finale di 200 metri al 13%), che dovrà essere superato per l’ultima volta a soli 7 Km dall’arrivo, un finale che prende per la gola i cosiddetti “finisseur”. Tra Prémilhat e Issoire per 205 Km si svolgerà quella che dovrebbe essere la prima di tre tappe riservate ai velocisti, i quali dovranno prima digerire i saliscendi che la “tormentano”, mentre più complicato per qualcuno di loro sarà il finale della successiva Brioude – Charantonnay (la tappa più lunga, 207 Km) perché sicuramente qualche sprinter sarà respinto dalla Côte du Château Jaune, salita di 1.2 Km al 9.6% da scavalcare a 19 Km dall’epilogo. E i big della classifica? In questi primi tre giorni dovrebbero rimanersene buoni buoni nelle retrovie per poi fare il loro ingresso in scena nella quarta tappa, una cronometro individuale lunga poco più di 17 Km che si correrà tra Charmes-sur-Rhône e Saint-Péray, centri collegati da un tracciato veloce ma non troppo poiché gli organizzatori hanno previsto che non si dovrebbero superare i 50 Km orari a causa della presenza di un tratto in salita di quasi 2 Km all’8% che spezzerà la pianura a metà del viaggio. È stata definita “hilly”, collinare, la successiva tappa che in 183 Km condurrà da Saint-Priest a Mâcon, ma le quattro ascese che sono state inserite nel tracciato non saranno per nulla “pepate” e, considerato che dopo l’ultimo colle mancheranno 27 Km all’arrivo, non è escluso che a imporsi oggi sia una velocista. La musica sarà destinata a cambiare nelle ultime tre frazioni interamente disegnate in montagna, cominciando con quella che da Valserhône porterà i corridori in 127 Km a Combloux, dove la linea del traguardo sarà tirata ai 1190 metri della Côte de la Cry, al termine di un’ascesa di 8.8 Km al 7.4% che riserverà i tratti più ostici nei primi 2.4 Km al 9.5%, coincidenti con la mitica Côte de Domancy, la salita che fu inserita nel durissimo percorso dei mondiali del 1980, evento che si ripeterà nel 2027 quando la rassegna iridata tornerà a Sallanches. Il penultimo giorno di gara andrà in scena il pezzo forte del Delfinato 2025, un tappone che non sfigurerebbe nel tracciato del Tour e che in 132 Km concentrerà tre interminabili salite, tra le quali spiccano due “moloch” della Grande Boucle: dopo la partenza da Grand-Aigueblanche prima ci si dovrà arrampicare fino a quasi 2000 metri del Col del Madeleine (24.7 Km al 6.1%) per poi salire ancora più in alto e scollinare i 2063 metri del Col de la Croix-de-Fer (22.4 Km al 7%), mentre il tratto conclusivo si svolgerà lungo la strada d’accesso alla stazione di sport invernali di Valmeinier 1800, che prevede 16.2 Km al 6.8%. Terminerà a due passi dal confine con l’Italia la frazione conclusiva che l’indomani si correrà sulla distanza di 134 Km tra Val-d’Arc e Val-Cenis, dove il traguardo sarà posizionato nel cuore dell’Altopiano del Moncenisio, 5 Km dopo aver scollinato la cima dell’omonimo valico (10 Km al 7%).
