HIRSCHI, L’OSTINAZIONE PREMIA: IMPRESA DELL’ELVETICO NELLA TAPPA DI SARRAN

settembre 10, 2020 by Redazione  
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Ci ha provato fin dalla seconda tappa, quando aveva risposto con personalità all’attacco di Alaphilippe. Al terzo tentativo finalmente Marc Hirschi è riuscito a cogliere la prima, meritatissima vittoria al Tour de France. Per il giovane talento svizzero del Team Sunweb, già campione del mondo Under 23 nel 2018 ad Innsbruck, non poteva esserci modo migliore per ottenere la prima vittoria in assoluto da professionista. Il 22enne è scattato nel punto più duro dell’ascesa verso il Suc-au-May e ha staccato in compagni di fuga, giungendo tutto solo a Sarran. Alle sue spalle Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept) a 47” e un altro corridore del Team Sunweb, Søren Kragh Andersen, che ha regolato il gruppetto inseguitore giunto a 52”. Resta invariata la classifica generale, guidata da Primož Roglič (Jumbo-Visma).

La tappa più lunga di questa edizione del Tour de France, da Chauvigny a Sarran per un totale di 218 km, presentava un percorso decisamente più movimentato rispetto alle ultime due frazioni, vista la presenza di 4 GPM e di numerosi altri strappi. Particolarmente nervoso il finale con il GPM di 3a categoria de la Côte de la Croix du Pey (4,8 km al 6%), a 41 km dall’arrivo e l’arcigna salita che porta del Suc-au-May (3,8 km al 7,7%) posta a soli 25,5 Km dal traguardo. Quest’ultima, oltre ad essere classificata come GPM di 2a categoria, era anche sede del Point Bonus. Il finale presentava una serie di saliscendi e gli ultimi 4 km tutti all’insù verso il traguardo-
I primi tentativi di fuga si sono consumati subito dopo il via. Molti corridori hanno provato ad avvantaggiarsi, ingolositi dal disegno di tappa particolarmente favorevole ad eventuali fughe. Tra i più attivi si segnalano il campione del mondo Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Matteo Trentin (CCC Team), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step) e diversi uomini della NTT Pro Cycling.
L’azione buona è venuta fuori al km 8 e ha visto protagonisti Nils Politt (Israel Start-Up Nation), il campione spagnolo Luis León Sánchez (Astana), Imano Erviti (Movistar) e Max Walscheid (NTT Pro Cycling). Subito dopo si è registrata una caduta che ha coinvolto José Joaquín Rojas (Movistar), già finito a terra ieri, Guillaume Martin (Cofidis), Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie) e Alexey Lutsenko (Astana).
La bagarre in testa al gruppo non è, però, cessata e si sono così susseguiti altri tentativi di fuga, tutti neutralizzati dal gruppo. I vari allunghi, infatti, non hanno consentito ai battistrada di prendere un vantaggio rassicurante, sempre compreso tra i 20 e 30 secondi. Tra i protagonisti da segnalare anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), sempre tallonato da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step).
L’andatura in testa al gruppo si è calmata solo dopo una ventina di chilometri, favorendo l’azione dei fuggitivi della prima ora, che sono riusciti a portare il vantaggio a un minuto. Al km 25 è evaso dal plotone Mathieu Burgaudeau (Total Direct Énergie), al quale un paio di chilometri dopo si è aggiunto Kasper Asgreen (Decenuninck-Quick Step). Il duo inseguitore si è ritrovato a metà strada tra i quattro battistrada e il gruppo, guidato da una Bora-Hansgrohe intenzionata a non lasciare troppo margine ai fuggitivi. Al km 40 il gruppo di testa vantava circa un minuto sulla coppia inseguitrice e due minuti sul gruppo.
La situazione è rimasta pressoché invariata fino allo sprint intermedio di Le Dorat (km 51), in cui per primo è transitato Politt, davanti ad Erviti, Sánchez e Walscheid. La volata del gruppo, valida per la 7a posizione, è stata vinta dalla maglia verde Bennett davanti al compagno di squadra Michael Mørkøv e a Sagan, con l’Irandese che è così riuscito a guadagnare altri due punti nella lotta per la classifica a punti.
Dopo lo sprint Asgreen e Burgaudeau hanno accelerato riducendo lo svantaggio dai corridori di testa fino a circa 30”, mentre il gruppo viaggiava sempre con circa 2’ di svantaggio. A questo punto i battistrada hanno rallentato consentendo il rientro degli inseguitori, avvenuto al km 63.
La corsa ha quindi assunto un andamento regolare, col vantaggio del sestetto di testa che si è stabilizzato intorno ai due minuti. L’unico evento degno di nota durante la fase centrale della tappa è stato il ritiro di Ilnur Zakarin (CCC Team), avvenuto al km 93 e causato dalla frattura ad un costola rimediata dal russo nella tappa di ieri.
I sei battistrada hanno proseguito di comune accordo, lasciando a Burgaudeau entrambi i GPM di 4° categoria incontrati lungo il cammino, la Côte de Saint-Martin-Terressus (1,5 km al 8,8%) al km 104 e la Côte d’Eybouleuf (2,8 km al 5,2%) al km 121,5. Il gruppo, guidato sempre dagli uomini della Bora-Hansgrohe, ha continuato a controllare la fuga mantenendo il gap sempre poco sopra il minuto e mezzo.
Il ritmo del plotone è aumentato solo ad una sessantina di chilometri dall’arrivo sempre grazie all’impulso degli uomini della Bora, questa volta coadiuvati da Simon Geschke (CCC Team). Il vantaggio dei fuggitivi è così sceso a 30 secondi quando si transitava sotto lo striscione dei -50. Poco dopo Asgreen ha accelerato restando in compagnia del solo Erviti, mentre gli ex compagni di fuga venivano man mano riassorbiti dal gruppo. Il campione danese, sentendo il fiato sul collo del gruppo maglia gialla, ha continuato a rilanciare l’andatura fino all’inevitabile ricongiungimento, avvenuto a poco meno di 3 km alla vetta del GPM dela Côte de la Croix du Pey.
Nel frattempo dal gruppo era evasa la coppia del Team Sunweb formata da Tiesj Benoot e Søren Kragh Andersen, subito dopo raggiunta da Marc Soler (Movistar). A loro inseguimento si è portato un quartetto formato da Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Alessandro De Marchi (CCC Team), Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step) e Marc Hirschi (Sunweb), mentre numerosi altri corridori provavano ad evadere dal gruppo in una fase di corsa a dir poco concitata.
In corrispondenza dello scollinamento la situazione si è nuovamente rimescolata con la costituzione di un gruppo di sei uomini in testa alla corsa: il trio della Sunweb formato da Hirschi, Benoot e Kragh Andersen, Soler, Schachmann e Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept). Dietro di loro si era ivece creato un secondo gruppo 13 di corridori che, al termine della discesa, aveva un distacco prossimo ai 20”. Il gruppo maglia gialla, visibilmente selezionato, viaggiava a 40”.
Terminata la discesa è subito iniziata la scalata al Suc-au-May, la salita più dura di giornata. Lungo le prime rampe sono stati Benoot e Kragh Andersen a tenere alta l’andatura, sacrificandosi per il giovane compagno di quadra finché, a 28,5 Km dall’arrivo, è arrivato l’attacco di Soler. L’unico in grado di rispondere allo scatto dello spagnolo è stato Hirschi, che ha prima ripreso Soler e poi è partito in contropiede, mentre dal gruppo maglia gialla Julien Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), lanciato da Dries Devenyns, riusciva a rientrare sugli inseguitori.
Hirschi, già all’attacco nella 2a tappa e successivamente grande protagonsita della frazione con arrivo a Laruns, è riuscito a scollinare in solitaria, con un vantaggio di 17” su Schachmann e Soler. Il primo gruppo inseguitore, comprendente Alaphilippe, pagava un gap di 40”, mentre il gruppo della maglia gialla era ancora più distante.
Lungo la discesa Hirschi ha continuato il suo piccolo capolavoro, disegnando alla perfezione ogni curva e incrementando il vantaggio su Soler e Schachmann, che ai -15 era arrivato ad oltre 30”. Il duo inseguitore è stato quindi ripreso dal drappello di Alaphilippe sotto lo striscione dei -10, quando il distacco dal battistrada si era dilatato fino a 40”.
Hirschi, ormai lanciato verso la vittoria, ha gestito gli ultimi 10 km come meglio poteva, mentre alle sue spalle Alaphilippe provava con un ultimo, disperato tentativo di rientrare sul battistrada.
Hirschi si è così involato verso la sua prima vittoria da professionista, ottenuta con l’ennesima prova di talento e personalità nella corsa più importante del panorama internazionale. Il secondo posto è stato raccolto dall’esperto Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), giunto a 47”, mentre la volata del gruppo inseguitore, dopo 52”, è stata vinta da Kragh Andersen davanti a Pacher, Jesús Herrada (Cofidis) e Schachmann.
Gli uomini di classifica, invece, non si sono dati battaglia e così è rimasta immutata la classifica generale, con la maglia gialla sempre sulle spalle di Primož Roglič (Jumbo-Visma). Dietro di lui Egan Bernal (Ineos Grenadiers) è secondo a 21” e Guillaume Martin, terzo a 28” . Seguono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) a 30”, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 32” e Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) a 44”.
Domani interessante arrivo al Puy Mary, sempre nel Massiccio Centrale, al termine di una tappa lunga 191,5 km e che proporrà ben 7 Gran Premi della Montagna. Negli ultimi 15 km i corridori dovranno affrontare prima l’ascesa del Col de Neronne (3,8 km al 9,1%), in cima al quale sarà posto il traguardo con abbuoni, per poi salire in cima al Pas de Peyrol, sede d’arrivo di tappa. L’ultima ascesa, lunga 5,4 kme caratterizzata da una pendenza media dell’8,1%, negli ultimi 3 km presenta inclinazioni costantemente superiori all’11%. Gli uomini di classifica potrebbero tornare protagonisti, anche se non è da escludere che vada ancora in porto la fuga.

