L’ÉTAPE DU JOUR: ÎLE D’OLÉRON (LE CHÂTEAU-D’OLÉRON) – ÎLE DE RÉ (SAINT-MARTIN-DE-RÉ)
settembre 8, 2020 by Redazione
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Dopo il giorno di riposo si riparte con una tappa interamente pianeggiante ma insidiosa. L’intero tracciato si dipana in prossimità delle coste dell’Oceano Atlantico e bisognerà stare attenti al vento, che potrebbe spezzare il gruppo in più tronconi
Apparentemente è una tappa innocua, l’ideale per rimettersi in pista dopo il giorno di riposo, momento che alcuni corridori patiscono perché interviene a interrompere il ritmo di gara e che spesso è causa di clamorose crisi se si riparte con una tappa di montagna. Stavolta non sarà così perché la frazione in programma martedì sarà la più facile tra le ventuno in programma quest’anno. Sarà l’unica a non proporre nemmeno un Gran Premio della Montagna, anche perché mancano del tutto le salite, anche quei microscopi strappi dei quali pullula la Francia. Apparentemente, abbiamo detto, perché i problemi potrebbero arrivare da un’altra parte e di che problemi si tratta è facile capirlo: basta guardarle la planimetria, che praticamente si sviluppa quasi costantemente in prossimità dell’Oceano Atlantico. Si partirà da un’isola, un’altra ospiterà il traguardo e la tappa quasi interamente si disputerà sulle strade della Francia “continentale”, ma rimanendo quasi costantemente in prossimità della costa, dove la forza del vento potrebbe spezzare il gruppo e lasciar dietro qualche pezzo grosso. Ne sa qualcosa Alejandro Valverde che nella pianeggiante tappa di Saint-Amand-Montrond (e in quel caso si correva lontano dal mare), Tour del 2013, a causa del vento lasciò per strada quasi 10 minuti.
METEO TOUR
Île d’Oléron (Le Château-d’Oléron): nubi sparse, 25.4°C, vento moderato da NE (15-18 Km/h), umidità al 28%
Royan (Km 47): poco nuvoloso, 26.5°C, vento moderato da NNE (15-18 Km/h), umidità al 28%
Rochefort (Km 103): poco nuvoloso, 25.9°C, vento moderato da NE (16-19 Km/h), umidità al 28%
La Rochelle (Km 139): nubi sparse, 24.2°C, vento moderato da NNE (14-17 Km/h), umidità al 41%
Île de Ré (Saint-Martin-de-Ré): nubi sparse, 23.2°C, vento moderato da NNE (13-17 Km/h), umidità al 47%
GLI ORARI DEL TOUR
13.25: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
13.45: partenza da Le Château-d’Oléron
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 13 Km dal via)
16.30-16.40: traguardo volante di Châtelaillon-Plage
17.20 – 17.40: arrivo a Saint-Martin-de-Ré
UN PO’ DI STORIA
Quarta isola per grandezza della Francia, l’Île de Ré accoglierà per la prima volta il Tour de France sulle sue strade: il traguardo sarà collocato presso uno dei principali centri abitati dell’isola, Saint-Martin-de-Ré, circondato da fortificazioni erette nel XVII secolo e protette dall’UNESCO assieme ad altri complessi fortificati sparsi per tutta la Francia che furono costruite su iniziativa del maresciallo Sébastien Le Prestre de Vauban (genericamente più noto come Vauban). Vanta, invece, un precedente l’Île d’Oléron, che fu sede d’arrivo nel 1983, quando a Saint-Pierre-d’Oléron tagliò per primo la linea del traguardo l’attuale commentatore delle corse ciclistiche su Eurosport Riccardo Magrini
Mauro Facoltosi

Il ponte che collega la terraferma all'Île de Ré e, in trasparenza, l'altimetria della decima tappa (www.lci.fr)
07-09-2020
settembre 7, 2020 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Giorno di riposo
TIRRENO-ADRIATICO
Il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, circuito di Lido di Camaiore, percorrendo 133 Km in 2h57′55″ alla media di 44.85 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Fernando Gaviria Rendón (UAE-Team Emirates) e il danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling). Miglior italiano Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation), 5°. Ackermann è il primo leader della classifica con 4″ su Gaviria Rendón e Cort Nielsen. Miglior italiano Cimolai, 5° a 10″.
BELGRADO – BANJA LUKA (Serbia – Bosnia-Erzegovina)
Il polacco Sylwester Janiszewski (Voster ATS Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Derventa – Banja Luka, percorrendo 158.3 Km in 3h32′16″ alla media di 44.75 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Gleb Brussenskiy (Vino – Astana Motors) e lo spagnolo Enrique Sanz Unzué (Equipo Kern Pharma). Nessun italiano in gara. Il polacco Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) si impone in classifica con 18″ sullo spagnolo Martí Márquez Román (Equipo Kern Pharma) e 25″ sul kazako Daniil Pronskiy (Vino – Astana Motors).
