STRADE BIANCHE 2023: IL MONTE SANTE MARIE PREMIA TOM PIDCOCK
Il britannico portacolori della Ineos se ne va nel medesimo settore di sterrato sul quale Tadej Pogacar aveva aperto le danze nella scorsa edizione, raggiunge la testa, rimane solo e riesce a resistere al rientro degli inseguitori (che hanno, per la verità le loro, responsabilità. Male Van der Poel, evidentemente fuori forma, nella gara di debutto del 2023.
Ha vinto il favorito. Mancava Pogacar, mancava Van Aert, Van der Poel era al debutto e sulla sua condizione c’erano vari punti di domanda. Tutte queste circostanze, unite alla attitudine di Tom Pidcock a percorsi come quello della Strade Bianche, rendevano la punta del Team Ineos il più accreditato pretendente alla vittoria in Piazza del Campo quest’oggi.
Ciò che era forse meno prevedibile è che il britannico potesse imitare l’impresa di Tadej Pogacar, che aveva lasciato tutti stupiti lo scorso anno. Come lo sloveno nel 2022, anche il britannico ha attaccato in solitaria nel settore di Monte Sante Marie, posto a 50 Km dalla conclusione, è si è presto riportato sulla coppia in fuga dal mattino e a corto di energie.
Il settore di asfalto successivo allo sterrato di Monte Sante Marie è lungo circa 20 km e può favorire i rientri a meno che, come accaduto oggi, non manchi l’accordo. Dietro, infatti, mirano a farsi fuori reciprocamente.
Il gruppetto inseguitore uscito da questa lotta senza esclusione di colpi era arrivato quasi al contatto visivo, ma è mancato lo scossone decisivo per andare a riprendere il fuggitivo e, se c’è qualcuno che può rimproverarsi qualcosa, quelli sono i Jumbo, che erano in superiorità numerica ma non hanno preso in mano le operazioni.
Una trentina di chilometri dopo la partenza, si forma una fuga di un terzetto composta da Sven Erik Bystrom (Intermarché-Circus-Wanty), Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), Ivan Romeo (Movistar), mentre Erik Fetter (Eolo-Kometa) – mossosi tardi – resta a bagnomaria a lungo prima di essere riassorbito.
Il gruppo, dopo un po’ di resistenza, lascia che la fuga prenda il largo fino ad un vantaggio massimo di 7 minuti. In questa lunga fase degne di essere segnalate sono la foratura di Davide Formolo (UAE Team Emirates) e la caduta di Valentin Madouas (Groupama – FDJ) nel settore di sterrato di San Martino in Grania. Entrambi riusciranno a rientrare e nell’occasione l’italiano mostra un ottimo colpo di pedale.
Nel difficile e lungo settore di Monte Sante Marie, parte all’attacco Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) seguito da Andrea Bagioli (Soudal – Quick Step). Sui due si riporta subito Pidcock. che approfitta di un tratto di discesa per seminare gli altri due e lanciarsi all’inseguimento della testa della corsa, che nel frattempo aveva perso Romeo, rapidamente ripreso e staccato dal contrattaccante solitario.
All’uscita dello sterrato Pidcock e la coppia che era rimasta in testa alla corsa hanno circa 30 secondi sul gruppo inseguitore, ridotto a una ventina di unità. Negli ultimi metri del settore di Monte Sante Marie Van der Poel accenna un allungo, ma sembra più una mossa per imboccare con maggior slancio il successivo tratto sull’asfalto davanti e con maggior slancio. E’ proprio nel settore asfaltato che il gruppo inseguitore si sfalda a causa dei continui attacchi. I primi ad avvantaggiarsi sono Pello Bilbao (Bahrain Victorious), Andreas Kron (Lotto Dstny) e Madouas, ma ben presto su di loro si portano Formolo, Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Romain Gregoire (Groupama-FDJ), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Tiesj Benoot e Attila Valter (Jumbo-Visma), mentre Van der Poel non appare più brillante e rimane in un gruppetto staccato e ripreso dal plotone più numeroso. Da segnalare in questo tratto la caduta di Bettiol, molto sfortunato visto che era apparso abbastanza in palla sul Monte Sante Marie.
Ad un certo punto Bystrom cede e viene ripreso dagli inseguitori, mentre davanti Pidcock e De Marchi portano il loro vantaggio a 40 secondi. La stoccata decisiva arriva sullo sterrato di Monteaperti con Pidcock che piazza un’accelerata e stacca con decisione De Marchi. Dietro, è Benoot che tenta di dare uno scossone all’inseguimento, allungando e portandosi dietro Madouas e Costa e riuscendo anche a ridurre di parecchio lo svantaggio dal battistrada-
Sul difficile tratto di sterrato di Colle Pinzuto Simmons, Mohoric e Valter si riportano sul terzetto di contrattaccanti e, nonostante lo scarso accordo, il margine di Pidcock si riduce anche perché dietro, quando qualcuno tenta di attaccare, l’andatura sale di molto: così all’uscita dall’ultimo settore di sterrato il battistrada si ritrova con soli 8 secondi sugli inseguitori, che riescono a stabilire il contatto visivo.