Pierpaolo Gnisci

Marc Hirschi allattacco nella tappa di Sarran (Getty Images Sport)

Marc Hirschi all'attacco nella tappa di Sarran (Getty Images Sport)

10-09-2020

settembre 10, 2020 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

L’elvetico Marc Hirschi (Team Sunweb) si è imposto nella dodicesima tappa, Chauvigny – Sarran, percorrendo 218 Km in 5h08′49″ alla media di 42.36 Km/h. Ha preceduto di 47″ il francese Pierre Rolland (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM) e di 52″ il danese Søren Kragh Andersen (Team Sunweb). Miglior italiano Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits), 29° a 2′33″. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 21″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e 28″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 16° a 3′42″.

TIRRENO-ADRIATICO

L’australiano Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott) si è imposto nella quarta tappa, Terni – Cascia, percorrendo 194 Km in 4h46′22″ alla media di 40.65 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step) e di 10″ il canadese Michael Woods (EF Pro Cycling), ancora leader della classifica con 9″ sul polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe) e 18″ su Masnada.

TURUL ROMANIEI (Romania)

Il tedesco Lucas Carstensen (Bike Aid) si è imposto nella seconda tappa, Oradea – Cluj-Napoca, percorrendo 193.6 Km in 4h45′18″ alla media di 40.71 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena) e il polacco Szymon Krawczyk (CCC Development Team). Miglior italiano Federico Zurlo (Giotti Victoria), 5°. Grosu è ancora leader della classifica con 10″ su Krawczyk e 12″ su Carstensen. Miglior italiano Emanuele Onesti (Giotti Victoria), 12° a 25″.

