IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora): TOUR DE FRANCE 2026 (E 2027, 2028, 2029….)
luglio 28, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti
L’anno prossimo il Tour tornerà a sconfinare per il “Grand Départ” e lo farà anche nel 2027, mentre possibilità che si parta dall’estero ci sono anche per le due edizioni successive
Il Tour è appena terminato ma gli organizzatori sono già all’opera per comporre il puzzle della prossima edizione e le prime due tessere (e mezza) già sono state collocate al loro posto. Il 9 giugno del 2024 era stato ufficialmente annunciato che la Grande Boucle partirà ancora dall’estero e per la precisione da Barcellona, poi lo scorso febbraio ASO ha tolto i veli su quelle che saranno le prime due tappe della corsa, che si aprirà in maniera inedita con una cronosquadre. Era già successo in passato che Giro e Vuelta proponessero al primo giorno una prova contro il tempo a squadre, ma ciò non era ancora accaduto al Tour, che colmerà anche questa “lacuna” proponendo una tappa lunga poco meno di 20 Km tracciata sulle strade del capoluogo della Catalogna, frazione che si concluderà sulla collina del Montjuïc con la nuova regola che prevede di prendere i tempi di ciascuna formazione al momento del passaggio del primo corridore (e non più del quinto, come avviene tradizionalmente): ne uscirà una cronometro “ibrida”, un pò a squadre e un po’ individuale, un modello già collaudato in queste ultimi stagioni in un’altra gara targata ASO, la Parigi-Nizza. Il giorno successivo la celebre collina del capolugo catalano sarà protagonista del finale anche della seconda tappa, che scatterà da Tarragona e proporrà due giri del tradizionale circuito che annualmente ospita l’atto conclusivo del Giro di Catalogna, anello che prevede la ripida salita verso il castello del Montjuïc: sono 1.6 Km all’8.3% con i 600 metri conclusivi all’11.7%, un epilogo dche potrebbe anche ispirare i favoriti per la classifica finale se pensiamo a come è andata a finire nel 2024, quando la tappa conclusiva è stata vinta in volata da Tadej Pogacar, mentre quest’anno ad imporsi è stato il suo connazionale Primoz Roglic. Il centro di Granollers ospiterà l’avvio della terza tappa e questa è al momento l’ultima tessera visibile di un puzzle per il resto ancora confinato nei cassetti di ASO. Le indiscrezioni uscite mezzo stampa nelle ultime settimane ci permettono, però, di sbirciare dentro questo cassetto, dal quale emerge che – come accaduto nel 2023, quando il Tour partì da Bilbao – i Pirenei dovranno essere affrontati durante la prima settimana e così il prossimo anno non sarà rispettata la tradizione non scritta che prevede l’alternanza con la catena alpina, dalla quale al momento tutto tace (a parte la candidatura per un arrivo di tappa della cittadina termale di
Thonon-les-Bains). Non è che ci siano certezze nemmeno dai Pirenei, ma le voci che arrivano da quelle zone parlano del probabile recupero – se non nel 2026 in una delle edizioni a venire – dell’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Guzet-Neige, dove non si giunge dal 1995, quando lassù si impose Marco Pantani. Mettendo insieme i vari rumors sembrerebbe che dai Pirenei ci si sposterà verso il Massiccio Centrale e da lì in direzione dei Vosgi, per poi ridiscendere a sud per andare ad affrontare le Alpi. Al momento le uniche date certe arrivano dalle montagne poste al centro della Francia, dove la corsa si fermerà per almeno 72 ore tra il 12 e il 14 luglio: la domenica ci sarà l’arrivo ad Ussel, poi la carovana osserverà un giorno di riposo alla vigilia della festa nazionale francese, quando si correrà tra Aurillac e Le Lioran, molto probabilmente ricalcando il finale della tappa vinta lo scorso anno da Jonas Vingegaard davanti a Pogacar.
Ma ASO è già al lavoro anche per allestire il palcoscenico delle edizioni successive e in particolare è già nota la località dalla quale si partirà nel 2027, il capoluogo della Scozia Edimburgo. Come accaduto con il “Grand Départ” da Barcellona le prime giornate di gara saranno verosimilmente svelate all’inizio dell’anno prossimo, ma sul sito ufficiale del Tour è già stato annunciato che il tracciato coinvolgerà anche l’Inghilterra e il Galles.
