TOUR OF BRITAIN: OLAV KOOIJ DOMINA ANCORA, SUA ANCHE LA SECONDA TAPPA
Dopo il successo nella prima tappa l’olandese della Visma | Lease a Bike si ripete sul traguardo di Stowmarket, firmando la sua sesta vittoria in carriera al Tour of Britain. Sul podio Crabbe e Watson, mentre Dainese chiude ottavo.
Olav Kooij (Visma | Lease a Bike) continua a scrivere la sua storia d’amore con il Tour of Britain. L’olandese, già vincitore della tappa inaugurale a Southwold, si è imposto nettamente anche nella seconda frazione, 169,3 chilometri con partenza e arrivo a Stowmarket, conquistando così la sua sesta vittoria in questa corsa, la nona della stagione e la 45ª in carriera. Sul podio di giornata si piazzano il belga Tom Crabbe (Team Flanders-Baloise) e il britannico Samuel Watson (Ineos Grenadiers), mentre Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team) si deve accontentare dell’ottavo posto dopo il quinto di ieri.
La corsa ha visto una fuga iniziale formata da sei uomini, Baptiste Veistroffer (Lotto), Rafael Reis (Anicolor/Tien 21), Andreas Stokbro e Hartthijs De Vries (Unibet Tietema Rockets), oltre a Ben Wiggins e Josh Charlton, portacolori della nazionale britannica. Proprio questi ultimi due sono stati coinvolti in una caduta nelle prime fasi, lasciando davanti un quartetto che ha accumulato poco meno di due minuti di vantaggio. Il gruppo, guidato a tratti da Soudal Quick-Step con Remco Evenepoel e dalla Tudor Pro Cycling Team con Matteo Trentin, ha sempre mantenuto la situazione sotto controllo.
Sul GPM di Semer Hill Stokbro ha conquistato i punti davanti a De Vries e Veistroffer, mentre Reis ha perso contatto. Nel frattempo la pioggia ha reso più insidiosa la corsa e alcune cadute hanno frazionato il gruppo, coinvolgendo anche Bauke Mollema (Lidl-Trek) e Thymen Arensman (Ineos Grenadiers). Negli ultimi chilometri il plotone ha chiuso definitivamente sui fuggitivi, mentre Tord Gudmestad (Decathlon AG2R La Mondiale), secondo nella tappa inaugurale, è stato frenato da un problema meccanico.
In volata Watson ha provato ad anticipare gli avversari, ma Kooij è uscito con una potenza irresistibile, prendendo subito la testa e mantenendola fino al traguardo. Vittoria netta e senza appello per l’olandese, che rafforza così anche la propria leadership in classifica generale: ora guida con 14″ su Crabbe e 16″ su Watson e Hofstetter. Domani si replica con un altra frazione destinata alle ruote veloci, tracciata per 123 Km tra Milton Keynes e Ampthill
Mario Prato

Olav Kooij concede il bis sulle strade del Tour of Britain (foto Stephen Pond/Getty Images)
VUELTA NEL CAOS, LE PROTESTE ROVINANO IL FINALE DELLA TAPPA DI BILBAO
Il timore di violente proteste a favore della Palestina spinge gli organizzatori a neutralizzare, a pochi minuti dalla sua conclusione, gli ultimi tre chilometri di una tappa molto combattuta e che al momento della sospensione vedeva in testa il leader della classifica generale Jonas Vingegaard e l’inglese Tom Pidcock, quest’ultimo tra i favoriti della vigilia e che di certo avrebbe meritato la vittoria. Questa invece, con una decisione che non farà che aumentare le polemiche, non viene assegnata, mentre i tempi presi al momento della neutralizzazione restano validi per la classifica generale, che subisce alcuni cambiamenti.
La nuova moda dei cosiddetti “Grand Tours”, Giro, Tour e Vuelta, è quella di inserirvi una ed una sola tappa che gli appassionati definiscono “mini-classica”, vale a dire con percorsi che ricordano un po’ le cosiddette “monumento” (specialmente quelle del Nord Europa), ricchi di salite brevi, anche ripide, e che possano favorire, più che i veri scalatori, gli uomini dotati nello stesso tempo di grande potenza e resistenza, corridori come ad esempio Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) – che quest’anno ha vinto questo genere di tappe sia al Giro (quella di Siena), sia al Tour (quella conclusiva a Parigi) – o come l’inglese Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) e il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek), quest’ultimo naturale favorito della tappa di oggi, l’11esima, che appunto si configura come una “mini-classica” nei dintorni di Bilbao. Il suo percorso, lungo 157 chilometri, si snoda sulle colline circostanti e presenta ben 7 GPM, in pratica delle “côte” in versione spagnola: appena partiti da Bilbao si affronta l’Alto de Laukiz (4 km al 4.7%), di terza categoria, e al chilometro 26 arriva l’Alto de Sollube (7.3 km al 4.2%), pure di terza categoria; poi, dopo un tratto meno impegnativo ma ricco di saliscendi, al chilometro 63 si arriva in cima al Balcón de Bizkaia (4.4 km al 5.3%), un altro GPM di terza categoria, seguito, al chilometro 86, dall’Alto de Morga (8.2 km al 3.5%). A questo punto si torna nei pressi di Bilbao, dove si transita per la prima volta, dopo 105 chilometri, sull’Alto del Vivero (4.3 km al 7.9%), le cui pendenza elevate – molti tratti sono al 12, anche 13% – lo classificano come GPM di seconda categoria; si transita poi, al chilometro 120, sul traguardo di Bilbao (traguardo volante), per poi tornare indietro completando un circuito che porta nuovamente ad affrontare il Vivero (e siamo a sei GPM) dopo 134 chilometri. Infine la tappa si allontana un po’ da Bilbao, verso nord, per poi rientrare in città e tagliare la linea di arrivo dopo 157 chilometri: ma prima che questo accada, a soli 7 chilometri dalla fine viene affrontato l’ultimo dei sette GPM, il temibile Alto de Pike (2.1 km al 9.2%), che nonostante sia soltanto di terza categoria si presenta come un “muro” vero e proprio, degno di quelli tipici delle Fiandre, con un chilometro finale tutto al 13% e punte del 16%. Riuscirà Pedersen a far valere le sue qualità? O si vedranno, magari attirati dal muro finale, gli scalatori puri come Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek)? Di certo non vedremo una volata di gruppo e neanche grandi sconvolgimenti in classifica generale, ma fare un pronostico attendibile, oggi, è davvero difficile.
