LA TAPPA DEL GIORNO: NAVALMORAL DE LA MATA – EL BARRACO

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Quasi 200 Km da percorrere (oltre 50 dei quali in salita) e 3800 metri di dislivello positivo: messa così la frazione di El Barraco pare un durissimo tappone, di quelli che mandano in sollucchero gli scalatori. Ma, se non mancheranno i chilometri da trascorrere in salita, oggi difetteranno le pendenze e ben poche chanches avranno i grimpeur

È la tappa che meglio incarna il modello del tappone, tra chilometraggi abbondanti (quasi 200 Km, 53 dei quali in salita) e tanti metri da dislivello da superare, suddivisi tra quattro ascese. Ma, a ben guardare, poche oppurtunità avranno oggi gli scalatori perchè in nessun caso si incontreranno pendenze impegnative, di quelle che i grimpeur possono utilizzare per mettere in croce gli avversari, e con tutta probabilità anche oggi assisteremo alla vittoria di un corridore della fuga del mattino, mentre i big della classifica arriveranno al traguardo più o meno tutti appaiato. Le sorprese sono comunque da mettere sempre in conto, anche se sarà molto difficile riuscire a combinare qualcosa, tenuto anche conto che la salita con le inclinazioni più difficili è l’Alto de la Centenera (ultimi 6 Km al 7% su un totale di 15 Km al 5,3%), che è la prima che dovrà essere affrontata, a 85 Km dalla partenza e a 112 Km dal traguardo. Se ci fosse qualche corridore voglioso di mettere in difficoltà il grande favorito Roglic attenderà sicuramente il penultimo colle di giornata, il Puerto de Mijares, che presenta una pendenza media piuttosto costante del 5.5% appena ma è interminabile: i suoi 20 Km e 400 metri ne fanno, infatti, la seconda salita per lunghezza di questa edizione della Vuelta, preceduta solo dai quasi 30 Km del Collado Venta Luisa scalato nella tappa del Velefique. Se lassù qualcuno dovesse provare ad alzare la velocità di gara potrebbe cogliere qualche avversario affaticato e il fatto che domani ci sarà il giorno di riposo consentirà di buttare sul piatto qualche energià in più. Comunque, ribadiamo, sarà molto difficile – anche se non impossibile – mettere alla frusta su queste pendenza un corridore come lo sloveno che, se la fuga di giornata si fosse nel frattempo estinta, potrebbe ripetere a El Barraco la prestazione di Valdepeñas de Jaén, magara andando pochi chilometri prima ad intascarsi i secondi d’abbuoni del “puerto bonificato” previsto in vetta all’ultima salita di giornata, il Puerto San Juan de Nava.

METEO

Navalmoral de la Mata : cielo sereno, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da WSW (15 km/h), umidità al 49%
Candeleda (Km 49.5) : cielo sereno, 28°C, vento moderato da SW (13-14 km/h), umidità al 41%
Arenas de San Pedro (68.7 Km): cielo sereno, 29.1°C, vento moderato da SW (15-16 km/h), umidità al 36%
El Barraco: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

11.35: partenza da Navalmoral de la Mata
11.52: chilometro 0
12.55: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 39 Km dalla partenza)
13.45-14.00: inizio salita Alto de la Centenera
14.10-14.30: scollinamento Alto de la Centenera
14.40-15.00: inizio salita Alto Puerto de Pedro Bernardo
14.55-15.20: scollinamento Puerto de Pedro Bernardo
15.35-16.05: inizia salita Puerto de Mijares
16.10-16.40: scollinamento Puerto de Mijares
16.35-17.10: traguardo volante di Burgohondo
16.50-17.25: inizio salita Puerto San Juan de Nava
17.00-17.40: scollinamento Puerto San Juan de Nava
17.10-17.50: arrivo a El Barraco

L’ANGOLO DELLA STORIA

El Barraco è una località cara al ciclismo spagnolo perchè di questo comune della provincia di Ávila sono originari due corridori molto amati dai tifosi di casa, Ángel Arroyo e il più volte citato José María Jiménez: il primo conseguì il principale risultato in carriera al Tour del 1983, terminato al secondo posto a quasi 4 minuti dall’indimenticato Laurent Fignon (aveva vinto anche la Vuelta l’anno precedente, ma sarà spodestato dopo che fu trovato positivo all’antidoping); il secondo fu paragonato a Pantani per le sue doti in salita che gli consentirono di conquistare otto tappe alla Vuelta (tra le quali quella del debutto dell’Angliru nel 1999), ma la sua carriera fu stroncata da una sintome depressiva che lo costrinse al ritiro dall’attività a soli 31 anni e al ricovero nella clinica psichiatrica dove l’anno successivo morirà improvvisamente per un infarto. “Barraqueño” d’adozione è, invece, il vincitore del Tour de France 2008 Carlos Sastre, che in questo centro frequentò la scuola d’avviamento al ciclismo qui fondata da suo padre e che di Jiménez è stato cognato avendone sposato la sorella Azucena. Nonostante questi “precedenti” finora mai nessuna tappa della Vuelta è partita o terminata a El Barraco, che però in sei occasioni ha ospitato un traguardo volante, il primo dei quali vinto dall’italiano Fabrizio Guidi nel 1998 durante la tappa Ávila – Segovia, conquistata dallo spagnolo Roberto Heras. Gli altri corridori che qui si sono imposti in queste volate intermedie sono stati Javier Pascual Rodríguez nel 1995, il danese Chris Anker Sørensen nel 1997, il suo connazionale Jakob Fuglsang nel 2009, Xavier Florencio nel 2010 e il francese Alexis Gougeard nel 2015.

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

BARDET PIGLIATUTTO A POIS, PER LA GENERALE SON SOLO SCARAMUCCE

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Tappa dal disegno esaltante, gruppo dei migliori esitante, dove i (relativamente) coraggiosi regalano qualche contenuto brivido solo nel finale. I veri coraggiosi oggi sono tutti nella fuga del mattino.