E le partenze dall’estero potrebbero non terminare qua perchè per il 2028 e il 2029 si sono candidati rispettivamente il granducato del Lussemburgo e la Slovenia
RASSEGNA STAMPA
Italia
Pogacar re del Tour per la 4ª volta: Vingegaard e Lipowitz sul podio, ultima tappa a Van Aert
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Samo še velika četverica Toura je pred kraljem Tadejem (Solo i quattro grandi del Tour sono davanti a King Tadej
Delo
Danimarca
Pogacar så ud til at kunne alt – men så fik Vingegaards hold pludselig revanche i Paris (Pogacar sembrava in grado di fare tutto, ma poi la squadra di Vingegaard si è vendicata a Parigi)
Jyllands-Posten
Francia
Van Aert roi du jour, Pogacar roi du Tour – Pogacar : «Je ne pense pas arrêter tout de suite mais…» (Van Aert re della giornata, Pogacar re del Tour – Pogacar: “Non credo che mi fermerò subito, ma…”)
L’Équipe
Pogacar reigns in Paris after winning Tour de France for fourth time – (Pogacar domina a Parigi dopo aver vinto il Tour de France per la quarta volta)
The Guardian
Irlanda
Tadej Pogacar wins fourth Tour de France title as Wout van Aert takes last stage (Tadej Pogacar vince il quarto titolo del Tour de France, mentre Wout van Aert conquista l’ultima tappa)
Irish Independent
Spagna
Pogacar es diferente – El bestial ataque de Van Aert reventando a Pogacar que el Tour ha calificado de “histórico” (Pogacar è diverso – Il brutale attacco di Van Aert a Pogacar, che il Tour ha descritto come “storico”)
AS
Portogallo
Duas pernas de Pogacar venceram o exército de Vingegaard (Le due gambe di Pogacar sconfissero l’esercito di Vingegaard)
Público
Belgio
Hij doet het! Wout van Aert wint heroïsche slotetappe op de Champs-Élysées: zelfs Pogacar himself reed hij los uit het wiel op Montmartre – Tadej Pogacar wint zijn vierde Tour de France en eindigt tot eigen verbazing vierde in slotrit: “Petje af voor Wout” (Ce l’ha fatta! Wout van Aert vince un’eroica tappa finale sugli Champs-Élysées: riesce persino a tirare fuori Pogacar dalla ruota a Montmartre – Tadej Pogacar vince il suo quarto Tour de France e sorprendentemente conclude quarto l’ultima tappa: “Tanto di cappello a Wout”)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Wout van Aert wint spectaculaire laatste etappe in Parijs, Tadej Pogacar grijpt voor vierde keer eindzege in Tour de France (Wout van Aert vince la spettacolare tappa finale a Parigi, Tadej Pogacar conquista la sua quarta vittoria assoluta al Tour de France)
De Telegraaf
Germania
Pogacar gewinnt zum vierten Mal die Tour de France – Lipowitz wird Dritter (Pogacar vince il Tour de France per la quarta volta – Lipowitz conquista il terzo posto)
Kicker
USA
Tadej Pogacar dominates Tour de France for his fourth win in six years (Tadej Pogacar domina il Tour de France e conquista la quarta vittoria in sei anni)
The Washington Post
Colombia
¡Tadej Pogacar se coronó campeón del Tour de Francia! Agigantó su leyenda en el ciclismo mundial – Wout van Aert dio espectáculo y ganó la etapa 21; Tadej Pogacar sentenció su título en el Tour de Francia: así quedaron los colombianos en la general (Tadej Pogačar è stato incoronato campione del Tour de France! Ha contribuito a consolidare la sua leggenda nel ciclismo mondiale – Wout van Aert dà spettacolo e vince la 21a tappa; Tadej Pogacar si assicura il titolo del Tour de France: ecco come i colombiani chiudono la classifica generale)
El Tiempo
Ecuador
Tadej Pogacar hace historia: Conquista su cuarto Tour de Francia (Tadej Pogacar scrive la storia: vince il suo quarto Tour de France)
El Universo
Australia
Pogacar underlines greatness with fourth Tour triumph (Pogacar sottolinea la sua grandezza con il quarto trionfo al Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventunesima ed ultima tappa
1° Thibau Nys
2° Pablo Castrillo s.t.
3° Simone Consonni s.t.
4° Edward Theuns s.t.
