LUSSEMBURGO: SKJELMOSE JENSEN SI DIFENDE COI DENTI E SI AGGIUDICA LA SUA PRIMA CORSA A TAPPE
Tappa finale al francese Madouas sul danese Skjelmose Jensen, che si aggiudica l’82a edizione della corsa a tappe del granducato
Ultima frazione molto tirata per il Giro di Lussemburgo, ma situazione assolutamente inevitabile visti i distacchi estremamente ridotti in classifica generale. Al mattino partono Felix Gall (AG2R), Sander Armée (Cofidis), Pierre Rolland (Trek) e Joel Nicolau (Caja Rural), quest’ultimo con l’intenzione di difendere e conquistare la maglia di miglior scalatore, risultato che otterrà prima di rialzarsi e farsi raggiungere dal gruppo a una trentina di chilometri dal traguardo.
A quel punto gli attaccanti sono rimasti con un vantaggio risicato e insufficiente per arrivare al traguardo, mentre dietro le squadre dei migliori si alternano in testa per rendere la corsa dura e permettere ai propri capitani di giocarsi il tutto per tutto nel finale. Lars van den Berg (Groupama) è il primo a provare l’attacco, poi si assistono a numerosi scatti, tutti rintuzzati da un ottimo Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) oggi in aiuto della maglia gialla Mattias Skjelmose Jensen. L’ultimo a provarci è Bastien Trochon (AG2R), il quale viene ripreso al secondo passaggio dal traguardo. Davanti resta ancora Gall con pochi secondi di vantaggio, che inesorabilmente diminuiscono fino ad azzerarsi sotto il ritmo di Groupama e UAE.
Sul finale arriva l’attacco di Valentin Madouas (Groupama), il quale viene seguito strenuamente da Skjelmose Jensen, da Kévin Vauquelin (Arkea) e dal compagno di squadra Kevin Geniets. I quattro arrivano nell’ordine al traguardo, con Madouas superiore in volata sui contendenti, nonostante il tentativo di Jensen di anticipare tutti.
Alle loro spalle, leggermente staccato, Matteo Trentin (UAE) è quinto a 3”, quindi seguono altri cinque corridori classificati con lo stesso ritardo del trentino e tra questi c’è un altro italiano, Marco Tizza (Bingoal), che si piazza 9°.
In classifica generale Skjelmose Jensen, alla sua prima affermazione in carriera in una corsa a tappe, si impone con 5″ su Vauquelin e 17″ su Madouas, che era stato leader della classifica nei primi giorni di gara. Trentin si conferma migliore degli italiani terminando la corsa lussemburghese in sesta posizione con 40″ secondi di ritardo e consolandosi con la conquista della classifica a punti, precedendo di poco proprio il corridore danese. Lo spagnolo Nicolau si porta a casa il premio riservato al miglior scalatore, mentre è ovviamente del 21enne Skjelmose Jensen la maglia bianca di miglior giovane. Miglior squadra è, infine, l’UAE Team Emirates di Trentin, che per un solo secondo ha meglio sull’Alpecin.
Andrea Mastrangelo

Madouas precede il leader della classifica Skjelmose Jensen sul traguardo della tappa finale del Giro del Lussemburgo (Getty Images)
FOSS E VAN DIJK, UNO SORPRENDE, L’ALTRA SI CONFERMA. NORVEGIA E OLANDA DAVANTI A TUTTI NELLA PRIMA GIORNATA MONDIALE
Nella prova a cronometro maschile, Tobias Foss è autore di una prova magistrale, esaltata ancora di più da un finale in crescendo. Il norvegese è inaspettatamente ma meritatamente Campione del Mondo davanti a Stefan Kung e Remco Evenepoel, mentre Filippo Ganna delude e non fa meglio del settimo posto. Tra le donne Ellen van Dijk si conferma la più forte; l’olandese vince la terza medaglia d’oro della specialità dopo Firenze 2013 e Bruges 2021. L’argento va all’australiana Grace Brown mentre si prende il bronzo la svizzera Marlen Reusser.
