TRIS DI VAN DER POEL AL VELODROMO, UNA CADUTA IMPEDISCE A POGACAR DI GIOCARSI LA ROUBAIX
aprile 13, 2025 by Redazione
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Come Francesco Moser Van der Poel conquista la “reine” per la terza volta consecutiva approfittando di una caduta di Pogacar, in compagnia del quale era in testa alla corsa, e andando poi ad incrementare il vantaggio sullo sloveno, che paga anche lo sforzo del tentativo di rientro.
Sino ad oggi era opinione comune che l’unica monumento che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non potesse vincere fosse la Parigi-Roubaix, per via di un tracciato che non sembrava sorridere alle caratteristiche del fuoriclasse sloveno, che infatti non vi aveva mai preso parte.
Quando l’iridato diede l’annuncio della sua partecipazione all’edizione 2025, però, qualcuno osservò che il capitano della UAE non si presenta alle corse importanti se non per provare a vincerle.
Oggi Pogacar ha dimostrato di poter competere senza problemi per la vittoria di questa monumento che, assieme alla Sanremo, manca al suo palmares, anche se è stato proprio un suo errore in un momento decisivo della corsa a tagliarlo fuori dai giochi. Senza la caduta a 38 chilometri dal traguardo il campione del mondo avrebbe certamente dato il via ai fuochi d’artificio sulle pietre del Carrefour de l’Arbre insieme al suo avversario Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e forse la corsa si sarebbe decisa nel velodromo, dove comunque l’olandaese avrebbe avuto dalla sua il favore del pronostico.
La caduta di Pogacar è stata certamente un errore del campione del mondo, che è arrivato troppo veloce sulla curva e forse ha anche sbagliato nella frenata andando a ribaltarsi, cosa che poi ha avuto come conseguenza un maggiore tempo per rimettersi in strada.
Nei primi chilometri dell’inseguimento l’iridato sembrava in grado di poter rientrare ma, arrivato a 12 secondi dal suo avversario, ha iniziato pian piano a perdere secondi fino a che, dopo un cambio di bici dovuto probabilmente a una foratura, il distacco è lievitato diventando impossibile da colmare, specialmente nei confronti di un uomo come Van der Poel.
Da lì in poi, Pogacar ha pagato lo sforzo del tentativo di rientro ed è andato in difficoltà anche dal punto di vista nervoso, come confermato anche dall’avvicinamento del terzetto inseguitore che ha ripreso oltre la metà del gap esistente prima della caduta.
Lo stesso cambio di bicicletta testimonia il fatto che il fuoriclasse sloveno avesse tirato un po’ i remi in barca, poichè non è sembrato affatto affrettato, nemmeno per la foga agonistica, segno che aveva ormai archiviato la possibilità di vittoria.
In ogni caso ha disputato una grande gara, portando attacchi da molto lontano come suo solito su un terreno che in teoria non sarebbe il suo.
Se quest’anno la corsa è esplosa già prima della foresta di Arenberg, cosa che non accadeva da anni, il merito è stato proprio dell’attacco di Pogacar, che è andato a frantumare gli avversari. Dopo il settore di Mons-en-Pévèle è rimasto da solo con Van der Poel e purtroppo la caduta ci ha impedito di vedere un duello che sarebbe stato memorabile sul Carrefour de l’Arbre.
Il vincitore è stato, invece perfetto, rispondendo a tutti gli attacchi dello sloveno e provando a sua volta accelerazioni brutali che hanno disintegrato la resistenza degli avversari.
Dopo la foratura di Mads Pedersen (Lidl – Trek), solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) era riuscito ad accordarsi ma, in seguito alle accelerazioni dei due campioni scatenati nel settore di Mons-en-Pévèle, anche il secondo classificato nelle ultimie due edizioni ha dovuto mollare, venendo poi riassorbito e staccato dagli inseguitori.
Nota di merito per Pedersen, non solo per la conquista del podio ma soprattutto perché sembrava in grado di poter competere con i due fenomeni, andando addirittura ad accender per primo le polveri. Fino alla foratura aveva risposto molto bene agli attacchi e comunque, anche nella sfortuna, si è fatto carico di condurre l’inseguimento per lunghi tratti; inoltre nel finale, dopo aver anche provato ad andar via e a recuperare su Pogacar, è andato a conquistare lo sprint valevole per l’ultimo gradino del podio davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), oggi un po’ sottotono, e a Florian Vermeersch (UAE Team Emirates – XRG).
Dopo 23 chilometri di corsa si forma una fuga di 8 uomini, che arriveranno ad accumulare un vantaggio di poco superiore ai tre minuti: sono Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull – Bora – hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Cycling Team), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets).
Nei chilometri immediatamente precedenti al primo settore di pavè si registrano numerose cadute, tra le quali vale la pena di segnalare quelle di Van Aert e Philipsen. Mentre il primo rientra agevolmente, il velocista dell’Alpecin si ritrova staccato di un minuto insieme a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che accusa anche un problema meccanico nel primo settore di pavè, proprio mentre i suoi compagni erano in testa al gruppo.