COURSE CYCLISTE DE SOLIDARNOSC ET DES CHAMPIONS OLYMPIQUES (Polonia)

Il tedesco Michel Aschenbrenner (P&S Metalltechnik) si è imposto nella seconda tappa, Krosno – Nowy Sączi, percorrendo 154.7 Km in 3h55′23″ alla media di 39.43 Km/h. Ha preceduto allo sprint i polacchi Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team) e Sylwester Janiszewski (Voster ATS Team). Nessun italiano in gara. Aniołkowski è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dell’israeliano Itamar Einhorn (Israel Cycling Academy) e 5″ sul polacco Maciej Paterski (Wibatech Merx 7R)

L’ÉTAPE DU JOUR: CHAUVIGNY – SARRAN

settembre 10, 2020 by Redazione  
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Si torna sul Massiccio Centrale, dove il Tour si fermerà per tre movimentate tappe. La prima di queste, caratterizzata da una fisionomia collinare, porterà la corsa a Sarran rendendo omaggio all’ex presidente della Repubblica Jacques Chirac e anche all’indimenticato Raymond Poulidor, entrambi scomparsi lo scorso anno. L’ascesa al Suc-au-May a circa 25 Km dall’arrivo promette un po’ di bagarre tra i primi della classifica, se a quel punto sarà già stata riacciuffata la fuga di giornata, anche se l’arrivo di quest’ultima fino al traguardo pare una soluzione molto probabile.

Un anno fa, esattamente il 26 settembre, moriva Jacques Chirac, il più amato tra i presidente della repubblica francesi del dopoguerra. Il Tour non poteva tralasciare un omaggio ad un personaggio che è stato sempre molto vicino al ciclismo, anche negli anni nei quali fu sindaco di Parigi, tra il 1977 e il 1995, e non mancava di presenziare alla tappa conclusiva del Tour, talvolta facendosi immortalare sorridente accanto al vincitore di turno, magari uno scatto preso fuori dall’ufficialità del podio, giù in mezzo alla strada. Tale omaggio si farà concreto con una tappa collinare che riporterà la corsa sulle strade del Massiccio Centrale, scorrevole ma non troppo nella prima parte e più movimentata negli ultimi 50 Km, caratterizzate da un paio d’interessanti “côtes”, miscelate a un tracciato tortuoso su stradine secondarie nel quale anche gli uomini di classifica dovranno tenere le antenne ben dritte. La prima è la Côte de la Croix du Pey (6 Km al 5.1%), seguita 14 Km più avanti dalla più breve ma anche più impegnativa salita del Suc au May, 3700 metri al 7.4% che saranno validi sia come GPM di 2a categoria, sia come “Point Bonus”. A quel punto mancheranno 25 km al traguardo, a sua volta posto al termine di un pedalabile tratto in ascesa di circa 3 Km. Da aggiungere che oggi sarà ricordato anche l’indimenticato Raymond Poulidor, pure scomparso nel 2019, con il passaggio dal paese dove “Poupou” visse fino alla morte, Saint-Léonard-de-Noblat.

METEO TOUR

Chauvigny: cielo sereno, 24.7°C, vento debole da NNE (9-12 Km/h), umidità al 52%
Le Dorat (Traguardo Volante – Km 51): cielo sereno, 25.3°C (percepiti 27°C), vento moderato da NNE (13-15 Km/h), umidità al 52%
Saint-Léonard-de-Noblat (Km 114.5) : cielo sereno, 26.7°C, vento moderato da N (12-14 Km/h), umidità al 41%
Suc-au-May (GPM – Km 192.5) : cielo sereno, 22°C (percepiti 23°C), vento moderato da N (11-13 Km/h), umidità al 46%
Sarran : cielo sereno, 25.2°C, vento moderato da N (12-13 Km/h), umidità al 44%

GLI ORARI DEL TOUR

11.45: inizio trasmissione Eurosport 1 (15 minuti prima del via)
12.00: partenza da Chauvigny
13.00: inizio trasmissione RAISport (all’incirca a 40 Km dal via)
13.10-13.16: traguardo volante di Le Dorat
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 85 Km dal via)
16.00-16.25: scollinamento Côte de la Croix du Pey
16.20-16.50: scollinamento Suc-au-May
17.00-17.30: arrivo a Sarran

UN PO’ DI STORIA

Sede dal 2000 di un museo dedicato a Chirac, che in questo centro aveva acquistato assieme alla moglie Bernadette il castello di Bity, Sarran è stato sede d’arrivo del Tour anche nel 2001, al termine di una tappa conquista dal tedesco Jens Voigt

Mauro Facoltosi

Le tre croci erette sulla cima del Puy Sarran e, in trasparenza, laltimetria della dodicesima tappa (/www.tourisme-limousin.net)

Le tre croci erette sulla cima del Puy Sarran e, in trasparenza, l'altimetria della dodicesima tappa (www.tourisme-limousin.net)

A MICHAEL WOODS I BENEFICI DI SATURNIA

settembre 9, 2020 by Redazione  
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Il canadese Michel Woods (EF Pro Cycling) si impone nella terza frazione della Tirreno Adriatico 2020 sul traguardo di Saturnia battendo il polacco Rafał Majka (Bora-Hansgrohe) in una volata a due. Sua anche la maglia azzurra di leader della classifica generale.