5° Gianni Moscon a 40″
Classifica generale finale
1° Simone Consonni
2° Edward Theuns a 15″
3° Jordi Meeus a 3′15″
4° Fabian Lienhard a 5′40″
5° Roel van Sintmaartensdijk a 7′29″
Maglia nera Tadej Pogacar, 160° a 5h51′40″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
20 LUGLIO 1985 – 21a TAPPA: CIRCUITO DEL LAC DE VASSIVIÈRE (cronometro individuale, 47.5 Km)
LEMOND BEFFA HINAULT PER SOLI 5’’
Per difendere il secondo posto batte il suo capitano nell’ultima “crono”
Per la Maglia gialla (e per la Canins nella prova femminile) sicuro comunque il trionfo finale oggi sui Campi Elisi
21 LUGLIO 1985 – 22a TAPPA: ORLÉANS – PARIGI (196 Km)
COME COPPI, MEGLIO DI ANQUETIL
Parigi ha decretato il trionfo di Bernard Hinault e di Maria Canins, che hanno concluso da dominatori il rispettivo Tour. Alle spalle del francese, più forte anche della sfortuna, l’americano LeMond, che si è concesso il lusso di battere il suo capitano a cronometro. Un abisso fra l’italiana e le immediate inseguitrici -La mamma volante è felice: “Nell’86 quasi quasi ci riprovo”
Il campione bretone, con la seconda accoppiata Giro-Tour, ha eguagliato il record di Fausto (di più ha fatto solo Merckx) – Adesso vuole vincere il campionato del mondo – «L’anno prossimo aiuterò Greg» – Cinque vittorie di tappa, 22 minuti sulla seconda: i nostalgici del ciclismo di una volta hanno paragonato la campionessa trentina al Bartali del ‘48 – Un dolore: la sciagura di Tèsero
MAI COSÌ MALE GLI ITALIANI AL TOUR
I pochi piazzamenti e Visentini appena 48° nella classifica finale devono far riflettere – Le soddisfazioni sono “rosa”
È dal 1979 che un nostro corridore non vince una tappa (allora fu Parsani per declassamento di Knetemann) – Ieri ai Campi Elisi nuovo successo del belga Matthijs, che nelle prime due giornate aveva realizzato una doppietta – Il dominio della Canins confortato da tutta la squadra femminile

La Sagrada Familia di Barcellona e l’altimetria della prima tappa dell’edizione 2026 (www.hotelsagradafamilia.com)
28-07-2025
luglio 28, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE FEMMES
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella terza tappa, La Gacilly – Angers, percorrendo 163.5 Km in 3h41′47″, alla media di 44.232 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) e la neozelandese Ally Wollaston (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 36°. La Vos è tornata in maglia gialla con 6″ sulla mauriziana Kimberley Le Court-Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) e 12″ sulla francese Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Monica Trinca Colonel (Liv AlUla Jayco), 21° a 49″.
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
L’italiano Davide Donati (Red Bull – BORA – hansgrohe) si è imposto nella terza tappa, Estinnes – Antoing, percorrendo 165.3 Km in 3h33′23″, alla media di 46.48 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Milan Fretin (Cofidis) e il danese Anders Foldager (Team Jayco AlUla). l britannico Oliver Knight (Cofidis) è ancora leader della classifica con 1″ sul neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) e 2″ su Foldager. Miglior italiano Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 8° a 7″
TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)
L’olandese Jeroen Meijers (Victoria Sports Pro Cycling) si è imposto nella prima tappa, Pesanggaran – Banyuwangi, percorrendo 125.5 Km in 2h38′23″, alla media di 47.543 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka) e il danese Oliver Knudsen (Swatt Club). Miglior italiano Lorenzo Ginestra (Swatt Club), 7°. Meijers è il primo leader della classifica con 10″ su Prades e 12″ su Knudsen. Miglior italiano Ginestra, 8° a 16″
POGI MOGIO POST PIRENEI, TOUR TARPATO: MA CI RESTERÀ SEMPRE PARIGI!
Super Wout riscatta una Visma svaporatasi nella terza settimana
Il Re Sole è corrucciato. Nella Francia allo zenit dell’Ancien Regime… (fra parentesi: ex post, ci sorprende sempre scoprire quanto possa averci ingannato l’interiorizzata metafora astronomica, e quanto cioè il culmine di una parabola storica, sportiva, artistica o umana possa rivelarsi assai prossimo al tramonto, così come altre volte lo è invece all’alba) …chiusa parentesi: in quella Francia ove tutto gravitava attorno a un centro unico e assoluto, le sedute di deiezione del sovrano erano uno spettacolo pressoché pubblico, soggette agli sguardi di tutta una corte che scrutava con ossessiva preoccupazione volto e corpo del sovrano per intuire dal colorito, dalle smorfie, dalle posture come fluissero gli umori e l’umore di un uomo che in sé sussumeva lo Stato tutto.
La medesima sensazione è quella che sono andate via via a trasmetterci le sessioni stampa della maglia gialla lungo questo Tour 2025. Le tensioni fra il nostro novello Piccolo Principe e la sua immagine pubblica erano andate crescendo man mano che il Principe diveniva un autentico monarca capace di dominare su tutti i terreni e tutti i mesi dell’anno. Da parte sua, Tadej già da inizio estate non si era tenuto per sé frecciate contro le reti sociali e poi contro l’apparato giornalistico, nonché – ma questo solo implicitamente, molto implicitamente – contro il loro mutuo alimentarsi di aria fritta, insinuazioni, invidie e insoddisfazioni.