I Campionati Mondiali di Ciclismo iniziano subito con la doppia cronometro individuale riservate a donne e uomini elite. Il percorso di Wollongong è lo stesso per entrambe le prove. Saranno 34.2 i km da percorrere, per due giri di 17.1 km ciascuno sul circuito cittadino della località marittima australiana. Il percorso è complessivamente pianeggiante e si potrà spingere agevolmente sui pedali Per quanto riguarda gli uomini, Filippo Ganna punta al terzo titolo iridato consecutivo ma dovrà fare molta attenzione a Remco Evenepoel ed alla coppia svizzera formata da Sefan Kung e Stefan Bissegger. Da considerare un gradino più in basso, ma neanche tanto, Ethan Hayter e Remi Cavagna, speranze inglesi e francesi per una top five che può essere alla loro portata. I padroni di casa dell’Australia, dopo il forfait di Rohan Dennis, puntano tutto su Luke Durbridge e Lucas Plapp, anche se sembrano essere un ulteriore gradino sotto i ciclisti precedentemente citati. Grande curiosità infine per Tadej Pogacar, che può essere la variabile impazzita della prova a cronometro. Ma in una prova dal chilometraggio non eccessivo, per essere quella di un mondiale, qualche sorpresa può essere sempre dietro l’angolo. Partendo dalle delusioni, non possiamo iniziare la nostra analisi parlando proprio di Ganna e di una stagione nella quale ha dimostrato di essere forte, ma mai il più forte nelle cronometro che contavano. Certo, ha vinto i Campionati Italiani a Cronometro e qualche tappa in corse minori come Etoile des Besseges, Tour de la Provence e Deutschland Tour. Da sottolineare anche le vittorie nelle cronometro della Tirreno Adriatico e del Delfinato, rispettivamente nella prima e nella quarta tappa. Ma poi il piemontese ha deluso durante il periodo estivo dove ha raccolto soltanto un quarto ed un quinto posto nelle due cronometro del Tour, prima di steccare anche ai Campionati Europei dove non aveva fatto meglio del terzo posto, battuto da Bissegger e Kung. Oggi partiva da favorito, avendo preparato minuziosamente la cronometro mondiale, ma se il buongiorno già non si vedeva dal mattino, la conferma è arrivata proprio nella corsa principe per i cronomen. Ganna già al primo intertempo era quinto e la tendenza in calo veniva confermata anche nel secondo intertempo, probabilmente il tratto in cui bisognava spingere maggiormente, posto tra i due dentelli di Mount Ousley, con alcuni brevi tratti all’11%. Il bicampione del mondo chiudeva al traguardo addirittura in settima posizione, fuori dalla top ten. L’ultimo appuntamento del 2022 per Ganna – sperando che non sia l’ultima delusione stagionale – è adesso l’8 Ottobre quando proverà a battere il record dell’ora nel velodromo svizzero di Grenchen. Per quanto riguarda le prove degli altri italiani in gara, Edoardo Affini finirà tredicesimo mentre Matteo Sobrero quindicesimo. Il campione del mondo a cronometro è il norvegese Tobias Foss. Partito in sordina, restando al primo intertempo sui tempi di Ganna, il norvegese ha fatto segnare il miglior secondo tempo al secondo intertempo per poi fare il capolavoro per sonale negli ultimi 10 km, nei quali ha preso il volo, chiudendo in 40 minuti e 2 secondi. Chi deve mangiarsi le mani è Stefan Kung, argento mondiale. Lo svizzero, che faceva segnare 40 minuti e 5 secondi alla linea d’arrivo, aveva fatto segnare il miglior tempo nei primi due intertempi. In particolare al secondo intertempo aveva ben 12 secondi di vantaggio su Foss ed ha perso quindi più di un secondo al km negli ultimi 10 km. Un calo vertiginoso che ha bilanciato dall’altra parte il finale a tutta di Foss. Terzo e bronzo mondiale è Remco Evenepoel. Il belga ha condotto una cronometro equilibrata, senza alti né bassi, confermando il terzo posto dello scorso anno a Bruges alle spalle di Ganna e Van Aert. Evenepoel chiude la sua prova in 40 minuti e 11 secondi. Quarto è il britannico Ethan Hayter, che termina a 40 secondi di ritardo da Foss ma che recrimina per una catena malandrina che, cadendo, lo ha costretto ha cambiare bici prima del secondo