Che bel tracciato avrebbe avuto, questa tappa della Vuelta! Ortodossi solamente i primi 80 km pianeggianti e staripanti di rettifili, dove prende il largo la robustissima fuga del mattino; tuttavia la seconda metà di tappa era tutta all’insegna dell’imprevisto e dell’imprevedibile, con una prima salita non ardua ma priva di requie al fuggevole scollinamento, subito seguita da una parete vertiginosa di tre chilometri in doppia cifra (14% di media!), potenzialmente capace di sbriciolare gruppo e coorti di gregari; e poi ancora, una volta terminata la discesa, il vero piatto forte per i più sofisticati buongustai di ciclismo: 40 km di autentico territorio comanche, stradine tortuose senza un metro dritto o in piano, una mappa che pare un piatto di spaghetti. E, finalmente, l’irregolare ascesa finale, tutta balze esposte al vento.
Peccato, un vero peccato, che la tappa la corrano sostanzialmente in una ventina, cioè i 18 uomini della fuga più un paio di uomini della generale o poco più. Occasione sprecata, insomma, per quasi tutti: spettatori compresi.
Chi l’occasione non la spreca è un Bardet in giornata di grazia: nella fuga è senza compagni di squadra, benché al suo team DSM di solito piacciano le strategie collettive; e il buon Romain, oltretutto, è immediatamente sotto i riflettori per l’ovvietà della sua scommessa a caccia non solo della tappa, ma pure della maglia a pois (pois blu, in quel di Spagna). Una situazione delicata da gestire fra diciassette rivali affamati. Ma la voglia c’era, dopo quella brutta caduta che l’aveva spedita fuori classifica a inizio Vuelta.
Azzardo, calcolo, sfacciatezza, scommessa, pazienza: e, senz’altro, gambe e cuore. A fine giornata il francese intasca la vittoria di tappa e si appropria della maglia che viene vestita dal miglior grimpeur: fin qui il nostro Damiano Caruso, che, se ne avrà voglia, potrà ingaggiare un duello di gran qualità con il francese e chi altri entrasse in lizza.
Bardet è uno dei simboli per eccellenza della crisi in cui si sono arenati molti fenomeni nati nel magico 1990 (un altro, ancora in caccia di riscatto qui alla Vuelta, è Matthews): basti pensare che fino a questo agosto, con una tappa della Vuelta a Burgos, per Bardet erano passati ben tre anni senza alcuna vittoria. E la corsa che si porta a casa oggi è la prima World Tour dopo ben quattro anni, con a precederla una tappa del Tour de France del 2017: tanto per capirci, parliamo del Tour in cui Fabio Aru (un altro 1990 – e l’italiano dopo questa Vuelta appenderà la bici al chiodo!) stirava Chris Froome sulla Planche des Belles Filles con tanto di record di scalata, arrivava poi a vestire la maglia gialla provvisoria e infine concludeva quinto in generale. Altri tempi!
Certo, Bardet nel frattempo non ha smesso di offrire guizzi della sua classe, pur non riuscendo più ad alzare le braccia al cielo né a metter piede nei primi cinque in generale di nessun GT: in queste stagioni di siccità, oltre ad attacchi coraggiosi e generosi, sono rimasti negli occhi i secondi posti al Mondiale di Innsbruck o alle Strade Bianche, o il podio della Liegi, tutte testimonianze di qualità a palate, come anche una combattuta maglia a pois al Tour, o una clamorosa top ten alla Paris-Tours degli sterrati.
Oggi, come detto, la propria qualità Bardet la deve sfoderare tutta per districarsi in una giungla dove tutti sanno che lui è il nemico numero uno, e in molti ce la mettono tutta, quasi obbligando lo spettatore a tifare per tutti. Che dire di Prodhomme, il giovane transalpino della Ag2R (che prova con il pure bravo e pure giovane Champoussin la tenaglia sul grande ex, Bardet)? All’attacco ai meno cinquanta con Navarro e Holmes (talento inglese della Lotto), poi di nuovo con Navarro ai meno 26 appena si era fatto sotto Bardet, e ancora in testa alla corsa sull’ultima ascesa, tallonato dal kazako Zeits – finché Bardet non salterà entrambi.
Caparbi anche i talenti inglesi, con Holmes che dopo il primo attacco di cui sopra perde contatto, viene riassorbito dagli inseguitori, ma di nuovo ritorna in testa; o Pidcock, sempre in controtempo, a corto di forma dopo i festeggiamenti olimpici, e ciò nondimeno quarto all’arrivo, subito dietro l’australiano della Alpecin Jay Vine, reclutato su Zwift, che ai -35 km scopre la differenza fra il ciclismo reale e quello virtuale impigliandosi nell’ammiraglia durante un rifornimento volante e finendone quasi investito, con una caduta rovinosissima. Eppure da lì in poi di nuovo si è rifatto sotto, e all’ultima salita sfodera gambe incredibili, rivelandosi l’unico, assieme ad Herrada, che dà a tratti l’impressione di poter minacciare il primato di Bardet.
Tante emozioni nella fuga, poche nel gruppo dei cosiddetti migliori, in puro stile Tour. Tutto rimandato all’ascesa finale, dove Guillaume Martin prova un attacco concertato di squadra per provare a sfilare la maglia del primato al norvegese Eiking: i due duellano in cima alla CG perché hanno preso vantaggio con una classica fuga bidone, ma ora si stanno difendendo più che egregiamente, addirittura con la prospettiva di restare davanti a tutti fino ai tapponi asturiani dell’ultima settimana. La scena folle odierna è vedere come gli altri favoriti, ovverosia gli uomini che “davvero” curano la generale, si disinteressino nel modo più sfacciato delle dinamiche di attacco e contrattacco che coinvolgono questi due rivali, i quali ai nostri occhi sono invece entrambi meritevoli di plauso, l’uno per l’ambizione, l’altro per la resistenza offerta. Che gli altri non se li filino può essere comprensibile, benché bizzarro e un pizzico antisportivo, in certo qual modo. Già meno comprensibile è che nessuno provi a sfruttare questi sommovimenti per dare un scossa alla gara. Segnaliamo in cronaca per la buona volontà un affondo di Ciccone preparato da Brembilla, ma l’esito ne è scarso. Più veemente il fendente vibrato da Miguel Ángel López, che sgancia tutti e quasi deraglia il trenino Jumbo Visma, sfiatando in successione la doppia “K” di Kruijswijk e Kuss, i gregari oggi al servizio di Roglic. Peccato che tutto accada troppo tardi, in ogni senso: troppo tardi che si agisca solo sulla salita finale, perché se Roglic non lo si isola prima, ha gioco facile a proteggersi dietro i compagni. E oggi, come detto, il terreno ci sarebbe stato eccome. Ma anche troppo poco e troppo tardi che Superman prenda il volo ai – 3 km: i gregari, pur spompati, lasciano Roglic con davanti la sua distanza ideale, il rush della flamme rouge, così lo sloveno apre il gas nel finale e riduce il distacco patito alla miseria di 4”. Vero è che López muovendosi prima si sarebbe anch’egli esaurito prima, ma se Roglic avesse avuto davanti a sé 3-4 km da gestire senza gregari e non solo l’ultimo, la musica sarebbe stata diversa, ed anche la presenza di Mas coperto alla sua ruota avrebbe avuto ben altro peso, dacché il maiorchino sarebbe potuto partire a propria volta quando López fosse stato riavvicinato da Roglic. Oggi non c’era più nemmeno lo spazio per tentare un forcing ulteriore.
Il risultato: quasi venti uomini in meno di un minuto nel gruppo dei migliori, praticamente una specie di sprint ristretto al termine di una tappa che avrebbe potuto dare e dire moltissimo di più. Per quel poco che può valere, sembra in rialzo nel borsino la quotazione di Bernal, quantomeno per un finale di Vuelta in ripresa, giacché oggi è parso più reattivo, anche se perde una pedina importante quale Carapaz, finalmente sopraffatto dalla fatica dei suoi guizzi di orgoglio. Adam Yates continua invece ad andare a singhiozzo, ed oggi è parso in affanno, mentre continua a reggere un altro degli “intrusi di lusso” in GC com’è Grosschartner. Sempre pimpante anche Jack Haig, che sembrava fuori dai giochi ma che ora ha tutto l’aspetto di voler essere il “Caruso” in salsa spagnola, cioè insomma quel gregario di Landa che quando il basco molla assurge in sua vece al ruolo di capitano e uomo d’alta classifica.
Domani altra tappa interessante, simile a quelle che il Giro propone nell’Appennino emiliano-romagnolo: relativamente lunga, con una successione pressoché ininterrotta di salite e discese ancorché pedalabili.
Applaudiremo ancora solamente la fuga, o il successivo giorno di riposo metterà un pizzico di coraggio in più nello spirito di chi lotta per il primato finale?

