OMEGA SUGLI SCUDI. TAPPA A BOONEN CHE ORA INSIDA TERPSTRA
Un’azione corale dell’Omega Pharma caratterizza la seconda tappa del Tour of Qatar e pone le basi per la vittoria odierna di Tom Boonen, abile a involarsi sul traguardo grazie a uno sprint di classe e potenza. Terpstra è ancora primo in classifica generale ma siamo curiosi di vedere già da domani se il compagno di squadra – ora terzo – riuscirà a impensierirlo nella crono inviduale di 11 km che si disputerà sul circuito motociclistico di Lusail.
Se il vento rende così interessante una corsa ciclistica, che sia il benvenuto. Questa è la principale osservazione che ci sentiamo di rimarcare alla fine della seconda tappa del Tour of Qatar, la Camel Race Track – Al Khor Corniche di 160.5 km. Non siamo nella pianura francese o sulle coste della Normandia, nè in riva al mare del Nord con i mulini a vento a fare da sfondo, ma la tappa di oggi, per il suo svolgimento, ci ha fatto ripensare a quelle insidiose tappe del Tour de France o a quelle più ad est sulle coste belghe e olandesi. Gruppetti sparpagliati in balia delle raffiche in mezzo al deserto. Un inseguimento continuo tra di loro, col vantaggio che non accenna a diminuire ma anzi vede sempre più distanti gli uni dagli altri. Alla fine se ne conteranno tre o quattro, tutti arrivati dietro il gruppetto principale di una ventina di uomini che durante la corsa prendeva il largo. Già ai meno trenta esso conservava una trentina di secondi su un’altra ventina di uomini. Via via, più staccati, tutti gli altri. Nel gruppo di testa a farla da padrone era l’Omega di Terpstra e Boonen, che interpretava la corsa tutta all’attacco, considerandola quasi come una lunga cronosquadre. Infatti, tutti gli otto effettivi della squadra belga erano presenti nel gruppetto di testa, assieme a Bennati, Breschel, Juul Jensen, Kroon e Morkov (Tinkoff-Saxo), Popovych (Trek), Roelandts e Sieberg (Lotto), Boom e Wagner (Belkin), Eisel , Rowe e Stannard (Sky), Guarnieri (Astana), Smukulis (Katusha) e Kruopis (Orica-GreenEdge). Ai meno due Lars Boom provava ad involarsi con un’accelerata delle sue, ma era proprio Terpstra, oggi a completo servizio di Boonen, a riportarsi dopo qualche centinaia di metri sull’olandese, insieme agli altri compagni dell’Omega. Un finale velocissimo che anche in testa al gruppo provocava alcune fratture, con otto uomini che alla fine disputavano la volata finale. La spuntava Tom Boonen con uno sprint che univa classe e potenza, mentre in seconda posizione si piazzava il danese Morkov della Tinkoff-Saxo. Terzo Jurgen Roelandts, che approfittava dell’abbuono per collocarsi in seconda posizione in classifica generale a cinque secondi da Terpstra. A cinque secondi, in nona posizione, si piazzava Boom che regolava il primo mini-gruppetto formatosi nell’ultimissima parte di corsa. Un primo gruppo, comprendente Greipel, giungeva con oltre trenta secondi di ritardo, mentre altri gruppi più numerosi raggiungevano il traguardo con un ritardo compreso tra i due e i cinque minuti: la testimonianza visibile che il vento è stato il grande protagonista della tappa di oggi. In classifica generale registriamo l’impetuosa risalita di Boonen, ora terzo a 14 secondi dal compagno di squadra. La presenza di buoni passisti (tra cui Boom, Stannard, gli stessi Roelandts e Boonen) nella top ten ci induce ad attendere con molta curiosità la cronometro individuale di domani, 11 km all’interno del circuito motociclistico di Lusail. Vedremo se Terpstra riuscirà a mantenere la maglia dorata del primato. Boonen è lì pronto a spiccare il volo, in una corsa che lo ha già visto trionfare quattro volte e che ci ha già detto che uomini attesi come Cancellara, Greipel e Gilbert sono venuti in Qatar per perfezionare la preparazione e non competere per la classifica generale.
