GIRO 2017: BUON INIZIO, MA IL FINALE NON CONVINCE

ottobre 25, 2016 by Redazione  
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Molto impegnativa la prima settimana, con arrivi in quota su Etna e Blockhaus. Più soft la seconda, prima di una terza con tante tappe di montagna, ma dal disegno poco ispirato. Cima Coppi lo Stelvio, scalato dal versante meno nobile di Bormio nella frazione regina, dopo il Mortirolo e prima dell’Umbrail.

Una settimana dopo la presentazione di un Tour de France macchiato da un finale annacquato, nemmeno il percorso del Giro d’Italia riesce ad entusiasmare. Dopo un avvio più impegnativo del solito, è la fase decisiva della corsa, quella dedicata all’arco alpino, a lasciare perplessi: cinque tappe di montagna, che sembrano però – ad eccezione della frazione regina di Bormio – le versioni edulcorate di ciò cui il Giro ci ha abituati.
Le tre tappe sarde – due probabili sprint a Olbia e Cagliari, inframezzati da una giornata di saliscendi verso Tortolì – sono state confermate; fatto scontato ma non troppo, considerato il precedente ligure. La prima sorpresa (per chi non aveva già scoperto ieri i dettagli delle tappe, filtrati nel pomeriggio) arriva con la quarta frazione, da Cefalù all’Etna: si salirà da uno dei versanti di Nicolosi e non da quello più impegnativo di Zafferana, ma si tratterà in ogni caso di un arrivo in quota ben più impegnativo di quelli di norma proposti nei primi quattro giorni di gara.
La fase isolana del Giro si esaurirà l’indomani, con una quasi scontata volata di gruppo a Messina. Il ritorno sul continente proporrà invece un percorso più accidentato, con traguardo in cima alla breve salita verso Terme Luigiane. Ancora uno sprint ad Alberobello prima del secondo week-end, molto più aspro del primo: frazione accidentata fino a Peschici il sabato, ancora con arrivo in vetta ad uno strappo, quindi una domenica dedicata al Blockhaus. La linea bianca sarà tracciata a 1674 metri d’altitudine: non si giungerà dunque fino in cima, ma verrà affrontato tutto il tratto più impegnativo della scalata da Roccamorice.
Dopo il secondo riposo, l’Umbria accoglierà la prima delle due cronometro, su un tracciato vallonato tra Foligno e Montefalco. La distanza sarà di poco inferiore ai 40 km, confermando purtroppo come le faziose proteste del 2015 abbiano dissuaso Mauro Vegni e i suoi dal riproporre una cronometro fiume come quella di Valdobbiadene.
L’undicesima tappa introduce quello che sarà il leitmotiv della seconda metà di Giro: un percorso impegnativo, ma non all’altezza delle aspettative e delle possibilità offerte dal territorio. Pedalando verso Bagno di Romagna, infatti, si incontreranno quattro asperità, ma quale ultimo scoglio è stato scelto il Monte Fumaiolo, selettivo soltanto negli ultimi 3 km.
Reggio Emilia e Tortona ospiteranno quindi due traguardi pressoché impossibili da sottrarre alle grinfie dei velocisti, per poi lasciare spazio ad uno dei week-end alpini più insipidi della storia recente. Si comincerà con un arrivo in salita a Oropa, prima del quale ogni asperità è stata evitata con cura; si proseguirà con la Valdengo – Bergamo, che riproporrà il finale del Giro di Lombardia 2016, ma soltanto dall’ascesa di Miragolo San Salvatore in poi. Niente Valcava e niente Sant’Antonio Abbandonato, dunque, per una frazione che, in questa veste, poco potrà dire in chiave classifica generale.
Il terzo ed ultimo riposo precederà l’indiscussa frazione regina della corsa, che il 23 maggio porterà il gruppo da Rovetta a Bormio. Si scalerà dapprima il Mortirolo dal versante di Monno, utile soprattutto a poter includere il nome dell’ascesa nel percorso (non si affronterà nemmeno la variante della Recta Contador). Quindi sarà la volta dello Stelvio, affrontato dal versante meno nobile di Bormio. Terminata la discesa, una deviazione verso la Svizzera consentirà di approcciare l’Umbrailpass, al termine del quale ci si ricongiungerà alla strada dello Stelvio per la picchiata su Bormio. Una frazione che si giocherà probabilmente più sull’usura che su grandi offensive; e proprio in quest’ottica sarebbe forse stato preferibile scollinare all’Umbrail salendo da Bormio, per poi affrontare la Cima Coppi dal lato storico.
Una perplessità minore, in ogni caso, rispetto a quelle che è necessario sollevare di fronte alle quattro tappe successive. Si comincerà con una lunga frazione interlocutoria alla volta di Canazei, nel cuore delle Dolomiti, senza GPM negli ultimi 80 km. Quindi toccherà ai Monti Pallidi, le cui rampe più arcigne saranno però evitate lungo la strada per Ortisei: si affronteranno infatti Pordoi, Valparola, Gardena e Pinei prima di salire fino al traguardo (il GPM è collocato a Pontives, pochi chilometri prima), senza la pronosticata ascesa al durissimo Passo delle Erbe.
Ancora meno intrigante la tappa dell’indomani, da San Candido a Piancavallo, con la sola Sella Chianzutan, poco dopo metà percorso, ad impedire una sostanziale replica del canovaccio di Oropa. Alla vigilia di Milano, nella giornata di solito dedicata all’ultimo tappone, ecco un altro frutto della politica del risparmio, nei 190 km tra Pordenone e Asiago. All’Altopiano si accederà tramite la non proibitiva ascesa di Foza, preceduta dal Monte Grappa. Per quest’ultimo, fra le miriadi di versanti a disposizione, è stato scelto quello di Caupo, vale a dire uno dei meno ardui. Pur sempre una signora salita, ma non sarebbe stata una barbarie gratuita optare per una via più impervia, specie considerando l’assenza di altre ascese nel tracciato.
Dopo alcuni anni di passerelle, si tornerà alla chiusura a cronometro, di nuovo a Milano dopo il finale a Torino dell’anno passato. I 28 km renderanno l’ultimo atto più di una semplice formalità.
Forse proprio l’aver annacquato molte delle frazioni alpine ha permesso al percorso di guadagnare in equilibrio. Se la preoccupazione era quella di non sbilanciare troppo il Giro a favore degli scalatori, tuttavia, sarebbe stato forse preferibile limitare il numero delle tappe di montagna, anziché impoverirne la maggior parte.

Matteo Novarini

CAVENDISH, UNA VOLATA FORMULA 1

ottobre 23, 2016 by Redazione  
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Mark Cavendish (Team Dimension Data) si aggiudica la scontata volata dell’ultima tappa dell’Abu Dhabi Tour 2016 imponendosi sul circuito di Yas Marina davanti Giacomo Nizzolo (Team Trek Factory) ed Elia Viviani (Team SKY). A Tanel Kangert la generale.

Se da un lato la quarta ed ultima tappa dell’Abu Dhabi Tour 2016 non poteva preoccupare più di tanto Tanel Kangert, ciclista estone del Team Astana che aveva ipotecato la vittoria finale nella frazione di ieri, d’altra parte vi era ancora grande incertezza sulla vittoria della maglia verde, con Giacomo Nizzolo (Trek Factory Racing) e Mark Cavendish (Team Dimension Data), vittoriosi rispettivamente nella prima e nella seconda tappa, pronti a sfidarsi all’ultimo colpo di pedale sul circuito automobilistico di Yas Marina, da percorrere 26 volte per un totale di 143 km. La fuga del giorno, anzi della notte visto che la tappa è stata corsa nella serata di Abu Dhabi, era composta da Frederik Frison (Team Lotto Soudal), Sergej Firsanov (Gazprom Rusvelo), Kristian House (Team One Pro Cycling), Michal Paluta (CCC Sprandi) e Yauhen Sobal (Minsk Cycling Club). Il loro vantaggio non andava mai al di sopra dei 2 minuti, anche in considerazione della velocità con cui la corsa si svolgeva. In testa al gruppo dettavano il ritmo la Trek, la Dimension Data ma anche la Wilier Southeast, che aveva un’ottima cartuccia da sparare con Jakub Mareczko. Firsanov e Sobal si staccavano dalla fuga a circa meno 30 km dall’arrivo, poi il tentativo veniva del tutto annullato ai meno 4. La Dimension Data era la squadra più presente numericamente in testa al gruppo e lavorava alla perfezione per Cavendish. Il britannico impostava così una volata superlativa e nulla potevano Nizzolo e Viviani, giunti rispettivamente in seconda e terza posizione. Da segnalare anche l’ottava posizione di Sacha Modolo (Team Lampre Merida), terzo italiano a chiudere nella top ten. Cavendish si aggiudica quindi la maglia verde a punti mentre Kangert vince l’Abu Dhabi Tour 2016; meritata la vittoria dell’estone, che come gregario di Fabio Aru o Vincenzo Nibali all’Astana ha quasi sempre dovuto sacrificarsi per la squadra. Il podio finale è completato in seconda posizione da Nicholas Roche (Team SKY) ed in terza posizione da Diego Ulissi (Team Lampre Merida). Per quanto riguarda Cavendish, il britannico conclude più che discretamente una stagione che lo ha già visto medaglia d’argento ai mondiali su strada, mentre Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani si confermano tra i velocisti italiani più in palla.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 3:07:44
2 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo
3 Elia Viviani (Ita) Team Sky
4 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
5 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
6 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin
7 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange
8 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida
9 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data
10 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team

CLASSIFICA GENERALE

1 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 12:27:34
2 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:00:21
3 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida 0:00:43
4 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:01:00
5 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team
6 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:02
7 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:01:29
8 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin 0:01:38
9 Winner Anacona (Col) Movistar Team
10 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Team

Cavendish chiude in bellezza la seconda edizione del Tour of Abu Dhabi (Getty Images Sport)

Cavendish chiude in bellezza la seconda edizione del Tour of Abu Dhabi (Getty Images Sport)

VILLELLA ROMPE IL GHIACCIO A UTSONOMIYA

ottobre 23, 2016 by Redazione  
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Primo successo in carriera per lo scalatore di Magenta che, a suggello di un finale di stagione che lo ha visto sempre nelle posizioni di corse, conquista per distacco la Japan Cup e prenota un 2017 da protagonista. Sui gradini più bassi del podio gli emergenti dell’Orica-GreenEdge Christopher Juul-Jensen e Robert Power mentre il veterano Manuele Mori conferma il feeling con questa corsa cogliendo il 4° posto.