Si parte poco prima delle 14, con tempo sereno e finalmente caldo – 30 gradi! – come in ogni Vuelta che si rispetti. In maglia rossa è Vingegaard, seguito dal norvegese Torstein Træen (Bahrain – Victorious) e dal portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG); l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG) capeggia la classifica degli scalatori, Pedersen quella a punti e il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) quella dei giovani. La bagarre, grazie all’imminenza della prima salita, inizia subito. Pedersen è fra i primi a mettersi in evidenza e si vede anche Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG), forse desideroso di dimostrare qualcosa dopo le continue polemiche dei giorni scorsi, culminate nel suo licenziamento dalla UAE; tuttavia sul Laukiz è lo spagnolo Joel Nicolau (Caja Rural – Seguros RGA), seguito dal danese, a passare per primo. Dopo una lunga serie di attacchi e contrattacchi parte infine una fuga importante sulla salita che porta al secondo GPM, l’Alto de Sollube: ne fanno parte, oltre al solito Pedersen, anche lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates – XRG) e il venezuelano Orluis Aular (Movistar Team). Proprio Pedersen transita primo sulla cima, davanti a Soler, poi i due invertono le posizioni sul terzo GPM, il Balcón de Bizkaia. Il vantaggio dei fuggitivi si stabilizza sul minuto, con i continui saliscendi che rendono difficile l’inseguimento del gruppo. All’attacco del quarto GPM, l’Alto de Morga, la fatica inizia a farsi sentire con Pedersen e Aular che cedono e vengono ripresi, mentre Soler continua l’azione solitaria e passa per primo in cima; alle sue spalle, ora che gli altri fuggitivi sono stati ripresi, iniziano a darsi da fare alcuni corridori le cui caratteristiche sembrano adatte a una tappa come quella odierna, come l’esperto belga Victor Campenaerts, tra i più forti gregari di Vingegaard e già vincitore di tappa sia al Giro sia al Tour, e il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious), anche lui vincitore di tappa al Giro. I due, in compagnia di Nicolau e dell’esperto passista belga Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), cercano di riportarsi su Soler, ma è solo Vervaeke a riuscirci quando i corridori si trovano ormai nella periferia di Bilbao e sta per iniziare la prima ascesa al Vivero; poco dopo il gruppo rinviene sui due fuggitivi e affronta compatto il quinto GPM di giornata. È la maglia a pois Jay Vine a prendere in testa la salita, affiancato da molti uomini della Visma, ma è lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step), sinora molto deludente, ad attaccare per primo, seguito, dopo qualche minuto, da Buitrago. Ali di folla entusiasta – a volte sembra di essere sulle grandi salite del Giro o del Tour – accompagnano i due corridori sino al GPM, dove passano divisi solo da una manciata di secondi; alle loro spalle il gruppo, ancora composto da una cinquantina di uomini, si è frazionato e passa a circa mezzo minuto. Nella picchiata su Bilbao Landa e Buitrago si riuniscono, con lo spagnolo primo al traguardo volante; alle loro spalle il gruppo, preceduto di pochi secondi da un gruppetto di inseguitori – fra i quali si trovano Campenaerts e nuovamente Pedersen, che ottiene punti buoni per la classifica che sta capeggiando – passa a circa un minuto. Prima di tornare ad affrontare il Vivero il gruppo, tirato dagli uomini della Visma, rientra sugli inseguitori mentre Landa, che ha problemi alla schiena, cede all’improvviso; Buitrago si ritrova da solo ai piedi del penultimo GPM, la seconda salita al Vivero, con una quarantina di secondi di vantaggio che a questo punto della tappa, e senza più l’aiuto di Landa, sembrano troppo pochi per dargli qualche chance di vittoria. Il gruppo inizia a perdere corridori, fra i quali Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e persino Pedersen; sotto la spinta di Finn Fisher-Black (Red Bull – BORA – hansgrohe), del solito Vine e infine dello stesso Almeida i suoi componenti si riducono rapidamente, dapprima a una trentina di uomini e poi a alla dozzina di elementi che si riporta su Buitrago in vista del GPM; tra di loro ci sono tutti i primi della classifica, inclusi i nostri Ciccone e Pellizzari. Sul GPM passa per primo Pidcock; il resto del gruppo ha circa mezzo minuto di ritardo, ma rientra senza difficoltà nella discesa che riporta i corridori verso Bilbao. È dunque l’ultima salita, il temibile Alto de Pike, a decidere la tappa: ai suoi piedi sono circa 35 i corridori che compongono il gruppo dei migliori, ma solo in 10 affrontano insieme l’ultimo, terribile chilometro. Infine è di nuovo Pidcock, vanamente tallonato da Vingegaard, che riesce a staccare di forza tutti gli altri e passare per primo sulla cima del Pike. Almeida non è lontano. Lungo la discesa Vingegaard e Pidcock si riuniscono e riescono a tenere a distanza Almeida, insieme al quale si trovano Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe) e il redivivo Gall; più indietro i nostri Ciccone e Pellizzari, in compagnia di Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech). La coppia di testa entra in Bilbao con ancora 10 secondi di vantaggio sugli inseguitori e… la tappa finisce! La presenza sul traguardo di molti manifestanti pro-Palestina ha convinto, già da qualche minuto, gli organizzatori a neutralizzare gli ultimi tre chilometri, come del resto avviene sempre nelle tappe pianeggianti. Quello che non ci si aspettava, e che probabilmente alcuni corridori neanche sapevano, è che la neutralizzazione non basta: i corridori vengono fermati a 3 chilometri dalla fine e, anche se i tempi presi al momento restano validi per la classifica generale, nessun vincitore di tappa viene proclamato! Al di là di ogni considerazione sull’opportunità (o inopportunità) di disturbare le gare sportive con manifestazioni di protesta, per quanto giusta possa essere la causa in nome della quale ci si batte, è impossibile non chiedersi se la decisione degli organizzatori sia stata la più corretta: si poteva forse anticipare il traguardo e dare la vittoria a chi fosse passato per primo sotto lo striscione dei 3 chilometri? O fermare la corsa ancora prima, magari in cima al Pike? Ad ogni modo la tappa resta senza un vincitore e la classifica generale vede Vingegaard rafforzare il primato, davanti ad Almeida e Pidcock (salvo sorprese dell’ultim’ora, dato che a più di un’ora dall’arrivo non ci sono ancora conferme ufficiali), con Pedersen, Vine e Pellizzari che rimangono al comando di quella a punti, quella degli scalatori e quella dei giovani. Domani, salvo sorprese, si ripartirà per correre una tappa più tranquilla, anche se vi sarà una salita impegnativa nel finale. Sarà corsa vera?