Gabriele Bugada

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

BRUSSELS CLASSIC, NUMERO DI EVENEPOEL

agosto 28, 2021 by Redazione  
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Remco Evenepoel vince in solitaria la classica belga. Dietro di lui Aime De Gendt e Tosh Van Der Sande

Pronti via e come spesso avviene da queste parti la fuga non tarda ad uscire dal gruppo. Quest’oggi gli attaccanti che tentano la sorte sono Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen – Baloise), Jules Hesters (Beat Cycling), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Dimitri Peyskens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Robert Scott (Canyon), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling) ed Etienne van Empel (Vini Zabù). Il gruppo lascia fare ma sempre tenendo il distacco entro i 2 minuti, tanto che nel primo passaggio sul Grammont a 90 km dal traguardo alla testa della corsa resta poco più di 1 minuto di margine.
Qua a rompere gli indugi è subito un pezzo da novanta, Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step). Il talento belga si porta via un gruppetto ben assortito composto anche da Philippe Gilbert, Tosh Van der Sande, Victor Campenaerts, Marc Hirschi e Brandon McNulty. Questo nuovo drappello inseguitore raggiunge la testa della corsa e si lancia a spron battuto verso il traguardo. Dietro di loro il gruppo è tirato dalla Alpecin – Fenix coadiuvata successivamente dalla Arkea – Samsic, ma senza mai trovare un ritmo costante che permetta alle squadre del plotone di riavvicinare gli attaccanti.
La vittoria finale è dunque affare del gruppetto al comando: sotto una pioggia divenuta battente se ne vanno in due, Aime De Gendt (Intermarché – Wanty Gobert) e lo stesso Remco Evenepoel. Oggi però non ce n’è per nessuno con il campioncino belga: piazza un nuovo scatto ai -12 e resta da solo al comando, percorrendo gli ultimi chilometri verso il traguardo in parata trionfale.
Primo degli sconfitti De Gendt, mentre Tosh Van Der Sande (Lotto – Soudal) è il più veloce nella volatina del gruppetto inseguitore.

Lorenzo Alessandri
@LorenzoAle8

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

28-08-2021

agosto 28, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il francese Romain Bardet (Team DSM) si è imposto nella quattordicesima tappa, Don Benito – Pico Villuercas, percorrendo 165.7 Km in 4h20′36″, alla media di 38.15 Km/h. Ha preceduto di 44″ lo spagnolo Jesús Herrada López (Cofidis) e l’australiano Jay Vine (Alpecin-Fenix). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 25° a 10′45″. Il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) è ancora maglia rossa con 54″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′36″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Ciccone, 12° a 6′16″

BRUSSELS CYCLING CLASSIC

Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella corsa belga, Etterbeek – Bruxelles, percorrendo 205.3 Km in 4h28′30″, alla media di 45.877 Km/h. Ha preceduto di 50″ il connazionale Aimé De Gendt (Intermarché-Wanty-Gobert) e di 2′14″ il connazionale Tosh Van der Sande (Lotto Soudal). Miglior italiano Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix), 20° a 2′16″.

DEUTSCHLAND TOUR

Il tedesco Nils Politt (Bora-Hansgrohe) si è imposto nella terza tappa, Ilmenau – Erlangen, percorrendo 193.9 Km in 4h25′15″, alla media di 43.861 Km/h. Ha preceduto di 11″ il belga Dylan Teuns (Bahrain Victorious) e di 12″ il belga André Greipel (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM), 14° a 12″. Politt è il nuovo leader della classifica con 8″ sul connazionale Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) e 10″ sul connazionale Phil Bauhaus (Bahrain Victorious). Miglior italiano Marco Canola (Gazprom-RusVelo), 10° a 23″.

GP HIMMERLAND RUNDT

Il danese Mathias Larsen (Restaurant Suri – Carl Ras) si è imposto nella corsa danese, circuito di Aars, percorrendo 200 Km in 4h26′47″, alla media di 44.98 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Nils Lau Nyborg Broge (BHS – PL Belton Bornholm) e Rasmus Bøgh Wallin (Team CO Play – Giant). Nessun italiano in gara.

