UNA STAGIONE UAE – 26 MARZO 2025: 3a TAPPA GIRO DI CATALOGNA

novembre 2, 2025 by Redazione  
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Dopo la Sanremo le attenzione dei media ciclistici si spostano verso la Spagna, dove va in scena la 104a edizione del Giro della Catalogna. Nella lista dei favoriti compare ancora Juan Ayuso che, fresco vincitore della Tirreno-Adriatico, non si smentisce e si impone subito nella prima tappa di montagna, sul tradizionale traguardo della Molina. Stavolta, però, le cose non andranno bene come in Italia poichè già il giorno successivo dovrà cedere le insegne del primato a Primoz Roglic e alla fine sarà proprio lo sloveno a conquistare la corsa catalana, con soli 28 secondi vantaggio su Ayuso

AYUSO, TAPPA E MAGLIA A LA MOLINA. BATTUTO ROGLIC PER UNA QUESTIONE DI CENTIMETRI

Sull’arrivo in salita di La Molina, Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG) vince di pochi centimetri davanti a Primoz Roglic (Team Red Bull BORA Hansgrohe), mentre alle loro spalle si piazza Mikel Landa (Team Soudal Quick Step). Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana) si fa notare nel finale. Ayuso è la nuova maglia biancoverde

Al Giro di Catalogna si inizia a fare sul serio con la terza tappa da Viladecans a La Molina, che oltre ad essere la tappa più lunga della breve corsa catalana con oltre 218 km da percorrere, vede un finale davvero esigente con tre gpm che possono fare la differenza e scavare i primi veri distacchi in classifica generale. Al 99% Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike), attuale maglia biancoverde, cederà il simbolo del primato sulle spalle di un ciclista che punterà alla vittoria finale, anche perchè l’ultima salita si conclude sulla linea del traguardo. Sono perciò attesi i big, a cominciare da Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG) che ieri ha già guadagnato tre secondi d’abbuono sull’ultimo traguardo volante. La partenza era subito veloce ed il gruppo si allungava parecchio. Mats Wenzel (Team Kern Pharma) vinceva il primo traguardo volante di Molins de Rey posto al km 13.5. Il giovane olandese era affiancato, in questo tentativo d’attacco, da Geoffrey Bouchard (Decathlon AG2R La Mondiale Team) ed Edward Planckaert (Team Alpecin Deceuninck). I tre attaccanti erano ripresi dal gruppo dopo una ventina di km. Poco prima di affrontare il primo gpm del Coll d’Estenalles si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Lorenzo Germani (Team Groupama FDJ), Alex Molenaar (Team Caja Rural Seguros RGA) e Mats Wenzel, che ci riprovava con successo. Proprio Wenzel scollinava in prima posizione sul Coll d’Estenalles posto al km 57.7. Il ciclista olandese vinceva anche il successivo traguardo volante di Horta d’Avinyó posto al km 89.3. Seguiva una lunga fase interlocutoria dove il gruppo iniziava ad organizzarsi per rientrare sulla fuga, che al km 100 aveva ancora 5 minuti e 40 secondi di vantaggio. Wenzel scollinava in prima posizione sul gpm del Col de la Batalolla posto al km 154.5. All’inizio del successivo Coll de la Creueta il vantaggio dei quattro battistrada era di 2 minuti sul gruppo inseguitore. Armirail aumentava la cadenza delle pedalate e staccava i compagni di fuga mentre nel gruppo inseguitore tiravano gli uomini dell’UAE Team Emirates XRG e del Team Lotto. Il ciclista francese scollinava in prima posizione sul Coll de la Creueta posto al km 184. Proprio prima dello scollinamento da parte del gruppo, Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) era vittima di una caduta apparentemente senza conseguenze. Il francese rientrava in gruppo all’inizio della successiva discesa. Armirail veniva ripreso a circa 10 km dall’arrivo, quando la salita finale de La Monina era già iniziata da un paio di km. A circa 6 km dall’arrivo si avvantaggiavano Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana), George Bennett (Team Israel Premier Tech) e Marc Soler (UAE Team Emirates XRG). Una violenta accelerazione del Team Lotto riportava il gruppetto degli inseguitori sui tre battistrada a circa 600 metri dall’arrivo. Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) partiva ai meno 200 metri ma Juan Ayuso (UAE Team Emirates) restava attaccato alla sua ruota, affiancandolo e battendolo sulla linea del traguardo per una questione di centimetri. A 2 secondi di ritardo Mikel Landa (Team Soudal Quick Step) si piazzava in terza posizione mentre chiudevano la top five, a 4 secondi di ritardo da Ayuso, Lenny Martinez in quarta posizione ed Enric Mas (Team Movistar) in quinta posizione. Ayuso, oltre ad ottenere la quarta vittoria stagionale, balza al comando della classifica generale con 6 secondi di vantaggio su Roglic e 11 secondi di vantaggio su Landa. Domani è in programma la quarta tappa da Sant Vicenç de Castellet a Montserrat Mil·lenari di 188.7 km. Il percorso è molto vallonato e spicca la salita finale di Montserrat lunga 8.8 km al 6.5% di pendenza media. Sarà un nuovo banco di prova per i big di classifica che proveranno ad attaccare Ayuso.

Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince a La Molina (foto: Getty Images)

Juan Ayuso vince a La Molina (foto: Getty Images)

TOUR DE FRANCE 2026: MOLTE SALITE, MOLTI DUBBI

novembre 1, 2025 by Redazione  
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Il percorso della Grande Boucle, presentato il 23 ottobre scorso, si differenzia da quello dell’ultima edizione. Le salite inizieranno già dalla prime tappe, si affronteranno ben 5 catene montuose (Pirenei, Massiccio Centrale, Vosgi, Giura e Alpi) con moltissime tappe di montagna ma solo due autentici tapponi. Cronometro individuale interessante ma insufficiente, mentre in apertura è stata riproposta una scandalosa cronosquadre.