Andrea Carta

Le proteste dei manifestanti minacciano il regolare svolgimento dell'undicesima tappa (foto Ander Gillinea / AFP via Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): BILBAO – BILBAO
La Vuelta si sposta dalla Navarra ai Paesi Baschi per affrontare un’indisiosa tappa collinare ideale, che potrebbe aver ancora per protagonisti gli uomini di classifica, Tour de France 2023 docet.
Al momento della presentazione della Vuelta quella di Bilbao era stata “salutata” dai censori dei percorsi ciclistici come una delle tappe meglio disegnate della Vuelta e non avevano tutti i torti, nonostante sia classificabile come frazione di media montagna. Oggi, infatti, non si supereranno mai i 450 metri di quota e non s’incontreranno salite lunghe, ma tra un colle e l’altro dei 7 che ne movimentano l’altimetria ci sarà poco spazio per rifiatare e se qualche uomo di classifica dovesse piazzare un attacco sulle salite del Vivero o del Pike potrebbero esserci distacchi, come ci ricorda l’esito della prima tappa del Tour de France del 2023, della quale parleremo più sotto. La partenza sarà in salita e la cima del primo GPM sarà raggiunta ad appena 5 Km dal via, mentre per incontrare per la prima volta pendenze di un certo spessore bisognerà attendere una ventina di chilometri, quando i corridori si troveranno ai piedi dell’Alto de Sollube, salita di 7.2 km al 4.2% che debutta con un tratto di 3 Km all’8.5%. Per quanto riguarda la corsa dei big si dovrebbe entrare nel vivo molto più avanti, in occasione delle due ascese all’Alto del Vivero (4.3 Km al 7.8% e picchi al 15%), presenza fissa di tutte le tappa con arrivo a Bilbao. Dopo il primo scollinamento si dovranno percorrere poco meno di 15 Km per andare al traguardo, ma la distanza sarà maggiore dopo la seconda scalata (24 Km) perchè sì è deciso di inserire quale ultima difficoltà di gara la salita più difficile tra quelle presenti sul percorso, l’Alto de Pike. Sono 2 Km all’8.8% con caratteristiche di infernale muro nei 1200 metri conclusivi, nei quali la pendenza media schizza al 12.4% e sul quale nella finale della prima tappa del Tour del 2023 andò in scena l’attacco dei fratelli Yates, che al traguardo distanziarono di una dozzina di secondi il selezionato gruppetto contenente tutti i favoriti per la vittoria finale. Ad imporsi fu Adam, che precedente di 4″ il gemello Simon, futuro vincitore del Giro d’Italia 2025. Si tratta, dunque, di una tappa che ancora una volta potrebbe vedere protagonisti i big al via del Giro di Spagna numero 80.