E così la sala stampa è andata a sfociare nella psicanalisi quando, dal Ventoux in avanti, la cattiveria agonistica, gli scatti brucianti, lo sguardo brillante, i sorrisi solari hanno ceduto il passo ai mugugni, all’occhio spento, alla carnagione opaca, ma soprattutto al correre sulle ruote, agli scattini da ultimo striscione, al dispensare regalini e regalucci fra l’altro facendo figli e figliastri, il tutto contrapposto invece a quel dispendio di sé che aveva illuminato una terza settimana 2024 pur a classifica già ampiamente decisa (riaperta semmai dai rischi di caduta assunti in discesa nella crono nizzarda).
Pogi s’interroga sui tanti giorni lontano da casa, meditazioni che semmai associavamo fin qui al melanconico danese Vingegaard. Sul fatto che ci sia altro nella vita al di là del ciclismo. Sull’interminabile durata di un Grand Tour, per cui la terza settimana assume i contorni di quella cortina grigia di pioggia oltre la quale si schiuda finalmente un altrove di felicità o almeno serenità e meritato riposo. Pogi descrive lo smarrimento quando nelle nebbie giù dal Tourmalet tutto svanisce nella foschia, s’intravede appena la schiena di un gregario lì davanti e il resto è nulla. Dulcis in fundo: “nel corso di questo Tour de France ho appreso qualcosa di nuovo e diverso sul mondo del ciclismo, e su me stesso, che ha cambiato il mio modo di essere corridore, ma non ne posso parlare ora, lo rivelerò forse più avanti”.
Il film d’azione della prima settimana, il kolossal hollywoodiano di Hautacam, il razzo che decolla con gli Aerosmith di fondo, sfociano dalla cerniera del Ventoux nell’esistenzialismo, anzi direttamente nel mistero del più enigmatico ed esplicito – paradossi del minimalismo – fra i film di Bresson, “Un condannato a morte è fuggito (Il vento soffia dove vuole)”.
Si scatenano gli esegeti. Ipotesi prima: Re Pogi è stanco, la prima metà di Tour pirotecnica, con velocità stratosferiche in pianura, ha inevitabilmente bagnato le polveri di tutti. Gli exploit riescono a chi si è concesso qualche tappa di respiro imbarcando a giorni alterni le mezz’ore, ma chi deve tenere duro tutto il tempo in cima alla classifica generale è pesantemente logorato (non per nulla la top 10 la curano forse in nove, probabilmente un record negativo mai visto al Tour). Ipotesi seconda: Re Pogi è ammalato, l’ha detto lui stesso che aveva il raffreddore. Fra incubare, starnutire, smaltire inevitabile un calo. Ipotesi terza: Re Pogi è annoiato, pure questo l’ha detto espressamente, come riportato poco sopra, e un corridore che fa della joie de vivre l’asse portante della sua magnifica ferocia in corsa dalla noia risulta ferito a morte. Ipotesi quarta: Re Pogi è invecchiato, eh sì, la carta d’identità nello sport ha un funzionamento sui generis, dipende da quando si ha cominciato a competere al vertice, e poi la candela che brucia dai due lati brucia prima, il culmine è stato il 2024 ma adesso tocca poco a poco calare. Ipotesi quinta: Re Pogi è “comandato”, lui è un sovrano incontrastato sulla strada, e spesso non solo (decide in parte il proprio calendario, non è poco), ma il ciclismo è sport i cui risultati non si macinano solo a suon di pedali, basta d’altronde dare una scorsa agli albi d’oro, alle classifiche e alle loro varie riscritture storiche per intuire gli strati profondi di uno sport sociale, corale, intricato, cortigiano in cui le gare si decidono, certamente, in corsa, ma anche fuori dalla corsa; e ciò che accade in corsa, a propria volta, è il distillato di ordini dalla radiolina dall’ammiraglia, quindi di conversazioni fra ammiraglie, parlottare smorzato dalla moquette nei corridoi di qualche albergaccio di provincia, do ut des al tavolo di caffetterie svizzere, e su su fino alla cattedra di un tribunale, arbitro in terra del bene e del male.
Come in un pasticciaccio ambientato ad altre latitudini, frutto di altra letteratura, nello gnommero dei motivi nessuno spiega bene tutto, nessuno funziona davvero, tutti cozzano con una sfaccettatura o l’altra della realtà, ma tutti risultano in qualche modo necessari quanto insufficienti.
E allora ci accontentiamo, per adesso, della semplicità di una favola. Il Principe Felice di Oscar Wilde, a cui viene eretta una statua dorata e ingioiellata per celebrare proprio la sua spensieratezza e felicità, si accorge tardivamente proprio in quanto monumento, dall’alto del proprio piedistallo, che il mondo attorno a lui è pervaso di complessità, ingiustizia e infelicità. Non gli sovviene altra soluzione che distribuire pezzo a pezzo ai bisognosi la propria livrea preziosa, donata la quale si ritrova color grigio piombo, né d’un apice più felice in quanto il mondo è restato misero e ingiusto. A quel punto tuttavia il sindaco decide che la statua così triste non svolge più la propria funzione celebratoria e la invia dunque in fonderia per sostituirla con una propria, decisione però destinata a finire in bisticcio perché ogni notabile della cittadina vorrebbe a quel punto che la statua fosse la propria.