Antonio Scarfone

Tom Boonen in trionfo sul traguardo di Al Khor (foto Tim De Waele / TDWsport.com)
09-02-2014
febbraio 9, 2014 by Redazione
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TOUR OF QATAR
L’olandese Niki Terpstra (Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Al Wakra – Dukhan Beach, percorrendo 135,5 Km in 3h13′42″, alla media di 41,972 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Roelandts e lo svizzero Schar. Miglior italiano Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare Professional Cycling Team), 19° a 7″. Terpstra è il primo leader della classifica con 9″ su Roelandts e 12″ su Schar. Miglior italiano Bazzana, 20° a 23″
ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)
Lo svedese Tobias Ludvigsson (Team Giant-Shimano) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Alés, percorrendo 10,7 Km in 15′37″, alla media di 41,110 Km/h. Ha preceduto di 4″ il francese Coppel e di 11″ l’italiano Sonny Colbrelli (Bardiani Valvole – CSF Inox). Ludvigsson si impone in classifica con 4″ su Coppel e 5″ sul tedesco Degenkolb. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 11° a 37″
TROFEO PALMA
L’italiano Sacha Modolo (Lampre – Merida) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Palma di Maiorca, percorrendo 116 Km in 2h29′12″, alla media di 46,649 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Debusschere e l’olandese Groenewegen.
HERALD SUN TOUR (Australia)
L’ultima tappa, circuito di Arthurs Seat (124 Km), è stata annullata a causa degli incendi che hanno colpito la zona dove si sarebbe dovuto correre. L’australiano Simon Clarke (Orica – GreenEDGE) si impone classifica con 8″ sul connazionale Wurf e 11″ sul connazionale Haig. Due italiani in gara: Alberto Bettiol (Cannondale) 30° a 6′50″, Davide Frattini (UnitedHealthcare Professional Cycling Team) 47° a 21′47″
TOUR DO BRASIL VOLTA CICLÍSTICA DE SÃO PAULO – INTERNACIONAL
Il brasiliano Flávio Cardoso Santos (Funvic Brasilinvest – São José dos Campos) si è imposto nella prima tappa, Barueri – Sorocaba, percorrendo 102,9 Km in 2h13′42″, alla media di 46,178 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Diniz Correia e Chiarello. Miglior italiano Omar Bertazzo (Androni Giocattoli – Venezuela), 6° a 50″. Cardoso Santos è il primo leader della classifica con 2″ su Diniz Correia e 8″ su Chiarello. Miglior italiano Bertazzo, 7° a 1′03″
CAMPIONATI NAZIONALI SUDAFRICANI
Daryl Impey (Orica GreenEDGE) si è imposto nel campionato nazionale sudafricano, circuito di Durban, percorrendo 180 Km in 4h27′14″, alla media di 40,414 Km/h. Ha preceduto di 16″ Thomson e di 35″ Lill. Nella gara a cronometro, disputata il 6 febbraio, si era imposto lo stesso Impey, percorrendo i 40 Km del circuito di Addington in 50′48″, alla media 47,244 Km/h: preceduti di 31″ Thomson e 1′43″ Venter.
Questi i vincitori degli altri titoli assegnati: Ashleigh Moolman Pasio (strada donne e crono donne), Louis Meintjes (strada U23 e crono U23), Stefan de Bod (strada juniors), Bianca Haw (strada juniors donne), Michelle Benson (crono juniors donne) e Gustav Basson (crono juniors)
ASSOLO AL SOLE, VINCE TERPSTRA
Una fuga di cinque uomini scombussola i piani dei velocisti nella prima tappa del Tour of Qatar da Al Wakra a Dukhan Beach. Un’azione tenace che prende forma nella parte finale della corsa e che porta Niki Terpstra ad anticipare la volata e a conquistare il primato nella classifica generale. Il vento, grande protagonista da queste parti, spezzetta il gruppo che arriva al traguardo con sette secondi di ritardo e con non più di una quarantina di ciclisti al suo interno. Domani i velocisti sono chiamati a rifarsi, visto l’altimetria ancora pressochè piatta della seconda tappa, vento e Terpstra permettendo.