Il Guggenheim Museum di Bilbao e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.bioedilprogetti.com)
METEO VUELTA
Bilbao – partenza: parzialmente nuvoloso, 30°C, vento moderato da O (10-46 Km/h), umidità al 39%
Balcón de Bizkaia (GPM – Km 63.2): parzialmente nuvoloso, 28°C, vento moderato da NO (9-34 Km/h), umidità al 45%
Galdakao (Km 99): parzialmente nuvoloso, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da N (14-36 Km/h), umidità al 56%
Bilbao – arrivo: parzialmente nuvoloso, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da N (8-35 Km/h), umidità al 56%
GLI ORARI DELLA VUELTA
13.15: inizio diretta su Eurosport
13.50: partenza da Bilbao
13.55-14.00: GPM dell’Alto de Laukiz
14.25-14.30: GPM dell’Alto de Sollube
15.15-15.25: GPM del Balcón de Bizkaia
15.45-16.00: GPM dell’Alto de Morga
16.10-16.25: GPM dell’Alto del Vivero
16.30-16.45: traguardo volante di Bilbao
16.45-17.10: GPM dell’Alto del Vivero
17.10-17.30: GPM dell’Alto de Pike (con abbuoni)
17.20-17.45: arrivo a Bilbao
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=80555
RASSEGNA STAMPA
Italia
Vuelta, gran bis di Jay Vine. E Vingegaard si riprende la maglia rossa
Gazzetta dello Sport
Danimarca
Jonas Vingegaard kører sig tilbage i Vueltaens førertrøje (Jonas Vingegaard torna a indossare la maglia di leader della Vuelta)
Politiken
Norvegia
Træen mistet Vuelta-trøya (Træen ha perso la maglia della Vuelta)
Verdens Gang
Spagna
Ayuso trabaja y Almeida ataca, pero el jefe es Vingegaard (Ayuso lavora e Almeida attacca, ma il capo è Vingegaard)
AS
Portogallo
Vuelta: Jonas Vingegaard lidera geral após 10.ª etapa ganha por Jay Vine (Vuelta: Jonas Vingegaard in testa alla classifica generale dopo la decima tappa vinta da Jay Vine)
Público
Regno Unito
Vine takes Vuelta stage 10 as Ayuso attacks UAE team ‘dictatorship’ (Vine conquista la decima tappa della Vuelta mentre Ayuso attacca la “dittatura” della squadra degli Emirati Arabi Uniti)
The Guardian
Francia
Vingegaard reprend le maillot rouge (Vingegaard riprende la maglia rossa)
L’Équipe
Belgio
Bergkoning Jay Vine pakt z’n tweede ritzege in deze Vuelta, Jonas Vingegaard opnieuw in het rood (Il re delle montagne Jay Vine conquista la sua seconda vittoria di tappa in questa Vuelta, Jonas Vingegaard di nuovo in rosso)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Bergkoning Jay Vine pakt z’n tweede ritzege in Vuelta, Jonas Vingegaard herovert rode leiderstrui (Il re delle montagne Jay Vine conquista la sua seconda vittoria di tappa alla Vuelta, Jonas Vingegaard riconquista la maglia rossa di leader)
De Telegraaf
Germania
Ayuso legt im Streit mit UAE Emirates nach – Vingegaard übernimmt Rot (Ayuso unisce le forze nella disputa con gli UAE – Vingegaard prende il controllo della rossa)
Kicker
Slovenia
Drugič na Vuelti zmaga v Avstralijo, Vingegaard dosegel svoje (Seconda vittoria alla Vuelta per l’Australia, Vingegaard ottiene il suo obiettivo)
Delo
USA
Vingegaard reclaims Spanish Vuelta lead as Vine takes another stage victory (Vingegaard riprende il comando della Vuelta spagnola mentre Vine conquista un’altra vittoria di tappa)
The Washington Post
Colombia
Egan Bernal luchó por seguir el paso en la etapa 10 de la Vuelta a España: gran etapa de Harold Tejada y Jonas Vingegaard es líder (Egan Bernal ha faticato a tenere il passo nella decima tappa della Vuelta a España: Harold Tejada ha disputato una grande tappa e Jonas Vingegaard ha preso il comando)
El Tiempo
Australia
Australia’s king of the mountains doubles up in Vuelta (Il re australiano delle montagne raddoppia alla Vuelta)
The West Australian
VUELTAALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della decima tappa
1° Alessandro Verre
2° Ramses Debruyne a 24″
3° Edward Planckaert s.t.
4° Patrick Eddy s.t.
5° Jasper Philipsen s.t.
Classifica generale
1° Oscar Riesebeek
2° Patrick Eddy a 7′26″
3° Mario Aparicio a 11′36″
4° Stanisław Aniołkowski a 12′15″
5° Domen Novak a 13′45″
Miglior italiano Elia Viviani, 8° a 20′53″
TOUR OF BRITAIN 2025, KOOIJ RIMONTA GUDMESTAD E CONQUISTA LA PRIMA TAPPA. DAINESE QUINTO
Partenza spettacolare per il Tour of Britain 2025: la frazione inaugurale vede l’olandese Olav Kooij imporsi allo sprint su Tord Gudmestad, mentre l’azzurro Alberto Dainese chiude quinto. Prima maglia da leader per Kooij.
Il Tour of Britain 2025 si apre con un arrivo in leggerissima ascesa a Southwold, dopo 161,4 km interamente disegnati nella contea del Suffolk. La tappa è stata sostanzialmente piatta, fatta eccezione per la breve asperità di Mill Hill. Sin dai primi chilometri si è formata la fuga di giornata, composta da Diego Uriarte (Equipo Kern Pharma), Joshua Golliker (Gran Bretagna), Milan Lanhove e Victor Vercouillie (Team Flanders-Baloise). Il gruppo, controllato principalmente da Visma | Lease a Bike e Decathlon AG2R La Mondiale Team, ha lasciato loro un vantaggio massimo di 2’22”, con l’obiettivo di arrivare allo sprint finale.
Nonostante la pioggia, i fuggitivi hanno animato la giornata passando per il GPM di Mill Hill e i traguardi volanti, prima di essere ripresi a 5,5 km dall’arrivo. In testa al plotone si sono alternate le squadre dei velocisti, con la Visma a prendere il comando nei chilometri conclusivi. A tentare la volata da lontano è stato Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), immediatamente superato a doppia velocità prima da Tord Gudmestad (Decathlon AG2R La Mondiale) e poi dall’olandese Olav Kooij, che ha chiuso così in prima posizione. Terzo posto per Hugo Hofstetter (Israel-Premier Tech), mentre Dainese si piazza quinto, pagando l’anticipo nella sua volata.
Con questo successo Kooij conquista anche la prima maglia da leader del Tour of Britain 2025 con 4” di vantaggio su Gudmestad e 6” su Hofstetter. Una partenza spettacolare per la corsa britannica, con subito grande ritmo e numerosi colpi di scena prima di giungere alla volata finale. Domani la seconda tappa proporrà ancora pane per i denti dei velocisti al termine del pianeggiante circuito di Stowmarket.
Mario Prato

Olav Kooij vince la prima tappa del Giro della Gran Bretagna (foto Simon Wilkinson/SWpix.com/Shutterstock)
L’UAE BRINDA ANCORA CON VINE, VINGEGAARD SORPASSA TRÆEN E TORNA IN ROSSO
L’australiano Jay Vine, già leader della classifica degli scalatori, rafforza il suo primato e approfitta di una tappa con una sola salita impegnativa per centrare la seconda vittoria in questa Vuelta; gli uomini di classifica si guardano sino alla fine e, anche se la maglia rossa passa – secondo le previsioni – sulle spalle di Jonas Vingegaard, non cambia quasi nulla nelle prime posizioni.
