OLANDA E SLOVENIA, DUE ORI STUPENDI. VAN VLEUTEN E ROGLIC DOMINANO LE PROVE A CRONOMETRO
Annemiek van Vleuten (Olanda) e Primoz Roglic (Slovenia) non danno scampo agli avversari essendo artefici di una prova a cronometro in cresendo che non dà adito a dubbi. L’olandese vince con quasi 1 minuto di vantaggio sulla svizzera Reusser, mentre la prova dello sloveno è ancora più ‘monstre’, visto che vince con oltre un minuto di vantaggio su Tom Dumoulin (Olanda), secondo. Bronzo per le donne Anna van der Breggen (Olanda) e per gli uomini Rohan Dennis (Australia). Deludono invece Filippo Ganna (Italia) e Wout van Aert (Belgio).
La prova a cronometro femminile alle Olimpiadi di Tokyo si svolge all’interno e nelle immediate vicinanze dell’International Fuji Speedway, per un totale di 22 km e 100 metri. La prova maschile si farà sullo stesso percorso, che però dovrà essere ripetuto una seconda volta. Il finale è identico a quello delle prove in linea della scorsa settimana. Tra le donne, finisce il dominio statunitense delle tre Olimpiadi consecutive vinte dalla statunitense Chloe Dygert. Torna in auge l’Europa con un podio tutto firmato Vecchio Continente. L’olanda è la grande protagonista, dopo la mezza delusione della prova in linea. Annemiek van Vleuten alla media di oltre 43 km e 800 metri all’ora, vola letteralmente tra le sinuosità dell’autodromo giapponese, facendo registrare un tempo di 30 minuti e 13 secondi. Nulla possono le sue dirette avversarie. La svizzera Marlen Reusser è argento con un ritardo di 56 secondi, mentre è ancora l’Olanda a salire sul gradino più basso del podio con Anna van der Breggen, a 1 minuto e 2 secondi di ritardo dalla connazionale. Chiudono la top five l’australiana Grace Brown, quarta a 1 minuto e 9 secondi di ritardo e la statunitense Amber Neben a 1 minuto e 13 secondi di ritardo. Elisa Longo Borghini non fa meglio della decima posizione a 2 minuti e 47 secondi di ritardo dalla van Vleuten. Nella prova maschile, dopo la leadership provvisoria del canadese Hugo Houle con 57 minuti e 56 secondi, entravano in scena i pezzi da novanta. Il primo a fare meglio di Houle era Remco Evenepoel (Belgio), che faceva segnare 57 minuti e 21 secondi. Poco dopo era la volta di Rigoberto Uran (Colombia), che faceva fermare il cronometro a 57 minuti e 19 secondi, facendo meglio di Evenepoel di 2 secondi. La corsa diventava incerta al primo passaggio sul traguardo. A metà corsa infatti Primoz Roglic aveva il miglio tempo con 27 minuti e 30 secondi, ma alle sue spalle, nel giro di 10 secondi, erano racchiusi cinque ciclisti: Tom Dumoulin (Olanda) con 27 minuti e 38 secondi, Filippo Ganna (Italia) e Rohan Dennis (Australia) con 27 minuti e 39 secondi e Wout van Aert (Belgio) con 27 minuti e 40 secondi. La proiezione e che Roglic andava ormai per l’oro, mentre era serratissima la battaglia per argento e bronzo. Dumoulin era il primo fare meglio di Uran con un perentorio 56 minuti e 6 secondi. Gli rispondeva poco dopo Roglic, unico a scendere sotto i 56 minuti con un clamoroso 55 minuti e 4 secondi. Lo sloveno vinceva l’oro con una facilità disarmante dopo una prova su strada incolore. Dumoulin si prendeva un argento meritato per il blasone e certificava il ritorno a grandi livelli dopo due anni bui dovuti all’infortunio al ginocchio al Giro 2019. Chiudeva terzo con un prestigioso bronzo l’ex campione del mondo Dennis, che aveva la meglio per una questione di centesimi su Stefan Kung (Svizzera), che chiudeva in crescendo ma non faceva meglio del quarto posto. Le note stonate venivano infine dai due ciclisti forse più attesi. Filippo Ganna era quinto, con un modesto 56 minuti e 10 secondi, a oltre 2 minuti di ritardo da Roglic. Ancora peggio faceva van Aert, sesto con il tempo di 56 minuti e 45 secondi. Dopo l’argento nella prova in linea e un Tour de France corso a tutta, era comunque da mettere in conto un po’ di stanchezza per il fenomeno belga. Il ciclismo alle Olimpiadi continuerà con le prove su pista, dove Filippo Ganna è atteso a un pronto riscatto, mentre per quanto riguarda le corse in linea si attende il week end con la Classica di San Sebastian.