L’inseguimento si rivela molto faticoso a causa degli alti ritmi imposti in gruppo dalla Lidl-Trek e solo un successivo rallentamento consente ai due gruppi di riunirsi a 125 Km dalla conclusione.
Nel settore di pavè numero 20, iniziano a muoversi i big: il primo è Pedersen e a quel punto Pogacar a Van der Poel non si fanno pregare e accelerano a loro volta, spezzando il gruppo. Alle spalle dei battistrada, all’ingresso nella foresta di Arenberg, ci sono Van der Poel, Philipsen, Pedersen, Pogačar, Van Aert, Vermeersch, Mathias Vacek (Lidl-Trek), Nils Politt (UAE Team Emirates XRG), Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike), Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Clément Russo (Groupama-FDJ), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team), Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), Madis Mihkels (EF Education-EasyPost) e Iván García Cortina (Movistar Team) a soli 20 secondi.
Sul più celebre dei trenta settori di pavè i campioni si scatenano e da una girandola di attacchi e contrattacchi esce un quintetto formato da Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Bissegger e Philipsen.
I cinque trovano l’accordo e, a quel punto, si capisce che il vincitore sarà uno di loro. Nel settore verso Sars-et-Rosières Pogacar riparte all’attacco e proprio in quel momento Pedersen perde contatto, vittima di una foratura (sorte che toccherà poco dopo anche a Bissenger). Philipsen è molto bravo a rientrare sulla coppia di testa per stringere Pogacar in una morsa formata dal primo e dal secondo classificato delle ultime due edizioni.
Sfumata la possibilità di vittoria Pedersen, organizza l’inseguimento con Van Aert, Brennan, Bissegger, Vermeersch, Rutsch e Hoelgaard.
Sul settore di Mons-en-Pévèle l’accelerazione di Van der Poel prima e di Pogacar poi porta Philipsen a cedere. Inizialmente Van der Poel sembra volerl aspettare il compagno di squadra per mantenere la superiorità numerica, ma ben presto si rende conto che il collega ha finito la benzina e si decide quindi a collaborare con Pogacar.
Nel settore di pavè poosta tra Pont-Thibault ed Ennevelin, a 38 chilometri dall’arrivo, avviene il fattaccio. Pogacar arriva troppo veloce su una curva e va dritto, sbagliando anche la frenata, andando ad arrotarsi sulla ruota anteriore e finendo per terra. L’errore è piuttosto grave perché, anche avendo sbagliato la curva, poteva comunque evitare di finire a terra danneggiando anche il mezzo e andando a perdere molti secondi.
In un primo momento Pogacar sembra in grado di ricucire il gap ma, dopo alcuni chilometri, comincia ad accusare lo sforzo e una successiva foratura lo mette del tutto fuori dai giochi. Van der Poel, invece, prosegue a tutta e neppure una foratura sul Carrefour de l’Arbre può metterlo in difficoltà.
Pogacar conquista comunque uno spettacolare secondo posto e dimostra che può competere per la vittoria anche in questa corsa, mentre un ottimo Pedersen regola il terzetto inseguitore conquistando il podio.
Il prossimo appuntamento con le monumento sarà il 27 aprile con la Liegi – Bastogne – Liegi, che sarà preceduta il giorno di Pasqua dalla “classica della birra”, l’Amstel Gold Race.
Benedetto Ciccarone

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)
JOAO ALMEIDA VINCE ANCHE AD EIBAR E SIGILLA LA VITTORIA DEL GIRO DEI PAESI BASCHI 2025
Seconda vittoria di tappa per Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) che mette alle corde tutti gli avversari diretti nell’ultima tappa di Eibar, grazie anche all’aiuto di una squadra superlativa. Soltanto Enric Mas (Team Movistar) resiste al ciclista portoghese che vince la sua prima corsa a tappe del 2025
L’ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi da Eibar a Eibar è un concentrato delle difficoltà altimetriche di quel territorio. Salite ripide su strade strette con i ciclisti pronti a darsi battaglia già da subito, visto che nei primi 30m km svetta il gpm di Azurki – preceduto da quello meno impegnativo di Elkorrieta – che già potrebbe fare una certa selezione se il gruppo decidesse di iniziare la tappa a tutta velocità. La partenza questa volta era abbastanza tranquilla ed il gruppo affrontava compatto il primo gpm di Elkorrieta sul quale scollinava in prima posizione Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Era invece sul successivo gpm di Azurki che provava ad evadere una fuga abbastanza numerosa composta da ventidue ciclisti ovvero Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Finlay Pickering (Team Bahrain Victorious), Ion Izagirre e Sergio Samitier (Team Cofidis), Callum Scotson e Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Daniel Martinez (Team Redbull BORA Hansgrohe), Pablo Castrillo e Gregor Muhlberger (Team Movistar), Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Jordan Jegat (Team TotalEnergies), Warren Barguil e Guillermo Martinez (Team Picnic PostNL), Romani Gregoire (Team Groupama FDJ), Txomin Juaristi (Team Euskaltel Euskadi), Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step), Unai Iribar (Team Kern Pharma), Davide De Pretto e Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) e Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling). Armirail scollinava in prima posizione sul gpm di Azurki posto al km 24.9. Il ciclista francese scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm di Krabelin posto al km 46.7. Armirail continuava nella sua azione e restava a lungo in testa da solo e scollinava iin prima posizione anche sul gpm di Trabakua posto al km 69.4. Il francese veniva ripreso da dieci ex compagni di fuga prima della scalata verso il successivo gpm di Karabieta, sul quale era ancora lui a scollinare per primo. Jegat si aggiudicava il primo traguardo volante di Eibar posto