Per la sua decima tappa l’80esima edizione della Vuelta a España torna sui Pirenei, dopo che già vi erano arrivate, con due arrivi in salita, la sesta e la settima tappa. Stavolta si parte dal Parco Naturale Sendaviva, a Nord Ovest di Saragozza, e si arriva nella zona di Larra Belagua, un’area montagnosa al confine con la Francia famosa per le sue escursioni e per la stazione sciistica del Ferial, dove è posto il traguardo dopo 173 chilometri di corsa. L’arrivo in salita (9.4 km al 6.1% con punte superiori al 10%) vale come GPM di 1° categoria, ma in precedenza, al chilometro 128, se ne affronta uno di 3°, l’Alto de Las Coronas (7.5 km al 4.7%), che oltretutto non è l’unica salita posta lungo il percorso. Non è detto che questo ennesimo arrivo in salita porti sconvolgimenti in classifica generale, ma certamente non sarà facile per il suo attuale leader, il norvegese Torstein Træen (Bahrain – Victorious), mantenerne il comando. Lo seguono in classifica, infatti, i due favoriti della corsa, il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) a 37 secondi e il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG) a 1 minuto e 15 secondi. Leader della classifica a punti è l’altro danese Mads Pedersen (Lidl – Trek), primo grazie ai traguardi volanti e ai piazzamenti nonostante abbia sinora deluso negli arrivi alla sua portata; leader di quella degli scalatori è l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), primo dei giovani il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), uno dei tre italiani che si trovano nei primi 10 della classifica generale (gli altri due sono Giulio Ciccone della Lidl – Trek, sesto, e Lorenzo Fortunato della XDS Astana Team, settimo).
Si parte verso l’una, con tempo coperto e temperature miti, come è accaduto sinora nella prima metà di questa corsa solitamente funestata dal caldo torrido e quest’anno invece dal maltempo. Ieri c’è stato il primo giorno di riposo e i corridori non sembrano ancora aver recuperato lo spirito combattivo: nessuna fuga parte prima di una sessantina di chilometri, quando si muovono tre uomini fra i quali Vine; tuttavia nessuno fa sul serio e quasi subito i tre vengono ripresi. Le prime salite vedono staccarsi i velocisti, fra i quali Pedersen, ma è solo intorno al centesimo chilometro che iniziano gli attacchi veri e propri (e purtroppo anche le cadute), finché, quando manca poco all’inizio del primo GPM, rimane in testa un folto gruppo di una trentina di corridori, tutti lontani dai vertici della classifica (il migliore è il francese Bruno Armirail della Decathlon AG2R La Mondiale Team. 19esimo). Tra questi si segnalano il già citato Vine e il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), da anni in declino dopo una grande carriera che lo ha visto campione del mondo e vincitore a Sanremo. Il resto del gruppo, con tutti i migliori, segue a circa un minuto e mezzo quando inizia la salita all’Alto de Las Coronas. In cima al GPM passa per primo lo spagnolo Javier Romo (Movistar Team), che ha staccato i molti compagni di fuga; Vine lo segue a una ventina di secondi, poi, alla spicciolata, il resto dei fuggitivi. Il gruppo coi migliori, che sulla salita se l’è presa comoda, passa a ben tre minuti nonostante sia tirato dagli uomini di Træen. In discesa Vine raggiunge Rom e poco dopo si uniscono a loro altri sette corridori usciti dal gruppo dei fuggitivi; quando la strada inizia nuovamente a salire verso il traguardo ci sono quindi due gruppetti in fuga, staccati di circa una ventina di secondi, mentre il gruppo coi migliori continua a perdere terreno e a 30 chilometri dalla fine accusa un ritardo di tre minuti e mezzo. Al traguardo volante di Isaba, quando mancano 22 chilometri all’arrivo, passa per primo il francese Julien Bernard (Lidl – Trek), col gruppo dei migliori che si è riportato a circa tre minuti. Ben presto il giovane ma forte passista belga Alec Segaert (Lotto), che si trova nel secondo gruppetto di fuggitivi, dapprima raggiunge il primo e poi se ne stacca, tentando l’impresa solitaria, e inizia la salita finale con una quarantina di secondi sui primi inseguitori, fra i quali c’è sempre Vine; con loro si trova anche il nostro Nicola Conci (XDS Astana Team). Il gruppo ha un po’ ridotto le distanze dai fuggitivi, ma ha sempre tre minuti e rotti di ritardo da Segaert, che a poco a poco cede e sul quale si riporta il primo gruppetto. È allora lo spagnolo Pablo Castrillo (Movistar Team) a tentare a sua volta l’azione solitaria, mentre dietro di lui i fuggitivi cominciano a cedere, uno ad uno, e vengono riassorbiti dal gruppo dei migliori. A 6 chilometri dall’arrivo sono rimasti in pochi in testa alla corsa e tra questi ci sono Segaert, Vine, Romo e Conci, ad inseguire Castrillo; il gruppo dei migliori, dai quali ha finito per staccarsi Træen, rinviene inesorabilmente. La notizia sembra dare le ali a Vine, che in breve si riporta su Castrillo, lo stacca e tenta l’azione decisiva. A 5 chilometri dalla fine il gruppo dei migliori si è ridotto a cinque uomini: Vingegaard, Almeida, Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) e il sorprendente americano Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech). Ciccone sembra in difficoltà e con lui molti altri uomini di classifica. Ai 3 chilometri Vine ha acquisito oltre 20 secondi sul tenace Castrillo; il gruppetto dei migliori segue a circa un minuto e venti secondi, ma a questo punto rallenta e permette il rientro di molti uomini e con loro ci sono Ciccone e Pellizzari. Tutti i fuggitivi, a esclusione di Vine e Castrillo, vengono ripresi prima dell’ultimo chilometro, e la vittoria arride, per la seconda volta in questa Vuelta, al corridore australiano, che trionfa con 35 secondi sullo spagnolo e poco più di un minuto sul gruppo dei migliori, salito a una dozzina di uomini e regolato in volata da Romo, tra gli ultimi fuggitivi ad essere ripresi. Arrivano più staccati, oltre a Træen (a un minuto da Vingeaard), anche Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike), Fortunato e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Come previsto la classifica non viene sconvolta ma, pure come previsto, Træen lascia la maglia rossa a Vingegaard e scende al secondo posto, a 26 secondi dal danese, rimanendo davanti ad Almeida, che si trova adesso a 37 secondi dal rivale. Ciccone resta sesto e primo degli italiani, Pellizzari diventa nono. Vine, ovviamente, consolida il primo posto nella classifica degli scalatori, mentre Pedersen resta primo in quella a punti e Pellizzari in quella dei giovani. Domani si prosegue con un impegnativo circuito attorno a Bilbao dove saranno presenti ben sette GPM, nessuno dei quali veramente duro (a parte l’ultimissimo muro), ma che difficilmente permetteranno ai velocisti di vincere la tappa. Potrebbe essere il giorno di Pedersen, che sinora ha mancato alle attese? Oppure vedremo nuovamente in azione gli uomini di classifica imitando le gesta dei fratelli Yates nella tappa d’apertura del Tour del 2023, che si corse sulle medesime strade?