La 25a edizione della Japan Cup, corsa nata dopo i Mondiali del 1990 vinti da Rudy Dhaenens e divenuta per un certo periodo il principale appuntamento del calendario asiatico, tanto da essere inserita in passato anche all’interno di quella che era la Coppa del Mondo, si è disputata lungo un percorso di 144,2 km, caratterizzato da 10 giri del tradizionale circuito di Utsunomiya, con il duro strappo di Kogashi in avvio e quello più pedalabile di Tsuru nel tratto finale.
Al di là del fatto che i soli 5 atleti al via per ciascuna formazione e che, essendo posta a fine stagione, spesso i corridori più quotati non si sono presentati al meglio della condizione lasciando spazio agli atleti di casa, per i quali la Japan Cup è il principale appuntamento dell’anno, l’Italia ha sempre avuto una tradizione favorevole conquistando in passato ben 13 successi. Ancora una volta le cose sono andate per il meglio per i nostri colori grazie a Davide Villella (Cannondale-Drapac), alla sua prima vittoria in assoluto tra i professionisti: il 25enne di Magenta, al termine di una prova come di consueto molto selettiva, ha staccato negli ultimi chilometri i 6 compagni d’avventura giungendo in solitaria al traguardo, a coronamento di un finale di stagione che, a partire dalla Vuelta, lo ha sempre visto protagonista con tanto di 5° posto al Giro di Lombardia: chissà che, dopo che nei primi tre anni da professionista non aveva mostrato quelle qualità che nella categoria di under 23 lo avevano visto lottare alla pari con gente come Fabio Aru o il suo attuale compagno di squadra Davide Formolo, non sia entrato definitivamente in una nuova dimensione che dal 2017 lo vedrà costantemente in prima linea nelle salite dei grandi Giri e nelle classiche più impegnative. Secondo a 6” si è piazzato Christopher Juul-Jensen (Orica-GreenEdge), altro corridore che si è spesso messo in luce nelle ultime corse, mentre 3° a 14” ha chiuso l’altro alfiere della compagine australiana Robert Power, ritrovato dopo che la sua carriera era stata messa a rischio da una rara malattia al midollo osseo, che ha preceduto allo sprint Manuele Mori (Lampre-Merida), presenza fissa nelle prime posizioni alla Japan Cup che ha vinto nel 2007, Oscar Pujol (Team Ukyo), Alex Peters (Team Sky) e Benjamin Prades (Team Ukyo), mentre a 43” è giunto un altro gruppetto regolato da Javier Megias (Novo Nordisk) sull’idolo di casa Yukiya Arashiro (Lampre-Merida) e su Joey Rosskopf (Bmc) che ha chiuso la top ten.

Marco Salonna

ORDINE D’ARRIVO

1 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 3:46:43
2 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-BikeExchange 0:00:06
3 Robert Power (Aus) Orica-BikeExchange 0:00:14
4 Manuele Mori (Ita) Lampre – Merida
5 Oscar Pujol Munoz (Spa) Team Ukyo
6 Alex Peters (GBr) Team Sky
7 Benjami Prades (Spa) Team Ukyo 0:00:17
8 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:00:43
9 Yukiya Arashiro (Jpn) Lampre – Merida
10 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team
11 Cameron Bayly (Aus) Attaque Team Gusto 0:00:45
12 Thomas Lebas (Fra) Bridgestone Anchor Cycling Team 0:00:48
13 Taylor Phinney (USA) BMC Racing Team 0:01:19
14 Mathew Hayman (Aus) Orica-BikeExchange
15 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
16 Sho Hatsuyama (Jpn) Bridgestone Anchor Cycling Team
17 Jai Crawford (Aus) Kinan Cycling Team
18 Nariyuki Masuda (Jpn) Utsunomia Blitzen
19 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
20 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini
21 Rodrigo Araque Lorente (Spa) Team Ukyo
22 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
23 Kristoffer Skjerping (Nor) Cannondale-Drapac
24 Simone Petilli (Ita) Lampre – Merida
25 Ryota Nishizono (Jpn) Bridgestone Anchor Cycling Team 0:01:32
26 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre – Merida 0:02:35
27 Takeaki Amezawa (Jpn) Utsunomia Blitzen 0:02:43
28 Yusuke Hatanaka (Jpn) Team Ukyo 0:03:43
29 Hideto Nakane (Jpn) Japan
30 Yuzuru Suzuki (Jpn) Utsunomia Blitzen 0:03:47
31 Masahiro Ishigami (Jpn) Japan 0:03:54
32 Kevin De Mesmaekert (Bel) Team Novo Nordisk 0:04:25
33 Fumiyuki Beppu (Jpn) Trek-Segafredo
34 Jose Vicente Toribio Alcolea (Spa) Matrix Powertag
35 Nicholas Schultz (Aus) Orica-BikeExchange
36 Grégory Rast (Swi) Trek-Segafredo
37 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini
38 Ricardo Garcia (Spa) Kinan Cycling Team
39 Marcos Garcia (Spa) Kinan Cycling Team
40 Xabier Zandio Echaide (Spa) Team Sky
41 Charles Planet (Fra) Team Novo Nordisk 0:07:25
42 Rei Onodera (Jpn) Utsunomia Blitzen 0:07:47
43 Kohei Uchima (Jpn) Bridgestone Anchor Cycling Team
44 Hayato Yoshida (Jpn) Matrix Powertag
45 Naoya Yoshioka (Jpn) Nasu Blasen
46 Yukihiro Doi (Jpn) Matrix Powertag
47 Kazuo Inoue (Jpn) Bridgestone Anchor Cycling Team 0:10:00
48 Hayato Okamoto (Jpn) Japan
49 Masakazu Ito (Jpn) Japan
50 Shao Hsuan Lu (Tpe) Attaque Team Gusto
51 Kota Sumiyoshi (Jpn) Team Ukyo
52 Takaaki Hori (Jpn) Utsunomia Blitzen 0:10:51
53 Keisuke Kimura (Jpn) Japan 0:12:03

Prima prestigiosa vittoria da professionista per Villella alla Japan Cup (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Prima prestigiosa vittoria da professionista per Villella alla Japan Cup (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

KANGERT, TAPPA E MAGLIA SULLO JEBEL HAFEET

ottobre 22, 2016 by Redazione  
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Sul decisivo arrivo in salita di Jebel Hafeet Tanel Kangert (Team Astana) conquista tappa e maglia, ipotecando la vittoria finale dell’Abu Dhabi Tour 2016. Tappa caratterizzata da una fuga a quattro, in cui si notava la presenza del campione olimpico Greg Avermaet (Team BMC). Buona prova di Diego Ulissi (Team Lampre Merida), quarto all’arrivo e terzo in classifica generale alle spalle di Kanger e Nicholas Roche (Team SKY). Alberto Contador e Vincenzo Nibali giungono a braccetto in quinta e sesta posizione e chiudono anche la top five in classifica, accomiatandosi onorevolmente dalle proprie squadre e dalla stagione ciclistica 2016.

