LA “PRIMA” DEL BENELUX TOUR È DI MERLIER

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Vittoria di Tim Merlier nella prima tappa del Benelux Tour 2021. Piazzamenti d’onore per Bauhaus e Hodeg.

Ha preso il via oggi con la Surhuisterveen-Dokkum di 169.6 km la diciassettesima edizione del Benelux Tour, ennesimo appuntamento World Tour del Calendario UCI.
In una tappa caratterizzata dal vento che ha spezzato a ranghi più o meno compatti il plotone, la vittoria è andata al belga Tim Merlier della Alpecin-Fenix, all’ottava vittoria in stagione. Con il ventottenne di Wortegem-Petegem sono saliti sul podio il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e il colombiano Álvaro José Hodeg (Deceuninck – Quick Step), che ha preceduto nell’ordine d’arrivo il connazionale Gaviria.
Da segnalare che nella fase cruciale, quando a condurre la corsa era un gruppo di una quarantina di ciclisti selezionato dal vento, il belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) è stato vittima di una foratura con conseguenze che far invidia al Ragioner Fantozzi. Per cambiare la ruota al meccanico è, infatti, occorso un lunghissimo minuto e mezzo a causa del cambio ruote neutro che aveva sbagliato tipologia di ruota. Da registrare anche la caduta senza conseguenze di Peter Sagan (Bora-Hansgroe), avvenuta quando il tre volte Campione del Mondo era nel terzo gruppo e i battistrada erano in piena bagarre, animata dagli uomini della Bahrain-Victorius.
Domani la seconda tappa, ancora in terra olandese, prevede una cronometro completamente piatta di 11.1 km con partenza e arrivo a Lelystad. La corsa nordeuropea si concluderà domenica 5 settembre dopo aver percorso un totale di 1096,5 km, suddivisi in 7 tappe.

Mario Prato

La vittoria di Merlier nella prima frazione del Benelux Tour (foto Bettini)

La vittoria di Merlier nella prima frazione del Benelux Tour (foto Bettini)

VUELTA 2021: LE PAGELLE DELLA SECONDA SETTIMANA

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Alla vigilia dei sette giorni che decideranno le sorti dell’edizione 2021 del Giro di Spagna ecco le pagelle della settimana centrale della corsa iberica

ODD CHRISTIAN EIKING: Con una fuga bidone il norvegese conquista il primato in classifica generale, cosa che ci può stare nella seconda settimana di un Grande Giro. Sorprendentemente la difende con successo anche nelle dure tappe a seguire perdendo pochissimo terreno. Il corridore della Intermarché – Wanty si affaccerà alla terza settimana con un vantaggio di 1′36” su Roglic, sognare non costa nulla. VOTO: 8,5

MICHAEL STORER: Il ventiquatrenne del Team DSM, dopo aver trionfato sul Balcón de Alicante, si conferma a Rincón de la Victoria dove conquista il suo secondo successo personale alla Vuelta. VOTO: 7,5

FLORIAN SENECHAL: Dopo aver lavorato tanto per Jakobsen, a Villanueva de la Serena si ritrova finalmente capitano. Un’occasione che il corridore della Deceuninck riesce a sfruttare nel migliore dei modi. VOTO: 7

GUILLAUME MARTIN: Si ritrova in seconda posizione della classifica generale dopo la tappa che da Roquetas de Mar arrivava a Rincón de la Victoria. Lotterà fino alla fine per difendere il podio. VOTO: 6,5

MAGNUS CORT: Ormai ci ha preso gusto il danese, dopo il trionfo all’Alto de la Montaña de Cullera riesce ad imporsi in una volata di una quarantina di unità a Cordoba. VOTO: 7

ROMAIN BARDET: Il francese del Team DSM si accende in questa seconda settimana. È autore di ina condotta di gara aggressiva e sempre all’attacco. Tra una fuga e l’altra riesce a trionfare sul Pico Villuercas e a scalzare Damiano Caruso dalla testa della classifica riservata agli scalatori. VOTO: 7

ADAM YATES: Fa corsa parallela con Bernal, dimostrandosi più elettrico e aggressivo del compagno di squadra. Risale in classifica, anche se non riesce a piazzare la zampata vincente. VOTO: 6,5

ENRIC MAS: Il capitano della Movistar ha un ritardo di soli 35” da Roglic. Corre attaccato alle ruote dello sloveno, forse troppo, non lo lascia mai se non per pagare gli scattini finali. Sarà una terza settimana di puro spettacolo dove proverà a guadagnare terreno prima della cronometro finale, ma dovrà usare una condotta di gara più agguerrita. VOTO: 6,5

FABIO JAKOBSEN: Resiste saldamente in testa alla classifica a punti in una settimana dove tappe per lui non se ne vedevano (tranne quella di Villanueva de la Serena, dove si perde nel finale). VOTO: 6,5

PRIMOZ ROGLIC: Seconda settimana in sofferenza per lo sloveno, che perde la Maglia Rossa e assaggia più volte l’asfalto. Prova a recuperare a Valdepeñas de Jaén dove vince la tappa, ma aggunta pochissimi secondi. Il capitano della Jumbo-Visma resta sempre il favorito per la vittoria finale, controlla bene i rivali più pericolosi, ma lo smalto e la brillantezza mostrate sulle prime salite si sono un po’ offuscate. VOTO: 6,5

RAFAL MAJKA: Dopo una prima settimana negativa, il polacco trova la giornata di grazia nella tappa di El Barraco, dove timbra il cartellino staccando il secondo di giornata di quasi 1′30”. VOTO: 6,5

EGAN BERNAL: Il colombiano corre in sordina, non è nella condizione migliore e si vede. Soffre i cambi di ritmo dei migliori e non offre mai l’impressione di essere pericoloso per gli avversari. Nonostante la condizione non ottimale non sprofonda e resta lì a giocarsi il tutto per tutto nella terza settimana. VOTO: 6

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Il colombiano è sempre ad un passo da Mas e a due da Roglic, sempre. Conduzione di corsa più attenta ma senza guizzi degni di nota. VOTO: 6

