HIRSCHI, L’OSTINAZIONE PREMIA: IMPRESA DELL’ELVETICO NELLA TAPPA DI SARRAN

settembre 10, 2020
Categoria: News

Ci ha provato fin dalla seconda tappa, quando aveva risposto con personalità all’attacco di Alaphilippe. Al terzo tentativo finalmente Marc Hirschi è riuscito a cogliere la prima, meritatissima vittoria al Tour de France. Per il giovane talento svizzero del Team Sunweb, già campione del mondo Under 23 nel 2018 ad Innsbruck, non poteva esserci modo migliore per ottenere la prima vittoria in assoluto da professionista. Il 22enne è scattato nel punto più duro dell’ascesa verso il Suc-au-May e ha staccato in compagni di fuga, giungendo tutto solo a Sarran. Alle sue spalle Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept) a 47” e un altro corridore del Team Sunweb, Søren Kragh Andersen, che ha regolato il gruppetto inseguitore giunto a 52”. Resta invariata la classifica generale, guidata da Primož Roglič (Jumbo-Visma).

La tappa più lunga di questa edizione del Tour de France, da Chauvigny a Sarran per un totale di 218 km, presentava un percorso decisamente più movimentato rispetto alle ultime due frazioni, vista la presenza di 4 GPM e di numerosi altri strappi. Particolarmente nervoso il finale con il GPM di 3a categoria de la Côte de la Croix du Pey (4,8 km al 6%), a 41 km dall’arrivo e l’arcigna salita che porta del Suc-au-May (3,8 km al 7,7%) posta a soli 25,5 Km dal traguardo. Quest’ultima, oltre ad essere classificata come GPM di 2a categoria, era anche sede del Point Bonus. Il finale presentava una serie di saliscendi e gli ultimi 4 km tutti all’insù verso il traguardo-
I primi tentativi di fuga si sono consumati subito dopo il via. Molti corridori hanno provato ad avvantaggiarsi, ingolositi dal disegno di tappa particolarmente favorevole ad eventuali fughe. Tra i più attivi si segnalano il campione del mondo Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Matteo Trentin (CCC Team), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step) e diversi uomini della NTT Pro Cycling.
L’azione buona è venuta fuori al km 8 e ha visto protagonisti Nils Politt (Israel Start-Up Nation), il campione spagnolo Luis León Sánchez (Astana), Imano Erviti (Movistar) e Max Walscheid (NTT Pro Cycling). Subito dopo si è registrata una caduta che ha coinvolto José Joaquín Rojas (Movistar), già finito a terra ieri, Guillaume Martin (Cofidis), Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie) e Alexey Lutsenko (Astana).
La bagarre in testa al gruppo non è, però, cessata e si sono così susseguiti altri tentativi di fuga, tutti neutralizzati dal gruppo. I vari allunghi, infatti, non hanno consentito ai battistrada di prendere un vantaggio rassicurante, sempre compreso tra i 20 e 30 secondi. Tra i protagonisti da segnalare anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), sempre tallonato da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step).
L’andatura in testa al gruppo si è calmata solo dopo una ventina di chilometri, favorendo l’azione dei fuggitivi della prima ora, che sono riusciti a portare il vantaggio a un minuto. Al km 25 è evaso dal plotone Mathieu Burgaudeau (Total Direct Énergie), al quale un paio di chilometri dopo si è aggiunto Kasper Asgreen (Decenuninck-Quick Step). Il duo inseguitore si è ritrovato a metà strada tra i quattro battistrada e il gruppo, guidato da una Bora-Hansgrohe intenzionata a non lasciare troppo margine ai fuggitivi. Al km 40 il gruppo di testa vantava circa un minuto sulla coppia inseguitrice e due minuti sul gruppo.
La situazione è rimasta pressoché invariata fino allo sprint intermedio di Le Dorat (km 51), in cui per primo è transitato Politt, davanti ad Erviti, Sánchez e Walscheid. La volata del gruppo, valida per la 7a posizione, è stata vinta dalla maglia verde Bennett davanti al compagno di squadra Michael Mørkøv e a Sagan, con l’Irandese che è così riuscito a guadagnare altri due punti nella lotta per la classifica a punti.
Dopo lo sprint Asgreen e Burgaudeau hanno accelerato riducendo lo svantaggio dai corridori di testa fino a circa 30”, mentre il gruppo viaggiava sempre con circa 2’ di svantaggio. A questo punto i battistrada hanno rallentato consentendo il rientro degli inseguitori, avvenuto al km 63.
La corsa ha quindi assunto un andamento regolare, col vantaggio del sestetto di testa che si è stabilizzato intorno ai due minuti. L’unico evento degno di nota durante la fase centrale della tappa è stato il ritiro di Ilnur Zakarin (CCC Team), avvenuto al km 93 e causato dalla frattura ad un costola rimediata dal russo nella tappa di ieri.
I sei battistrada hanno proseguito di comune accordo, lasciando a Burgaudeau entrambi i GPM di 4° categoria incontrati lungo il cammino, la Côte de Saint-Martin-Terressus (1,5 km al 8,8%) al km 104 e la Côte d’Eybouleuf (2,8 km al 5,2%) al km 121,5. Il gruppo, guidato sempre dagli uomini della Bora-Hansgrohe, ha continuato a controllare la fuga mantenendo il gap sempre poco sopra il minuto e mezzo.