al km 109.1. Sulla salita di Izua la corsa esplodeva, complice anche una scivolata nel gruppo maglia gialla che coinvolgeva tra gli altri Wilco Kerderman (Team Visma Lease a Bike) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Healy restava da solo in testa e scollinava in prima posizione. Il gruppo di testa che iniziava l’ascesa dell’ultimo gpm di Trabakua era formato da Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Joao Almeida, Marc Soler, Isaac del Toro (UAE Team Emirates XRG), Thibau Nis e Mattia Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Enric Mas (Team Movistar) e Jordan Jegat (Team Total Energies). Nella discesa successiva Skjelmose era vittima di una scivolata a causa della strada viscida e veniva ripreso, dopo essersi rimesso in sella, dal primo gruppo inseguitore con Schachmann e Lipowitz. Nei km finali la strada presentava alcuni saliscendi e Mas ed Almeida si avvantaggiavano ulteriormente, lasciandosi alle spalle Jegat ed Healy. Era una volata a due che premiava Almeida davanti a Mas con Healy terzo a 13 secondi di ritardo. Del Toro era quarto a 28 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Alex Aranburu (Team Movistar) a 58 secondi di ritardo. Simone Velasco (Team XDS Astana) regolava il gruppetto dei ritardatari a 1 minuto e 19 secondi di ritardo da Almeida che vince la seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi 2025 sigillando così una meritata vittoria in classifica generale. Il portognese vince la maglia gialla con 1 minuto e 52 secondi di vantaggio su Mas ed 1 minuto e 59 secondi su Schachman, che sale sul gradino più basso del podio. Per quanto riguarda le altre classifiche Almeida vince anche quella a punti, Armirail vince la classifica dei gpm, Isaac del Toro la classifica dei giovani e la Soudal Quick Step vince in fine la classifica a squadre. Ritroveremo molti protagonisti del Giro dei Paesi Baschi sulle Ardenne nella terza settimana di aprile.
Antonio Scarfone

Joao Almeida vince ad Eibar (foto: Getty Images)
BEN HEALY VINCE A GUERNICA. JOAO ALMEIDA A UN PASSO DALL VITTORIA NEI PAESI BASCHI
Nella penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi, Ben Healy (Team EF Education EasyPost) trova il momento giusto non solo per andare in fuga ma anche per trovare l’azione decisiva che gli permette di andare a vincere in solitaria sul traguardo di Guernica. Joao Almeida (UAE Team Emirates) controlla la corsa senza patemi e domani è il candidato naturale per la vittoria finale
Non sarà dura come quella di ieri, ma la quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2025 ha comunque un suo perchè. Si parte da Urduña e si arriva a Guernica dopo 172.3km. Sono quattro i GPM da affrontare, tutti di terza categoria e tutti compresi nei primi 100 km. Il finale però, pur non avendo GPM categorizzati, presenta molti strappi ripidi, il più impegnativo dei quali da affrontare dopo essere transitati dal secondo traguardo volante di Forua. Ieri Joao Almeida (UAE Team Emirates) ha ipotecato la vittoria della breve corsa a tappe basca ma deve ancora tenere gli occhi bene aperti tra oggi e domani. La fuga di giornata nasceva sul primo gpm di Las Campas dopo circa 18 km. Gli attaccanti erano sei: Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Warren Barguil (Team Picnic PostNL), Julian Alaphilippen (Team Tudor Pro Cycling), Ben Healy ed Alex Baudin (Team EF Education EasyPost). Era Healy a scollinare in prima posizione. Era invece Armirail a vincere il successivo gpm di Sarasola posto al km 60. Dopo 70 km la fuga aveva 2 minuti e 45 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Armirail scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm di Aretxabalgane posto al km 90.6. Baudin vinceva il primo traguardo volante di Arteaga posto al km 115.5. A 55 km dalla conclusione Healy se ne andava tutto lasciandosi alle spalle i suoi compagni di fuga mentre il primo fuggitivo ad essere ripreso al gruppo era Armirail. Healy, dopo aver conquistato il secondo traguardo volante di Forua, iniziava la scalata di Zalobante, nonostante non fosse categorizzato come gpm, con 2 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il ciclista irlandese si avviava alla vittoria solitaria anche perchè il gruppo inseguitore non aveva più stimoli per rientrare sul ciclista di testa. Healy vinceva cosmeritatamente in solitaria sul traguardo di Guernica. Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers), dopo essersi avvantaggiato di qualche metro nei km conclusivi, era secondo a 1 minuto e 49 secondi di ritardo da Healy mentre Simone Velasco (Team XDS Astana) regolava il gruppo maglia gialla in terza posizione a 1 minuto e 52 secondi di ritardo da Healy. Chiudevano la top five Alex Aranburu (Team Movistar) in quarta posizione e Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) in quinta posizione. Per Healy è la prima vittoria stagionale ed è sulla buona strada per fare bene sulle Ardenne. La classifica generale rimane immutata con Almeida sempre in maglia gialla davanti a Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Domani la sesta ed ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi vede come al solito Eibar sede di partenza e di arrivo. I km totali da percorrere sono 153.4 con sette GPM, di cui tre di prima categoria. Ad Almeida basterà non correre rischi e tenere le ruote degli eventuali attaccanti per garantirsi la prima vittoria stagionale di una corsa a tappe. Oltre ai GPM categorizzati dove gli attacchi possono scatenarsi da un momento all’atro, segnaliamo anche il breve ma ripido strappo della Variante Eibar – quasi 500 metri ad olrre il 10% di pendenza media – che è posizionato a 5 km dalla conclusione e che potrebbe riservare qualche ulteriore sorpresa sull’esito della tappa.
