FINALMENTE L’EMBATIDO

settembre 30, 2018 by Redazione  
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Dopo innumerevoli podi, Alejandro Valverde riesce a centrare la vittoria in un campionato del mondo, indossando i colori dell’iride a 38 anni. Bene Woods e Pinot sul podio, ottimo Dumoulin in recupero. Il nostro Moscon cede nel tratto più duro dell’ultimo strappo e deve accontentarsi della quinta posizione. Male Alaphilippe, che cede proprio laddove si pensava che potesse fare la differenza.

Peter Sagan (Bora-Hansgroe), che è stato il primo dei big a saltare, ha tuttavia portato a casa una piccola vittoria, azzeccando il pronostico sulla vittoria. Vero che Alejandro Valverde (Movistar) era uno dei principali favoriti della vigilia, tuttavia le maggiori quotazioni erano riscosse da Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors), in età più verde rispetto a quella dell’Embatido. Il corridore francese, invece, ha ceduto nel corso dello strappo finale, perdendo parecchi secondi in un batter di ciglia ed a quel punto la punta principale della Francia è diventata Romain Bardet (AG2R La Mondiale) che allo sprint con Valverde aveva ben poche possibilità di vittoria e deve considerare l’argento come un ottimo risultato, anche se è sembrato un po’ deluso dopo il traguardo.
Valverde, come al solito, ha mantenuto un’ottima condizione di forma per tutta la stagione, avendo centrato la prima vittoria in febbraio ed essendo stato protagonista per tutta la Vuelta. Questa condizione straordinaria è stata mantenuta anche da Tom Dumoulin (Team Sunweb) che, dopo il doppio podio a Giro e Tour, è ancora in ottima condizione tanto da centrare l’argento a cronometro, battuto solo un super Rohan Dennis (BMC Racing Team) e riuscendo nella prova di oggi a ritornare sul terzetto di testa, che sembrava aver preso il largo definitivo sul muro finale. Dumoulin, che era rimasto staccato ben prima di Gianni Moscon (Team Sky), è riuscito con la sua regolarità non solo a saltare a piè pari l’italiano, ma anche a raggiungere i tre di testa che, comunque, non si sono studiati troppo. Ovviamente, lo sforzo che ha richiesto il rientro ha poi condizionato la brillantezza di Dumoulin, che non ha neppure tentato lo sprint.
Il chilometraggio al quale i giovani non sono più abituati e i ritmi alti, resi necessari dal grosso vantaggio che aveva preso la fuga e poi dalla necessità del forcing, hanno lasciato sulle ginocchia molti dei big che, alla vigilia, potevano avere speranze di far bene.
Un capitolo a parte va speso per Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) che ha ceduto all’ultimo giro reggendo meglio di molti big. Purtroppo il recupero lampo con aiuto chirurgico al quale il siciliano è stato costretto non gli ha permesso di presentarsi oggi con una condizione sufficiente per tentare il colpaccio. Nibali probabilmente avrebbe tentato di anticipare i tempi con una delle sue azioni fantasiose, ma il maledetto giorno dell’Alpe d’Huez ha privato questo mondiale di un grandissimo pretendente.
La corsa partiva subito molto forte, con molti corridori che avevano la “fregola” di andare in fuga per mettersi in mostra in una vetrina internazionale di somma importanza e così, dopo soli 5 chilometri, si avvantaggiavano il danese Kasper Asgreen (Quick-Step Floors), lo svedese Tobias Ludvigsson (Groupama – FDJ), il canadese Rob Britton (Rally Cycling) e il greco Stylianos Farantakis (Sojasun espoir-ACNC), il quale cederà e si rialzerà nel giro di pochi chilometri. Su questi uomini si riportavano in breve l’irlandese Ryan Mullen (Trek – Segafredo), il kazako Daniil Fominykh ( Astana Pro Team) e il norvegese Vegard Stake Laengen (UAE-Team Emirates). In un terzo momento, si aggiungevano ai battistrada anche l’irlandese Conor Dunne (Aqua Blue Sport), il ceco Karel Hník (Pardus – Tufo Prostejov), il lussemburghese Laurent Didier (Trek – Segafredo), il sudafricano Jacques Janse van Rensburg (Team Dimension Data) e il bielorusso Ilia Koshevoy (Wilier Triestina – Selle Italia), che andavano a comporre una fuga di 11 elementi. Il gruppo lasciava fare e i battistrada prendono il largo, arrivando a guadagnare quasi 18 minuti prima che il gruppo alzi leggermente l’andatura per evitare di perdere il controllo della situazione. Quando al traguardo mancavano ancora 100 Km, iniziavano i primi eventi degni di nota, in particolare la caduta con ritiro del francese Warren Barguil (Team Fortuneo – Samsic) in una curva insidiosa in discesa, mentre la fuga cominciava a perdere elementi. Gia nel terzo giro, con Inghilterra e Slovenia ad alzare notevolmente il ritmo, perdevano contatto Sagan ed il belga Tiesj Benoot (Lotto Soudal). Nel corso del giro successivo, Francia e Spagna cominciavano a farsi vedere in testa, mentre il gruppo dei battistrada continuava man mano ad assottigliarsi; a questo punto la prima azione importante in seno al gruppo veniva inscenata da Dario Cataldo (Astana Pro Team), seguito subito dagli spagnoli Jesús Herrada (Cofidis, Solutions Crédits) e Omar Fraile (Astana Pro Team). Nella discesa, scivolava Primož Roglič (Team LottoNL-Jumbo) nella stessa curva in discesa dove era caduto Barguil, ma lo sloveno aveva miglior fortuna e si rialzava, attendendo che l’ammiraglia lo raggiunga con un’altra bicicletta. Il successivo giro era invece fatale al colombiano Miguel Ángel López (Astana Pro Team), che su un circuito del genere avrebbe potuto cullare qualche ambizione. Il colombiano, però, perdeva contatto nella discesa, terreno a lui non congeniale e affrontato con grande veeemenza dal gruppo che doveva chiudere sui fuggitivi ancora rimasti in avanscoperta. In vista del sesto passaggio riuscivano ad avvantaggiarsi il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), Fraile e Damiano Caruso (BMC Racing Team). I tre venivano ripresi grazie alle sollecitazioni del tedesco Simon Geschke (Team Sunweb) e dell’olandese Sam Oomen (Team Sunweb), che cominciavano a provocare le prime defezioni eccellenti: si staccavano, infatti, l’irlandese Daniel Martin (UAE-Team Emirates), il russo Ilnur Zakarin (Team Katusha – Alpecin), il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott), il polacco Michał Kwiatkowski (Team Sky) e l’olandese Wout Poels (Team Sky). La bagarre cominciava però a circa 45 chilometri dall’arrivo, quando molti corridori accennavano scatti senza però riuscire ad incidere, mentre davanti rimanevano solo Asgreen e Laengen, che iniziavano l’ultimo giro con due minuti e mezzo di vantaggio. Nell’ultimo giro, l’inseguimento era guidato dall’Italia, cosa che aveva fatto sperare che qualche azzurro volesse tentare un attacco in anticipo; invece, a partire in contropiede era Steven Kruijswijk (Team LottoNL-Jumbo), con Valverde e il francese Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) che fiutavano il pericolo e non lasciavano andare l’olandese. E’ proprio in questo momento che Nibali perdeva contatto, mentre rispondeva molto bene Moscon. Poco prima dei 20 all’arrivo, la fuga si esauriva definitivamente e subito provava l’allungo il britannico Peter Kennaugh (Bora – Hansgrohe), ma il danese Michael Valgren, (Astana Pro Team) riusciva a raggiungerlo e staccarlo per poi proseguire a tutta in discesa, guadagnando sino a 30 secondi. Dietro, in un primo momento, lo spagnolo Ion Izagirre (Bahrain Merida), Pinot, Moscon, il kazako Alexey Lutsenko (Astana Pro Team) e il portoghese Rui Alberto Faria da Costa (UAE-Team Emirates) riuscivano a ritrovarsi con qualche secondo di vantaggio sul gruppo sempre più assottigliato, ma nei successivi chilometri la situazione si ricompattava sino ai piedi del muro di Gramartboden. A questo punto, non ci si poteva più nascondere, il battistrada veniva rapidamente ripreso e davanti rimanevano Bardet, Pinot, Alaphilippe, Moscon, Valverde e il canadese Michael Woods (Team EF Education First-Drapac). La nazionale francese sembrava in una situazione ideale in netta superiorità numerica con due scalatori di razza ed uno scattista formidabile, ma proprio Alaphilippe e Pinot perdevano contatto sotto le sollecitazioni di Woods, mentre Moscon stringeva i denti e, pur con grandi difficoltà, riusciva a mantenere la ruota dei migliori fin quando si giunge sul tratto al 28%. Lì Woods forzava di nuovo e stavolta Moscon si piantava, mentre da dietro arrivava in progressione Dumoulin che, su questo tratto di strada del tutto inadatto alle sue caratteristiche, faceva valere le sue doti di regolarista e riusciva a scollinare con un gap ancora colmabile, dopo aver saltato Moscon. Nel falsopiano in cima e nella successiva discesa, i tre battistrada non si dannavano l’anima a tirare, ance se non si fermano continuando con un discreto ritmo, ma Domoulin riusciva a rientrare grazie alle sue doti di passista, mentre Moscon era ormai cotto.
Allo sprint non c’era storia e Valverde, nonostante la prima posizione, lanciava la volata lunga, senza che nessuno ce la facesse ad uscire dalla sua ruota; Bardet prendeva l’argento e Woods il bronzo, mentre Dumoulin, che aveva fatto uno sforzo enorme per tornare sotto, doveva accontentarsi della medaglia di legno.
Certamente, dopo innumerevoli podi, l’Embatido meritava una vittoria, ha corso in modo molto intelligente e nella volata è stato padrone assoluto. L’Italia forse ha esagerato nel forzare il ritmo all’ultimo giro ed avrebbe fatto meglio a lasciare il lavoro ad altri, ma ha dimostrato la grinta e la voglia di fare la corsa che ha sempre contraddistinta la nazionale azzurro.
Infine una nota al percorso non può essere omessa. Dopo il circuito di Duitama del 1995, questo è stato il mondiale più duro degli ultimi anni ed il tracciato non ha tradito le aspettative; i chilometri che separavano la cima dall’arrivo hanno consentito il rientro di Dumoulin ed un finale ancor più interessante. Sarebbe ora che l’UCI si rendesse conto che corse come il campionato del mondo non possono essere dei piattoni come quello che ci dovremo sorbire il prossimo anno e che corse faticose e lunghe fanno venire fuori i corridori davvero resistenti. Il favorito Alaphilippe probabilmente ha pagato proprio la lunghezza di questo percorso, perché sulla carta lo strappo finale era ideale per uno come lui. L’esperto Valverde, invece, più abituato a corse logoranti, ha saputo gestire al meglio le forze e, nonostante l’età, è andato a prendersi finalmente la medaglia d’oro.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Alejandro Valverde (Spain) 6:46:41
2 Romain Bardet (France)
3 Michael Woods (Canada)
4 Tom Dumoulin (Netherlands)
5 Gianni Moscon (Italy) 0:00:13
6 Roman Kreuziger (Czech Republic) 0:00:43
7 Michael Valgren Andersen (Denmark)
8 Julian Alaphilippe (France)
9 Thibaut Pinot (France)
10 Rui Costa (Portugal)
11 Ion Izagirre Insausti (Spain)
12 Bauke Mollema (Netherlands) 0:00:49
13 Mikel Nieve Iturralde (Spain) 0:00:52
14 Sam Oomen (Netherlands) 0:01:21
15 Nairo Quintana (Colombia)
16 Peter Kennaugh (Great Britain)
17 Jan Hirt (Czech Republic)
18 George Bennett (New Zealand)
19 Jack Haig (Australia)
20 Jakob Fuglsang (Denmark)
21 Domenico Pozzovivo (Italy)
22 Andrey Zeits (Kazakhstan)
23 Ben Hermans (Belgium) 0:01:32
24 Simon Geschke (Germany) 0:01:54
25 Sergei Chernetski (Russian Federation) 0:02:00
26 Mathias Frank (Switzerland) 0:02:10
27 Steven Kruijswijk (Netherlands)
28 Antwan Tolhoek (Netherlands)
29 Dylan Teuns (Belgium)
30 Odd Christian Eiking (Norway) 0:02:42
31 Rudy Molard (France)
32 Sébastien Reichenbach (Switzerland)
33 Rigoberto Uran (Colombia) 0:02:57
34 Primož Roglic (Slovenia) 0:04:00
35 Rafal Majka (Poland)
36 Alexey Lutsenko (Kazakhstan)
37 Adam Yates (Great Britain)
38 Wilco Kelderman (Netherlands)
39 Nelson Oliveira (Portugal) 0:05:00
40 Alessandro De Marchi (Italy) 0:05:05
41 Merhawi Kudus (Eritrea) 0:05:44
42 Xandro Meurisse (Belgium)
43 Vegard Stake Laengen (Norway)
44 David De La Cruz Melgarejo (Spain) 0:05:56
45 Michael Gogl (Austria)
46 Emanuel Buchmann (Germany)
47 Pavel Sivakov (Russian Federation) 0:06:00
48 Sergio Luis Henao Montoya (Colombia) 0:06:02
49 Vincenzo Nibali (Italy)
50 Greg Van Avermaet (Belgium) 0:08:08
51 Pavel Kochetkov (Russian Federation)
52 Kasper Asgreen (Denmark) 0:10:22
53 Franco Pellizotti (Italy) 0:10:33
54 Carl Fredrik Hagen (Norway) 0:12:24
55 Emil Nygaard Vinjebo (Denmark) 0:12:57
56 Lukasz Owsian (Poland) 0:13:05
57 Ilnur Zakarin (Russian Federation)
58 Tony Gallopin (France)
59 Patrick Konrad (Austria)
60 Steve Morabito (Switzerland)
61 Jesus Herrada (Spain) 0:13:09
62 Toms Skujins (Latvia) 0:13:13
63 Brent Bookwalter (United States Of America) 0:14:23
64 Damiano Caruso (Italy)
65 Dario Cataldo (Italy)
66 Hugh John Carthy (Great Britain)
67 Nicolas Roche (Ireland)
68 Tim Wellens (Belgium)
69 Pieter Weening (Netherlands)
70 Rob Power (Australia)
71 Richard Carapaz (Ecuador) 0:14:48
72 Benjamin King (United States Of America) 0:15:57
73 Eduardo Sepulveda (Argentina) 0:16:51
74 Nico Denz (Germany) 0:18:17
75 Gianluca Brambilla (Italy) 0:19:35
76 Robert Britton (Canada) 0:19:37