Giuseppe Scarfone

Il podio della cronometro uomini (foto Bettini)
25-07-2021
luglio 25, 2021 by Redazione
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OLIMPIADI DI TOKYO – GARA SU STRADA DONNE
L’austriaca Anna Kiesenhofer si è imposta nella corsa su strada, Musashinonomori Park – Fuji International Speedway, percorrendo 137 Km in 3h52′45″, alla media di 35.317 Km/h. Ha preceduto di 1′15″ l’olandese Annemiek van Vleuten e di 1′29″ l’italiana Elisa Longo Borghini
PRUEBA VILLAFRANCA – ORDIZIAKO KLASIKA
Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Astana – Premier Tech) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165.7 Km in 3h51′27″, alla media di 42.955 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Juan Ayuso Pesquera (UAE-Team Emirates) e Roger Adrià Oliveras (Equipo Kern Pharma). Miglior italiano Diego Rosa (Team Arkéa Samsic), 15° a 9″.
TOUR ALSACE
Il belga Arnaud de Lie (Lotto – Soudal U23) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Mulhouse – Berrwiller, percorrendo 153.6 Km in 3h23′22″, alla media di 45.317 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Martin Bugge Urianstad (Uno-X Pro Cycling Team) e il britannico Samuel Watson (nazionale britannica). Miglior italiano Mattia Bais (Androni Giocattoli – Sidermec), 30° a 7″. Lo spagnolo José Félix Parra Cuerda (Equipo Kern Pharma) si impone in classifica con 19″ sull’elvetico Sébastien Reichenbach (Groupama – FDJ) e 42″ sul tedesco Leon Heinschke (Development Team DSM). Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 14° a 1′55″
GRAND PRIX DE LA VILLE DE PÉRENCHIES
Il belga Emiel Vermeulen (Xelliss – Roubaix Lille Métropole) si è imposto nella corsa francese, circuito di Pérenchies, percorrendo 163 Km in 3h30′52″, alla media di 46.38 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Simon Daniels (XSpeed United Continental) e il francese Damien Ridel (Team UC Nantes – Atlantique). Non ha terminato la prova l’unico italiano in gara, Lorenzo Germani (Équipe Continentale Groupama-FDJ)
GP KRANJ
L’italiano Riccardo Verza (Zalf Euromobil Fior) si è imposto nella corsa slovena, circuito di Kranj, percorrendo 157.3 Km in 3h26′26″, alla media di 45.719 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Felix Engelhardt (Tirol KTM Cycling Team) e l’austriaco Moran Vermeulen (Team Felbermayr – Simplon Wels)
KIESENHOFER, UN ORO CHE VALE PLATINO; BRONZO PER LA LONGO BORGHINI
La fuga che non ti aspetti sorprende le cicliste di riferimento nella prova in linea olimpica. L’austriaca Anna Kiesenhofer, fugaiola della prima ora, scatta a circa 40 km dall’arrivo e non viene più ripresa. E’ un trionfo inaspettato per l’Austria mentre la grande delusa è l’Olanda, che aveva portato alle Olimpiadi uno squadrone da podio completo, compresa medaglia di legno. La formazione olandese è argento con Anna van der Breggen mentre Elisa Longo Borghini è bronzo.