Antonio Scarfone

Ben Healy vince a Guernica (foto: Getty Images)
ALMEIDA, ATTO DI FORZA A MARKINA-XEMEIN. IL PORTOGHESE SPIANA IL GPM DI IZUA ED E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Nella quarta tappa Joao Almeida (UAE Team Emirates) compie un vero e proprio capolavoro sul durissimo GPM di Izua, distanziando i diretti rivali pedalata dopo pedalata su pendenze con tratti al 20% e si invola in solitaria andando a vincere sul traguardo di Markina-Xemein. Il portoghese è la nuova maglia gialla e mette una seria ipoteca sulla vittoria del Giro dei Paesi Baschi 2025
Dopo la frizzante terza tappa di ieri, la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi da Beasain a Markina-Xemein di 169.6 km metterà altra carne a cuocere tra i pretendenti alla vittoria finale. Anche oggi sono ben sette i GPM che i ciclisti dovranno scalare ma l’ultimo di questi, l’Alto di Izua a poco più di 10 km dalla conclusione, promette di essere decisivo non solo per la vittoria di tappa ma anche per la lotta tra i big di classifica. Basti pensare che nei primi 2 km e mezzo di salita, che misura in totale 3 km e mezzo, non si scenderà mai sotto il 10% e saranno frequenti i tratti vicini al 20%. Ieri Michael Schachmann (Team Soudal Quick Step) ha dimostrato di essere a suo agio su queste pendenze ed ha conservato meritatamente la maglia gialla, ma oggi, per parafrasare Via col vento, è un altro giorno. Dopo la partenza da Beasain il primo tentativo di fuga era portato ada Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling) e Simon Guglielmi (Team Arkéa B&B Hotels) intorno al km 15. AI due uomini in avanscoperta si univano qualche km più tardi anche Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) e Juri Hollmann (Team Alpecin Deceuninck). Sul primo gpm di Asentzio la fuga veniva ripresa e Marc Soler (UAE Team Emirates XRG) scollinava in prima posizione. Verso il km 50 ci riprovavano in tre: Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Ben Healy (Team EF Education EasyPost) e ancora Schmid. Ad essi si aggregavano Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike), Ander Okamika (Team Burgoa Burpellet BH), Txomin Juaristi (Team Euskaltel Euskadi), Alex Baudin (Team EF Education EasyPost), Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe), Leo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team ) ed Andrea Bagioli (Team Lidl Trek). Healy si aggiudicava il gpm di Muniketagane posto al km 72.3. Il ciclista irlandese si ripeteva sul successivo gpm di Bizkaiako begiratokia posto al km 80.9. Era invece Soler a imporsi sui gpm di Gontzagaraigane, di Lekoitzegane e di Milloi posti rispettivamente al km 87.8, al km 98.9 ed al km 117.4. Prima dell’ascesa decisiva di Izua, Bagioli si aggiudicava il traguardo volante di Mijoa Auzoa e di Elgoibar Sigma posti rispettivamente al km 129.6 ed al km. Il gruppo riprendeva la fuga a circa 3 km dall’inizio della salita di Izua. A fare l’andatura erano in un primo momento gli uomini della Lidl Trez ma dopo qualche decina di metri gli subentravano quelli della Bahrain Victorious. Era Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) che aumentava l’andatura e prendeva un po’ di margine sui diretti inseguitori. Il colombiano veniva raggiunto e superato da Joao Almeida (UAE Team Emirates) che a sua volta si avvantaggiava di qualche metro sui diretti avversari. Almeida allungava ed alle sue spalle si formava un terzetto con Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe), Clement Champoussin (Decathlon AG2R La Mondiale) ed Alex Aranburu (Team Movistar). Almeida scollinava da solo con circa 30 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore, al quale si erano aggregati un’altra decina di ciclisti tra cui la maglia gialla Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step). Almeida andava a trionfare in solitaria sul traguardo di Markina-Xemein. A 28 secondi di ritardo il gruppo inseguitore veniva regolato da Isaac del Toro (UAE Team Emirates) che precedeva Schachmann. Chiudevano la top five Champoussin in quarta posizione ed Aranburu in quinta posizione. Da segnalare il sesto posto di Simone Velasco (Team XDS Astana) nella top ten. Per Almeida è la seconda vittoria stagionale dopo quella nella quarta tappa della Parigi – Nizza. Il portoghese è anche la nuova maglia gialla con 30 secondi di vantaggio su Schachmann e 38 secondi di vantaggio su Lipowitz. Domani è in programma la quinta tappa da Urduña a Gernika-Lumo di 172.3km. I quattro gpm categorizzati che la caratterizzano saranno affrontati tutti entro i primi 100 km ma il finale è comunque impegnativo visto che dopo il secondo traguardo volante di Forua è presente una salita con pendenze interessanti. Se i big di classifica hanno in tenzione di scatenare un’altra bagarre, il terreno per farlo ci sta.
Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Markina-Xemein (foto: Getty Images)
BIS DI MERLIER ALLO SCHELDEPRIJS, TERZO MOSCHETTI
Per il secondo anno consecutivo il velocista belga fa sua la semiclassica belga disputata dalle parti di Anversa. La totale mancanza di salite favorisce la volata finale, nella quale Merlier prevale sul connazionale Philipsen e l’italiano Moschetti
Lo Scheldeprijs, anche noto come “Gran Prix de l’Escaut”, fa parte da sempre (dal 1907) del nutrito gruppo di corse che si disputano nel Nordeuropa tra marzo e aprile e, pur essendo tra le meno prestigiose, vanta comunque un albo d’oro di un certo livello, dove spiccano i nomi di Van Looy, Merckx, Maertens e De Vlaeminck. Lo scarso prestigio di questa corsa deriva del fatto che è tra quelle con meno salite dell’intero circuito ciclistico, salite del resto praticamente sconosciute dalle parti di Anversa, dove la gara si svolge, e difficilmente i brevi tratti di pavé che si troveranno nei pressi del traguardo, dove un circuito di 17 chilometri verrà percorso quattro volte, potranno evitare l’arrivo in volata. Non è infatti un caso che questa corsa sia stata vinta quasi sempre da velocisti puri, fra i quali vanno ricordati i nostri Mario Cipollini e Alessandro Petacchi, il tedesco Mark Kittel (che detiene il record di vittorie con 5 successi), l’australiano Caleb Ewan e l’inglese Mark Cavendish (3 successi). Negli ultimi quattro anni la gara è stata vinta dal belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step, l’anno scorso), dall’altro belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck, 2021 e 2023) e dal norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility, 2022), oggi tutti e tre in gara e largamente favoriti visti i loro notevoli palmarès (che comprendono diverse Monumento e molte tappe in tutti i Grandi Giri), a meno che il tratto di pavé nel circuito finale (1,7 chilometri), che come si diceva verrà ripetuto quattro volte, non faccia un po’ di selezione.
Si parte poco dopo le 13 da Terneuzen, città portuale situata in Olanda, al confine col Belgio, e si arriverà alla periferia di Anversa, nel paese di Schoten, dopo 203 chilometri. Il tempo è buono anche se la temperatura è di soli 12 gradi. Una fuga con otto corridori, dei quali il più noto è forse il francese Baptiste Veistroffer (Lotto), parte dopo soli 4 chilometri e raggiunge rapidamente un vantaggio di oltre 3 minuti. Diversamente da quanto succede di solito in queste gare il gruppo si lancia ben presto all’inseguimento e lo fa con foga tale da spaccarsi in vari tronconi; quello più avanzato, dove sono rimasti una cinquantina di corridori, si riporta sino a una trentina di secondi dai fuggitivi, il cui numero si dimezza strada facendo. A questo punto torna la calma e sia i fuggitivi, sia i gruppi al loro inseguimento proseguono a lungo alla stessa velocità. Dopo 75 chilometri si entra in Belgio, sempre con quattro fuggitivi davanti, mentre permane la divisione del gruppo in vari tronconi. Solo al 90esimo chilometro questi si riuniscono, dopo di che il vantaggio del quartetto torna a crescere, arrivando sino a un massimo di un minuto e venti secondi quando inizia il circuito conclusivo, a 68 chilometri dal traguardo. È a questo punto che la Soudal si dà da fare per recuperare lo svantaggio e portare Merlier alla volata e così a partire dal secondo dei quattro giri in programma i fuggitivi cedono ad uno ad uno. All’inizio del terzo sono rimasti in tre, fra i quali il citato Veistroffer, e mantengono circa 45 secondi di vantaggio; all’inizio del quarto sono rimasti in due, con una manciata di secondi di vantaggio e dopo un solo chilometro il gruppo è nuovamente compatto, salvo dividersi di nuovo quando, a 12 chilometri dalla fine, due corridori si toccano dando il via a una caduta rovinosa che ne coinvolge un’altra quindicina; nella parte anteriore del gruppo, composta da una sessantina di corridori, restano i migliori velocisti. Dopo l’incidente la corsa rimane bloccata sino allo sprint finale, con gli uomini del belga Edward Theuns (Lidl – Trek) che si alternano a quelli della Soudal di fronte al gruppo, che continua a perdere pezzi fino a ridursi a 30 uomini circa. Quando parte la volata Theuns (qui secondo nel 2015) si fa trovare troppo indietro e a giocarsi la vittoria restano i due principali favoriti, Merlier e Philipsen, col primo che riesce a vincere con relativa facilità uno sprint comunque combattuto. Ottimo terzo il nostro velocista Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), che si era presentato al via reduce da due vittorie di tappa al Giro di Grecia. Solo ottavo l’altro favorito Kristoff. Nell’insieme gara abbastanza mediocre, con i pochi tratti di pavé che non hanno fatto alcuna selezione e con le squadre dei velocisti che sono riuscite senza difficoltà a portare i loro uomini alla volata conclusiva: d’altronde negli ultimi 20 anni solo una volta (vittoria di Kristoff) questa corsa non si è conclusa in volata e non si può pretendere che i Pogacar e i Van der Poel corrano dappertutto.
Andrea Carta

Anche nel 2025 Merlier inserisce nel suo palmares lo Scheldeprijs (foto Luc Claessen/Getty Images)
ALEX ARANBURU VINCE A BEASAIN. MAX SCHACHMANN RESTA IN MAGLIA GIALLA
Attacchi e contrattacchi nella terza tappa del Giro dei Paesi Baschi vedono trionfare alla fine Alex Aranburu (Team Cofidis) sul traguardo di Beasain. Il campione nazionale spagnolo in carica coglie il momento giusto per attaccare attaccare e va a vincere in solitaria precedendo di 5 secondi Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) e Maximilian Schachmann (Soudal Quick Step) che conserva la maglia gialla
Meaga, Andazarrate, Alkiza, Santa Ageda, Mandubia, Gainza e Lazkaomendi. Sono questi i nomi dei sette GPM della terza tappa del Giro dei Paesi Baschi da Zarautz a Beasain. Sarà una tappa che lascerà quasi certamente il segno sulla classifica generale, specialmente se gli uomini di classifica avranno voglia di dare battaglia sul gpm di Zarautz e di Beasain, gli ultimi due in ordine di ’scalata’ e anche quelli con le pendenze più impegnative. Dopo la partenza da Zarautz il ritmo era subito molto elevato ma la fuga aveva difficoltà a formarsi immediatamente. Sergio Samitier (Team Cofidis) vinceva il primo gpm di Meaga posto al km 16.1. Prima del secondo gpm ci provavano Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mattéo Vercher (Team TotalEnergies) che riuscivano ad avvantaggiarsi di una ventina di secondi sul gruppo inseguitore. Armirail transitava in prima posizione sul gpm di Andazarrate posto al km 38.9. Vercher si rialzava ed Armirail continuava nella sua azione. Il ciclista francese scollinava per primo sul successivo gpm di Alkiza posto al km 49.8. A 90 km dalla conclusione Armirail aveva un minuto e venti secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il francese scollinava in prima posizione sul successivo gpm di Santa Ageda posto al km 68.8. Da segnalare che alcuni ciclisti si staccavano dal gruppo principale e tra di loro era in difficoltà Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), che doveva sulla carta essere il capitano della squadra mediorientale. Armirail veniva ripreso a 73 km dalla conclusione. A 62 km dal termine in testa alla corsa si formava un gruppo di sei ciclisti ovvero Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Enric Mas e Nelson Oliveira (Team Movistar), Harold Tejada (Team XDS Astana) e Brandon McNulty e Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), ma sotto l’impulso del Team Redbull BORA Hansgrohe questo tentativo veniva annullato nel giro di pochi km. A 52 km dal termine si formava in testa un terzetto con Marc Soler (UAE Team Emirates XRG), Clément Berthet (Decathlon AG2R La Mondiale) e Rudy Molard (Team Groupama FDJ) che sfruttavano un rallentamento del gruppo maglia gialla forte di non più di una trentina di unità.SOler vinceva il primo traguardo volante di Beasain posto al km 111. Il terzetto di testa iniziava il durissimo gpm di Gainza con un minuto di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Berthet si avvantaggiava rispetto a Soler e Molard e scollinava in prima posizione con una cinquantina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla, che si era ridotto ad una quindicina di unità. Berthet si aggiudicava il secondo traguardo volante di Gaiza posto al km 119.4 ma veniva ripreso da un gruppo molto scremato dopo poche centinaia di metri dell’ultimo gpm di Lazkaomendi. Joao Almeida provava a scvare un solco nella discesa prima dell’arrivo ma sul portoghese si riportava Alex Aranburu (Team Cofidis) che continuava nella sua azione avvantaggiandosi sia sul ciclista portoghese che sul resto del gruppo maglia gialla. Negli utimi 2 km prima dell’arrivo Aranburu riusciva a mantenere un risicato vantaggio che gli permetteva di andare a vincere con 5 secondi di vantaggio sul primo drappello degli inseguitori regolato da Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) mentre chiudeva in terza posizione Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step). La giuria dopo l’arrivo annullava la vittoria di Aranburu perchè lo spagnolo aveva tagliato una rotonda negli ultimi km ma successivamente sarebbe tornata sui suoi passi confermando la vittoria per lo spagnolo. La top five era completata da Almeida in quarta posizione e da Enric Mas (Team Movistar) in quinta posizione. Per Aranburu è la prima vittoria stagionale, tra l’altro in maglia di campione spagnolo 2024. In classifica generale Schachmann resta in maglia gialla ed anzi aumenta il vantaggio rispetto agli immegiati inseguitori grazie agli abbuoni ottenuti nella tappa di oggi. Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe= è secondo a 4 secondi di ritardo mentre Almeida ha lo stesso tempo di Lipowitz ma perde una posizione in classifica generale per la somma dei piazzamenti. Domani la quarta tappa da Beasain a Markina-Xemein di 169.6 km è ancora all’insegna delle salite con altri sette gpm da scalare. Ed anche questa volta quello più duro è l’ultimo, l’alto di Izua a meno di 10 km dall’arrivo, con pendenze spesso e volentieri in doppia cifra. Sarà un’altra giornata da seguire con attenzione soprattutto per quanto riguarda la lotta per la classifica generale.
Antonio Scarfone

Alex Aranburu vince a Beasain (foto: Tim De Waele/Getty Images)
CALEB EWAN VINCE IN VOLATA A LODOSA. MAX SCHACHMANN RESTA IN MAGLIA GIALLA
Il contratto firmato a fine gennaio con la nuova squadra fa bene a Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) che vince per la seconda volta in stagione nel giro di due settimane. A Lodosa l’australiano batte in volata Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) resta leader della classifica generale
La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi è lunga poco meno di 187 e collega le località Pamplona a Lodosa. L’organizzazione ha leggermente modificato il percorso visto che l’Alto de la Oliva è stato sostituito con l’Alto San Martin Unx, ma lo spartito tattico della tappa non dovrebbe cambiare più di tanto con il velocisti che restano i favoriti per la vittoria. Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) parte da Pamplona con la maglia di leader della classifica generale. La fuga partiva subito dopo la partenza grazie all’azione di Xabier Isasa (Team Euskaltel Euskadi), Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Diego Uriarte (Team Kern Pharma), Sinuhé Fernandez (Team Burgos Burpellet BH) e Julien Arriola-Bengoa (Team Caja Rural Seguros RGA). Uriarte scollinava in prima posizione sul gpm di San Martin Unx posto al km 47.8. Bayer si aggiudicava il primo traguardo volante posto al km 125. Il ciclista austriaco vinceva anche il secondo traguardo volante di Allo posto al km 145.7. Le squadre più impegnate all’insegumento dei cinque battistrada erano la Visma Lease a Bike e la Soudal Quick Step. Arriola-Bengoa era il primo ciclista della fuga a rialzarsi. A 10 kmdalla conclusione i quattro battistrada avevano 28 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Isasa aumentava il ritmo e restava da solo in testa a circa 5 km dalla conclusione. Lo spagnolo veniva ripreso a 2 km dalla conclusione. Ritrovando la freschezza dei bei tempi Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) vinceva abbastanza nettamente davanti a Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Chiudevano la top five Thibaud Gruel (Team Groupama FDJ) in quarta posizione e Iúri Leitão (Team Caja Rural – Seguros RGA) in quinta posizione. Per Ewan è la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta nella prima tappa della Settimana Internazionale di Coppi & Bartali. La classifica generale resta invariata nelle primissime posizioni con Schachmann in maglia gialla davanti a Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Domani è in programma la terza tappa da Zarautz a Beasain di 156.6 km. Un saliscendi continuo attende i ciclisti visto che sono ben sette i gpm da scalare. Gli ultimi due – Gainza e Lazkaomendi – sono anche i più duri avendo punte che superano ampiamente il 10% di pendenza. La classifica generare inizierà a scremarsi ed emergeranno coloro che vorranno puntare davvero alla vittoria finale del Giro dei Paesi Baschi.
Antonio Scarfone

Caleb Ewan vince a Lodosa (foto: Getty Images)
SCHACHMANN TAPPA E MAGLIA A VITORIA-GASTEIZ. IL TEDESCO SORPRENDE CICLISTI PIU’ QUOTATI
Una tiratissima cronometro d’apertura al Giro dei Paesi Baschi vede la vittoria di Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) che batte per pochi decimi di secondo Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG). Terzo a 1 secondo di ritardo Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Schachmann è la prima maglia gialla
Il Giro dei Paesi Baschi 2025 si apre con una cronometro individuale di 16.5 km a Vitoria-Gasteiz Il percorso è quasi completamente pianeggiante se si esclude il piccolo dentello di Arzubiaga, valido anche come GPM di terza categoria, lungo 900 metri al 2.4%. Oggi si definirà subito, a grandi linee, la classifica generale con una schiera di ciclisti che possono puntare alla vittoria, in assenza di mostri sacri come Pogacar, Roglic e Vingegaard. Ebbene, è stata una delle cronometro più incerta degli ultimi anni con ben tre ciclisti che hanno tagliato la linea d’arrivo con lo stesso tempo e l’organizzazione ha dovuto ricirrere ai decimi di secondo per stilare la classifica di tappa. A vincere è stato Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) con il tempo di 18 minuti e 37 secondi. Il secondo piazzato, Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), ha fatto ‘peggio’ del tedesco per soli 26 decimi di secondo, mentre Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) si è piazzato in terza posizione con 48 decimi di secondo di ritardo da Schachmann, poi convertiti per difetto a 1 secondo di ritardo. Hanno chiuso la top five Ethan Hayter (Team Soudal Quick Step) in quarta posizione con 6 secondi di ritardo da Schachmann ed Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe) in quinta posizione con 10 secondi di ritardo da Schachmann. Da segnalare che i primi 48 ciclisti all’arrivo sono racchiusi in un minuto perciò ancora è tutto in ballo. Per Schachmann è la prima vittoria stagionale in maglia Soudal Quick Step. Tra i ciclisti che hanno dichiarato di voler puntare alla vittoria del Giro dei Paesi Baschi, uno dei ‘messi peggio’ è Enric Mas (Team Movistar), che deve recuperare 1 minuto e 10 secondi a Schachmann e via via tutti gli altri. Ovviamente la classifica generale ricalca quella parziale con Schacmann in maglia gialla davanti ad Almeida e Lipowitz. Domani è in programma la seconda tappa da Pamplona a Lodosa, probabilmente l’unica in cui i velocisti possono dire la loro. L’unico gpm dell’Alto de la Oliva dopo 53.4 km, oltre ad essere troppo lontano dal traguardo, non ha pendenze insuperabili e a meno del successo di una fuga a lunga gittata, saranno molto probabilmente le ruote veloci a giocarsi la vittoria di tappa.
Antonio Scarfone

Maximilian Schachmann vince la cronometro di Vitoria-Gasteiz (foto: Getty Images)
POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT
aprile 6, 2025 by Redazione
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Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.
La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.
Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)
NYS SHOW A ESTELLA, ITALIA SUL PODIO CON BAGIOLI
Thibau Nys trionfa al GP Miguel Indurain davanti ad Alex Molenaar e Andrea Bagioli, firmando una grande vittoria da finisseur. Buona prestazione per gli italiani: Bagioli chiude terzo, Velasco ottavo e Zamperini è stato protagonista in fuga. Gara selettiva e spettacolare, accesa negli ultimi chilometri dalle salite navarre.
La 34ª edizione del Gran Premio Miguel Indurain, disputata oggi con partenza e arrivo a Estella lungo un percorso di 203,9 km, ha regalato emozioni e colpi di scena fino all’ultimo chilometro. A imporsi è stato il belga Thibau Nys (Lidl-Trek), autore di un’autentica prodezza da finisseur e supportato da una squadra impeccabile. Completano il podio Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Andrea Bagioli (Lidl-Trek), protagonista anche lui nel finale.
Si è trattato di una vittoria speciale per Nys, figlio del leggendario Sven, che al suo esordio stagionale su strada mette a segno il suo 12° successo da professionista, confermando tutto il suo talento anche fuori dal ciclocross.
La corsa è stata accesa sin dai primi chilometri dalla fuga di otto uomini: Edoardo Zamperini (Arkéa-B&B Hôtels), Jesús Herrada (Cofidis), Anthon Charmig (Astana), Alan Jousseaume (TotalEnergies), Harrison Wood (Anicolor-Tien 21), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Unai Esparza (Illes Balears-Arabay). Il loro vantaggio ha raggiunto anche i sei minuti, ma la selezione naturale delle salite navarre e il lavoro del gruppo hanno portato al loro riassorbimento a circa 13 km dall’arrivo.
Decisivo, come spesso accade in questa corsa, è stato il tratto finale con l’Alto de Muru e l’Alto de Ibarra a fare selezione. Qui si è distinto il lavoro della Lidl-Trek, prima con Bagioli, instancabile nell’accelerare il ritmo sulle rampe, e poi con l’attacco fulmineo di Nys, lanciato a 1,5 Km dal traguardo. Il belga ha staccato il terzetto di testa composto da Felix Großschartner (UAE Team Emirates), Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Bauke Mollema (Lidl – Trek), regalando alla squadra di Luca Guercilena una splendida vittoria e un doppio piazzamento sul podio.
Alle spalle dei tre saliti sul podio, a 7 secondi, hanno chiuso Guillermo Silva (Caja Rural), Alex Aranburu (Cofidis) e Marc Hirschi (Tudor). Nella top 10 figurano anche Felix Großschartner (UAE), Simone Velasco (Astana), Alex Baudin (EF Education-EasyPost), Pau Miquel (Kern Pharma) e Archie Ryan (EF Education-EasyPost).
Da sottolineare anche l’ottima prova dell’italiano Zamperini tra i protagonisti della fuga di giornata, oltre all’ottavo posto finale di Simone Velasco, a conferma del buon momento del tanto vituperato ciclismo di casa nostra.
Il GP Indurain si conferma ancora una volta una classica esigente e spettacolare, riservata a scalatori e corridori completi. E oggi, in cima all’albo d’oro, brilla il nome di Thibau Nys.
Mario Prato

Nys vince la corsa intitolata a Miguel Indurain (Getty Images)