Da Dubai al Qatar il passo è breve, se è vero che il sipario chiuso ieri col trionfo di Phinney si è riaperto subito oggi alcune centinaia di km più ad ovest nella Penisola Arabica, dove si è svolta la prima tappa del Tour of Qatar. Anche qui è presente un ricco parterre di squadre, una decina delle quali World Tour, pronte a sfidarsi in questo inizio di stagione in cui si corre in posti caldi e assolati. Il Qatar non fa eccezione e, se ci mettiamo anche l’immancabile vento misto alla sabbia del deserto, possiamo dire come questa corsa nasconda insidie molto più pericolose di quanto possa dire l’altimetria generale, comprendente sei tappe totalmente piatte, delle quali una a cronometro individuale. I galloni di principale favorito per la vottoria finale erano – almeno sulla carta – posti sul petto di Tom Boonen, già vittorioso quattro volte su 12 edizioni disputate: il suo è l’identikit ideale del ciclista che unisce buoni doti di fondo, resistenza e ottimo spunto veloce. E invece, alla fine della prima tappa, è proprio un suo compagno di squadra, l’olandese Niki Terpstra, a trovarsi primo in classifica generale, grazie ad una fuga a cinque premiata dalla costanza e dalla tenacia, nonostante un disperato tentativo di rimonta da parte del gruppo. Da Al Wakra a Dukhan Beach era stata tracciata una prima tappa di circa 135 km, per la quale il pronostico più gettonato sull’esito finale era l’arrivo in volata ma che, invece, ha proposto una conclusione diversa dal solito. La fuga composta da cinque uomini – l’olandese Terpstra e il belga Van Keirsbulck (Omega Pharma), l’altro belga Roelandts (Lotto) e gli svizzeri Schar (BMC) ed Elmiger (IAM) – riesce, infatti, a resistere al ritorno del gruppo capeggiato in primis da SKY ed Orica. Il vantaggio oscillava tra i 20 e i 40 secondi ed era merito in particolar modo di Van Keirsbulck, autentico apripista alla successiva vittoria di Terpstra. L’olandese, infatti, dopo il gran lavoro del compagno – che si sfilava nell’ultimo chilometro, terminando al quinto posto – anticipava la volata e trionfava con 1 secondo di vantaggio su Roelandts e i due svizzeri. Il gruppo, comprendente una quarantina di atleti, era regolato da Tom Boonen, giunto con sette secondi di ritardo da Terpstra. Alessandro Bazzana, primo degli italiani, è giunto soltanto diciannovesimo. Grazie all’abbuono di 10 secondi, Terpstra accumula un ulteriore vantaggio in classifica generale che potrà fargli molto comodo anche in considerazione della terza tappa, la crono individuale sul circuito motociclistico di Losail, in cui l’olandese potrà sfruttare le sue caratteristiche di passista. Già avremo qualche risposta domani, quando vedremo se nella seconda tappa, da Camel Race Track ad Al Khor Corniche (la più lunga del Tour of Qatar con i suoi 160 km e mezzo), Boonen si metterà al servizio del compagno o se vorrà fare la sua corsa, visto che molte squadre vorranno comunque rifarsi e provare a mettere i propri uomini più veloci nelle condizioni di sprintare sul traguardo finale.
Antonio Scarfone

Finale a sorpresa per la prima tappa del Giro del Qatar (foto Bettini)
SOLO IL FOTOFINISH DA RAGIONE A MODOLO
Vittoria italiana con giallo al primo atto della Challenge Mallorca che, dopo i vari avvii di stagione in luoghi più o meno esotici, sfrutta il clima mite delle Isole Baleari per dare l’avvio al calendario iberico del ciclismo.