ACKERMANN, VOLATA IMPERIALE A LIDO DI CAMAIORE
Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe) vince in volata la prima tappa della Tirreno Adriatico 2020 battendo sul lungomare di Lido di Camaiore Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) e Magnus Cort Nielsen (EF Education First). Il tedesco indossa anche la maglia azzurra di leader della classifica generale.
La Tirreno Adriatico 2020 “invade” il Tour de France e nel primo giorno di riposo della corsa francese va di scena la prima tappa della Corsa dei Due Mari, lunga 133 km e caratterizzata da un percorso che è praticamente un circuito dentro un altro circuito. Si parte da Lido di Camaiore, si percorre un primo circuito che presenta tre ascese del Pitoro e si ritorna in riva al Tirreno per altri due giri tra Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore, dove è posta la linea del traguardo. La fuga di giornata è stata caratterizzata dall’azione di Natan Haas (Cofidis), Simon Pellaud (Androni Sidermec), Daniel Savini (Bardiani-CSF) e Paul Martens (Jumbo Visma). Al primo passaggio dal Monte Pitoro la fuga faceva registrare il vantaggio massimo di 3 minuti e 43 secondi sul gruppo, tirato dalle squadre dei velocisti. La corsa si animava sulla terza ed ultima ascesa al Pitoro, quando Pellaud e Martens lasciavano la compagnia dei fuggitivi contrattaccando con decisione e scollinando insieme. A 60 km dal termine il loro vantaggio sul gruppo era di 1 minuto e 55 secondi. La seconda parte della tappa, completamente pianeggiante, vedeva il ritorno progressivo da parte del gruppo, con Sunweb, Bora Hansgrohe e NTT Cycling a condurre l’inseguimento. L’azione dei fuggitivi terminava a poco meno di 20 km dall’arrivo. La volata era ormai scontata ma ai meno 2 km dall’arrivo c’era da registrare una caduta che metteva fuori gioco Alberto Dainese (Sunweb) e Tim Merlier (Alpecin-Fenix), due papabili per la vittoria odierna. Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) partiva lungo ma, quando sembrava tagliare per primo il traguardo, ecco che sbucava dal nulla Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe), che con un’accelerazione devastante risaliva sulla destra a velocità doppia e batteva di mezza ruota il colombiano. Al terzo posto si piazzava Magnus Cort Nielsen (EF Education First), mentre chiudevano la top five in quarta posizione Szymon Sajnok (CCC) e in quinta Davide Cimolai (Israel StartUp Nation). Ackermann ottiene così la quarta vittoria stagionale ed indossa la maglia azzurra di leader della classifica generale con 4 secondi di vantaggio su Gaviria e 6 secondi su Cort Nielsen. Domani i velocisti avranno un’altra occasione per battersi in volata e Ackermann potrà difendere la leadership nella seconda tappa da Camaiore a Follonica, ancora più pianeggiante di quella odierna con il solo facile GPM di Castellina Marittima dopo 98 km e a 103 Km dal traguardo.
Antonio Scarfone

Ackermann vince la prima tappa della Tirreno-Adriatico 2020 (foto Bettini)
06-09-2020
settembre 6, 2020 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si è imposto nella nona tappa, Pau – Laruns, percorrendo 153 Km in 3h55′17″ alla media di 39.02 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) e l’elvetico Marc Hirschi (Team Sunweb). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 12° a 54″. Roglič è la nuova maglia gialla con 21″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e 28″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Caruso, 16° a 3′42″.
TOUR DU DOUBS
Il belga Loïc Vliegen (Circus – Wanty Gobert) si è imposto nella corsa francese, Morteau – Pontalier , percorrendo 200 Km in 4h51′21″ alla media di 41.19 Km/h. Ha preceduto di 14″ l’eritreo Biniam Ghirmay Hailu (NIPPO DELKO One Provence) e il francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R La Mondiale). Miglior italiano Francesco Manuel Bongiorno (Vini Zabù – KTM), 46° a 22″.
BELGRADO – BANJA LUKA (Serbia – Bosnia-Erzegovina)
Lo spagnolo Enrique Sanz Unzué (Equipo Kern Pharma) si è imposto nella terza tappa, Teslić – Prnjavor, percorrendo 122 Km in 2h38′22″ alla media di 46.22 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Orluis Alberto Aular Sanabria (Caja Rural – Seguros RGA) e il russo Maikin Roman (Cambodia Cycling Academy). Nessun italiano in gara. Il polacco Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) è ancora leader della classifica con 18″ sullo spagnolo Martí Márquez Román (Equipo Kern Pharma) e 25″ sul kazako Daniil Pronskiy (Vino – Astana Motors).
BALTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)
Il polacco Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Piechowice, percorrendo 89 Km in 2h08′40″ alla media di 41.70 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Maciej Paterski (Wibatech Merx 7R) e Adam Stachowiak (Voster ATS Team). Nessun italiano in gara. Aniołkowski si impone in classifica con 11″ su Paterski e 21″ su Stachowiak
GRAND PRIX WORLD’S BEST HIGH ALTITUDE (Turchia)
L’ucraino Anatoliy Budyak (nazionale ucraina) si è imposto nella corsa turca, Kayseri – Hacılar Gate, percorrendo 136.2 Km in 3h30′50″ alla media di 38.76 Km/h. Ha preceduto di 10″ il russo Savva Novikov (Justiniano Hotels – Velo Alanya) e di 29″ il connazionale Andriy Vasylyuk (nazionale ucraina). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk Development), 61° a 23′48″
LARUNS FEUDO SLOVENO: POGAČAR VINCITORE, ROGLIČ E MAGLIA GIALLA
A Laruns la fuga sperava di avere le stesse possibilità di ieri e, pur formandosi soltanto a metà del percorso, Marc Hirschi (Sunweb) era artefice di un’azione solitaria che per ampi tratti gli faceva accarezzare la sua prima grande affermazione in carriera. Ma gli attacchi incrociati dei big sul durissimo Col de Marie-Blanque faceva perdere terreno al coraggioso svizzero, che veniva ripreso da un gruppetto risicato di ciclisti a soli 2 km dal traguardo. La volata ristretta premiava Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), che aveva la meglio su Primož Roglič (Jumbo Visma), vincitore su questo stesso traguardo nel 2018 e nuova maglia gialla dopo la défaillance di Adam Yates (Mitchelton-Scott). Domani è in programma il primo giorno di riposo dopo due tappe pirenaiche tutto sommato godibili.
L’immancabile Pau è sede di partenza della nona tappa del Tour 2020 che termina a Laruns dopo 153 km. Come ieri si corre con un chilometraggio piuttosto ridotto ma che comunque potrebbe riservare qualche sorpresa visto che sono in programma cinque GPM, l’ultimo dei quali a 18 km dall’arrivo. Sulla carta sembra una tappa adatta ancora ad una fuga di uomini fuori classifica, ma potrebbe dire la sua anche chi ha nel mirino la classifica GPM. Per quanto riguarda la lotta per la maglia gialla, sarà interessante vedere cosa succederà sui colli dell’Hourcère e di Marie-Blanque, due ascese di prima categoria con tratti in doppia cifra di pendenza. Dopo la partenza da Pau il gruppo restava compatto e manteneva un’andatura ordinaria; sulla facile Côte d’Artiguelouve, posta dopo soli 9 km, Benoît Cosnefroy (AG2R) transitava in prima posizione conquistando l’unico punto a disposizione della speciale classifica. Si segnalava molto attivo il Team Sunweb che, prima con Marc Hirschi e poi con Nicolas Roche, cercava vanamente di portare via la fuga. Altri attacchi venivano portati nel tratto pianeggiante che precedeva il Col de la Hourcère, secondo GPM in programma. Tra i ciclisti all’attacco si segnalavano tra gli altri Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Daniel Martin (Israel StartUp Nation), Matteo Trentin (CCC), Hugh Carthy (EF Education First) e Tiesj Benoot (Sunweb), ma il gruppo non dava ancora il via libera e dopo 40 km era ancora compatto. La situazione cambiava sull’Hourcère, quando riuscivano ad evadere Davide Formolo (UAE-Team Emirates), Lennard Kamna (Bora Hansgrohe), David Gaudu e Sébastien Reichenbach (Groupama FDJ), Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers) e Marc Hirschi (Sunweb). Era quest’ultimo a rompere gli indugi e a provare l’azione individuale nel tratto più duro della salita. Lo svizzero scollinava con 1 minuto e 20 secondi sui diretti inseguitori, mentre il gruppo maglia gialla, tirato dal Team Jumbo Visma, era segnalato a oltre 2 minuti di ritardo. Nel frattempo si registrava il ritiro di Fabio Aru (UAE-Team Emirates), che si era staccato dal gruppo nel tratto pianeggiante che precedeva l’Hourcère in seguito ad una accelerazione e che viaggiava da solo in ultimissima posizione, con un ritardo che si faceva sempre più elevato. Hirschi scollinava tutto solo anche sul successivo Col de Soudet e si lanciava nella lunga discesa che portava ad Arette, località in cui era posto il traguardo volante. Hirschi continuava imperterrito verso il traguardo di Laruns