EWAN SGOMINA GLI AVVERSARI NELLA GRANDE BATTAGLIA DI POITIERS

settembre 9, 2020
Categoria: News

Non ci si poteva aspettare altro che un epilogo in volata per l’11a tappa del Tour de France, giro di boa dell’edizione 2020. A spuntarla al termine di uno sprint caotico e condito da polemiche è stato Caleb Ewan (Lotto-Soudal), che ha battuto al fotofinish Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), poi declassato dalla giuria per una spallata ai danni di Wout Van Aert (Jumbo-Visma), e il vincitore della frazione di ieri Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step). Resta invariata la classifica generale che vede sempre al comando lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) davanti ad Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e Guillaume Martin (Cofidis).

L’11a frazione della Grand Boucle, 167,5 km da Châtelaillon-Plage a Poitiers, rappresentava una delle ultime occasioni per i velocisti. Il percorso, quasi completamente piatto, prevedeva solo un gran premio della montagna di 4° categoria) in corrispondenza della Côte de Cherveux, al km 91 (1,1 km al 4,4%). Il finale nascondeva, però, un’altra piccola insidia, uno strappo di 700 metri al 4,1% poco dopo il cartello dei 4 km all’arrivo che poteva risultare indigesto agli sprinter puri e fungere da trampolino di lancio per qualche finisseur.
Alla partenza della tappa si sono presentati 163 corridori. Unico non partente Davide Formolo, a cui ieri sera era stata diagnosticata una frattura alla clavicola sinistra a causa dalla caduta che lo ha visto coinvolto al km 103 della 10a tappa, poi conclusa in ultima posizione.
Così come accaduto ieri, il primo tentativo di fuga è stato registrato già al km 0. Questa volta è stato Matthieu Ladagnous (Groupama-FDJ) a scattare subito dopo il via ufficiale della corsa dato da François Lemarchand, sostituto del direttore Christian Prudhomme risultato posivito al covid.
Il corridore nativo di Pau già dopo 7 km aveva superato il minuto di vantaggio sul gruppo, che procedeva ad andatura ridotta. Il gap è andato così ad incrementarsi rapidamente, raggiungendo i 4 minuti al km 15 e arrivando fino a 5′20″ quando i corridori avevano percorso appena 18 km. A quel punto ha fatto capolino in testa al gruppo Tim De Clercq (Deceuninck-Quick Step), pronto ad imporre un’andatura che non lasciasse troppo margine al corridore della Groupama.
A rompere i piani delle squadre dei velocisti è stato Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), che al km 22 ha provato ad evadere dal gruppo con una poderosa accelerazione, alla quale hanno immediatamente risposto Tom Van Asbroeck (Israel Start-Up Nation), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Michael Gogl (NTT Pro Cycling) e Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe). Il sestetto ha guadagnato un margine di una trentina di secondi, ma la Deceuninck-Quick Step, con il solito De Clercq in testa, ha fatto subito capire che l’azione dei 6 contrattaccanti, evidentemente ritenuti troppo pericolosi, non avrebbe preso il largo.
L’andatura forsennata ha fatto crollare in pochissimo tempo il vantaggio di Ladagnous, sceso nel giro di una manciata di km a 1′05″. Il francese, nel frattempo, aveva rallentato con la speranza di essere raggiunto dal gruppo di contrattaccanti in cui era presente anche il compagno di squadra Küng. Di lì a poco, però, i 6 insegutiori sono stati riassorbiti dal gruppo nel quale, nel frattempo, anche gli uomini della Lotto, col solito Thomas De Gendt, avevano iniziato a collaborare per riprendere i fuggitivi.
Una volta ripreso il gruppetto inseguitore, il plotone ha vistosamente rallentato l’andatura, consentendo a Ladagnous di aumentare nuovamente il vantaggio, risalito a 3 minuti dopo una quarantina di chilometri. La corsa ha quindi proceduto senza nuovi sussulti, col gruppo, guidato sempre dagli uomini della Deceuninck e della Lotto, che ha agilmente controllato il fuggitivo mantenendo stabile il distacco sempre intorno ai 3 minuti.