GIULIO CICCONE: Seconda settimana più ostica per il corridore abruzzese. Nella fuga bidone di Rincón de la Victoria esce dalla top ten e perde le ruote dei migliori in salita. Prova a rientrarci nelle tappe successive ma senza successo. VOTO: 5,5

DAVID DE LA CRUZ: Doveva essere l’uomo di classifica della UAE-Team Emirates, difficilmente riuscirà ad entrare nei primi dieci. VOTO: 5,5

MATTEO TRENTIN: Il corridore della UAE-Team Emirates non riesce a trovare il guizzo giusto, ci va vicino a Villanueva de la Serena ma deve inchinarsi a Sénéchal. VOTO: 5,5

MIKEL LANDA: Il basco dice addio ai sogni di gloria, se ce n’erano, perdendo terreno tappa dopo tappa. Riesce nell’impresa di cadere anche in salita, segno che la testa è ancora il suo punto debole.
VOTO: 5

Luigi Giglio

GIRO DI GERMANIA 2021, VITTORIA FINALE DI POLITT

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Con la quarta e ultima tappa del Deutschland Tour è stata decretata la vittoria del tedesco Nils Politt. Vittorie parziali oltre che per il già citato portacolori della Bora – Hansgrohe, anche per Ackermann e per Kristoff.

Nils Politt, il tedesco portacolori della Bora – Hansgrohe, ha scritto il suo nome nell’albo d’ora del più che trentennale Deutschland Tour, il Giro di Germania, facente parte del calendari UCI ProSeries. La competizione comprendeva quattro tappe, introdotte dal successo in volata di Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) a Schwerin davanti a Phil Bauhaus e Marco Haller, entrambi corridori della Bahrain – Victorious.
Il giorno dopo a Ilmenau è stata la volta di Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), che ha avuto la meglio sul solito Bauhaus e sul vincitore del giorno prima Ackermann. La terza tappa, disputatasi sabato, è stata quella decisiva in chiave classifica: a imporsi è stato Politt che sul traguardo di Erlangen ha inflitto un distacco di 11” al Dylan Teuns (Bahrain – Victorious) e di 12” ad Ackermann, che ha preceduto il gruppo compatto.
La conclusione di ieri a Norimberga ha visto di nuovo il successo del norvegese della UAE Team Emirates, che ha preceduto Ackermann, il quale a sua volta ha dimostrato una regolarità che gli ha permesso di conquistare la maglia della classifica a punti. Terzo nell’ultimo sprint si è piazzato l’italiano Luca Mozzato, che corre per la formazione francese B&B Hotels p/b KTM ed è stato anche il migliore dei nostri in classifica: i suo score in questi quattro giorni di gara recita un settimo posto nella prima tappa, poi un nono, un quattordicesimo e infine terzo posto dell’ultima tappa. Tutti piazzamenti gli anni permesso di risalire fino al settimo posto nella classifcia generale, al sesto in quella a punti e al secondo in quella riservata ai giovani, nella quale è stato preceduto di soli tre secondi dal tedesco Georg Zimmermann (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
La classifica finale vede, come detto, imporsi Politt con 4″ su Ackermann e Kristoff, appaiati sui gradini più bassi del podio, mentre il distacco di Mozzato è di 22 secondi, lo stesso di un altro degli cinque italiani in gara, Marco Canola (Gazprom – RusVelo). Gli altri azzurri al via della corsa teutonica erano Alessandro Covi e Davide Formolo dell’UAE-Team Emirates (rispettivamente 35° e 36″ a 1′48″) e Dario Cataldo della Movistar (49° a 18′36″). Le classifica accessorie sono state conquistate da Ackermann (punti), dal belga Louis Vervaeke
dell’Alpecin-Fenix (scalatori), da Zimmermann e dalla Bahrain – Victorious per quanto concerne la classifica a squadre.

Mario Prato

Dopo la tappa di Nîmes dellultimo Tour de France, sulle strade del Giro di Germania Nils Politt coglie un altro prestigioso successo (foto Bettini)

Dopo la tappa di Nîmes dell'ultimo Tour de France, sulle strade del Giro di Germania Nils Politt coglie un altro prestigioso successo (foto Bettini)

IMPRESA SUPERLATIVA DI MAJKA. IL POLACCO TRIONFA DOPO UNA LUNGA AZIONE SOLITARIA

agosto 29, 2021 by Redazione  
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L’ultima volta che aveva alzato le braccia al cielo era stata addirittura 4 anni fa proprio sulle strade della Vuelta a Espana. Rafal Majka oggi è riuscito a interrompere il lunghissimo digiuno grazie ad un’impresa veramente spettacolare, una lunghissima azione in solitaria iniziata quando al traguardo mancavano poco meno di 90 km. Il polacco del Team UAE Emirates ha staccato il compagno di avventura Fabio Aru (Team Qhubeka-NextHash) e ha proseguito tutto solo fino al traguardo, resistendo al tentativo di rientro di un bravo Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). Solo qualche scaramuccia tra i big della classifica generale che resta sostanzialmente invariata e vede in maglia roja sempre il sorprendente Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux).

La 15a frazione della Vuelta, 197.5 km da Navalmoral de la Mata a El Barraco, proponeva un percorso che, nonostante gli oltre 50 km di salita, sembrava destinato a premiare i fuggitivi e non lasciava presagire una grade battaglia tra gli uomini di classifica.
Dopo i primi 70 km sostanzialmente pianeggianti, iniziava la prima salita di giornata, l’Alto de la Centenera (15.1 km al 5.3 %) che culminava al km 85. Dopo la successiva discesa, la strada ricominciava a salire fino al Puerto de Pedro Bernardo (9.1 km al 5.1%) posto al km 114. Un’altra discesa portava quindi i corridori ai piedi della lunga (ma pedalabile) salita di Puerto de Mijares (20.4 km al 5.5%). Infine ai poco dopo il cartello dei -15 iniziava il facile Puerto de San Juan de Nava (8.6 kma al 4%), dalla vetta del quale mancavano appena 5 km, tutti in leggerissima discesa.