e faceva suo anche il Col d’Ichère. A 37 km dalla fine il vantaggio dello svizzero sul gruppo maglia gialla era sceso a 4 minuti e 10 secondi. Il Team Jumbo Visma aumentava il ritmo sul Col de Marie-Blanche e tra i primi i big a cedere si segnalava Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe), ancora non al meglio dopo la caduta al recente Giro del Delfinato. Gli attacchi ed i controattacchi tra gli uomini di classifica facevano diminuire il vantaggio di Hirschi, che scollinava con soli 45 secondi sui più diretti inseguitori. Anche la maglia gialla Adam Yates (Mitchelton Scott) si segnalava in difficoltà. A 15 km dal termine Hirschi aveva 15 secondi di vantaggio su un quartetto formato da Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), Primož Roglič (Jumbo Visma), Mikel Landa (Bahrain McLaren ) ed Egan Bernal (INEOS Grenadiers). Lo svizzero veniva ripreso a 2 km dall’arrivo e la volata ristretta la vinceva Pogačar su Roglič, con Hirschi che doveva accontentarsi della terza piazza. Bernal e Landa chiudevano la top five mentre 11 secondi più tardi Bauke Mollema (Trek Segafredo) regolava un gruppetto con Guillaume Martin (Cofidis), Romain Bardet (AG2R), Richie Porte (Trek Segafredo), Rigoberto Urán (EF Education First) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic). Yates chiudeva con 54 secondi di ritardo e doveva dire addio alla maglia gialla. La nuova classifica generale vede Roglič al comando con 21 secondi di vantaggio su Bernal e 28 secondi su Martin. Domani il primo giorno di riposo consentirà a molti di rifiatare, in un Tour che finora è stato abbastanza stressante, soprattutto in queste ultime due tappe pirenaiche. Si riparte martedì per la decima tappa, disegnata tra l’Île d’Oléron e l’Île de Ré. La frazione si snoderà quasi costantemente lungo la costa atlantica e i ventagli saranno praticamente all’ordine del chilometro, per cui i big di classifica dovranno sempre tenere gli occhi aperti.
Giuseppe Scarfone

Pogačar si impone nell'ultima tappa pirenaica sullo stesso traguardo che due anni aveva visto vincitore il suo connazionale Roglič, oggi terzo e nuova maglia gialla (Getty Images Sport)
L’ÉTAPE DU JOUR: PAU – LARUNS
settembre 6, 2020 by Redazione
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L’ultima tappa pirenaica propone due salite impegnative piazzata non vicinissime all’arrivo. Ma dopo la battagliata tappa di Loudenvielle potrebbero rimanere nelle gambe e rendere anche questa frazione più selettiva del previsto
Sulla carta appare come una tappa decisamente meno “tarata” sulle misure degli scalatori la seconda tracciata sui Pirenei. I 18 Km che separano la cima del Marie-Blanque dal traguardo paiono quasi condannare questa tappa ed emettere una sentenza che parla di giornata inutile per gli scalatori. Potrebbe, invece, venirne fuori una tappa ancor più selettiva della precedente, cominciando proprio dal fatto che qualcuno potrebbe non aver ancora smaltito le fatiche della frazione di Loudenvielle. I 153 Km che si dovranno percorrere potrebbero poi invogliare a una partenza piuttosto veloce, motivata anche dal fatto che i primi 50 Km sono quasi del tutto pianeggianti e anche questo potrebbe assumere un certo peso al momento di affrontare le salite. La prima di queste è possibile considerarla una novità perché i 12 Km all’8.3% del Col de la Hourcère non sono mai stati affrontati al Tour dal versante di quest’anno, mentre da quello che si percorrerà in discesa si salì unicamente durante la tappa di Pau del 1995, quando non ci fu corsa perché era il giorno successivo la scomparsa di Fabio Casartelli e si decide di dedicargli la tappa percorrendola tutti assieme in corteo, senza sprintare ai traguardi volanti e ai Gran Premi della Montagna. Quasi 70 Km più avanti si andrà a scalare il Marie-Blanque, colle pirenaico non troppo blasonato soprattutto perché viene spesso affrontato lontano dalle fasi calde della corsa. I suoi 7.3 Km all’8.7% hanno, però, il veleno nella coda perché prevedono un tratto finale di 3 Km al 12% di pendenza media che, alla fine di questa due giorni pirenaica, potrebbe far molto male e i cui effetti potrebbero non essere leniti dai quasi 20 km che si dovranno successivamente percorrere per andare al traguardo.