Il corridore della Groupama-FDJ è così transitato per primo sia al GPM della Côte de Cherveux, sia allo sprint intermedio di Les Grands Ajoncs (km 108), la cui volata per il secondo posto è stata vinta da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) davanti al compagno Michael Mørkøv e a Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Da segnalare l’astuzia del danese che, dopo aver lanciato il suo compagno di squadra, è riuscito a togliere allo slovacco 2 preziosi punti validi per la classifica della maglia verde.
Nei successivi chilometri il vantaggio di Ladagnous è ulteriormente scemato fino all’inevitabile ricongiungimento, avvenuto a 43 km dall’arrivo. Ai -38 da segnalare il ritiro di Gregor Mühlberger (Bora-Hansgrohe), a lungo sofferente durante l’intera tappa e costretto ad abbandonare la corsa in lacrime. Poco più tardi è stato Ion Izagirre (Astana Pro Team) ad alzare bandiera bianca a causa dell’ennesima caduta di questa prima parte di Tour de France, capitombolo che ha visto coinvolti, tra gli altri, anche José Joaquín Rojas (Movistar ) e Krists Neilands (Israel Start-Up Nation): per il basco una brutta ferita al sopracciglio destro e la probabile frattura della clavicola.
Si è così giunti alla lunga preparazione della volata, movimentata dal tentativo di Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe) che ha provato l’assolo a poco più di 6 km dal traguardo. L’austriaco è stato ripreso ai -5 dal duo della Decuninck-Quick Step formato da Kasper Asgreen e Bob Jungels. Il trio di testa, trainato dal campione di Danimarca, ha guadagnato un margine di circa 8” sul gruppo guidato dalla Cofidis di Elia Viviani e dalla Lotto-Soudal di Caleb Ewan. Il sacrificio di Asgreen è comunque valso a poco. Una volta esaurita la sua azione, poco dopo lo striscione dei -3, il danese si è spostato lasciando al comando Jungels e Pöstlberger. Quest’ultimo non aveva, però, intenzione di collaborare e il tentativo del duo è stato annullato ai -2 grazie al lavoro della NTT Pro Cycling.
A questo punto è stata la B&B Hotels-Vital Concept a prendere la testa del gruppo per lanciare Bryan Coquard. La volata che ne è scaturita è stata decisamente confusa. Il primo a partire, a 300 metri dall’arrivo, è stato Wout Van Aert (Jumbo-Visma), alla cui ruota era posizionato Sagan. Lo slovacco, dopo aver lanciato il suo sprint, ha provato a trovare un pertugio tra il belga e le transenne, facendosi spazio anche grazie ad una spallata.
Al centro della strada sono partiti Bennett ed Ewan. L’australiano, che sembrava rimasto troppo indietro, è riuscito a trovare il guizzo giusto e a vincere davanti a Sagan e al campione d’Irlanda. Van Aert ha, invece, tagliato il traguardo in quarta posizione, dimostrando con un gesto molto eloquente tutta la sua contrarietà per la manovra subita dallo slovacco, che è stato succesivamente declassato dalla giuria.
L’ordine d’arrivo è stato completato da Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Clément Venturini (Ag2r La Mondiale), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Luka Mezgec (Mitchelton-Scott), Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale) e Ryan Gibbons (NTT Pro Cycling).
Resta immutata la classifica generale guidata sempre da Primož Roglič (Jumbo-Visma) con un vantaggio di 21 secondi su Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e 28 su Guillaume Martin (Cofidis). Seguono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) a 30”, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 32” e Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) a 44”.
Domani è in programma la 12 tappa, la più lunga di questa edizione, da Chauvigny a Sarran per un totale di 218 km. Il percorso sarà decisamente diverso rispetto alle ultime due frazioni. Sono numerosi gli strappi e le salitelle che caratterizzeranno la tappa, specialmente nel finale. In particolare da segnalare la Cote de la Croix du Pey (4.8 km al 6%) al km 177,5 e il Suc-au-May (3,8 km al 7,7%) la cui cima, posta soli 26 km dall’arrivo, è anche sede dello Point Bonus. L’epilogo più probabile sarà l’arrivo di una fuga da lontano, ma non è da escludere uno sprint a ranghi ridotti, con qualche uomo di classifica che potrebbe andare a caccia dii abbuoni.

Pierpaolo Gnisci

Il fotofinish che ha sancito la vittoria di Ewan a Poitiers

Il fotofinish che ha sancito la vittoria di Ewan a Poitiers

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