Valverde coglie la sua più bella vittoria in carriera ai mondiali di Innsbruck (foto Bettini)

Valverde coglie la sua più bella vittoria in carriera ai mondiali di Innsbruck (foto Bettini)

30-09-2018

settembre 30, 2018 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO INNSBRUCK 2018 – GARA SU STRADA UOMINI ÉLITE

Lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar Team) si è imposta nella gara su strada, Kufstein – Innsbruck, percorrendo 252.9 Km in 6h46′41″ alla media di 37.31 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bardet e il canadese Woods. Miglior italiano Gianni Moscon (Team Sky), 5° a 13″.

TOUR OF ALMATY (Kazakistan)

Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Astana Pro Team) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Almaty – Medeo, percorrendo 152.2 Km in 4h11′55″ alla media di 36.25 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Fernández Cruz e di 8″ l’italiano Davide Villella (Astana Pro Team), che si impone in classifica con 50″ sull’elvetico Pellaud e 53″ sull’italiano Pierpaolo Ficara (Amore & Vita – Prodir).

TOUR OF IRAN (AZARBAIJAN)

L’iraniano Mohammad Ganjkhanlou (Pishgaman Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Tabriz – Urmia, percorrendo 150.1 Km in 3h25′10″ alla media di 43.90 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Abraham e Sokolov. Ganjkhanlou è il primo leader della classifica con 7″ su Abraham e 12″ su Sokolov

GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)

Il camerunense Clovis Kamzong Abessolo (SNH Vélo Club) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Sangmelina – Yaoundé, percorrendo 170 Km in 4h19′51″ alla media di 39.25 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Juraj Bellan (Dukla Banská Bystrica) e l’ivoriano Cissé. Bellan si impone in classifica con 10″ su Kamzong Abessolo e 13″ su Cissé

VAN DER BREGGEN, ORO MONDIALE A INNSBRUCK. GUDERZO BRONZO

settembre 29, 2018 by Redazione  
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Quella olandese era la nazionale da battere nella prova in linea donne élite ed il pronostico è stato rispettato, con Anna Van Der Breggen che sfrutta l’ottima forma già dimostrata nella cronometro individuale. Partita sulla seconda ascesa della salita di Igls, a circa 40 km dall’arrivo, in quattro e quattr’otto raggiunge e supera il terzetto di testa e si invola verso la vittoria iridata senza avere nessuna avversaria all’altezza. L’olandese vince con netto vantaggio sull’australiana Amanda Spratt, argento, e sull’azzurra Tatiana Guderzo, bronzo.