METEO TOUR
Pau : pioggia debole (0.1 mm), 18°C (percepiti 19°C), vento moderato da WNW (12 Km/h), umidità al 81%
Aramits (Km 46.5): pioggia debole (0.1 mm), 19.1°C (percepiti 20°C), vento moderato da WNW (13 Km/h), umidità al 71%
Col de Soudet (GPM, Km 78): cielo sereno, 18°C, vento moderato da NW (12-17 Km/h), umidità al 42%
Escot (inizio salita Marie-Blanque, Km 125.5): cielo coperto, 20°C, vento moderato da WNW (15 Km/h), umidità al 64%
Laruns : previsioni non disponibili
GLI ORARI DEL TOUR
12.35: partenza da Pau
13.00: inizio trasmissione Eurosport 1 (all’incirca a 20 Km dal via)
13.30: inizio trasmissione RAISport (all’incirca a 40 Km dal via)
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 60 Km dal via)
14.20-14.30: scollinamento Col de la Hourcère
15.50-16.25: scollinamento Col de Marie-Blanque
16.15 – 16.40: traguardo a Laruns
UN PO’ DI STORIA
Tra i principali centri della Vallée d’Ossau, Laruns ha debuttato nella nomenclatura del Tour de France nel 1985 ospitando la partenza di una semitappa diretta a Pau e vinta dal francese Régis Simon, preceduta una frazione mattutina terminata sulla vetta dell’Aubisque con il successo dell’irlandese Stephen Roche. Lo stesso colle nel 2018 costituiva l’estrema difficoltà dell’ultimo tappone di quel Tour, che prevedeva anche Aspin e Tourmalet e terminò a Laruns con il successo dello sloveno Primož Roglič
Mauro Facoltosi

Il Lac d'Artouste sulle montagne di Laruns e, in trasparenza, l'altimetria della nona tappa (www.valleedossau-tourisme.com)
ANCHE IL MORTIROLO SORRIDE A PIDCOCK. IL GIRO D’ITALIA È SUO
Neanche il Mortirolo ha frenato la galoppata in rosa del britannico Pidcock, che ha fatto suo anche il successo di tappa all’Aprica. Seconda piazza per il belga Vandenabeele. che sale anche sul secondo gradino del podio finale. Terzo – sia di giornata, sia nella Generale – l’italiano Colleoni.
Anche l’ultima tappa del Giro Under23 si è chiusa nel segno del britannico Thomas “Tom” Pidcock (Trinity Road Racing) che, da puledro di razza qual è, non ha voluto lasciare nulla agli avversari aggiudicandosi così anche il successo odierno.
L’ordine d’arrivo dell’ottava e ultima tappa ha così sancito le prime posizioni della classifica generale con il belga Henri Vandenabeele (Lotto Soudal Development Team) che, andando all’attacco sul Mortirolo con la Maglia Rosa, ha chiuso in seconda posizione scalzando dal secondo gradino del podio finale Kevin Colleoni (Biesse Arvedi), che ha chiuso la tappa in quarta posizione a oltre 4’ dal vincitore. Terzo di giornata si è invece piazzato Samuele Zoccarato (Colpack Ballan) che ha preceduto Giovanni Aleotti (Cycling Team Friuli) e Filippo Conca (Biesse Arvedi), rimasti ai piedi del podio finale.
Il primo GPM in programma, quello di Teglio, viene superato senza attacchi con lo stesso Pidcock che onora la sua maglia rosa passando per primo sotto lo striscione. La successiva salita verso il GPM di Carona vede il primo attacco, portato da Antonio Tiberi e Davide Baldaccini (Colpack Ballan), che transitano in vetta con un circa 20 secondi di vantaggio. Al traguardo volante di Tirano si impone Baldaccini, mentre supera il minuto il vantaggio dei due di testa sul gruppo maglia rosa. Sulle prime rampe del Mortirolo Filippo Conca (Biesse Arvedi) in solitaria raggiunge i battistrada, dai quali si stacca Baldaccini. Dietro non rimangono a marcarsi e, anzi, il belga Vandenabeele forza l’andatura per attaccare il terzo posto in classifica di Aleotti, che si stacca dal gruppetto che inseguiva i battistrada e nel quale si segnala un pimpante Zoccarato. In vetta al Mortirolo transita per primo Pidcock insieme a Vandenabeele e con 26″ Zoccarato e 1′10″ su Colleoni.
La coppia di testa ha continua a procedere a tutta fino al traguardo dove il britannico in rosa mette la parola fine alle ostilità per la conquista del Giro d’Italia Under23. Il belga, invece, che era partito all’attacco per conquistare almeno un terzo posto nella generale, si ritrova e con merito sul secondo gradino della classifica finale. Con Colleoni, terzo, un italiano ritorna sul podio finale della corsa a tappe più importante della categoria (l’ultimo era stato Fabio Aru, piazzato secondo nel 2012).
Il piazzamento del portacolori della Biesse Arvedi ha fatto spendere parole d’elogio al Team Manager Massimo Rabbaglio “Ringrazio i ragazzi per le mille emozioni di questi giorni. Siamo stati protagonisti in tutte le tappe e chiudiamo con un terzo e quinto posto nella gara più importante della categoria. Sono felice e orgoglioso del lavoro di Colleoni e Conca e di tutti i ragazzi che hanno contribuito a questo risultato come meglio potevano: Carboni, Berzi, Menegotto e Belleri. Ringrazio i direttori sportivi e tutto lo staff , hanno gestito al meglio ogni aspetto di questa esperienza. Un ringraziamento anche agli sponsor, che ci fanno sempre sentire la loro vicinanza.”