Il cuore del Principe però, pur spezzato, non si squaglia nemmeno nel crogiuolo della fonderia. E il nostro Pogi, arrivato a Parigi, ritrova la verve e la voglia per illuminare di giallo folgorante una giornata uggiosa di pioggia e porfido scivoloso. Nel fiammante circuito olimpico che guizza avvolto di gente fra Montmartre e il Sacro Cuore, fra negozietti e brasserie (e non più solo nella vacua vastità dei Campi Elisi, dell’Arco di Trionfo, della Defense sullo sfondo) fibrilla finalmente l’altimetria e si susseguono gli scatti. Finalmente torna la vera voglia di vincere, finalmente torna lo spettacolo e il desiderio di mettersi in gioco completamente, non conservando un’eterna, vana e volatile riserva. I tempi sono neutralizzati per la classifica generale una volta entrati nel circuito, ma una caduta grave, su un tracciato così insidioso e dovendo districarsi fra le traiettorie su discesa bagnata del kamikaze Mohoric, implicherebbe comunque la perdita del Tour, qualora non fosse possibile tagliare in sella il traguardo. Ma è tornato il Pogi generoso, e i suoi compagni di gioco sono soprattutto quegli avversari della Visma che hanno vissuto un Tour di profonda delusione e quasi sofferenza precisamente per il proprio spendersi a fondo fino al tracollo e al trascinarsi sotto il traguardo, Van Aert e Jorgenson. Il secondo decisivo tatticamente con i suoi ripetuti attacchi prima dell’ascesa finale, lavora ai fianchi la maglia gialla e ne inibisce la capacità di attacco secco in quanto lo forza a chiudere ancora e ancora. Il primo, ormai lontano dal variegato misto di trionfi multipli e su ogni tipo di tappa risalente a tre anni fa, coniuga come al Giro servizio cavalleresco al capitano con obiettivi personali isolati ma della più alta qualità. Sulla cima dello strappo contrattacca e stacca Pogi, una combinazione pressoché inedita di verbo e complemento oggetto. Da lì alla vittoria è un battito d’ali, diverso da quello quasi arrogante mimato per festeggiare vittorie passate, ma quanto più glorioso perché spiccato da una condizione diversa dalla sfacciata superiorità.
A proposito di Visma, duole dover annotare in cronaca la prestazione di Vingegaard, crudelmente riassumibile per quest’anno con un’altra favola di Oscar Wilde, Il Razzo Eccezionale. Un fuoco d’artificio speciale preparato per illuminare la festa del re racconta a tutti quanto peculiare sarà il suo sfolgorio, e nel racconto si commuove fino alle lacrime, che però inumidendolo, ne impediscono l’esplosione. Il razzo finisce dimenticato e poi raccattato da due ragazzini che ci giocano per un po’ e poi lo lasciano vicino al falò di fianco al quale si addormentano. Il razzo, asciugato dal tepore, prende finalmente fuoco e brilla con grande magnificenza da solo, in un cielo vuoto e senza gente, mentre i due ragazzini nemmeno si svegliano.
Ecco, dopo tante dichiarazioni di guerra, dopo arditi echi pantaniani di “salta lui o salto io”, questo Vingegaard non ha mai ma proprio mai dato la benché minima impressione, dopo Hautacam, di aver spalancato appieno le dighe delle proprie energie. Ha duellato col fioretto ma senza mai voler nemmeno sfiorare il rischio di vedersi svuotato, temendo forse di essere avvicinato da altri rivali (lontanissimi in classifica, eh!, così come lontanissimi ad ogni scatto dei due fenomeni). Se già non è esaltante una corsa in difesa da chi ha margini, ancora più atroce è una corsa in difesa di un… secondo posto che peraltro nessuno sta assaltando! Non è facile battere un avversario più forte, ma il ciclismo lo consente, sporadicamente. Consente sempre e comunque di provarci. In questo caso ci ha provato la Visma, come squadra, svenandosi nel tentativo. Non ci ha proprio provato il poco coraggioso capitano danese. Contador vince la Vuelta 2012 su un Purito Rodríguez più forte in quel momento non solo per la sorpresa indotta da un attacco inatteso, ma anche perché in un luogo assolutamente incongruo Contador eroga tutta la propria disponibilità fisica (e forse qualcosina in più). Purito potrebbe marcarlo, in termini atletici, ma gli subentra il dubbio se abbia senso farlo, o quali potrebbero essere le conseguenze impensate. In quell’esitazione si apre il margine per l’imprevedibile. Tadej non è Purito, certamente, e l’esito più probabile sarebbe stato comunque la sconfitta di chi avesse provato l’azzardo in questo caso, ma a differenza di quel meraviglioso inizio di Delfinato che proprio Vingegaard ci ha regalato un mesetto e spicci fa, non si è proprio visto in nessun caso un attacco inatteso, FUORI LUOGO, di Vingegaard – tale da rimanere senza forze, vulnerabile, ma istillando quindi anche nell’avversario il sacro timore rispetto all’entrare in zona di vulnerabilità. Un timore alieno al Pogi che conoscevamo ma forse non così estraneo al Pogi maturo o esistenzialista di questa terza settimana. Non lo sapremo mai.
