KIESENHOFER, UN ORO CHE VALE PLATINO; BRONZO PER LA LONGO BORGHINI
La fuga che non ti aspetti sorprende le cicliste di riferimento nella prova in linea olimpica. L’austriaca Anna Kiesenhofer, fugaiola della prima ora, scatta a circa 40 km dall’arrivo e non viene più ripresa. E’ un trionfo inaspettato per l’Austria mentre la grande delusa è l’Olanda, che aveva portato alle Olimpiadi uno squadrone da podio completo, compresa medaglia di legno. La formazione olandese è argento con Anna van der Breggen mentre Elisa Longo Borghini è bronzo.
Il percorso della prova in linea olimpica femminile è lungo 137 km e ricalca grosso modo quello maschile, con la difficile ascesa del Mikuni Pass sulla quale si potrebbe scatenare la bagarre fra le cicliste più attese. La differenza maggiore, oltre a circa 100 km di lunghezza in meno, è l’assenza della salita di Mikuni Pass, che nella corsa maschile ha fatto esplodere il gruppo dei favoriti. Ci sarà comunque la salita di Doushi Road e quella successiva verso Kagosaka Pass a indurire le gambe delle cicliste, che nel tratto finale verso il Fuji International Speedway troveranno diversi mangia e bevi dove tentare gli attacchi decisivi, come del resto ha fatto Richard Carapaz nella sua corsa verso l’oro. L’Olanda riveste il ruolo di grande favorita, con le Marianne Vos ed Anna van der Breggen, già ori olimpici rispettivamente a Londra nel 2012 ed a Rio nel 2016. Completano il roster orange Annemiek van Vleuten e Demi Vollering, per un poker d’assi che difficilmente potrà essere impensierito da chicchessia. L’Italia gareggia con due punte di diamante come Marta Bastianelli ed Elisa Longo Borghini, quest’ultima bronzo a Rio cinque anni fa, mentre Marta Cavalli e Soraya Paladin dovranno cogliere il momento giusto per attaccare. Nel panorama generale, spiccano Elisabeth Deignan per la Gran Bretagna, Chloe Dygert per gli USA, Amanda Spratt per l’Australia, Katarzyna Niewiadoma per la Polonia e l’inossidabile Lisa Brennauer per la Germania. La fuga iniziale dopo la partenza dal Musashinonomori Park grazie all’azione di Omer Shapira (Israele), Vera Looser (Namibia), Anna Kiesenhofer (Austria), Carla Hoberholzer (Sud Africa) e Anna Plichta (Polonia). Un secondo gruppo formato da Catalina Soto Campos (Cile), Agua Marina Espinola (Paraguay), Osana Debesay (Eritrea) e Selam Amha (Etiopia) si metteva all’inseguimento delle cicliste davanti che avevano oltre 10 minuti di vantaggio sul gruppo principale quando mancavano circa 90 km all’arrivo. A 87 km dall’arrivo restavano in testa Shapira, Kiesenhofer e Plichta mentra il primo gruppo al loro inseguimento sembrava aver perso lo smalto iniziale ed infatti il gruppo principale era sempre più vicino e lo riprendeva a 75 km dal termine. Ai meno 60 si notava qualche movimento nel gruppo principale, soprattutto con Germania e Olanda a movimentare la situazione. A 55 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era superiore ai 7 minuti. Le cicliste erano impegnate nel tratto in salita di Doushi Road che iniziava a spezzettare il gruppo. Il primo attacco deciso lo portava Annemiek van Vleuten a 54 km dall’arrivo mentre Marta Bastianelli e Soraya Paladin erano segnalate in coda al gruppo principale. A 40 km dal termine l’austriaca Kiesenhofer attaccava e si scrollava di dosso Shapiro e Plichta. Ai meno 37 la Germania dava un nuovo impulso in testa al gruppo, accorciando sulla Van Vleuten, che veniva ripresa poco dopo. A 18 km dallla conclusione la Kiesenhofer aveva 2 minuti di vantaggio su Shapira e Plichta e 4 minuti e 25 secondi di vantaggio sul gruppo delle big. Il sogno dorato della ciclista austriaca era sempre più reale. Già gli ultimi 10 km erano una passerella finale per la Kiesenhofer, che andava a trionfare sotto il traguardo. Anna van der Breggen era seconda, mentre una solida Elisa Longo Borghini conquistava la medaglia di bronzo, confermando la stessa posizione di cinque anni fa a Rio. Per quanto riguarda le prove su strada, il prossimo appuntamento olimpico è per mercoledì 28 con la cronometro individuale maschile e femminile. Per le donne c’è curiosità su chi succederà a Kristin Armstrong, dominatrice delle ultime tre olimpiadi, mentre tra gli uomini il risultato sembra essere più incerto di quanto non sembri, anche perché il percorso di 44 km presenta poca pianura e si scontreranno i migliori interpreti della specialità , praticamente un Mondiale bis.
Giuseppe Scarfone

L'arrivo della Kiesenhofer sul traguardo della gara olimpica (foto Bettini)