Tutto questo però non basta perché l’accordo continua a mancare. Il più attivo negli scatti è Mohoric, anche se Benoot cerca di fare il suo.
A dir la verità la Jumbo, in superiorità numerica, avrebbe fatto meglio a cercare di impostare un ritmo regolare mettendo Valter a lavorare e chiedere la collaborazione di qualcun altro, anche se nel gruppo mancava comunque la volontà di strutturarsi e chiunque avesse energie cercava di staccare gli altri, piuttosto che promuovere una collaborazione.
Da questa situazione ha tratto vantaggio il corridore in testa, che è riuscito a incrementare il gap quando gli inseguitorri, ricompattatisi dopo una fase di attacchi, hanno iniziato a rallentare per studiarsi.
La situazione permette a Pidcock di approcciare lo strappo finale con una certa tranquillità e di portare a termine una impresa che va a eguagliare la cavalcata di Tadej Pogacar nel 2022.
Sul podio si piazzano un ottimo Madouas (che era anche caduto) e Benoot, che avrà più di un rimpianto avendo perso una delle poche occasioni nelle quali ha potuto correre con i gradi di capitano.
Questa corsa piace sempre di più e anche quest’anno ha offerto un grande spettacolo sportivo con un’azione partita da molto distante e rimasta incerta fino ai chilometri finali, una bellissima battaglia tra i favoriti che ha tenuto col fiato sospeso per 50 lunghissimi chilometri.
L’unica cosa che manca per portare questa corsa al livello delle monumento è il chilometraggio ancora troppo basso
Benedetto Ciccarone

Pidcock all'attacco sugli sterrati del senese (Getty Images)
DALLA PIOGGIA DEL LAIGUEGLIA SPUNTA NANS PETERS!
Vittoria a sorpresa per Nans Peters al Trofeo Laigueglia 2023 il corridore in forza alla Ag2r Citroën grazie ad una formidabile azione in solitaria diventa imprendibile nelle tortuose strade liguri per il gruppo dei migliori e va, sotto una pioggia battente, a trionfare in quello che è il primo appuntamento con le corse italiane. Dietro il transalpino chiude il compagno di squadra Andrea Vendrame che conquista la volata del gruppetto inseguitore, terzo Alessandro Covi (UAE Team Emirates).
Un Trofeo Laigueglia 2023 che dà il via al calendario di corse italiane si apre all’insegna della pioggia, percorso di 201 Km con il classico circuito caratterizzato dallo strappo di Colla Micheri, strade tortuose che già dal chilometro zero invogliano ad evadere dal gruppo ed infatti dopo una serie di scatti e controscatti poco prima del decimo chilometro di corsa si va a formare la fuga di giornata.In nove riescono a portarsi al comando e sono: Dimitri Peyskens (Bingoal WB), Davide Baldaccini (Team Corratec), Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk), Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Francesco Galimberti (Biesse Carrera), Matteo Freddi (Beltrami TSA-Tre Colli), Florain Samuel Kajamini (Colpack Ballan), Emanuele Ansaloni e Gabriele Petrelli (Team Technipes in EmiliaRomagna). Il gruppetto in testa arriva alla prima salita di giornata quella che porta ad Arnasco con poco più di 3’:30” di vantaggio, dietro a controllare è la formazione della UAE Team Emirates che, subito dopo lo scollinamento ricevono un aiuto dagli uomini della Intermarché-Circus-Wanty. Il gap inizia a ridursi scendendo sotto i 3’. Verso l’ascesa a Cima Paravenna il vantaggio si riduce ulteriormente ed una accelerazione in testa al gruppo fa sì che questo si divida in due tronconi per ricompattarsi nuovamente in pianura a soli 1’:30” dai nove in fuga. La cora è in mano a chi insegue tanto che il gruppo abbassa l’andatura concedendo margine alla fuga che va a toccare un vantaggio massimo di 3’:50”. Sulle rampe della salita di Testico il gruppo ritorna sotto, sembra quasi a voler “giocare” con il plotoncino al comando, allo scollinamento il distacco è quantificato in soli 1’:20”. Al termine della discesa restano soltanto 35” da recuperare, è a questo punto che dai nove parte Peyskens, che lascia a una decina di secondi gli altri 8 attaccanti. Il belga va via tutto solo per qualche chilometro, mentre i suoi compagni d’avventura vengono ripresi dal gruppo. L’avventura in solitaria dura poco perché dopo poco più di cinque chilometri, a Villanova d’Albenga, il gruppo raggiunge anche lui. A fare la voce grossa in testa è sempre la UAE Team Emirates tanto da far spezzare il gruppo in tre tronconi. E’ un momento delicatissimo della corsa perché l’attacco alla salita di Colla Micheri viene subito sfruttato da Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën) per creare ancor più selezione. Ad inseguire il francese è un plotoncino di 25 uomini che lo riprendono grazie ad una bella intesa nel darsi cambi regolari. Il primo dei quattro passaggi a Colla Micheri offre già uno scenario certo, a giocarsi la vittoria della tappa sarà il gruppetto con 25 uomini, il resto del gruppo è ragliato fuori. In discesa Alessandro Covi (UAE Team Emirates) è vittima di una caduta che causa un frazionamento del gruppetto, ad