Il Delfinato ha raggiunto lo status di “prova generale” del Tour grazie all’acquisizione della gara da parte di ASO e del suo trasloco dalla sua precedente collocazione settembrina. Questo spostamento ha fatto passare quasi in secondo piano il più vetusto e prestigioso Giro di Svizzera, che solitamente viene prescelto solo da alcuni tra i big in ottica Tour de France. L’edizione 2025, in calendario dal 15 al 22 giugno, presenterà un tracciato più favorevole agli scalatori rispetto al Giro del Delfinato, pur essendo meno impegnativo della corsa francese. Chi punta alla vittoria finale potrebbe già fare un tentativo nella tappa d’apertura perché il circuito di 130 Km disegnato attorno a Küssnacht prevede d’affrontare la breve ma impegnativa salita della Michaelskreuz (3 Km al 9%) a 14.5 Km dal traguardo. Dopo la ripartenza da Aarau il giorno dopo si farà rotta in 177 Km verso lo Schwarzsee (letteralmente Lago Nero), sulle cui sponde terminerà la prima delle cinque tappe caratterizzate dall’arrivo in salita, anche se al traguardo non sarà assegnato il Gran Premio della Montagna essendo quella conclusiva una salita facilissima (5 Km al 3.3%) e nemmeno quelle che si affronteranno in precedenza proporranno numeri da selezione. Aarau darà il via anche alla terza frazione, con un finale in quota come il giorno precedente, anche se saranno più impegnativi i chilometri conclusivi perché la salita finale verso Heiden (anche qui nulla di particolarmente trascendentale, sono solo 3.4 Km al 5.3%) sarà immediatamente preceduta da due GPM consecutivi da affrontare nel giro di poco tempo, 5 Km al 6.4% per il primo, 2.1 Km al 7.4% per il secondo. Per vedere i corridori affrontare la prima grande salita bisognerà attendere la quarta tappa, quando si raggiungeranno i 2115 metri del Passo dello Spluga, da approcciare dal versante elvetico (9 Km al 7.2%) quando mancheranno 47 Km al traguardo di Piuro: l’Italia tornerà così a ospitare un arrivo di tappa del Giro di Svizzera a 27 anni dall’ultima volta, quando una frazione terminò a Varese con il successo del francese Laurent Jalabert sull’elvetico Beat Zberg e sul corridore di casa Stefano Garzelli. Considerata l’interminabile discesa verso la Valchiavenna difficilmente quella di Piuro sarà una frazione in grado di creare grande selezione, rimandata al tappone (quasi 3900 metri di dislivello) in programma il giorno successivo e interamente disegnato sulle strade del Canton Grigioni: si partirà da La Punt-Chamues-ch e si andranno a superare altri due passi over 2000 – lo Julierpass (7.3 Km al 6.5%) e il San Bernardino (7.9 Km al 5.7%) – prima della doppia ascensione finale verso Santa Maria in Calanca, la prima parziale (4.5 Km al 9.8%) e la seconda completa (6.8 Km al 9.1%). Ci sposterà quindi a Coira per il via dell’unica frazione destinata ai velocisti, che troveranno strade adatte ai loro mezzi viaggiando in direzione di Neuhausen am Rheinfall, cittadina dalla quale poi ci si rimetterà in viaggio per raggiungere Emetten, il comune del Canton Nidvaldo che avrà l’onore di ospitare il traguardo delle ultime due frazioni, entrambe con arrivo in salita ma con finali totalmente diversi. La penultima sarà caratterizzata da un tracciato di media montagna che avrà i suoi momenti clou nella salita di 5.3 Km all’8.2% del GPM di Bürgenstock, da scollinare a circa 17 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un tratto di 3.9 Km all’8.3%. Per la decisiva cronoscalata dell’ultimo giorno la linea del traguardo sarà spostata molto più in alto, ai 1272 metri della località di Stockhütte, per raggiungere la quale si dovranno percorrere 10 Km, quasi tutti in salita e tutta impegnativa poiché si pedalerà “accompagnati” da una pendenza media del 9%.
Se ci fossero corridori desiderosi di preparare il Tour lontano dalla pressione dei media potranno scegliere tra due corse a tappe più brevi e meno stressanti anche sul piano della pressione mediatica. La prima di queste è il Giro di Slovenia (4-8 giugno), il cui svolgimento quest’anno è stato anticipato di una settimana rispetto alle solite date e che dunque terminerà il giorno della partenza del Delfinato. Delle cinque frazioni in programma le prime tre saranno “affaire” per velocisti mentre a decidere la corsa sarà verosimilmente l’arrivo in salita previsto il quarto giorno, quando si dovrà affrontare la salita di 13 Km al 7.4% che condurrà al traguardo presso la stazione sciistica di Golte. Come puntualmente avviene dal 1996, la tappa finale terminerà a Novo Mesto, dove al posto della solita passerella conclusiva pro velocisti si dovrà percorrere un solo giro di un circuito di 16 Km che ha il suo punto focale nel muro di Trška, 1500 metri al 10.5% con un picco massimo del 20%.