E’ stato definito dagli addetti ai lavori il circuito più duro degli ultimi 40 anni. Ebbene, se ciò è vero per gli uomini élite, che dovranno anche sorbirsi l’infernale muro finale con pendenze superiori al 25%, questo vale anche per le donne élite, che oggi dovranno percorrere 156,2 km da Kufstein ad Innsbruck. I primi 80 presentano una fase di avvicinamento al capoluogo tirolese con gli strappi di Kirchbichl, Breitenbach am Inn, Kramsach e soprattutto Gnadenwald a mettere fatica nelle gambe delle atlete prima di affrontare il circuito finale di tre giri con l’impegnativa salita di Igls. Sulla carta, l’Olanda è la nazionale da battere ed Annemiek Van Vleuten (Mitchelton-Scott), dopo aver già dominato nella prova a cronometro, parte con i gradi di favorita numero 1. L’Italia si affida in particolar modo ad Elisa Longo Borghini (Wiggle High5), atleta scafata ed esperta su tracciati del genere; in seconda battuta da non sottovalutare Erica Magnaldi (Bepink), a suo agio su un percorso che presenta difficoltà altimetriche non indifferenti. Dopo la partenza delle 149 atlete in gara si formava una fuga composta da due cicliste, la polacca Aurela Nerlo (Mat Atom Deweloper) e la colombiana Ana Cristina Sanabria Sánchez (Servetto – Stradalli Cycle – Alurecycling). Il gruppo lasciava fare e dopo una quarantina di chilometri andavano al contrattacco la danese Emma Cecilie Norsgaard Jørgensen (Cervélo-Bigla Pro Cycling) e la finlandese Lotta Lepistö (Cervélo-Bigla Pro Cycling). All’inizio della dura salita di Gnadenwald la coppia di testa aveva 1 minuto e mezzo di vantaggio sulle due inseguitrici, mentre il gruppo era segnalato più attardato, ad oltre 2 minuti e mezzo. Sulle prime rampe della salita uscivano dal gruppo altre atlete e precisamente la russa Kseniya Dobrynina (Servetto – Stradalli Cycle – Alurecycling), la norvegese Vita Heine (Hitec Products), la ceca Tereza Korvasova (Team Dukla Praha Women) e l’elvetica Nicole Hanselmann (Cervélo-Bigla Pro Cycling). Queste contrattaccanti venivano raggiunte in poco tempo dal gruppo. La Van Vleuten incappava in una caduta insieme alla compagna Ellen Van Dijk (Team Sunweb), ma si rialzava prontamente e, nonostante qualche acciacco, rientrava in gruppo in salita. Lungo la stessa ascesa era la nazionale tedesca a imporre un forcing forsennato che sgranava il gruppo inseguitore; in testa rimaneva sola al comando la Sanabria Sánchez, che scollinava con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo. La generosa azione della colombiana terminava all’inizio del primo dei tre giri del circuito di Innsbruck, dove erano le squadre delle big a prendere l’iniziativa. Si susseguivano gli scatti e si formava in testa un drappello di quattro atlete: Tatiana Guderzo (Bepink), la Van Dijk, la Lepistö e la danese Cecilie Uttrup Ludwig (Cervélo-Bigla Pro Cycling). A 70 km dall’arrivo il quartetto aveva 45 secondi di vantaggio sul gruppo. Era la nazionale australiana a prendere l’iniziativa ed a ridurre il vantaggio in modo consistente. La Lepistö si staccava e contemporaneamente, a circa 2 km dall primo dei tre scollinamenti della salita di Igls, il gruppo ritornava compatto. In discesa cadeva l’australiana Amanda Spratt (Mitchelton-Scott), che però rientrava prontamente in gruppo. Provava ad allungare la statunitense Coryn Rivera (Team Sunweb), che a 50 km dall’arrivo vantava una trentina di secondi su un gruppo molto attivo, nel quale si susseguivano scatti e controscatti. La Rivera veniva ripresa da cinque atlete, tra le quali l’italiana Elena Pirrone (Astana Womens Team). Nel gruppo di testa si staccava la Van Dijk e le subentrava Anna Van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team), autrice di un poderoso attacco a 42 km dall’arrivo. L’olandese allungava in salita e – staccate sia la Spratt, sia la Rivera – iniziava l’ultimo giro del circuito con 1 minuto e 19 secondi di vantaggio sull’australianao, mentre il gruppo, tenuto a bada dalle olandesi, transitava ad oltre 4 minuti. Sull’ultima ascesa verso Igls, con la Van Der Breggen ormai irraggiungibile, dal gruppo contrattaccava la Guderzo. Gli ultimi chilometri erano una cavalcata trionfale per l’olandese che alzava le braccia sul traguardo e conquistava la sua seconda medaglia in questo mondiale, la più pregiata, dopo l’argento della prova a cronometro. Al secondo posto si classificava la Spratt a 3 minuti e 42 secondi mentre la Guderzo, grazie alla perentoria azione finale, conquistava un meritato bronzo giungendo a 5 minuti e 26 secondi dalla neocampionessa del mondo. Domani i mondiali di ciclismo 2018 chiuderanno in bellezza con la prova riservata agli uomini élite. Saranno 253 i chilometri da percorrere, quasi 100 in più rispetto alla gara delle donne: protagonista sarà nuovamente il circuito di Igls da affrontare per ben sette volte, con la ciliegina finale del muro di 3 Km piazzato a circa 4 km dall’arrivo e che raggiunge pendenze da garage con punte del 26%.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Anna van der Breggen (Netherlands) 4:11:04
2 Amanda Spratt (Australia) 0:03:42
3 Tatiana Guderzo (Italy) 0:05:26
4 Emilia Fahlin (Sweden) 0:06:13
5 Malgorzata Jasinska (Poland)
6 Karol-Ann Canuel (Canada) 0:06:17
7 Annemiek van Vleuten (Netherlands) 0:07:05
8 Amy Pieters (Netherlands)
9 Lucinda Brand (Netherlands) 0:07:17
10 Ruth Winder (United States Of America)
11 Rasa Leleivyte (Lithuania)
12 Katarzyna Niewiadoma (Poland)
13 Elisa Longo Borghini (Italy)
14 Sara Poidevin (Canada)
15 Anastasiia Iakovenko (Russian Federation)
16 Megan Guarnier (United States Of America)
17 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa)
18 Clara Koppenburg (Germany)
19 Margarita Victo Garcia Cañellas (Spain)
20 Erica Magnaldi (Italy)
21 Katharine Hall (United States Of America)
22 Jolanda Neff (Switzerland)
23 Cecilie Uttrup Ludwig (Denmark) 0:07:22
24 Lucy Kennedy (Australia) 0:07:31
25 Leah Kirchmann (Canada) 0:08:18
26 Danielle Rowe (Great Britain)
27 Arlenis Sierra (Cuba)
28 Sofie De Vuyst (Belgium)
29 Stine Borgli (Norway)
30 Polona Batagelj (Slovenia)
31 Coryn Rivera (United States Of America)
32 Hanna Nilsson (Sweden)
33 Urska Pintar (Slovenia)
34 Eider Merino Cortazar (Spain)
35 Shara Gillow (Australia)
36 Sina Frei (Switzerland)
37 Annika Langvad (Denmark)
38 Edwige Pitel (France)
39 Yevgeniya Vysotska (Ukraine)
40 Julie van De Velde (Belgium)
41 Sophie Wright (Great Britain) 0:08:36
42 Kelly van Den Steen (Belgium) 0:09:00
43 Ingrid Lorvik (Norway)
44 Chantal Blaak (Netherlands)
45 Hannah Barnes (Great Britain) 0:10:58
46 Liane Lippert (Germany)
47 Georgia Williams (New Zealand) 0:11:01
48 Grace Brown (Australia)
49 Omer Shapira (Israel) 0:11:14
50 Githa Michiels (Belgium) 0:12:32
51 Alison Jackson (Canada) 0:12:48
52 Blanca Liliana Moreno Canchon (Colombia) 0:13:01
53 Ane Santesteban Gonzalez (Spain)
54 Brodie Chapman (Australia)
55 Maria Novolodskaya (Russian Federation) 0:13:10
56 Olga Shekel (Ukraine) 0:13:46
57 Lorena Llamas Garcia (Spain) 0:14:05
58 Elena Pirrone (Italy)
59 Angelika Tazreiter (Austria) 0:14:26
60 Ellen van Dijk (Netherlands) 0:14:29
61 Juliette Labous (France)
62 Fernanda Yapura (Argentina)
63 Sofia Bertizzolo (Italy)
64 Danielle Christmas (Great Britain) 0:14:51
65 Špela Kern (Slovenia)
66 Grace Anderson (New Zealand)
67 Urška Žigart (Slovenia) 0:14:55
68 Anna Plichta (Poland) 0:16:05
69 Janneke Ensing (Netherlands)
70 Diana Klimova (Russian Federation) 0:18:04
71 Amalie Dideriksen (Denmark)
72 Soraya Paladin (Italy)
73 Audrey Cordon Ragot (France)
74 Sara Bergen (Canada) 0:18:20
75 Stephanie Subercaseaux Vergara (Chile) 0:18:44
76 Paula Andrea Patiño Bedoya (Colombia)
77 Natalya Saifutdinova (Kazakhstan)
78 Caroline Bohé (Denmark)
79 Eri Yonamine (Japan) 0:20:47
80 Jeanne Korevaar (Netherlands) 0:22:33
81 Sarah Rijkes (Austria) 0:23:06

Tatiana Guderzo medaglia di bronzo al mondiale donne élite (Getty Images)

Tatiana Guderzo medaglia di bronzo al mondiale donne élite (Getty Images)

29-09-2018

settembre 29, 2018 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO INNSBRUCK 2018 – GARA SU STRADA DONNE ÉLITE

L’olandese Anna Van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team) si è imposta nella gara su strada, Kufstein – Innsbruck, percorrendo 156.2 Km in 4h11′04″ alla media di 37.33 Km/h. Ha preceduto di 3′42″ l’australiana Spratt e di 5′26″ l’italiana Tatiana Guderzo (Bepink)

TOUR OF ALMATY (Kazakistan)

L’italiano Davide Villella (Astana Pro Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Almaty, percorrendo 183.4 Km in 4h09′25″ alla media di 44.12 Km/h. Ha preceduto di 36″ l’elvetico Pellaud e di 39″ l’italiano Pierpaolo Ficara (Amore & Vita – Prodir). Villella è il primo leader della classifica con 36″ su Pellaud e 39″ su Ficara.