intertempo, precudendogli la possibilità di lottare per una medaglia. Chiude la top five l’altro svizzero Stefan Bissegger, campione europeo in carica, che come Ganna non ha mai dato l’impressione di poter lottare per il podio. Degli altri attesi protagonisti della cronometro mondiale, segnaliamo il sesto posto di Tadej Pogacar e l’undicesimo di Remi Cavagna, mentre a chiusura della top ten troviamo Nelson Oliveira in ottava posizione, Yves Lampaert in nona posizione e Bruno Armirail in decima posizione. Tra le donne, vi è stata molta più uniformità di tempi rispetto all’omologa prova maschile. L’olandese Ellen van Dijk ha mantenuto sempre la testa in tutti e tre gli intertempi, compreso quello finale, chiudendo con il tempo di 44 minuti e 28 secondi. La Van Dijk, a differenza di Ganna, ottiene la terza iride dopo quella del 2013 e del 2021. Al secondo posto, a 13 secondi di ritardo dalla Van Dijk, si piazza l’australiana Grace Brown, che consegna al Paese che ospita i Mondiali la prima medaglia di un metallo pregiato come l’argento. Chiude al terzo posto e si prende la medaglia di bronzo la svizzera Marlene Reusser, che chiude con il tempo di 45 minuti e 10 secondi. Qualche rammarico per l’Italia, con il quarto posto di Vittoria Guazzini, lontana dieci secondi dal terzo posto della Reusser. Mentre chiude la top five la statunitense Leah Thomas con il tempo di 45 minuti e 45 secondi. La prima giornata dei Mondiali si conclude così con Norvegia ed Olanda sugli scudi. Domani toccherà agli Under 23, che gareggeranno sempre sul circuito di Wollongong, con una distanza leggermente inferiore: 28.8 km invece di 34.2. L’Italia parte con Lorenzo Milesi e Davide Piganzoli, ma entrare in zona medaglie sarà molto difficile.
Giuseppe Scarfone

Tobias Foss è medaglia d'oro ai campionati del Mondo di Wollongong (foto: Getty Images)
PRIMUS CLASSIC, VITTORIA DI MEEUS IN VOLATA
Jordi Meeus (BORA – hansgrohe) ha vinto in volata la Primus Classic davanti a Arnaud Demare (Groupama – FDJ) e Max Kanter (Movistar Team) in un finale caratterizzato da una caduta che ha spezzato il gruppo. Simone Consonni (Cofidis) ha chiuso al settimo posto.
La dodicesima edizione della Primus Classic prendeva il via da Brakel e terminava dopo 200 chilometri a Haacht. Il percorso prevedeva cinque tratti di pavè nella parte centrale del percorso, mentre erano segnalate quindici salite categorizzate come GPM sparse in quasi la totalità del percorso. Una corsa sulla carta adatta ai velocisti, ma il percorso nervoso in passato ha sempre dato chance agli attaccanti di movimentare la corsa.
Per questo motivo i favoriti principali erano i molti velocisti presenti, in particolare Fabio Jakobsen e Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Arnaud Demare (Groupama – FDJ), Arnaud De Lie (Lotto Soudal), Dylan Groenewegen (Team BikeExchange – Jayco) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck). Altri outsider veloci era rappresentati da Jordi Meuus (BORA – hansgrohe), Bryan Coquard (Cofidis), Alexander Kristoff (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) e Cees Bol (Team DSM). Infine tra la lista di atleti più adatti ad attacchi erano presenti Greg Van Avermaet e Oliver Naesen (AG2R Citroën Team), Sep Vanmarcke (Israel – Premier Tech), Victor Campenaerts (Lotto Soudal), Gonzalo Serrano (Movistar Team) ed Edward Theuns (Trek – Segafredo).
La corsa prendeva il via sotto una fitta pioggia e dopo quindici chilometri un tentativo di fuga di quattro atleti andava in scena con Casper Pedersen (Team DSM), Niki Terpstra (TotalEnergies), Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling Team) e Meindert Weulink (ABLOC CT). L’inseguimento di questi atleti veniva preso in carico principalmente dalla Groupama – FDJ con un vantaggio che raggiungeva i cinque minuti e mezzo. Una volta arrivati negli ultimi 50 chilometri la corsa esplodeva sul Holstheide, Weulink perdeva contatto dalla fuga, mentre Axel Zingle (Cofidis) attaccava inseguito da diversi atleti. Groenewegen era il primo favorito di giornata a perdere contatto.