Se il Giro di Slovenia si è spostato è rimasta stabile nella sua tradizionale posizione la Route d’Occitanie (18-21 giugno), che torna in calendario dopo un anno d’assenza perché l’edizione 2024 era stata annullata a causa della concomitanza con il passaggio, negli stessi giorni, del viaggio della torcia olimpica verso Parigi. La corsa francese, che è di fatto un clone in salsa pirenaica del Delfinato, si aprirà quest’anno con una breve cronometro, una tipologia di tappa che in questa gara non veniva proposta dal 2016, quando non aveva adottato l’attuale denominazione e si chiamava ancora Route du Sud. I dieci chilometri e rotti che il primo giorno si dovranno percorrere tra Saint-Affrique e Roquefort-sur-Soulzon, il centro famoso per la produzione dell’omonimo formaggio, avranno l’aspetto di una cronoscalata per via dei primi 5 Km da percorrere in salita (media del 4.7%) e in leggera ascesa (4.7%) saranno anche gli ultimi 1.7 Km. L’unico traguardo alla portata dei velocisti sarà quello della seconda tappa, anche se non saranno semplicissimi i 196 Km che si dovranno percorrere tra Gignac e Carmaux e in particolare alcuni sprinter potrebbero soffrire la salita di Requista – 5.3 Km al 6.2% – che si dovrà scavalcare a 65 Km dal traguardo, a sua volta preceduto da un paio di brevi “côtes” non ufficiali, l’ultima da scavalcare a una dozzina di chilometri dall’arrivo. Come da tradizione al terzo giorno si disputerà il tappone di alta montagna che – a differenza delle più recenti edizioni, nelle quali si era andati alla scoperta di salite inedite – proporrà due storiche salite del Tour de France, il Col du Tourmalet (2136 metri, 17 Km al 7.5%) e quella che terminerà presso la stazione di sport invernali di Luz Ardiden (1695 metri, 13.6 Km al 7.5%), alla quale si giungerà partendo da Pujaudran e percorrendo complessivamente 174 Km. Altri tre colli pirenaici presi a piene mani dai tracciati della Grande Boucle – Col de Portet d’Aspet (4 Km al 9.2%), Col de la Core (14 Km al 5.9%) e Col de Latrape (5.5 Km al 7.8%) – si affronteranno nel corso della tappa conclusiva, Saint-Gaudens – Saint-Girons di 128 Km, ma essendo inseriti in decrescendo di difficoltà e lontani dall’ultimo traguardo (36 Km da percorrere dopo l’ultimo GPM) difficilmente riusciranno a sovvertire la classifica scritta dal tappone del Tourmalet.
L’ultimo appuntamento di un certo rilievo prima del via del Tour sarà il campionato nazionale italiano che, per quanto riguarda la categoria elite (donne e under23 gareggeranno a Boario Terme), si correrà domenica 29 giugno in Friuli, su di un tracciato di 240 Km che ancora non è stato svelato nei dettagli e che si svolgerà tra San Vito in Tagliamento e Gorizia, dove si giungerà dopo un breve sconfinamento in Slovenia e aver ripetuto più volte le salite di San Floriano del Collio e di Monte Calvario. È già stato presentato, invece, il tracciato unico delle cronometro sulle quali il 26 giugno si sfideranno i migliori cronomen di tutte le categorie (elite, donne e under23), che dovranno percorrere 28 Km in totale pianura tra Morsano al Tagliamento e San Vito al Tagliamento
Nel mese di giugno non si assisteranno soltanto alle grandi manovre in vista del Tour poiché si tornerà a parlare di Giro d’Italia con la 48a edizione della Corsa Rosa destinata agli under23, che da tre anni a questa parte ha preso il nome di Giro Next Gen (15-22 giugno), letteralmente “Giro della Prossima Generazione”. L’unica cronometro inserita nel tracciato si affronterà il primo giorno, quando si dovranno percorrere contro il tempo poco più di 8 Km sulle pianeggianti strade di Rho. Dalla stessa cittadina lombarda, alle porte del capoluogo, scatterà la prima tappa in linea, che in 148 Km condurrà a Cantù, dove è stato disegnato un circuito a continui saliscendi che metterà a dura prova i velocisti e che strizza l’occhio ai finisseur per via dello strappo in cima al quale sarà posto il traguardo. Imitando quanto fatto lo scorso anno, gli organizzatori hanno piazzato al terzo giorno la prima delle due tappe d’alta montagna, che prenderà le mosse da Albese con Cassano – paese natale di Fabio Casartelli, del quale quest’anno cade il 30° anniversario della morte – per portarsi in 143 Km ai 1659 metri del Passo Maniva, dove si giungerà