La battaglia per entrare nella fuga buona è iniziata sin dalle primissime battute e ha visto l’alternarsi di diversi tentativi prima che l’azione di giornata potesse prendere il largo. Dopo una quindicina di km si è avvantaggiato un gruppo di circa 25 corridori che si è poi man mano ridotto finchè davanti non sono rimasti i soli Magnus Cort (EF Education Nippo) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers). Il duo è stato però ripreso intorno al km65. Di lì a poco, lungo le prime rampe dell’Alto del la Centenera, dal gruppo sono emersi Rafal Majka (UAE Team Emirates) e Maxim Van Gils (Lotto-Soudal), raggiunti qualche centinaio di metri più tardi da Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash). Il gruppo a questo punto ha rallentato, lasciando il via libera al terzetto di testa, poi diventato duo visto che Van Gils ha perso contatto da Majka e Aru. Ma la bagarre non era destinata ad esaurirsi perchè ancora in tanti volevano lanciarsi in avanscoperta. Sulle rampe della prima salità di giornata si è così man mano formato un gruppo inseguitore composto da Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroen Team), Gorka Izagirre (Astana Premier Tech), Wout Poels (Bahrain Victorius), Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), Diego Camargo (EF Education Nippo), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Guy Niv (Israel Start-Up Nation), Stef Cras e Maxim Van Gils e Stef Cras (Lotto-Soudal), Carlos Verona (Movistar), Lucas Hamilton e Mikel Nieve (Team BikeExchange), Thymen Arensman, Chris Hamilton, Michael Storer e Martijn Tusveld (Team DSM), Gianluca Brambilla e Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo), Joe Dombrowski (UAE Team Emirates). Il drappello inseguitore ha scollinato sul primo gpm con 2 minuti di ritardo dai battistrada, mentre il plotone era più lontano (3’30”).

Nella successiva discesa Aru e Majka hanno continuato a guadagnare qualcosa, complice anche la poca collaborazione nel gruppo inseguitore: ai piedi del Puerto de Pedro Bernardo, i due battistrada avevano portato il vantaggio a 2’20” sul gruppo dei contrattaccanti e a quasi 4’ sul gruppo maglia roja. Proprio lungo le rampe del secondo gpm di giornata nel drappello inseguitore è arrivata l’accelerazione di Michael Storer a cui si sono accodati Brambilla, Bouchard e Chris Hamilton. Quest’ultimo non ha resistito a lungo alle tirare del compango di squadra e ha ben presto perso contatto dagli altri tre.
Resosi conto che gli inseguitori si stavano avvicinando, Majka a sua volta ha imposto una visibile accelerazione che ha messo in difficoltà Aru. Nel frattempo gli altri fuggitivi erano rientrati sul primo gruppo di contrattaccanti. Majka ha scollinato con 17” su Aru e 2’13” sugli inseguitori e ha poi continuato ad incrementare il vantaggio anche nel corso della discesa, mentre Aru si è lentamente rialzato ed è stato poi ripreso da Kruijswijk, Bouchard, Verona, Lopez, Izagirre e Arensman che a loro volta erano usciti dal gruppo inseguitore. Ai -60, quando mancava poco all’imbocco del Puerto de Mijares, il polacco del Team UAE aveva 2’20” sul quintetto inseguitore che precedeva di una quindicina di secondi gli altri attaccanti.

Sul Puerto de Mijares la corsa si è ulteriormente accesa per merito di Steven Kruijswijk. L’olandese ha imposto un’andatura infernale che ha fatto staccare, letteralmente uno per volta, gli altri 6 compagni di fuga e lo ha lanciato all’inseguimento solitario di Rafal Majka. Kruijswijk ha inizalmente rosicchiato qualche secondo a Majka, portandosi a 1’30” a metà della lunga ascesa, poi nella seconda parte della salita il distacco è praticamente rimasto inalterato. Alle sue spalle la situazione è invece rimasta molto fluida e si sono verificati diversi rimescolamenti. Al gpm (1a categoria) Majka è transitato con 1’40” su Kruijswijk e 3 minuti sul primo degli altri inseguitori, Chris Hamilton. Il gruppo era invece cronometrato a 6’30”. La situazione è rimasta invariata nella successiva discesa e lungo il tratto di saliscendi che portava ai piedi dell’ultima ascesa di giornata, il gpm (3a cat) di Puerto San Juan de Nava.
Majka ha proseguito la sua cavalcata conservando il vantaggio su un Kruijswijk ormai rassegnato al secondo posto, mentre gli ormai ex compagni venivano ripresi dal gruppo maglia roja che si era riavvicinato a meno di 4’. Proprio nel gruppo del leader si è assistito ad alcuni scatti, culminati con l’attacco, giunto poco dopo il gpm, di Adam Yates (Ineos Grenadiers) che alla fine è riuscito a staccare gli avversari.

Majka ha meritatamente tagliato il traguardo al termine di una spettacolare azione in prima posizione con 1’27 su Kruijswijk e 2’10” su Chris Hamilton. Alle loro spalle Adam Yates, 4° a 2’42”, è riuscito a recuperare 15” sugli altri uomini di classifica regolati allo sprint da Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) davanti al leader Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), Sepp Kuss (Jumbo-Visma), David De La Cruz (UAE Team Emirates) ed Enric Mas (Movistar).
Resta pressochè invariata la classifica generale. In testa vi è sempre Eiking con 54 secondi di vantaggio su Guillaume Martin (Cofidis), 1’36” su Primoz Roglic (Jumbo-Visma), 2’11” su Enric Mas (Movistar), 3’40” su Miguel Angel Lopez (Movistar) e 3’35” su Jack Haig (Bahrain Victorius). Chiudono la top ten Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7° a 4’21”, Adam Yates (Ineos Grenadiers) a 4’34”, Sepp Kuss (Jumbo-Visma) a 4’59” e Felix Grossschartner a 5’31”.

Domani è in programma il secondo ed ultimo giorno di riposo che precederà una frazione piuttosto semplice ed adatta alle ruote veloci, in attesa delle due tappe che dovrebbero decidere la corsa Iberica.