Oltre alla classifica generale Pidcock ha fatto sua anche quella del Gran Premi della Montagna e la “combinata”, mentre Luca Colnaghi (Zalf Euromobil Désirée Fior) ha conquistato la classifica a punti, Cristian Rocchetta quella dei traguardi volanti, Edoardo Zambanini (Zalf Euromobil Désirée Fior) quella dei giovani e la formazione Kometa Xstra Cycling Team quella riservata alle squadre.
Mario Prato

Pidcock fa il "cannibale" e si aggiudica anche la tappa conclusiva dell'Aprica (foto Isolapress)
05-09-2020
settembre 5, 2020 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Il francese Nans Peters (AG2R La Mondiale) si è imposto nell’ottava tappa, Cazères-sur-Garonne – Loudenvielle, percorrendo 141 Km in 4h02′12″ alla media di 34.93 Km/h. Ha preceduto di 47″ il lettone Toms Skujiņš (Trek – Segafredo) e lo spagnolo Carlos Verona Quintanilla (Movistar Team). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 21° a 7′18″. Il britannico Adam Yates (Mitchelton-Scott) è ancora maglia gialla con 3″ sullo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) e 9″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Caruso, 18° a 2′40″.
GIRO D’ITALIA UNDER23
Il britannico Thomas Pidcock (Trinity Racing Team) si è imposto anche nell’ottava ed ultima tappa, circuito di Aprica, percorrendo 120.9 Km in 3h21′04″ alla media di 36.08 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Henri Vandenabeele (Lotto – Soudal U23) e di 1′20″ l’italiano Samuele Zoccarato (Team Colpack – Ballan). Pidcock si impone in classifica con 2′25″ su Vandenabeele e 5′54″ sull’italiano Kevin Colleoni (Biesse Arvedi)
BELGRADO – BANJA LUKA (Serbia – Bosnia-Erzegovina)
Il polacco Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella seconda tappa, Bijeljina – Vlasenica, percorrendo 181 Km in 4h25′44″ alla media di 40.87 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’uruguayano Fabricio Ferrari Barcelo (SSOIS Miogee Cycling Team) e di 6″ lo spagnolo Martí Márquez Román (Equipo Kern Pharma). Nessun italiano in gara. Kaczmarek è il nuovo leader della classifica con 18″ su Márquez Román e di 25″ il kazako Daniil Pronskiy (Vino – Astana Motors).
BALTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)
L’olandese Lars Boven (Jumbo-Visma Development Team) si è imposto nella seconda tappa, Kożuchów – Lubań, percorrendo 62 Km in 1h27′08″ alla media di 42.69 Km/h. Ha preceduto di 2″ il polacco Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team) e il connazionale Thijs De Lange (Metec – TKH Continental Cyclingteam p/b Mantel). Nessun italiano in gara. Boven è il nuovo leader della classifica con 2″ sul danese Frederik Rodenberg Madsen (Uno-X Pro Cycling Team) e 3″ su Aniołkowski
LILLEHAMMER GP (Norvegia)
Il norvegese Andreas Leknessund (Uno-X Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa norvegese, Øyer – Hafjell, percorrendo 133 Km in 3h27′58″ alla media di 38.37 Km/h. Ha preceduto di 24″ il connazionale Træen Torstein (Uno-X Pro Cycling Team) e di 42″ il connazionale Andreas Staune-Mittet (Joker Fuel of Norway). Nessun italiano in gara
GRAND PRIX MOUNT ERCIYES 2200 MT (Turchia)
Il russo Ivan Smirnov (Lokosphinx) si è imposto nella corsa turca, Talas – Mazakaland, percorrendo 158.5 Km in 3h45′59″ alla media di 42.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint in connazionale Gleb Syritsa (Sankt Petersburg) e l’ucraino Mykhaylo Kononenko (nazionale ucraina). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk Development), 24° a 4′06″
BATTAGLIA SUI PIRENEI: VINCE PETERS, YATES RESTA IN GIALLO
A Loudenvielle è Nans Peters (AG2R) ad aggiudicarsi la prima tappa pirenaica dopo essersene andato in fuga dopo pochi chilometri dalla partenza insieme a 12 attaccanti. Il francese costruisce la vittoria sul Col de Peyresourde, ultimo GPM in programma, quando resta da solo in testa alla corsa. Tra i big si registra qualche scaramuccia sulla penultima ascesa, che premia Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), unico a cercare con convinzione l’attacco; lo sloveno recupera una quarantina di secondi sulla maglia gialla Adam Yates (Mitchelton Scott). Chi invece deve dire addio ai sogni di gloria è ancora una volta Thibaut Pinot (Groupama FDJ), sofferente per la caduta di Nizza e staccatosi già sul Port de Balès. Per lui a questo punto non si esclude un mesto ritiro.