al termine di una salita di 10 Km al 7.5% che ha già ospitato questa corsa nel biennio 2018-2019, quando lassù s’imposero due colombiani, Alejandro Osorio e Andres Camilo Ardila. Temporaneamente lasciate le montagne la corsa si trasferirà sulle colline emiliane per una tappa di 133 Km che da Manerbio condurrà a Salsomaggiore Terme, dove si giungerà una trentina di chilometri dopo aver superare l’ascesa al Valico di Sant’Antonio (5.5 Km al 5.6%), forse troppo facile per ostacolare del tutto l’arrivo allo sprint nella nota località curativa del parmense. Più complicato sarà il tracciato della tappa di 153 Km che introdurrà la corsa in Piemonte, sulle cui strade si disputeranno per intero le rimanenti tre frazioni: nella quinta si pedalerà da Fiorenzuola d’Arda a Gavi per 153 Km, salendo strada facendo prima ai 1142 metri del Passo del Penice (13 Km al 6.7%) e poi ai 361 metri del Passo Coppi, ascesa che ha questo nome perché i suoi 2.8 Km al 5.8% terminano alle porte di Castellania, paese natale del Campionissimo. Le colline del Monferrato saranno il teatro del finale della terzultima frazione, 155 Km da Ovada a Canelli con le salite di Cassinasco (4.4 Km al 5.4%) e Sant’Ambrogio (4.3 Km al 6.2%), poi alla vigilia della conclusione si disputerà la seconda e ultima tappa di montagna, che ha in programma la partenza da Bra e l’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Prato Nevoso, dove la linea del traguardo sarà stesa a 1607 metri di quota, percorsa una salita di 13 Km al 7.2% che il Giro dei “grandi” ha già affrontato in tre occasioni (nel 1996, nel 2000 e nel 2018) e che nel 2008 è stata “perlustrata” anche dal Tour de France. Pur non avendo l’aspetto di una frazione di altra montagna, anche la conclusiva tappa di Pinerolo potrebbe risultare determinare al fine di assegnare definitivamente la maglia rosa perché bisognerà fare i conti per due volte, l’ultima a 14 Km dall’arrivo, con il tremendo muro di Prarostino, che prevede 2.7 Km d’ascesa all’11.% medio e un troncone centrale di 1200 metri al 16.3%.
Sconfiniamo ora nel mese di luglio per rimanere in tema “Corsa Rosa” con la 36a edizione del Giro d’Italia Femminile, che dalla scorsa stagione ha preso la denominazione di Giro Women (6-10 luglio) e che si disputerà in contemporanea con la prima settimana del Tour. Come la corsa riservata ai giovani, anche questa si aprirà con l’unica prova contro il tempo inserita nel tracciato, una piatta cronometro di 13.6 Km che si snoderà attorno alla città di Bergamo. Dalla vicina Clusone si pedalerà subito in direzione delle montagne perché l’arrivo della prima tappa sarà fissato dopo 99 Km ai 1173 metri del Passo dell’Aprica, anche se questa non sarà una frazione particolarmente adatta alle scalatrici perché l’unica vera difficoltà sarà rappresentata dall’ascesa finale, affrontata dal pedalabile versante di Edolo, 12.7 Km al 3.8% che gli organizzatori hanno comunque indurito inserendo il breve muro di Santicolo (900 metri al 10.4%) nella parte iniziale. La Cima Strada – l’equivalente della Cima Coppi dei maschi – sarà toccata l’indomani ai 1883 metri del Passo del Tonale subito dopo la partenza della Vezza d’Oglio – Trento, tappa che non presenterà altre difficoltà altimetriche e che offrirà dunque una prima occasione per le velociste. Le scalatrici, invece, troveranno pane per i loro denti il giorno successivo, quando si partirà da Castello Tesino alla volta di Valdobbiadene, dove l’arrivo sarà posto ai 1076 metri della località di Pianezze, percorsa una salita finale di 11 Km al 7.5% che questa corsa aveva già proposto come arrivo di tappa nel 1995, quando vi si era imposta la toscana Fabiana Luperini. La pianeggiante Mirano – Monselice, ultima chance per le spinters, servirà per traghettare la corsa dalle Alpi e agli Appennini, sulle cui strade si svolgeranno le ultime tre frazioni, cominciando con una tappa collinare che dalla riviera romagnola (partenza da Bellaria-Igea Marina) condurrà a Orciano di Pesaro con 144 Km infarciti di salite non eccessivamente impegnative e che non dovrebbero vedere sugli scudi le favorite per il successo finale. Queste ultime, infatti, preferiranno a questo punto della corsa non sprecare eccessive energie in vista della tappa regina che, qualche ora più tardi, le vedrà pedalare da Fermignano in direzione del Monte Nerone, con traguardo poco sotto i 1400 metri di quota e un’ascesa finale di 14.6 Km al 6.6%. Se questa salita non dovesse bastare a decretare chi avrà l’onore di succedere alla piemontese Elisa Longo Borghini nell’albo d’oro del Giro Women sarà la conclusiva Forlì – Imola a dirimere la questione; il tracciato prevede, infatti, tre tornate e mezza dell’impegnativo circuito che ospitò i campionati del mondo nel 2020, gara che la Longo Borghini terminò al terzo posto e che ha il suo momento più impegnativo nell’ascesa alla Cima Gallisterna (1500 metri al 10.1%).