ADRIATIC RACE

Lo sloveno Nik Čemažar (KK Kranj) si è imposto nella corsa montenegrina. Ha preceduto di 4″ i serbi Marko Danilović (Borac-Čačak) e Đorđe Đurić (ASD Cattoli Andrea). Nessun italiano in gara

TOUR DU PAYS DE MONTBÉLIARD (Under23)

L’olandese Loe Van Belle (Jumbo-Visma DT) si è imposto nella prima tappa, circuito di Hérimoncourt, percorrendo 146.4 Km in 3h36′14″, alla media di 40.623 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’inico italiano in gara, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), e il belga Jelle Declerck (Bingoal-WB Development Team). Van Belle è il nuovo leader della classifica con 5″ su Germani e 7″ sul belga Lorenz Van De Wynkele (Home Solution-Soenens)

JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Gage Hecht (Aevolo) si è imposto nella terza tappa, cronoscalata del Devil’s Den State Park, percorrendo 4.8 Km in 9′03″, alla media di 32.088 Km/h. Ha preceduto di 14″ il colombiano Walter Alejandro Vargas Alzate (Team Medellín – EPM) e 16″ sullo statunitense Tyler Stites (Aevolo). Nessun italiano in gara. Hecht è il nuovo leader della classifica con 2″ sul connazionale Tyler Williams (L39ION of Los Angeles) e 28″ sullo spagnolo Óscar Miguel Sevilla Ribera (Team Medellín – EPM).

JOE MARTIN STAGE RACE DONNE (USA)

La statunitense Emma Langley (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) si è imposta anche nella terza tappa, cronoscalata del Devil’s Den State Park, percorrendo 4.8 Km in 10′49″, alla media di 26.847 Km/h. Ha preceduto di 1″ la connazionale Veronica Ewers (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) e di 7″ la connazionale lara Honsinger (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Nessun italiana in gara. La connazionale Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) è ancora leader della classifica con 4″ sulla Ewers e 26″ sulla connazionale Heidi Franz (Rally Cycling)

GIRO DELLA TOSCANA INTERNAZIONALE FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI

La cubana Arlenis Sierra Cañadilla (A.R. Monex Women’s) si è imposta anche nella prima tappa, circuito di Segromigno in Piano, percorrendo 116.8 Km in 2h53′40″, alla media di 40.353 Km/h. Ha preceduto di 1″ la lituana Rasa Leleivyte (Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano) e di 30″ l’italiana Debora Silvestri (Top Girls Fassa Bortolo). La Sierra Cañadilla è ancora leader della classifica con 23″ sulla Leleivyte e 48″ sulla Silvestri

SIMAC LADIES TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Marianne Vos (Jumbo-Visma Women Team) si è imposta nella quarta tappa, Geleen – Sweikhuizen, percorrendo 148.9 Km in 4h15′08″, alla media di 35.017 Km/h. Ha preceduto di 2″ la polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing) e la connazionale Chantal van den Broek-Blaak (Team SD Worx). Miglior italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), 6° a 17″. La Van den Broek-Blaak è la nuova leader della classifica con 20″ sull’elvetica Marlen Reusser (Alé BTC Ljubljana) e 30″ sulla connazionale Ellen van Dijk (Trek-Segafredo). Miglior italiana la Bastianelli, 10° a 2′39″.

LA TAPPA DEL GIORNO: DON BENITO – PICO VILLUERCAS

agosto 28, 2021 by Redazione  
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La Vuelta torna ad affrontare le montagne e lo fa propone la doppia ascesa (da due versanti differenti) al Pico Villuercas

È una novita assoluta, mai nessuna competizione ciclistica l’ha affrontata finora, e così per farla conoscere per bene gli organizzatori della Vuelta hanno voluto inseriere per ben due volte nel corso della quattordicesima tappa l’ascesa al Pico Villuercas. Ci si salirà da due versanti diversi e l’appuntamento con il primo sarà di quelli che scottano perchè per arrivare sino ai 1415 del Collado de Ballesteros, punto di “contatto” tra le due strade, bisognerà affrontare un muro di tutto rispetto, anzi un “super muro” perchè in quei 3 Km scarsi la pendenza media risulterà addirittura del 13.5% e a rendere la scalata ancora più complicata ci sarà il fondo stradale in cemento. Raggiunto lo scollinamento si percorrerà in discesa gran parte della strada che si affronterà in salita nel finale, prima del quale bisognerà mettersi nelle gambe un lunghissimo tratto – una trentina abbondamente di chilometri – caratterizzato da continui saliscendi che faranno certamente soffrire chi avrà perso le ruote del gruppo lungo la prima ascesa al Pico Villuercas, “geograficamente” collocata a quasi 70 Km dal traguardo. Non sarà per nulla estrema, invece, l’ascesa finale, la cui pendenza media si ferma ad un “modesto” 6.3%: è lunga, però, quasi 15 Km e vedrà i corridori superare in quel tratto un dislivello che rasenta i 1000 metri. Sicuramente lassù se ne vedranno delle belle, soprattutto se qualcuno tra i big avrà patito le tremende inclinazioni del Ballesteros, senza dimenticare che anche oggi si correrà con il gran caldo, pur se con temperature più “miti” rispetto a quelle che si sono dovute sopportare ieri e giovedì.