Pierpaolo Gnisci

Majka impresa con dedica (foto:Bettini)

Majka impresa con dedica (foto:Bettini)

BRETAGNE CLASSIC, COSNEFROY IL PIÙ VELOCE

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Benoit Cosnefroy conquista la classica francese battendo in volata Julian Alaphilippe. Terzo Mikkel Honoré

Corsa nervosa nelle battute iniziali con la fuga dal mattino che tarda a formarsi. Ci vogliono quasi 50 km perché si crei un drappello al comando con un buon margine sul resto del plotone: si tratta di Sebastian Grignard (Lotto Soudal), Alexis Gougeard (Ag2r Citroën), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) e Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert), i quali raggiungono un vantaggio massimo di circa 5 minuti intorno a metà gara. Fra loro l’accordo salta molto presto, con De Marchi e Hermans che si liberano dei compagni di fuga e provano a prendere il largo.
Il gruppo però è vicino e la corsa non tarda a scoppiare: dietro si muovono i pezzi grossi nel corso del primo tratto in sterrato odierno, tanto che si forma un drappello inseguitore composto da Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Mikkel Honoré (Deceuninck-QuickStep) e Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen).
La coppia al comando guida la corsa con circa 2 primi di vantaggio sugli inseguitori, che a sua volta mantiene 1′ sul resto del plotone. Non sono finite qui le emozioni però, sia davanti che dietro: De Marchi si lancia da solo in fuga staccando anche Hermans mentre alle sue spalle Pogacar si rialza non riuscendo a reggere il ritmo forsennato imposto dagli altri fuggitivi. I tre inseguitori riassorbono e staccano Hermans e pochi chilometri più tardi rientrano anche sull’italiano rimasto al comando.
In questa fase si susseguono scatti e controscatti sia davanti che dal gruppo, ma con l’unico cambiamento di rilievo la bandiera bianca issata da Alessandro De Marchi che perde contatto dal gruppetto al comando. Quando inizia l’ultima Cote, Pont-Neuf, il terzetto davanti ha un margine di 30″ sul resto del gruppo. Qui ci prova Alaphilippe, ma Cosnefroy si piazza sulla sua ruota e non la molla più, esplodendo poi il colpo di pedale decisivo nella volata finale per la vittoria. Mikkel Honore molla fin da subito lo sprint finale accontentandosi della terza posizione.

Lorenzo Alessandri
LorenzoAle8

Benoit Cosnefroy batte il campione del mondo Alaphilippe in volata. Photo Credit: Bettini Photo

Benoit Cosnefroy batte il campione del mondo Alaphilippe in volata. Photo Credit: Bettini Photo

29-09-2021

agosto 29, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il polacco Rafał Majka (UAE Team Emirates) si è imposto nella quindicesima tappa, Navalmoral de la Mata – El Barraco, percorrendo 197.5 Km in 4h51′36″, alla media di 40.638 Km/h. Ha preceduto di 1′27″ l’olandese Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) e di 2′19″ l’australiano Chris Hamilton (Team DSM). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5° a 2′57″. Il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) è ancora maglia rossa con 54″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′36″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Ciccone, 12° a 6′16″

BRETAGNE CLASSIC – OUEST FRANCE

Il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Plouay, percorrendo 251 Km in 5h59′56″, alla media di 41.841 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e di 3″ il danese Mikkel Frølich Honoré (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash), 10° a 17″.

DEUTSCHLAND TOUR

Il norvegese Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) si è imposto nella quarta e ultima tappa, Erlangen – Norimberga, percorrendo 156.3 Km in 3h33′25″, alla media di 43.942 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) e l’italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM). Il tedesco Nils Politt (Bora-Hansgrohe) si impone in classifica con 4″ su Ackermann (Bora-Hansgrohe) e Kristoff. Miglior italiano Mozzato, 6° a 22″.

GRAND PRIX DE LA SOMME – CONSEIL DÉPARTEMENTAL 80

Il britannico Tom Mazzone (Saint Piran) si è imposto nella corsa francese, Amiens – Salouël, percorrendo 179 Km in 4h11′09″, alla media di 42.763 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Jason Tesson (St Michel-Auber 93) e il belga Gil D’Heygere (Tarteletto – Isorex). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Novo Nordisk Development), 39°.

RONDE VAN DE ACHTERHOEK

L’olandese Casper Van Uden (Development Team DSM) si è imposto nella corsa olandese, Bredevoort – Varsseveld, percorrendo 204.8 Km in 4h44′37″, alla media di 43.173 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jan-Willem van Schip (BEAT Cycling) e il neozelandese Ryan Christensen (Canyon DHB Sungod) Nessun italiano in gara

RENT LIV LØBET SKIVE

L’olandese Elmar Reinders (Riwal Cycling Team) si è imposto nella corsa danese, circuito di Skive, percorrendo 188.3 Km in 4h14′06″, alla media di 44.463 Km/h. Ha preceduto allo sprint i danesi Mads Østergaard Kristensen (ColoQuick) e Marcus Sander Hansen (BHS – PL Beton Bornholm). Nessun italiano in gara

TOUR DU PAYS DE MONTBÉLIARD (Under23)

Il tedesco Maurice Ballerstedt (Jumbo-Visma Development Team) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Étupes, percorrendo 164.7 Km in 3h40′50″, alla media di 44.749 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Reuben Thompson (Groupama-FDJ Conti) e di 33″ l’olandese Rick Pluimers (Jumbo-Visma Development Team). Unico italiano in gara Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), 12° a 33″. Ballerstedt si impone in classifica con 31″ su Germani e 33″ su Thompson

CARPATHIAN COURIERS RACE IN MEMORY OF WACŁAW FELCZAK (Polonia – Under23)

Il croato Fran Miholjević (Cycling Team Friuli ASD) si è imposto nella prologo, circuito a cronometro di Połaniec, percorrendo 4 Km in 5′12″, alla media di 46.154 Km/h. Ha preceduto di 2″ il polacco Filip Maciejuk (nazionale polacca) e di 4″ l’olandese Daan Hoeks (Amsterdam Racing Academy). Miglior italiano Davide De Cassan (Cycling Team Friuli ASD), 14° a 13″. Miholjević è il primo leader della classifica con 2″ su Maciejuk e 4″ su Hoeks. Miglior italiano De Cassan, 14° a 13″

JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense George Simpson (Project Echelon Racing) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 58.2 Km in 1h24′03″, alla media di 41.547 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Sean Guydish (Kelly Benefit Strategies Elite) e di 20″ il connazionale Tanner Ward (First Internet Bank CT). Nessun italiano in gara. Lo statunitense Tyler Williams (L39ION of Los Angeles) si impone in classifica con 5″ sul connazionale Gage Hecht (Aevolo) e 34″ sullo spagnolo Óscar Miguel Sevilla Ribera (Team Medellín – EPM).