In una giornata soleggiata al traguardo del Trofeo Palma, primo atto della quattro giorni di gare che avranno come palcoscenico le isole del Mediterraneo famose per il turismo giovanile, l’ordine di arrivo è stato stilato dai commissari di gara dopo che sulla linea del traguardo si sono avventati in tre, Jens Debusschere (Lotto-Belisol), Dylan Groenewegen (Cyclingteam de Rijke) e Sacha Modolo (Lampre-Merida), con il giovane olandese Groenewegen che alzava con convinzione le braccia. L’attento esame del fotofinish permetteva ai commissari di giuria di stilare l’ordine d’arrivo corretto, consegnando tra non poche polemiche la vittoria al veneto della Lampre-Merida, alla sua seconda vittoria stagionale, con Debusschere secondo e Groenewegen terzo. Dopo aver incassato il verdetto favorevole della giuria, Modolo ha così commentato la giornata odierna:”Oggi ringrazio veramente di cuore tutto il team, in particolar modo Richeze che nel finale ha svolto il lavoro di 3 uomini! Ci siamo trovati noi due negli ultimi km contro squadre più organizzate, ma Max ha saputo scortarmi al meglio sino ai 300 metri dove ho azzardato una partenza anticipata sul resto della concorrenza. L’ho spuntata io su Debusschere, che mi stava rimontando di gran carriera negli ultimi 20 metri“. Modolo ha avuto modo di ringraziare anche la sua bicicletta, modello Merida Reacto Evo: “Quando ti trovi testa a testa come oggi con gli avversari, contare su materiali così perforanti ormai al giorno d’oggi è essenziale ed io, da quando son approdato in casa Lampre Merida, sono sicuramente fortunato ad avere una bici tecnicamente così elevata dalla mia parte!“.
I 116 km odierni, percorsi in poco meno di due ore e mezza e che hanno visto il debutto stagionale di Bradley Wiggins e di Chris Horner, neo portacolori Lampre, prima delle concitate fasi finali sono stati animati da una fuga alimentati da 5 coraggiosi, Alex Howes (Garmin Sharp), Ian Boswell (Team Sky), Alexandre Pichot (Europcar), Amets Txurruka (Caja Rural) e Ronan Van Zandbeek (Cyclingteam de Rijke), mentre le formazioni World Tour, Lampre su tutte, controllavano che i fuggitivi non prendessero troppo vantaggio.
La lunghezza del percorso e la facilità del tracciato, un circuito cittadino di 11,6 km da ripetere 10 volte, hanno fatto sì che alla volata finale si approcciassero un po’ tutti, con i corridori del World Tour desiderosi di imporre la loro legge e gli altri intenzionati e motivati a rovinare loro la festa.
Domani si correrà il “Trofeo Ses Salines – Campos – Santanyí” su un tracciato vallonato con quattro GPM di quarta categoria e l’arrivo in leggera ascesa.
Mario Prato

Modolo si impone in uno sprint decisamente affollato (foto AFP)
08-02-2014
febbraio 8, 2014 by Redazione
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DUBAI TOUR (Emirati Arabi Uniti)
Il tedesco Marcel Kittel (Team Giant – Shimano) si è imposto anche nella quarta ed ultima tappa, Dubai – Burj Khalifa, percorrendo 123 Km in 2h41′09″, alla media di 45,796 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Renshaw e l’italiano Andrea Guardini (Astana Pro Team). Lo statunitense Taylor Phinney (BMC Racing Team) si impone in classifica con 15″ sul britannico Cummings e 17″ sul danese Norman Hansen. Miglior italiano Adriano Malori (Movistar Team), 7° a 33″
ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)
Il francese Bryan Coquard (Team Europcar) si è imposto anche nella quarta tappa, Goudargues – Laudun, percorrendo 156,3 Km in 3h41′28″, alla media di 42,345 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Degenkolb e il connazionale Gallopin. Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bardiani Valvole – CSF Inox), 4°. Il belga Sander Helven (Topsport Vlaanderen – Baloise) è ancora leader della classifica con 5″ sul francese Jarrier e 12″ sul belga Dron. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 32° a 34″
HERALD SUN TOUR (Australia)
L’australiano Robert-Jon McCarthy (An Post – Chainreaction) si è imposto nella terza tappa, Mitchelton Winery – Nagambie, percorrendo 156,1 Km in 3h47′09″, alla media di 41,232 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Rogers e l’irlandese English. Due italiani in gara: Davide Frattini (UnitedHealthcare Professional Cycling Team) 73° a 17″, Alberto Bettiol (Cannondale), 86° a 5′01″. L’australiano Simon Clarke (Orica – GreenEDGE) è ancora leader della classifica, con 8″ sul connazionale Wurf e 11″ sul connazionale Haig. Bettiol 30° a 6′50″, Frattini 47° a 21′47″
KITTEL SEMPRE PIU’ “GIANT”, CORSA A PHINNEY
Terza volata vincente consecutiva del tedesco, favorito da un controllo ottimale della sua squadra negli ultimi chilometri di corsa. Tappa caratterizzata da una fuga a tre ripresa ai meno 13 km e da un ‘fuori pista’ di Sagan ai meno 5 che gli impedisce di partecipare alla volata finale. Renshaw, secondo, mette in luce i problemi di Cavendish mentre il redivivo Guardini, terzo, è il primo degli italiani. La vittoria finale del Dubai Tour va a Taylor Phinney che già dalla prima tappa conquistata a cronometro aveva dato un segnale inequivocabile. Da domani Tour of Qatar e successivamente Tour of Oman contribuiranno alla crescita della condizione dei ciclisti, prima di tornare in Europa per le prime vere importanti corse di marzo.
