THEO, THE “BOS(S)”

ottobre 25, 2013 by Redazione  
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Nella quinta tappa del Tour of Hainan Theo Bos (Belkin) infila il poker, inanellando le quattro vittorie consecutivamente, senza pause. Stavolta l’olandese ha preceduto allo sprint il suo connazionale e compagno di squadra Moreno Hofland e il russo Boris Shipilevski (RTS Racing Team). Come da previsione, Hofland conserva la propria maglia da leader senza particolari problemi.

Foto copertina: Bos guarda tutti dall’alto in basso al Tour of Hainan e ha pure il tempo di voltarsi a guardare gli avversari sgomitare per la seconda posizione (Guoqiang Song)

Per la prima volta in carriera Theo Bos centra il traguardo delle 10 vittorie stagionali, entrando così nella Top 5 dei corridori più prolifici del 2013, dietro ad atleti come Sagan, Cavendish, Kittel e Greipel. E’ la degna soddisfazione per un corridore come Bos, che alla sua quinta stagione non è riuscito ancora ad andare a segno in una tappa di un grande giro. Forse in futuro, chissà.
Per ora si gode al massimo questo periodo d’oro in Hainan e a chi gli ha chiesto se non sia ancora stanco di vincere il velocista olandese ha risposto che bisogna essere sempre felici di vincere perché non si sa quando potrà arrivare la prossima vittoria.
Per quanto riguarda la tappa oggi era in programma la frazione più esigente dal punto di vista della distanza, dato che con i suoi 217 chilometri era la tappa più lunga del Tour di Hainan, disegnata tra Wanning a Sanya, la città più meridionale dell’isola e la più attraente per quel che concerne il turismo, con clima e spiagge meravigliose.
Dopo aver controllato serenamente un tentativo di tre corridori andati a caccia di gloria, gli atleti del Team Belkin hanno gestito la situazione anche negli ultimi chilometri con l’ormai consolidato treno composto da Leezer, Van Winden e Boom, con quest’ultimo che funge da pesce pilota dei due uomini più veloci della formazione, Bos e Hofland.
E oggi, come nelle prime tre volate, lo schema ha funzionato alla grandissima con ancora Bos in prima posizione e Hofland in seconda, mentre è giunto terzo un corridore che in questa corsa è riuscito in passato a vincere ben dieci tappe, il trentunenne russo Boris Shipilevski.
Giù dal podio si sono classificati, in ordine, Metlushenko, Martinez, Averin, Matysiak, Kononenko, Jules e Smirnovs.
Domani potrebbe arrivare la sopresa, ovvero la non vittoria di Bos perché, come ha dichiarato il velocista della Belkin, la sesta tappa prevede salitelle che l’olandese ancora non digerisce. Finzione o verità?

Paolo Terzi

24-10-2013

ottobre 25, 2013 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) si è imposto anche nella quinta tappa, Wanning – Sanya, percorrendo 182,2 Km in 4h17′15″, alla media di 42,495 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Moreno Hofland (Belkin Pro Cycling Team) e il russo Shpilevsky. Miglior italiano Giorgio Brambilla Atlas Personal – Jakroo), 18°. Hofland è ancora leader della classifica con 43″ sul belga Amorison e 48″ su Bos. Miglior italiano Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon), 39° a 1′28″.

SI SCRIVE SPRINT, SI LEGGE BOS

ottobre 24, 2013 by Redazione  
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Nella quarta tappa del Tour of Hainan l’olandese Theo Bos (Belkin) centra la terza vittoria consecutiva al termine di una volata di gruppo, nella quale ha preceduto il neozelandese Rico Rogers (Synergy Baku) ed il belga Kevin Peeters (Crelan-Euphony). Rimane invariata la classifica generale, che vede ancora al comando Moreno Hofland (Belkin).

Foto copertina: continua la settimana d’oro dell’olandese Bos sulle strade del Tour of Hainan (foto Guoqiang Song)