Se la tappa di ieri era stata caratterizzata dai ventagli e da alcuni rilevanti cambiamenti sia in classifica generale – a farne le spese sono stati in particolare Mikel Landa (Bahrein McLaren), Richie Porte (Trek Segafredo) e Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), sia nelle classifiche di specialità (Peter Sagan della Bora Hansgrohe è la nuova maglia verde mentre Egan Bernal della INEOS Grenadiers è la nuova maglia bianca) – oggi vanno di scena i Pirenei e vedremo se i big che ieri hanno perso terreno avranno la forza ed il coraggio di attaccare per provare a risollevarsi in un Tour che inizia a dare alcune risposte concrete. Sono 141 i chilometri che si dovranno percorrere tra Cazères-sur-Garonne w Loudenvielle, con tre GPM esigenti che attendono i ciclisti. Sull’ultimo di questi, il Col de Peyresourde, a 11 km dal termine, sono previsti anche secondi di abbuono per i tre ciclisti che transiteranno per primi. La tappa entrava subito nel vivo con una fuga di 13 ciclisti: Benoît Cosnefroy e Nans Peters (AG2R-La Mondiale), Ilnur Zakarin (CCC), Kévin Réza e Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept), Michael Mørkøv (Deceuninck-Quick Step), Neilson Powless (EF), Fabien Grellier e Jérôme Cousin (Total Direct Énergie), Carlos Verona (Movistar), Toms Skujiņš (Trek-Segrafredo), Søren Kragh Andersen (Sunweb) e Ben Hermans (Israel Start-Up Nation). Dopo 15 km la fuga aveva 2 minuti e 30 secondi sul gruppo, che si limitava a controllare visto che Zakarin, il ciclista messo meglio in classifica generale, era ad oltre 16 minuti di ritardo dalla maglia gialla Adam Yates (Mitchelton Scott). Il vantaggio della fuga aumentava e dopo 40 km dal via gli attaccanti avevano 10 minuti di vantaggio sul gruppo. SI segnalava il ritiro di Giacomo Nizzolo (NTT Cycling) per un problema al ginocchio. Cosnefroy transitava in prima posizione sul Col de Menté, rafforzando così il suo primato nella speciale classifica dei GPM. Il gruppo inseguiva a 11 minuti e 30 secondi. Sul Port de Balès, secondo GPM in programma, la fuga si spezzava in più tronconi e restavano in testa Peters e Zakarin. A 40 km dal termine la coppia suddetta aveva circa 20 secondi di vantaggio su Powless, Verona, Pacher, Kragh Andersen e Skujiņš. Nel gruppo maglia gialla Thibaut Pinot (Groupama FDJ) era segnalato in difficoltà e si staccava. Purtroppo gli strascichi della caduta patita nella tappa di Nizza si facevano sentire e come Pinot anche Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers) si sfilava e finiva nelle retrovie del gruppo. Oltre a Nizzolo si segnalavano nel frattempo anche i ritiri di William Bonnet (Groupama FDJ), Diego Rosa (Arkéa-Samsic) e di Lilian Calmejane (Total Direct Énergie). Peters scollinava in prima posizione sul Port de Balès e nella discesa si avvantaggiava su Zakarin, non propriamente a suo agio quando la strada scende. Il gruppo maglia gialla scollinava con 9 minuti e 30 secondi di ritardo da Peters, mentre il gruppo Pinot era segnalato a quasi 17 minuti dalla testa della corsa. A circa 5 km dallo scollinamento del Balès uno scatto di Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) accendeva la miccia tra i big. Tom Dumoulin (Jumbo Visma) ricuciva sul francese, poi scattava Pogačar, che trainava con sé Primož Roglič (Jumbo Visma) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic). La maglia gialla sembrava in difficoltà ma, grazie un rallentamento del terzetto davanti, riusciva a rientrare insieme agli altri big di classifica. Pogačar contrattaccava nuovamente a circa 3 km dallo scollinamento e in breve tempo guadagnava circa un minuto di vantaggio sul gruppetto maglia gialla. Dopo esser scollinato per primo sul Peyresourde Peters andava tutto solo a conquistare la vittoria sul traguardo di Loudenvielle. Skujiņš aveva la meglio su Verona 47 secondi dopo l’arrivo del vincitore. Pogačar era nono a 6 minuti da Peters e guadagnava 40 secondi sul gruppetto maglia gialla. Dei big lo sloveno era quello che recuperava più posizioni, mentre Yates restava in maglia gialla con 3 secondi di vantaggio su Roglič e 9 secondi su Guillaume Martin (Cofidis). Oltre a Pinot da registrare anche i ritardi di Richard Carapaz (INEOS Grenadiers), Alaphilippe, Dumoulin e Alejandro Valverde (Movistar Team), che vengono così estromessi dalle prime posizioni della classifica generale. Domani è in programma la nona tappa da Pau a Laruns, altra frazione pirenaica Dei cinque GPM in programma, il più duro è il Col de Marie-Blanque, posto a 18 km dal traguardo. I suoi ultimi 3 km in doppia cifra potranno mettere ulteriore pepe alla bagarre tra i big.