La quarta ed ultima tappa del Dubai Tour 2014 si snodava nei dintorni di Dubai, su strade larghe e piattissime sulle quali il gruppo sviluppava una velocità di crociera abbastanza sostenuta, in attesa dell’ultimo sprint. Tre coraggiosi comunque abbozzavano un tentativo di fuga, sempre controllato agevolmente dal gruppo. Francisco Mancebo (SkyDive Dubai Pro Cycling Team), Pierpaolo De Negri (Vini Fantini) e Jay McCarthy (Tinkoff – Saxo) si impegnavano per provare ad arrivare fino in fondo ma anche la pressoché totale assenza di curve era un punto a sfavore del trio di testa, poiché il gruppo restava più o meno sempre in contatto visivo con la fuga. Un vantaggio che oscillava tra i 40 secondi e il minuto e che non concedeva molte speranze ai tre di testa. Se poi a tirare il gruppo erano BMC e Giant, squadre interessate a proteggere i propri capitani, Phinney e Kittel, rispettivamente per la vittoria finale e la vittoria parziale di tappa, ecco che il dato più interessante prima della volata finale sarebbe stato il momento in cui il gruppo avrebbe raggiunto inesorabilmente la fuga. Quel momento si materializzava ai meno 13 dall’arrivo, quando in testa al gruppo facevano capolino altre squadre – Movistar, Astana e Cannondale su tutte – per favorire il posizionamento dei propri uomini veloci. La sorpresa (negativa) di giornata capitava ai meno 4,5 km dall’arrivo, quando un’improvvisa curva a 180 gradi metteva fuori causa Peter Sagan, inquadrato a bordo strada vicino a degli spartitraffico di cemento. La veemenza con cui scagliava la sua bici in aria faceva capire quanto tenesse alla volata conclusiva, che si faceva sempre più vicina. Le squadre più attive negli ultimi 3 km erano Omega e Astana, ma la Giant di Kittel metteva a proprio agio il suo corridore di punta portandolo nelle primissime posizioni ai meno due. Dopo lo striscione dell’ultimo km una leggera curva degradante verso destra facilitava il compito per il tedesco, che partiva lungo negli ultimi 300 metri e conservava un vantaggio sufficiente a sprintare a braccia alzate sul traguardo, in prossimità dello spettacolare Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Al secondo posto Mark Renshaw testimoniava il momento opaco del compagno di squadra Cavendish, visto che l’australiano normalmente è l’ultimo uomo per il folletto dell’isola di Man. Chiudeva il podio un redivivo Andrea Guardini, per il quale auguriamo più costanza nelle prossime volate. Altri tre italiani – Ferrari quarto, Ratto sesto e Bonifazio settimo – erano presenti nella top ten. La vittoria finale, costruita fin dalla prima tappa, arride così meritatamente a Taylor Phinney, mentre il tris di Kittel nelle altre tre tappe denota una condizione veramente strepitosa del tedesco. In conclusione, Un Dubai Tour che dal punto di vista prettamente tecnico non ha dato molti spunti, se non quelli di un incontrastato dominio di Phinney a crono e di Kittel su strada. Ancora da registrare le prestazioni di uomini di punta come Nibali, Valverde, Purito Rodriguez che hanno evidentemente scelto di correre per iniziare a fare la gamba. Chi preoccupa un po’ è Cavendish, che non ha mai nemmeno provato a buttarsi in una delle tre volate disputate e lo aspettiamo già nelle prossime corse arabe. Infatti, il ciclismo che conta resterà nella penisola arabica dove domani partirà il Tour of Qatar, poi seguito dal Tour of Oman: corse di sei giorni, con percorsi un tantino più impegnativi sui quali potremo seguire nuovamente i progressi dei ciclisti in questo inizio di stagione che pian piano si fa sempre più fitto d’impegni.