Come previsto, la terza tappa dell’Abu Dhabi Tour 2016, lunga 150 km e disputata tra Al Ain e Jebel Hafeet, ha definito radicalmente la classifica generale decretando quello che, salvo clamorosi imprevisti, sarà il vincitore della breve corsa della Penisola Arabica. Se, infatti, le prime due frazioni hanno visto un andamento pressoché scontato con i velocisti impegnati a giocarsi la vittoria, oggi l’atteso arrivo in salita a Jebel Hafeet ha spostato la lotta per il primato sugli scalatori. Inutile dire che tra i ciclisti più attesi figuravano Alberto Contador (Team Tinkoff) e Vincenzo Nibali (Team Astana), entrambi piuttosto opachi nel finale di stagione e vogliosi di chiudere nel miglior modo possibile l’esperienza con le rispettive formazioni. Il copione restava inizialmente inalterato rispetto alle due tappe precedenti, con una fuga partita dopo pochi chilometri dal via che avrebbe caratterizzato i tre quarti della frazione, prima della battaglia finale. I fuggitivi erano quattro: Greg Van Avermaet (Team BMC), Evgeny Shalunov (Gazprom Rusvelo), Marco Coledan (Trek Factory Racing) e Michael O’Loughlin (Team Wiggins). Il tentativo riusciva ad accumulare un vantaggio massimo che sfiorava i 5 minuti a circa 90 km dall’arrivo. Il ritmo imposto dal gruppo era inizialmente regolare ma col passare dei chilometri erano proprio Astana e Tinkoff ad accelerare, dando l’idea di ciò che ci si sarebbe potuto aspettare nel finale. Infatti, il vantaggio della fuga scendeva a 4 minuti a meno 70 km dall’arrivo. L’andatura del gruppo si faceva sempre più elevata ed ai meno 40 dall’arrivo il vantaggio dei quattro fuggitivi era sceso a meno di 2 minuti. Van Avermaet provava ad allungare mentre dal gruppo usciva Francisco Ventoso (Team Movistar), che riusciva ad accodarsi al belga. La coppia al comando provava così a resistere il più possibile al ritorno del gruppo e Van Avermaet riusciva anche a iniziare da solo la scalata verso Jebel Hefeet, i cui km iniziali erano i più duri, con punte che raggiungevano l’11%. Van Avermaet veniva raggiunto proprio nelle prime centinaia di metri della salita finale, con la maglia rossa Cavendish che si staccava immediatamente. Il primo ciclista a scattare con una certa decisione era Carlos Verona Quintanilla (Team Orica Bike Exchange). Ai meno 8 km dall’arrivo lo spagnolo aveva circa 20 secondi di vantaggio su un gruppetto composto da una quindicina di ciclisti, in cui erano presenti anche Vincenzo Nibali e Diego Ulissi (Team Lampre Merida). A meno 6 km e mezzo dall’arrivo Verona veniva raggiunto da una decina di ciclisti. Rilanciavano l’azione Nicholas Roche (Team Sky) e Tanel Kangert (Team Astana), mentre Contador e Nibali restavano protetti nel gruppo principale, sempre più risicato. Mekseb Debesay (team Dimension Data) si portava all’inseguimento del duo di testa, dove nel frattempo Kangert provava con successo l’allungo su Roche. L’estone partiva così a circa 4 km dall’arrivo e non veniva più ripreso, andando a conquistare tappa e maglia sul traguardo. Roche giungeva secondo a 17 secondi mentre Debesay, a 33 secondi, riusciva a conservare la terza posizione su Diego Ulissi, partito a un chilometro dall’arrivo. Quinto e sesto si piazzavano rispettivamente Contador e Nibali, entrambi a 50 secondi dal vincitore. In classifica generale Kangert è primo con 21 secondi di vantaggio su Roche e 43 su Ulissi, mentre chiudono la top five Nibali e Contador, entrambi a 1 minuto da Kangert. Domani è in programma la quarta e ultima tappa, lunga 143 km, che si correrà completamente all’interno del circuito automobilistico di Yas Marina, che dovrà essere ripetuto 26 giri. A Kangert per vincere la prima corsa a tappe del 2016, dopo il secondo posto al Giro del Trentino, non resta che giungere all’arrivo in una tappa in cui vedremo ancora all’opera i velocisti.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 3:31:31
2 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:00:17
3 Mekseb Debesay (Eri) Dimension Data 0:00:33
4 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida
5 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team 0:00:50
6 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
7 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 0:00:52
8 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:01:19
9 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin 0:01:28
10 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Team
11 Winner Anacona (Col) Movistar Team
12 Jelle Wallays (Bel) Lotto Soudal 0:02:05
13 Daniel Pearson (GBr) Team WIGGINS 0:02:09
14 Karol Domagalski (Pol) ONE Pro Cycling 0:02:18
15 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo 0:02:31
16 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice
17 Dayer Quintana (Col) Movistar Team 0:02:43
18 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling 0:02:55
19 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange
20 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:03:38
21 Hayden McCormick (NZl) ONE Pro Cycling 0:03:40
22 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin 0:04:04
23 Carlos Verona (Spa) Orica-BikeExchange 0:04:06
24 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 0:04:36
25 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange 0:06:40
26 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 0:08:45
27 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 0:09:35
28 Siarhei Papok (Blr) Minsk Cycling Club 0:12:18
29 Steele Von Hoff (Aus) ONE Pro Cycling
30 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
31 Youcef Reguigui (Alg) Dimension Data
32 Christopher Latham (GBr) Team WIGGINS
33 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
34 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast
35 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida
36 Michael O’loughlin (Irl) Team WIGGINS
37 Frederik Frison (Bel) Lotto Soudal
38 Roman Maikin (Rus) Gazprom-Rusvelo
39 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
40 Floris Gerts (Ned) BMC Racing Team
41 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
42 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
43 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:12:23
44 Mitchell Docker (Aus) Orica-BikeExchange 0:13:19
45 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 0:13:48
46 Carlos Betancur (Col) Movistar Team 0:14:17
47 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:14:28
48 Michal Paluta (Pol) CCC Sprandi Polkowice
49 Jaber Almansoori (UAE) Nasr Dubai 0:14:56
50 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
51 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal
52 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
53 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team
54 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
55 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:15:00
56 Gatis Smukulis (Lat) Astana Pro Team 0:15:14
57 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:15:29
58 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data
59 Yauheni Sobal (Blr) Minsk Cycling Club 0:17:04
60 Kanstantsin Klimiankou (Blr) Minsk Cycling Club
61 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo
62 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin 0:17:43
63 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin 0:17:47
64 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin 0:17:55
65 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 0:18:47
66 Elia Viviani (Ita) Team Sky
67 Manuel Belletti (Ita) Wilier Triestina-Southeast
68 Yousif Alhammadi (UAE) Nasr Dubai
69 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo
70 Samuel Williams (GBr) ONE Pro Cycling
71 Edward Ravasi (Ita) Lampre – Merida
72 Chun Kai Feng (Tpe) Lampre – Merida
73 Ahmed Almansoori (UAE) Nasr Dubai
74 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom-Rusvelo
75 Artem Nych (Rus) Gazprom-Rusvelo
76 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal
77 Stanislau Bazhkou (Blr) Minsk Cycling Club 0:19:04
78 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 0:19:14
79 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data 0:20:26
80 Kristian House (GBr) ONE Pro Cycling 0:20:28
81 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team 0:20:36
82 Oleksandr Golovash (Ukr) Minsk Cycling Club
83 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data
84 Alan Banaszek (Pol) CCC Sprandi Polkowice
85 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team 0:20:49
86 Badr Alhammadi (UAE) Nasr Dubai 0:21:09
87 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team
88 Majid Albalushi (UAE) Nasr Dubai 0:22:17
89 Jakub Mareczko (Ita) Wilier Triestina-Southeast 0:23:04
90 Alessandro Vanotti (Ita) Astana Pro Team
91 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky
92 Matteo Draperi (Ita) Wilier Triestina-Southeast
93 Nasser Almemari (UAE) Nasr Dubai
94 Anton Ivashkin (Blr) Minsk Cycling Club
95 Owain Doull (GBr) Team Sky
96 Andrew Fenn (GBr) Team Sky
97 Jonathan Dibben (GBr) Team WIGGINS
98 James Knox (GBr) Team WIGGINS
99 Andrew Tennant (GBr) Team WIGGINS
100 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:23:09
101 Niccolo Bonifazio (Ita) Trek-Segafredo
102 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff Team 0:23:21
103 Erik Baska (Svk) Tinkoff Team 0:23:25

CLASSIFICA GENERALE

1 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 9:19:44
2 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:00:21
3 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida 0:00:43
4 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:01:00
5 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team
6 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 0:01:02
7 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:01:29
8 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin 0:01:38
9 Winner Anacona (Col) Movistar Team
10 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Team
11 Daniel Pearson (GBr) Team WIGGINS 0:02:19
12 Karol Domagalski (Pol) ONE Pro Cycling 0:02:28
13 Jelle Wallays (Bel) Lotto Soudal 0:02:32
14 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice 0:02:41
15 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange 0:02:53
16 Dayer Quintana (Col) Movistar Team
17 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling 0:02:58
18 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:03:45
19 Hayden McCormick (NZl) ONE Pro Cycling 0:03:50
20 Mekseb Debesay (Eri) Dimension Data 0:03:56
21 Carlos Verona (Spa) Orica-BikeExchange 0:04:16
22 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin 0:04:49
23 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo 0:06:34
24 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange 0:06:49
25 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 0:07:05
26 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 0:08:38
27 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 0:09:45
28 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team 0:12:24
29 Christopher Latham (GBr) Team WIGGINS 0:12:25
30 Steele Von Hoff (Aus) ONE Pro Cycling
31 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
32 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
33 Roman Maikin (Rus) Gazprom-Rusvelo
34 Siarhei Papok (Blr) Minsk Cycling Club
35 Michael O’loughlin (Irl) Team WIGGINS 0:12:27
36 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida 0:12:28
37 Floris Gerts (Ned) BMC Racing Team
38 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
39 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast 0:12:39
40 Youcef Reguigui (Alg) Dimension Data 0:13:14
41 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 0:13:44
42 Mitchell Docker (Aus) Orica-BikeExchange 0:13:46
43 Carlos Betancur (Col) Movistar Team 0:14:46
44 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:14:53
45 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:14:59
46 Jaber Almansoori (UAE) Nasr Dubai 0:15:06
47 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
48 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
49 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team
50 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:15:10
51 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:15:52
52 Frederik Frison (Bel) Lotto Soudal 0:16:57
53 Yauheni Sobal (Blr) Minsk Cycling Club 0:17:14
54 Michal Paluta (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:17:17
55 Kanstantsin Klimiankou (Blr) Minsk Cycling Club 0:17:28
56 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin 0:17:48
57 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin 0:18:02
58 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:18:13
59 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data 0:18:28
60 Elia Viviani (Ita) Team Sky 0:18:48
61 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 0:18:50
62 Yousif Alhammadi (UAE) Nasr Dubai 0:18:54
63 Chun Kai Feng (Tpe) Lampre – Merida 0:18:57
64 Edward Ravasi (Ita) Lampre – Merida
65 Ahmed Almansoori (UAE) Nasr Dubai
66 Manuel Belletti (Ita) Wilier Triestina-Southeast
67 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom-Rusvelo
68 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo 0:19:12
69 Samuel Williams (GBr) ONE Pro Cycling 0:19:14
70 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 0:19:37
71 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin 0:19:47
72 Artem Nych (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:19:49
73 Gatis Smukulis (Lat) Astana Pro Team 0:19:52
74 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:19:56
75 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
76 Alan Banaszek (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:20:46
77 Oleksandr Golovash (Ukr) Minsk Cycling Club
78 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team 0:20:56
79 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data 0:20:57
80 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team 0:21:07
81 Badr Alhammadi (UAE) Nasr Dubai 0:21:19
82 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:21:59
83 Stanislau Bazhkou (Blr) Minsk Cycling Club 0:22:20
84 Majid Albalushi (UAE) Nasr Dubai 0:22:27
85 Kristian House (GBr) ONE Pro Cycling 0:22:34
86 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team 0:23:01
87 Jakub Mareczko (Ita) Wilier Triestina-Southeast 0:23:11
88 Anton Ivashkin (Blr) Minsk Cycling Club 0:23:14
89 Andrew Fenn (GBr) Team Sky
90 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo
91 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff Team 0:23:31
92 James Knox (GBr) Team WIGGINS
93 Erik Baska (Svk) Tinkoff Team 0:23:32
94 Matteo Draperi (Ita) Wilier Triestina-Southeast 0:23:35
95 Andrew Tennant (GBr) Team WIGGINS
96 Jonathan Dibben (GBr) Team WIGGINS 0:23:45
97 Alessandro Vanotti (Ita) Astana Pro Team 0:24:01
98 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data 0:24:03
99 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky 0:24:34
100 Owain Doull (GBr) Team Sky 0:24:51
101 Niccolo Bonifazio (Ita) Trek-Segafredo 0:27:16
102 Nasser Almemari (UAE) Nasr Dubai 0:27:43
103 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:27:56