La terza tappa della Tirreno Adriatico da Follonica a Saturnia è la più lunga dell’edizione 2020 con i suoi 217 km. Dopo i primi 110 pianeggianti inizieranno le prime difficoltà e la doppia ascesa di Poggio Murella, muro in cemento e da pendenze in doppia cifra sarà decisivo sia per la vittoria della tappa, sia per per scremare la classifica generale, per ora dominata dai velocisti dopo le prime due tappe concluse in volata.
Pronti via e subito diversi corridori cercano di portare via la fuga giusta, con il gruppo che però tiene sotto controllo la corsa ad una andatura molto veloce. Il tentativo buono è promosso da Alessandro Tonelli (Bardiani CSF Faizanè), Dimitri Claeys (Cofidis), Matthew Holmes (Lotto Soudal), Pascal Eenkhorn (Jumbo-Visma), Benjamin Thomas (Groupama-FDJ), Hermann Pernsteiner (Bahrain-McLaren) e Nathan Van Hooydonck (CCC Team). Marco Frapporti (Vini Zabù – KTM), inizialmente rimasto fuori dal tentativo, decide di riportarsi tutto solo sui fuggitivi e riesce ad agganciare la testa della corsa nei pressi di Grosseto, quando il plotone in avanscoperta raggiunge ben 8 minuti di vantaggio. Lo strappo verso Montiano inizia a far sì che la fuga inizi a perdere tempo, anche perchè dietro ben tre squadre – Astana, Alpecin–Fenix e Mitchelton–Scott – si alternano a tirare e tenere una velocità elevata. Al primo passaggio sul Poggio Murella l’accordo del plotone in testa alla corsa salta, allorchè Thomas accende la miccia e fa esplodere la fuga di giornata. Suo il passaggio al GPM, seguito da Eenkhorn, Pernsteiner e Holmes a 20”. Tra la successiva discesa e la pianura il vantaggio del corridore della Groupama arriva a un minuto, mentre il gruppo insegue a cinque minurti e questa volta sono gli uomini della Ineos Grenadiers a far capolino in testa. L’atleta della Groupama capisce ben presto che da solo non sarebbe potuto andare da nessuna parte e così decide di rialzarsi, favorendo nuovamente il ricompattarsi dei sette fuggitivi di giornata, mentre il gruppo continua, incessantemente, ad inseguire. Ai meno 60 Km dalla conclusione si assiste ad un nuovo e determinante cambio in testa al gruppo inseguitore perchè stavolta sono i corridore della EF Pro Cycling a tirate mettendo il gruppo in fila indiana. La velocità è davvero elevata e così il gap da ricucire scende ai meno 45Km a soli 3 minuti. È proprio Thomas, croce e delizia delle azioni caratterizzanti la fuga, il primo a staccarsi dal gruppo di testa, mentre la EF con un superlativo Jonathan Caicedo torna in testa al gruppo portando il distacco per la prima volta sotto i due minuti. Verso la seconda scalata al Poggio Murella da segnalare l’attacco di Frapporti, ma è un’azione che non produce gli effetti sperati. Intanto il gruppo si fa sempre più vicino e pian piano riassorbe tutti gli uomini della fuga, tornando compatto in vista del GPM. A questo punto della corsa è Michael Woods (EF Pro Cycling) a lanciarsi tutto solo in un affondo solitario e scollinare in testa. Alle sue spalle insegue un gruppetto composto da Geraint Thomas (Ineos), Alexander Vlasov e Jakob Fuglsang (Astana), Wilco Keldermann (Sunweb), Fausto Masnada (Deceuninck-QuickStep) e Rafał Majka (Bora-Hansgrohe), il quale allunga in discesa e si porta tutto solo sul canadese. Saranno questi due uomini a giocarsi il successo di tappa, poichè dietro non c’è accordo nell’inseguire e così i due di testa guadagnano 17″ a 3 Km dall’arrivo. Woods in stato di grazia attacca a 200m dal traguardo, in leggera salita, e sorprende il polacco, che deve accontentarsi della seconda posizione. In terza posizione a regolare il primo gruppetto inseguitore è Keldermann a 20”. La classifica di tappa rispecchia anche la nuova classifica generale e così Woods guida la “Corsa dei Due Mari” con 5” su Majka, 26” su Keldermann e 30” su Thomas.
Domani è in programma la quarta tappa da Terni a Cascia, un vero tappone appenninico in cui le dure scalate di Forca di Gualdo, del Rifugio Perugia e di Ospedaletto, concentrate negli ultimi 60 km, daranno una fisionomia ancora più definita alla classifica generale con i big a giocarsi la vittoria.

Antonio Scarfone

Woods vince linsidiosa tappa di Saturnia (foto Bettini)

Woods vince l'insidiosa tappa di Saturnia (foto Bettini)

EWAN SGOMINA GLI AVVERSARI NELLA GRANDE BATTAGLIA DI POITIERS

settembre 9, 2020 by Redazione  
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Non ci si poteva aspettare altro che un epilogo in volata per l’11a tappa del Tour de France, giro di boa dell’edizione 2020. A spuntarla al termine di uno sprint caotico e condito da polemiche è stato Caleb Ewan (Lotto-Soudal), che ha battuto al fotofinish Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), poi declassato dalla giuria per una spallata ai danni di Wout Van Aert (Jumbo-Visma), e il vincitore della frazione di ieri Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step). Resta invariata la classifica generale che vede sempre al comando lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) davanti ad Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e Guillaume Martin (Cofidis).