Ormai Theo Bos ha preso il gusto della vittoria, sembra davvero imbattibile e è quasi certo che lo sarà fino a lunedì, quando terminerà il Tour di Hainan. Praticamente finora sembra abbia corso solamente il Team Belkin, che si è portato a casa tutte le frazioni disputate fino a questo punto.
Per quanto riguarda questa quarta tappa, si partiva da Qionghai per giungere dopo 182 chilometri, quasi totalmente pianeggianti, nella città di Wanning, situata nella parte sud-est dell’isola.
L’andamento della corsa è stato come da copione: per prima cosa la partenza a mille, poi la formazione del tentativo di fuga, controllato comunque dal gruppo, ed infine il ricompattamento generale con la conseguente volata finale a decidere il vincitore. La squadra che ha condotto il gruppo per la maggior parte del tempo è stata, come al solito, la Belkin, che ha traghettato il plotone anche negli ultimi delicati chilometri: in primis l’uomo-chiave dei successi di Bos, ovvero Lars Boom, che ha lasciato il suo compagno più veloce al segnale dei meno 175 metri, dopo il quale Theo Bos non ha potuto che sfidare solo se stesso.
Piccolo eccezione per la tappa di oggi è la mancata doppietta Belkin o, per meglio dire, il mancato secondo posto di Moreno Hofland, che è rimasto intruppato in mezzo al gruppo, ma il suo obiettivo principale era di conservare la leadership e su questo non c’è stato nessun problema per il ventiduenne olandese.
Così dietro al cannibale Bos si è classificato il neozelandese Rogers, mentre al terzo posto si è piazzato il belga Peeters.

Paolo Terzi

GRANDE BOUCLE 2014, UN TOUR FIGLIO DEI SUOI PADRI

ottobre 24, 2013 by Redazione  
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Non sarà una “passeggiata” per Froome e Wiggins il Tour che gli organizzatori francesi hanno presentato ieri a Parigi. Se negli scorsi anni la loro vittoria era stata agevolata da percorsi troppo sbilanciati verso le loro potenzialità, nel 2014 dovranno fare i corti con una delle edizioni più avare della storia sotto l’aspetto delle cronometro, confinate in una sola frazione collocata alla vigilia della conclusione. Prima ci saranno da digerire tutte le montagne e una serie di delicatissime frazioni che punteggeranno la prima settimana di corsa.