Andrea Carta

Vine concede il bis sulle strade del Giro di Spagna 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)
DE LIE FA 30 A PLOUAY
Il corridore belga ottiene la trentesima vittoria in carriera sulle strade di Francia imponendosi nella Bretagne Classic Ouest-France
Quello del Bretagne Classic è un circuito particolare, tipico delle classiche antiche, uno strappo dietro l’altro per oltre 260 Km. 260 Km in cui non puoi calare l’attenzione un secondo, devi controllare gli avversari e affidarti ai tuoi compagni e alla loro abilità di capire su chi chiudere e quando.
È proprio così che oggi Arnaud De Lie (Lotto) ha vinto la sua trentesima corsa in carriera. In passato, come ammetterà lui stesso a fine gara, aveva sempre interpretato la gara in modo troppo aggressivo finendo per non avere le energie necessarie a giocarsi la vittoria, mentre “questa volta ho deciso di gestire la corsa, tenere le ruote sugli strappi e affidarmi al senso tattico dei compagni, in particolare Berckmoes, nel finale.”
Ha funzionato, senza spremersi troppo dietro ai numerosi tentativi iniziati fin dai primi metri e rallentati solo dall’evasione della fuga dopo 30 Km. Ma già poco dopo metà gara la UAE decide di aumentare l’andatura e davanti restavano in 4 prima che un’accelerazione di Brandon McNulty (UAE), Cian Uijtdebroeks (Visma), Fabian Weiss (Tudor) e Pascal Eenkhoorn (Soudal) scatenasse la reazione dell’intero plotone, che tornava così compatto a 90 km dal traguardo.
Sempre la UAE si incarica di controllare la corsa quando Kasper Asgreen (EF) se ne va in solitaria e successivamente sul contrattacco di Nicolas Prodhomme (Decathlon), siamo ai meno 35, il gruppo è di nuovo compatto. A questo punto la UAE ci prova in prima persona con McNulty seguito da Aleksandr Vlasov (Red Bull), Alexandre Delettre (TotalEnergies), Mauro Schmid (Team Jayco), Ewen Costiou (Arkea), Krists Neilands (Israel), Quinten Hermans (Alpecin) e Simone Velasco (XDS Astana). Il tentativo dura meno di venti chilometri e il margine non supera i 20”.
Nell’ordine ci provano Valentin Madouas (Groupama) e Ion Izagirre (Cofidis), poi Maxim Van Gils (Red Bull), Louis Barrè (Intermarche) e McNulty. A parte Izagirre, gli altri quattro riescono a guardagnare fino a 30”, non sufficienti per coprire gli ultimi cinque chilometri col gruppo lanciato alle spalle: parte lungo Olav Kooij (Visma) nel tentativo di sorprendere i rivali, ma De Lie è attento: lo segue e lo passa negli ultimi metri cogliendo la vittoria. Dietro di lui Emilien Jeanniere (TotalEnergies) che riesce a scalzare l’olandese. Quindi Paul Magnier (Soudal) e Biniam Girmay (Intermarche). Per incontrare il primo italiano occorrere far scorrere l’ordine d’arrivo fini alla 14a posizione, occupata da Filippo Magli (VF Group)
Andrea Mastrangelo

Arnau De Live vince la classica francese (foto Luc Claessen/Getty Images)
VINGEGAARD CONCEDE IL BIS, A VALDEZCARAY FIRMA IL SECONDO SUCCESSO ALLA VUELTA 2025
Jonas Vingegaard non si ferma più. Dopo il successo a Limone Piemonte, il danese della Visma | Lease a Bike ha dominato anche la nona tappa della Vuelta a España 2025, confermando uno stato di forma straripante. L’attacco decisivo è arrivato a 11 chilometri dall’arrivo, sulla salita di Valdezcaray, dove solo Giulio Ciccone ha provato a resistergli, salvo poi arrendersi al ritmo infernale del campione scandinavo. Il danese ha tagliato il traguardo con 24” di vantaggio su Tom Pidcock e João Almeida, rilanciando così la sua candidatura per la classifica generale, che resta guidata da Torstein Træen, ancora in Maglia Rossa ma con un margine ridotto.