JOE MARTIN STAGE RACE DONNE (USA)

La statunitense Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 31 Km in 50′44″, alla media di 36.662 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Emma White (Rally Cycling) e Veronica Ewers (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Nessun italiana in gara. La Schneider si impone in classifica con 13″ sulla Ewers e 39″ sulla connazionale Heidi Franz (Rally Cycling)

GIRO DELLA TOSCANA INTERNAZIONALE FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI

L’italiana Giorgia Bariani (Top Girls Fassa Bortolo) si è imposta nella seconda ed ultima tappa, Lucca – Montecatini Terme, percorrendo 127.8 Km in 3h15′55″, alla media di 39.139 Km/h. Ha preceduto allo sprint la lituana Rasa Leleivyte (Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano) e la polacca Karolina Kumiega (nazionale polacca). La cubana Arlenis Sierra Cañadilla (A.R. Monex Women’s) si impone in classifica con 17″ sulla Leleivyte e 48″ sull’italiana Debora Silvestri (Top Girls Fassa Bortolo).

SIMAC LADIES TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Marianne Vos (Jumbo-Visma Women Team) si è imposta anche nella quinta ed ultima tappa, circuito di Arnhem, percorrendo 150.3 Km in 3h55′58″, alla media di 38.217 Km/h. Ha preceduto allo sprint la britannica Alice Barnes (CANYON//SRAM Racing) e l’olandese Amy Pieters (Team SD Worx). Miglior italiana Elisa Balsamo (Valcar-Travel & Service), 12° a 3″. L’olandese Chantal van den Broek-Blaak (Team SD Worx) si impone in classifica con 17″ sull’elvetica Marlen Reusser (Alé BTC Ljubljana) e 30″ sulla connazionale Ellen van Dijk (Trek-Segafredo). Miglior italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), 9° a 2′39″.

LA TAPPA DEL GIORNO: NAVALMORAL DE LA MATA – EL BARRACO

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Quasi 200 Km da percorrere (oltre 50 dei quali in salita) e 3800 metri di dislivello positivo: messa così la frazione di El Barraco pare un durissimo tappone, di quelli che mandano in sollucchero gli scalatori. Ma, se non mancheranno i chilometri da trascorrere in salita, oggi difetteranno le pendenze e ben poche chanches avranno i grimpeur

È la tappa che meglio incarna il modello del tappone, tra chilometraggi abbondanti (quasi 200 Km, 53 dei quali in salita) e tanti metri da dislivello da superare, suddivisi tra quattro ascese. Ma, a ben guardare, poche oppurtunità avranno oggi gli scalatori perchè in nessun caso si incontreranno pendenze impegnative, di quelle che i grimpeur possono utilizzare per mettere in croce gli avversari, e con tutta probabilità anche oggi assisteremo alla vittoria di un corridore della fuga del mattino, mentre i big della classifica arriveranno al traguardo più o meno tutti appaiato. Le sorprese sono comunque da mettere sempre in conto, anche se sarà molto difficile riuscire a combinare qualcosa, tenuto anche conto che la salita con le inclinazioni più difficili è l’Alto de la Centenera (ultimi 6 Km al 7% su un totale di 15 Km al 5,3%), che è la prima che dovrà essere affrontata, a 85 Km dalla partenza e a 112 Km dal traguardo. Se ci fosse qualche corridore voglioso di mettere in difficoltà il grande favorito Roglic attenderà sicuramente il penultimo colle di giornata, il Puerto de Mijares, che presenta una pendenza media piuttosto costante del 5.5% appena ma è interminabile: i suoi 20 Km e 400 metri ne fanno, infatti, la seconda salita per lunghezza di questa edizione della Vuelta, preceduta solo dai quasi 30 Km del Collado Venta Luisa scalato nella tappa del Velefique. Se lassù qualcuno dovesse provare ad alzare la velocità di gara potrebbe cogliere qualche avversario affaticato e il fatto che domani ci sarà il giorno di riposo consentirà di buttare sul piatto qualche energià in più. Comunque, ribadiamo, sarà molto difficile – anche se non impossibile – mettere alla frusta su queste pendenza un corridore come lo sloveno che, se la fuga di giornata si fosse nel frattempo estinta, potrebbe ripetere a El Barraco la prestazione di Valdepeñas de Jaén, magara andando pochi chilometri prima ad intascarsi i secondi d’abbuoni del “puerto bonificato” previsto in vetta all’ultima salita di giornata, il Puerto San Juan de Nava.

METEO

Navalmoral de la Mata : cielo sereno, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da WSW (15 km/h), umidità al 49%
Candeleda (Km 49.5) : cielo sereno, 28°C, vento moderato da SW (13-14 km/h), umidità al 41%
Arenas de San Pedro (68.7 Km): cielo sereno, 29.1°C, vento moderato da SW (15-16 km/h), umidità al 36%
El Barraco: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

11.35: partenza da Navalmoral de la Mata
11.52: chilometro 0
12.55: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 39 Km dalla partenza)
13.45-14.00: inizio salita Alto de la Centenera
14.10-14.30: scollinamento Alto de la Centenera
14.40-15.00: inizio salita Alto Puerto de Pedro Bernardo
14.55-15.20: scollinamento Puerto de Pedro Bernardo
15.35-16.05: inizia salita Puerto de Mijares
16.10-16.40: scollinamento Puerto de Mijares
16.35-17.10: traguardo volante di Burgohondo
16.50-17.25: inizio salita Puerto San Juan de Nava
17.00-17.40: scollinamento Puerto San Juan de Nava
17.10-17.50: arrivo a El Barraco