Foto copertina: uno scorcio dell’Izoard, la “Cima Coppi” del Tour 2014 (www.basenji.it)
Un anno, presentando l’ultima sua “creatura”, l’ex direttore del Giro d’Italia Carmine Castellano aveva detto che “ogni Giro è figlio di quello che l’ha preceduto”. Proprio questa è stata la filosofia adottata dagli organizzatori del Tour de France al momento di mettersi a tavolino e decidere l’ossatura dell’edizione 2014, legata da stretta figliolanza alle ultime due disputate. Di primo acchito non lo sembrerebbe, i percorsi 2012 e 2013 hanno spessori totalmente differenti rispetto a quello svelato il 23 ottobre a Parigi, ma la realtà è che il tracciato che si affronterà l’anno prossimo è nato proprio dall’aver preso atto, da parte degli organizzatori, di quelli che potremmo definire gli “errori di progettazione” nei quali erano recentemente incappati. Si era scelto, infatti, di rimettere sotto i riflettori le gare a cronometro e di impoverire quelle di montagna e il risultato era stato da una parte quello di aver avuto al via il grande campione che potesse dominare la corsa e che effettivamente ha svolto il compito in maniera superlativa, dall’altra quella di aver ammazzato agonisticamente la corsa. Le tappe di montagna, pur molto interessanti (in particolare l’anno scorso), si erano rivelate insufficienti per contrastare i chilometri da percorrere contro il tempo e la corsa era risultata decisamente più noiosa rispetto a Giro e Vuelta che, invece, da alcuni anni hanno fatto la scelta diametralmente opposta, meno crono e più salite.
Così, nel 2014, Wiggins, Froome e gli altri passistoni al via si troveranno sotto le ruote meno strada adatta alle loro cilindrate, poiché dei complessivi 3656 Km appena 54 saranno a cronometro, concentrati in un’unica frazione collocata alla vigilia della conclusione e, di conseguenza, dopo essersi sorbiti tutte le sette frazioni di montagna previste, sei delle quali avranno l’arrivo in salita.
In quest’edizione carente come non si vedeva da decenni di cronometro (mancherà anche la cronosquadre, per trovare un Tour così “avaro” bisogna tornare indietro nel tempo all’edizione del 1967, quando si percorsero in tutto 52 Km contro l’orologio) spiccano anche una serie di tappe che potremmo definire di “rinforzo”, inserite nel corso della prima settimana e che la renderanno meno innocua rispetto al solito.
I giochi per la successione a Froome si apriranno il 5 luglio a Leeds poiché, come accadrà al Giro, si partirà dal Regno Unito e sulla terra d’Albione si disputeranno le prime tre frazioni, tutte in linea ricalcando le modalità dell’ultimo “Grand Départ” dalla Corsica. Se la prima (Leeds – Harrogate) e la terza (Cambridge – Londra) saranno i primi terreni di caccia per i velocisti, la tappa che condurrà il gruppo da York a Sheffield costituirà la prima delle giornate che abbiamo definito di “rinforzo”, caratterizzata da un percorso a continui saliscendi e, soprattutto, dall’inserimento di un muro al 33% a ridosso del traguardo.
Sbarcati sul sacro suolo francese (ma ci saranno una capatina in territorio belga per la partenza da Ypres e un breve sconfinamento in Spagna nel corso della seconda frazione pirenaica), il Tour punterà verso le prime montagne proponendo quattro frazioni consecutive nelle quali la pianura regnerà quasi incontrastata, con gli arrivi cronologicamente collocati a Lilla, all’Arenberg, a Reims e a Nancy. Ma tra queste ce ne sarà una, la seconda tra quelle citate, che sarà cerchiata in rosso sui taccuini di tutti perché per arrivare all’Arenberg, alle porte della celebre foresta, bisognerà percorrere ben nove tratti di pavé (per complessivi 15,4 Km), tutti estrapolati dal tracciato della Parigi – Robaix.
Ci potrà, dunque, esser qualche grosso calibro la cui corsa sarà già in parte compromessa alla fine della prima settimana, quando saranno proposte le prime due tappe di montagne, disegnate sulla catena dei Vosgi, mai così protagonista come in questa edizione, e proposte separata dalla facile tappa di Mulhouse. La prima giungerà a Gérardmer dopo aver affrontato due salite brevi ma esigenti a ridosso del traguardo (sulla Grosse-Pierre si raggiungerà un picco del 16%), a sua volta collocato in cima all’inedita rampa della Mauselaine, 1,8 Km inclinati al 10,3%. Due giorni più tardi il Tour ritroverà il traguardo della Planche des Belles Filles (5,9 Km all’8,5%, massima del 20%), dove due anni fa s’impose Froome, al termine di una frazione che proporrà pochissima pianura e ben sette salite, sulle quali spiccano per durezza quella finale e l’immediatamente precedente Col des Chevrères (3,5 Km al 9,5%).
Dopo queste prime fatiche il Tour osserverà la prima giornata di riposo, alla quale seguiranno due facili frazioni (Oyonnaz e Saint-Etienne) che traghetteranno la carovana sulle Alpi, dove si disputeranno due frazioni, entrambe caratterizzate dall’arrivo in salita. Il primo avrà come meta la stazione invernale di Chamrousse (18,2 Km al 7,3%), dove si giungerà dopo aver percorso 200 Km e affrontato preventivamente il Col de Palaquit (14,1 Km al 6,1%), altro debuttante al Tour de France. Seguirà il primo dei quattro tapponi che, dopo aver portato i corridori su due “moloch” del Tour, il Lautaret e l’Izoard (tetto della corsa a 2360 metri), si chiuderà con l’arrivo in salita a Risoul (12,6 Km al 6,9%) che, pur non essendo mai stato affrontato alla Grande Boucle, non costituisce una novità per il gruppo, che l’ha conosciuto in occasione del Tour de l’Avenir e del Criterium del Delfinato.
Facile tappa verso Nîmes, secondo e ultimo riposo e poi si tornerà a parlare di salite con il trittico pirenaico, che comincerà subito dopo la giornata di sosta con la cavalcata da Carcassonne a Bagnères-de-Luchon, nell’unica frazione montana che non proporrà l’arrivo in salita ma che non mancherà di far selezione sia per la distanza da percorrere (237 Km, record giornaliero per questa edizione), sia per la presenza nelle battute conclusive dell’impegnativo Port de Balès (11,7 Km al 7,7%). Le rimanenti ultime due frazioni utili per gli scalatori avranno minore consistenza chilometrica (si percorreranno 270 Km in due giorni) ma saranno più inclini alle loro potenzialità grazie agli arrivi in salita di Pla d’Adet (10,2 Km all’8,3%) e Hautacam (13,6 Km al 7,8%), al termine di tracciati infarciti di salite, tra le quali spicca un altro mito della corsa francese, il Col du Tourmalet (2115m).
Scollinata l’ultima montagna mancheranno 72 ore all’epilogo parigino, lasso di tempo nel quale si disputeranno le ultime due volate (la prima a Bergerac, la seconda quella classica sui Campi Elisi), in mezzo alle quali sarà incastonata come in un diadema l’unica crono individuale, 54 Km da percorrere tra Bergerac e Périgueux da affrontare con oculatezza perché la prima parte pianeggiante invoglierà a spingere più del previsto, con il rischio di trovarsi in debito di energie nel finale ondulato.
Caro Wiggins, caro Froome…. stavolta il piatto sul quale vi hanno offerto il Tour non sarà affatto d’argento!