avvantaggiarsi su tutti è Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty) seguito da Natnael Tesfatsion (Trek-Segafredo) e da Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën). Questa situazione di corsa resta invariata fino al nuovo attacco verso la salita di Colla Micheri in cui poco prima il giovane Romain Gregoire (Groupama-FDJ), che va a riprendere i primi due immediati inseguitori di Rota ed infiamma la corsa perché a replicare l’attacco del francese, questa volta dopo lo scollinamento del gruppetto nuovamente compatto, è Nans Peters (Ag2R) ma in discesa! Siamo ai meno 25 chilometri dall’arrivo con Peters al comando inseguito da otto corridori selezionatisi dal gruppetto dei 25, questi sono: Jefferson Cepeda (EF Education), Clément Champoussin e Ewan Costiou (Team Arkéa Samsic), Cosnefroy, Rota e Andrea Vendrame (Ag2R), Grégoire e Andrea Piccolo (EF Education). Restano due passaggi a Colla Micheri con la pioggia che non cenna a diminuire. Il francese prende tanti rischi in discesa tanto che comunque il suo vantaggio arriva a 45” di margine all’inizio del terzo passaggio di Colla Micheri, mentre dietro rientrano tra gli inseguitori anche Alessandro Covi (UAE) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers). Finita la discesa chi insegue perde pedine lungo i tornati in discesa e così in pianura ad inseguire si ritrovano: Covi, Vendrame, Rota, Cepeda, Costiou, Champoussin, Cosnefroy e Gregoire segnalati a 1’ da Nans Peters. Chi insegue comprende subito che non sarà facile chiudere sul francese, la strada tortuosa e la pioggia sono a vantaggio di chi è davanti, ed è proprio all’imbocco dell’ultimo passaggio su Colla Micheri che Alessandro Covi prova un allungo che dà si i suoi frutti ma che non è sufficiente per riprendere la testa della corsa. Covi si porta a 40” da Peters viene poi ripreso da Rota, Vendrame, Champoussin, Gregoire e Cepeda. Non c’è più terreno per ricucire, e nemmeno accordo tra chi insegue vista anche la presenza di Vendrame che non aiuta certo a ricucire, discesa e arrivo a Laigueglia in solitaria per il coriaceo Nans Peters che deve solo amministrare il vantaggio non prendere rischi in discesa e gestire gli ultimi sforzi in pianura così da andare ad alzare le braccia al cielo. Dietro nella volata dei battuti a 46” si piazza Andrea Vendrame ed è doppietta per la Ag2r Citroën, terzo, nonostante la caduta Alessandro Covi (UAE Team Emirates), forse il più forte di quest’oggi ma non il più fortunato, quarto posto per Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), quinto Clément Champoussin (Team Arkéa Samsic) sesto ed ultimo del gruppetto Romain Gregoire (Groupama-FDJ) giovane francese da seguire con attenzione.
Antonio Scarfone

Nans Peters (AG2R Citroën) trionfa sotto la pioggia al Trofeo (Image credit: Dario Belingheri/Getty Images)
LA JUMBO FA FESTA ANCHE ALLA KUURNE, VITTORIA DI BENOOT ALLA SEMICLASSICA BELGA
La Kuurne-Bruxelles-Kuurn, secondo appuntamento della Campagna del Nord, porta ancora la firma dei corridorti della Jumbo Visma. Dopo l’affermazione di Dylan Van Baarle alla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, ora tocca a Tiesj Benoot, primo sul traguardo di Kuurne
Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) con un tempo di 4h32′34″ è il vincitore della settantacinquesima edizione della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Il corridore belga ha tagliato la linea del traguardo con un secondo di vantaggio sul compagno di squadra Nathan Van Hooydonck, che a sua volta precedeva con lo stesso tempo in ordine Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Taco van der Hoorn (Intermarché-Circus-Wanty) e Tim Wellens (UAE Team Emirates). L’azione che ha spaccato la corsa è avvenuta a 77 km dalla conclusione, quando i cinque corridori scappavano dal controllo del gruppo prendendo il largo. I fuggitivi in comune accordo aumentavano il distacco chilometro dopo chilometro ma sempre a tiro degli inseguitori. Negli ultimi venti chilometri il gruppo tirato dalle squadre dei velocisti di Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step), Arnaud De Lie (Lotto Dstny) e Jordi Meeus (BORA-hansgrohe) dava l’impressione di poter riprendere gli attacanti da un momento all’altro, mentre un altro dei favoriti di giornata, Christhope Laporte (Jumbo-Visma), se ne stava al coperto con i suoi gregari per non disturbare l’azione di Benoot e Van Hooydonck. Metro dopo metro i cinque attaccanti riuscivano a difendere un piccolo vantaggio che alla fine risultava decisivo. Arrivati ai meno tre dal traguardo iniziavano gli scatti e controscatti nel quintetto fino agli 800 metri finali, quando Benoot riusciva a piazzare la zampata vincente. Il belga con tempismo perfetto andava a cogliere un successo importante, il primo della stagione per lui. Si tratta, inoltre del secondo successo di fila per la Jumbo-Visma dopo l’affermazione di Dylan Van Baarle alla Omloop Het Nieuwsblad di ieri.