Il percorso della prova in linea olimpica femminile è lungo 137 km e ricalca grosso modo quello maschile, con la difficile ascesa del Mikuni Pass sulla quale si potrebbe scatenare la bagarre fra le cicliste più attese. La differenza maggiore, oltre a circa 100 km di lunghezza in meno, è l’assenza della salita di Mikuni Pass, che nella corsa maschile ha fatto esplodere il gruppo dei favoriti. Ci sarà comunque la salita di Doushi Road e quella successiva verso Kagosaka Pass a indurire le gambe delle cicliste, che nel tratto finale verso il Fuji International Speedway troveranno diversi mangia e bevi dove tentare gli attacchi decisivi, come del resto ha fatto Richard Carapaz nella sua corsa verso l’oro. L’Olanda riveste il ruolo di grande favorita, con le Marianne Vos ed Anna van der Breggen, già ori olimpici rispettivamente a Londra nel 2012 ed a Rio nel 2016. Completano il roster orange Annemiek van Vleuten e Demi Vollering, per un poker d’assi che difficilmente potrà essere impensierito da chicchessia. L’Italia gareggia con due punte di diamante come Marta Bastianelli ed Elisa Longo Borghini, quest’ultima bronzo a Rio cinque anni fa, mentre Marta Cavalli e Soraya Paladin dovranno cogliere il momento giusto per attaccare. Nel panorama generale, spiccano Elisabeth Deignan per la Gran Bretagna, Chloe Dygert per gli USA, Amanda Spratt per l’Australia, Katarzyna Niewiadoma per la Polonia e l’inossidabile Lisa Brennauer per la Germania. La fuga iniziale dopo la partenza dal Musashinonomori Park grazie all’azione di Omer Shapira (Israele), Vera Looser (Namibia), Anna Kiesenhofer (Austria), Carla Hoberholzer (Sud Africa) e Anna Plichta (Polonia). Un secondo gruppo formato da Catalina Soto Campos (Cile), Agua Marina Espinola (Paraguay), Osana Debesay (Eritrea) e Selam Amha (Etiopia) si metteva all’inseguimento delle cicliste davanti che avevano oltre 10 minuti di vantaggio sul gruppo principale quando mancavano circa 90 km all’arrivo. A 87 km dall’arrivo restavano in testa Shapira, Kiesenhofer e Plichta mentra il primo gruppo al loro inseguimento sembrava aver perso lo smalto iniziale ed infatti il gruppo principale era sempre più vicino e lo riprendeva a 75 km dal termine. Ai meno 60 si notava qualche movimento nel gruppo principale, soprattutto con Germania e Olanda a movimentare la situazione. A 55 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era superiore ai 7 minuti. Le cicliste erano impegnate nel tratto in salita di Doushi Road che iniziava a spezzettare il gruppo. Il primo attacco deciso lo portava Annemiek van Vleuten a 54 km dall’arrivo mentre Marta Bastianelli e Soraya Paladin erano segnalate in coda al gruppo principale. A 40 km dal termine l’austriaca Kiesenhofer attaccava e si scrollava di dosso Shapiro e Plichta. Ai meno 37 la Germania dava un nuovo impulso in testa al gruppo, accorciando sulla Van Vleuten, che veniva ripresa poco dopo. A 18 km dallla conclusione la Kiesenhofer aveva 2 minuti di vantaggio su Shapira e Plichta e 4 minuti e 25 secondi di vantaggio sul gruppo delle big. Il sogno dorato della ciclista austriaca era sempre più reale. Già gli ultimi 10 km erano una passerella finale per la Kiesenhofer, che andava a trionfare sotto il traguardo. Anna van der Breggen era seconda, mentre una solida Elisa Longo Borghini conquistava la medaglia di bronzo, confermando la stessa posizione di cinque anni fa a Rio. Per quanto riguarda le prove su strada, il prossimo appuntamento olimpico è per mercoledì 28 con la cronometro individuale maschile e femminile. Per le donne c’è curiosità su chi succederà a Kristin Armstrong, dominatrice delle ultime tre olimpiadi, mentre tra gli uomini il risultato sembra essere più incerto di quanto non sembri, anche perché il percorso di 44 km presenta poca pianura e si scontreranno i migliori interpreti della specialità, praticamente un Mondiale bis.
Giuseppe Scarfone

L'arrivo della Kiesenhofer sul traguardo della gara olimpica (foto Bettini)
TOUR DE WALLONIE, JAKOBSEN BISSA LA TAPPA, A SIMMONS LA GENERALE
Fabio Jakobsen vince in volata l’ultima tappa del Tour de Wallonie davanti a Selig e Menten. Quinn Simmons porta a casa la classifica generale
Ultima frazione della 42° Edizione del Tour de Wallonie, 192 Km da Dinant a Quaregnon. La fuga di giornata prende il largo relativamente presto, composta da Senne Leysen (Alpecin-Fenix), Ward Vanhoof (Sport Vlaanderen-Baloise), Fumiyuki Beppu (EF Education-Nippo), Sean Quinn (Hagens Berman Axeon) e Jesper Hansen (Riwal Cycling Team). Il gruppo alle spalle lascia fare, ma sempre tenendo sotto controllo il distacco che a circa 20 Km dal traguardo è tornato ormai irrisorio.