Ci spostiamo ancora più avanti nel calendario per concludere questa panoramica con il Tour de France Femmes (26 luglio – 3 agosto), terza edizione con questo nome per una corsa nata nel 1955 ma disputata con regolarità solo dal 1984 al 1993 prima di un lungo stop terminato nel 2022. Sarà la Bretagna a ospitare il “Grand Départ”, che vedrà la corsa transalpina prendere il via con due insidiose frazioni collinari meritevoli di attenzione anche da parte delle atlete che puntano alla vittoria finale grazie alle loro prestazioni in montagna (non saranno previste cronometro in questa edizione). Delle prime due la tappa più difficile sarà quella d’apertura, che vedrà la bandiera del via sventolata a Vannes e il traguardo 79 Km più avanti a Plumelec, in cima a una salita di 1.7 Km al 6.2% che dovrà essere presa di petto tre volte. Parecchi saliscendi saranno previsti anche il giorno successivo nel corso dei 110 Km della Brest – Quimper e anche in questo caso le difficoltà altimetriche più interessanti saranno poste a ridosso del traguardo, con un’ascesa di 1.1 Km al 5.7% che terminerà a poco più di 4 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un breve strappo (mezzo chilometro al 7.5%). Gli appassionati di arrivi allo sprint dovranno attendere il terzo giorno di gara per vedere per la prima volta le velociste all’opera sul rettilineo d’arrivo della La Gacilly – Angers, tappa che sarà seguita da un’altra frazione altimetricamente molto semplice, questa tracciata tra Saumur e Poitiers. Anche la successiva tappa, che dal parco tematico Futuroscope di Chasseneuil-du-Poitou condurrà in 166 Km (sarà la frazione più lunga) a Guéret dovrebbe concludersi con una volata, ma stavolta lo sprint non sarà a ranghi compatti perché il finale ricorda quello della Milano-Sanremo, con la salita di 2.7 Km al 5.5% verso il Maupuy che rammenta il Poggio e che terminerà a soli 6.8 Km dal traguardo. Come accadrà al Tour dei professionisti anche nella corsa femminile la prima tappa d’alta montagna sarà disegnata sulle strade del Massiccio Centrale e, come tutte le frazioni disegnate in questa zona della Francia, potrebbe rilevarsi molto più impegnativa del previsto a causa delle alte temperature che d’estate si raggiungono da queste parti: nello specifico si dovranno percorrere 124 Km tra Clermont-Ferrand e Ambert salendo fino ai 1390 metri del Col du Béal (10.6 Km al 5.5%), salita non particolarmente difficile ma che, proprio per il clima, potrebbe risultare molto più selettiva. Si sbarcherà quindi sulle Alpi, teatro di svolgimento delle ultime tre tappe, introdotte da una frazione sulla carta non particolarmente difficile, 160 Km da Bourg-en-Bresse a Chambéry con il Col du Granier (9 Km al 5.5%) da scalare prima d’imboccare la lunga discesa (circa una quindicina di chilometri) che terminerà alle porte dell’arrivo. Chambéry accoglierà anche la partenza della tappa regina, che si concluderà 112 Km più avanti ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine, al quale si salirà da un versante parallelo e molto più impegnativo di quello tradizionale di La Chambre, 18.6 Km d’ascesa all’8.1% che nel 2020 fu tenuto a battesimo dai professionisti, affrontato per la prima volta nella storia prima al Delfinato e un mese più tardi al Tour de France, in occasione della tappa vinta dal colombiano Miguel Ángel López sul Col de la Loze. Un’altra storica e durissima salita della Grande Boucle, il Col de Joux Plane (11.6 Km all’8.6%), è inserita nel tracciato della conclusiva frazione Praz-sur-Arly – Châtel (124 Km), anche se con una collocazione non felicissima perché posizionato praticamente a metà dell’ultima tappa.