Gli atleti che si buttavano all’inseguimento della fuga con Zingle erano Olivier Le Gac (Groupama – FDJ), Stan Van Tricht (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Anthony Turgis (TotalEnergies), Stefano Oldani (Alpecin-Deceuninck) e Philippe Gilbert (Lotto Soudal). Il gruppo però chiudeva su questi atleti allungandosi in maniera importante.
Sul Horenberg De Lie attaccava in prima persona con Philipsen, Oldani, Vanmarcke, Zingle, Turgis e Dries Van Gestel (TotalEnergies), mentre Jakobsen perdeva contatto dal gruppo principale.
Sull’ultima salita di giornata il gruppo di attaccanti riprendeva la fuga (Larsen non era riuscito a resistere), mentre dal gruppo scattavano Ilan Van Wilder (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Zingle e Campenaerts, i quali restavano a poca distanza con il solo Van Wilder a fare un grande sforzo che faceva cedere Zingle. Il gruppo era invece trenta secondi attardato con diverso movimento al suo interno. Ai -25 Van Wilder e Campenaerts rientravano sulla fuga sfruttando un rallentamento dei primi, che si protaeva permettendo al gruppo principale di restare sulle loro code. Vanmarcke attaccava ai -17 in un gruppo dove Philipsen e De Lie si erano già arresi al ritorno del gruppo, Coquard, Pedersen, Oldani, Campenaerts e Turgis seguivano l’azione del belga che permetteva loro di tornare a quindici secondi di vantaggio, ma resistendo solo sei chilometri con un ultimo disperato tentativo di Vanmarcke, Campenaerts e Coquard proprio quando la pioggia tornava sul percorso, entrando quindi negli ultimi dieci chilometri di corsa il gruppo tornava compatto. A soli due chilometri dal termine nell’immissione su una strada stretta avveniva una caduta di alcuni atleti tra i quali Kristoff che spezzava completamente il gruppo con circa quindici atleti nel gruppo di testa guidati dalla Israel Cycling Team, con Jacopo Guarnieri (Groupama – FDJ) a lanciare la volata a Demare seguito a ruota da Max Kanter (Movistar Team) e Meeus i quali provavano entrambi ad affiancarlo arrivando quasi a un triplo photofinish che andava a favore di Meeus che conquistava così il suo secondo successo stagionale battendo Demare e Kanter. Simone Consonni (Cofidis) chiudeva al settimo posto come miglior italiano
Carlo Toniatti

Il successo di Jordi Meeus nella Primus Classic (Getty Images)
LUSSEMBURGO: LA CRONO RIMESCOLA TUTTO, SKJELMOSE JENSEN NUOVO LEADER
La crono di Remich rivoluziona la classifica ma non chiude la lotta per il successo finale. Il danese Mattias Skjelmose Jensen ha scavato distacchi non troppo profondi sugli avversari che gli sono giunti più vicini e appena tre secondi lo separano dal francese Vauquelin alla vigilia della vallonata frazione conclusiva, che non sarà la classica passerella finale disegnata a favore dei velocisti
Come ampiamente prevedibile la crono, penultima tappa dello Skoda Tour Luxembourg 2022, ha rimescolato totalmente le carte in classifica generale visti i distacchi estremamente ridotti dopo tre giorni di arrivi a ranghi più o meno compatti. Ad aggiudicarsi la frazione di 26 km disegnata in andata e ritorno tra Remich e la nota località di Schengen, è stato il danese Mattias Skjelmose Jensen (Trek – Segafredo), al suo primo successo in carriera. Alle sue spalle si è piazzato il francese Kévin Vauquelin (Arkea), staccato di 3”, mentre terzo con 13″ di ritardo ha concluso il connazionale Morten Hulgaard (Uno-X), Già dal podio di giornata sono finiti il francese Thibault Guernalec (Arkea) e l’olandese Sjoerd Bax (Alpecin), rispettivamente staccati di 15 e 25 secondi. Decimo miglior tempo per l’ex leader della classifica generale Valentin Madouas (Groupama), giunto a 39 secondi dal vincitore, mentre alle sua spalle è giunto l’italiano Matteo Trentin (UAE), che ha perso 41 secondi da Skjelmose Jensen
In generale ora è proprio il danese a comandare con 3” su Vauquelin e 14″ su Bax, che perso una posizione ma ha scavalcato Madouas (21″). Quinto Kevin Geniets (Groupama) a 25″, ottavo Trentin a 31”.