METEO

Don Benito : cielo sereno, 28.2°C, vento moderato da W (13-15 km/h), umidità al 38%
Obando (Km 35.6) : cielo sereno, 28.3°C, vento moderato da WSW (13-16 km/h), umidità al 39%
Pico Villuercas: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.50: partenza da Don Benito
13.02: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 75 Km dalla partenza)
15.15-15.30: scollinamento Puerto Berzocama
15.25-15.45: inizio salita Alto Collado de Ballesteros
15.30-15.50: scollinamento Puerto Collado de Ballesteros
16.10-16.35: traguardo volante di Alía
16.55-17.20: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sul Pico Villuercas

L’ANGOLO DELLA STORIA

La Vuelta è sempre in “caccia” di nuove mete iin salita che vadano ad affiancarsi a quelle tradizionali della corsa iberica, spesso prive di quel mordente e di quelle pendenze che tanto piacciono agli scalatori. Quest’anno si sono già scoperti il Picón Blanco e il Balcón de Alicante e, dopo il Pico Villuercas, nella settimana conclusiva saranno proposte altre due succulente novità, la Collada Llomena e il temuto Gamoniteiru. Soprattutto in queste ultime edizioni si sono viste comparire ascese particolarmente dotate di pendenze cattive, come l’Alto de Moncalvillo che lo scorso anno ha ospitato l’arrivo dell’ottava tappa, vinta dallo sloveno Primož Roglič, che si fermò a soli 13″ dalla maglia rossa (vestita dall’ecuadoriano Richard Carapaz) e che due settimane più tardi sarebbe stato consacrato a Madrid vincitore della settantacinquesima edizione della corsa spagnola. Nel 2018 aveva, invece, debuttato alla Vuelta la salita verso il Santuario del Acebo, che vide la vittoria dello statunitense Sepp Kuss e che è una tradizionale ascesa del Giro delle Asturie. Limitandosi agli anni più recenti, altre scoperte “made in Vuelta” sono state il Balcón de Bizkaia nel 2018, il Mas de la Costa nel 2017, l’Ermita de Alba nel 2015, San Miguel de Aralar e la Camperona nel 2014. La capostipite di queste salite estreme, la cui scoperta svegliò l’interesse in terra di Spagna verso questo tipo d’ascese, fu l’Angliru, inserita per la prima volta nel tracciato della Vuelta nel 1999 e da allora riproposta in altre sette occasioni: il primo a domarne le arcigne pendenze fu lo spagnolo José María Jiménez, emulato dall’italiano Gilberto Simoni nel 2000, da Roberto Heras nel 2002, da Alberto Contador nel 2008, dall’olandese Wout Poels nel 2011 (dopo la squalifica per doping dello spagnolo Juan José Cobo), dal francese Kenny Elissonde nel 2013, ancora da Contador nel 2017 e dal britannico Hugh Carthy lo scorso anno.

La cima del Pico Villuercas e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.hoy.es)

La cima del Pico Villuercas e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.hoy.es)

CAPOLAVORO DECEUNINCK. IL WOLFPACK DOMINA IL FINALE, VINCE SENECHAL.

agosto 27, 2021 by Redazione  
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Quando gli uomini della Deceuninck si producono in azioni corali così clamorose e devastanti, per gli avversari non c’è veramente niente da fare. E poco importa se Fabio Jakobsen, l’uomo che dovrebbe finalizzare il formidabile lavoro del Wolfpack, fora a 1500 metri dall’arrivo, perchè ci pensa uno straordinario Florian Senechal a portare a casa una meritatissima vittoria. Il francese ha battuto Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Alberto Dainese (Team DSM) al termine di uno sprint caotico durante il quale il gruppo si è letteralmente disintegrato. Questa è la sintesi della 13a frazione della Vuelta, tappa che per il resto ha riservato pochissime altre emozioni. La classifica generale resta praticamente invariata, fatta eccezione per i 5″ recuperati da Egan Bernal (Ineos Grenadiers) nel convulso finale.

La 13a tappa, posta a valle di una tre giorni insidiosa e subito prima di un weekend decisamente impegnativo, rappresentava la classica tappa di trasferimento destinata a terminare in volata. I 203.7 km che separavano Belmez da Villanueva de la Serena erano infatti completamente pianeggiati e rappresentavano una ghiotta occasione per i (pochi) velocisti rimasti ancora in gruppo.
Al contrario di quanto accaduto negli ultimi giorni, la fuga è andata via già poco dopo il via ufficiale della corsa. A movimentare la tappa sono stati 3 corridori iberici: Luis Angel Mate (Euskaltel Euskadi), Alvaro Cuadros (Caja Rural-Seguros RGA) e Diego Rubio (Burgos-BH). Il gruppo ha inizialmente lasciato andare i fuggitivi, che hanno raggiunto un vantaggio di circa 3 minuti al km 50, ma ha poi fatto capire che non avrebbe lasciato loro ulteriore terreno. Si è così proceduto per buona parte della frazione con in tre battistrada che viaggiavano con poco più di due minuti di vantaggio sul plotone.

La tappa è stancamente proceduta senza sussulti fino ai -60: complice un insidioso vento laterale, il gruppo si è spezzato in due troconi, ma nessun big è rimasto intruppato nel secondo gruppo e di conseguenza, nel giro di una decina di chilometri, i due plotoni si sono ricompattati. I 3 coraggiosi fuggitivi sono stati invece ripresi ai -28. A questo punto sono entrati in scena gli uomini della Deceuninck-Quick Step: Fabio Jakobsen ha vinto lo sprint intermedio posto ai -11, guadagando altri punti per la classifica della maglia verde, dopodichè la squadra di Lefevere è salita in cattedra prendendo la testa del gruppo con l’intenzione di lanciare nel migliore dei mondi il velocista Olandese. Le trenate del Wolfpack e un finale caratterizzato da numerose rotonde hanno provocato una serie di buchi nel gruppo che si è man mano sgretolato. Sotto lo striscione dei -2 davanti erano rimasti solo in cinque, quattro uomini della Deceuninck e Matteo Trentin alla loro ruota, ma di lì a poco (ai -1500) Jakobsen è stato appiedato da una fortatura. Di lì a poco anche Alberto Dainese è riuscito a ricongiungersi con il trenito della Deceuninck e Trentin, ma lo sforzo profuso per rientrare ha poi fiaccato il suo sprint. A giocarsi la tappa sono così rimasti Trentin e Florian Senechal. Il francese, che avrebbe dovuto lanciare la volata di Jakobsen, ha saputo cogliere l’occasione senza far rimpiangere l’olandese ed ha vinto nettamente rispetto al corridore della UAE. Dainese ha chiuso 3° con 2″ di ritardo, davanti a Luka Mezgec (Team BikeExchange), Stan Dewulf (Ag2r Citroen Team), Piet Allegaert (Cofidis, Solutions Credits), Itamar Einhorn (Israel Start-Up Nation), Antonio Soto (Euskaltel Euskadi) e Rui Oliveira (UAE Team Emirates), tutti cronometrati a 3″. 10° posto per Egan Bernal (a 6″) che è riuscito a guadagnare 5″ su tutti gli altri rivali per la classifica generale.