In chiusura, standing ovation per le belle prestazioni dei corridori italiani sia in termini di classificazioni globali sia in questa ultimissima e speciale tappa parigina, il tutto nonostante un movimento nazionale la cui clamorosa difficoltà strutturale non accenna ad attenuarsi. Jonathan Milan porta a casa la maglia a verde della classifica a punti non solo vincendo due tappe, ma soprattutto lottando alla morte su ogni maledetto traguardo volante e, con questi chiari di luna, ancora di più spremendosi in tappe di montagna ad altissima concentrazione di dislivello per rientrare nel tempo massimo. A Parigi, appunto, nessuna chance per un velocista come Milan, ma a chiudere due volte sulle sfuriate di Pogi è stato un fenomenale Ballerini, che per fortuna trova ogni tanto queste giornate di grazia in cui fare rifulgere il proprio talento. Secondo posto con rimpianti ma solo sentimentali perché un risultato migliore oggi sarebbe stato inaccessibile: l’orgoglio, invece, di essersi scontrato alla pari con i migliori al mondo nel palcoscenico più gremito della corsa più mediatica e competitiva del pianeta. E nell’azione buona c’era anche, con tutta la sua sagacia, il sempre solido Trentin, per anni e anni di traversata del deserto l’unico atleta del nostro movimento ad avere una caratura costante di spessore davvero internazionale, diciamo in quell’intervallo fra il tramonto di Nibali e l’approdo su strada dei Ganna o Milan (già campioni ma all’inizio prevalentemente in pista).
Gabriele Bugada

Il podio del Tour 2025 (Eurosport)
MAVI GARCÍA REGINA A QUIMPER, KIMBERLY LE COURT-PIENAAR NUOVA MAGLIA GIALLA
La 41enne spagnola sorprende tutte con un’azione solitaria nel finale e conquista la tappa. La Le Court-Pienaar balza in testa alla classifica grazie alla somma dei piazzamenti.
Il Tour de France Femmes 2025 continua a regalare spettacolo e colpi di scena. Dopo il trionfo di Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) nella giornata inaugurale, è toccato oggi a Mavi García scrivere una pagina memorabile sulla strada che da Brest ha portato il gruppo fino a Quimper. La veterana spagnola della Liv AlUla Jayco ha piazzato un attacco deciso a poco più di dieci chilometri dall’arrivo e, nonostante un vantaggio mai superiore ai venti secondi, ha saputo difendersi con grinta e intelligenza, resistendo al ritorno del gruppo per appena tre secondi. Un colpo da manuale che le consegna la più importante vittoria della sua lunga carriera e che le permette di festeggiare a 41 anni e mezzo con l’entusiasmo di una debuttante.
Alle sue spalle, il gruppo si è lanciato in una volata furiosa: l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nello sprint delle battute, precedendo la mauriziana Kiberly Le Court-Pienaar, che con il terzo posto e i 4″ di abbuono si è presa la testa della classifica generale. La campionessa africana ha ora lo stesso tempo della Vos, ma può vantare una migliore somma di piazzamenti grazie al podio odierno che va a bilanciare il quinto posto dell0olandese. È un traguardo storico per la portacolori dell’AG Insurance-Soudal, poichè ai si tratta della prima ciclista africana ad indossare la maglia gialla
La seconda tappa, con partenza da Brest, ha offerto sin dai primi chilometri un andamento movimentato. Dopo la notizia del ritiro di Charlotte Kool (Team Picnic PostNL), non partita per i postumi della caduta subita in Belgio la scorsa settimana, sono state Movistar e Team Picnic PostNL a cercare il riscatto mandando all’attacco Aude Biannic e Franziska Koch. La loro azione, seppur limitata nel vantaggio, ha animato la parte centrale della corsa, mentre dietro si muovevano le velociste per lo sprint intermedio e le specialiste dei GPM, tra le quali Silke Smulders (Liv AlUla Jayco) ed Elise Chabbey (FDJ – SUEZ), in lotta per la maglia a pois.
Il gruppo ha lasciato poco spazio alle fuggitive, riprendendole nel circuito finale. Da lì in poi la corsa è esplosa con numerosi tentativi: Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM zondacrypto) e Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike) hanno provato ad animare l’ascesa verso il Point Bonus, seguite da altri cicliste importanti come Riejanne Markus (Lidl – Trek) e Demi Vollering (FDJ – SUEZ). Tuttavia, l’attacco decisivo è arrivato da chi meno ci si aspettava, Mavi García, che – ormai fuori classifica dopo una caduta nella prima tappa – ha colto l’attimo perfetto ai -12, resistendo alla rimonta con un finale da brividi.