Antonio Scarfone

Un incontenibile Kittel 'straripa' sul traguardo posto all'ombra del Burj-Khalifa (foto Bettini)
07-02-2014
febbraio 8, 2014 by Redazione
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DUBAI TOUR (Emirati Arabi Uniti)
Il tedesco Marcel Kittel (Team Giant – Shimano) si è imposto anche nella terza tappa, Dubai – Hatta, percorrendo 162 Km in 3h47′52″, alla media di 42,656 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Lobato del Valle e lo slovacco Sagan. Miglior italiano Adriano Malori (Movistar Team), 19°. Lo statunitense Taylor Phinney (BMC Racing Team) è ancora leader della classifica con 15″ sul britannico Cummings e 17″ sul danese Norman Hansen. Miglior italiano Malori, 8° a 33″
ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)
Il francese Bryan Coquard (Team Europcar) si è imposto nella terza tappa, circuito di Bessèges, percorrendo 152,6 Km in 3h46′11″, alla media di 40,480 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bouhanni e il tedesco Degenkolb. Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bardiani Valvole – CSF Inox), 5°. Il belga Sander Helven (Topsport Vlaanderen – Baloise) è ancora leader della classifica con 5″ sul francese Jarrier e 12″ sul belga Dron. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 49° a 34″
HERALD SUN TOUR (Australia)
L’australiano Simon Clarke (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella seconda tappa, Ballarat – Bendigo, percorrendo 163 Km in 4h05′01″, alla media di 39,915 Km/h. Ha preceduto di 1″ i connazionali Wurf e Haig. Due italiani in gara: Alberto Bettiol (Cannondale), 8° a 1′11″, Davide Frattini (UnitedHealthcare Professional Cycling Team) 46° a 14′29″. Clarke è il nuovo leader della classifica, con 8″ su Wurf e 11″ su Haig. Bettiol 29° a 1′49″, Frattini 46° a 21′30″
HATTA-ATTACK: KITTEL CONCEDE IL BIS
Nella terza tappa del Dubai Tour il tedesco della Giant regola in volata un agguerrito gruppo ridotto dallo strappetto ai meno sette km dall’arrivo, in cima al quale si erano spente le residue speranze di Pliuschin, moldavo della Skydive Dubai e ultimo superstite di una fuga composta da sei ciclisti. In classifica generale Phinney resta leader e aspetta l’ultima tappa di domani per mettere il sigillo sulla prima edizione del Dubai Tour 2014.