Luigi Giglio

La vittoria di Benoot alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne (Getty Images)
FAUN DRÔME CLASSIC: IMPRESA DI ANTHONY PEREZ
Ancora una vittoria francese sulle strade di casa. Ventiquattrore dopo l’affermazione di Alaphilippe alla Faun-Ardéche Classic arriva il successo del connazionale Anthony Perez nella Drôme Classic
È ancora un francese a trionfare nella due giorni di classiche nel sud della Francia. Quest’oggi a trionfare è Anthony Perez (Cofidis) che si aggiudica la Faun Drome Classic dopo una lunghissima fuga di quasi 40 km iniziata lungo il Col de la Grande Limite, la principale ascesa di giornata. In quel momento il gruppo si era rotto e un drappello di circa 30 unità guidava la corsa, mentre gli inseguitori aveva definitivamente abbandonato le speranze dopo un infruttuoso tira e molla iniziale.
Poco a poco i trenta corridori raggiungevano i fuggitivi della mattina e si apprestavano ad affrontare le ultime e più importanti salite della corsa. Lungo il Col Deves avviene un’importante selezione e all’inizio del Col de la Grande Limite i battistrada rimangono in appena 14, con il gruppo principale a 2’.
L’accelerata di Perez lascia di sasso il plotoncino e il francese riesce a guadagnare fino a 30” al GPM su un gruppo di sette inseguitori: David Gaudu (Groupama), Julian Alaphilippe (Soudal), Rui Costa
(Intermarche), Quinn Simmons (Trek), Andrea Bagioli (Soudal), Corbin Strong (Israel) e Romain Bardet (DSM). Questi non riescono però a trovare l’accordo e il francese in testa si invola verso il traguardo.
Nel finale Bagioli prova ad anticipare lo sprint, ma viene battuto nella volata per il secondo posto da
Rui Costa. Al quarto posto si piazza Gaudu mentre Simmons completa la top 5. Sarà solo 16° al traguardo il vincitore di ieri Alaphilippe.
Andrea Mastrangelo

La vittoria di Perez (foto James Startt / Agence Zoom)
OMLOOP HET NIEUWSBLAD 2023 CAVALCATA DI 40 KM DI VAN BAARLE
L’olandese della Jumbo Visma vince la prima classica del pavè di stagione, finalizzando il lavoro della squadra che aveva controllato la corsa tutta la giornata e messo alla frusta il gruppo per favorire la stoccata decisiva. Fondamentale nel finale il lavoro di Laporte che, rompendo i cambi nel drappello dei contrattaccanti, ha favorito il buon fine dell’azione.
Come da tradizione, la Omloop Het Nieuwsblad apre nella Fiandre orientali la stagione della classiche del pavè e, come pure da tradizione, ha offerto diverse emozioni e rimescolamenti.
La fuga di giornata parte già nelle prime fasi di gara e vede la partecipazione di Louis Blouwe (Bingoal WB), Alex Colman (Team Flanders – Baloise), Adam De Vos (Human Powered Health), Gilles De Wilde (Team Flanders – Baloise), Mathis Le Berre (Team Arkéa – Samsic), Mathias Norsgaard (Movistar Team) e Jelle Wallays (Cofidis), i quali riescono ad ottenere un vantaggio massimo intorno agli 8 minuti, mentre dietro controllano la situazione gli uomini della Jumbo Visma che hanno diverse frecce al loro arco per tentare di portare a casa la vittoria.