Negli ultimi chilometri, i tentativi di chiudere lo spazio da parte delle big non sono stati abbastanza organizzati. Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) ha confermato le difficoltà già emerse ieri, perdendo nuovamente contatto e accumulando un ritardo vicino ai due minuti. Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) ha faticato ma è riuscita a rientrare nel finale per aiutare le compagne. Quando la Wiebes ha lanciato la volata era ormai troppo tardi, perchè la García era già lanciata verso la gloria.
Sullo sfondo di una giornata intensa, con scambi di attacchi, cambi di leadership e battaglie per ogni secondo, il Tour ha già mostrato il suo volto più imprevedibile. Dietro alla Le Court-Pienaar e alla Vos, la Ferrand-Prévot resta in agguato a 6″, seguita dalla Niewiadoma a 10″. Le altre pagano distacchi più consistenti, in particolare Cédrine Kerbaol (EF Education-Oatlye) e Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), staccate di 8″, mentre la Longo Borghini si ritrova ora con quasi due minuti da recuperare.
Domani si andrà ad Angers per quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere la prima occasione per una volata di gruppo compatto. Dopo due giornate piene di emozioni, le ruote veloci avranno finalmente la loro chance. Ma con questo Tour, nulla sembra davvero scontato.
Mario Prato

Mavi García vince la seconda tappa del Tour femminile (foto Szymon Gruchalski/Getty Images)
27-07-2025
luglio 27, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Mantes-la-Ville – Parigi (Champs-Élysées), percorrendo 132.3 Km in 3h07′30″, alla media di 42.336 Km/h. Ha preceduto di 19″ l’italiano Davide Ballerini (XDS Astana Team) e lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious). Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) si impone in classifica con 4′24″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 11′09″ sul tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe). Miglior italiano Simone Velasco (XDS Astana Team), 38° a 2h41′31″
TOUR DE FRANCE FEMMES
La spagnola Margarita Victoria García (Liv AlUla Jayco) si è imposta nella seconda tappa, Brest – Quimper, percorrendo 110.4 Km in 2h44′29″, alla media di 40.272 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) e la mauriziana Kimberley Le Court-Pienaar (AG Insurance – Soudal Team). Miglior italiana Monica Trinca Colonel (Liv AlUla Jayco), 24° a 20″. La Le Court-Pienaar è la nuova maglia gialla con lo stesso tempo dell’olandese Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) e 6″ sulla francese Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana la Trinca Colonel, 21° a 43″.
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
Il britannico Oliver Knight (Cofidis) si è imposto nella seconda tappa, Huy – Sambreville, percorrendo 153.1 Km in 3h25′49″, alla media di 44.632 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Lorenzo Milesi (Movistar Team) e il francese Louis Rouland (Arkéa – B&B Hotels). Knight è il nuovo leader della classifica con 1″ sul neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) e 5″ sul norvegese Rasmus Tiller (Uno-X Mobility). Miglior italiano Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 7° a 7″
VUELTA A CASTILLA Y LEÓN
Lo spagnolo Haimar Etxeberria (Equipo Kern Pharma) si è imposto nella corsa spagnola, Laguna de Duero – Peñafiel, percorrendo 201.1 Km in 4h36′52″, alla media di 43.581 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jesús Herrada (Cofidis) e l’italiano Christian Scaroni (XDS Astana Team)
GRAND PRIX DE LA VILLE DE PÉRENCHIE
Il belga Toon Vandebosch (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Pérenchies, percorrendo 178.4 Km in 3h41′19″, alla media di 48.365 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Keije Solen (Wanty – Nippo – ReUz) e l’estone Rait Ärm (Van Rysel Roubaix). Nessun italiano in gara
PUCHAR MON
Il polacco Bartłomiej Proć (Run & Race – Wibatech) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Ossow, percorrendo 165.1 Km in 3h12′53″, alla media di 51.357 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lars Rouffaer (Diftar Continental Cyclingteam) e il connazionale Radosław Frątczak (Voster ATS Team). Miglior italiano Matteo Baseggio (S.C. Padovani Polo Cherry Bank), 11°.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MANTES-LA-VILLE – PARIGI
luglio 27, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Atto finale inedito per il Tour de France, che ritrova i Campi Elisi ma rinnova il classico circuito finale inserendo la salita verso Montmartre. Per i velocisti il prestigioso arrivo parigini diventa così ancora più elitario.