Giuseppe Scarfone

Nans Peters vince la prima delle due tappe pirenaiche (Getty Images Sport)
PIDCOCK ANCORA PIÙ IN ROSA DOPO MONTESPLUGA
Il britannico in rosa ha confermato il suo stato di forma andando a vincere in solitaria sul traguardo di Montespluga, primo arrivo in salita di questo Giro Giovani. Secondo di giornata e sempre secondo nella classifica generale Kevin Colleoni.
Se potevano esserci dei dubbi sulla tenuta di Thomas Pidcock (Trinity Road Racing) il primo arrivo in salita di questo Giro Under 23 li ha fugati abbondantemente. La maglia rosa, ben supportata dai compagni di squadra, è andato infattti a prendersi in solitaria uno dei traguardi simbolo di questa edizione della gara a tappe.
Sul podio di giornata è salito Kevin Colleoni (Biesse Arvedi), arrivato dopo 26”, che ha così mantenuto anche il suo secondo posto nella generale, dove ora è staccato dal leader di 1′28”. Terza piazza per Connor Brown (NTT Continental Cycling Team), giunto a 43”, che ha regolato Thomas Gloag (Trinity Road Racing), Giovanni Aleotti (Cycling Team Friuli ASD) e Henri Vandenabeele (Lotto – Soudal U23). Grazie al quinto posto odierno pure Aleotti conferma la sua posizione di classifica, terzo staccato di 2’08”, dodici in meno del belga Vandenebeele .
Nella prima parte di gara hanno tentato Marco Murgano e Alessandro Verre (Casillo-Petroli Firenze-Hopplà), Matteo Baseggio e Cristian Rocchetta (General Store-Essegibi-F.lli Curia), Filippo Baroncini (Beltrami TSA Marchiol), Paul Wright (Holdsworth-Zappi), Alessandro Baroni (Gallina Colosio Eurofeed), Lucio Pierantozzi (Sangemini-Trevigiani Mg Kvis), Clément Davy (Équipe Cycliste Continentale Groupama-FDJ), Connor Brown (NTT Continental Cycling Team), Matteo Gino Pegoraro (Zalf Euromobil Désirée Fior) e Tommaso Nencini (Mastromarco Sensi FC Nibali). Di questi dodici corridori lungo l’intermabile ascesa finale sono rimasti in avanscoperta i soli Baroni, Brown e Verre, mentre usciva dal gruppo maglia rosa il colombiano Didier Merchán (Colombia Tierra de Atletas), che si portava sulla testa della corsa e poi tentava di proseguire assieme al solo Brown.
Dietro, la gestione della corsa ricadeva nelle mani di due compagni di Pidcock, che controllavano agevolmente la situazione. La partenza del britannico ha così finalizzato al meglio il loro lavoro, anche se il primo attacco della maglia rosa non è passato inosservato perchè su di lui si sono prontamente portati, anche Kevin Colleoni, Giovanni Aleotti ed Henri Vandenabeele, ai quali si è accodato anche Thomas Gloag, compagno di squadra di Pidcock. A questo punto, ai meno 5, alla maglia rosa è bastato sferrare l’attacco decisivo che gli ha permesso di andare a centrare il successo in solitaria. Colleoni riesce cominque a contenere il distacco a soli 26” e a conquistare la seconda piazza.
Oggi ultimo atto in quel dell’Aprica che ospiterà, come già nel 2019, la partenza e l’arrivo dell’ottava tappa del Giro Under 23. Il gruppo delle promesse del ciclismo è atteso da 120,9 km senza un metro di pianura e con un dislivello di 3.500 metri da superare. Dopo i chilometri iniziale in discesa, si affrontano subiti i 7.4 Km al 6.3% della salita di Teglio, seguita da quella più lunga di Carona (10 km al 6,9%). Scesi a Tirano si affronterà l’atteso Passo del Mortirolo, scalato dal versante tradizione di Mazzo, 12.5 Km al 10.4% con pendenze che arrivano fino 18% e che condurrano fino a 1854 metri di quota. Percorsa la successiva ed ultima discesa di giornata rimarrà solo da affrontare la pedalabile salita finale di 14 Km al 3.5% che riporterà i corridori all’Aprica.
Mario Prato

Vittoria in maglia rosa per Pidcock a Montespluga (© Giro d'Italia U23)