Oggi conclusione con la vallonata Mersch – Lussemburgo, tappa che potrebbe rivelarsi decisiva a causa dei distacchi poco marcati tra i primi scavati dalla cronometro.
Andrea Mastrangelo

Mattias Skjelmose Jensen vola a prendersi il successo nella cronometro del Giro del Lussemburgo (Getty Images Sport)
LUSSEMBURGO: ARRIVA LA FUGA, MA MADOUAS SALVA LA MAGLIA
Aaron Gate e Benjamin Thomas riescono ad anticipare d’un soffio il gruppo sul traguardo di Diekirch alla vigilia di quella che dovrebbe essere la tappa decisiva, la cronometro di Remich
La terza tappa, quella che precede la crono che verosimilmente rimescolerà la classifica generale, offre un colpo di scena con Aaron Gate (Bolton) che anticipa tutti all’ultimo chilometro assieme a Benjamin Thomas (Cofidis), si invola verso l’arrivo si impone in una volata senza storia. Il gruppo arriva poco dietro regolato dagli italiani Davide Ballerini (Quick-Step), terzo anche ieri, e Matteo Trentin (UAE). Il vantaggio, però, non è tale da provocare distacchi e così la maglia di leader resta saldamente sulle spalle di Valentin Madouas (Groupama) con 7” su Sjoerd Bax (Alpecin) e 8” sulla coppia Trentin-Gate.
La tappa si era precedentemente svolta senza grossi sussulti, con una lunga fuga comprendente anche Pierre Rolland (B&B Hotels – KTM), molto attivo nel cercare abbuoni per ridurre il gap di 18” in classifica generale. Il vamtaggio dei battistrada sale e scende a seconda degli umori del gruppo per poi definitivamente azzerarsi a una ventina di chilometri dal traguardo. A quel punto la gara si anima. anche se le ultime asperità di giornata non sono, per difficoltà e distanza, tali da poter creare distacchi importanti. Ci provano Kevin Geniets (Groupama), Giulio Ciccone (Trek-Segrafredo) e Trentin, nessuno dei quali riesce però ad andare via.
Al GPM ci provano allora Madouas, Nicola Conci (Alpecin) e Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segrafredo), con quest’ultimo che sembra andare via dal gruppo ormai a ranghi molto ridotti. Il lavoro di UAE, QuickStep e Alpecin raccoglie i suoi frutti sotto la “flamme rouge” dell’ultimo chiolomereo, dove il fuggitivo viene ripreso. A quel punto un secondo di rilassamento del plotone permette alla coppia Gate-Thomas di scappare e involarsi verso l’arrivo.
Andrea Mastrangelo

Aaron Gate beffa i velocisti sul traguardo di Diekirch (Getty Images)
COPPA SABATINI, FINALMENTE MARTINEZ
Dani Martinez vince la Coppa Sabatini dopo il podio di ieri al Toscana. Alle sue spalle Eiking e Martin
Pronti via e scappa subito il tentativo da lontano di oggi: a dare il là è Umberto Marengo (Drone Hopper-Androni Giocattoli), seguito da David Martin (Eolo-Kometa), Ben Granger (Mg.K Vis Color for Peace VPM), Eric Paties Montagnier (Work Service Dynatek Vega), Davide Gabburo e Manuele Tarozzi (Bardiani CSF Faizanè), Nicolò De Lisi e Giulio Masotto (Team Corratec). Il gruppetto al comando raggiunge i 5 minuti di vantaggio massimo sul gruppo, controllato da Ineos Grenadiers e UAE Team Emirates. Sono soprattutto queste due formazioni a dirigere le operazioni di rincorsa, che si concludono prima del solito a ben 80 km dal traguardo.