E ora, dopo aver assistito a un’edizione del Giro particolarmente coinvolgente, la redazione de ilciclismo.it augura Buon Tour a tutti, con l’auspicio di far da spettatori a un’altra corsa non meno appassionante.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Critérium du Dauphiné
www.criterium-du-dauphine.fr/en
Tour de Suisse
Tour of Slovenia
Route d’Occitanie
Giro Next Gen
Giro Women
Tour de France Femmes
Tour de France

Il lac du Mont-Cenis sulle cui sponde terminerà l'edizione 2025 del Delfinato (www.savoie-mont-blanc.com)
GIRO DI SLOVENIA 2025, GROENEWEGEN CONCEDE IL BIS. SUA ANCHE LA TERZA TAPPA A ORMOŽ
Il velocista olandese domina di nuovo in volata e conquista la settima vittoria in carriera nella corsa slovena. Molano secondo, bene gli italiani Parisini e Colnaghi. Fabio Christen resta leader in classifica generale.
La terza tappa del Giro di Slovenia 2025, Majšperk-Ormož di 172 chilometri, premia ancora Dylan Groenewegen. Il corridore del Team Jayco AlUla, già vincitore della frazione inaugurale, ha messo il proprio sigillo anche sul traguardo di Ormož, battendo in uno sprint serrato il colombiano Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious).
Un finale non semplice, quello di oggi, disegnato tra saliscendi, strade strette e raffiche di vento, che non ha impedito al gruppo di riassorbire la fuga del giorno e lanciarsi compatto verso l’arrivo. Il copione si è ripetuto: Molano ha provato ad anticipare la volata partendo lungo, ma Groenewegen ha reagito con lucidità cogliendo il momento giusto per superarlo sul filo dei centimetri. Per l’olandese si tratta della terza vittoria stagionale, la settima complessiva al Giro di Slovenia.
La tappa era stata animata da una lunga fuga a sei, con protagonisti Mikel Retegi (Equipo Kern Pharma), Danny van der Tuuk (Euskaltel Euskadi), Marcel Skok (Adria Mobil), Albert Gathemann (Benotti Berthold), Nejc Komac (Factor Racing) e Jon Pritržnik (Pogi Team Gusto Ljubljana). Il loro vantaggio ha superato i cinque minuti, poi a 37 chilometri dal traguardo Komac ha tentato l’azione solitaria, tenendo il gruppo a distanza fino ai -4 km, prima dell’inevitabile epilogo in volata.
Tra gli italiani si segnalano due piazzamenti importanti: Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team) ha chiuso ottavo, mentre Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ha ottenuto il decimo posto.
La classifica generale non subisce scossoni. Lo svizzero Fabio Christen (Q36.5) conserva la maglia di leader con 16” di vantaggio su Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e 21” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Primo degli italiani è Colnaghi, 12º a 1’18”.
Le parole di Groenewegen al traguardo confermano la difficoltà e il valore di questa affermazione:
“È stata una grande battaglia con Molano. Il percorso non era affatto facile, tra salite, vento e strade strette. Ma la squadra ha fatto un lavoro perfetto per mettermi nelle condizioni di vincere. Questa seconda vittoria è una spinta importante per me e per tutti i compagni”.
Domani sarà il giorno della frazione regina, con l’atteso arrivo in salita a Golte: la classifica generale è pronta a cambiare volto.
Mario Prato

Groenewegen vince la terza tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)