Questa situazione ingolosisce nuovi tentativi in testa al gruppo principale come quello del leader della generale Quinn Simmons (Trek – Segafredo), che ha dimostrato di non accontentarsi soltanto di vestire la maglia di leader tentando più volte di onorarla a fondo con continui attacchi, sia nella tappa di oggi che in quella di ieri. Tutto però si risolve alla fine in un nulla di fatto, e il gruppo può procedere spedito verso la volata a ranghi compatti: il più veloce oggi è di nuovo Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step), al secondo successo di tappa in questa edizione del Wallonie. Dietro di lui battuti abbastanza nettamente Rudiger Selig (Bora-Hansgrohe) e Milan Menten (Bingola Pauwels).
Per Simmons invece la gioia di portare a casa il successo finale della corsa, ampiamente meritato sul campo.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

La vittoria di Jakobsen nell'ultima tappa della corsa vallone (Getty Images)
24-07-2021
luglio 24, 2021 by Redazione
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OLIMPIADI DI TOKYO – GARA SU STRADA
L’ecuadoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro si è imposto nella corsa su strada, Musashinonomori Park – Fuji International Speedway, percorrendo 234 Km in 6h05′26″, alla media di 38.42 Km/h. Ha preceduto di 1′07″ il belga Wout van Aert e lo sloveno Tadej Pogačar. Miglior italiano Alberto Bettiol, 14° a 3′38″
TOUR DE WALLONIE
L’olandese Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Dinant – Quaregnon, percorrendo 192.4 Km in 4h32′31″, alla media di 42.361 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Rüdiger Selig (Bora – Hansgrohe) e il belga Milan Menten (Bingoal Pauwels Sauces WB). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM), 4°. Lo statunitense Quinn Simmons (Trek – Segafredo) si impone in classifica con 4″ sul belga Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e 20″ sul francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 17° a 35″.
TOUR ALSACE
Lo spagnolo José Félix Parra Cuerda (Equipo Kern Pharma) si è imposto nella terza tappa, Ribeauvillé – Lac Blanc, percorrendo 161.3 Km in 4h34′10″, alla media di 35.3 Km/h. Ha preceduto di 43″ il tedesco Leon Heinschke (Development Team DSM) e di 48″ l’elvetico Sébastien Reichenbach (Groupama – FDJ). Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 13° a 1′31″. Parra Cuerda è il nuovo leader della classifica con 26″ su Reichenbach e 42″ su Heinschke. Miglior italiano Frigo, 14° a 1′55″
ECUAD’ORO CARAPAZ, L’OLIMPIADE E’ SUDAMERICANA!
La corsa olimpica si infiamma sul Mikuni Pass, ad una quarantina di km dall’arrivo. Sono Tadej Pogacar (Slovenia), Brandon McNulty (USA) e Michael Woods (Canada) ad attaccare ed a portarsi dietro un gruppetto di una quindicina di unità tra cui Alberto Bettiol (Italia). Ma è prima della seconda ascesa verso il Kagosawa Pass, a circa 25 km dall’arrivo, che si decide la corsa grazie all’azione di Brandon McNulty (USA) e Richard Carapaz (Ecuador). Quest’ultimo attaccava nello strappetto finale che anticipava l’entrata al Fuji International Speedway e andava a vincere l’oro olimpico. L’argento va a Wout van Aert (Belgio), il bronzo a Tadej Pogacar (Slovenia).