Mauro Facoltosi

23-10-2013

ottobre 24, 2013 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) si è imposto anche nella quarta tappa, Qionghai – Wanning, percorrendo 182,5 Km in 4h18′12″, alla media di 42,409 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Rogers e il belga Peeters. Miglior italiano Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon), 18°. L’olandese Moreno Hofland (Belkin Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 33″ sul belga Amorison e 43″ sull’olandese Leezer. Miglior italiano Buttò, 37° a 1′18″.

UN’ALTRA VOLATA, ANCORA BOS

ottobre 23, 2013 by Redazione  
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Nella terza tappa del Tour of Hainan si ripete l’olandese Theo Bos (Belkin) che al termine dei 147 chilometri di corsa domina di nuovo lo sprint finale, precedendo il compagno di squadra Moreno Hofland e l’esperto ucraino Yuri Metlushenko (Torku Sport). In classifica generale comanda ancora il giovane olandese Hofland, che grazie agli abbuoni conquistati allunga sempre di più su Frederic Amorison.

Foto copertina: Bos conduce in porto una strepitosa doppietta

Non è mai facile per un atleta riconfermarsi, ma la superiorità con cui oggi Theo Bos ha sbaragliato la concorrenza allo sprint sembra farci credere che, tutto sommato, quando qualcuno è veramente convinto in quello che fa, tutto sarà facile per lui. Se, inoltre, hai al tuo servizio la squadra più forte del lotto, vincere sarà solo una questione meramente burocratica.
Questa terza tappa lunga 147 chilometri portava i corridori da Haikou a Qionghai, nella zona più meridionale dell’isola di Hainan, e il suo profilo altimetrico complessivamente pianeggiante ipotizzava un finale in volata.
Così come ieri, anche oggi la formazione a cui interessava tenere la corsa cucita era la Belkin, che si è prodigata più di tante altre nel raggiungere il proprio intento, intento che alla fine si è verificato.
Sul rettilineo finale, come volevasi dimostrare, giungeva in orario il treno della Belkin, composto da vagoni come Leezer e Boom prima dell’entrata in scena dei due mattatori, Hofland e Bos. È il ventiduenne Moreno Hofland l’addetto a tirare la volata all’uomo veloce Theo Bos e il giovane olandese adempie in maniera talmente efficace il proprio compito da classificarsi appena dietro al vittorioso capitano, come avvenuto anche nella frazione precedente.
Vittoria numero due, quindi, per Bos e terza consecutiva per la Belkin, che afferma con queste cifre il proprio dominio in terra di Hainan,
Dietro ai due portacolori della squadra olandese si classificano, in ordine, Metlushenko (Torku Sport), Boom (Belkin), Jules e Gonçalves (La Pomme Marseille).
Nessun problema per Hofland che rimane leader della corsa, allungando su Amorison (Crelan-Euphony) e innalzando il vantaggio sul belga a 47 secondi.

Marco Salonna

BOS RITROVA LA ZAMPATA DEI GIORNI MIGLIORI

ottobre 23, 2013 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Tour of Hainan l’olandese Theo Bos (Belkin) riesce ad imporsi al termine di un sprint di gruppo dominato dal Team Belkin, che è riuscito a piazzare Moreno Hofland al secondo posto e Lars Boom al quarto. A spezzare la catena olandese ci ha pensato il venticinquenne francese Yannick Martinez (La Pomme-Marseille), il quale ha ottenuto un dignitoso terzo posto. Non cambia assolutamente niente in classifica generale, che vede ancora al comando il giovane Hofland.