I rilievi montuosi circondati da sabbia e sassi erano in antitesi con i paesaggi onirici e quasi surreali ammirati nei giorni scorsi, ma oggi è stata certamente la tappa più divertente del Dubai Tour. L’arrivo ad Hatta ha visto una serie di attacchi che hanno movimentato il finale ma che non hanno cambiato la sostanza rispetto a ieri. Vince per la seconda volta Marcel Kittel con uno sprint bruciante, una vittoria che gli attribuisce senza dubbio l’onore e l’onere di velocista di riferimento in questa parte iniziale della stagione. La fuga odierna era composta da sei uomini: Evan Huffman (Astana), unico rappresentante di una squadra World Tour, Diogo Nunes e Valter Pereira (Banco BIC), Ruslan Karimov (RTS – Santic Racing Team), Willie Smit (Vini Fantini), in fuga anche ieri ed a caccia di traguardi volanti, e Alexandr Pliuschin che rappresentava la squadra di casa, il SkyDive Dubai Pro Cycling Team. I sei accumulavano un vantaggio massimo che sfiorava i 6 minuti quando mancavano poco più di 100 km all’arrivo. L’americano Huffman restava leader virtuale (avendo in classifica un ritardo di 1’04” da Phinney) fino ai meno 35, quando si staccava non non riuscendo a mantenere il ritmo di Smit e Pliuschin, ultimi sopravvissuti della fuga iniziale. Anche Smit ai meno 22 alzava bandiera bianca e Pliuschin rimaneva così da solo in testa alla corsa, a cercare di arrivare da solo all’arrivo e magari pensare di conquistare la maglia blu, visto il distacco di 1’05” da Phinney. Le sue doti di pistard lo aiutavano a mantenere un vantaggio intorno ai 2 minuti per una decina di chilometri circa, ma BMC e Giant non lasciavano troppe illusioni al generoso ciclista moldavo. Quando anche Movistar e Cannondale facevano capolino lì davanti, i suoi sogni di gloria potevano dirsi ufficialmente conclusi visto che in circa tre chilometri, dai meno 10 ai meno 7, il gruppo si riportava con prepotenza su di lui. La strada, in leggera ascesa, favoriva attacchi e controattacchi. La Cannondale, oggi tutta per Sagan, era la prima a dare una potente trenata con Caruso, sul quale si riportava a sua volta Alejandro Valverde, il quale provava anche ad avvantaggiarsi nella strada in leggera discesa che caratterizzava gli ultimi 5 km. Dopo Valverde, era Tony Martin a provare l’allungo, ma BMC e Cannondale rinvenivano quasi subito sul campione del mondo a cronometro. Ultimo a provare l’attacco era quindi Rui Costa, l’altro campione del mondo, che dopo uno scatto secco manteneva un risicato vantaggio di un centinaio di metri fin sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, quando il gruppo, composto da non più di una trentina di ciclisti, si ricompattava pronto per la volata finale. Lo spagnolo Lobato, molto attivo anche ieri, cercava di anticipare tutti anche questa volta, ma il solito Kittel metteva il turbo e lo superava con una certa facilità andando a trionfare sul traguardo di Hatta. Il tedesco ripeteva così l’exploit della seconda tappa su un percorso leggermente diverso. La stagione è appena iniziata ma Kittel già mette le cose in chiaro, soprattutto sul suo stato di forma, e lo aspettiamo con curiosità nelle corse europee in cui vedremo se ci saranno sufficienti ciclisti capaci di poterlo sfidare (il riferimento a Cavendish, Greipel e Milano Sanremo è del tutto casuale). Il terzo posto del sempre presente Sagan, alle spalle di Lobato, chiudeva il podio di giornata, mentre nella top ten non si registravano né italiani né Cavendish, ancora evidentemente lontano dalla condizione ottimale. In classifica generale i timidi passi avanti di Kittel e di Sagan non preoccupano Phinney, che nell’ultima tappa di domani, a meno di clamorose sorprese, potrà fregiarsi del titolo di primo vincitore del Dubai Tour.
Antonio Scarfone

Kittel non fa il Paganini e ripete ad Hatta l'esibizione di Palm Jumeirah (foto Bettini)
06-02-2014
febbraio 7, 2014 by Redazione
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DUBAI TOUR (Emirati Arabi Uniti)
Il tedesco Marcel Kittel (Team Giant – Shimano) si è imposto nella seconda tappa, Dubai – Palm Jumeirah-Atlantis, percorrendo 122 Km in 2h50′30″, alla media di 42,932 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e lo statunitense Taylor Phinney (BMC Racing Team). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Trek Factory Team), 5°. Phinney è ancora leader della classifica con 15″ sul britannico Cummings e 17″ sul danese Norman Hansen. Miglior italiano Adriano Malori (Movistar Team), 7° a 33″
ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)
Il francese Nacer Bouhanni (FDJ.fr) si è imposto nella seconda tappa, Nîmes – Saint-Ambroix, percorrendo 149,3 Km in 3h32′55″, alla media di 42,073 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Degenkolb e il bielorusso Hutarovich. Miglior italiano Enrico Barbin (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12°. Il belga Sander Helven (Topsport Vlaanderen – Baloise) è ancora leader della classifica con 5″ sul belga De Vreese e sul francese Jarrier. Miglior italiano Barbin, 55° a 34″
HERALD SUN TOUR (Australia)
L’australiano Nathan Haas si è imposto nella prima tappa, Geelong – Ballarat, percorrendo 116,1 Km in 3h04′12″, alla media di 37,817 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Harley Goss e Cantwell. Due italiani in gara: Alberto Bettiol (Cannondale), 41° a 20″, Davide Frattini (UnitedHealthcare Professional Cycling Team) 47° a 6′46″. Haas è il nuovo leader della classifica, con 7″ sul neozelandese Bauer e 9″ sull’australiano Clarke. Bettiol 41° a 40″, Frattini 51° a 7′03″
KITTEL OASI FELICE
Il tedescone della Giant-Shimano vince in volata la seconda tappa del Dubai Tour. Secondo Sagan e terzo Phinney, che rafforza il primato in classifica generale e vede sempre più vicina la conquista del Dubai Tour 2014. Nizzolo, quinto, primo degli italiani in una top ten che vede anche Ferrari sesto e Guarnieri nono.