Il percorso della nona tappa non lasciava spazio a distrazioni: terreno mosso fin dall’inizio e partenza a tutta. Già nei primi chilometri diversi corridori hanno provato a sganciarsi, ma il gruppo non ha mai concesso libertà. I tentativi iniziali, fra cui quello di Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale), Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Alec Segaert (Lotto), sono stati rapidamente stoppati dal ritmo forsennato del plotone, che si è persino spezzato più volte sotto la spinta del vento laterale. La prima ora di corsa è filata via a oltre 44 km/h, senza che nessuna fuga riuscisse a consolidarsi. Ci hanno provato Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) e Archie Ryan (EF Education-EasyPost), presto raggiunti da altri corridori fino a formare un quintetto che ha guadagnato un margine più consistente. Quando la Bahrain Victorious, squadra del leader Torstein Træen, ha scelto di gestire l’andatura, il vantaggio della testa della corsa ha superato il minuto e mezzo. Ma il gruppo non ha mai smesso di controllare: Lidl-Trek prima, e successivamente Q36.5, si sono messi in testa al plotone per ridurre il divario, che si è progressivamente assottigliato. Allo sprint intermedio di Santo Domingo de la Calzada, la fuga aveva ormai meno di un minuto di vantaggio, e sulle prime rampe della salita verso Valdezcaray è arrivata la resa definitiva: il gruppo ha chiuso ogni spazio e i big si sono preparati alla battaglia. È stata la Lidl-Trek, con Carlos Verona, a scandire il ritmo iniziale, ma la Visma ha cambiato il copione a poco più di 11 km dal traguardo. Matteo Jorgenson ha piazzato un’accelerazione devastante, preludio all’attacco di Jonas Vingegaard. Il danese ha scatenato la sua progressione irresistibile, seguito solo da Giulio Ciccone. L’abruzzese, però, dopo poche centinaia di metri ha dovuto alzare bandiera bianca, lasciando strada libera al campione della Visma.
Alle sue spalle, João Almeida ha preso in mano la rincorsa, portandosi dietro Tom Pidcock e Felix Gall. Quest’ultimo, però, ha perso contatto a 7 km dall’arrivo. Restavano così Almeida e Pidcock a tentare l’inseguimento, ma senza la possibilità di collaborare in maniera efficace. Vingegaard ha continuato a spingere con decisione, mantenendo un vantaggio nell’ordine della trentina di secondi e gestendo il finale con grande lucidità. All’arrivo, il danese ha potuto alzare le braccia per il suo secondo successo in questa Vuelta, precedendo Pidcock e Almeida di 24”. Dietro, gli altri uomini di classifica hanno accusato un ritardo di 1’46”, compreso lo stesso Træen, che conserva la Maglia Rossa ma con margini ridotti: appena 37” su Vingegaard e 1’15” su Almeida. Tra gli italiani, Ciccone ha chiuso settimo di giornata, mentre Lorenzo Fortunato si è classificato decimo. In classifica generale, l’abruzzese scende al sesto posto, Fortunato è settimo, e Giulio Pellizzari entra in top 10.
Antonio Scarfone

Jonas Vingegaard esulta a Valdezcaray (Photo credit: Getty Images)
VUELTA, PHILIPSEN BRUCIA VIVIANI (POI RETROCESSO) A SARAGOZZA
Il campione belga della Alpecin – Deceuninck supera l’azzurro della Lotto sul rettilineo della città aragonese, sede di arrivo della ottava tappa del Giro di Spagna (163.5 km con partenza da Monzon Templario). Terza piazza allo sprint per Ethan Vernon (Israel – Premier Tech), che poi sale al secondo posto in seguito alla retrocessione di Viviani. Il leader assoluto rimane il norvegese Torstein Træen (Bahrain – Victorious). Domani nuovo arrivo in salita, presso la stazione di sport invernali di Valdezcaray.
Altro podio per i colori italiani alla Vuelta 2025, almeno fino al dietrofront della giuria: lo ottiene Elia Viviani (Lotto) nella volata di gruppo a Saragozza, alle spalle del solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), che in questa edizione aveva già fatto sua la frazione inaugurale a Novara. Il veronese ha scelto tutto con i tempi giusti, ma si è dovuto arrendere negli ultimi metri allo spunto più veloce del campione belga della Alpecin – Deceuninck: per lui, però, un cambio di traiettoria – proibitissimo allo sprint – gli è costato un cartellino giallo e il declassamento in 105a posizione, stessa sorte capitata al collega francese Bryan Coquard (Cofidis).
I protagonisti della prima parte della corsa sono stati tre ibericim Joan Bou (Caja Rural), Josè Luis Faura (Burgos Burpellet) e l’”enfant du pays” Sergio Samitier (Cofidis). Il terzetto ha proceduto regolarmente fino alla rimonta del plotone della maglia roja e con le squadre dei velocisti che non hanno voluto lasciarsi sfuggire questa grande occasione. Al traguardo volante Mads Pedersen (Lidl-Trek) ha preso i punti necessari per restare al comando della speciale classifica della Maglia Verde e poi ai -17 la fuga viene ripresa. Il circuito di Saragozza era molto tortuoso ma tutto è filato per il verso giusto fino allo sprint, dove Philipsen ha preceduto Viviani e il britannico Ethan Vernon (Israel – Premier Tech), poi “promosso” in seconda posizione.
In classifica generale nulla cambia e così Torstein Træen conserva 2′33” su Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike) e 2′41” su Joao Almeida (UAE Team Emirates – XRG), ma domani c’è un altro arrivo in salita che favorisce il campione danese, alla caccia del suo primo successo in carriera alla Vuelta. La ascesa di Valdezcaray non è durissima (13 km al 5% medio) ma può permettere ai grandi favoriti di avvicinarsi alla leadership del norvegese, che proverà comunque a difendersi con i denti alla vigilia del primo giorno di riposo.