TOUR OF BLACK SEA (Turchia)

Il turco Batuhan Ozgur (Torku Sekerspor) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Giresun – Samsun, percorrendo 210 Km in 4h33′43″ alla media di 46.03 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’elvetico Marguet e il connazionale Cebrail. Il lituano Ramūnas Navardauskas (Bahrain Merida Pro Cycling Team) si impone in classifica con 18″ sull’elvetico Schmid e 23″ sul turco Sayar

INTERNATIONAL TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’australianoBenjamin Dyball (St. George Continental Cycling Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Sarongan – Paltuding Ijeni, percorrendo 127.2 Km in 3h49′44″ alla media di 33.22 Km/h. Ha preceduto di 47″ il connazionale Ewart e di 1′04″ il francese Lebas. Dyball si impone in classifica con 58″ su Ewart e 1′14″ su Lebas

GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)

La quarta tappa, Ngolbang – Meyomessala di 134 Km, è stata annullata in seguito ad un incidente stradale che, nelle ore precedenti la partenza, ha coinvolto uno dei bus che trasportava verso la partenza i corridori di alcune formazioni. Lo slovacco Juraj Bellan (Dukla Banská Bystrica) rimane leader della classifica con 7″ sul connazionale Cully e 10″ sul camerunense Kamzong

MONDIALE ÉLITE 2018 – I FAVORITI

settembre 29, 2018 by Redazione  
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Chi indosserà per la prossima stagione la prestigiosa maglia iridata? Ci siamo muniti della classifica sfera di cristallo e abbiamo annalizato le possibilità dei principali indiziati di vittoria in quel di Innsbruck

Quando si parla di mondiali di ciclismo su strada ”duri”, quelli per intenderci disegnati per gli scalatori, in mente fa subito capolino Duitama 1995, in Colombia, dove lo spagnolo Abraham Olano batté Miguel Indurain e il nostro Marco Pantani. Indimenticabile, invece, l’impresa di Bernard Hinault a Sallanches 1980, dove diede un minuto a Baronchelli e oltre quattro minuti al terzo classificato Juan Fernández Martín. Domenica, dopo oltre vent’anni, si correrà un altro Mondiali ”duro”, quello di Innsbruck. Percorso pieno di asperità, dove ad aprire le danze ci sarà la salita di Gnadenwald (2.4 km, pendenza media al 10.5%), dopo di ché si entrerà nel circuito finale con la salita di Igls (7.9 km al 5.7% di pendenza media) da percorrere sei volte. Terminati i sei giri, si affronterà ancora un giro da 31 km con l’ascesa di Igls seguita dal muro di Gramartboden (2.8 km all’11.5% medio). Ci sarà tanto dislivello, lo spettacolo è assicurato.

Dalla cima del Gramartboden all’arrivo ci saranno 8 chilometri, quasi completamente tutti in discesa, perciò, tenendo conto anche del tracciato completo, il primo dei favoriti non può che essere il francese Julian Alaphilippe. Il ciclista della Quick-Step Floors viene da un mese di Agosto dove ha praticamente vinto ogni corsa alla quale ha partecipato: San Sebastián, Tour of Britain e Giro di Slovacchia portate a casa per lui. L’arrivo in discesa ricorda anche le tappe del Tour de France da lui conquistate, la decima da Annecy a Le Grand-Bornand e la sedicesima da Carcassonne a Bagnères-de-Luchon. Tenendo conto della sua forma e della nazionale francese, che è una delle formazioni più attrezzate in questo Mondiale (avrà al suo fianco ciclisti come Gallopin, Barguil, Bardet e Pinot) Alaphilippe sarà sicuramente l’uomo da battere.
Ha dato filo da torcere a tutti in questo 2018, finendo anche per vincere la Vuelta di Spagna: stiamo parlando del ciclista inglese Simon Yates. Il corridore della Mitchelton-Scott è uscito vittorioso dalla corsa iberica e sicuramente avrà il morale alle stelle. A lavorare per lui il gemello Adam, che dovrà ben figurare in una Gran Bretagna che non sembra all’altezza delle selezioni più quotate come quella francese e colombiana.

Non è riuscito a far classifica alla Vuelta, ma il polacco Michał Kwiatkowski un Mondiale l’ha già vinto, quello di Ponferrada nel 2014. Il corridore in forza al Team Sky ha raccolto vittorie come una Tirreno-Adriatico e il Giro di Polonia quest’anno, ma ha anche svolto un lavoro di gregariarato al Tour de France che ha fatto stropicciare gli occhi al suo connazionale Sylwester Szmyd, gregario storico di Ivan Basso. La condizione mostrata alla cronomentro di mercoledì è un campanello d’allarme per gli altri pretendendi alla medaglia d’oro. Da non sottovalutare.

Il suo curriculum parla da solo, non c’è bisogno di riepilogare le Liegi-Bastogne-Liegi e tutte le altre corse vinte, senza dimenticare i vari podi mondiali. Alejandro Valverde, anche se è uscito malconcio dall’ultima tappa montana della Vuelta di Spagna è sicuramente uno dei favoriti per l’iride. Il mondiale austriaco sarebbe il coronamento di una carriera fantastica, dove alle medaglie vinte ai mondiali su strada dal corridore della Movistar si uniscono classiche, semiclassiche, podi in tutti e tre i Grandi Giri e una Vuelta.

Primož Roglič è una delle sorprese più belle di quest’anno: Giro dei Paesi Baschi, Tour de Romandie, Giro di Slovenia e il podio al Tour de France dove ha dimostrato una costanza notevole. Lo sloveno del Team Lotto NL-Jumbo ha mostrato di aver ancora una buona forma al recente Tour of Britain e la decisione di non correre la cronometro per concentrarsi solo sulla gara in linea è un bel segnale. Matej Mohorič, Simon Špilak e Jan Polanc completeranno una nazionale slovena tutt’altro che sguarnita.

Miguel Ángel López si dividerà i gradi di capitano con Rigoberto Urán nella nazionale colombiana, formazione tra quelle più attrezzate ad Innsbruck. Il ciclista dell’Astana ha dimostrato ques’anno di aver fatto finalmente quel salto di qualità che tutti si aspettavano da quando vinse il Tour de l’Avenir. Per lui un terzo posto nella classifica generale del Giro d’Italia e della Vuelta di Spagna quest’anno. Il percorso gli si addice, potrebbe essere lui il primo colombiano a vincere un Mondiale su strada?

Vincenzo Nibali è un’incognita. Il percorso del mondiale austriaco sembrava disegnato apposta per il messinese della Bahrain-Merida, ma la caduta al Tour de France ha purtroppo rovinato i piani. In Spagna ha provato a testarsi, ma la condizione è apparsa lontana, troppo lontana per chi vuol vincere un mondiale di ciclismo su strada. Tutta l’italia ciclista sarà al suo fianco, sperando che il dolore alla schiena sia solo un brutto ricordo e che la condizione cercata nell’ultimo mese sia finalmente raggiunta.

Per un italiano che piange ce n’è un altro che ride, Gianni Moscon. Dopo la squalifica dal Tour si erano perse le tracce per il corridore trentino del Team Sky. Il ritorno vittorioso alla Coppa Agostoni, il bis al Giro della Toscana – Memorial Alfredo Martini e il terzo posto alla Sabatini sono un biglietto da visita da non sottovalutare per il C.T. Davide Cassani. Moscon ha mostrato una condizione ottimale, migliore di quella di Nibali, e potrebbe essere lui il faro per la nazionale azzurra.

Tom Dumoulin ha collezionato secondi posti a non finire in questa stagione. Battuto da Chris Froome al Giro d’Italia, beffato da Geraint Thomas al Tour de France, praticamente Tom vs Team Sky. L’olandese del Team Sunweb ha dimostrato comunque di essere un osso duro e di non temere nessuno, difficilmente lo si riesce a staccare in salita. L’ennesimo secondo posto alla cronometro mondiale alle spalle del vincitore Rohan Dennis, però, è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Che sia in fase calante dopo una stagione corsa a tutta?

Dopo il flop al Giro d’Italia, il francese Thibaut Pinot è uscito dalla Vuelta di Spagna in ottime condizioni fisiche. La vittoria ai Lagos de Covadonga e ad Andorra hanno constatato il recupero mentale e fisico dello scalatore transalpino della Groupama-FDJ. Il percorso è nelle sue corde e anche i chilometri finali prevalentemente in discesa sono proprio perfetti per lui. Potrebbe rientrare, come il connazionale Bardet, in interessanti sviluppi tattici in corsa, specie se gli altri big si concentreranno solo su Alaphilippe.

Non è un percorso disegnato su misura per lui, ma il tri-campione in carica Peter Sagan va tenuto obbligatoriamente in considerazione, dato il fuoriclasse che è, anche se la condizione atletica dello slovacco della Bora-Hansgroe non sembra delle migliori.