Di aspetti problematici il Tour de France 2026 ne presenta molti, anche se va apprezzato il fatto che, anche quest’anno, gli organizzatori abbiano voluto ridurre al minimo le tappe completamente pianeggianti e abbiano cercato di inserire quasi sempre delle difficoltà anche nelle tappe intermedie. Del resto, lo scorso anno, i primi 10 giorni, pur privi di tappe di montagna, hanno regalato grande spettacolo e battaglia tra gli uomini di classifica.
Le note dolenti sono invece le scelte sulle tappe di montagna.
Sono molto numerose (addirittura sette) ma solo 2 sono veri tapponi; inoltre alcune di esse si presentano scialbe e mal disegnate.
Si avranno solo una cronometro individuale di appena 26 chilometri alla sedicesima tappa, una sola tappa oltre i 200 Km e, soprattutto, una orrenda cronosquadre di apertura anche se parzialmente temperata dal fatto che ogni corridore sarà accreditato con il proprio tempo, circostanza che non toglie il fatto che sarà avvantaggiato comunque chi avrà gli uomini migliori per tirare nel tratto pianeggiante, ossia un ennesimo favore alle squadre economicamente più forti che già sono di per sé favorite dalle maggiori possibilità.
Come si diceva, la grande partenza vedrà una cronosquadre di 20 Km nel centro di Barcellona. Lo spettacolo del capoluogo catalano potrà ricompensare gli appassionati dello scempio di una cronosquadre. Nel finale ci sono due strappi ed è verosimile che la regola per cui ogni corridore sarà accreditato col proprio tempo porterà i gregari a sfinirsi sino ai piedi delle salite per permettere poi ai capitani di dare tutto nel finale: in concreto, ci saranno già dei distacchi significativi.
La seconda tappa che da Tarragona riporterà la corsa a Barcellona in 178 Km, si presenta molto interessante con un dislivello importante e un finale in circuito adatto a finisseur e a corridori coraggiosi. Il finale prevede per tre volte l’ascesa del Montjuic, uno strappo di 1,6 Km al 7,8% con punte del 19% e per due volte la Côte du Estadi Olimpic (600 mt al 5,5%). L’arrivo sarà posto soli 2 Km dopo l’ultimo passaggio sulla salita del Montjuc. Visto ciò che è andato in scena negli ultimi anni, non si possono escludere tentativi di colpi di mano nel finale, anche da parte di uomini di classifica.
L’ultimo atto della grande partenza (Granollers – Les Angles di 195 Km) porterà la carovana in Francia e i corridori sui Pirenei catalani. La salita principale è rappresentata dal Col de Toses (9 Km al 6,5% con 4 km al 9% medio) ma è posta molto lontano dal traguardo, mentre il finale vedrà in rapida successione il Col du Calvaire, salita lunga 15 Km ma molto dolce (4%), seguita da uno strappo di 2 Km al 4% non classificato come GPM e infine 1.7 Km al 7,6% per arrivare ai 1793 metri di Le Angles. Si tratta di una tappa da fughe, le salite non sono adatte a fare la differenza e al limite gli uomini di classifica potranno provare la sparata nell’ultimo chilometro.
Si continuerà con con una tappa da fughe da Carcassonne a Foix di 182 Km. Il percorso è decisamente accidentato e interessante. Dopo una prima parte con salite a quote collinari, si toccheranno gli 872 metri del Col de Coudons, che è comunque posto al termine di una salita di 19 Km, e soprattutto i 1047 metri del Col de Montségur (5,6 Km al 6.8). Dalla cima mancheranno 36 chilometri dall’arrivo e, considerata la collocazione alla quarta tappa, la non eccessiva durezza dell’ultima salita e la distanza dal traguardo, è da escludere un movimento dei big.
La quinta tappa da Lannemezan a Pau (158 km) dovrebbere essere la prima chance per i velocistim ma attenzione a tre brevi ascese, da affrontare una dietro l’altra, una fase che terminerà a 26 Km dall’arrivo.
La sesta tappa Pau – Gavarnie di 186 chilometri sarà una tappa pirenaica in piena regola, certamente più dura di quella con arrivo a Les Angles; tuttavia, dopo Aspin e Tourmalet il tracciato prevede una salita di 18 Km al 3,7% che scoraggerà certamente gli scalatori a provarci. Ovviamente, corridori completi come Pogacar potrebbero anche attaccare ma, anche in questo caso, siamo solo alla sesta tappa e per portare a buon esito un attacco del genere sarebbe necessario un grosso dispendio di energie.
Certamente per velocisti è, invece, la frazione successiva da Hagetmau a Bordeaux di 175 Km completamente pianeggiante ma, come di consueto, sarà necessario fare attenzione in caso di vento.
L’ottava tappa si affronterà tra Périgueux e Bergerac, compiendo un giro tortuoso e percorrendo 182 Km. La zona che ha spesso ospitato prove contro il tempo è vallonata ma non tanto da poter sottrarre la frazione allo sprint di gruppo.
La prima settimana si concluderà con la prima delle due tappe disegnate sul Massiccio Centrale, la MalemortUssel, 185 km adattI alle fughe e agli uomini coraggiosi. Si tratta di una frazione movimentata da con strappi continui e senza un metro di pianura. Non ci sono salite dure ma si tratta di una di quelle tappe in cui bisogna tenere gli occhi spalancati.
La seconda settimana si aprirà nel giorno dell’anniversario della presa della Bastiglia ed ecco una tappa che potrebbe provocare movimenti anche rilevanti in generale. Si sa che molti atleti, dopo il giorno di riposo, si trovano con le polveri bagnate ma la seconda giornata sul Massiccio Centrale potrebbe lasciare il segno. Numerose le salite in successione e senza tratti intermedi per rifiatare, anche se si inizierà tuttavia a fare sul serio solo negli ultimi 2 Km e mezzo del Puy Mary al 9% di pendenza media, che porteranno a scollinare i 1577 metri di quota. Subito dopo, si scalerà il Col de Pertus, soli 4,5 Km con una pendenza media superiore all’8%. L’ultima salita sarà quella verso i 1295 metri del Col de la Font de Cère, più facile delle precedenti (3,5 Km al 5,5%) ma collocata ad appena 3 Km dal traguardo di Le Lioran. Dal Puy Mary in avanti può succedere di tutto; gli appassionati ricorderanno l’attacco di Pogacar nel 2024 in una tappa con identico finale. Lo sloveno riuscì a staccare tutti ma andò in difficoltà e fu raggiunto da Jonas Vingegaard, che riuscì addirittura a batterlo in volata, conquistando la vittoria di tappa.
Spazio ai velocisti il giorno successivo con la Vichy Nevers (161 Km). La musica non cambierà neppure il giorno successivo, con la tappa che porterà gli atleti dal circuito automobilistico di Magny Cours a Chalon-sur-Saône dopo 180 Km di corsa.