Lestone Kangert porta a casa la tappa regina del Tour of Abu Dhabi (foto (Tim de Waele/TDWSport.com)

L'estone Kangert porta a casa la tappa regina del Tour of Abu Dhabi (foto (Tim de Waele/TDWSport.com)

CAVENDISH, VOLATA DOPPIAMENTE VINCENTE AD ABU DHABI

ottobre 21, 2016 by Redazione  
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Mark Cavendish (Team Dimension Data) vince in volata sul traguardo di Adu Dhabi battendo piuttosto nettamente Elia Viviani (Team SKY) ed Andrea Guardini (Team Astana). In classifica generale Giacomo Nizzolo cede la maglia rossa proprio al ciclista dell’isola di Man. Domani terza e decisiva tappa con l’arrivo in quota di Jebel Hafeet.

Caldo, vento e sabbia, elementi imprescindibili che accompagnano i ciclisti nel deserto, anche oggi hanno fatto la loro parte nella seconda tappa dell’Abu Dhabi Tour 2016. Neanche la frazione più corta della corsa mediorientale, con i suoi 115 km da Abu Dhabi ad Al Marina, si è sottratta al copione previsto alla partenza, anche se questa volta la fuga è stata ripresa soltanto a poche centinaia di metri dalla linea d’arrivo. La fuga suddetta, rispetto ai 4 elementi della prima tappa, si componeva di 6 unità: Jan Polanc (Team Lampre Merida), Eugert Zhupa (Team Wilier Southeast), Stanislau Bazhkou (Minsk Cycling Club), Jens Keukeleire (Team Orica Bike Exchange), Samuel Williams e Dion Smith (Team One Pro Cycling). La fuga riusciva ad accumulare un vantaggio massimo che sfiorava i tre minuti ma il ritmo costante delle squadre dei velocisti (non ultima quello della Trek Segafredo, formazione del leader Giacomo Nizzolo), teneva a distanza di sicurezza i sei coraggiosi. Ai meno 40 km dall’arrivo il gruppo aveva recuperato circa un minuto e mezzo e, nel frattempo, tra i fuggitivi perdeva contatto il bielorusso Bazhkou. Ai meno 15 km all’arrivo il ritardo del gruppo sui fuggitivi, che avevano guadagnato qualche secondo, era di poco inferiore ai 2 minuti. Il gruppo, disposto in una lunga fila indiana, andava a tutta per ricucire sulla fuga. Erano Giant Alpecin, Trek Segafredo e Dimension Data ad accollarsi in prima persona l’onere dell’inseguimento. Ai meno 6 il vantaggio della fuga era di 50 secondi. Era solo a meno 350 metri dalla linea d’arrivo che il gruppo, con le squadre dei velocisti già in posizione per tirare la volata ai propri capitani, raggiungeva i fuggitivi. Mark Cavendish (Team Dimension Data) si imponeva su Elia Viviani (Team SKY) ed Andrea Guardini (Team Astana) mentre soltanto sesto giungeva Giacomo Nizzolo, costretto a cedere la maglia rossa di leader proprio a Mark Cavendish. Il britannico ha 4 secondi di vantaggio sul campione italiano e 5 secondi su Jens Keukeleire, che tra ieri ed oggi ha racimolato alcuni secondi di abbuono ai traguardi intermedi. Domani la terza tappa lunga 150 km, sulla carta quella decisiva, prevede l’arrivo in salita di Jebel Hafeet, che lo scorso anno decise la prima edizione dell’Abu Dhabi Tour. Attesi, tra gli altri, Vincenzo Nibali ed Alberto Contador, entrambi all’ultima corsa con le attuali squadre di appartenenza.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 2:32:21
2 Elia Viviani (Ita) Team Sky
3 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team
4 Jakub Mareczko (Ita) Wilier Triestina-Southeast
5 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
6 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo
7 Christopher Latham (GBr) Team WIGGINS
8 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team
9 Steele Von Hoff (Aus) ONE Pro Cycling
10 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
11 André Greipel (Ger) Lotto Soudal
12 Alan Banaszek (Pol) CCC Sprandi Polkowice
13 Erik Baska (Svk) Tinkoff Team
14 Roman Maikin (Rus) Gazprom-Rusvelo
15 Siarhei Papok (Blr) Minsk Cycling Club
16 Yousif Alhammadi (UAE) Nasr Dubai
17 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange
18 Chun Kai Feng (Tpe) Lampre – Merida
19 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo
20 Andrew Fenn (GBr) Team Sky
21 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling
22 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida
23 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team
24 Michael O’loughlin (Irl) Team WIGGINS
25 Floris Gerts (Ned) BMC Racing Team
26 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
27 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida
28 Carlos Verona (Spa) Orica-BikeExchange
29 Matteo Draperi (Ita) Wilier Triestina-Southeast
30 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
31 Nicolas Roche (Irl) Team Sky
32 Yauheni Sobal (Blr) Minsk Cycling Club
33 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice
34 Hayden McCormick (NZl) ONE Pro Cycling
35 Edward Ravasi (Ita) Lampre – Merida
36 Gatis Smukulis (Lat) Astana Pro Team
37 Anton Ivashkin (Blr) Minsk Cycling Club
38 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida
39 Daniel Pearson (GBr) Team WIGGINS
40 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin
41 Jaber Almansoori (UAE) Nasr Dubai
42 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
43 Ahmed Almansoori (UAE) Nasr Dubai
44 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
45 Winner Anacona (Col) Movistar Team
46 Nasser Almemari (UAE) Nasr Dubai
47 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
48 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange
49 Jelle Wallays (Bel) Lotto Soudal
50 Frederik Frison (Bel) Lotto Soudal
51 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
52 Dayer Quintana (Col) Movistar Team
53 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team
54 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
55 James Knox (GBr) Team WIGGINS
56 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Team
57 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
58 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin
59 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
60 Karol Domagalski (Pol) ONE Pro Cycling
61 Mitchell Docker (Aus) Orica-BikeExchange
62 Manuel Belletti (Ita) Wilier Triestina-Southeast
63 Andrew Tennant (GBr) Team WIGGINS
64 Badr Alhammadi (UAE) Nasr Dubai
65 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
66 Juan Jose Lobato (Spa) Movistar Team
67 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team
68 Majid Albalushi (UAE) Nasr Dubai
69 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom-Rusvelo
70 Oleksandr Golovash (Ukr) Minsk Cycling Club
71 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff Team
72 Samuel Williams (GBr) ONE Pro Cycling
73 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team
74 Kanstantsin Klimiankou (Blr) Minsk Cycling Club 0:00:14
75 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast
76 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data
77 Owain Doull (GBr) Team Sky
78 Carlos Betancur (Col) Movistar Team 0:00:19
79 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:00:21
80 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
81 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team
82 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo
83 Artem Nych (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:00:31
84 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo
85 Jonathan Dibben (GBr) Team WIGGINS 0:00:34
86 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:35
87 Youcef Reguigui (Alg) Dimension Data
88 Michal Paluta (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:00:39
89 Alessandro Vanotti (Ita) Astana Pro Team 0:00:47
90 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 0:00:48
91 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data
92 Francisco Ventoso (Spa) Movistar Team 0:01:09
93 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:01:14
94 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky 0:01:20
95 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin 0:01:33
96 Kristian House (GBr) ONE Pro Cycling 0:01:35
97 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:02:09
98 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
99 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal
100 Niccolo Bonifazio (Ita) Trek-Segafredo 0:02:45
101 Mekseb Debesay (Eri) Dimension Data 0:03:06
102 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data
103 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
104 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo
105 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo
106 Stanislau Bazhkou (Blr) Minsk Cycling Club

CLASSIFICA GENERALE

1 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 5:48:06
2 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 0:00:04
3 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange 0:00:05
4 Elia Viviani (Ita) Team Sky 0:00:08
5 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
6 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 0:00:10
7 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling
8 Christopher Latham (GBr) Team WIGGINS 0:00:14
9 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
10 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team
11 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
12 Jakub Mareczko (Ita) Wilier Triestina-Southeast
13 Steele Von Hoff (Aus) ONE Pro Cycling
14 Roman Maikin (Rus) Gazprom-Rusvelo
15 Erik Baska (Svk) Tinkoff Team
16 Yousif Alhammadi (UAE) Nasr Dubai
17 Siarhei Papok (Blr) Minsk Cycling Club
18 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo
19 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin
20 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange 0:00:16
21 André Greipel (Ger) Lotto Soudal 0:00:17
22 Alan Banaszek (Pol) CCC Sprandi Polkowice
23 Floris Gerts (Ned) BMC Racing Team
24 Luka Pibernik (Slo) Lampre – Merida
25 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida
26 Hayden McCormick (NZl) ONE Pro Cycling
27 Nicolas Roche (Irl) Team Sky
28 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team
29 Chun Kai Feng (Tpe) Lampre – Merida
30 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
31 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
32 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
33 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
34 Anton Ivashkin (Blr) Minsk Cycling Club
35 Carlos Verona (Spa) Orica-BikeExchange
36 Jaber Almansoori (UAE) Nasr Dubai
37 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice
38 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
39 Dayer Quintana (Col) Movistar Team
40 Michael O’loughlin (Irl) Team WIGGINS
41 Juan Jose Lobato (Spa) Movistar Team
42 Edward Ravasi (Ita) Lampre – Merida
43 Andrew Fenn (GBr) Team Sky
44 Yauheni Sobal (Blr) Minsk Cycling Club
45 Winner Anacona (Col) Movistar Team
46 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin
47 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
48 Daniel Pearson (GBr) Team WIGGINS
49 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team
50 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
51 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff Team
52 Ahmed Almansoori (UAE) Nasr Dubai
53 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Team
54 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
55 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
56 Karol Domagalski (Pol) ONE Pro Cycling
57 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom-Rusvelo
58 Manuel Belletti (Ita) Wilier Triestina-Southeast
59 Majid Albalushi (UAE) Nasr Dubai
60 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team
61 Badr Alhammadi (UAE) Nasr Dubai
62 Oleksandr Golovash (Ukr) Minsk Cycling Club
63 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data 0:00:28
64 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast
65 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 0:00:30
66 Kanstantsin Klimiankou (Blr) Minsk Cycling Club 0:00:31
67 Jelle Wallays (Bel) Lotto Soudal 0:00:34
68 James Knox (GBr) Team WIGGINS
69 Mitchell Docker (Aus) Orica-BikeExchange
70 Samuel Williams (GBr) ONE Pro Cycling
71 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo 0:00:35
72 Carlos Betancur (Col) Movistar Team 0:00:36
73 Matteo Draperi (Ita) Wilier Triestina-Southeast 0:00:38
74 Andrew Tennant (GBr) Team WIGGINS
75 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team
76 Jonathan Dibben (GBr) Team WIGGINS 0:00:48
77 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:52
78 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team 0:00:59
79 Youcef Reguigui (Alg) Dimension Data 0:01:03
80 Alessandro Vanotti (Ita) Astana Pro Team 0:01:04
81 Artem Nych (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:01:09
82 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:01:16
83 Francisco Ventoso (Spa) Movistar Team 0:01:26
84 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:01:31
85 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky 0:01:37
86 Owain Doull (GBr) Team Sky 0:01:54
87 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin 0:02:11
88 Kristian House (GBr) ONE Pro Cycling 0:02:13
89 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 0:02:36
90 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:02:42
91 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:02:43
92 Michal Paluta (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:02:56
93 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data 0:03:06
94 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:03:19
95 Stanislau Bazhkou (Blr) Minsk Cycling Club 0:03:23
96 Mekseb Debesay (Eri) Dimension Data 0:03:34
97 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data 0:03:44
98 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo 0:04:10
99 Niccolo Bonifazio (Ita) Trek-Segafredo 0:04:14
100 Gatis Smukulis (Lat) Astana Pro Team 0:04:45
101 Nasser Almemari (UAE) Nasr Dubai 0:04:46
102 Frederik Frison (Bel) Lotto Soudal
103 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:04:54
104 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:05:07
105 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
106 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:07:52

Cavendish si impone alla sprint nella seconda tappa del Abu Dhabi Tour e festeggia con la conquista della maglia di leader (Getty Images Sport)

Cavendish si impone alla sprint nella seconda tappa del Abu Dhabi Tour e festeggia con la conquista della maglia di leader (Getty Images Sport)

NIZZOLO RE DEL DESERTO. TAPPA E MAGLIA NELLA PRIMA TAPPA DELL’ABU DHABI TOUR 2016

ottobre 20, 2016 by Redazione  
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Giacomo Nizzolo (Trek Segafredo) vince in volata la prima tappa dell’Abu Dhabi Tour 2016 battendo John Degenkolb (Giant Alpecin) e Mark Cavendish (Dimension Data) e dimostrando di essere ancora in buona forma in questa fase finale della stagione. La seconda tappa di domani è ancora favorevole ai velocisti e Nizzolo potrebbe rafforzare il primato in classifica generale.

Dal Qatar agli Emirati Arabi Uniti il passo è breve e così, dopo i Mondiali di Doha, il calendario internazionale propone l’Abu Dhabi Tour, corsa di 4 giorni giunta alla seconda edizione, che vedrà il clou nella terza tappa, dove la salita finale allo Jebel Hafeet sancirà il vincitore. Lo scorso anno il podio finale fu Colombia-Italia-Olanda con Esteban Caves che ebbe la meglio su Vincenzo Nibali e Wout Poels. La prima tappa prevedeva un circuito di 147 km con partenza ed arrivo nella località di Madinat Zayed, quasi completamente pianeggiante a parte qualche saliscendi nell’insidiosa fase centrale, disegnata nel deserto. La fuga di giornata partiva dopo pochi chilometri dalla partenza ed era composta da quattro ciclisti, Gatis Smukulis (Team Astana), Dion Smith (One Pro Cycling), Jens Keukeleire e Michael Matthews (Orica Bike Exchange). In particolare sorprendeva la presenza dell’australiano, quarto ai Mondiali, che evidentemente preferiva tentare l’attacco piuttosto che dire la sua nella probabilissima volata conclusiva. La fuga veniva tenuta sotto controllo dal gruppo, tirato in testa dagli uomini della Dimension Data che avevano in Mark Cavendish il capitano designato per lo sprint finale. A meno 60 km dall’arrivo, dopo che il vantaggio massimo dei fuggitivi aveva sfiorato i 4 minuti, il gruppo imponeva un ritmo più elevato. Il vantaggio della fuga scendeva a tre minuti e, quindi, a poco più di due minuti a meno 45 km dall’arrivo. In testa al gruppo erano presenti anche gli uomini SKY per favorire il proprio capitano Elia Viviani, atteso anche lui nel finale. Il gruppo recuperava sulla fuga, rosicchiando secondi preziosi con il diminuire dei chilometri. Ai meno 10 il vantaggio era ormai inferiore al minuto, grazie anche al contributo della CCC Sprandi. L’ultimo dei fuggitivi a resistere al ritorno del gruppo era Keukeleire che veniva ripreso ai meno 7 km all’arrivo. La volata vedeva Giacomo Nizzolo (Team Trek Segafredo) imporsi su John Degenkolb (Team Giant Alpecin) e Mark Cavendish (Team Dimension Data). Ottima la prestazione del ciclista lombardo, che sta chiudendo la stagione con risultati convincenti, dal Campionato italiano su strada alla Coppa Bernocchi e al Gran Piemonte. In classifica generale Nizzolo è primo con 4 secondi vantaggio su Degenkolb e 6 su Cavendish. Domani la seconda tappa avrà una fisionomia abbasta simile a quella di oggi, con un percorso pianeggiante di 115 km che si svolgerà nei dintorni di Abu Dhabi; costituirà un’altra chance per i velocisti in attesa della tappa principale di sabato, nella quale al 99% si deciderà il vincitore dell’Abu Dhabi Tour 2016.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 3:15:59
2 John Degenkolb (Ger) Giant-Alpecin
3 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data
4 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange
5 Christopher Latham (GBr) Team Wiggins
6 Michael Kolar (Svk) Tinkoff Team
7 Romain Maikin (Rus) Gazprom-RusVelo
8 Marco Coleman (Ita) Trek-Segafredo
9 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing
10 Ramon Sinkeldam (Ned) Giant-Alpecin

CLASSIFICA GENERALE

1 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 3:15:49
2 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin 0:00:04
3 Mark Cavendish (GBr) Dimension Data 0:00:06
4 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange 0:00:07
5 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling 0:00:09
6 Magnus Cort Nielsen (Den) Orica-BikeExchange 0:00:10
7 Christopher Latham (GBr) Team Wiggins
8 Michal Kolár (Svk) Tinkoff Team
9 Roman Maikin (Rus) Gazprom-Rusvelo
10 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo

Nizzolo porta in alto il tricolore anche ad Abu Dhabi: sua la prima tappa del giro dellemirato

Nizzolo porta in alto il tricolore anche ad Abu Dhabi: sua la prima tappa del giro dell'emirato

IL TOUR CERCA L’EQUILIBRIO, MA MANCA UN PO’ DI CRONOMETRO

ottobre 18, 2016 by Redazione  
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Presentata a Parigi la 104a edizione del Tour de France. Partenza da Düsseldorf, transiti in Belgio e Lussemburgo prima del rientro in Francia. Una tappa sui Vosgi, due nel Giura, due sui Pirenei, una sul Massiccio Centrale e due sulle Alpi nel menù delle montagne. Poca cronometro: 13 km il primo giorno, 23 a Marsiglia, alla vigilia di Parigi.