L’ANGOLO DELLA STORIA

El Barraco è una località cara al ciclismo spagnolo perchè di questo comune della provincia di Ávila sono originari due corridori molto amati dai tifosi di casa, Ángel Arroyo e il più volte citato José María Jiménez: il primo conseguì il principale risultato in carriera al Tour del 1983, terminato al secondo posto a quasi 4 minuti dall’indimenticato Laurent Fignon (aveva vinto anche la Vuelta l’anno precedente, ma sarà spodestato dopo che fu trovato positivo all’antidoping); il secondo fu paragonato a Pantani per le sue doti in salita che gli consentirono di conquistare otto tappe alla Vuelta (tra le quali quella del debutto dell’Angliru nel 1999), ma la sua carriera fu stroncata da una sintome depressiva che lo costrinse al ritiro dall’attività a soli 31 anni e al ricovero nella clinica psichiatrica dove l’anno successivo morirà improvvisamente per un infarto. “Barraqueño” d’adozione è, invece, il vincitore del Tour de France 2008 Carlos Sastre, che in questo centro frequentò la scuola d’avviamento al ciclismo qui fondata da suo padre e che di Jiménez è stato cognato avendone sposato la sorella Azucena. Nonostante questi “precedenti” finora mai nessuna tappa della Vuelta è partita o terminata a El Barraco, che però in sei occasioni ha ospitato un traguardo volante, il primo dei quali vinto dall’italiano Fabrizio Guidi nel 1998 durante la tappa Ávila – Segovia, conquistata dallo spagnolo Roberto Heras. Gli altri corridori che qui si sono imposti in queste volate intermedie sono stati Javier Pascual Rodríguez nel 1995, il danese Chris Anker Sørensen nel 1997, il suo connazionale Jakob Fuglsang nel 2009, Xavier Florencio nel 2010 e il francese Alexis Gougeard nel 2015.

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

BARDET PIGLIATUTTO A POIS, PER LA GENERALE SON SOLO SCARAMUCCE

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Tappa dal disegno esaltante, gruppo dei migliori esitante, dove i (relativamente) coraggiosi regalano qualche contenuto brivido solo nel finale. I veri coraggiosi oggi sono tutti nella fuga del mattino.