L’11a frazione della Grand Boucle, 167,5 km da Châtelaillon-Plage a Poitiers, rappresentava una delle ultime occasioni per i velocisti. Il percorso, quasi completamente piatto, prevedeva solo un gran premio della montagna di 4° categoria) in corrispondenza della Côte de Cherveux, al km 91 (1,1 km al 4,4%). Il finale nascondeva, però, un’altra piccola insidia, uno strappo di 700 metri al 4,1% poco dopo il cartello dei 4 km all’arrivo che poteva risultare indigesto agli sprinter puri e fungere da trampolino di lancio per qualche finisseur.
Alla partenza della tappa si sono presentati 163 corridori. Unico non partente Davide Formolo, a cui ieri sera era stata diagnosticata una frattura alla clavicola sinistra a causa dalla caduta che lo ha visto coinvolto al km 103 della 10a tappa, poi conclusa in ultima posizione.
Così come accaduto ieri, il primo tentativo di fuga è stato registrato già al km 0. Questa volta è stato Matthieu Ladagnous (Groupama-FDJ) a scattare subito dopo il via ufficiale della corsa dato da François Lemarchand, sostituto del direttore Christian Prudhomme risultato posivito al covid.
Il corridore nativo di Pau già dopo 7 km aveva superato il minuto di vantaggio sul gruppo, che procedeva ad andatura ridotta. Il gap è andato così ad incrementarsi rapidamente, raggiungendo i 4 minuti al km 15 e arrivando fino a 5′20″ quando i corridori avevano percorso appena 18 km. A quel punto ha fatto capolino in testa al gruppo Tim De Clercq (Deceuninck-Quick Step), pronto ad imporre un’andatura che non lasciasse troppo margine al corridore della Groupama.
A rompere i piani delle squadre dei velocisti è stato Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), che al km 22 ha provato ad evadere dal gruppo con una poderosa accelerazione, alla quale hanno immediatamente risposto Tom Van Asbroeck (Israel Start-Up Nation), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Michael Gogl (NTT Pro Cycling) e Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe). Il sestetto ha guadagnato un margine di una trentina di secondi, ma la Deceuninck-Quick Step, con il solito De Clercq in testa, ha fatto subito capire che l’azione dei 6 contrattaccanti, evidentemente ritenuti troppo pericolosi, non avrebbe preso il largo.
L’andatura forsennata ha fatto crollare in pochissimo tempo il vantaggio di Ladagnous, sceso nel giro di una manciata di km a 1′05″. Il francese, nel frattempo, aveva rallentato con la speranza di essere raggiunto dal gruppo di contrattaccanti in cui era presente anche il compagno di squadra Küng. Di lì a poco, però, i 6 insegutiori sono stati riassorbiti dal gruppo nel quale, nel frattempo, anche gli uomini della Lotto, col solito Thomas De Gendt, avevano iniziato a collaborare per riprendere i fuggitivi.
Una volta ripreso il gruppetto inseguitore, il plotone ha vistosamente rallentato l’andatura, consentendo a Ladagnous di aumentare nuovamente il vantaggio, risalito a 3 minuti dopo una quarantina di chilometri. La corsa ha quindi proceduto senza nuovi sussulti, col gruppo, guidato sempre dagli uomini della Deceuninck e della Lotto, che ha agilmente controllato il fuggitivo mantenendo stabile il distacco sempre intorno ai 3 minuti.
Il corridore della Groupama-FDJ è così transitato per primo sia al GPM della Côte de Cherveux, sia allo sprint intermedio di Les Grands Ajoncs (km 108), la cui volata per il secondo posto è stata vinta da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) davanti al compagno Michael Mørkøv e a Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Da segnalare l’astuzia del danese che, dopo aver lanciato il suo compagno di squadra, è riuscito a togliere allo slovacco 2 preziosi punti validi per la classifica della maglia verde.
Nei successivi chilometri il vantaggio di Ladagnous è ulteriormente scemato fino all’inevitabile ricongiungimento, avvenuto a 43 km dall’arrivo. Ai -38 da segnalare il ritiro di Gregor Mühlberger (Bora-Hansgrohe), a lungo sofferente durante l’intera tappa e costretto ad abbandonare la corsa in lacrime. Poco più tardi è stato Ion Izagirre (Astana Pro Team) ad alzare bandiera bianca a causa dell’ennesima caduta di questa prima parte di Tour de France, capitombolo che ha visto coinvolti, tra gli altri, anche José Joaquín Rojas (Movistar ) e Krists Neilands (Israel Start-Up Nation): per il basco una brutta ferita al sopracciglio destro e la probabile frattura della clavicola.
Si è così giunti alla lunga preparazione della volata, movimentata dal tentativo di Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe) che ha provato l’assolo a poco più di 6 km dal traguardo. L’austriaco è stato ripreso ai -5 dal duo della Decuninck-Quick Step formato da Kasper Asgreen e Bob Jungels. Il trio di testa, trainato dal campione di Danimarca, ha guadagnato un margine di circa 8” sul gruppo guidato dalla Cofidis di Elia Viviani e dalla Lotto-Soudal di Caleb Ewan. Il sacrificio di Asgreen è comunque valso a poco. Una volta esaurita la sua azione, poco dopo lo striscione dei -3, il danese si è spostato lasciando al comando Jungels e Pöstlberger. Quest’ultimo non aveva, però, intenzione di collaborare e il tentativo del duo è stato annullato ai -2 grazie al lavoro della NTT Pro Cycling.
A questo punto è stata la B&B Hotels-Vital Concept a prendere la testa del gruppo per lanciare Bryan Coquard. La volata che ne è scaturita è stata decisamente confusa. Il primo a partire, a 300 metri dall’arrivo, è stato Wout Van Aert (Jumbo-Visma), alla cui ruota era posizionato Sagan. Lo slovacco, dopo aver lanciato il suo sprint, ha provato a trovare un pertugio tra il belga e le transenne, facendosi spazio anche grazie ad una spallata.
Al centro della strada sono partiti Bennett ed Ewan. L’australiano, che sembrava rimasto troppo indietro, è riuscito a trovare il guizzo giusto e a vincere davanti a Sagan e al campione d’Irlanda. Van Aert ha, invece, tagliato il traguardo in quarta posizione, dimostrando con un gesto molto eloquente tutta la sua contrarietà per la manovra subita dallo slovacco, che è stato succesivamente declassato dalla giuria.
L’ordine d’arrivo è stato completato da Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Clément Venturini (Ag2r La Mondiale), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Luka Mezgec (Mitchelton-Scott), Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale) e Ryan Gibbons (NTT Pro Cycling).
Resta immutata la classifica generale guidata sempre da Primož Roglič (Jumbo-Visma) con un vantaggio di 21 secondi su Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e 28 su Guillaume Martin (Cofidis). Seguono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) a 30”, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 32” e Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) a 44”.
Domani è in programma la 12 tappa, la più lunga di questa edizione, da Chauvigny a Sarran per un totale di 218 km. Il percorso sarà decisamente diverso rispetto alle ultime due frazioni. Sono numerosi gli strappi e le salitelle che caratterizzeranno la tappa, specialmente nel finale. In particolare da segnalare la Cote de la Croix du Pey (4.8 km al 6%) al km 177,5 e il Suc-au-May (3,8 km al 7,7%) la cui cima, posta soli 26 km dall’arrivo, è anche sede dello Point Bonus. L’epilogo più probabile sarà l’arrivo di una fuga da lontano, ma non è da escludere uno sprint a ranghi ridotti, con qualche uomo di classifica che potrebbe andare a caccia dii abbuoni.