234 km di imboscate. Questo a prima vista sembra essere il leitmotiv che accompagnerà i ciclisti impegnati nella Prova in Linea Olimpica di Tokyo 2020. Si parte dal Musashinonomori Park e si arriva al Fuji International Speedway. I primi 100 km prevedono le due ascese di Doushi Road e di Kagosaka Pass, dopodiché si entrerà nel vivo con la scalata del Monte Fuji, il punto più elevato del percorso olimpico con i suoi 1451 metri. Dopo lo scollinamento ci saranno da affrontare una cinquantina di km tra discesa e diversi saliscendi prima di affrontare la salita più dura, il Mikuni Pass, dove la corsa potrebbe decidersi o, perché no, essersi già decisa. La parte centrale con i suoi 4 km con pendenze costantemente in doppia cifra renderanno dura la vita di molti ciclisti. Dalla vetta del MIkuni Pass mancheranno 34 km all’arrivo, inframmezzati dalla seconda breve ascesa verso il Kagosaka Pass, dopodiché ci saranno circa 10 km di discesa. Gli ultimi 13 km sono sostanzialmente in pianura ma ci sono alcuni zampellotti sui quali si scateneranno gli ultimi attacchi per la vittoria finale. Un percorso sicuramente esigente e che promette spettacolo. Le nazionali hanno un massimo di cinque atleti per squadra. Beneficiano di questo vantaggio Belgio, Spagna, Francia, Olanda ed Italia. Ma gli occhi saranno puntati anche su altre nazionali, con Slovenia, Svizzera, Danimarca, Colombia e Gran Bretagna, per dirne alcune, che non mancheranno di attaccare a ripetizione. Greg Van Avermaet, ai nastri di partenza col Belgio, cinque anni fa a Rio conquistò l’oro olimpico grazie ad una fuga a lunga gittata. Vedremo a Tokyo cosa succederà. A causa della positività al Covid, non partivano due ciclisti: il tedesco Simon Geschke ed il ceco Michal Schlegel. Le prime fasi della corsa servivano principalmente a mettere in atto la fuga di giornata da parte di ciclisti di seconda fascia. Erano in otto ad andare in fuga dopo poco più di 10 km: Nic Dlamini (Sud Africa), Michael Kukrle (Repubblica Ceca), Juraj Sagan (Slovacchia), Eduard-Michael Grosu (Romania), Polychronis Tzortzakis (Grecia), Orluis Aular (Venezuela), Paul Daumont (Burkina Fasu) ed Elchin Asadov (Azerbaijan). Gli otto in fuga raggiungevano un vantaggio che sfiorava i 20 minuti verso il km 80, quando si scollinava la prima asperità di giornata, la Doushi Road. Sul successivo Kagosaka Pass, la fuga si rompeva in due tronconi. Restavano in testa Dlamini, Kukrle, Sagan, Tzortzakis ed Aular. Era principalmente il Belgio con Greg van Avermaet a tirare il gruppo. Per colpa della rotaia del tram, erano coinvolti in una caduta, apparentemente senza conseguenze, Giulio Ciccone (Italia), Geraint Thomas e Tao Hart (Gran Bretagna). Ai piedi della scalata verso il Monte Fuji, il vantaggio della fuga era sceso a 13 minuti e 40 secondi. Dopo il gran lavoro fatto nella prima parte della corsa, Greg van Avermaet si staccava sulle prime rampre del Monnte Fuji. Era sempre il Belgio con Beoon e Vansevenant a tirare il gruppo, coadiuvato da Tratnik per la Slovenia. Dopo Van Avermaet, alzava bandiera bianca anche Omar Fraile, che poteva essere una valida alternativa a Valverde per la Spagna. Giulio Ciccone si faceva vivo nelle prime posizioni del gruppo dando un forte impulso all’andatura, tant’è che sotto la sua spinta il gruppo iniziava a sfilacciarsi. Altri ciclisti di un certo livello si staccavano, come Zdenek Stybar (Repubblica Ceca), Ilnur Zakarin (Russia) e Alejandro Valverde (Spagna). La fuga scollinava con poco più di 6 minuti di vantaggio sul gruppo. A 60 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 4 minuti e 10 secondi. Si avvicinava la scalata verso il Mikuni Pass, con il gruppo inseguitore forte ancora di un’ottantina di unità. Nel frattempo Thomas si ritirava. A 55 km dall’arrivo nel gruppo iniziavano le scaramucce. I primi a muoversi erano Damiano Caruso (Italia), Wilco Leldremann (Olanda) e Mauri Vansevenant (Belgio). Piùche altro era un allungo per testare la situazione generale. Ripartivano in contropiede Vincenzo Nibali (Italia), Remco Evenepoel (Belgio) ed Eddie Dunbar (Irlanda). Anche questo tentativo aveva vita breve. A 50 km dalla conclusione il gruppo dei migliori tornava compatto, anche se bisognava ancora andare a prendere Kukrle ed Aular. Il ricongiungimento effettivo avveniva a 48 km dall’arrivo. In testa al gruppo si segnalava la presenza delle nazionali francese e olandese. Sulle prime rampe del Mikuni Pass era il Belgio a mantenere un’andatura costante con Benoot. Anche Nairo Quintana (Colombia) si staccava. Insieme a lui, perdevano definitivamente il contatto col gruppo Kasper Asgreen (Danimarca) e Alejandro Valverde (Spagna), che era riuscito a rientrare precedentemente. Anche Tom Dumoulin (Olanda), Sergio Higuita (Colombia), Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone (Italia) e Remco Evenepoel (Belgio) si facevano sfilare. Il Mikuni Pass si stava rivelando il punto clou della corsa olimpica, con il gruppo principale che contava non più di una trentina di unità. Tadej Pogacar (Slovenia) scattava a circa 4 km dallo scollinamento. Riuscivano a mantenere il suo ritmo Brandon McNulty (USA) e Michael Woods (Canada). Il gruppo era tirato da Alberto Bettiol (Italia) e Wout van Aert (Belgio), mentre sembrava in difficoltà Primoz Roglic (Slovenia). Sul terzetto di testa si riportavano Bauke Mollema (Olanda), Michal Kwiatkowski (Polonia), Alberto Bettiol (Italia) e Richard Carapaz (Ecuador). Anche Rigoberto Uran (Colombia) raggiungeva la compagnia a circa 2 km dallo scollinamento. Grazie al lavoro di Van Aert, rientravano sui primi, oltre al belga, anche Bauke Mollema (Olanda), Jakob Fuglsang (Danimarca) e David Gaudu (Francia). Prima della seconda ascesa verso il Kagosaka Pass, rientravano anche Maximilian Schachmann (Germania) ed Adam Yates (Gran Bretagna). A 25 km dall’arrivo attaccavano Carapaz e McNulty. La coppia di testa conquistava un discreto vantaggio sugli immediati inseguitori. Le doti da passista di McNulty si facevano vedere nella discesa successiva allo scollinamento del Kagosawa Pass. A 20 km dall’arrivo la coppia di testa aveva 40 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. Bettiol era vittima di crampi e si faceva sfilare. Restavano in 10 all’inseguimento di Carapaz e McNulty. A 6 km dall’arrivo Carapaz attaccava e si lasciava alle spalle McNulty che veniva ripreso dal drappello degli inseguitori. All’entrata del Fuji International Speedway, il ciclista ecuadoriano aveva una trentina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. Carapaz dava tutti negli ultimi km ed andava a trionfare sul traguardo, per il primo oro olimpico di un ciclista sudamericano. Nella volata ristretta per l’argento, van Aert batteva al photofinish Pogacar, che doveva accontentarsi del bronzo. Chiudevano la top five olimpica Bauke Mollema in quarta posizione e Michael Woods in quinta posizione. Prossimo appuntamento con gli uomini sarà il 28 Luglio nella prova a cronometro. Van Aert vorrà sicuramente rifarsi dopo un pur ottimo argento, ma la concorrenza è agguerrita con Filippo Ganna (Italia) e Rohan Dennis (Australia) che gli daranno filo da torcere.
Giuseppe Scarfone

Dopo il Giro del 2019 ecco un'altra perla firmata Carapaz, la gara su strada alle olimpiadi di Tokyo (foto Bettini)
23-07-2021
luglio 24, 2021 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella quarta tappa, Neufchâteau – Fleurus, percorrendo 206 Km in 4h55′16″, alla media di 41.86 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo
(Team Qhubeka NextHash) e il colombiano Fernando Gaviria Rendón (UAE-Team Emirates). Lo statunitense Quinn Simmons (Trek – Segafredo) è ancora leader della classifica con 3″ sul belga Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e 19″ sul francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 14° a 34″.