Come sempre in un Mondiale, i favoriti possono essere tanti. Wout Poels (Team Sky) e Bauke Mollema (Trek – Segafredo) sono le altre punte della nazionale olandese, pronti a dire la loro nei vari momenti della corsa. Il Belgio può contare su Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), che vinse a Rio de Janeiro una gara olimpica tutt’altro che pianeggiante. L’altro belga Tim Wellens (Lotto Soudal), l’irlandese Daniel Martin (UAE-Team Emirates), i francese Romain Bardet (AG2R La Mondiale) e Tony Gallopin (AG2R La Mondiale), il colombiano Rigoberto Urán (Team EF Education First-Drapac), lo sloveno Matej Mohorič, (Bahrain Merida), e il danese Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) saranno gli altri ciclisti da tenere sotto controllo.

Luigi Giglio

LE PERCENTUALI

INNSBRUCK 2018 – L’UNDER23 MARC HIRSCHI REGALA ALLA SVIZZERA IL PRIMO SUCCESSO IRIDATO DI CATEGORIA

settembre 28, 2018 by Redazione  
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La confederazione elvetica conquista il primo prestigioso alloro nella categoria U23 ai mondiali con il successo in solitaria di Marc Hirschi davanti a Bjorg Lambrecht (Belgio) e Jaakko Hänninen (Finlandia).

Giornata di gloria per la Confederazione Elvetica che centra il suo primo successo nella storia dei mondiali nella prova in linea dedicata agli Under23. A conquistare la vittoria è stato Marc Hirschi, che si è presentato in solitaria sotto il traguardo. Questo primo successo rossocrociato non è stato frutto del caso ma il risultato finale di un gran lavoro di squadra perfettamente finalizzato dal corridore in forza al Development Team Sunweb. Sul palco a fare degna cornice al vincitore sono saliti il belga Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal) e la sorpresa finlandese Jaakko Hänninen (EC Saint-Étienne Loire), tutti reduci dalla fuga a sette che ha animato la fase finale della corsa.
Proprio questa fuga è stata la chiave di volta dell’intera prova. Dopo le solite scaramucce e tentativi tipici delle prime fasi di gara, nella discesa successiva al secondo passaggio sulla salita di Igls, la nazionale elvetica ha decisamente preso il “toro per le corna” attaccando in blocco con Marc Hirschi, Gino Mäder (IAM-Excelsior), Patrick Müller (Vital Concept Cycling Club) e Lukas Rüegg (Team Vorarlberg Santic). I primi e unici a rendersi conto della pericolosità di quanto stava accadendo sono stati il danese Mikkel Frølich Honoré (Team Waoo), l’ucraino Mark Padun (Bahrain Merida) e lo statunitense Neilson Powless (Team LottoNL-Jumbo. Per tutte le altre nazionali, Italia compresa, è così iniziato un lungo e per niente proficuo inseguimento.
I sette attaccanti strada facendo si sono ridotti di numero e non sempre sono andati d’amore e d’accordo, ma la netta superiorità numerica elvetica ha fatto sì che la fuga si avviasse verso un sicuro successo. Da segnalare il tentativo di Padun, francobollato da Müller, nato ai meno 40 e terminato quando mancava meno di diciotto chilometro al termine, quando il forcing di Lambrecht annulla il loro vantaggio trascinandosi dietro Hirschi e Hänninen. Il terzetto di testa rimane tale fino ai meno 10, quando lungo l’ultima discesa accende le velleità il corridore elvetico che, come accaduto qualche giro prima, sferra l’attacco che lo consegnerà alla storia come primo under23 svizzero a diventare campione del mondo.
E l’Italia? L’Italia c’era e non si è mossa neanche male: Alessandro Covi (UAE-Team Emirates) e Matteo Sobrero (Dimension Data for Qhubeka) si sono spesi nell’inseguimento ai sette, Samuele Battistella (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è mosso sia da solo, sia in compagnia di Andrea Bagioli (UAE-Team Emirates) e Alessandro Fedeli (Trevigiani Phonix – Hemus 1896), ma sempre dopo che la Svizzera aveva fatto saltare il banco. Almeno un azzurro avrebbe dovuto essere presente in quel gruppetto, evitando così di sfinirsi in un lungo e alla fine neanche proficuo inseguimento. Il primo azzurro sul traguardo è stato Battistella, sedicesimo a 1’07”, Che ha così commentato: “La salita era dura, molto dura. Ho provato a tenere ma non ce l’ho fatta. Al termine della salita sono anche riuscito a riportarmi a pochi secondi dal primo gruppo, ma improvvisamente c’è stata un’accelerazione e non è stato possibile.”
Oltre al già citato Battistella gli azzurri in gara si sono così piazzati: 19° Fedeli a 3′21; 24° Bagioli a 3′50; 53° Alessandro Monaco (Hopplà Petroli Firenze-Maserati) a 9′27; 70° Covi a 16′29, mentre Sobrero non ha terminato la prova. Marino Amadori, C.T. degli Under23, ha così commentato: “Se consideriamo il lotto degli avversari, il fatto che molti corrono nel calendario World Tour, dobbiamo leggere positivamente il fatto avere tre azzurri nel gruppo di testa nel corso dell’ultimo giro. Inoltre Samuele ha forse bruciato energie preziose in occasione dell’azione che ha tentato alla penultima tornata. Sono convinto che senza quel tentativo, sarebbe riuscito a tenere il gruppo dei primi e ad entrare anche nei dieci, a conferma del valore complessivo dei nostri ragazzi. Logicamente c’è ancora da lavorare per raggiungere il livello degli altri.”
Quello odierno è stato l’ennesimo mondiale che ha messo in luce la disparità di condizione tra i ragazzi che già orbitano in ambito professionistico (o addirittura WorldTour) e quelli che militano in formazioni prettamente dilettantistiche, una situazione nata da una riforma UCI che non tutte le federazioni, tra le quali quelle italiana, hanno recepito e attuato.

Mario Prato

ORDINE D’ARRIVO

1 Marc Hirschi (Swi) 4:24:05
2 Bjorg Lambrecht (Bel) 0:00:15
3 Jaakko Hanninen (Fin)
4 Gino Mader (Swi) 0:00:35
5 Mark Padun (Ukr) 0:00:37
6 Jaime Castrillo Zapater (Spa) 0:00:45
7 Tadej Pogacar (Slo) 0:00:47
8 Ethan Hayter (GBr)
9 Patrick Muller (Swi)
10 James Shaw (GBr)
11 Jai Hindley (Aus)
12 Clement Champoussin (Fra)
13 Aurelien Paret Peintre (Fra) 0:01:06
14 Georg Zimmermann (Ger)
15 Aleksandr Vlasov (Rus) 0:01:07
16 Samuele Battistella (Ita)
17 Robert Stannard (Aus) 0:02:48
18 Stefan De Bod (RSA) 0:03:21
19 Alessandro Fedeli (Ita)
20 Edward Dunbar (Irl) 0:03:23
21 Mikkel Frolich Honore (Den) 0:03:46
22 Tobias S Foss (Nor)
23 Lennard Kamna (Ger) 0:03:50
24 Andrea Bagioli (Ita)
25 Neilson Powless (USA) 0:04:28
26 Mark Donovan (GBr) 0:04:45
27 Valentin Madouas (Fra) 0:04:57
28 Marcel Neuhauser (Aut)
29 Max Kanter (Ger) 0:05:41
30 Pascal Eenkhoorn (Ned)
31 Barnabas Peak (Hun)
32 Wilmar Andres Paredes Zapata (Col)
33 Viktor Verschaeve (Bel)
34 Adam Toupalik (Cze)
35 Nikolai Cherkasov (Rus)
36 Ibai Azurmendi Sagastibeltza (Spa)
37 Mikkel Bjerg (Den)
38 Goncalo Carvalho (Por)
39 Jaka Primozic (Slo)
40 Woldegabreal Weldu (Eth)
41 Jose Felix Parra Cuerda (Spa)
42 Sean Bennett (USA)
43 Thymen Arensman (Ned) 0:05:45
44 Wilsly Jonas Gregaard (Den) 0:05:48
45 Steff Cras (Bel) 0:05:53
46 Lucas Eriksson (Swe) 0:07:57
47 Roger Adria Oliveras (Spa) 0:08:35
48 Miguel Eduardo Florez Lopez (Col)
49 Jefferson Alexander Cepeda Ortiz (Ecu)
50 Joel Fuertes (Ecu)
51 Andre Carvalho (Por) 0:09:27
52 Michael Storer (Aus)
53 Alessandro Monaco (Ita)
54 Einer Augusto Rubio Reyes (Col)
55 Nicolas Prodhomme (Fra) 0:09:54
56 Lukas Ruegg (Swi)
57 Kamil Malecki (Pol) 0:10:47
58 Dimitri Bussard (Swi)
59 Torjus Sleen (Nor)
60 Jakub Otruba (Cze)
61 Andreas Leknessund (Nor)
62 Florian Stork (Ger)
63 Felix Gall (Aut)
64 Jonas Vingegaard (Den) 0:10:49
65 Attila Valter (Hun) 0:11:52
66 Luis Ricardo Villalobos Hernandez (Mex)
67 Kevin Geniets (Lux)
68 Benjamin Brkic (Aut) 0:14:08
69 Stephen Williams (GBr) 0:16:25
70 Alessandro Covi (Ita) 0:16:29
71 Pit Leyder (Lux) 0:19:25
72 Jan Maas (Ned)
73 Magnus Bak Klaris (Den)
74 Brandon Mcnulty (USA)
75 Stepan Kuriyanov (Rus)
76 Alejandro Osorio Carvajal (Col)
77 Michel Ries (Lux)
78 Joao Almeida (Por)
79 Yevgeniy Gidich (Kaz)
80 Ryan Christensen (NZl) 0:21:36
81 Henok Mulueberhan (Eri)
82 Luc Wirtgen (Lux)
83 Joseph Areruya (Rwa)
84 Conn Mcdunphy (Irl)
85 Charles-Etienne Chretien (Can)
86 Jordan Anto. Cardenas Villavicencio (Ecu)
87 Marton Dina (Hun)
88 Fernando Barcelo Aragon (Spa)
89 Maximilian Stedman (GBr) 0:21:53
90 Idar Andersen (Nor) 0:23:05