Nella continua ricerca dell’equilibrio del percorso, rispetto allo scorso anno Christian Prudhomme ha scelto di levare. Levare salite, levare lunghe sequenze di tappe di montagne e levare chilometri a cronometro. E proprio quest’ultima è forse la modifica che convince meno, insieme al disegno di un paio di frazioni.
La Grande Boucle partirà, come noto dal 2015, da Düsseldorf, con una cronometro – poco più di un prologo – di 13 km, tutta per le vie della città del Nordrhein-Vestfalen. Una prova per specialisti, il cui vincitore avrà buone possibilità di difendere il primato anche nelle tre frazioni successive: quella che porterà la carovana in Belgio, a Liegi, schivando tutte le côtes ardennesi (per ragioni incomprensibili: altre chance per gli sprinter non mancheranno); quindi quella del rientro in Francia, dopo una puntata in Lussemburgo, con arrivo a Longwy, in cima ad uno strappo di un chilometro circa; infine quella pianeggiante di Vittel.
Le prime difficoltà altimetriche degne di nota arriveranno in anticipo rispetto alla tradizione, il quinto giorno, con il ritorno sulla Planche des Belles Filles. Frazione più simile a quella del 2012 che a quella del 2014, che si risolverà con ogni probabilità sull’ascesa finale, la sola davvero selettiva.
Seguiranno due tappe interlocutorie, a Troyes e Nuits-Saint-Georges, prima di dare l’assalto al secondo massiccio, il Giura. Sabato 8 luglio si arriverà a Les Rousses, a 10 km dalla vetta dell’ascesa di Les Molunes (11.7 km al 6.4%). Il clou sarà l’indomani, quando alla facile Côte des Neyrolles seguiranno l’inedito Col de la Biche (10.5 km al 9%), il Grand Colombier (dal versante mai scalato al Tour di Virieu-le-Petit, 8.5 km al 9.9%: quello che avrebbe nettamente migliorato la frazione 2016 di Culoz) e il Mont du Chat (8.7 km al 10.3%), di ritorno dopo oltre quarant’anni. La nota stonata risiede negli oltre trenta chilometri di piano che separano le ultime due salite, tratto allungato fra l’altro dalla discesa su Anglefort anziché su Culoz. Il traguardo sarà a Chambéry, dopo 25 km ripartiti tra discesa e pianura.
Il primo giorno di riposo verrà sfruttato per un lunghissimo trasferimento verso Ovest, prima di ripartire per altre due giornate sulla carta interlocutorie: da Périgueux a Bergerac e da Eymet a Pau. Sempre dalla “Porte des Pyrénées” partirà la traversata dei Pirenei: prima una lunga cavalcata fino a Peyragudes, scalando Ares, Menté, Balès e Peyresourde prima della breve rampa d’arrivo; quindi una tappa sprint di 100 km verso Foix, che metterà in fila Latrape, Agnes e Mur de Péguère (9.3 km al 7.9%). Rispetto al 2012, Prudhomme ha eliminato il deleterio anello intorno alla città d’arrivo che allungava gratuitamente il tratto pianeggiante finale.
Sostanzialmente pianeggiante la frazione dell’indomani, tra Blagnac e Rodez, che perpetua la tradizione delle tappe soporifere del terzo sabato. Molto meglio la quindicesima, che scavalcherà varie cime del Massiccio Centrale fino a Le Puy-en-Velay. Momento clou il Col de Peyra Taillade, 8.3 km al 7.4% con punte al 14, posto a poco più di 30 km dalla linea bianca.
Il secondo riposo e una tappa per velocisti, con arrivo a Romans-sur-Isère, permetteranno di ricaricare le batterie in vista di un rush finale che rappresenta il vero punto dolente del tracciato.
Nulla da ridire, in realtà, sulla 17a tappa, che dopo il via da La Mure proporrà Ornon, Croix-de-Fer, Télégraphe e Galibier prima della picchiata su Serre Chevalier. I guai iniziano dalla diciottesima, quella dello sbandieratissimo traguardo sull’Izoard. Cornice suggestiva che non basta a compensare il disegno assai poco ispirato, che eviterà tutte le difficoltà paventate nella anticipazioni della vigilia (tra cui il Col de Pontis), ad eccezione del Vars, proposto dal suo lato più classico ma meno arduo. Difficile, dunque, ipotizzare un copione diverso da quello che i francesi chiamano “course de côte”, con l’azione concentrata cioè sull’ultima erta.
Anche la tappa di uscita dalle Alpi, verso Salon-de-Provence, è stata semplificata il più possibile, e non sembra poter sfuggire alle grinfie dei velocisti. Ma a lasciare davvero basiti è il chilometraggio irrisorio della cronometro finale di Marsiglia: 23 km, che non appaiono sufficienti a compensare le montagne distribuite in precedenza.
Nulla potrà spostare la classica passerella parigina, che consegnerà agli albi d’oro il vincitore di un Tour non avaro di spunti di grande interesse, ma che spreca gran parte di quanto di buono seminato nelle prime due settimane e mezzo con un finale decisamente anticlimatico.

Matteo Novarini

CHILOMETRO 70: IL MONDIALE ESPLODE E SAGAN FA IL BIS

ottobre 16, 2016 by Redazione  
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E’ stato un ventaglio aperto dai belgi al chilometro 70 a portar via il gruppo che si è andato a giocare l’edizione 2016 dei mondiali di ciclismo su strada. Eliminati dai giochi i pericolosi alemanni, belgi e italiani hanno tentato di fare la corsa ma, nella volata conclusiva, si è imposto perentoriamente Peter Sagan, che ha messo dietro anche il fortissimo velocista mannese Cavendish ed ha imitato l’impresa di Bugno del 91/92, mettendo la ciliegina su una stagione da incorniciare.