La graduatoria vede sempre in testa Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), con 58″ su Guillaume Martin (Cofidis), 1′56″ su Primoz Roglic (Jumbo-Visma), 2′31″ su Enric Mas (Movistar), 3′28″ su Miguel Angel Lopez (Movistar), 3′55″ su Jack Haig (Bahrain-Victorius), 4′41″ su Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 4′57″ su Adam Yates (Ineos Grenadiers), 5′03″ su Sepp Kuss (Jumbo-Visma), 5′38″ su Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), 6′08″ su Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech) e 6′20″ su Giulio Ciccone (Trek-Segafredo).

Domani la 14 tappa proporrà un percorso decisamente più impegnativo nella frazione che porterà i corridori da Don Benito a Pico Villuercars dopo 165.7 km catterizzati da diverse salite. L’ascesa finale, lunga oltre 15 km, proporrà tratti a doppia cifra alternati a altri decisamente più pedalabili. Una frazione che potrebbe dare una nuova importante rimescolata alla classifica generale.

Pierpaolo Gnisci

Senechal firma il capolavoro Deceuninck (foto:bettini)

Senechal firma il capolavoro Deceuninck (foto:bettini)

27-08-2021

agosto 27, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPAÑA

Il francese Florian Sénéchal (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella tredicesima tappa, Belmez – Villanueva de la Serena, percorrendo 203.7 Km in 4h58′23″, alla media di 40.961 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) e di 2″ l’italiano Alberto Dainese (Team DSM). Il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) è ancora maglia rossa con 58″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′56″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 12° a 6′33″

DEUTSCHLAND TOUR

Il norvegese Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) si è imposto nella seconda tappa, Sangerhausen – Ilmenau, percorrendo 180.6 Km in 4h24′12″, alla media di 41.014 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) e Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM), 9° a 2″. Ackermann è ancora leader della classifica con 2″ su Bauhaus e 4″ su Kristoff. Miglior italiano Mozzato, 10° a 16″.

TOUR POITOU – CHARENTES EN NOUVELLE AQUITAINE

Il francese Clément Carisey (Delko) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Villefagnan – Poitiers, percorrendo 164.6 Km in 3h41′47″, alla media di 44.53 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’italiano Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec) e lo statunitense Robin Carpenter (Rally Cycling). Il britannico Connor Swift (Arkéa-Samsic) si impone in classifica con 12″ sul francese Bruno Armirail (Groupama-FDJ) e 20″ sul danese Morten Alexander Hulgaard (Uno-X Pro Cycling Team). Miglior italiano Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), 4° a 24″.

TOUR DU PAYS DE MONTBÉLIARD (Under23)

L’elvetico Alex Vogel (Swiss Racing Academy) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Béthoncourt, percorrendo 3.6 Km in 4′40″, alla media di 46.286 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’olandese Lars Boven (Jumbo-Visma Development Team) e di 2″ il neozelandese Laurence Pithie (Groupama-FDJ Conti) Unico italiano in gara Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), 11° 8″. Vogel è il primo leader della classifica con 1″ su Boven e 2″ su Pithie. Germani 11° a 8″.

JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Tyler Stites (Aevolo) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 11.9 Km in 4h11′32″, alla media di 43.39 Km/h. Ha preceduto di 4″ i connazionali Tyler Williams (L39ION of Los Angeles) e Richard Arnopol (Project Echelon Racing). Nessun italiano in gara. Williams è ancora leader della classifica con 12″ sullo sullo spagnolo Óscar Miguel Sevilla Ribera (Team Medellín – EPM) e 21″ sul connazionale Gage Hecht (Aevolo)

JOE MARTIN STAGE RACE DONNE (USA)

La statunitense Emma Langley (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) si è imposta nella seconda tappa, Fayetteville – Mount Sequoyah, percorrendo 107.8 Km in 2h45′41″, alla media di 39.038 Km/h. Ha preceduto di 1′44″ la connazionale Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) e di 1′50″ la connazionale Veronica Ewers (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Nessun italiana in gara. La Schneider è ancora leader della classifica con 14″ sulla Ewers e 21″ sulla connazionale Heidi Franz (Rally Cycling)

GIRO DELLA TOSCANA INTERNAZIONALE FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI

La cubana Arlenis Sierra Cañadilla (A.R. Monex Women’s) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Campi Bisenzio, percorrendo 2.2 Km in 2′59″, alla media di 44.246 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’italiana Martina Alzini (Valcar-Travel & Service) e di 6″ la polacca Karolina Kumiega (nazionale polacca). La Sierra Cañadilla è la prima leader della classifica con 5″ sulla Alzini e 6″ sulla Kumiega.

SIMAC LADIES TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Lonneke Uneken (Team SD Worx) si è imposta nella terza tappa, Stramproy – Weert, percorrendo 125.9 Km in 2h52′41″, alla media di 43.745 Km/h. Ha preceduto allo sprint la norvegese Susanne Andersen (Team DSM) e la britannica Pfeiffer Georgi (Team DSM). Miglior italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), 7° a 14″. L’elvetica Marlen Reusser (Alé BTC Ljubljana) è ancora leader della classifica con 10″ sull’olandese Chantal van den Broek-Blaak(Team SD Worx) e 12″ sull’olandese Ellen van Dijk (Trek-Segafredo). Miglior italiana Vittoria Guazzini (Valcar-Travel & Service), 10° a 1′37″.

LA TAPPA DEL GIORNO: BELMEZ – VILLANUEVA DE LA SERENA

agosto 27, 2021 by Redazione  
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Alla vigilia del terzo week end di gara, che riporterà il gruppo in montagna, si disputa l’unica tappa per velocisti collocata nella seconda settimana della Vuelta

Se nella prima settimana della Vuelta si era assistito ad un vera e propria scorpacciata di tappe favorevoli ai velocisti (ben 4 su 9 frazioni disputate), nella fase centrale della corsa spagnala ci sarà una sola occasione per le ruote veloci e arriverà proprio al termine di questa settimana e alla vigilia del week end che riporterà la corsa in montagna. Oggi la protagonista quasi assoluta sarà la pianura perchè nei quasi 204 Km da percorrere in direzione di Villanueva de la Serena – si trattarà, tra l’altro, sarà la frazione più lunga di questa edizione – i tratti in salita saranno brevi, facili e sporadici. Le difficoltà altimetriche si estingueranno del tutto negli ultimi 80 Km, anche se i 200 metri conclusivi proporranno una lievissima pendenza, molto più dolce rispetto a quella dello strappetto sul quale si concluse la tappa di Molina de Aragón, vinta allo sprint da Fabio Jakobsen. Quella tappa era caratterizzata da un finale decisamente più tortuoso rispetto a quello odierno, disegnato tra la tangenziale e la circonvallazione di Villenueva de la Serena, lungo il quale si incontreranno alcune rotatorie che, come al solito, imporranno molta attenzione perchè in quei frangenti si starà inevitabilmente viaggiando ad altissima velocità.