Le difficoltà riprenderanno con la tappa numero 13 che porterà il Tour sui Vosgi e farà da preludio al tappone disegnato su questa stessa catena montuosa. La Dole – Belfort, inoltre sarà la tappa più lunga del Tour e l’unica che supererà, seppur di poco, i 200 Km. Il finale sarà caratterizzato dal Col des Croix, salita abbordabilissima, seguita dall’iconico Ballon d’Alsace (1171 metri di quota 9 Km al 6,8%). Le pendenze sono regolari sempre tra il 6% e l’8%, ma si tratta di una salita vera oltre che storica. Dalla cima mancheranno 30 Km dal traguardo ed è chiaro che non si tratterà né di un tappone, né dell’occasione più ghiotta per attaccare, ma non si può escludere qualche tentativo a sorpresa.
Il tappone su Vosgi, anche se di ridotto chilometraggio, è in programma il giorno successivo e proporrà 3800 metri di dislivello nei 155 Km da percorrere tra Mulhouse e Le Markstein. Si inizierà con la lunghissima salita del Grand Ballon, nettamente divisa in due spezzoni da un tratto interlocutorio di circa 5 km, quindi il Col du Page, di nuovo il Ballon d’Alsace e a seguiree l’accoppiata Col du Schirm – Col du Hundsruck che sono in realtà due spezzoni della stessa salita separati da un brevissimo tratto intermedio. In due parti è divisa anche l’ultima inedita ascesa, la più dura, sulla quale presumibilmente esploderà la battaglia. Il Col du Haag sarà raggiunto dopo una ascesa di 11 Km al 7,6 con un primo tratto di 3,6 Km al 9% e gli ultimi 1600 metri al 10,3%. Su questa salita, che poi altro non è che un versante secondario del già citato Grand Ballon, è possibile fare la differenza, considerato che il traguardo dista soli 5 Km dalla cima.
La seconda settimana si chiuderà con una frazione disegnata tra il massiccio del Giura e la catena alpina, la Champagnole Plateau de Solaisol di 183 Km. Si tratta di un arrivo in salita inedito e molto duro (11 Km al 9% medio) preceduto da continui saliscendi e in particolare dal Mont Salève (7,6 Km al 8,8%). Una tappa corsa a ritmi elevati si farà sentire sulla salita finale, che sarà certamente il punto per dare battaglia.
Dopo il secondo giorno di riposo, andrà in scena l’unica cronometro individuale di questo Tour, 26 Km da Évian-les-Bains a Thonon les Bains. Il percorso è molto bello, con una salita di 9 Km al 4,2% all’inizio poi discesa infine pianura con spettacolare finale sul lago Lemano, ma il chilometraggio è troppo ridotto per rappresentare una vera arma per i passisti. Potrebbe, tuttavia, influire la collocazione dopo il giorno di riposo anche perché, essendo una cronometro, non si potrà nemmeno cercare di sciogliersi nella prima parte di gara, ma si dovrà dare tutto sin da subito.
Ci si allonterà temporaneamente dalle Alpi con la Chambéry – Voiron di 180 Km, altra tappa da fughe con il Col des Prés nella parte iniziale a fare da trampolino di lancio e poi un percorso nervoso con uno strappo di 2,5 Km a 3 Km dall’arrivo, anche se la pendenza del 3,5% non potrà certo essere determinante.
Si tornerà sulle Alpi con la tappa numero 18 che sarà il primo atto del trittico finale, 185 Km da Voiron alla stazione invernale di Orcières-Merlette, posta a oltre 1800 metri di altitudine. Il percorso è nervoso ma senza grandi difficoltà e, verosimilmente, gli attacchi arriveranno sulla salita finale che misura 7 Km e presenta una pendenza media del 6,8%, quindi certamente non impossibile. I big potrebbero decidere di lasciar andare la fuga anche in considerazione dell’impegno che sarà richiesto dalle due tappe successive.
La Gap – Alp d’Huez misurerà solo 129 chilometri ma promette scintille con il Col de Noyer (7,3 Km all’8,2%) nella prima parte e il Col d’Ornon (5,6 Km al 6,2%) subito prima della ascesa alla mitica cima dei 21 tornanti. I numeri sono arcinoti ma vanno ripetuti, 14 Km all’8% medio per raggiungere i 1840 metri. Certamente ci saranno scintille su questa salita. Non si potrà bluffare, anche perché le energie a fine Tour cominceranno a scarseggiare e chissà che gli organizzatori, vedendo quest’anno un Pogacar meno pimpante nel finale, non abbiano deciso di concentrare le vere difficoltà nelle ultime due frazioni.
In effetti, la frazione numero 20 è il vero tappone di questo tour. 172 chilometri per tornare sull’Alpe d’Huez partendo da Le Bourg-d’Oisans, stavolta percorrendo un versante alternativo.
Si inizierà con la scalata alla Croix-de-Fer, salita interminabile di 25 Km divisa in tre tronconi separati da tratti in contropendenza che influiscono sulla pendenza media del 5,2%; successivamente si incontrerà la tradizionale accoppiata Télégraphe-Galibier, spesso teatro di grandi attacchi, quindi il Col de Sarenne, inserito anche nel Tour de France del 2013 (quando fu però percorso in discesa). Si tratta di una strada molto stretta e ripida, senza protezioni laterali, che si snoda in uno scenario di montagna arido e del tutto aperto fino ad arrivare ai 2000 metri del colle. Le pendenze sono severe ma non estreme, gli ultimi 4 chilometri sono però tutti intorno al 10% quindi, tenendo conto che siamo anche a fine Tour, le crisi saranno dietro l’angolo. Dopo lo scollinamento la strada continuerà a scorrere in alta quota con vari saliscendi fino ad andare a imboccare gli ultimi i 3,5 Km del versante classico. Il primo chilometro e mezzo di salita è al 9%, mentre i successivi 2 al 5%. Dal Col de Sarenne all’arrivo ci sono circa 14 chilometri che potrebbero dilatare non poco i distacchi eventualmente creatisi in salita.
La ventunesima tappa ed ultima tappa prima dell’arrivo a Parigi vedrà nuovamente i reduci della Grande Boucle affrontare la triplice ascesa a Montmartre, che lo nell’ultima frazione del 2025 ha dato risposte positive, anche se stavolta la cima dell’ultimo scollinamento si troverà molto più distante dal traguardo, per offrire qualche speranza in più ai velocisti.
Con la collocazione della tappa più dura al penultimo giorno e i Pirenei soft, sembra che gli organizzatori abbiano voluto proporre un Tour più aperto, tuttavia arrivi in salita come il Plateau de Solaisol potrebbero avere lo stesso copione di quanto visto quest’anno ad Hautacam. Va però anche detto che con un Tadej Pogacar al 100% non c’è percorso che tenga e che comunque la varietà di tappe mosse, da fuga o comunque adatte a imboscate, rende comunque la corsa interessante nonostante i vari punti oscuri illustrati.