La situazione di gruppo compatto di nuovo permette ad avventurieri di tentare la sortita, come Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizané) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa), stoppati prontamente da dietro. Il tira e molla però ottiene il risultato di frazionare la testa della corsa, così ben presto davanti si forma un drappello di una dozzina di unità con un lieve margine sul resto del gruppo.
A un giro e mezzo dalla fine davanti attacca Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe), seguito poco dopo da Dani Martinez (Ineos Grenadiers) e Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost). Il tentativo si chiude all’ultima tornata quando la testa della corsa si ricompone in un drappello di 7-8 unità a giocarsi la vittoria finale.
Sullo strappo dell’arrivo il più potente è Martinez che riesce così a vincere dopo il podio di ieri al Giro di Toscana. Alle sue spalle primi dei battuti Odd Christian Eiking (EF Education-EasyPost) e Guillaume Martin (Cofidis).
Lorenzo Alessandri

"Dani" Martinez esulta sul traguardo di Peccioli. (Foto Sprint Cycling Agency)
ITALIA PROTAGONISTA IN LUSSEMBURGO: SECONDA TAPPA A TRENTIN SU SENECHAL E BALLERINI
Affermazione italiana al Giro del Lussemburgo con Matteo Trentin che si impose allo sprint al termine della seconda frazione. Italiano è anche il terzo classificato, Davide Ballerini, mentre il francese Valentin Madouasi si conferma leader della classifica
Percorso mosso come nella prima tappa, ma finale più semplice e volata a ranghi compatti. A vincere la seconda frazione del Giro del Lussemburgo con arrivo a Schifflange è l’italiano Matteo Trentin (UAE) che si impone in rimonta sul francese Florian Senechal e Davide Ballerini, entrambi in forze alla Quick-Step). In classifica generale la situazione rimane pressochè invariata con Trentin che grazie agli abbuoni sale dal quarto al terzon posto a 8” dal leader e vincitore della tappa di ieri Valentin Madouas (Groupama), oggi undicesimo.
La tappa, a differenza di quel che potrebbe dire la volata, ha uno svolgimento in realtà tutt’altro che tranquillo. La battaglia inizia fin dai primi chilometri e la fuga parte dopo ben 15 km di tentativi. Ad andarsene sono Cyril Barthe (B&B Hotels), Joel Nicolau (Caja Rural), Bastien Tronchon (Ag2r), James Fouchè (Black Spoke), Morten Hulgaard (Uno-x), Justin Wolf (Leopard), Asier Etxeberria (Euskaltel) e Luc Wirtgen (Bingoal). Nel tentativo di scongiurare la volata l’Alpecin decide di fare corsa dura cercando di creare selezione e avvicinandosi molto ai battistrada già a 50 km dal traguardo. La selezione, però, non avviene e così il gruppo rallenta nuovamente prima che la Quick-Step si metta a lavorare proprio per riprendere la fuga.
E’ infine lo strappo del Poiteau de Kayl a invogliare Dorian Godon (Ag2r) e nuovamente Wirtgen ad anticipare lo sprint. Il francese scollina in solitaria, ma viene ripreso lungo la discesa con il gruppo che va a disputare la volata, vinta da Trentin.
Andrea Mastrangelo

Trentin vince la seconda tappa del Giro del Lussemburgo (Getty Images Sport)
GIRO DELLA TOSCANA, HIRSCHI BATTE UN COLPO
Marc Hirschi torna a vincere nella classica toscana davanti a Rota e Martinez
Il tentativo del mattino prende corpo dopo pochi km dal via ufficiale di Pontedera per la corsa che ricorda anche Alfredo Martini: a comporlo un sestetto fra cui Edoardo Faresin (Zalf Euromobil Fior), Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior), Daan Hoeks (MgkVis – Colors For Peace VPM), Mirco Maestri (Eolo-Kometa), Umberto Marengo (Drone Hopper – Androni) e Cristian Rodriguez (TotalEnergies), che il gruppo manda molto al largo fino a raggiungere un vantaggio massimo di 9 minuti.
Giunti alla prima delle 3 scalate al Monte Serra dal versante di Calci a prendere margine davanti è Rodriguez, il quale raggiunge un vantaggio di più di 2 minuti sul resto della fuga ma meno di 4′ sul gruppo arrembante alle loro spalle. Dal plotone a provarci in questa fase sono Javier Romo (Astana Qazaqstan Team), Gorka Izagirre (Movistar) e Andrii Ponomar (Drone Hopper – Androni) che rientrano sulla fuga prima e sullo spagnolo poi, rialzatosi una volta a conoscenza del gruppetto in arrivo su di lui. Le sorti di questo tentativo però sono segnate, con il gruppo ormai a un solo minuto guidato dalla Intermarché – Wanty – Gobert per favorire l’azione di Lorenzo Rota.
Sull’ultimo passaggio sul Serra è proprio Rota ad andarsene insieme ad un grupetto di uomini pesanti, fra cui Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Esteban Chaves (EF Education – EasyPost), Einer Rubio (Movistar), Natnael Testazion (Drone Hopper – Androni) e Daniel Martinez (Ineos Grenadiers). Nei pressi del GPM Martinez riesce a prendere un margine di una manciata di secondi, che non gli sono sufficienti però per resistere nella picchiata verso il traguardo di Pontedera.
Parte dunque la volata ristretta, vinta da un redivivo Marc Hirschi davanti ad un ottimo Lorenzo Rota quest’oggi. Chiude il podio uno stremato Martinez.
Lorenzo Alessandri

Hirschi vince il Giro della Toscana (foto Sprint Cycling Agency)
VAN DER POEL, E’ GIA’ FORMA MONDIALE. SUO IL GP DE WALLONIE
In una corsa esigente come il GP de Wallonie, disputata per di più sotto la pioggia, Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) vince con autorità e dimostra di essere già in ottima condizione per i Mondiali di Wollongong. L’olandese batte Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Gonzalo Serrano (Team Movistar) dopo una bella volata in cima alla Cittadella di Namur.
Terminata la Vuelta, le settimane centrali di Settembre presentano un calendario europeo abbastanza fitto con cui i ciclisti potranno preparare l’attesissimo Mondiale australiano di Wollongong di domenica 25. Oggi in Belgio si corre il GP de Wallonie, corsa dal tracciato nervoso con un finale esplosivo in cui tra i grandi nomi alla partenza si rivede Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), favorito d’obbligo e tra i ciclisti più attesi tra poco più di una settimana in Australia. Dopo le fatiche nelle corse canadesi, torna a correre anche Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert), speranza africana ai Mondiali ed a suo agio col percorso belga. Altri nomi interessanti alla partenza di Blegny sono quelli di Greg van Avermaet ed Oliver Naesen (Team AG2R Citroen), Jakob Fuglsang e Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech), Bryan Coquard e Piet Allegaert (Team Cofidis), Victor Campenaerts e Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), Gonzalo Serrano ed Oscar Rodriguez (Team Movistar), Edvald Boasson Hagen e Julien Simon (Team TotalEnergies), Warren Barguil ed Amaury Capiot (Team Arkea Samsic). L’arrivo in cima alla Cittadella di Namur, con tratti in pavè e lastricato, è uno degli arrivi più riconoscibili delle corse che si corrono in Belgio. Dopo una decina di km dalla partenza sotto la pioggia si avvantaggiava un quintetto di cinque ciclisti che formava la fuga di giornata. I cinque erano Johan Meens (Team Bingoal Pauwels), Martin Urianstad (Uno-X Pro Cycling Team), Maximilien Juillard (Team Go Sport – Roubaix Lille Metropole), Abram Stockman (Saris Rouvy Sauerland Team) e Gianni Marchand (Team Tarteletto Isorex). Dopo 80 km ed i passaggi sulla Cote de Tresenster e sulla Cote de Werbomont, le prime due vere insidie altimetriche prima di quelle del finale, il vantaggio della fuga sfiorava i 3 minuti. A 60 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era sceso ad 1 minuto e 45 secondi. Erano in particolar modo Team Alpecin Fenix e Team Israel Premier Tech a scandire il ritmo dell’inseguimento. A poco più di 30 km dal termine Ewen Costiou (Team Arkea Samsic) evadeva dal gruppo principale e raggiungeva i fuggitivi. A 25 km dall’arrivo Biniam Girmay, uno degli attesi protagonisti, era costretto a fermarsi e cambiare la sua bici a causa di un problema meccanico ma riusciva a rientrare prontamente in gruppo scortato da un paio di compagni. A 20 km dall’arrivo in testa restavano Meens, Costiou, Urianstad e Marchand. Sulla Tienne aux Pierres, penultima asperità prima dell’arrivo in salita, Meens si staccava dalla testa della corsa mentre il gruppo aumentava decisamente l’andatura grazie al forcing del Team Lotto Soudal. Costiou restava da solo in testa mentre iniziava qualche scatto nel gruppo principale. Il giovane francese, alla sua prima corsa con l’Arkea Samsic, veniva ripreso a 4 km dall’arrivo, praticamente all’inizio della salita finale verso la Cittadella di Namur. Era il Team Intermarchè Wanty Gobert a mettere il gruppo in fila. Nel tratto più difficile della salita, tra i meno 2 ed i meno 1, provavano l’allungo Gonzalo Serrano (Team Movistar) e Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) ma lo spagnolo ed il belga venivano raggiunti proprio in vista della volata che vedeva Mathieu van der Poel vincere davanti a Biniam Girmay. Terzo era Serrano mentre chiudevano la top five Dylan Teuns in quarta posizione e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Van der Poel fa subito capire che per il Mondiale lui c’è e denota una condizione già ottimale, mentre abbiamo visto come Wout van Aert, l’altro grande favorito tra 12 giorni in Australia, nelle corse canadesi abbia denotato ancora qualche piccola defaillance, anche a livello tattico.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Van der Poel alla cittadella di Namur (Getty Images)
GIRO DEL LUSSEMBURGO, MADOUAS PRIMO LEADER DELLA CORSA DEL GRANDUCATO
Ha preso il via oggi dalla capitale del granducato la prima tappa del Giro del Lussemburgo, terminata con la vittoria del corridore francese Valentin Madouas
Tappa movimentata, nel percorso e nei fatti, quella di apertura dello Skoda Tour Luxembourg, 164 km ad anello attorno alla città di Lussemburgo. Al mattino va via la classica fuga di giornata – composta da Gil Gelders (Bingoal), Tom Sexton (Bolton), Antonio Jesús Soto (Euskaltel), Niklas Eg (Uno-X), Justin Wolf (Leopard) e Kasper Viberg Sogaard (Riwal) – alla quale viene concesso di superare i 5’ di vantaggio prima di essere lentamente ripresa dal plotone guidato da Quick Step, Groupama e Trek.
Dei fuggitivi della prima ora l’ultimo a essere ripreso è Gelders a circa 10 km dal traguardo e all’inizio della Côte de Staflter, penultima asperità di giornata. Amanuel Ghebreigzabhier (Trek-Segrafredo) e Arthur Kluckers (UAE) forzano l’andatura lungo l’ascesa provocando un’importante scrematura in gruppo, che arriva a ranghi ridotti all’attacco del Kirchberg, la salita in cima al quale era posto l’arrivo.
Ci prova immediatamente Kevin Geniets (Groupama) a 2.5 km dalla conclusione, seguito da Nicola Conci (Alpecin) che si porta dietro un piccolo drappello di uomini. Tra questi c’è Valentin Madouas (Groupama) che, non appena ripreso il compagno di squadra all’attacco, rilancia l’azione involandosi in solitaria verso il traguardo. Il gioco a due punte funziona con Sjoerd Bax (Alpecin) e Clément Berthet (AG2R), che provano invano a rinvenire. L’olandese finirà a 3” e il francese a 7”, appena davanti al gruppo regolato da Matteo Trentin (UAE) su Florian Sénéchal (Quick Step).
Da segnalare, per i colori azzurri, anche l’11° posto di Kristian Sbaragli (Alpecin), il 15° di Marco Tizza (Bingoal) e il 18° di Giulio Ciccone (Trek).
Domani si va da Junglinster a Schifflange; in programma 163 Km vallonati con 3 GPM ed un ultimo dentello di mille metri al 6.6% da superare a 4 Km dal traguardo. La tappa potrebbe essere resa molto più selettiva delle condizioni meteo perchè è prevista pioggia per quasi tutta la giornata, con vento che potrebbe toccare punte di 24 Km/h
Andrea Mastrangelo

Valentin Madouas (Getty Images Sport)