Le palme che circondavano il percorso odierno della seconda tappa del Dubai Tour hanno avuto la loro sublimazione negli ultimi venti km, quando un vero e proprio quartiere a forma di palma, il Palm Jumeirah, si stagliava alla vista dell’elicottero, che vedeva al contempo spegnersi il tentativo giornaliero, una fuga a due composta dallo spagnolo Mancebo, rappresentante della squadra di casa della Skydive Dubai Pro Cycling Team, e del sudafricano Smit, ciclista della Vini Fantini. I due andavano d’amore e d’accordo fino ai meno 17, quando lo spagnolo tagliava una delle tante rotonde in mezzo alle palme avvantaggiandosi così sul compagno di fuga, che veniva ripreso dopo poco tempo da un gruppo che non voleva farsi sfuggire la volata finale. La squadra più attiva all’inseguimento era il Team Giant-Shimano che lavorava per Kittel, mentre la BMC era attenta a proteggere Phinney, detentore della maglia blu. Gli altri velocisti avevano chi uno, chi due compagni di squadra e un po’ dovevano arrangiarsi in vista dell’arrivo. Un’accelerata della Giant ai meno 12 metteva in fila il gruppo e il povero Mancebo era così ripreso poco dopo, ai meno 10, dopo una breve rampa che immetteva nel quartiere di Palm Jumeirah, superato il quale si intravedeva l’Atlantis, struttura alberghiera da mille e una notte di fronte alla quale era posto lo striscione d’arrivo. Il gruppo procedeva compatto fino ai meno cinque, quando il vento trasversale che soffiava impetuoso dal mare non lo riduceva a più di 40-50 componenti. La squadra di Kittel prendeva il comando delle operazioni fino ai meno due, quando altri ciclisti cercavano di portarsi nelle prime posizioni. In particolare Cavendish era marcato a uomo da Sagan, mentre anche Phinney si faceva notare con la sua sgargiante maglia blu. La volata si decideva negli ultimi 50 metri, quando lo spagnolo Lobato provava ad anticipare tutti, ma su di lui subito si riportava Kittel, che con uno scatto potente e prepotente andava a tagliare il traguardo con un discreto vantaggio su un buon Sagan, secondo. Al terzo posto Phinney confermava le sue ottime qualità di uomo veloce e intascava anche un piccolo abbuono che gli consentiva di rinforzare il primo posto in classifica generale, consistente ora in 15 secondi di vantaggio su Cummings. Al quarto posto Lobato, mentre Nizzolo, quinto, era il primo degli italiani, che si posizionano nella top ten anche al sesto posto con Ferrari e al nono con Guarnieri. Da segnalare l’assenza nella top ten di velocisti del calibro di Farrar e Cavendish – quest’ultimo ancora alla ricerca del feeling con i compagni Petacchi e Renshaw – che evidentemente non hanno avuto la gamba per inserirsi nella bagarre finale. La terza tappa di domani, da Dubai ad Hatta, prevede alcuni strappetti nel finale ma a questo punto pensiamo che solo un evento eccezionale possa impedire a Phinney di non condurre in oasi – pardon, in porto – la prima edizione del Dubai Tour.
Antonio Scarfone

Kittel batte tutti a Palm Jumeirah (foto Graham Watson)