Benedetto Ciccarone

La mitica salita dellAlpe dHuez vista dallalto (www.detoursenfrance.fr)

La mitica salita dell'Alpe d'Huez vista dall'alto (www.detoursenfrance.fr)

UNA STAGIONE UAE – 19 MARZO 2025: MILANO – TORINO

ottobre 31, 2025 by Redazione  
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Tira aria di Sanremo, la “Classicissima” sulla quale Tadej Pogacar ha messo gli occhi ma nella quale lo sloveno fallirà l’obiettivo piazzandosi terzo alle spalle di Mathieu van der Poel e Filippo Ganna. In attesa della prima prova monumento, calendarizzata il 22 marzo, tre giorni prima si disputa la più antica corsa del calendario italiano, quella Milano-Torino che nel 2025 ha ricollocato il traguardo in vetta all’aspra collina di Superga, sulla quale non si arrivava dal 2021. E qui gli UAE non deludono le attese dei tifosi della squadra emiratina, che va a segno con l’astro nascente messicano Isaac Del Toro, corridore del quale nel corso della stagione sentiremo spesso parlare…

IN CIMA A SUPERGA INFURIA DEL TORO. PRIMA VITTORIA MESSICANA ALLA MILANO – TORINO

Isaac del Toro vince di testa e di cuore una Milano – Torino molto selettiva, che ritorna a Superga dopo quattro anni. Il ciclista messicano è abile a superare nell’ultimo km prima Tobias Halland Johannessen (Team Uno X Mobility) e poi Ben Tulett (Team Visma Lease a Bike)

Dopo quattro anni la Milano – Torino torna al vecchio percorso con la doppia ascesa finale verso la Basilica di Superga. L’ultima volta, nel 2021, a vincere fu Primoz Roglic (Team Jumbo Visma). Quest’anno Alberto Bettiol (Team XDS Astana) parte con il dorsale numero 1 e prova a difendere la vittoria ottenuta nel 2024 su un percorso completamente diverso. La squadra punto di riferimento della corsa sarà come al solito l’UAE Team Emirates XRG che ha il Isaac del Toro e Adam Yates i due ciclisti più adatti alle pendenze della salita finale. Da segnalare che ai nastri di partenza, oltre a Bettiol, erano presenti altri due vincitori della Milano – Torino: Diego Ulissi (Team XDS Astana) vincitore nel 2013 e Michael Woods (Team Israel Premier Tech) vincitore nel 2019. Dopo una trentina di km dalla partenza di Rho si formava la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti ovvero Jonas Rutsch (Team Intermarché Wanty), Nariyuki Masuda (JCL Team UKYO), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta), Davide Baldaccini e Kristian Sbaragli (Team Solution Tech – Vini Fantini). Le squadre più impegnate all’inseguimento erano l’UAE Team Emirates XRG ed la Tudor Pro Cycling Team. Una caduta a 114 costringeva al ritiro Michael Woods. Il ritmo impetuoso impresso dall’UAE Team XRG nella prima scalata verso Superga si faceva sentire nelle gambe del gruppo che affrontava l’ascesa finale forte di una trentina scarsa di unità, mentre la fuga perdeva pezzi irrimediabilmente. Rutsch era l’ultimo fuggitivo ad essere ripreso dal gruppo a circa 5 km dalla conclusione. Il primo attacco vero e proprio lo portava Anders Halland Johannessen (Team Uno X Mobility) a 4 km dall’arrivo. Rispondevano all’attacco del ciclista norvegese prima Adam Yates (UAE Team Emirates) e poi Ben Tulett (Team Visma Lease a Bike). Tobias Halland Johannessen (Team Uno x Mobility) prendeva il posto del fratello nelle prime posizioni del gruppo quando mancavano circa 3 km alla fine. Anche Isaac del Toro (UAE Team Emirates) recuperava posizioni e si faceva vedere nelle primissime posizioni del gruppo. Sotto lo striscione dell’ultimo km attaccava con decisione ma forse troppo presto Halland Johannessen che si faceva superare nel giro di un centinaio di metri da Tulett il quale a sua volta non riusciva a fare il vuoto e veniva anzi prima affiancato e poi superato da Del Toro negli ultimi metri, Il ciclista messicano andava così a vincere la sua prima Milano – Torino, che coincideva anche con la prima vittoria di un ciclista messicano in 106 edizioni. A un secondo di ritardo Tules si piazzava in seconda posizione mentre Halland Johannessen era terzo a 9 secondi di ritardo da Del Toro. Chiudevano la top five Adam Yates a 24 secondi di ritardo da Del Toro ed Einer Rubio (Team Movistar) a 27 secondi di ritardo da Del Toro. L’unico italiano nella top ten era Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana), ottavo a 38 secondi di ritardo da Del Toro, alla prima vittoria stagionale. Adesso tutte le attenzioni degli appassionati si concentreranno nel week end quando la Milano – Sanremo, prima Monumento del 2025, infiammerà la riviera ligure.

Antonio Scarfone

Isaac del Toro vince la Milano - Torino 2025 (foto: Getty Images)

Isaac del Toro vince la Milano - Torino 2025 (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 15 MARZO 2025: 6a TAPPA TIRRENO-ADRIATICO

ottobre 30, 2025 by Redazione  
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Juan Ayuso è annunciato da tempo con uno dei grandi favoriti per la vittoria finale al Giro d’Italia. Mancano ancora due mesi alla Corsa Rosa ma il corridore spagnolo dimostra che le speranze in lui non sono mal riposte e si impone nella principale corsa a tappe italiana dopo il Giro, la Tirreno-Adriatico. Sua la vittoria nella tappa più impegnativa, la sesta con arrivo in salita a Frontignano, con la conquista della maglia azzurra di leader della classifica che vestirà anche 24 ore più tardi al termine della conclusiva frazione di San Benedetto del Tronto

AYUSO SENZA RIVALI ALLA TIRRENO-ADRIATICO, VITTORIA NELLA TAPPA REGINA E IPOTECA NELLA CORSA DEI DUE MARI

Juan Ayuso (UAE Emirates XRG) si va a prendere l’arrivo in salita di Frontignano nella tappa regina della Tirreno Adriatico 2025, lo spagnolo finalizza il lavoro perfetto dei suoi compagni di squadra andando a vestire così la maglia azzurra, al secondo posto si piazza Tom Pidcock (Q36.5), terzo Jai Hindley (Red Bull-Bora-hansgrohe). Oggi classica chiusura a San Benedetto del Trono con l’arrivo destinato alle ruote veloci.