Giornata storica per il ciclismo elvetico ai campionati del mondo di Innsbruck: Marc Hirschi è il primo corridore rossocrociato a conquistare il titolo iridato tra gli under23 (Getty Images)

Giornata storica per il ciclismo elvetico ai campionati del mondo di Innsbruck: Marc Hirschi è il primo corridore rossocrociato a conquistare il titolo iridato tra gli under23 (Getty Images)

28-09-2018

settembre 28, 2018 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO INNSBRUCK 2018 – GARA SU STRADA UOMINI U23

L’elvetico Marc Hirschi (Development Team Sunweb) si è imposto nella gara su strada, Kufstein – Innsbruck, percorrendo 174.3 Km in 4h24′05″ alla media di 39.60 Km/h. Ha preceduto di 15″ il belga Lambrecht e il finlandese Hänninen. Miglior italiano Samuele Battistella (Zalf Euromobil Désirée Fior), 16° a 1′07″

TOUR OF BLACK SEA (Turchia)

L’elvetico Tristan Marguet (RC Olympia) si è imposto nella seconda tappa, Rize – Giresun, percorrendo 206 Km in 4h47′39″ alla media di 42.97 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Ozgur e di 1″ il tunisino Nouisri. Il lituano Ramūnas Navardauskas (Bahrain Merida Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 15″ sull’elvetico Schmid e 22″ sul turco Sayar

INTERNATIONAL TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’australiano Jesse Ewart (Team Sapura Cycling) si è imposto nella terza tappa, Genteng › Banyuwangi, percorrendo 139.4 Km in 3h22′26″ alla media di 41.32 Km/h. Ha preceduto di 54″ gli olandesi Van Der Pijl e Buijk. L’australiano Marcus Culey (St. George Continental Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2′54″ sul connazionale Dyball e 2′58″ sul francese Lebas

GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)

L’ivoriano Isiaka Cissé (Team Cycliste Azuréen) si è imposto nella terza tappa, Yaoundé – Ebolowa, percorrendo 151 Km in 3h54′06″ alla media di 38.7 Km/h. Ha preceduto di 4″ il camerunense Kamzong e di 10″ lo slovacco Cully. Lo slovacco Juraj Bellan (Dukla Banská Bystrica) è ancora leader della classifica con 7″ su Cully e 10″ su Kamzong

INNSBRUCK 2018 – AD AUSTRIA E BELGIO I TITOLI JUNIORES SU STRADA; BRONZO PER FANCELLU

settembre 27, 2018 by Redazione  
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Successo per Austria e Belgio nella giornata dedicata agli juniores ai mondiali di Innsbruck. Scontato il successo dell’imbattibile Evenepoel tra i maschi, accoppiata MTB e strada per l’austriaca Stigger. Per l’Italia due grandissime prove di squadra non sono bastate ad andare oltre ad una medaglia di bronzo con Alessandro Fancellu.

Una grandissima Italia, capace di piazzare ben tre effettivi in ciascuna delle top ten delle due prove odierne, porta a casa soltanto una medaglia di bronzo con Alessandro Fancellu (Canturino 1902 A.S.D.). Tra le femmine, invece, il miglior risultato azzurro è stato il quarto posto di Barbara Malcotti (Valcar-PBM). Nell’insieme nulla si può imputare alle giovani speranze del ciclismo italico che, sempre nel vivo dell’azione, hanno dimostrato che nonostante la giovane età sanno correre da squadra e lottare per un obiettivo comune. Le ragazze di Salvoldi hanno chiuso con la Malcotti quarta del quartetto che si è giocato la gara, con Vittoria Guazzini (Zhiraf Guerciotti-Selle Italia) sesta eCamilla Alessio (Team Lady Zuliani) settima. Certo nel convulso finale le cose non hanno girato al meglio per i colori italiani. La Malcotti, in testa al quartetto ai meno 500 metri dal traguardo, ha di fatto favorito le restanti atlete e la curva sbagliata dalla Guazzini nelle ultimissime fasi di gara ha vanificato un più che probabile riaggancio con la testa della corsa. Se tutto fosse andato liscio ora saremmo qui a parlare di un ennesimo successo di quel Re Mida del ciclismo che risponda al nome di Dino Salvoldi. Ma il ciclismo non si fa con i se e con i ma e l’austriaca Laura Stigger ha più che meritato il successo, facendo così il paio con quello già suo nella MTB, specialità cross country. “Non pensavo certo di vincere alla mia seconda gara su strada. Farlo nella mia città, però, è una gioia immensa. Nello sprint le gambe mi bruciavano.. è incredibile!” è stato il commento della neocampionessa del mondo, che ha preceduto la francese Marie Le Net (Breizh Ladies) e la canadese Simone Boilard.
Proprio Dino Salvoldi ha commentato con filosofia ma con il giusto senso critico le ultime fasi di gara: “Nel finale abbiamo fatto errori che hanno cambiato in poco tempo una gara perfetta e conseguentemente il risultato finale. Quindi il rammarico c’è. È vero che l’apprendimento e la crescita passano anche attraverso gli sbagli, tuttavia ritengo che in questa categoria l’utilizzo delle radioline sia determinante per imparare e preparare queste ragazze al loro futuro sportivo.”

Tra i pari età maschili, Remco Evenepoel (Acrog-Pauwels Sauzen Juniors) continua a fare la storia del movimento. Vittima di una caduta che lo ha ritardato di circa due minuti quando mancava una settantina di chilometri al traguardo, non si è perso d’animo e si è riportato sulla testa della gara per poi scattare e andare in solitaria a cogliere il successo mondiale. Si è trattato di un’impresa nel vero senso della parola che la dice lunga sulle potenzialità di questo ragazzo. Medaglia d’argento per il tedesco Marius Mayhofer (Team Wipotec RLP) che, dopo aver giocato d’astuzia con Andrea Piccolo (Team LVF) quando insieme conducevano la gara, è stato l’unico in grado di reggere almeno in parte lo strapotere del giovane belga. La medaglia di bronzo, infine, ha coronato la splendida prova dei ragazzi di Rino De Candido ed è stata conquistata da Alessandro Fancellu. Inoltre Gabriele Benedetti (Work Service Brenta Romagnano) ha chiuso sesto e Antonio Tiberi (Team Franco Ballerini) nono, piazzamenti che hanno permesso all’Italia di classificarsi terza nella classifica della Coppa delle Nazioni.
Al termine della gara Fancellu ha dichiarato: “All’inizio della gara Rino De Candido ci aveva detto di attaccare Remco fin da subito. Non è stato possibile, neanche quando è caduto. Ci ha ripreso, ha poi preso la testa della gara e la lotta è stata solo per il secondo posto. Io avrei dovuto scattare nelle due tornate finali, ma la corsa è esplosa prima. Ho avuto difficoltà sulla prima salita a trovare il ritmo, poi invece mi sentivo bene. . Commentando la volata a due con lo svizzero Alexandre Balmer (SCOTT Development Team MTB) per la medaglia di bronzo ha aggiunto: “In volata sono praticamente fermo, ma vedendo lo svizzero scattare a ripetizione ho capito che anche lui non voleva la volata. Così l’ho fatta”.
Rino De Candido ha aggiunto a chiusura della giornata “Per come abbiamo corso probabilmente ci stava anche un argento e un bronzo… Alla partenza avevo chiesto ai ragazzi di essere protagonisti. Lo hanno fatto e per questo non posso che considerarmi soddisfatto.”