Il ritmo del plotone è aumentato solo ad una sessantina di chilometri dall’arrivo sempre grazie all’impulso degli uomini della Bora, questa volta coadiuvati da Simon Geschke (CCC Team). Il vantaggio dei fuggitivi è così sceso a 30 secondi quando si transitava sotto lo striscione dei -50. Poco dopo Asgreen ha accelerato restando in compagnia del solo Erviti, mentre gli ex compagni di fuga venivano man mano riassorbiti dal gruppo. Il campione danese, sentendo il fiato sul collo del gruppo maglia gialla, ha continuato a rilanciare l’andatura fino all’inevitabile ricongiungimento, avvenuto a poco meno di 3 km alla vetta del GPM dela Côte de la Croix du Pey.
Nel frattempo dal gruppo era evasa la coppia del Team Sunweb formata da Tiesj Benoot e Søren Kragh Andersen, subito dopo raggiunta da Marc Soler (Movistar). A loro inseguimento si è portato un quartetto formato da Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Alessandro De Marchi (CCC Team), Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step) e Marc Hirschi (Sunweb), mentre numerosi altri corridori provavano ad evadere dal gruppo in una fase di corsa a dir poco concitata.
In corrispondenza dello scollinamento la situazione si è nuovamente rimescolata con la costituzione di un gruppo di sei uomini in testa alla corsa: il trio della Sunweb formato da Hirschi, Benoot e Kragh Andersen, Soler, Schachmann e Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept). Dietro di loro si era ivece creato un secondo gruppo 13 di corridori che, al termine della discesa, aveva un distacco prossimo ai 20”. Il gruppo maglia gialla, visibilmente selezionato, viaggiava a 40”.
Terminata la discesa è subito iniziata la scalata al Suc-au-May, la salita più dura di giornata. Lungo le prime rampe sono stati Benoot e Kragh Andersen a tenere alta l’andatura, sacrificandosi per il giovane compagno di quadra finché, a 28,5 Km dall’arrivo, è arrivato l’attacco di Soler. L’unico in grado di rispondere allo scatto dello spagnolo è stato Hirschi, che ha prima ripreso Soler e poi è partito in contropiede, mentre dal gruppo maglia gialla Julien Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), lanciato da Dries Devenyns, riusciva a rientrare sugli inseguitori.
Hirschi, già all’attacco nella 2a tappa e successivamente grande protagonsita della frazione con arrivo a Laruns, è riuscito a scollinare in solitaria, con un vantaggio di 17” su Schachmann e Soler. Il primo gruppo inseguitore, comprendente Alaphilippe, pagava un gap di 40”, mentre il gruppo della maglia gialla era ancora più distante.
Lungo la discesa Hirschi ha continuato il suo piccolo capolavoro, disegnando alla perfezione ogni curva e incrementando il vantaggio su Soler e Schachmann, che ai -15 era arrivato ad oltre 30”. Il duo inseguitore è stato quindi ripreso dal drappello di Alaphilippe sotto lo striscione dei -10, quando il distacco dal battistrada si era dilatato fino a 40”.
Hirschi, ormai lanciato verso la vittoria, ha gestito gli ultimi 10 km come meglio poteva, mentre alle sue spalle Alaphilippe provava con un ultimo, disperato tentativo di rientrare sul battistrada.
Hirschi si è così involato verso la sua prima vittoria da professionista, ottenuta con l’ennesima prova di talento e personalità nella corsa più importante del panorama internazionale. Il secondo posto è stato raccolto dall’esperto Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), giunto a 47”, mentre la volata del gruppo inseguitore, dopo 52”, è stata vinta da Kragh Andersen davanti a Pacher, Jesús Herrada (Cofidis) e Schachmann.
Gli uomini di classifica, invece, non si sono dati battaglia e così è rimasta immutata la classifica generale, con la maglia gialla sempre sulle spalle di Primož Roglič (Jumbo-Visma). Dietro di lui Egan Bernal (Ineos Grenadiers) è secondo a 21” e Guillaume Martin, terzo a 28” . Seguono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) a 30”, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 32” e Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) a 44”.
Domani interessante arrivo al Puy Mary, sempre nel Massiccio Centrale, al termine di una tappa lunga 191,5 km e che proporrà ben 7 Gran Premi della Montagna. Negli ultimi 15 km i corridori dovranno affrontare prima l’ascesa del Col de Neronne (3,8 km al 9,1%), in cima al quale sarà posto il traguardo con abbuoni, per poi salire in cima al Pas de Peyrol, sede d’arrivo di tappa. L’ultima ascesa, lunga 5,4 kme caratterizzata da una pendenza media dell’8,1%, negli ultimi 3 km presenta inclinazioni costantemente superiori all’11%. Gli uomini di classifica potrebbero tornare protagonisti, anche se non è da escludere che vada ancora in porto la fuga.

Pierpaolo Gnisci

Marc Hirschi allattacco nella tappa di Sarran (Getty Images Sport)

Marc Hirschi all'attacco nella tappa di Sarran (Getty Images Sport)

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