Da Cartoceto all’arrivo in salito di Frontignano la Tirreno Adriatico 2025 cercava il suo padrone visto l’esiguo vantaggio alla partenza di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) su Juan Ayuso (UAE Emirates XRG) in classifica generale. Ma prima della battaglia finale la tappa ha vissuto per buona parte dell’azione in fuga promossa da Samuele Battistella (EF Education – EasyPost) a cui si sono agganciati anche Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Jasper Stuyven (Lidl-Trek), Andrea Pietrobon (Team Polti VisitMalta) e Magnus Cort (Uno-X Mobility). Non gente qualunque ma atleti che ben sanno leggere ed interpretare la possibilità di vittoria di una tappa, per loro la speranza è corsa nella corsa. Il gruppo inizialmente lascia fare tanto che il rallentamento del gruppo dei migliori fa si che nasca un contrattacco grazie a Benjamin Thomas (Cofidis) e Chris Hamilton (Team Picnic PostNL) che nell’arco di una ventina di chilometri rientrano sui battistrada, altri nuovi buoni che alimentano la speranza di buona riuscita della fuga. Il gruppo dopo la prima ora di corsa scivola a 3’ di ritardo, a questo punto i primi movimenti in testa a chi insegue sono svolti dalla Q36.5 Pro Cycling e dalla UAE Team Emirates – XRG ma nonostante ciò l’andatura resta bassa, a testimonianza del fatto che a 100 Km di gara il vantaggio è salito a 4’:30”. Il discorso cambia con l’arrivo in testa del plotone della Red Bull – Bora – hansgrohe ed infatti al traguardo volante di Pieve Torina gli inseguitori rosicchiano quasi una trentina di secondi. La tappa non vive di forti emozioni, se non all’attacco della salita finale con i battistrada che vi arrivano con solo 1’ di vantaggio, a dar man forte all’inseguimento anche il contributo della Bahrain-Victorious che aggredisce in testa la salita che porta all’arrivo, la fuga inizia così a perdere speranze e uomini, infatti i primi ad alzare bandiera bianca sono Andrea Pietrobon e Benjamin Thomas al contrario Andrea Vendrame prova uno scatto in solitaria ma più per scuotere i compagni di avventura rimasti, all’italiano non risponde nessuno e viene subito riassorbito poco dopo. Il gruppo dei migliori è ora tirato da Isaac del Toro (UAE Emirates XRG) che con un gran ritmo recupera secondi preziosi per un gruppo che inizia a perdere i velocisti. L’azione del messicano prosegue fino ai 4 chilometri dall’arrivo, il testimone è preso dal compagno di squadra Juan Ayuso (UAE Emirates XRG) che si porta prima in testa e subito dopo piazza il primo scatto, allo spagnolo si francobollano Tom Pidcock (Q36.5), Jai Hindley (Red Bull-Bora-hansgrohe) e Mikel Landa (Soudal Quick-Step). Restano più indietro invece Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), Derek Gee (Israel-Premier Tech) e Ben Healy (EF Education-EasyPost). La maglia azzurra di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) scivola in fondo al gruppetto rimasto, per staccarsi poco dopo e salire del proprio passo. In testa Ayuso mette giù uno scatto, poi un secondo ed un terzo, al quarto lo spagnolo fa il vuoto quando mancano poco più di 2 Km all’arrivo. Il talento della UAE Emirates XRG va via tutto solo ed alza le braccia al cielo in cima a Frontignano, Pidcock chiude secondo insieme a Hindley, distanziati di 13”, due secondi dopo arriva Mikel Landa (Saudal – Quick Step) mentre Tiberi e Gee chiudono a 20”. L’ex maglia azzurra arriva a 50” e, nonostante ciò, riesce a conservare la terza posizione in classifica generale che vede Ayuso nuova maglia azzurra seguito da Antonio Tiberi Bahrain-Victorious a 37”, Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) appunto è terzo a 38”, quarto Derek Gee (Israel Premier Teck) a 42” mentre in quinta posizione troviamo Jai Hindley (Red Bull-Bora-hansgrohe a 53”. Classifica generale che sostanzialmente resterà invariata quest’oggi dopo l’arrivo classico a San Benedetto del Tronto che chiama all’appello i velocisti.

Antonio Scarfone

Juan Ayuso esulta a Frontignano, sua la tappa regina della Tirreno Adriatico 2025 (Photo credit: Getty Images)

Juan Ayuso esulta a Frontignano, sua la tappa regina della Tirreno Adriatico 2025 (Photo credit: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 12 MARZO 2025: 4a TAPPA PARIGI-NIZZA

ottobre 29, 2025 by Redazione  
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La stagione dei Grandi Giri deve ancora iniziare, ma a marzo ve viene proposta una succulente anteprima con la Parigi-Nizza, la Tirreno-Adriatico e il Giro di Catalogna. In tutte e tre le corse la UAE lascerà il segno, anche se solamente la “Corsa dei due mari” sarà conquistata da un corridore della formazione emiratina. In ordine di tempo il primo UAE a farsi notare in questo trittico è il portoghese João Almeida, che alla Parigi-Nizza si impone in salita nella stazione di sport invernali della Loge des Gardes; alla fine della corsa il portoghese dovrà accontentarsi del quinto posto in classifica a 2′40″ dallo statunitense Matteo Jorgenson

ALMEIDA E VINGEGAARD, SHOW TRA NEVE E GRANDINE. TAPPA AL PORTOGHESE, MAGLIA AL DANESE

In una quarta tappa della Parigi – Nizza funestata dalle pessime condizioni meteo, con la corsa sospesa e poi ripresa nel finale, il testa a testa nella salita conclusiva de La Loge des Gardes premia Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), abile e astuto a rientrare su Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) ed a superarlo in vista del traguardo. Il danese si accontenta comunque della maglia gialla

La quarta tappa della Parigi – Nizza 2025 da Vichy a La Loge des Gardes ci aiuterà a capire quali sono i veri pretendenti alla vittoria finale, anche perchè la cronosquadre di ieri ha lasciato la classifica generale in una situazione ancora piuttosto indefinita. Anche se Matteo Jorgenson e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Lease a Bike) iniziano ad avere un buon vantaggio sui diretti avversari, c’è ancora da capire in casa Visma qual è il reale leader della formazione olandese. E allora i sei gpm di oggi potranno venirci in soccorso, così come le tattiche di squadra che dovrebbero portare ad una bella lotta sulle salite odierne, specialmente l’ultima che misura 6.7 km ed ha una pendenza media del 7.1% con frequenti tratti in doppia cifra. Dopo una ventina di km dalla partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di otto ciclisti ovvero Ben Swift (Team INEOS Grenadiers), Thibault Guernalec (Team Arkea B&B Hotels), Vincenzo Albanese (Team EF Education EasyPost), Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility), Sylvain Moniquet (Team Cofidis), Dion Smith (Team Intermarché Wanty), Thomas Gachignard (Team TotalEnergies) ed Edward Planckaert (Team Alpecin Deceuninck). Gachignard scollinava in prima posizione sul gpm della Côte de Lavoine posto al km 33.6. Dopo 55 km il vantaggio degli otto battistrada sul gruppo maglia gialla era di 2 minuti e 35 secondi. Gachignard collinava in prima posizione anche sul gpm della Côte de la Bruyère posto al km 79.3. Una caduta a 58 km dalla conclusione costringeva al ritiro Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious). Gachignard intando si aggiudicava anche i due successivi gpm della Côte de la Croix Bruyère e della Côte du Canon , posti rispettivamente a al km 112.5 ed al km 137.3. Dopo una sospensione della corsa per grandine e neve, si ripartiva con un forcing del gruppo maglia gialla che in breve tempo rosicchiava secondi su secondi ai fuggitivi, che erano aumentati grazie alla presenza di Tobias Foss e Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers). Leknessund vinceva il traguardo volante di Le Mayet-de-Montagne posto al km 137.3. Gachignard si imponeva ancora sul quinto gpm della Côte de la Chabanne posto al km 151. All’inizio della salita finale de La Loge des Garde il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era di 40 secondi. Foss attaccava e restava da solo in testa. Il ciclista norvegese aveva 14 secondi di vantaggio sul gruppetto dei migliori a 3 km dalla conclusione. Foss veniva raggiunto e superato da Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e da Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious). Il ciclista danese allungava a sua volta provando a fare il vuoto quando mancavano poco meno di 2 km alla conclusione. L’azione si Vingegaard però si appesantiva proprio nell’ultimo km ed ad approfittarne era Joao Almeida (UAE Team Emirates) che proprio in vista del traguardo raggiungeva il danese e lo superava, andando a vincere proprio davanti a lui. Terzo era Mattias Skjelmose (Team Lidl Trek) a 2 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Martinez in quarta posizione e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) in quinta posizione a 6 secondi di ritardo da Almeida. Per Almeida è la prima vittoria stagionale mentre Vingegaard è la nuova maglia gialla con 5 secondi di vantaggio su Jorgenson e 33 secondi di vantaggio su Skjelmose. Domani è in programma la quinta tappa da Saint-Just-en-Chevalet a La Côte-Saint-André di 2023.3 km. Sarà un’altra frazione dall’andamento ’saliscendente’ con sette gpm categorizzati, che hanno l’aspetto vero e proprio delle côte ardennesi. Ed anche domani come oggi il punto clou è nel finale con la Côte de Notre-Dame-de-Sciez, un muro vero e proprio di 1.7 km al 10.8 %, al termine del quale è situata la linea del traguardo.