Il caldo, la distanza, il vento; queste le tre principali difficoltà di un tracciato che si presentava come un tavolo da biliardo, senza neppure un metro di salita. Una scelta certamente discutibile che ragioni di natura economica, per quanto rilevanti, non possono del tutto giustificare. Fortunatamente, ci hanno pensato i corridori a sfruttare al massimo le tre difficoltà del percorso per fare corsa dura. Ne è venuta fuori una gara emozionante, esplosa già a più di 170 Km dalla conclusione quando, su un’accelerazione dei britannici, i belgi aprono un ventaglio molto stretto che rende difficile l’ingresso, tanto che moltissimi corridori di primissimo piano, tra cui gli alfieri della corazzata tedesca, rimangono fuori, costretti ad aprire altri ventagli che provocano ulteriore selezione.
Altro aspetto da sottolineare è certamente la desolante assenza di pubblico, che solo nei pressi dell’arrivo si è minimamente animato, composto comunque di sostenitori quasi tutti europei. In un territorio come quello in cui si svolgeva la rassegna iridata non c’è la benché minima tradizione ciclistica ed era quindi del tutto prevedibile che non ci sarebbe stata una gran risposta da parte della popolazione. Anche se il deserto ed il caldo hanno dato ai più coraggiosi l’occasione di far esplodere la corsa da molto lontano, non si può comunque non ribadire la sostanziale negatività di un tracciato che tecnicamente rimane povero, anche se ha offerto momenti tattici davvero importanti e pregevoli.
Dopo l’apertura del ventaglio, infatti, la corsa ha vissuto sostanzialmente di tatticismo, con quelli davanti che andavano a tutta – tirati particolarmente dai corridori della nazionali più rappresentate, Belgio e Italia – e quelli dietro intenti ad inseguire, con il grosso del lavoro sulle spalle dei tedeschi, disturbati in continuazione dai due belgi rimasti dietro con il compito di rompere i cambi.
In definitiva, chi scrive ritiene che, nonostante la corsa di oggi si stata oggettivamente appassionante, sarebbe opportuno evitare percorsi del genere, sia per l’ambientazione singolare in relazione ad uno sport come il ciclismo, sia per la assenza totale di difficoltà altimetriche in grado di scompigliare i piani.
Passando alla cronaca, si devono registrare i primi scatti fin dal via ufficiale. Nonostante l’andatura iniziale si presentasse comunque elevata, sono Ryan Roth (Canada), Anas Ait El Abdia (Marocco), Rene Corella (Messico), Nick Dougall (Sud Africa), Natnael Berhane (Eritrea), Sergei Lagkuti (Ucraina) e Brayan Ramírez Chacón (Colombia) che riescono ad evadere dal gruppo dopo 7 chilometri di corsa. Andata via la fuga, il gruppo rallenta notevolmente, lasciando che i battistrada riescano a mettere all’attivo un vantaggio che arriva a superare gli 11 minuti. Una prima reazione la abbozza Kanstantin Siutsou (Bielorussia) che, con una accelerazione dei ritmi, comincia a erodere il vantaggio dei fuggitivi della prima ora. L’andatura sale ulteriormente in prossimità del giro di boa con il ritorno verso Doha, cambio di direzione repentino che porterà il vento laterale sulla corsa, con la conseguente probabilità di formazione di ventagli. I favoriti cercano, ovviamente, di mantenersi davanti e questo provoca l’ulteriore erosione del vantaggio dei battistrada, che cercano di resistere aumentando a loro volta i ritmi e provocando la capitolazione di Corella, che non riesce a mantenere il ritmo.
Proprio nei pressi del cambio di direzione gli inglesi impongono un’accelerazione, ma sono i belgi che, in contropiede, vanno ad aprire un ventaglio molto stretto dal quale rimane fuori l’australiano Ewan che cerca, tanto disperatamente quanto invano, di non perdere questo treno. Nulla da fare: il ventaglio è troppo stretto, chi non si è fatto trovare pronto è rimasto inesorabilmente tagliato fuori e costretto a cercare di aprire altri ventagli per inseguire. Il frazionamento è massimo e si formano numerosi gruppetti divisi da pochi secondi. Per colpa di una caduta perdono contatto Luke Durbridge (Australia), Fernando Gaviria (Colombia) e Luka Mezgec (Slovenia). Per i colombiani la caduta di Gaviria, che rimane dolorante a bordo strada, rappresenta il tramonto delle poche speranze che potevano nutrire ai nastri di partenza.
Spezzata la corsa, si fa l’appello e davanti a rispondere “presente” ci sono William Bonnet, (Francia), Oliver Naesen, Jens Keukeleire, Tom Boonen, Jasper Stuyven, Greg Van Avermaet, Jurgen Roelandts (Belgio), Mathew Hayman, Michael Matthews (Italia), Daniele Bennati, Jacopo Guarnieri, Giacomo Nizzolo, Elia Viviani (Italia), Niki Terpstra, Tom Leezer (Paesi Bassi), Edvald Boasson Hagen, Alexander Kristoff, Truls Korsaeth (Norvegia), Sam Bennett (Irlanda), Magnus Cort Nielsen (Danimarca), Peter Sagan, Michael Kolář (Slovacchia), Mark Cavendish e Adam Blythe (Gran Bretagna).
Mancano nomi altisonanti, come tutti i componenti della temuta corazzata tedesca (a partire da Degenkolb, Kittel e Greipel) e i francesi Bohuanni e Démare. L’andatura è elevatissima e, per lunghi tratti, la velocità è prossima ai 70 Km/h. In una situazione del genere un minimo problema meccanico significa la sostanziale compromissione della corsa: le vittime sono Magnus Cort Nielsen e Sam Bennett, che devono abbandonare l’allegra compagnia dell’avanguardia del gruppo, nel frattempo popolatasi dei sei battistrada iniziali, che vengono riassorbiti e cercano di rimanerne accodati.
A questo punto, la battaglia si restringe ad un duello a distanza tra il primo gruppo, che tenta di aumentare il proprio vantaggio, ed il secondo, che tenta disperatamente di rientrare. In un primo momento, il vantaggio sembrava essersi stabilizzato sui 30/40 secondi ma, quasi subito, si assesta sul minuto. Dopo l’ingresso nel circuito finale, da ripetere sette volte, il gap si allarga ulteriormente, sostanzialmente per due fattori. Infatti, davanti Belgio e Italia collaborano nel tenere un’andatura il più possibile elevata, mentre dietro i due belgi rimasti nelle retrovie cercano di favorire i sei connazionali di testa andando a rompere i cambi e provocando l’ira di Degenkolb, visibilmente contrariato, che va quasi a minacciare i due portacolori del Belgio. Il vantaggio arriva a superare i due minuti, circostanza che porta Degenkolb e Kittel a mollare il colpo ed a ritirarsi.
Nei chilometri successivi non ci sono particolari note di cronaca da segnalarfe, con il gruppo davanti che continua la marcia di avvicinamento alla fasi finali e con la tensione che comincia a trasparire fuori dai caschi e dagli occhiali.
Ci si gioca tutto all’ultimo giro, nel corso del quale quelli che hanno tirato tutto il giorno, tra cui l’ottimo Daniele Bennati, si staccano e davanti rimane un drappello più ridotto. E’ Terpstra che prova per primo a muoversi, ma il suo allungo, immediatamente stoppato da Van Avermaet, è estremamente timido e lo stesso olandese desiste immediatamente dal tentativo. L’andatura si alza ulteriormente per le trenate di quelli che voglio evitare gli scatti ed arrivare allo sprint ma, in un momento di esitazione, parte molto deciso Tom Leezer che guadagna subito qualche metro. Complice una prima indecisione su chi dovesse prendersi l’incarico di inseguire, il vantaggio aumenta fino ad arrivare ad una consistenza di oltre 150 metri. Ad un certo punto si ha l’impressione che l’olandese, che passa in testa sotto il triangolo rosso, possa farcela, ma la fatica si fa sentire e, poche centinaia di metri prima dell’arrivo, Leezer deve capitolare. Quasi in contemporanea Guarnieri cerca di lanciare la sprint di Nizzolo, che viene infilato proprio vicino alle transenne da Peter Sagan che poi va ad imporsi su Cavendish e su Tom Booonen, uno dei principali responsabili della situazione di corsa che si era venuta a creare nel deserto e, sicuramente, uno di quelli che poteva trarne i maggiori vantaggi. Il massimo risultato, però, è andato a Sagan che, pur trovandosi di fronte velocisti puri come Cavendish, ha fatto valere la maggior capacità di reggere la fatica di una corsa di 257 chilometri, disputata in un gruppo ristretto che ha corso a tutta per la maggior parte del tracciato. Alla fine, la fatica, complice anche il caldo, si è fatta sentire ed è venuta fuori la classe e la resistenza dello slovacco che non solo va a bissare il successo dell’anno scorso, come fece Bugno nei primi anni ‘90, ma corona anche una stagione da incorniciare con un Tour de France corso veramente da fuoriclasse.
Gli italiani non sono riusciti ad arricchire il nostro parco medaglie ma hanno corso con generosità, alimentando attivamente l’azione del gruppo davanti in cui erano in 4, inferiori in numero solo ai belgi. Nel finale Viviani sembrava tormentato dai crampi, mentre Nizzolo ha provato a lanciare lo sprint lungo ma, contro la brillantezza di Peter Sagan, che si è infilato in una strozzatura tra Nizzolo e le transenne, non c’è stato nulla da fare ed alla fine il campione italiano è rimasto un po’ intrappolato ed ha chiuso in quinta posizione.
E’ stato un mondiale obbiettivamente appassionante, grazie alla situazione creatasi già a 170 Km dalla conclusione ma, come si diceva in apertura, questo non è abbastanza per dare la sufficienza ad un percorso che lascia comunque molte perplessità.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Peter Sagan (Slovakia) 5:40:43
2 Mark Cavendish (Great Britain)
3 Tom Boonen (Belgium)
4 Michael Matthews (Australia)
5 Giacomo Nizzolo (Italy)
6 Edvald Boasson Hagen (Norway)
7 Alexander Kristoff (Norway)
8 William Bonnet (France)
9 Niki Terpstra (Netherlands)
10 Greg Van Avermaet (Belgium)
11 Jacopo Guarnieri (Italy)
12 Adam Blythe (Great Britain)
13 Natnael Berhane (Eritrea) 0:00:04
14 Jurgen Roelandts (Belgium) 0:00:09
15 Ryan Roth (Canada)
16 Truls Korsaeth (Norway)
17 Tom Leezer (Netherlands)
18 Nick Dougall (South Africa)
19 Michal Kolar (Slovakia) 0:00:13
20 Elia Viviani (Italy) 0:00:14
21 Mathew Hayman (Australia) 0:00:21
22 Anas Ait El Abdia (Morocco) 0:02:48
23 Oliver Naesen (Belgium) 0:04:00
24 Jasper Stuyven (Belgium)
25 Daniele Bennati (Italy)
26 Alexsandr Porsev (Russian Federation) 0:05:26
27 Aidis Kruopis (Lithuania)
28 Maximiliano Ariel Richeze (Argentina)
29 Magnus Cort Nielsen (Denmark)
30 Sven Erik Bystrom (Norway)
31 Yauheni Hutarovich (Belarus)
32 Nacer Bouhanni (France)
33 Imanol Erviti Ollo (Spain)
34 Marco Haller (Austria)
35 Yukiya Arashiro (Japan)
36 Michael Schar (Switzerland)
37 Dylan Groenewegen (Netherlands)
38 Stefan Kueng (Switzerland)
39 Juraj Sagan (Slovakia)
40 Maciej Bodnar (Poland)
41 Iljo Keisse (Belgium)
42 Andre Greipel (Germany)
43 Taylor Phinney (United States Of America)
44 Koen De Kort (Netherlands)
45 Zdenek Stybar (Czech Republic)
46 Manuel Quinziato (Italy)
47 Jens Debusschere (Belgium)
48 Dylan Van Baarle (Netherlands)
49 Ben Swift (Great Britain)
50 Mitchell Docker (Australia)
51 Zakkari Dempster (Australia) 0:05:33
52 Scott Thwaites (Great Britain)
53 Robin Carpenter (United States Of America) 0:06:03

Al termine di una gara più emozionante di quel che lasciava presagire il tracciato, Peter Sagan espolde e fa sua la maglia iridata, la seconda consecutiva dopo quella conquistata a Richmond lanno passato (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Al termine di una gara più emozionante di quel che lasciava presagire il tracciato, Peter Sagan ''espolde'' e fa sua la maglia iridata, la seconda consecutiva dopo quella conquistata a Richmond l'anno passato (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

DIDERIKSEN D’ORO, BASTIANELLI QUINTA

ottobre 15, 2016 by Redazione  
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La prova in linea delle donne elite si è conclusa con una volata condotta dall’Olanda ma che ha premiato la Danimarca. La vittoria è andata ad Amalie Dideriksen sulla Wild e sulla Lepistö. Forfait mattutino della Bronzini a causa di una indisposizione.