Pierpaolo Gnisci

Il fotofinish che ha sancito la vittoria di Ewan a Poitiers

Il fotofinish che ha sancito la vittoria di Ewan a Poitiers

09-09-2020

settembre 9, 2020 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

L’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) si è imposto nell’undicesima tappa, Châtelaillon-Plage – Poitiers, percorrendo 167.5 Km in 4h00′01″ alla media di 41.87 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) e il belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma). Miglior italiano Matteo Trentin (CCC Team), 11°. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 21″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e 28″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 16° a 3′42″.

TIRRENO-ADRIATICO

Il canadese Michael Woods (EF Pro Cycling) si è imposto nella terza tappa, Follonica – Saturnia, percorrendo 217 Km in 5h19′46″ alla media di 40.72 Km/h. Ha preceduto di 1″ il polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe) e di 20″ l’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb). Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 8° a 20″. Woods è il nuovo leader della classifica con 5″ su Majka e 26″ su Kelderman. Miglior italiano Masnada, 7° a 30″

TURUL ROMANIEI (Romania)

L’italiano Andrea Guardini (Giotti Victoria) si è imposto nella prima tappa, Timișoara – Oradea, percorrendo 164 Km in 3h48′23″ alla media di 43.09 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Gleb Brussenskiy (Vino – Astana Motors) e il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena), nuovo leader della classifica con 6″ sul tedesco Justin Wolf (Bike Aid) 7″ sul polacco Szymon Krawczyk (CCC Development Team). Miglior italiano Guardini, 5° a 9″.

COURSE CYCLISTE DE SOLIDARNOSC ET DES CHAMPIONS OLYMPIQUES (Polonia)

L’israeliano Itamar Einhorn (Israel Cycling Academy) si è imposto nella prima tappa, Nisko – Sędziszów Małopolski, percorrendo 172.9 Km in 4h02′37″ alla media di 42.7 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Arne Marit (Lotto – Soudal U23) e Jarne Van De Paar (Lotto – Soudal U23). Nessun italiano in gara. Einhorn è il primo leader della classifica con 4″ su Marit e 5″ sul norvegese Syver Wærsted (Uno-X Pro Cycling Team)

L’ÉTAPE DU JOUR: CHÂTELAILLON-PLAGE – POITIERS

settembre 9, 2020 by Redazione  
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Un’altra tappa destinati ai velocisti attende i “forzati del Tour”, oggi chiamati a percorrere i 167 Km e 500 metri che li condurranno fino a Poitiers. Il percorso è meno lineare rispetto a quello della tappa delle isole, c’è qualche collinetta in più, ma nulla che possa impensierire gli sprinter e le loro formazioni. Bisognerà comunque tenere gli occhi bene aperti per via del breve strappo che si dovrà superare a 4 Km dall’arrivo e che potrebbe rompere loro le uova nel paniere

Per il secondo giorno consecutivo saranno protagonisti i velocisti, per i quali quella di Poitiers sarà l’ultima occasione prima della passerella finale di Parigi. Ci sarebbe anche la frazione di Champagnole, stretta tra l’ultima tappa alpina e la cronoscalata del penultimo giorno, ma i tanti saliscendi che la contraddistinguono e le ingenti fatiche profuse nei giorni precedenti in quell’occasione potrebbero remare contro il lavoro di ricucitura delle squadre e favorite i fuggitivi. Oggi ci si troverà a pedalare su di un tracciato leggermente più intricato rispetto al piattone di ieri, ma le rare e facili difficoltà altimetriche che s’incontreranno non spaventeranno di certo gli sprinter e le loro squadre. Nel finale bisognerà, però, tenere gli occhi bene aperti perché quando mancheranno 4 Km all’arrivo spunterà come un fungo dalla pianura uno strappo di 700 metri al 4.1%, vera e propria golosità che potrebbe stuzzicare qualche corridore. E quei 700 metri affrontati alle velocità tipiche dei finali di corsa, quando la media sfiora e talvolta supera i 50 Km/h, potrebbero rimanere sullo stomaco a qualche velocista.

METEO TOUR

Châtelaillon-Plage: cielo sereno, 27.1°C, vento moderato da NE (11-13 Km/h), umidità al 33%
Coulon (Km 61): cielo sereno, 29.5°C (percepiti 28°C), vento moderato da NE (12-14 Km/h), umidità al 20%
Poitiers : cielo sereno, 29°C (percepiti 28°C), vento moderato da NNE (13-15 Km/h), umidità al 22%

GLI ORARI DEL TOUR

13.20: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
13.40: partenza da Châtelaillon-Plage
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 16 Km dal via)
15.40-15.50: scollinamento Côte de Cherveux
16.00 – 16.14: traguardo volante di Les Grands Ajoncs
17.20-17.40: arrivo a Poitiers

UN PO’ DI STORIA

“Sainte, saine et savante” (Santa, sana e sapiente), la storica città di Poitiers nonostante il suo “blasone” vanta soli tre arrivi di tappa al Tour de France, il primo dei quali porta la data del 28 luglio del 1955, quando il francese Jean Forestier s’impose nella terzultima tappa di quella edizione. Nel 1971 a cogliere il successo sarà Jean-Pierre Danguillaume mentre l’unico straniero ad ospitare Poitiers al Tour sarà l’irlandese Sean Kelly nel 1978. Italiano è stato, infine, l’ultimo corridore a vincere in questo centro: è stato il veneto Andrea Pasqualon, che il 30 agosto dello scorso anno si è qui imposto nella conclusiva frazione del Tour Poitou-Charentes en Nouvelle Aquitaine

Mauro Facoltosi

Labbazia di Saint-Jean de Montierneuf a Poitiers e, in trasparenza, laltimetria dellundicesima tappa (www.tourisme-vienne.com)

L'abbazia di Saint-Jean de Montierneuf a Poitiers e, in trasparenza, l'altimetria dell'undicesima tappa (www.tourisme-vienne.com)

ACKERMANN ALLA SECONDA, IL VELOCISTA TEDESCO VINCE ANCHE LA SECONDA TAPPA DELLA TIRRENO-ADRIATICO

settembre 8, 2020 by Redazione  
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Dopo la frazione d’apertura, il velocista tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) vince anche la seconda tappa della “Corsa dei due Mari”, mantenendo così una maglia di leader che però quasi certamente perderà domani nel complicato finale di Saturnia

Seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2020 che viene vinta ancora una volta dal tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe). Frazione che da Camaiore arrivava a Follonica dopo 201 chilometri di strada, poco insidiosa era sulla carta per i velocisti e così è stato. Subito dopo la partenza se ne andava la fuga di Nicola Bagioli (Androni-Sidermec), Umberto Orsini (Bardiani-CSF-Faizanè), Marco Canola (Gazprom) ed Edoardo Zardini (Vini Zabù-KTM). Il primo ad alzare bandiera bianca era Canola, che si staccava dopo il GPM di Castellina Marittima vinto da Bagioli. L’ultimo a resistere all’arrivo del gruppo era Orsini, che invece veniva ripreso a 15 km dall’arrivo. Si arrivava così alla volata dove tutti gli occhi erano rivolti su Ackermann, ieri autore di un gesto atletico da vero campione. Gli uomini della Israel al servizio di Rick Zabel erano i più attenti in testa e alle loro spalle sgomitava la Deceuninck per Davide Ballerini. Eppure, sempre nelle utime centinaia di metri prima del traguardo, rispuntava ancora lui, Ackermann. Il velocista della Bora-Hansgrohe, in maglia blu di leader della classifica generale, anticipava di pochi centimetri Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) e Zabel, figlio di quell’Erik che ha vinto per quattro volte la Milano-Sanremo. Quarto era Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep), quinto Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation). Con la vittoria odierna Ackermann rimane ancora, ovviamente, in maglia di leader, anche se la tappa di domani molto probabilmente regalerà uno scossone nella classifica generale grazie alle varie insidie altimetriche che si dovranno affrontare nel finale della Follonica-Saturni. In particolare provocherà la doppia ascesa al muro cementato di Poggio Murella, posizionato a pochi chilometri dal traguardo e in vetta al quale sarà collocato un monumento dedicato a Marco Pantani, inaugurato proprio nella giornata di domani.

Luigi Giglio

Ackermann concede il bis alla Tirreno sul traguardo di Follonica (Getty Images)

Ackermann concede il bis alla Tirreno sul traguardo di Follonica (Getty Images)

SAM BENNETT, VOLATA REGALE SULL’ÎLE DE RÉ

settembre 8, 2020 by Redazione  
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Sam Bennett avrà desiderato per tanto tempo la sua prima vittoria di tappa al Tour de France, così tanto da scoppiare in lacrime subito dopo aver tagliato per primo il traguardo. Il campione d’Irlanda, in forza alla Deceuninck-Quick Step, finalmente corona il suo sogno al termine di una volata dominata davanti a Caleb Ewan (Lotto-Soudal) e ad un Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) finalmente competitivo in uno sprint di gruppo. L’irlandese, lanciato in modo splendido da Michael Mørkøv, conquista così la 10a Tappa di questo Tour de France settembrino e si riappropria anche della maglia verde a scapito dello Slovacco. Resta invece immutata la classifica generale, guidata da Primož Roglič (Jumbo-Visma) con 21” di vantaggio su Egan Bernal (Ineos Grenadier) e 28” su Guillaume Martin (Cofidis).

La partenza della 10a tappa è stata preceduta dalla spasmodica attesa per gli esiti dei tamponi (oltre 600), effettuati ieri durante la giornata di riposo a tutti i membri delle squadre, per l’individuazione di eventuali contagi da Covid-19.
Con un comunicato emesso intorno alle 12, l’organizzazione ha annunciato che non è stato rilevato nessun caso tra i ciclisti e di conseguenza tutti sono stati ammessi alla partenza della tappa. Viceversa, sono state rilevate alcune positività tra i membri degli staff di alcune squadre, tutti allontanati dalla corsa. Più precisamente, si tratta un componente a testa per Cofidis, Ineos Grenadier, Mitchelton-Scott e Ag2r La Mondiale. Stesso esito anche per il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, che dovrà stare lontano dalla corsa per i prossimi 7 giorni, in attesa di un nuovo tampone.
Al via della tappa si sono quindi presentati tutti i corridori rimasti in gara, ad eccezione di Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), che ha deciso di abbandonare la Grande Boucle a causa delle ferite al gomito rimediate nella prima tappa.
La frazione odierna, lunga 168,5 km, prevedeva la partenza dall’Île de Oléron e l’arrivo sull’Île de Rè, due isole poste nel mezzo dell’Oceano Atlantico ma a breve distanzata dalla costa della Francia “continentale”. Il percorso, pur essendo completamente piatto, si dipanava per lunghi tratti a ridosso dell’oceano e per questo riservava la possibilità di trovare vento, specialmente in prossimità del ponte, posto ad una qundicina di chilometri dal traguardo, che collega l’isola sede d’arrivo di tappa alla terraferma.
La corsa è stata immediatamente animata da Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Michael Schär (CCC Team), protagonisti di un deciso allungo subito dopo la partenza. I due passisti elvetici, favoriti nel tratto iniziale dal vento a favore e dal disinteresse del gruppo, hanno rapidamente accumulato un minuto di vantaggio. Il gap è arrivato a circa 1′50″ intorno al km 30, quando in testa al gruppo sono apparse le divise della Deceuninck-Quick Step e della Lotto-Soudal, evidentemente intenzionate a non lasciare troppo spazio ai battistrada. L’azione delle squadre belghe ha prodotto una diminuzione del distacco, sceso a 50” già al km 50.
Subito dopo l’attraversamento di Royan, nel punto più meridionale della tappa, il percorso prevedeva una svolta a 90° e una conseguente mutazione della direzione del vento, diventato prevalentemente contrario e a tratti laterale. A questo punto numerose squadre, tra cui la Jumbo-Visma della maglia gialla Primož Roglič, si sono portate in testa al gruppo per evitare di restare invischiate nella formazione di qualche ventaglio. L’atteggiamento del gruppo ha fatto ulteriormente scendere il vantaggio dei battistrada, ridotto a soli 25 secondi al km 65.
Poco dopo la Deceuninck ha vistosamente accelerato, provando a fare la selezione sfruttando il vento laterale. A farne le spese sono stati i due fuggitivi, che sono stati immediatamente ripresi. Subito dopo lo striscione dei -100 una caduta, avvenuta nella parte finale del gruppo, ha coinvolto numerosi corridori tra i quali Nicolas Roche (Sunweb), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Alessandro De Marchi (CCC Team), Nelson Powless (EF Pro Cycling) e Sam Bewley (Mitchelton-Scott), costretto al ritiro a causa di una sospetta frattura alla clavicola (gli esami ai quali sarà sottoposto in serata evidenzieranno, invece, una “semplice” frattura del polso).
L’accelerazione della Deceuninck è andata avanti per una manciata di chilometri, dopodichè il vento è tornato a spirare in senso contrario alla marcia dei corridori e i belgi si sono rialzati favorendo il rientro di tutti i corridori staccati. Il gruppo ha così proceduto compatto e tranquillo fino ai -65, quando un’altra caduta, avvenuta in prossimità di uno spartitraffico, ha spaccato il plotone. Tra i caduti, spiccano il terzo in classifica Guillaume Martin (Cofidis), Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) con il compagno Davide Formolo, Edvald Boasson Hagen (NTT Pro Cycling) e Damiano Caruso (Bahrain-McLaren).
Mentre Pogačar è subito rientrato in gruppo, il leader della Cofidis è rimasto maggiormente attardato per poi rientare ai -56 grazie al preziosolo lavoro dei compagni di squadra Nicolas Edet, Jesús Herrada e Pierre-Luc Périchon. Davide Formolo ne è invece uscito malconcio a causa della frattura della clavicola sinistra, nonostante la quale ha chiuso la tappa in ultima posizione, ad oltre 15’ dal vincitore.
Il gruppo nei chilometri successivi ha proceduto tranquillamente fino allo sprint intermedio di Châtelaillon-Plage (km 131), dove a spuntarla nella volata è stato Matteo Trentin (CCC Team) davanti a Peter Sagan e Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step).
Ai -31 è una nuova caduta a movimentare la tappa con ben 3 corridori del Team Arkéa-Samsic a terra.
A 19 km dall’arrivo, in uscita da La Rochelle, i corridori hanno nuovamente incontrato il vento laterale, favorendo un’azione della Ineos Grenadiers che ha provocato la perdita di contatto di diversi corridori, tutti fuori classifica. Ai -17 si è registrata un’ulteriore caduta che ha visto tra i coinvolti Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Richard Carapaz (Ineos Grenadier), Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) e Alejandro Valverde (Movistar). Tra i corridori staccati a causa dell’incidente da segnalare anche Miguel Ángel López (Astana). Tutti sono, però, rientrati rapidamente in gruppo, aiutati dalle rispettive squadre.
Non ha, invece, sortito attacchi l’attraversamento del lunghissimo ponte che collega la terraferma all’Île de Rè dove, nonostante il vento insistente, nessuno si è preso la briga di forzare.
Si è così giunti allo sprint, preparato benissimo dal Team Sunweb. La formazione tedesca, interamente a disposizione dello sprinter olandese Cees Bol, ha allungato il gruppo, passando in testa sia ai -3, sia ai -2. Nell’ultimo chilometro è stato, però, Michael Mørkøv (Deceuninck-QuickStep) a fare la differenza. L’esperto danese si è inserito nel treno della Sunweb e ha poi lanciato nel miglior modo possibile Bennett, che ha finalizzato l’opera conquistando con decisione la sua prima vittoria di tappa al Tour.
Nulla ha potuto la rimonta di Caleb Ewan (Lotto Soudal), seguito a ruota da Sagan. Quarto si è piazzato un redivivo Elia Viviani (Cofidis) davanti al campione del mondo Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Chiudono la top ten Andrè Greipel (Israel Start-Up nation), Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Bol, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Luka Mezgec (Mitchelton-Scott).
Immutata la classifica generale al cui comando resta lo sloveno Roglič davanti a Egan Bernal (INEOS Grenadiers, 21”) e al sorprendente Guillaume Martin (28”). Quarto è Romain Bardet (Ag2r La Mondiale, 30”) davanti al duo colombiano formato da Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling), entrambi a 32” dal capoclassifica.
Domani l’undicesima tappa porterà in 167,5 km da Châtelaillon-Plage a Poitiers. La carovana si sposterà dalla costa atlantica verso l’entroterra, con un percorso quasi completamente piatto e un finale nuovamente adatto alle ruote veloci, chiamate a sfruttare una delle ultime occasioni a loro disposizione.

Pierpaolo Gnisci

Sam Bennett vince la temuta tappa dei ventagli (Getty Images)

Sam Bennett vince la temuta tappa dei ventagli (Getty Images)

08-09-2020

settembre 8, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

L’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella decima tappa, Île d’Oléron (Le Château-d’Oléron) – Île de Ré (Saint-Martin-de-Ré), percorrendo 168.5 Km in 3h35′22″ alla media di 46.94 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) e lo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Miglior italiano Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits), 4°. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 21″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e 28″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 16° a 3′42″.

TIRRENO-ADRIATICO

Il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) si è imposto anche nella seconda tappa, Camaiore – Follonica, percorrendo 201 Km in 5h01′53″ alla media di 39.95 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Fernando Gaviria Rendón (UAE-Team Emirates) e il connazionale Rick Zabel (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step), 4°. Ackermann è ancora leader della classifica con 8″ su Gaviria Rendón e 16″ sul danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling). Miglior italiano Nicola Bagioli (Androni Giocattoli – Sidermec), 5° a 17″

TURUL ROMANIEI (Romania)

Il tedesco Justin Wolf (Bike Aid) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Timișoara, percorrendo 3.1 Km in 4′33″ alla media di 41.14 Km/h. Ha preceduto di 1″ il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena) e il polacco Szymon Krawczyk (CCC Development Team). Miglior italiano Emanuele Onesti (Giotti Victoria), 13° a 10″. Wolf è il primo leader della classifica con 1″ su Grosu e Krawczyk. Miglior italiano Onesti, 13° a 10″.

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