Antonio Scarfone

Almeida vince a La Loges des Gardes (www.uaeteamemirates.com)

Almeida vince a La Loges des Gardes (www.uaeteamemirates.com)

UNA STAGIONE UAE – 8 MARZO 2025: STRADE BIANCHE

ottobre 28, 2025 by Redazione  
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Paganini non ripete, Pogacar sì. Dopo aver vinto l’edizione dell’anno precedente con una fuga di quasi 80 Km, Pogacar concede il bis alla Strade Bianche, stavolta con un tentativo iniziato assieme ad altri due corridori a 70 Km dal traguardo di Siena e condito da una caduta che avrebbe potuto compromettere le sue possibilità di vittoria.

L’ONDA POGACAR SI ABBATTE ANCORA SULLE STRADE BIANCHE

Nonostante una caduta rocambolesca in una discesa a circa 50 kn dall’arrivo, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) risale in bici, va a riprendere Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling), lo supera e lo lascia al palo a 18 km dall’arrivo, andando a vincere in solitaria la sua terza Strade Bianche

La diciannovesima edizione delle Strade Bianche può proiettare a ben diritto Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) nella hall of fame di questa corsa, ancora relativamente giovane ma dall’appeal già consolidato di Monumento. In caso di vittoria, lo sloveno raggiungerebbe Fabian Cancellara in vetta al numero di vittorie. Del resto, la superiorità schiacciante con cui Pogacar ha vinto e dominato sia nel 2022 che nel 2024 non lascia molto spazio all’immaginazione. Gli avversari più temibili per lo sloveno saranno Thomas Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling), vincitore nel 2023, Toms Skujins (Team Lidl Trek), primo degli umani nel 2024, Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling), Christian Scaroni (Team XDS Astana), risultati alla mano uno dei migliori ciclisti del 2025, Mathias Vacek (Team Lidl Trek), Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Pello Bilbao e Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Romain Grégoire e Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Ben Haly (Team EF Education EasyPost), eccetera, eccetera. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di dieci ciclisti: Johan Price-Pejtersen (Team Alpecin Deceuninck), Stan Dewulf (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Connor Swift (Team INEOS Grenadiers), Simone Petilli (Team Intermarché Wanty), Albert Withen Philipsen (Team Lidl Trek), Mark Donovan (Team Q36.5 Pro Cycling), Pepijn Reinderink (Team Soudal Quick Step), Anders Foldager (Team Jayco AlUla) e Fabian Weiss (Team Tudor Pro Cycling). Dopo 90 km il vantaggio dei dieci battistrada era di 3 minuti e 50 secondi. Erano ovviamente gli uomini dell’UAE Emirates XRG a dettare il ritmo in testa al gruppo. A 90 km dalla conclusione restavano in testa in sei: Askey, Swift, Donovan, Reinderink, Foldager e Weiss. Il gruppo inseguitore era segnalato a 1 minuto e 50 secondi di rotardo mentre si avvicinava uno degli sterrati più lunghi e più impegnativi, quello di Monte Sante Marie. Pogacar e Pidcock si avvantaggiavano e dopo aver raggiunto i sei battistrada a 77 km dalla conclusione tiravano dritto. Swift rientrava sui due battistrada a 73 km dalla conclusione. Alle spalle dei tre uomini di testa si era formato un altro terzetto che comprendeva Roger Adriá (Team Redbull BORA Hansgrohe), Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck) e Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious). Questi tre venivano ripresi da Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Tim Wellens (UAE Team Emirates XRG), Ben Haely e Michael Valgren (Team EF Education EasyPost), Lennert van Eetvelt (Team Lotto) e Magnus Cort Nielsen (Tean Uno X Mobility). Prima dello sterrato di Colle Pinzuto Pogacar scivolata in una curva verso sinistra rimanendo attardato. Pidcock si avvantaggiava sullo sloveno e su Swift. Pogacar riprendeva Pidcock a 46 km dall’arrivo. Sulla seconda ascesa di Colle Pinzuto Pogacar accelerava e staccava Pidcock. Gli ultimi 18 km erano una cavalcata trionfale per lo sloveno che andava a vincere in solitaria – come nel 2022 e nel 2024 – con 1 minuto e 24 secondi di vantaggio su Pidcock. Terzo era Tim Wellens a 2 minuti e 12 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Ben Healy in quarta posizione e Pello Bilbao in quinta posizione. Per Pogacar è la terza vittoria stagionale e nella Milano – Sanremo, suo prossimo impegno, sarà ancora una volta protagonista.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la sua terza Strade Bianche (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince la sua terza Strade Bianche (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 5 MARZO 2025: TROFEO LAIGUEGLIA

ottobre 27, 2025 by Redazione  
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Pochi giorni dopo essersi imposti in terra di Francia lo spagnolo Ayuso lascia il segno anche nella gara d’apertura del calendario italiano, il tradizionale Trofeo Laigueglia, regolando in volata un gruppetto di 4 corridori

AYUSO PORTA IL LAIGUEGLIA IN SPAGNA, BATTUTO SCARONI

Nella 62° edizione della corsa che apre il calendario ciclistico italiano Juan Ayuso (UAE Team Emirates) si impone in una volata ristretta davanti a Christian Scaroni (Team XDS Astana) e Micahel Storer (Team Tudor Pro Cycling). È la prima vittoria di uno spagnolo al Laigueglia