Che bel tracciato avrebbe avuto, questa tappa della Vuelta! Ortodossi solamente i primi 80 km pianeggianti e staripanti di rettifili, dove prende il largo la robustissima fuga del mattino; tuttavia la seconda metà di tappa era tutta all’insegna dell’imprevisto e dell’imprevedibile, con una prima salita non ardua ma priva di requie al fuggevole scollinamento, subito seguita da una parete vertiginosa di tre chilometri in doppia cifra (14% di media!), potenzialmente capace di sbriciolare gruppo e coorti di gregari; e poi ancora, una volta terminata la discesa, il vero piatto forte per i più sofisticati buongustai di ciclismo: 40 km di autentico territorio comanche, stradine tortuose senza un metro dritto o in piano, una mappa che pare un piatto di spaghetti. E, finalmente, l’irregolare ascesa finale, tutta balze esposte al vento.
Peccato, un vero peccato, che la tappa la corrano sostanzialmente in una ventina, cioè i 18 uomini della fuga più un paio di uomini della generale o poco più. Occasione sprecata, insomma, per quasi tutti: spettatori compresi.
Chi l’occasione non la spreca è un Bardet in giornata di grazia: nella fuga è senza compagni di squadra, benché al suo team DSM di solito piacciano le strategie collettive; e il buon Romain, oltretutto, è immediatamente sotto i riflettori per l’ovvietà della sua scommessa a caccia non solo della tappa, ma pure della maglia a pois (pois blu, in quel di Spagna). Una situazione delicata da gestire fra diciassette rivali affamati. Ma la voglia c’era, dopo quella brutta caduta che l’aveva spedita fuori classifica a inizio Vuelta.
Azzardo, calcolo, sfacciatezza, scommessa, pazienza: e, senz’altro, gambe e cuore. A fine giornata il francese intasca la vittoria di tappa e si appropria della maglia che viene vestita dal miglior grimpeur: fin qui il nostro Damiano Caruso, che, se ne avrà voglia, potrà ingaggiare un duello di gran qualità con il francese e chi altri entrasse in lizza.
Bardet è uno dei simboli per eccellenza della crisi in cui si sono arenati molti fenomeni nati nel magico 1990 (un altro, ancora in caccia di riscatto qui alla Vuelta, è Matthews): basti pensare che fino a questo agosto, con una tappa della Vuelta a Burgos, per Bardet erano passati ben tre anni senza alcuna vittoria. E la corsa che si porta a casa oggi è la prima World Tour dopo ben quattro anni, con a precederla una tappa del Tour de France del 2017: tanto per capirci, parliamo del Tour in cui Fabio Aru (un altro 1990 – e l’italiano dopo questa Vuelta appenderà la bici al chiodo!) stirava Chris Froome sulla Planche des Belles Filles con tanto di record di scalata, arrivava poi a vestire la maglia gialla provvisoria e infine concludeva quinto in generale. Altri tempi!
Certo, Bardet nel frattempo non ha smesso di offrire guizzi della sua classe, pur non riuscendo più ad alzare le braccia al cielo né a metter piede nei primi cinque in generale di nessun GT: in queste stagioni di siccità, oltre ad attacchi coraggiosi e generosi, sono rimasti negli occhi i secondi posti al Mondiale di Innsbruck o alle Strade Bianche, o il podio della Liegi, tutte testimonianze di qualità a palate, come anche una combattuta maglia a pois al Tour, o una clamorosa top ten alla Paris-Tours degli sterrati.
Oggi, come detto, la propria qualità Bardet la deve sfoderare tutta per districarsi in una giungla dove tutti sanno che lui è il nemico numero uno, e in molti ce la mettono tutta, quasi obbligando lo spettatore a tifare per tutti. Che dire di Prodhomme, il giovane transalpino della Ag2R (che prova con il pure bravo e pure giovane Champoussin la tenaglia sul grande ex, Bardet)? All’attacco ai meno cinquanta con Navarro e Holmes (talento inglese della Lotto), poi di nuovo con Navarro ai meno 26 appena si era fatto sotto Bardet, e ancora in testa alla corsa sull’ultima ascesa, tallonato dal kazako Zeits – finché Bardet non salterà entrambi.
Caparbi anche i talenti inglesi, con Holmes che dopo il primo attacco di cui sopra perde contatto, viene riassorbito dagli inseguitori, ma di nuovo ritorna in testa; o Pidcock, sempre in controtempo, a corto di forma dopo i festeggiamenti olimpici, e ciò nondimeno quarto all’arrivo, subito dietro l’australiano della Alpecin Jay Vine, reclutato su Zwift, che ai -35 km scopre la differenza fra il ciclismo reale e quello virtuale impigliandosi nell’ammiraglia durante un rifornimento volante e finendone quasi investito, con una caduta rovinosissima. Eppure da lì in poi di nuovo si è rifatto sotto, e all’ultima salita sfodera gambe incredibili, rivelandosi l’unico, assieme ad Herrada, che dà a tratti l’impressione di poter minacciare il primato di Bardet.
Tante emozioni nella fuga, poche nel gruppo dei cosiddetti migliori, in puro stile Tour. Tutto rimandato all’ascesa finale, dove Guillaume Martin prova un attacco concertato di squadra per provare a sfilare la maglia del primato al norvegese Eiking: i due duellano in cima alla CG perché hanno preso vantaggio con una classica fuga bidone, ma ora si stanno difendendo più che egregiamente, addirittura con la prospettiva di restare davanti a tutti fino ai tapponi asturiani dell’ultima settimana. La scena folle odierna è vedere come gli altri favoriti, ovverosia gli uomini che “davvero” curano la generale, si disinteressino nel modo più sfacciato delle dinamiche di attacco e contrattacco che coinvolgono questi due rivali, i quali ai nostri occhi sono invece entrambi meritevoli di plauso, l’uno per l’ambizione, l’altro per la resistenza offerta. Che gli altri non se li filino può essere comprensibile, benché bizzarro e un pizzico antisportivo, in certo qual modo. Già meno comprensibile è che nessuno provi a sfruttare questi sommovimenti per dare un scossa alla gara. Segnaliamo in cronaca per la buona volontà un affondo di Ciccone preparato da Brembilla, ma l’esito ne è scarso. Più veemente il fendente vibrato da Miguel Ángel López, che sgancia tutti e quasi deraglia il trenino Jumbo Visma, sfiatando in successione la doppia “K” di Kruijswijk e Kuss, i gregari oggi al servizio di Roglic. Peccato che tutto accada troppo tardi, in ogni senso: troppo tardi che si agisca solo sulla salita finale, perché se Roglic non lo si isola prima, ha gioco facile a proteggersi dietro i compagni. E oggi, come detto, il terreno ci sarebbe stato eccome. Ma anche troppo poco e troppo tardi che Superman prenda il volo ai – 3 km: i gregari, pur spompati, lasciano Roglic con davanti la sua distanza ideale, il rush della flamme rouge, così lo sloveno apre il gas nel finale e riduce il distacco patito alla miseria di 4”. Vero è che López muovendosi prima si sarebbe anch’egli esaurito prima, ma se Roglic avesse avuto davanti a sé 3-4 km da gestire senza gregari e non solo l’ultimo, la musica sarebbe stata diversa, ed anche la presenza di Mas coperto alla sua ruota avrebbe avuto ben altro peso, dacché il maiorchino sarebbe potuto partire a propria volta quando López fosse stato riavvicinato da Roglic. Oggi non c’era più nemmeno lo spazio per tentare un forcing ulteriore.
Il risultato: quasi venti uomini in meno di un minuto nel gruppo dei migliori, praticamente una specie di sprint ristretto al termine di una tappa che avrebbe potuto dare e dire moltissimo di più. Per quel poco che può valere, sembra in rialzo nel borsino la quotazione di Bernal, quantomeno per un finale di Vuelta in ripresa, giacché oggi è parso più reattivo, anche se perde una pedina importante quale Carapaz, finalmente sopraffatto dalla fatica dei suoi guizzi di orgoglio. Adam Yates continua invece ad andare a singhiozzo, ed oggi è parso in affanno, mentre continua a reggere un altro degli “intrusi di lusso” in GC com’è Grosschartner. Sempre pimpante anche Jack Haig, che sembrava fuori dai giochi ma che ora ha tutto l’aspetto di voler essere il “Caruso” in salsa spagnola, cioè insomma quel gregario di Landa che quando il basco molla assurge in sua vece al ruolo di capitano e uomo d’alta classifica.
Domani altra tappa interessante, simile a quelle che il Giro propone nell’Appennino emiliano-romagnolo: relativamente lunga, con una successione pressoché ininterrotta di salite e discese ancorché pedalabili.
Applaudiremo ancora solamente la fuga, o il successivo giorno di riposo metterà un pizzico di coraggio in più nello spirito di chi lotta per il primato finale?

Gabriele Bugada

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

BRUSSELS CLASSIC, NUMERO DI EVENEPOEL

agosto 28, 2021 by Redazione  
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Remco Evenepoel vince in solitaria la classica belga. Dietro di lui Aime De Gendt e Tosh Van Der Sande

Pronti via e come spesso avviene da queste parti la fuga non tarda ad uscire dal gruppo. Quest’oggi gli attaccanti che tentano la sorte sono Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen – Baloise), Jules Hesters (Beat Cycling), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Dimitri Peyskens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Robert Scott (Canyon), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling) ed Etienne van Empel (Vini Zabù). Il gruppo lascia fare ma sempre tenendo il distacco entro i 2 minuti, tanto che nel primo passaggio sul Grammont a 90 km dal traguardo alla testa della corsa resta poco più di 1 minuto di margine.
Qua a rompere gli indugi è subito un pezzo da novanta, Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step). Il talento belga si porta via un gruppetto ben assortito composto anche da Philippe Gilbert, Tosh Van der Sande, Victor Campenaerts, Marc Hirschi e Brandon McNulty. Questo nuovo drappello inseguitore raggiunge la testa della corsa e si lancia a spron battuto verso il traguardo. Dietro di loro il gruppo è tirato dalla Alpecin – Fenix coadiuvata successivamente dalla Arkea – Samsic, ma senza mai trovare un ritmo costante che permetta alle squadre del plotone di riavvicinare gli attaccanti.
La vittoria finale è dunque affare del gruppetto al comando: sotto una pioggia divenuta battente se ne vanno in due, Aime De Gendt (Intermarché – Wanty Gobert) e lo stesso Remco Evenepoel. Oggi però non ce n’è per nessuno con il campioncino belga: piazza un nuovo scatto ai -12 e resta da solo al comando, percorrendo gli ultimi chilometri verso il traguardo in parata trionfale.
Primo degli sconfitti De Gendt, mentre Tosh Van Der Sande (Lotto – Soudal) è il più veloce nella volatina del gruppetto inseguitore.

Lorenzo Alessandri
@LorenzoAle8

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

28-08-2021

agosto 28, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il francese Romain Bardet (Team DSM) si è imposto nella quattordicesima tappa, Don Benito – Pico Villuercas, percorrendo 165.7 Km in 4h20′36″, alla media di 38.15 Km/h. Ha preceduto di 44″ lo spagnolo Jesús Herrada López (Cofidis) e l’australiano Jay Vine (Alpecin-Fenix). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 25° a 10′45″. Il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) è ancora maglia rossa con 54″ sul francese Guillaume Martin (Cofidis) e 1′36″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Ciccone, 12° a 6′16″

BRUSSELS CYCLING CLASSIC

Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella corsa belga, Etterbeek – Bruxelles, percorrendo 205.3 Km in 4h28′30″, alla media di 45.877 Km/h. Ha preceduto di 50″ il connazionale Aimé De Gendt (Intermarché-Wanty-Gobert) e di 2′14″ il connazionale Tosh Van der Sande (Lotto Soudal). Miglior italiano Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix), 20° a 2′16″.

DEUTSCHLAND TOUR

Il tedesco Nils Politt (Bora-Hansgrohe) si è imposto nella terza tappa, Ilmenau – Erlangen, percorrendo 193.9 Km in 4h25′15″, alla media di 43.861 Km/h. Ha preceduto di 11″ il belga Dylan Teuns (Bahrain Victorious) e di 12″ il belga André Greipel (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM), 14° a 12″. Politt è il nuovo leader della classifica con 8″ sul connazionale Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) e 10″ sul connazionale Phil Bauhaus (Bahrain Victorious). Miglior italiano Marco Canola (Gazprom-RusVelo), 10° a 23″.

GP HIMMERLAND RUNDT

Il danese Mathias Larsen (Restaurant Suri – Carl Ras) si è imposto nella corsa danese, circuito di Aars, percorrendo 200 Km in 4h26′47″, alla media di 44.98 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Nils Lau Nyborg Broge (BHS – PL Belton Bornholm) e Rasmus Bøgh Wallin (Team CO Play – Giant). Nessun italiano in gara.

ADRIATIC RACE

Lo sloveno Nik Čemažar (KK Kranj) si è imposto nella corsa montenegrina. Ha preceduto di 4″ i serbi Marko Danilović (Borac-Čačak) e Đorđe Đurić (ASD Cattoli Andrea). Nessun italiano in gara

TOUR DU PAYS DE MONTBÉLIARD (Under23)

L’olandese Loe Van Belle (Jumbo-Visma DT) si è imposto nella prima tappa, circuito di Hérimoncourt, percorrendo 146.4 Km in 3h36′14″, alla media di 40.623 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’inico italiano in gara, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), e il belga Jelle Declerck (Bingoal-WB Development Team). Van Belle è il nuovo leader della classifica con 5″ su Germani e 7″ sul belga Lorenz Van De Wynkele (Home Solution-Soenens)

JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Gage Hecht (Aevolo) si è imposto nella terza tappa, cronoscalata del Devil’s Den State Park, percorrendo 4.8 Km in 9′03″, alla media di 32.088 Km/h. Ha preceduto di 14″ il colombiano Walter Alejandro Vargas Alzate (Team Medellín – EPM) e 16″ sullo statunitense Tyler Stites (Aevolo). Nessun italiano in gara. Hecht è il nuovo leader della classifica con 2″ sul connazionale Tyler Williams (L39ION of Los Angeles) e 28″ sullo spagnolo Óscar Miguel Sevilla Ribera (Team Medellín – EPM).

JOE MARTIN STAGE RACE DONNE (USA)

La statunitense Emma Langley (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) si è imposta anche nella terza tappa, cronoscalata del Devil’s Den State Park, percorrendo 4.8 Km in 10′49″, alla media di 26.847 Km/h. Ha preceduto di 1″ la connazionale Veronica Ewers (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) e di 7″ la connazionale lara Honsinger (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Nessun italiana in gara. La connazionale Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) è ancora leader della classifica con 4″ sulla Ewers e 26″ sulla connazionale Heidi Franz (Rally Cycling)

GIRO DELLA TOSCANA INTERNAZIONALE FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI

La cubana Arlenis Sierra Cañadilla (A.R. Monex Women’s) si è imposta anche nella prima tappa, circuito di Segromigno in Piano, percorrendo 116.8 Km in 2h53′40″, alla media di 40.353 Km/h. Ha preceduto di 1″ la lituana Rasa Leleivyte (Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano) e di 30″ l’italiana Debora Silvestri (Top Girls Fassa Bortolo). La Sierra Cañadilla è ancora leader della classifica con 23″ sulla Leleivyte e 48″ sulla Silvestri

SIMAC LADIES TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Marianne Vos (Jumbo-Visma Women Team) si è imposta nella quarta tappa, Geleen – Sweikhuizen, percorrendo 148.9 Km in 4h15′08″, alla media di 35.017 Km/h. Ha preceduto di 2″ la polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing) e la connazionale Chantal van den Broek-Blaak (Team SD Worx). Miglior italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), 6° a 17″. La Van den Broek-Blaak è la nuova leader della classifica con 20″ sull’elvetica Marlen Reusser (Alé BTC Ljubljana) e 30″ sulla connazionale Ellen van Dijk (Trek-Segafredo). Miglior italiana la Bastianelli, 10° a 2′39″.

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