Andrea Giorgini

Philipsen vince anche a Saragozza (foto Josep Lago / AFP via Getty Images)
AYUSO TORNA A BRILLARE: SUCCESSO SOLITARIO A CERLER
Dopo la giornata difficile sull’arrivo di Pal, Juan Ayuso si è riscattato con una vittoria di grande carattere. Lo spagnolo della UAE Team Emirates XRG ha scelto la via dell’attacco da lontano e, nonostante i contrattacchi alle sue spalle, è riuscito a resistere fino all’ascesa finale di Cerler, dove ha staccato i compagni di fuga e si è involato verso il traguardo. Alle sue spalle, con distacchi superiori al minuto, si sono piazzati Marco Frigo (Israel-Premier Tech) e Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels).
La tappa si è animata sin dalle prime rampe, con numerosi tentativi di fuga che non hanno avuto fortuna fino a quando Ayuso ha deciso di muoversi. Lo spagnolo, dopo aver gestito un piccolo margine, ha trovato collaborazione da un drappello di inseguitori, ma sull’ultima salita ha dimostrato di avere una gamba superiore, lasciando tutti sul posto. L’azione è stata suggellata da un finale in solitaria che ha fatto esplodere la folla a bordo strada.La corsa ha visto anche qualche movimento tra gli uomini di classifica, con João Almeida a provare a smuovere le acque, ma senza veri scossoni: il gruppo dei favoriti ha tagliato il traguardo quasi compatto, permettendo a Torstein Træen (Bahrain Victorious) di conservare la Maglia Rossa.
Nella graduatoria generale cambia invece il volto del podio: alle spalle del leader norvegese si porta Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), a 2’33”, seguito dallo stesso Almeida a 2’41” e da Giulio Ciccone (Lidl-Trek) a 2’42”. Quinta piazza per Lorenzo Fortunato (XDS Astana) a 2’47”. Conserva la Maglia Bianca dei giovani Giulio Pellizzari (Red Bull-Bora-hansgrohe), mentre pagano dazio due protagonisti attesi come Antonio Tiberi e David Gaudu, giunti con oltre dodici minuti di ritardo.
Tra i big, qualche schermaglia ha animato gli ultimi chilometri, con Almeida, Vingegaard e Ciccone protagonisti, ma senza distacchi significativi. Solo un breve allungo di Marc Soler ha portato un lieve scompiglio, chiudendo una giornata che resterà segnata soprattutto dal ritorno in grande stile di Ayuso, ora pronto a recitare un ruolo da protagonista nella corsa spagnola.
Antonio Scarfone

Juian Ayuso esulta all'arrivo della settima tappa della Vuelta (Photo credit: Getty Images)
TOUR DE L’AVENIR 2025, SEIXAS DOMINA LA CRONOSCALATA E VINCE LA CORSA; FINN QUARTO A SOLI 3” DAL PODIO
Ultima giornata spettacolare al Tour de l’Avenir 2025, con due semitappe che hanno deciso il podio finale. La mattina si è corsa una frazione in salita con arrivo a La Rosière, mentre nel pomeriggio la cronoscalata ha regalato il colpo di scena definitivo.
La prima semitappa di giornata, lunga soli 41,6 km con partenza a Morgex, in Valle d’Aosta, e arrivo a La Rosière, ha visto gli atleti affrontare il Colle San Carlo (10,3 km al 10% di pendenza media) e il Piccolo San Bernardo (13,2 km al 5,6%), prima degli ultimi 2200 metri al 6% verso il traguardo. Su un percorso così impegnativo, il belga Jarno Widar ha sfoderato una prestazione impeccabile, bissando il successo ottenuto ieri a Tignes. Widar ha regolato il francese Paul Seixas di 5 secondi e l’azzurro Lorenzo Finn di 8 secondi, mentre la maglia gialla Maxime Decomble ha chiuso settima a 27 secondi, riuscendo comunque a conservare il primato provvisorio in classifica generale.
Tutto si sarebbe deciso nel pomeriggio, con la cronoscalata finale di 10,4 km da Montvalezan a La Rosière, pendenza media del 6,6%. Qui Seixas, già protagonista nelle frazioni iniziali, ha compiuto il colpo grosso. Con un tempo di 24’16”, il francese ha staccato di 27” il norvegese Jørgen Nordhagen e di 32” Widar, conquistando così la vittoria finale della corsa U23. Delusione per Finn, quarto a 40”, che ha perso il podio per soli 3 secondi. Decomble, giunto ottavo a 1’49”, ha visto sfumare la possibilità di chiudere in testa, cedendo definitivamente la maglia gialla a Seixas.
Con queste due semitappe il Tour de l’Avenir 2025 va quindi quindi in archivio con la vittoria di Seixas, talento classe 2006 capace di imporsi sia nella cronoscalata finale, sia nella classifica generale. Widar chiude secondo, confermando il grande stato di forma, mentre il podio viene completato da Nordhagen. Finn, pur non salendo sul podio, ha mostrato una condizione eccellente e la determinazione che lo ha accompagnato per tutta la corsa. Vincitore della prima tappa in linea, il britannico Noah Hobbs grazie ad altri piazzamenti si è nettamente imposto nella classifica a punti, Widar ha preceduto di un amen Seixas nella graduatoria degli scalatori, mentre Seixas ha portato a casa anche la maglia bianca di miglior giovane. La squadra vincitrice della challenge riservata ai team è stata conquistata dalla nazionel belga con un minuto di vantaggio su quella azzurra.
In parallelo alla corsa maschile si è disputata anche la gara riservata alla donne Under23, nella quale ha vestito la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa la canadese Isabella Holmgren: sua la classifica finale con 1′56″ sulla francese Marion Bunel e 4′06″ sull’australiana Talia Appleton. Prima delle italiane è risultata Eleonora Ciabocco, 5a a 6′32″
Mario Prato

Il podio finale (foto Tour de l'Avenir)