Il susseguirsi di muri e tratti di pavè, caratteristici di questa corsa, porta il gruppo a spezzarsi e, da una fase piuttosto concitata, alcuni uomini riescono ad avvantaggiarsi sul gruppo principale. Si tratta di Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot, Christophe Laporte, Jan Tratnik, Nathan Van Hooydonck, Dylan van Baarle, Tim van Dijke (Jumbo-Visma), Arnaud De Lie (Lotto-Dstny), Marco Haller (Bora-Hansgorhe), Daan Hoole (Trek Segafredo), Kelland O’Brien (Jayco-AlUla), Magnus Sheffield e Connor Swift (Ineos Grenadiers), ovvero uomini di primo piano che non possono essere sottovalutati. Il confronto tra questi uomini che arrivano a guadagnare oltre un minuto ed il gruppo, che non ha alcuna intenzione di lasciarli andare, porta ad una drastica diminuzione del vantaggio dei battistrada, che cominciano a subodorare la mala parata.
Tra i contrattaccanti però, non c’è grande accordo e sul susseguirsi di muri restano davanti solo Haller, O’Brien, Swift, Tratnik, Van Hooydonck e Wright. In gruppo, però, fanno sul serio e sono varie le squadre che mettono uomini in testa-
Il lavoro di queste formazioni porta il gruppo al ricongiungimento con i contrattaccanti e al riavvicinamento ai battistrada, che mantengono poco più di un minuto di vantaggio.
Ai meno 50 cominciano gli attacchi anche tra gli uomini in testa alla corsa, con Wallays, Le Berre e Norsgaard che lasciano la compagnia degli altri avventurieri lanciandosi all’attacco.
In gruppo la Jumbo fa sul serio con Van Hooydonck che piazza un allungo che fa da preludio all’affondo vero e proprio di Van Baarle, il quale si porta dietro un ottimo Jonathan Milan (Bahrain-Victorious) e Florian Vermeersch (Lotto Dstny). Tardivo è, invece, il tentativo di rientro di Kevin Geniets (Groupama-FDJ) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). che restano beffati e non riescono a chiudere.
Sui muri successivi Milan e Vermeersch vengono staccati da Van Baarle, sulla cui ruota resiste stoicamente Le Berre, unico della fuga del mattino a non capitolare. Nel gruppo si muove Thomas Pidkock. ma gli uomini della Jumbo fanno da stopper e non permettono al portacolori della Ineos di evadere mentre, ripreso Milan, gli uomini della Bahrain cercano di alzare il ritmo per riportarsi sulla testa della corsa.
La resistenza di Le Berre viene ben presto piegata da Van Baarle, mentre dietro ci sono vari scatti che portano fuori un quartetto con Tim Wellens, Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), De Lie e Christophe Laporte (Jumbo-Visma). Anche Stefan Kung (Groupama-FDJ), Pidcock, Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling) e Owain Doull (EF Education – EasyPost) provano ad inseguire i contrattaccanti, ma il loro tentativo ha vita breve, mentre invece il quartetto si porta molto vicino al fuggitivo. A questo punto Laporte riesce a far saltare l’accordo rompendo i cambi e così Van Baarle riesce a mantenere il vantaggio proprio nel tratto pianeggiante che, in teoria, avrebbe dovuto favorire un gruppetto più che un uomo solo.
Naturalmente il vantaggio di essere in gruppo può concretizzarsi solo in caso di cambi regolari, mentre il lavoro da stopper di Laporte in favore dell’azione del compagno riesce a mandare a monte il tentativo di rimonta. In gruppo le squadre alzano l’andatura ma questo lavoro ha come effetto solo quello di riportarlo sui contrattaccanti. Ciononostante De Lie decide di provare la volata lunga e riesce a conquistare il secondo posto mettendosi alle spalle Laporte che, oltre a garantire la vittoria al compagno, va a prendersi anche i gradino più basso del podio.
L’olandese ha vinto meritatamente la corsa muovendosi 40 chilometri dall’arrivo, riuscendo a levarsi di ruota tutti coloro che hanno provato a resistere ed infine mantenendo un buon ritmo. L’azione da stopper di Laporte ha certamente agevolato l’azione di Van Baarle nel tratto che poteva essergli fatale, ma ciò non toglie il merito del vincitore, che ha comunque mostrato grandi doti anche sul passo.
La corsa ha offerto come al solito bagarre ed incertezza sino alla fine, attacchi sulle numerose difficoltà e grandi emozioni come del resto accade sempre nelle classiche del pavè.
Benedetto Ciccarone

Van Baarle all'attacco sul mitico muro di Grammont (Getty Images)
SULLA SALITA DELLA JEBEL HAFEET SHOW DI ADAM YATES. AD EVENEPOEL L’UAE TOUR 2023
L’ultima tappa dell’UAE Tour sancisce la vittoria finale di Remco Evenepoel, secondo al tradizionale arrivo in salita della Jebel Hafeeet, conquistato da Adam Yates
Bollicine nel gran finale dell’UAE Tour 2023. Numero di Adam Yates (UAE Team Emirates) che vince e conquista il gradino più basso del podio dopo essere scattato negli ultimi chilometri della salita finale della Jebel Hafeet (10,7 km all’8,5% di pendenza media, dopo 144 km completamente piatti), lasciando a Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) il compito di controllare il ritorno di Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) e Luke Plapp (Ineos Grenadiers) e di conquistare per la prima volta la corsa a tappe degli Emirati Arabi Uniti. Il podio finale è completato da Plapp e, appunto, da Yates che sopravanza Bilbao, il quale perde terreno proprio in prossimità della “flamme rouge” dell’ultimo chilometro.
Sono in cinque ad andare in fuga: Jaakko Hanninen (AG2R Citroen), Maurice Ballerstedt (Alpecin-Deceuninck), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Michel Hessmann (Jumbo Visma) e Sam Welsford (Team DSM). Quest’ultimo si aggiudica il primo traguardo intermedio di giornata. Il vantaggio massimo della testa della corsa sul gruppo Maglia Rossa raggiungerà i 5’11”.
Più si avvicina la salita finale e più il margine dei 5 diminuisce. Il plotone è ora tirato dalla UAE Team Emirates, dalla INEOS-Grenadiers e dalla Soudal – Quick Step e controlla a vista i fuggitivi, le cui speranze di arrivare in fondo si riducono al lumicino.
Il caldo si fa sempre più asfissiante e il gruppo di testa inizia a perdere pezzi. Ai – 20 si stacca Welsford.
Al secondo traguardo volante (Green Muzabarrah ai -14) non si ha nessuno sprint, con Hanninen a transitare per primo.
Inizia la salita della Jebel Hafeet e si stacca quasi subito Ballersteedt. Poco dopo tocca ad Hanninen alzare bandiera bianca. Konovalovas e Hessmann provano a resistere ma il gruppo, trainato dalla Soudal-Quick Step e dall’UAE Team Emirates, accelera.
Ai -6 dall’arrivo parte Yates, seguito da Evenepoel e da Sepp Kuss (Jumbo Visma). Plapp si stacca e assieme a lui Bilbao. Ai – 5 km e mezzo Konovalovas e Hessmann vengono ripresi. Un chilometro più tardi accelera il campione del mondo in carica; Yates resiste mentre Kuss viene ripreso da Bilbao, il quale sale del proprio passo. Ora è duello aperto tra Yates, già vincitore all’UAE Tour nel 2020 e secondo nel 2021 e 2022, ed Evenepoel. Al loro inseguimento Bilbao e Kuss ai quali si aggiunge Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team). Ai – 3 scatta ancora il britannico e stavolta Remco decide di non rispondere e di controllare Plapp e Bilbao. Yates aumenta a 11” il margine nei confronti dell’iridato, mentre Plapp riprende Bilbao. Bouchard non molla. Alla fine Yates trionfa con Evenepoel a 11″. Terzo è Bouchard a 41″. Come detto, Bilbao scende dal podio a vantaggio proprio di Yates, con Plapp in seconda posizione. Da segnalare, in una prestazione degli italiani povera di spunti (eccezion fatta per alcuni tentativi di fuga di Samuele Zoccarato della Green Project-BardianiCSF-Faizanè), l’ottavo posto conquistato nella tappa odierna da Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), che entra anche nella Top 10 finale concludendo la corsa degli Emirati in 7a posizione.
Ad Evenepoel, che vince l’UAE Tour senza aggiudicarsi nemmeno una tappa ma dimostrando grande forza e acume tattico, va anche la Maglia Bianca di miglior giovane. Tim Merlier (Soudal-Quick Step) si aggiudica la classifica a punti, mentre Edward Planckaert (Alpecin-Deceuninck) quella nera di leader definitivo dei cacciatori di traguardi volanti.
Vito Sansone

Evenepoel e Yates in azione sulla salita finale (Getty Images)
JONAS VINGEGAARD PIGLIATUTTO IN GALIZIA
La seconda edizione della O Gran Camiño va al campione danese della Jumbo – Visma, che si prende in totale tutte e tre le tappe disputate per intero (la prima fu annullata per neve quando mancavano 19 chilometri all’arrivo), inclusa la cronometro individuale di oggi a Santiago di Compostela (18 km con partenza da Novo Milladoiro) e, ovviamente, la classifica generale. La squadra olandese fa anche doppietta nella prova contro il tempo, piazzando Rohan Dennis al secondo posto dopo che l’australiano è stato a lungo al comando. Terzo posto di tappa per l’americano del Team Movistar William Barta.
Jonas Vingegaard (Jumbo – Visma) risponde presente. Il vincitore dell’ultimo Tour de France era atteso ad una prestazione di livello dopo le vittorie già ottenute da Tadej Pogacar in Spagna e da Remco Evenepoel negli Emirati Arabi Uniti. A questo punto restano solamente Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert tra i top big a giocarsi le loro chance su strada nel 2023, ma l’attesa è dovuta al fatto che i due hanno appena concluso la stagione di ciclocross, nella quale si sono spesso dati battaglia e spettacolo.
Tornando alla corsa galiziana la forza di Vingegaard è stata superlativa fin dal primo giorno. Con sé ha avuto a disposizione una Jumbo – Visma stellare, con gregari preziosi in salita (vedi Attila Valter, alla fine 4° assoluto), che gli ha permesso di condurre la classifica generale senza particolari avversità. Alle sue spalle salgono sul podio Jesus Herrada (Team Cofidis), che dopo la crono è riuscito a scalzare dal secondo posto il portoghese Ruben Guerreiro (Movistar). Crolla, invece, Lorenzo Fortunato, che dalla quinta posizione al termine della tappa di ieri precipita in 13° posizione dove aver mostrato i suoi limiti nelle cronometro. Il corridore bolognese ha molto da lavorare in questa disciplina se vuole competere ad alto livello nei grandi giri.
Nella top 20 assoluta si piazza un altro italiano, il marchigiano Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma).
L’asso pigliatutto danese si è portato a casa anche la classifica degli scalatori, mentre ai punti si impone l’austriaco Sebastian Schönberger (Human Powered Health) e tra i giovani il migliore è il britannico Lukas Nerurkar (Trinity Racing)
Andrea Giorgini

Vingegaard in azione nella cronometro di Santiago di Compostela (Getty Images)
ALAPHILIPPE REGNA IN PATRIA: SUA LA FAUN ARDÈCHE CLASSIC
Squillo del francese Alaphilippe nella Faun Ardèche Classic, vinta dall’asso transalpino dopo un tentativo nativo sulla penultima salita e orchestrato assieme al connazionale David Gaudu
Il francese Julian Alaphilippe (Soudal – Quick Step) ottiene la prima vittoria stagionale sulle strade di casa battendo il connazionale David Gaudu (Groupama) in uno sprint a due dopo che la coppia si era avvantaggiata lungo la salita di Saint-Romain-de-Lerps, la penultima difficoltà altimetrica della Faun Ardèche Classic,
I due se ne sono andati dopo il gruppo aveva ripreso i fuggitivi di giornata, Remì Cavagna (Soudal – Quick Step) e Valentin Ferron (TotalEnergies), a pochi chilometri dal Mur de Cornas, l’ascesa che anticipava immediatamente quella di Saint-Romain-de-Lerps. Il lavoro principale era stato svolto principalmente da Uno-X e Trek, con la Soudal che si è unita per indurire l’andatura dopo che il proprio portacolori era stato riassorbito.
Nel punto più ripido sono scattati i due francesi lasciando a 30″, misurati allo scolllinamento Victor Lafay (Cofidis), Mattias Skjelmose Jensen (Trek), Jefferson Alexander Cepeda (EF) e Aurélien Paret-Peintre (AG2R). I cambi regolari dei primi due non hanno lasciato possibilità di rientro agli inseguitori, che hanno concluso a 31” regolati da Skjelmose Jensen su Lafay e Romain Grégoire (Groupama). Buon settimo posto per Lorenzo Rota (Intermarché – Circus – Wanty), giunto a 43”.
Oggi appuntamento con la sorella più giovane Faun Drôme Classic, nella quale Alaphilippe partità vestendo ancora i galloni del favorito
Andrea Mastrangelo

Julian Alaphilippe vince la Faun-Ardèche Classic (Getty Images)
JONAS VINGEGAARD SENZA RIVALI SULLE SALITE DELLA GALIZIA
Il vincitore dell’ultimo Tour de France bissa in meno di ventiquattr’ore il successo di tappa alla O Gran Camiño prendendosi anche l’arrivo in salita di Alto do Castelo. Ancora il maltempo ha fatto da padrone nella prima parte di corsa, quando i corridori sono passati in una zona molto innevata e dove il freddo era ancora molto presente. Esso ha costretto gli organizzatori a cancellare dal tracciato originale la doppia salita all’Alto de Santa Mariña e a spostare l’arrivo tre chilometri prima di dove era previsto, con la distanza scesa a 127 km totali
Jonas Vingegaard non ha padroni al Giro di Galizia: la Jumbo – Visma è senza dubbio il Team più forte nella gara spagnola e lo ha dimostrato sulla breve ma durissima salita finale di oggi, con tratti di pendenza vicini al 20% e con terreno solo parzialmente asfaltato (se non addirittura sterrato) nel punto più ripido. Il danese è stato portato “in carrozza” fino al punto chiave della salita dal compagno di squadra Attila Valter, seguito da Ruben Guerreiro (Movistar Team) e Jesus Herrada (Cofidis).
Precedentemente una fuga con Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team) aveva caratterizzato la corsa: insieme al corridore dell’Isola d’Elba, vincitore già della tappa di Sagunto alla Volta Valenciana poche settimane fa, c’erano lo spagnolo Xabier Isasa (Euskaltel – Euskadi) e l’austriaco Sebastian Schönberger (Human Powered Health), i quali sono stati ripresi ai -10 dall’arrivo. La Jumbo – Visma fa subito il forcing attaccando la salita conclusiva e il gruppo si fraziona molto rapidamente. Attila Valter si mette in testa seguito dal suo capitano Vingegaard, il quale parte dove inizia la parte più impegnativa della salita. La strada, oltre ad essere ripida, ha un terreno sconnesso e presenta una carreggiata molto stretta che mette in fila indiana i corridori. Nulla possono contro il campione danese, che stacca tutti dando 20” a Ruben Guerreiro e 35” alla coppia composta da Attila Valter e Jesus Herrada. Poco dietro giunge un ottimo Lorenzo Fortunato: il bolognese compie un grande recupero che gli permette di entrare anche nella Top 5 in classifica generale, a 1′31” da Vingegaard, che risponde per le rime alle vittorie già ottenute da Tadej Pogacar e Remco Evenepoel.
Nulla è ancora deciso però: la resa dei conti avverà domani nella cronometro individuale da Novo Milladoiro a Santiago di Compostela. Saranno 18 km piuttosto vallonati ma che saranno decisivi per l’assegnazione della corsa e del podio finale in questa seconda edizione della “O Gran Camiño”.
Andrea Giorgini

Jonas Vingegaard (Getty Images)
MERLIER IMPRENDIBILE IN VOLATA AD ABU DHABI. EVENEPOEL CONSERVA IL PRIMATO
L’ultima occasione per i velocisti in questa edizione del Giro degli Emirati Arabi Uniti è ancora colta da Tim Merlier, che già si era imposto nella tappa d’apertura. Nulla cambia in classifica alla vigilia della decisiva frazione conclusiva, che prevede l’arrivo in salita alla Jebel Hafeet.
Terzo sigillo stagionale per Tim Merlier. Il belga portacolori della Soudal Quick-Step si aggiudica la sesta tappa dell’UAE Tour 2023, 166 km piatti dal parco a tema di Warner Bros al Breakwater di Abu Dhabi.
In tre vanno in fuga e tra questi c’è ancora una volta Samuele Zoccarato (Green Project Bardiani CSF Faizanè). Assieme a lui ci sono Edward Planckaert (Alpecin-Deceuninck) e Larry Warbasse (AG2R Citroen), che ottengono un vantaggio massimo di 2’27” sul gruppo della Maglia Rossa, tirato dalla Soudal-Quick Step del leader della classifica Remco Evenepoel.
Il primo traguardo volante di tappa ad Al Sadar è appannaggio di Planckaert; dietro di lui Zoccarato e Warbasse.
Ai -80 paura per Paul Lapeira della AG2R Citroen, ruzzolato sull’asfalto bollente; per lui, fortunatamente, solo qualche abrasione e la casacca lacerata.
I chilometri si assottigliano, il caldo diventa sempre più asfissiante ed il margine dei 3 battistrada diminuisce sempre più mentre le squadre dei velocisti mettono in testa i propri gregari.
Al secondo traguardo intermedio di giornata, a Zayed City, è ancora Planckaert a passare per primo avvicinandosi nella speciale classifica a Tim Merlier.
Quando mancano 30 chilometri al traguardo il vantaggio dei tre in testa si riduce ulteriormente scendendo sotto il minuto. Il primo ad essere ripreso, ai -10, è Planckaert, mente poco dopo alzano bandiera bianca anche Zoccarato e Warbasse.
I trenini si allargano sulla strada e i team si studiano in vista del volatone finale.
Nell’ultimo chilometro lavorano Groupama, Soudal, Bora-Hansgrohe e Lotto Dstny. Alle ultime due semicurve il vincitore della tappa di ieri, Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) parte troppo lungo. Merlier scatta dalla settima posizione ai -200 metri e, nonostante il tentativo disperato di rimonta di Sam Bennett (Bora – Hansgrohe), conquista il terzo trionfo di questo 2023. Groenewegen è terzo, davanti a Olav Kooij (Jumbo-Visma) e Fernando Gaviria (Movistar Team).
In testa alla generale non si ha nessun sconvolgimento e così Evenepoel mantiene il simbolo del primato con 9’’ di vantaggio su Luke Plapp (Ineos Grenadiers) e 13” su Pello Bilbao (Barhain Victorius).
Sarà decisiva la tappa conclusiva di domani, 153 Km dall’Hazza Bin Zayed Stadium di Al Ain alla Jebel Hafeet, salita di 11 chilometri al 6.8% di pendenza media.
Vito Sansone

Tim Merlier vince la penultima tappa dell'UAE Tour 2023 (Getty Images)