TOUR ALSACE
Il colombiano Abner Santiago Umba López (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella seconda tappa, Vesoul – La Planche des Belles Filles, percorrendo 143.1 Km in 3h47′36″, alla media di 37.724 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Antoine Huby (Cross Team Legendre) e l’elvetico Sébastien Reichenbach
(Groupama – FDJ. Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 20° a 41″. Huby è il nuovo leader della classifica con 10″ su Umba López e 11″ sul belga Lennert van Eetvelt (Lotto – Soudal U23)- Miglior italiano Frigo, 19° a 54″
TOUR DE WALLONIE, SECONDA PER GROENEWEGEN
Dylan Groenewegen raddoppia le vittorie di tappa in volata al Wallonie. Battuti Nizzolo e Gaviria
Tappa mossa e nervosa per tutto il percorso, con fughe e controfughe che si susseguono senza mai riuscire a prendere il largo.
Quando al traguardo mancano circa 60 Km se ne vanno in 7: Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Julius van den Berg (EF Education – Nippo), Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Eliot Lietaer (B&B Hotels p/b KTM), Dries Van Gestel (Team TotalEnergies), e Toon Aerts (Baloise – Trek Lions), i quali sembrano prendere finalmente il largo.
Il gruppo controlla e chiude il tentativo ai -20, ma non sono finite le emozioni odierne: sulle ultime cotes in programma si susseguono nuovi tentativi fra cui quello di Josef Černý (Deceuninck Quick Step) e della maglia arancione di leader Quinn Simmons (Trek – Segafredo), ma senza successo.
Si giunge dunque alla volata a ranghi compatti: il più veloce è di nuovo Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma), che batte sulla linea del traguardo un buon Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash) e Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates).
Quinn Simmons mantiene il vessillo del primato in classifica generale.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Dylan Groenewegen bissa il successo di tappa al Wallonie (Getty Images Sport)
22-07-2021
luglio 22, 2021 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
Lo statunitense Quinn Simmons (Trek – Segafredo) si è imposto nella terza tappa, Waimes – Érezée, percorrendo 177 Km in 4h07′19″, alla media di 39.787 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e di 13″ il francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Alessandro Covi (UAE-Team Emirates), 7° a 25″. Simmons è il primo leader della classifica con 3″ su Dewulf e 19″ su Renard. Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 12° a 34″. La tappa sarebbe dovuta partire da Plombières, ma l’organizzazione è stata costretta a cambiare percorso all’ultimo momento a causa delle alluvioni che hanno colpito il Belgio.
TOUR ALSACE
Il belga Arnaud De Lie (Lotto – Soudal U23) si è imposto nella prima tappa, Colmar – Altkirch, percorrendo 163.1 Km in 3h49′49″, alla media di 42.582 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Théo Menant (Vendée U) e il britannico Ben Turner (Trinity Racing). Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 43°. De Lie è il nuovo leader della classifica con 4″ su Turner e sul ceco Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper). Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 71° a 16″
TOUR DE WALLONIE, È IL GIORNO DI SIMMONS
Quinn Simmons vince con una bella azione di forza la terza tappa del Wallonie. Dewulf e Renard completano il podio
Tappa mossa e nervosa lungo tutto il percorso odierno fatto di diversi saliscendi che non hanno permesso ad una vera e propria fuga di prendere il largo. L’azione decisiva si muove soltanto ai -10 Km dal traguardo lungo l’ascesa finale al Côte de Beffe, dettata da Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) e Stan Dewulf (AG2R Citroën).
Alle loro spalle è lesto il duo Trek-Segafredo composto da Quinn Simmons e Juan Pedro López a lanciarsi all’inseguimento e rientrare sulla testa poco dopo lo scollinamento del GPM. Lo stesso Simmons è protagonista di ripetuti attacchi nel finale, ai quali riesce a resistere soltanto Dewulf. I due procedono di ottimo accordo mentre il gruppo dietro tarda ad organizzarsi, perdendo ogni ultima speranza di rientrare sulla testa della corsa.
Partita la volata finale a due, lo statunitense della Trek si lancia in un lunghissimo allungo al quale il belga della Cofidis non riesce a rispondere, dovendo accontentarsi della piazza d’onore. La volatina del plotone per la terza posizione è regolata da Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Per lo statunitense della Trek-Segafredo anche la doppia gioia della nuova maglia di leader della classifica generale.
Lorenzo Alessandri
Twitter LorenzoAle8

Quinn Simmons esulta sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo