EWAN SGOMINA GLI AVVERSARI NELLA GRANDE BATTAGLIA DI POITIERS
Non ci si poteva aspettare altro che un epilogo in volata per l’11a tappa del Tour de France, giro di boa dell’edizione 2020. A spuntarla al termine di uno sprint caotico e condito da polemiche è stato Caleb Ewan (Lotto-Soudal), che ha battuto al fotofinish Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), poi declassato dalla giuria per una spallata ai danni di Wout Van Aert (Jumbo-Visma), e il vincitore della frazione di ieri Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step). Resta invariata la classifica generale che vede sempre al comando lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) davanti ad Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e Guillaume Martin (Cofidis).
L’11a frazione della Grand Boucle, 167,5 km da Châtelaillon-Plage a Poitiers, rappresentava una delle ultime occasioni per i velocisti. Il percorso, quasi completamente piatto, prevedeva solo un gran premio della montagna di 4° categoria) in corrispondenza della Côte de Cherveux, al km 91 (1,1 km al 4,4%). Il finale nascondeva, però, un’altra piccola insidia, uno strappo di 700 metri al 4,1% poco dopo il cartello dei 4 km all’arrivo che poteva risultare indigesto agli sprinter puri e fungere da trampolino di lancio per qualche finisseur.
Alla partenza della tappa si sono presentati 163 corridori. Unico non partente Davide Formolo, a cui ieri sera era stata diagnosticata una frattura alla clavicola sinistra a causa dalla caduta che lo ha visto coinvolto al km 103 della 10a tappa, poi conclusa in ultima posizione.
Così come accaduto ieri, il primo tentativo di fuga è stato registrato già al km 0. Questa volta è stato Matthieu Ladagnous (Groupama-FDJ) a scattare subito dopo il via ufficiale della corsa dato da François Lemarchand, sostituto del direttore Christian Prudhomme risultato posivito al covid.
Il corridore nativo di Pau già dopo 7 km aveva superato il minuto di vantaggio sul gruppo, che procedeva ad andatura ridotta. Il gap è andato così ad incrementarsi rapidamente, raggiungendo i 4 minuti al km 15 e arrivando fino a 5′20″ quando i corridori avevano percorso appena 18 km. A quel punto ha fatto capolino in testa al gruppo Tim De Clercq (Deceuninck-Quick Step), pronto ad imporre un’andatura che non lasciasse troppo margine al corridore della Groupama.
A rompere i piani delle squadre dei velocisti è stato Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), che al km 22 ha provato ad evadere dal gruppo con una poderosa accelerazione, alla quale hanno immediatamente risposto Tom Van Asbroeck (Israel Start-Up Nation), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Michael Gogl (NTT Pro Cycling) e Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe). Il sestetto ha guadagnato un margine di una trentina di secondi, ma la Deceuninck-Quick Step, con il solito De Clercq in testa, ha fatto subito capire che l’azione dei 6 contrattaccanti, evidentemente ritenuti troppo pericolosi, non avrebbe preso il largo.
L’andatura forsennata ha fatto crollare in pochissimo tempo il vantaggio di Ladagnous, sceso nel giro di una manciata di km a 1′05″. Il francese, nel frattempo, aveva rallentato con la speranza di essere raggiunto dal gruppo di contrattaccanti in cui era presente anche il compagno di squadra Küng. Di lì a poco, però, i 6 insegutiori sono stati riassorbiti dal gruppo nel quale, nel frattempo, anche gli uomini della Lotto, col solito Thomas De Gendt, avevano iniziato a collaborare per riprendere i fuggitivi.
Una volta ripreso il gruppetto inseguitore, il plotone ha vistosamente rallentato l’andatura, consentendo a Ladagnous di aumentare nuovamente il vantaggio, risalito a 3 minuti dopo una quarantina di chilometri. La corsa ha quindi proceduto senza nuovi sussulti, col gruppo, guidato sempre dagli uomini della Deceuninck e della Lotto, che ha agilmente controllato il fuggitivo mantenendo stabile il distacco sempre intorno ai 3 minuti.
Il corridore della Groupama-FDJ è così transitato per primo sia al GPM della Côte de Cherveux, sia allo sprint intermedio di Les Grands Ajoncs (km 108), la cui volata per il secondo posto è stata vinta da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) davanti al compagno Michael Mørkøv e a Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Da segnalare l’astuzia del danese che, dopo aver lanciato il suo compagno di squadra, è riuscito a togliere allo slovacco 2 preziosi punti validi per la classifica della maglia verde.
Nei successivi chilometri il vantaggio di Ladagnous è ulteriormente scemato fino all’inevitabile ricongiungimento, avvenuto a 43 km dall’arrivo. Ai -38 da segnalare il ritiro di Gregor Mühlberger (Bora-Hansgrohe), a lungo sofferente durante l’intera tappa e costretto ad abbandonare la corsa in lacrime. Poco più tardi è stato Ion Izagirre (Astana Pro Team) ad alzare bandiera bianca a causa dell’ennesima caduta di questa prima parte di Tour de France, capitombolo che ha visto coinvolti, tra gli altri, anche José Joaquín Rojas (Movistar ) e Krists Neilands (Israel Start-Up Nation): per il basco una brutta ferita al sopracciglio destro e la probabile frattura della clavicola.
Si è così giunti alla lunga preparazione della volata, movimentata dal tentativo di Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe) che ha provato l’assolo a poco più di 6 km dal traguardo. L’austriaco è stato ripreso ai -5 dal duo della Decuninck-Quick Step formato da Kasper Asgreen e Bob Jungels. Il trio di testa, trainato dal campione di Danimarca, ha guadagnato un margine di circa 8” sul gruppo guidato dalla Cofidis di Elia Viviani e dalla Lotto-Soudal di Caleb Ewan. Il sacrificio di Asgreen è comunque valso a poco. Una volta esaurita la sua azione, poco dopo lo striscione dei -3, il danese si è spostato lasciando al comando Jungels e Pöstlberger. Quest’ultimo non aveva, però, intenzione di collaborare e il tentativo del duo è stato annullato ai -2 grazie al lavoro della NTT Pro Cycling.
A questo punto è stata la B&B Hotels-Vital Concept a prendere la testa del gruppo per lanciare Bryan Coquard. La volata che ne è scaturita è stata decisamente confusa. Il primo a partire, a 300 metri dall’arrivo, è stato Wout Van Aert (Jumbo-Visma), alla cui ruota era posizionato Sagan. Lo slovacco, dopo aver lanciato il suo sprint, ha provato a trovare un pertugio tra il belga e le transenne, facendosi spazio anche grazie ad una spallata.
Al centro della strada sono partiti Bennett ed Ewan. L’australiano, che sembrava rimasto troppo indietro, è riuscito a trovare il guizzo giusto e a vincere davanti a Sagan e al campione d’Irlanda. Van Aert ha, invece, tagliato il traguardo in quarta posizione, dimostrando con un gesto molto eloquente tutta la sua contrarietà per la manovra subita dallo slovacco, che è stato succesivamente declassato dalla giuria.
L’ordine d’arrivo è stato completato da Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Clément Venturini (Ag2r La Mondiale), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Luka Mezgec (Mitchelton-Scott), Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale) e Ryan Gibbons (NTT Pro Cycling).
Resta immutata la classifica generale guidata sempre da Primož Roglič (Jumbo-Visma) con un vantaggio di 21 secondi su Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e 28 su Guillaume Martin (Cofidis). Seguono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) a 30”, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 32” e Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) a 44”.
Domani è in programma la 12 tappa, la più lunga di questa edizione, da Chauvigny a Sarran per un totale di 218 km. Il percorso sarà decisamente diverso rispetto alle ultime due frazioni. Sono numerosi gli strappi e le salitelle che caratterizzeranno la tappa, specialmente nel finale. In particolare da segnalare la Cote de la Croix du Pey (4.8 km al 6%) al km 177,5 e il Suc-au-May (3,8 km al 7,7%) la cui cima, posta soli 26 km dall’arrivo, è anche sede dello Point Bonus. L’epilogo più probabile sarà l’arrivo di una fuga da lontano, ma non è da escludere uno sprint a ranghi ridotti, con qualche uomo di classifica che potrebbe andare a caccia dii abbuoni.
Pierpaolo Gnisci

Il fotofinish che ha sancito la vittoria di Ewan a Poitiers