METEO

Belmez : cielo sereno, 28°C, vento moderato da SSW (11-15 km/h), umidità al 45%
Cabeza de Buey (Km 86.6) : sole e caldo, 32.8°C (percepiti 32°C), vento moderato da SW (11-13 km/h), umidità al 30%
Villanueva de la Serena: sole e caldo, 36°C (percepiti 34°C), vento moderato da WSW (13-15 km/h), umidità al 18%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.18: partenza da Jaén
12.32: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 88 Km dalla partenza)
17.00-17.30: traguardo volante di Don Benito
17.15-17.45: arrivo a Villanueva de la Serena

L’ANGOLO DELLA STORIA

Quella odierna è la tappa delle novità perchè sia Belmez, sia Villanueva de la Serena ospiteranno per la prima volta la Vuelta e questo vale anche per il centro di Don Benito, che oggi accoglierà il traguardo volante di giornata e domani la partenza della tappa del Pico Villuercas. A soli 3 Km dal via il gruppo transiterà da Peñarroya-Pueblonuevo, cittadina andalusa che nel 2014 fu attraversata nel corso della tappa Guadalajara – Almendralejo, vinta alla sprint dallo spagnolo Francisco Ventoso sul norvegese Thor Hushovd, quel giorno detentore della maglia rossa di leader della classifica generale: al passaggio da Peñarroya si disputò il primo dei due traguardi volanti giornalieri, conquistato dallo spagnolo David de la Fuente, che successivamente si imporrà anche in quello di Azuaga.

Il Castillo de la Encomienda a Villanueva de la Serena e l’altimetria della tredicesima tappa (www.minube.it)

Il Castillo de la Encomienda a Villanueva de la Serena e l’altimetria della tredicesima tappa (www.minube.it)

BIS DI MAGNUS CORT NIELSEN ALLA VUELTA, BAGIOLI SECONDO

agosto 26, 2021 by Redazione  
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Ieri era stato beffato negli ultimi 300 metri. Oggi Magnus Cort Nielsen si prende la rivincita aggiudicandosi in volata la 12a tappa, Jaèn-Cordoba di 175 km, superando un ottimo Andrea Bagioli. Terzo Michael Matthews, in quarta posizione Matteo Trentin.

La tappa odierna si presenta come buona per le fughe da lontano, con una prima parte ondulata, caratterizzata da una discesa molto tecnica di una ventina di chilometri. Si attraverserà, al km 106, per la prima volta il traguardo di Cordoba, quindi si salirà sull’Alto de San Jeronimo (13 chilometri al 3,3%). Secondo passaggio sulla linea di arrivo e ci si impenna di nuovo con l’Alto del 14% (7,2 km di salite con pendenza media del 5,6% e punte, appunto, del 14%), dove la gara potrebbe infiammarsi prima degli ultimi 20 km, quasi interamente pianeggianti.
Dopo i timidi tentativi di Damien Touzé (AG2R-Citroën Team), Jetse Bol (Burgos-BH), Antonio Jesus Soto (Euskaltel-Euskadi) e Dimitri Claeys (Team QhubekaNextHash), prontamente stroncati dal gruppo, vanno all’attacco Stan Dewulf (AG2R-Citroën Team), Diego Rubio (Burgos-BH) e Bert-Jan Lindeman (Team QhubekaNextHash). Arriveranno ad ottenere 25” ma verranno fagocitati dal plotone, trainato in maniera particolare dall’Euskaltel-Euskadi in una prima ora corsa ad oltre 50,2 km/h di media.
Una brutta caduta in coda al gruppo, ai -84 dal traguardo, coinvolge Tobias Bayer (Alpecin), un corridore della Bora ed uno dell’Euskaltel. Ad aver la peggio è proprio l’austriaco (sospetta frattura della clavicola), costretto al ritiro. Ai -98 sono in 3 a partire ai quali con il passare dei chilometri ed il lasciar fare del gruppo si aggiungono altri cinque. Ora l’insieme dei fuggitivi è composto da Mikel Iturria (Euskaltel-Euskadi), Sebastian Berwick (Israel -Up Nation), Sander Armée (Qhubeka), Julen Amezqueta (CajaRural-Seguros RGA), Bol, Stan Dewulf, Maxim Van Gils (Lotto Soudal) e Chad Haga (Team DSM). Quando mancano 75 km al traguardo, il loro vantaggio tocca il minuto e 20”. Al primo passaggio da Cordoba, dove è previsto un traguardo volante, Dewulf precede Amezqueta e Bol.
In testa al gruppo intanto si danno da fare l’UAE Team Emirates, al lavoro per Matteo Trentin. Haga, nel frattempo, si stacca e rimangono in sette all’attacco.
Si affronta l’Alto de San Jeronimo, sul quale i fuggitivi riescono a mantenere un vantaggio costante sul minuto e 43” ed un’andatura sui 23 km/h.
Ai 54 km/h avviene un’altra caduta, in una doppia curva. E stavolta tra i coinvolti ci sono uomini di classifica come Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e Adam Yates (Ineos) Una decina di corridori finiscono sull’asfalto e alcuni vanno ad impattare contro recinzione in filo spinato. Riporta una brutta botta Dylan Van Baarle (Ineos), caduto assieme al compagno di squadra Salvatore Puccio. Ferito alle natiche ed alla coscia, ed in grossa difficoltà, è anche Nelson Oliveira (Movistar). Il gruppo gioco forza si spezzetta. Roglic, secondo scivolone in tre giorni per lui, viene scortato e fatto rientrare nel plotone dai suoi scudieri.
Intanto a 50 km al traguardo, viene ripreso Haga. In testa alla corsa scatta Iturria che conquista il Gran Premio della Montagna e in discesa inizia a guadagnare qualcosina sugli inseguitori. Dietro è sempre l’UAE a faticare in testa al gruppo, seguita dagli uomini della Movistar. Davanti rimangono in 6, ma il loro vantaggio dimunuisce. La verve di Iturria, intanto, si esaurisce ed il basco viene ripreso da Dewulf e compagnia ai -38. L’andatura aumenta: obiettivo del gruppo è annullare la fuga prima dell’ultima salita per far sì che i grossi nomi tentino il numero. La velocità media è di 47 km/h. Potrebbe essere la quiete prima della tempesta? All’inizio dell’Alto del 14%, colle di seconda categoria, dal gruppo si stacca Mikel Landa (Barhain). Attacca Van Gils mentre gli altri fuggitivi vengono ripresi. Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) decide, a questo punto, di rompere gli indugi e di sferrare il colpo. Lo seguoeno Jay Vine (Alpecin-Finex) e Romain Bardet (Team DSM). Poco dopo si aggiunge Sergio Henao (Qhubeka). Bardet transita primo al GPM, accorciando le distanze a soli 4 punti da Damiano Caruso (Bahrain) nella classifica degli scalatori. Il gruppetto allunga a 27” il proprio vantaggio sul plotone. Ci provano anche Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Ion Izagirre (Astana) ma vengono ripresi quasi subito. Time La Bike Exchanges si pone al lavoro per Michael Matthews. Anche i 4 davanti, poco prima della “flamme rouge” dell’ultimo chilometro devono alzare bandiera bianca. Il gruppo torna così compatto, con L’EF Education Nippo che tira alla grande con Jens Keukeleire, ultimo uomo per Magnus Cort Nielsen: il danese parte con una grande progressione resistendo al tentativo di rimonta di Andrea Bagioli e trionfa per una ruota sul valtellinese della Deceuninck-QuickStep, conquistando il secondo successo parziale in questa edizione della vuelta. Tutto invariato in classifica generale con il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) con 58″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′56″ su Roglic