Mario Prato

ORDINE D’ARRIVO GARA DONNE JUNIORES

1 Laura Stigger (Austria) 1:56:26
2 Marie Le Net (France)
3 Simone Boilard (Canada)
4 Barbara Malcotti (Italy)
5 Jade Wiel (France) 0:00:14
6 Vittoria Guazzini (Italy)
7 Camilla Alessio (Italy) 0:00:29
8 Aigul Gareeva (Russian Federation) 0:00:56
9 Mie Saabye (Denmark) 0:01:52
10 Maina Galand (France)
11 Pfeiffer Georgi (Great Britain)
12 Erika Milena Lopez Botero (Colombia)
13 Iuliia Galimullina (Russian Federation)
14 Olha Kulynych (Ukraine)
15 Anna Baidak (Russian Federation)
16 Veronika Jandova (Czech Republic)
17 Marta Jaskulska (Poland) 0:01:57
18 Eva Jonkers (Netherlands)
19 Hannah Ludwig (Germany)
20 Rozemarijn Ammerlaan (Netherlands) 0:02:02
21 Lea Curinier (France) 0:04:03
22 Desiet Tekeste (Eritrea)
23 Urara Kawaguchi (Japan) 0:04:07
24 Alena Rytseva (Russian Federation) 0:04:14
25 Katie Clouse (United States Of America) 0:04:47
26 Maeve Gallagher (Ireland) 0:04:56
27 Marketa Hajkova (Czech Republic)
28 Catalina Anais Campos Soto (Chile)
29 Jasmine Soh (United States Of America)
30 Elynor Backstedt (Great Britain)
31 Abigail Youngwerth (United States Of America)
32 Anastasiya Kolesava (Belarus)
33 Kelsey Van Schoor (South Africa)
34 Matilde Vitillo (Italy)
35 Alina Abramenko (Belarus)
36 Niamh Fisher-Black (New Zealand)
37 Emeline Eustache (France)
38 Magdeleine Vallieres Mill (Canada)
39 Mireia Trias Jordan (Spain)
40 Amaia Lartitegi Ormazabal (Spain)
41 Lina Svarinska (Latvia)
42 Marina Uvarova (Russian Federation) 0:04:59
43 Shari Bossuyt (Belgium) 0:05:47
44 Martine Gjos (Norway)
45 Amalie Lutro (Norway)
46 Nika Jancic (Slovenia)
47 Sylvie Swinkels (Netherlands)
48 Kaitlyn Rauwerda (Canada)
49 Akvile Gedraityte (Lithuania)
50 Silje Mathisen (Norway)
51 Tina Zuger (Switzerland)
52 Dorothea Heitzmann (Germany)
53 Femke Gerritse (Netherlands)
54 Lara Gillespie (Ireland)
55 Anya Louw (Australia)
56 Daniela Leitane (Latvia) 0:06:04
57 Ricarda Bauernfeind (Germany) 0:06:28
58 Sarah Gigante (Australia)
59 Petra Machalkova (Slovakia)
60 Tetyana Yaschenko (Ukraine) 0:07:30
61 Silke Smulders (Netherlands)
62 Noemi Ruegg (Switzerland)
63 Caroline Andersson (Sweden) 0:07:32
64 Tereza Saskova (Czech Republic) 0:07:34
65 Julia Borgstrom (Sweden)
66 Svetlana Pachshenko (Kazakhstan) 0:07:50
67 Ariana Gilabert Vilaplana (Spain) 0:08:11
68 Lara Stehli (Switzerland) 0:08:42
69 Katharina Hechler (Germany) 0:08:45
70 Dominika Wlodarczyk (Poland) 0:09:51
71 Radka Paulechova (Slovakia)
72 Lorena De La Fuente Alcalde (Spain)
73 Elizabeth Gin (Canada)
74 Danait Tsegay (Eritrea)
75 Julia Hrtankova (Slovakia)
76 Gabrielle Lehnert (United States Of America)
77 Vivien Chiu (Hong Kong, China)
78 Sofie Kielland Bjerk (Norway)
79 Tatyana Bogdanova (Kazakhstan)
80 Vita Movrin (Slovenia) 0:11:52
81 Britney Kerr (New Zealand)
82 Hannah Streicher (Austria) 0:11:54
83 April Tacey (Great Britain) 0:13:03
84 Anzhela Solovyeva (Kazakhstan) 0:14:24
85 Mette Egtoft Jensen (Denmark) 0:15:05
86 Natalia Szymczak (Poland) 0:15:46
87 Shoko Nakatomi (Japan)
88 Emma Christensen (Denmark)
89 Karla Kozic (Croatia) 0:17:50
90 Nina Berton (Luxembourg)
91 Paulina Pastuszek (Poland) 0:17:54
92 Amy Monkhouse (Great Britain)
93 Amelia Sharpe (Great Britain)

ORDINE D’ARRIVO GARA UOMINI JUNIORES

1 Remco Evenepoel (Belgium) 3:03:49
2 Marius Mayrhofer (Germany) 0:01:25
3 Alessandro Fancellu (Italy) 0:01:38
4 Alexandre Balmer (Switzerland)
5 Frederik Wandahl (Denmark) 0:03:20
6 Gabriele Benedetti (Italy)
7 Alois Charrin (France)
8 Kevin Vermaerke (United States Of America)
9 Antonio Tiberi (Italy)
10 Sean Quinn (United States Of America) 0:03:25
11 Andrea Piccolo (Italy) 0:04:37
12 Karel Vacek (Czech Republic)
13 Biniam Girmay Hailu (Eritrea) 0:06:41
14 Jakob Gessner (Germany)
15 Ludvig Fischer Aasheim (Norway)
16 Guilherme Mota (Portugal)
17 Ben Tulett (Great Britain) 0:07:20
18 Aksel Bechskot-Hansen (Denmark)
19 Jonathan Bogli (Switzerland)
20 Mason Hollyman (Great Britain)
21 Marco Frigo (Italy) 0:07:54
22 Gleb Brussenskiy (Kazakhstan) 0:09:34
23 Yevgeniy Fedorov (Kazakhstan) 0:10:47
24 Robin Juel Skivild (Denmark)
25 Ben Healy (Ireland)
26 Lewis Askey (Great Britain)
27 Michel Hessmann (Germany) 0:10:55
28 Marek Gajdula (Slovakia) 0:11:07
29 Daniil Pronskiy (Kazakhstan) 0:11:19
30 Vinicius Rangel Costa (Brazil)
31 Kim Alexander Heiduk (Germany) 0:12:14
32 Adne Holter (Norway) 0:12:22
33 Oleksandr Shchypak (Ukraine)
34 Casper Van Uden (Netherlands)
35 Lev Gonov (Russian Federation) 0:13:21
36 Jon Barrenetxea Golzarri (Spain) 0:13:37
37 Samuel Watson (Great Britain) 0:15:02
38 Felix Engelhardt (Germany)
39 Hugo Page (France) 0:15:18
40 Jean Eric Habimana (Rwanda) 0:15:25
41 Valentin Retailleau (France) 0:15:31
42 Vojtech Repa (Czech Republic)
43 Andrew Vollmer (United States Of America)
44 Enzo Leijnse (Netherlands)
45 Artjom Mirzojev (Estonia) 0:15:47
46 Thomas Schellenberg (Canada) 0:16:22
47 Marek Bugar (Slovakia)
48 Pelayo Sanchez Mayo (Spain) 0:17:18
49 Alfred George (Great Britain) 0:17:28
50 Lucas Plapp (Australia)
51 Kei Onodera (Japan)
52 Nurbergen Nurlykhassym (Kazakhstan) 0:17:29
53 Mesut Cepa (Albania) 0:17:40
54 Daniil Turuk (Belarus) 0:17:55
55 Aaron Van Der Beken (Belgium) 0:17:58
56 Henri Vandenabeele (Belgium)
57 Jakob Reiter (Austria) 0:18:15
58 Breandan Flannagan (Ireland) 0:18:45
59 Anton Vtiurin (Russian Federation) 0:18:54
60 Gilles Kirsch (Luxembourg)
61 Bas Van Belle (Netherlands)
62 Josh Lane (New Zealand)
63 Alekss Krasts (Latvia) 0:18:57
64 Simon Imboden (Switzerland)
65 Vladimir Miksanik (Czech Republic) 0:19:00
66 Maksim Bilyi (Ukraine)
67 Ruben Eggenberg (Switzerland)
68 Tomas Aguirre Garza (Mexico)
69 Jakub Boucek (Czech Republic)
70 Afonso Silva (Portugal)
71 Ben Katerberg (Canada) 0:20:34
72 Theo Gilbertson (New Zealand)
73 Petr Kelemen (Czech Republic) 0:21:01
74 Carlos Rodriguez Cano (Spain) 0:22:34
75 Dzianis Mazur (Belarus) 0:22:43
76 Axel Van Der Tuuk (Netherlands) 0:23:13
77 Wessel Krul (Netherlands) 0:23:44
78 Emil Lindgren (Sweden)
79 Henri Treimuth (Estonia)
80 Archie Ryan (Ireland) 0:24:27
81 Fredrik Gjesteland Finnesand (Norway) 0:24:29
82 Dominik Gorak (Poland)
83 Damian Bieniek (Poland) 0:25:10
84 Noppachai Klahan (Thailand) 0:27:56

Medaglia di bronzo per Alessandro Fancellu nella gara su strada del mondiale juniores (foto Bettini)

Medaglia di bronzo per Alessandro Fancellu nella gara su strada del mondiale juniores (foto Bettini)

27-09-2018

settembre 27, 2018 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

CAMPIONATI DEL MONDO INNSBRUCK 2018 – GARA SU STRADA UOMINI JUNIORES

Il belga Remco Evenepoel (Acrog-Pauwels Sauzen Juniors) si è imposto nella gara su strada, Kufstein – Innsbruck, percorrendo 126.8 Km in 3h03′49″ alla media di 41.39 Km/h. Ha preceduto di 1′25″ il tedesco Mayrhofer e di 1′38″ l’italiano Alessandro Fancellu (Canturino 1902 A.S.D.)