Il calendario ciclistico italiano scatta come da tradizione con il Trofeo Laigueglia, corsa di 197 km il cui percorso abbraccia per la maggior parte l’entroterra savonese e specialmente nel finale si conclude sulla riviera. Non mancano le insidie altimetriche con la prima tre quarti di corsa caratterizzata dai gpm di Cima Paravenna e di Testico. Il finale è invece vedrà protagonista il circuito conclusivo di Laigueglia da affrontare quattro volte con le altrettanto quadruple scalate di Colla Micheri e Capo Mele. La fuga di giornata, partita dopo una decina di km, vedeva la presenza di Victor Guernalec (Team Arkea B&B Hotels), Kevin Colleoni (Team Intermarchè Wanty), Asbjørn Hellemose (Team Jayco AlUla), Matteo Badilatti (Team 36.5 Pro Cycling), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta), Odd Christian Eiking (Team UnibetTietema Rockets), Alex Tolio (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Johan Meens (Team Wagner Bazin WB) e Lorenzo Nespoli (Team MBH Bank Ballan CSB). All’inizio della prima salita verso Cima Paravenna il vantaggio dei nove battistrada sul gruppo tirato dall’UAE Team Emirates XRG era di 3 minuti 30 secondi. Dopo lo scollinamento di Cima Paravenna il Team INEOS Grenadiers dava man forte all’UAE Team Emirates Xrg in testa al gruppo e così il vantaggio della fuga iniziava a scendere. All’inizio del successivo gpm del Testico il vantaggio della fuga era di nuovo aumentato a oltre 3 minuti. Dopo lo scollinamento dal Testico anche il Team EF Education EasyPost si metteva a tirare in testa al gruppo inseguitore anche se Lukas Nerurkar, uno dei possibili protagonisti della squadra statunitense, era costretto al ritiro dopo una caduta. A 60 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti. A 40 km dalla conclusione dopo le prime scalate di Colla Micheri e Capo Mele restavano in testa Eiking, Bais, Badilatti, Colleoni e Tolio. I primi movimenti nel gruppo portavano la fima di Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels) e Louis Barré (Team Intermarché Wanty). Igor Arrieta (UAE Team Emirates XRG) si sacrificava a tirare nelle prime posizioni di quel che restava del gruppo dei migliori. A 20 km dal traguardo erano una ventina i ciclisti in testa alla corsa. Era il momento dell’attacco di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che trascinava con sé un indomito Christian Scaroni (Team XDS Astana). I due battistrada venivano raggiunti da Neilson Powless (Team EF Education Easy Post) e Micahel Storer (Team Tudor Pro Cycling). Dopo il quarto ed ultimo scollinamento da Colla Michieri restavano in testa Ayuso, Scaroni e Powless. Anche Storer rientrava sul terzetto di testa proprio in vista dell’ultimo km. Nella volata a quattro si imponeva Ayuso davanti a Scaroni mentre Storer era terzo e Powless Quarto. A 3 secondi di ritardo chiudeva la top five Giovanni Carboni (Team Unibet Tietema Rockets). Nella top ten si segnavano anche il settimo posto di Andrea Bettiol (Team XDS Astana) a 23 secondi di ritardo da Ayuso ed il decimo posto di Simone Gualdi (Team Intermarché Wanty) a 23 secondi di ritardo da Ayuso. Per il 22enne spagnolo dell’UAE Team Emirates XRG si tratta della seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta alla Faun Drôme Classic e sarà certamente uno degli uomini da tenere in considerazione alla prossima Tirreno – Adriatico. Per la Spagna, invece, si tratta della primo successo in questa corsa, che lo stesso Ayuso aveva già sfiorato nel 2022, quando si era piazzato secondo alle spalle dello sloveno Jan Polanc, e lo scorso anno, preceduto dal francese Lenny Martinez e dall’italiano Andrea Vendrame. Prima di lui un solo altro spagnolo era riuscito a salire sul podio a Laigueglia, quando nel 2011 Ángel Vicioso si era piazzato terzo dietro Daniele Pietropolli e Simone Ponzi.

Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince la 62° edizione del Trofeo Laigueglia (foto: Getty Images)

Juan Ayuso vince la 62° edizione del Trofeo Laigueglia (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 2 MARZO 2025: FAUN DRÔME CLASSIC

ottobre 26, 2025 by Redazione  
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Una delle punte della UAE era Juan Ayuso, giovane e promettente corridore spagnolo la cui stagione 2025 è stata caratterizzata da alti a bassi, questi ultimi concretizzatisi anche a causa della convivenza nel pollaio emiratino con galli del calibro di Tadej Pogacar e dell’emergente messicano Isaac Del Toro. Alla fine è stata inevitabile la rescissione dal contratto: e pensare che la stagione del corridore iberico era iniziata con il piede giusto con la vittoria nella semiclassica francese Faun Drôme Classic

DRÔME CLASSIC, ASSOLO DI AYUSO

Juan Ayuso trionfa nella classica animata da un appassionante duello a distanza con Mathias Skjelmose

L’azione decisiva è arrivata a circa 40 chilometri dal traguardo, quando Ayuso ha sferrato un attacco deciso sul Col de la Grande Limite. Mathias Skjelmose (Lidl-Trek) ha reagito dopo qualche esitazione, riducendo il distacco fino a 20 secondi, ma nel finale lo spagnolo ha trovato le energie per consolidare il suo vantaggio e tagliare per primo il traguardo di Étoile-sur-Rhône, conquistando così il suo primo successo della stagione 2025.
Alle loro spalle, Ben Tulett (Visma | Lease a Bike) ha saputo imporsi nello sprint del gruppo, chiudendo in terza posizione sulla Côte Chaude e completando così il podio. Buona prestazione anche per Andrea Bagioli (Lidl-Trek), che ha terminato quinto, mentre Lorenzo Fortunato (XDS Astana) si è assicurato un posto nella top ten.

Lorenzo Alessandri

Juan Ayuso esulta in solitaria. Photo Credit: Getty Images

Juan Ayuso esulta in solitaria. Photo Credit: Getty Images

UNA STAGIONE UAE – 23 FEBBRAIO 2025: 7a TAPPA UAE TOUR

ottobre 25, 2025 by Redazione  
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Dopo essersi imposto 4 giorni prima sulla Jebel Jais Tadej Pogacar si conferma anche nella frazione conclusiva dell’UAE Tour, al termine dell’ascesa della Jebel Hafeet. Per lo sloveno si tratta del primo successo stagionale in una corsa a tappe, prime delle vittorie estive al Delfinato e al Tour de France

POGACAR, SHOW SULLA JEBEL HAFEET. LO SLOVENO VINCE L’UAE TOUR 2025

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) scatta a 7 km dall’arrivo e spiana la salita di Jabel Hafeet sulla quale vince in solitaria. Buon secondo posto per Giulio Ciccone (Team Lidl Trek). Pogacar vince il suo terzo UAE Tour