Vito Sansone

Bis per Magnus Cort Nielsen sulle strade della Vuelta, battuto Andrea Bagioli a Cordoba (foto Bettini)

Bis per Magnus Cort Nielsen sulle strade della Vuelta, battuto Andrea Bagioli a Cordoba (foto Bettini)

26-08-2021

agosto 26, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education-NIPPO) si è imposto nella dodicesima tappa, Jaén – Córdoba , percorrendo 175 Km in 3h44′21″, alla media di 46.802 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step) e l’australiano Michael Matthews (Team BikeExchange). Il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) è ancora maglia rossa con 58″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′56″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 12° a 6′20″

DEUTSCHLAND TOUR

Il tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, Stralsund – Schwerin, percorrendo 191.4 Km in 4h07′01″, alla media di 46.491 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) e l’austriaco Marco Haller (Bahrain Victorious). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM), 7°. Ackermann è il primo leader della classifica con 4″ su Bauhaus e 6″ su Haller. Miglior italiano Mozzato, 10° a 10″.

DRUIVENKOERS – OVERIJSE

Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella corsa belga, circuito di Overijse, percorrendo 192 Km in 4h15′55″, alla media di 45.015 Km/h. Ha preceduto di 40″ il danese Mikkel Frølich Honoré (Deceuninck – Quick Step) e di 53″ il connazionale Aimé De Gendt (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty-Gobert), 25° a 1′38″

TOUR POITOU – CHARENTES EN NOUVELLE AQUITAINE

Due tappe disputate nel terzo giorno di gara

L’italiano Elia Viviani (Cofidis) si è imposto nella terza tappa, Moncontour – Loudun, percorrendo 109.6 Km in 2h22′49″, alla media di 46.045 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Timothy Dupont (Bingoal Pauwels Sauces WB) e l’italiano Simone Consonni (Cofidis). Viviani è ancora leader della classifica con 12″ sul francese Jason Tesson (St Michel-Auber 93) e 14″ su Consonni

Il belga Ben Hermans (Israel Start-Up Nation) si è imposto nella quarta tappa, cronometro individuale Monts-sur-Guesnes – Loudun, percorrendo 23.5 Km in 27′55″, alla media di 50.507 Km/h. Ha preceduto di 1″ il britannico John Archibald (EOLO-KOMETA) e di 7″ il francese Bruno Armirail (Groupama-FDJ). Miglior italiano Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), 6° a 19″. Il britannico Connor Swift (Arkéa-Samsic) è il nuovo leader della classifica con 10″ su Armirail e 18″ sul danese Morten Alexander Hulgaard (Uno-X Pro Cycling Team). Miglior italiano De Marchi, 4° a 22″.

JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Tyler Williams (L39ION of Los Angeles) si è imposto nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 188.3 Km in 4h07′56″, alla media di 45.569 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Gage Hecht (Aevolo) e di 1″ lo spagnolo Óscar Miguel Sevilla Ribera (Team Medellín – EPM). Nessun italiano in gara. Williams è il primo leader della classifica con 5″ su Hecht e 6″ su Sevilla Ribera

JOE MARTIN STAGE RACE DONNE (USA)

La statunitense Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) si è imposta nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 103 Km in 2h51′21″, alla media di 36.067 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Heidi Franz (Rally Cycling) e Veronica Ewers (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Nessun italiana in gara. La Schneider è la prima leader della classifica con 4″ sulla Franz e 6″ sulla Ewers

SIMAC LADIES TOUR (Paesi Bassi)

L’elvetica Marlen Reusser (Alé BTC Ljubljana) si è imposta nella seconda tappa, circuito a cronometro di Gennep, percorrendo 17 Km in 20′41″, alla media di 49.315 Km/h. Ha preceduto di 18″ l’olandese Ellen van Dijk (Trek-Segafredo) e di 41″ l’olandese Chantal van den Broek-Blaak (Team SD Worx). Miglior italiana Vittoria Guazzini (Valcar-Travel & Service), 11° a 1′37″. La Reusser è la nuova leader della classifica con 12″ sulla Van Dijk e 39″ sulla Van den Broek-Blaak. Miglior italiana la Guazzini, 12° a 1′37″.

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