CAMPIONATI DEL MONDO INNSBRUCK 2018 – GARA SU STRADA DONNE JUNIORES

L’austriaca Laura Stigger si è imposta nella gara su strada, Alpbachtal Seenland (Rattenberg) – Innsbruck, percorrendo 70.8 Km in 1h56′26″ alla media di 36.48 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Le Net e la canadese Boilard. Migliore italiana Barbara Malcotti (Valcar-PBM), 4°

FAMENNE ARDENNE CLASSIC

Il canadese Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy) si è imposto nella corsa belga, circuito di Marche-en-Famenne, percorrendo 194.5 Km in 4h42′57″ alla media di 41.24 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Pacher e l’olandese Danny Van Poppel. Unico italiano in gara Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), 17°.

TOUR OF BLACK SEA (Turchia)

Il lituano Ramūnas Navardauskas (Bahrain Merida Pro Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Rize – Ayder, percorrendo 84 Km in 2h11′53″ alla media di 38.22 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’elvetico Schmid e di 16″ il turco Sayar. Navardauskas è il primo leader della classifica con 15″ su Schmid e 22″ su Sayar

INTERNATIONAL TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’indonesiano Jamalidin Nouardianto (Pgn Road Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Kalibaru – Banyuwangi, percorrendo 179.3 Km in 4h09′17″ alla media di 43.16 Km/h. Ha preceduto allo sprint il greco Bouglas e il connazionale Van Aert. L’australiano Marcus Culey (St. George Continental Cycling Team) è ancora leader della classifica con 1′37″ sul neozelandese Zenovich e 3′46″ sul connazionale Dyball

GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)

Lo slovacco Juraj Bellan (Dukla Banská Bystrica) si è imposto nella seconda tappa, Yaoundé – Nanga Eboko, percorrendo 152 Km in 3h37′33″ alla media di 41.92 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’olandese Smits e il connazionale Cully. Bellan è il nuovo leader della classifica con 7″ su Cully e 12″ sull’olandese Kers.

DENNIS STRAPPA L’IRIDE A UN DUMOULIN IN AFFANNO

settembre 26, 2018 by Redazione  
Filed under News

Rohan Dennis è il nuovo campione del mondo di specialità della corsa contro il tempo su strada. L’australiano ha coperto i 52,5 Km previsti dal tracciato in 1 ora, 3 minuti, 2 secondi e 57 centesimi, infliggendo addirittura un distacco di 1′21″ al campione uscente Tom Dumoulin, che è riuscito per soli 53 centesimi a conquistare la medaglia di argento ai danni di Victor Campenaerts che, nonostante l’eccellente prestazione, si è dovuto accontentare (si fa per dire) della medaglia meno prestigiosa.

Il tracciato sembrava strizzare decisamente l’occhio a Tom Dumoulin (Team Sunweb), soprattutto per via della parte centrale che presentava una ascesa di ben 5 Km con pendenze fino al 14%. Nella mente dell’olandese proprio questa parte dei 52,5 Km del percorso sarebbe stata quella decisiva per prevalere su un Rohan Dennis (BMC Racing Team) che quest’anno si è dimostrato il più forte nelle prove contro il tempo dei grandi giri. Se, infatti, l’olandese vincitore del Giro d’Italia del 2017 non è riuscito quest’anno a prevalere proprio a causa dell’ingombrante presenza dell’australiano, è anche vero che il nuovo campione del mondo di specialità non ha mai avuto particolare feeling con i tratti di strada che puntano verso l’alto. Dumoulin invece, non solo è un signor passista, ma ha anche dimostrato di essere in grado di mantenere in salita un ritmo tale da mettere in croce i più blasonati scalatori, grazie proprio alla regolarità. Come si è visto al Giro d’Italia e al Tour de France staccare Dumoulin in salita è impresa molto difficile e anche quando ci si riesce, il più delle volte, l’olandese riesce a rifarsi sotto.
Forse proprio l’aver disputato le due maggiori corse a tappe ai massimi livelli, cercando la vittoria e centrando due podi, ha inciso sulla brillantezza di Dumoulin che oggi si è dovuto confrontare non solo con un agguerritissimo avversario, ma anche con uno che nei grandi giri ha puntato solo a vincere le cronometro, risparmiandosi nella altre tappe.
Quello che salta all’occhio è il distacco di 1 minuto e 21 secondi inflitto dall’australiano all’olandese e che si traduce anche in un secondo e mezzo al chilometro, che – in una prova contro il tempo come quella che i corridori hanno affrontato oggi e considerate le caratteristiche dei primi due – è un gap decisamente alto.
A conferma della non eccezionale prestazione di Domoulin va registrato il tempo di Victor Campenaerts (Lotto Soudal), che ha mancato l’argento per soli 53 centesimi ed ha quindi viaggiato sugli stessi tempi dell’ex iridato. Campenaerts è certamente un buon passista potente, ma non è certamente paragonabile a Dumoulin, specialmente in prove lunghe ed insidiose come quella di oggi. Tutti sopra i due minuti gli altri favoriti: Michał Kwiatkowski (Sky) ha accusato 2′04″ di ritardo, Nelson Oliveira (Movistar) 2′14″, Jonathan Castroviejo (Sky) 2′17″, Tony Martin (Team Katusha – Alpecin) 2′25″, Patrick Bevin (BMC Racing Team) 2′34″ mentre l’inossidabile trentasettenne Vasil Kiryienka (Sky), che nelle prove contro il tempo a lungo chilometraggio risponde sempre presente, ha concluso in nona posizione a 3′07″ da Dennis.
Tra la prova di oggi e quella di domenica le differenze sono enormi, ma vista la prova di un passista abbastanza allergico alle montagne come Dennis chissà che Sagan non si senta rafforzato nel proposito di tentare il poker iridato.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Rohan Dennis (Australia) 1:03:45.53
2 Tom Dumoulin (Netherlands) 0:01:21.09
3 Victor Campenaerts (Belgium) 0:01:21.62
4 Michal Kwiatkowski (Poland) 0:02:04.58
5 Nelson Oliveira (Portugal) 0:02:14.34
6 Jonathan Castroviejo (Spain) 0:02:17.53
7 Tony Martin (Germany) 0:02:25.23
8 Patrick Bevin (New Zealand) 0:02:34.78
9 Vasil Kiryienka (Belarus) 0:03:07.54
10 Martin Toft Madsen (Denmark) 0:03:23.39
11 Maximilian Schachmann (Germany) 0:03:39.95
12 Stefan Kung (Switzerland) 0:03:44.23
13 Alexey Lutsenko (Kazakhstan) 0:04:07.98
14 Jan Barta (Czech Republic) 0:04:08.15
15 Joseph Rosskopf (United States Of America) 0:04:20.09
16 Wilco Kelderman (Netherlands) 0:04:21.09
17 Maciej Bodnar (Poland) 0:04:22.47
18 Soren Kragh Andersen (Denmark) 0:04:28.86
19 Matthias Brandle (Austria) 0:04:31.20
20 Jos Van Emden (Netherlands) 0:04:33.61
21 Benjamin Thomas (France) 0:04:44.96
22 Tanel Kangert (Estonia) 0:04:45.14
23 Marc Soler (Spain) 0:04:47.78
24 Bob Jungels (Luxembourg) 0:04:47.94
25 Josef Cerny (Czech Republic) 0:04:49.29
26 Hamish Bond (New Zealand) 0:04:50.45
27 Tejay Van Garderen (United States Of America) 0:04:53.58
28 Alessandro De Marchi (Italy) 0:05:05.54
29 Alex Dowsett (Great Britain) 0:05:24.70
30 Fabio Felline (Italy) 0:05:25.71
31 Jan Tratnik (Slovenia) 0:05:38.14
32 Hugo Houle (Canada) 0:05:39.52
33 Pavel Sivakov (Russian Federation) 0:05:49.99
34 Yoann Paillot (France) 0:05:57.58
35 Tao Geoghegan Hart (Great Britain) 0:06:03.37
36 Georg Preidler (Austria) 0:06:12.60
37 Rodrigo Contreras Pinzon (Colombia) 0:06:20.28
38 Andrey Grivko (Ukraine) 0:06:22.11
39 Tsgabu Gebremaryam Grmay (Ethiopia) 0:06:23.36
40 Kristoffer Skjerping (Norway) 0:06:24.48
41 Domingos Goncalves (Portugal) 0:06:29.11
42 Anton Vorobyev (Russian Federation) 0:06:34.19
43 Ignatas Konovalovas (Lithuania) 0:06:47.52
44 Toms Skujins (Latvia) 0:06:47.80
45 Eduardo Sepulveda (Argentina) 0:06:49.23
46 Nicolas Roche (Ireland) 0:07:03.69
47 Silvan Dillier (Switzerland) 0:07:03.85
48 Tobias Ludvigsson (Sweden) 0:07:05.22
49 Ryan Mullen (Ireland) 0:07:17.92
50 Laurens De Plus (Belgium) 0:08:14.20
51 Gediminas Bagdonas (Lithuania) 0:08:16.52
52 Marek Canecky (Slovakia) 0:10:50.19
53 Ahmad Badreddin Wais (Syrian Arab Republic) 0:15:30.45
54 Dealton Nur Arif Prayogo (Indonesia) 0:17:33.55
55 Ho San Chiu (Hong Kong, China) 0:18:05.50
56 Darel Christopher Jr (British Virgin Islands) 0:28:41.30

Rohan Dennis frantuma la concorrenza nella crono iridata di Innsbruck (foto Bettini)

Rohan Dennis frantuma la concorrenza nella crono iridata di Innsbruck (foto Bettini)

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