Foto copertina: la volata vincente di Theo Bos

Sulla carta solo Theo Bos poteva perdere questa volata, poiché, onestamente, i velocisti puri presenti a questo Tour of Hainan non sono poi molti e nemmeno di notevole caratura, con tutto il rispetto per i vari Justin Jules e Yuri Metlushenko. Inoltre, ulteriore vantaggio per l’ex pistard olandese è avere al proprio servizio una squadra troppo superiore alle altre, capace di servirti la vittoria sul piatto d’argento.
Dopo la tappa di ieri, decisa da una fuga da lontano, oggi nessuno ha potuto evitare la conclusione in uno sprint di gruppo e lungo i 170 chilometri che dovevano portare i corridori da Chengmai ad Haikou, le squadre degli uomini veloci hanno effettuato un controllo spietato su ogni atleta che avesse provato ad uscire dal gruppo.
Nel finale il lavoro della Belkin è stato perfetto e prima Lars Boom e poi il leader della corsa Hofland hanno lanciato Theo Bos lasciandolo a 150 metri dal traguardo, dove è riuscito ad esprimere la propria potenza e ad alzare le braccia di lì a poco. Il trentenne olandese ha così firmato la settima vittoria stagionale, tornando al successo dopo una pausa di quattro mesi.
L’ordine d’arrivo non ha bisogno di commenti, dato che al secondo posto si è piazzato un altro Belkin, lo stesso capoclassifica Hofland, mentre al terzo si è classificato il francese Yannick Martinez e al quarto un altro portacolori della squadra olandese, Lars Boom.
Primi segnali di incoraggiamento da parte degli italiani, con il venticinquenne Giorgio Brambilla (Atlas Personal-Jakroo) giunto in sedicesima posizione.
In classifica generale non si è verificato nessun cambiamento, se non che il leader Hofland ha aumentato il proprio vantaggio sull’inseguitore Amorison, portandolo a 27 secondi.

Paolo Terzi

22-10-2013

ottobre 23, 2013 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) si è imposto anche nella terza tappa, Haikou – Qionghai, percorrendo 147,4 Km in 3h19′34″, alla media di 44,316 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Moreno Hofland (Belkin Pro Cycling Team) e l’ucraino Metlushenko. Miglior italiano Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon), 32°. Hofland è ancora leader della classifica con 33″ sul belga Amorison e 43″ sull’olandese Leezer. Miglior italiano Buttò, 37° a 1′18″.

21-10-2013

ottobre 22, 2013 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Chengmai – Haikou, percorrendo 174,5 Km in 4h16′56″, alla media di 40,750 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Moreno Hofland (Belkin Pro Cycling Team) e il francese Martinez. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo), 16°. Hofland è ancora leader della classifica con 27″ sul belga Amorison e 37″ sull’olandese Leezer. Miglior italiano Federico Buttò (Burgos BH – Castilla y Leon), 35° a 1′12″.

HOFLAND METTE LA PRIMA IN HAINAN

ottobre 21, 2013 by Redazione  
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Nella prima tappa del Tour of Hainan l’olandese Moreno Hofland (Belkin) coglie la prima vittoria da professionista, anticipando di 6″ il belga Frederic Amorison (Crelan-Euphony) e di 17″ la volata di un gruppetto di una dozzina di corridori. Per Hofland c’è anche, ovviamente, la soddisfazione della leadership in classifica generale.

Foto copertina: Hofland consegue in solitaria la sua prima vittoria tra i professionisti

Si sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, ovvero che Moreno Hofland potesse vincere. Il ragazzo olandese è un corridore di sicuro talento e durante questo primo anno da professionista era comunque riuscito a cogliere parecchi piazzamenti, l’ultimo dei quali nell’ultima tappa del recente Giro di Pechino, nella quale si è classificato al terzo posto.
La lunghezza della prima frazione non era esigente, constatando di soli 110 chilometri che tuttavia hanno reso la competizione ancora più battagliera.
Come volevasi dimostrare la corsa è stata “pazza”, nel vero senso della parola, con scatti e controscatti che hanno contraddistinto questa prima tappa del Tour of Hainan. Ed è per questo che un gruppetto di dodici attaccanti si avvantaggiato e non è stato più ripreso dal plotone principale, dato che la formazione più forte, la Belkin, aveva due uomini nella fuga e nessun altro team è riuscito ad organizzare un inseguimento efficace. La vera lotta per la vittoria si è ristretta prima ai componenti del plotoncino in avanscoperta e poi a solo due corridori, Amorison e Hofland, riusciti a sorprendere gli altri battistrada e guadagnare un distacco sufficiente a non venire più ripresi.
Nell’ultimo chilometro si decide la gara: il giovane Hofland non si fida dell’esperto Amorison, all’ultima gara della carriera, e per questo sceglie la strada meno rischiosa, staccare il compagno di fuga e arrivare da solo al traguardo. Lo scatto dell’olandese è notevole ed il belga fatica a a riportarsi su Hofland, che prima guadagna due metri, poi tre, poi quattro, fino a giungere a cento metri, ma alla fine l’essenziale è dire che a festeggiare è il ventiduenne Moreno Hofland, il quale toglie lo zero dalle casella personale delle vittorie. Ma a questo punto, sarà l’unica in questa piccola corsa a tappe?

Paolo Terzi

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