La penultima gara in programma della rassegna iridata qatariota è iniziata con la notizia del forfait di Giorgia Bronzini che, bloccata da una indisposizione, non viene sostituita dall’atleta di riserva.
La prima parte di gara viene affrontata con una certa circospezione, con la sola giapponese Yonamine a tentare l’azione solitaria. La giapponese riesce così ad entrare nel circuito con un vantaggio di 37”sul gruppo compatto. La corsa sembra ad una svolta quando la svizzera Nicole Hanselmann riesce a portarsi sulla battistrada, ma è solo un’illusione. Nessuna delle squadre più blasonate prova a seguirne l’azione e l’unico cambiamento si ha quando la nazionale olandese comincia ad organizzarsi. Il canovaccio tipico del modo di correre delle olandesi è quello di scattare a rotazione, con l’intenzione di far alzare l’andatura del plotone e sfiancare così le avversarie, costrette ad un continuo rintuzzarne gli attacchi.
Con l’intenzione di porre un freno all’irruenza “orange”, anche le altre nazionali più accreditate cominciano ad attuare una certa marcatura stretta nella parte alta del plotone. Questi continui scatti e relativi inseguimenti, tenendo alta l’andatura, provocano solamente la più classica delle selezioni da dietro, con un continuo staccarsi di atlete impossibilitate a seguire il ritmo del plotone.
L’unico vero attacco degno di nome, escludendo quanto fatto vedere dalla giapponese in avvio, è quello portato dalla statunitense Amber Neben, che va allo scoperto ai meno 42 con la non peregrina idea di compiere l’impresa e di fare doppietta con il mondiale a cronometro conquistato pochi giorni prima.
Le buone intenzioni della battistrada si scontrano, però, con le ambizioni delle restanti componenti il plotone inseguitore. Nel frattempo l’americana accumula, a due giri dal termine, un vantaggio massimo di 50”, un gap considerevole viste anche le caratteristiche e l’esperienza della fuggitiva. La continua tattica olandese e l’inseguimento più regolare condotto da Australia e Belgio impediscono, però, alla Neben di prendere letteralmente il volo. Il suono della campana dell’ultimo giro, infatti, sancisce la fine del sogno della Neben. La situazione in gruppo, invece, non si tranquillizza in attesa della volata finale ma, al contrario, si accende. Danielle King si involta seguita prontamente da Amy Pieters e la cosa non passa inosservata alla nostra Elisa Longo Borghini che con una progressione di tutto rispetto si riporta sulla coppia di testa. Il gruppo allungato, però, segue a breve distanza e riporta tutto alla calma.
Le ultime sporadiche sparate di chi vuole evitare lo sprint non portano frutti, lasciando così in mano alle onnipresenti olandesi l’onere di organizzare il treno che avrebbe portato il gruppo all’arrivo.
Il treno arancione svolge il proprio lavoro fino in fondo ma senza fare i conti con la danese Dideriksen, che le salta tutte e, nonostante uno sprint lunghissimo, si dimostra irraggiungibile. Seconda piazza per una delusa Wil, e terzo posto per la finlandese Lepistö, bronzo anche nella prova contro il tempo.
Nelle congestionate fasi che hanno preceduto la volata, nel tentativo di prendere la ruota migliore le ragazze azzurre hanno corso un bel rischio. Elena Cecchini e Marta Bastianelli si sono, infatti, sfiorate ai meno 1500 perdendo entrambe un pedale, con la prima che ha anche rischiato di cadere. Tutto però è rientrato nella normalità e ciò non ha impedito alla Bastianelli, velocista deputata al ruolo di capitano dopo il forfait della Bronzini, di battezzare la ruota giusta. La campionessa mondiale di Stoccarda 2007 ha mancato, però, di esplosività nel momento topico, raccogliendo comunque un più che onorevole quinto posto. Nulla da imputare, quindi, alle ragazze di Dino Salvoldi, che nonostante abbiano corso “sottotraccia” sono sempre state presenti nelle zone calde del plotone.

Mario Prato

ORDINE D’ARRIVO

1 Amalie Dideriksen (Denmark) 3:10:27
2 Kirsten Wild (Netherlands)
3 Lotta Lepistö (Finland)
4 Elizabeth Deignan (Great Britain)
5 Marta Bastianelli (Italy)
6 Roxane Fournier (France)
7 Chloe Hosking (Australia)
8 Sheyla Gutierrez Ruiz (Spain)
9 Joelle Numainville (Canada)
10 Jolien D’hoore (Belgium)
11 Emilie Moberg (Norway)
12 Lisa Brennauer (Germany)
13 Katarzyna Pawlowska (Poland)
14 Leah Kirchmann (Canada)
15 Christine Majerus (Luxembourg)
16 Coryn Rivera (United States Of America)
17 Sara Mustonen (Sweden)
18 Mia Radotic (Croatia)
19 Rasa Leleivyte (Lithuania)
20 Barbara Guarischi (Italy) 0:00:04
21 Miho Yoshikawa (Japan)
22 Marianne Vos (Netherlands)
23 Alison Jackson (Canada)
24 Jelena Eric (Serbia)
25 Barbora Prudkova (Czech Republic)
26 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa)
27 Megan Guarnier (United States Of America)
28 Christina Perchtold (Austria)
29 Carmen Small (United States Of America)
30 Alexis Ryan (United States Of America)
31 Eugenia Bujak (Poland)
32 Amy Pieters (Netherlands)
33 Polona Batagelj (Slovenia)
34 Alena Amialiusik (Belarus)
35 Katarzyna Niewiadoma (Poland)
36 Maria Giulia Confalonieri (Italy)
37 Aude Biannic (France) 0:00:12
38 Nicolle Bruderer (Guatemala)
39 Katrine Aalerud (Norway)
40 Olena Pavlukhina (Azerbaijan)
41 Samantha Sanders (South Africa)
42 Diana Peñuela (Colombia)
43 Ganna Solovei (Ukraine)
44 Yusseli Mendivil (Mexico)
45 Ursa Pintar (Slovenia)
46 Alice Barnes (Great Britain)
47 Julie Leth (Denmark)
48 Tiffany Cromwell (Australia)
49 Emma Johansson (Sweden)
50 Chantal Blaak (Netherlands)
51 Katrin Garfoot (Australia)
52 Stephanie Pohl (Germany)
53 Annemiek Van Vleuten (Netherlands)
54 Natalya Saifutdinova (Kazakhstan)
55 Sara Penton (Sweden) 0:00:18
56 Dani King (Great Britain)
57 Eileen Roe (Great Britain)
58 Heidi Dalton (South Africa)
59 Cecilie Gotaas Johnsen (Norway)
60 Ting Ying Huang (Chinese Taipei)
61 Emilia Fahlin (Sweden)
62 Cecilie Uttrup Ludwig (Denmark)
63 Sarah Rijkes (Austria)
64 Yumi Kajihara (Japan)
65 Alicia Gonzalez Blanco (Spain)
66 Kaat Van Der Meulen (Belgium)
67 Chantal Hoffmann (Luxembourg)
68 Valerie Demey (Belgium)
69 Lauren Kitchen (Australia) 0:00:22
70 Romy Kasper (Germany)
71 Karol-Ann Canuel (Canada)
72 Mieke Kroeger (Germany)
73 Trixi Worrack (Germany) 0:00:27
74 Tatiana Guderzo (Italy)
75 Lotte Kopecky (Belgium) 0:00:30
76 Hannah Barnes (Great Britain) 0:00:39
77 Olga Shekel (Ukraine)
78 Rosa Törmänen (Finland)
79 Abby-Mae Parkinson (Great Britain)
80 Lisa Klein (Germany)
81 Elise Maes (Luxembourg)
82 Annasley Park (Great Britain)
83 Lauren Stephens (United States Of America)
84 Anna Plichta (Poland)
85 Ellen Van Dijk (Netherlands)
86 Eri Yonamine (Japan)
87 Anna Van Der Breggen (Netherlands) 0:01:00
88 Audrey Cordon (France)
89 Elisa Longo Borghini (Italy)
90 Elena Cecchini (Italy)
91 Sara Bergen (Canada)
92 Gracie Elvin (Australia)
93 Roxane Knetemann (Netherlands) 0:01:43
94 Sofie De Vuyst (Belgium)
95 Anisha Vekemans (Belgium) 0:02:30
96 Wehazit Kidane (Eritrea) 0:03:42
97 Zhao Juan Meng (Hong Kong, China)
98 Amber Neben (United States Of America) 0:06:46
99 Sarah Roy (Australia)
100 Eugénie Duval (France)
101 Nicole Hanselmann (Switzerland) 0:10:31
102 Alba Teruel Ribes (Spain)
103 Paz Bash (Israel) 0:11:48

La danese Dideriksen sconfigge la nazionale olandese nella prova mondiale riservata alle donne elite (Tim de Waele/TDWSport.com)

La danese Dideriksen sconfigge la nazionale olandese nella prova mondiale riservata alle donne elite (Tim de Waele/TDWSport.com)

JUNIORES: PER GLI AZZURRI MONDIALE DOLCEAMARO

ottobre 14, 2016 by Redazione  
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Dopo la vittoria di Elisa Balsamo nella prova femminile arriva il quarto posto di Luca Mozzato in una gara dominata dal danese Egholm.

Per l’Italia la giornata dedicata alle corse juniores era iniziata con il sorriso. Questa mattina, infatti, le strade di Doha si erano tinte di azzurro con la volata imperiosa di Elisa Balsamo a coronamento di un lavoro di squadra che lei stessa si impegnerà a sottolineare: “Questo è il nostro Mondiale” – dirà – “non solo mio, devo ringraziare le mie compagne, siamo una squadra fantastica”. Fantastica è proprio l’aggettivo giusto per descrivere la presenza di quattro atlete su cinque nel drappello di una cinquantina di unità che è arrivato a giocarsi lo sprint. Tra queste c’era anche Lisa Morzenti, fresca di argento nella gara a cronometro, la quale si staccherà dopo aver dato la sua trenata. Il resto è stata Elisa a farlo, piazzando una volata perentoria che non ha lasciato scampo a Skylar Schneider (USA) e Susanne Andersen (NOR).

Nel pomeriggio si è corsa la gara maschile, molto tirata fin da subito, che si è conclusa con la vittoria del danese Jakob Egholm, il quale è giunto al traguardo con 7” sui 16 corridori gettati al suo inseguimento. Si è trattato di una vittoria preparata dalla sua squadra, che aveva piazzato Johansen ad animare il gruppo, dopo che a sei giri dal termine erano stati ripresi Van Moer (BEL), Schelling (NED) e Habtom (ERITREA). Assieme a lui si sono alternati al comando Brunel (FRA) e McNulty (USA), i quali avevano creato molto scompiglio riuscendo, ad un certo punto, a portare via ben venti atleti. All’ultimo giro è stato proprio Egholm, con il compagno di nazionale, ad allungare prima di essere ripreso da Brunel. Un ultimo tentativo di Egholm ai meno cinque ha poi deciso la corsa e nessuno è più riuscito a ricucire. Gli inseguitori hanno così potuto giocarsi in volata solo le piazze d’onore: Markl (GER) e Muller (SUI) hanno completato il podio con grande amarezza azzurra per Mozzato che è giunto quarto e ha dovuto guardare il podio dal basso.

Andrea Mastrangelo

Elisa Balsamo si impone nella gara riservata alle donne junior (Getty Images Sport)

Elisa Balsamo si impone nella gara riservata alle donne junior (Getty Images Sport)

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