Nella settima ed ultima tappa dell’UAE Tour 2025 va di scena la battaglia finale tra gli uomini di classifica sulla salita di Jabel Hafeet sulla quale è posta la linea del traguardo. Sono quasi 11 km al 6.7% di pendenza media e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) parte come naturale favorito non solo per la vittoria della breve corsa emiratina ma anche per la tappa stessa. I primi km della tappa vedevano molti attacchi e si avvantaggiava un maxi gruppo di una quarantina di ciclisti dove erano presenti la maggior parte degli uomoni di classifica. Jonathan Milan (Team Lidl Trek) vinceva il traguardo volante di Al Ain Cycle Club posto al km 61.6. Milan si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Green Mubazzarah posto al km 162.1. All’inizio della salita conclusiva verso Jebel Hafeet iniziavano il gruppo di testa iniziava a ridursi e tra i primi a rialzarsi era proprio Milan. A poco meno di 8 km dall’arrivo Pogacar aumentava i giri del suo motore e se ne andava in solitaria. A 5 km dall’arrivo il ciclista sloveno aveva 25 secondi di vantaggio su Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) ed Oscar Onley (Team Picnic PostNL). Dopo un paio di km Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) sostituiva Onley nella coppia all’inseguimento di Pogacar. Pogacar andava a vincere in solitaria con 33 secondi di vantaggio su Ciccone e 35 secondi di vantaggio su Bilbao. Ivan Romeo (Team Movistar) era quarto 49 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Oscar Onley in quinta posizione a 1 minuto e 16 secondi di ritardo da Pogacar che ottiene la seconda vittoria stagionale e vince il suo terzo UAE Tour dopo quelli del 2021 e del 2022. Per quanto riguarda le altre classifiche Jonathan Milan vince quella a punti, Iván Romeo vince quella dei corridori più giovani ed il Team Movistar vince la classifica a squadre.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince su Jabel Hafeet (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince su Jabel Hafeet (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 20 FEBBRAIO 2025: 2a TAPPA VOLTA AO ALGARVE

ottobre 24, 2025 by Redazione  
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Ventiquattrore dopo l’affermazione di Pogacar sulla Jebel JaisJan Christen risponde al successo dello sloveno imponendosi nella tappa regina della Volta ao Algarve. Per il corridore elvetico si tratta del secondo (ed ultimo) successo stagionale dopo il Trofeo Calvià, anche se poi nella decisiva cronometro conclusiva dell’Alto do Malhão dovrà cedere le insegne del primato al danese Jonas Vingegaard.

JAN CHRISTEN VINCE A SULL’ALTO DA FOIA ED E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA

UAE Emirates XRG protagonista della seconda tappa della Volta ao Algarve con tre ciclisti nei primi cinque classificati. Jan Christen vince davanti al compagno di squadra Joao Almeida ed indossa la maglia gialla di leader della classifica generale. Un po’ in ombra gli attesi Vingegaard e Roglic

Dopo il pazzesco finale della prima tappa e la neutralizzazione dei tempi La Volta ao Algarve 2025 riparte da Lagoa con una tappa che può già dire molto in ottica classifica generale. L’arrivo sull’Alto da Foia dopo oltre 177 km vede in particolare gli ultimi 35 km con tre gpm di difficoltà crescente e i ciclisti già dovranno ‘riscaldarsi’ nella prima parte di tappa con i primi due gpm di Picota e di Alferece. La fuga di giornata si concretizzava dopo una decina di km dalla partenza grazie all’azione di nove ciclisti ovvero Tobia Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Brent van Moer (Team Lotto), Iuri Leitao (Team Caja Rural Seguros RGA), Fabio Costa (Team Anicolor/Tien 21), Leangel Ruben Linarez e Guilherme Lino (Team Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua), André Carvalho (Team Efapel Cycling), Hugo Nunes (Team Credibom / LA Alumínios / Marcos Car) e German Nicolas Tivani (Team Aviludo – Louletano – Loulé). Dopo 20 km il vantaggio dei nove battistrada era di circa 3 minuti. Tivani scollinava in prima posizione sul primo gpm di Picota posto al km 36.6. Le squadre più attive all’inseguimento erano Visma Lçease a Bike e Redbull BORA Hansgrohe. Tivani si aggiudicava anche il secondo gpm di Alferece posto al km 99 mentre il gruppo dei fuggitivi si era ridotto a cinque unità. Oltre a Tivani erano ancora presenti in testa alla corsa Bayer, Van Moer, Nunes e Carvalho. Ad una cinquantina di km dalla conclusione si facevano vedere in testa al gruppo anche gli uomini della Bahrain Victorious, dell’EF Education EasyPost e della Soudal Quick Step. Tivani scollinava per primo anche sul gpm di Marmelete posto al km 141.5 mentre sul successivo traguardo volante di Monchique posto al km 155.4 era Bayer a transitare per primo. Nunes era l’ultimo fuggitivo ripreso dal gruppo a 21 km dalla conclusione. Sulle prime rampe del gpm di Pomba il gruppo di allungava vistosamente. Era la Redbull BORA Hansgrohe a fare il ritmo in testa al gruppo. All’inizio della salita finale dell’Alto da Foia in testa si formava un gruppo di sei ciclisti ovvero Jan Christen (UAE Team Emirates XRB), Ben Tulett (Team Visma Liase a Bike), Laurens De Plus (Team INEOS Grenadiers), Remi Rochas (Team Groupama FDJ), Luca Vergallito (Team Alpecin Deceuninck) e Neilson Powless (Team EF Educatione EasyPost). De Plus accelerava a 5 km dalla conclusione e con sé si trainava Christen, Vergallito e Powless. I quattro ciclisti avevano poco meno di 20 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore a meno di 2 km dalla conclusione. All’inizio dell’ultimo km Christen accelerava e restava da solo in testa. Il compagno di squadra Joao Almeida era autore di una progressione eccezionale che gli consentiva di raggiungere Christen proprio in vista del traguardo ma il portoghese lasciava correttamente la vittoria a Christen. De Plus chiudeva in terza posizione a 7 secondi di ritardo da Christen. Completavano la top five Romain Bardet (Team Picnic PostNL) in quarta posizione ed Antonio Morgado (UAE Team Emirates) in quinta posizione, entrambi a 10 secondi di ritardo da Christen. Vergallito, primo italiano all’arrivo, era settimo a 11 secondi di ritardo da Christen mentre gli attesi Vingegaard e Roglic, nonostante qualche breve accelerazione nel finale, non facevano meglio di un sesto e di un nono posto. Christen ottiene la seconda vittoria stagionale dopo quella di fine gennaio al Trofeo Calvià. Il ciclista svizzero è la nuova maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Almeida e 13 secondi di vantaggio su De Plus. Domani la terza tappa da Vila Real Santo António a Tavira di 183.5 km vedrà quasi sicuramente un arrivo in volata anche perchè i facili gmp di terza categoria di Mercador e di Faz Fato saranno superati con una certa nonchalance dai velocisti presenti.

Antonio Scarfone

Jan Christen vince sullAlto da Foia (foto: Getty Images)

Jan Christen vince sull'Alto da Foia (foto: Getty Images)

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