Il Tour ritrova Parigi a 24 mesi di distanza dall’ultimo arrivo sugli Champs-Élysées. Ricorderete che lo scorso anno a causa dell’imminente partenza delle Olimpiadi, assegnate proprio alla capitale francese, la Grande Boucle fu costretta a trovarsi un finale alternativo, confezionato nello scenario della non meno prestigiosa Nizza. Ma nel 2025 i Campi Elisi proprio non potevano mancare, ricorrendo il cinquantenario del primo arrivo sulla celebre avenue parigina, scelta per l’atto finale nel 1975 dopo che in precedenza le tappe conclusive terminavano in pista, quelle dei velodromi di Vincennes (dal 1968 al 1974) e del Parco dei Principi (dal 1932 al 1967). Per solennizzare l’evento gli organizzatori hanno voluto rinnovare il circuito e per farlo hanno deciso di indurirlo inserendo proprio la salita che aveva costituto il fulcro della prova olimpica, diretta alla collina di Montmartre. Dopo la partenza da Mantes-la-Ville e un tratto iniziale di trasferimento verso il cuore della “Ville Lumière”, i corridori dovranno comunque effettuare tre giri completi del circuito classico, 6.8 Km che prevedono quale uniche difficoltà altimetrica la lievissima pendenza che i Campi Elisi presentano in direzione dell’Arco di Trionfo e la breve rampa all’uscita dal sottopassaggio del Giardino delle Tuileries. È in occasione delle ultime tre tornate – lunghe quasi 17 Km cadauna – che si andrà ad affrontare la salita della “Butte Montmartre”, niente di particolarmente selettivo per quel che concerne le pendenze (mille metri esatti al 5.1%), ma che sicuramente creerà un po’ di selezione per via della strada stretta (soprattutto all’inizio e in vista dello scollinamento) e della presenza dei sampietrini. I velocisti che si staccheranno saranno inevitabilmente tagliati fuori dai giochi per la vittoria, anche perchè dopo l’ultimo GPM mancheranno soli 6 Km all’arrivo. E i Campi Elisi diventareranno Campi Elitari per una volata finale tra la “crème” dei velocisti, uno sprint nobile come nobili erano i proprietari delle carrozze che prima della Rivoluzione Francese scorrazzavano lungo questo viale, fatto realizzare nel 1616 su iniziativa della regina consorte di Francia Maria de’ Medici nel luogo dove fino a quel tempo si estendevano semplici campi coltivati.
METEO TOUR
Mantes-la-Ville: nubi sparse, 22°C, vento moderato da NO (18-38 Km/h), umidità al 59%
Parigi – 1° passaggio (Km 61.6): temporale (1.9 mm), 20°C, vento moderato da N (8-37 Km/h), umidità al 75%
Parigi – arrivo: nubi sparse, 21°C, vento moderato da NO (10-26 Km/h), umidità al 65%
GLI ORARI DEL TOUR
15.45: inizio diretta su Eurosport
16.25: partenza da Mantes-la-Ville
16.35-16.40: GPM della Côte de Bazemont
17.25-17.35: GPM della Côte du Pavé des Gardes
17.35-17.45: ingresso in Parigi
17.40: inizio diretta su Rai2
17.50-18.00: primo passaggio dal traguardo (inizio circuito breve)
18.00-18.10: secondo passaggio dal traguardo
18.10-18.20: terzo passaggio dal traguardo
18.10-18.25: traguardo volante dell’Haut des Champs-Elysées
18.20-18.30: quarto passaggio dal traguardo (inizio circuito lungo)
18.30-18.45: GPM della Côte de la Butte Montmartre
18.40-18.55: quinto passaggio dal traguardo
18.55-19.10: GPM della Côte de la Butte Montmartre
19.00-19.20: sesto passaggio dal traguardo
19.15-19.40: GPM della Côte de la Butte Montmartre
19.25-19.45: arrivo a Parigi
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79718
RASSEGNA STAMPA
Italia
Tour de France: Groves, capolavoro a Pontarlier. Domani a Parigi la festa di Pogacar – Milan, semaforo verde: è il terzo italiano di sempre a vincere la maglia a punti al Tour
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Kaden Groves kot Djamolidine Abdoujaparov – Tadej Pogačar: Tour se je odpeljal na novo raven (Kaden Groves nel ruolo di Djamolidine Abdoujaparov – Tadej Pogačar: Il Tour lo ha portato a un nuovo livello)
Delo
Danimarca
Australsk sprinter tager uvant solosejr i Touren (Il velocista australiano conquista un’insolita vittoria in solitaria al Tour)
Jyllands-Posten
Francia
Groves vainqueur en solitaire (Groves vince in solitaria)
L’Équipe
Tadej Pogacar poised to seal fourth title as Groves wins penultimate stage (Tadej Pogacar pronto a conquistare il quarto titolo mentre Groves vince la penultima tappa)
The Guardian
Spagna
Gran victoria de Groves, cruel caída de Romeo (Grande vittoria per Groves, caduta crudele per Romeo)
AS
Portogallo
Kaden Groves fez um truque diferente na Volta a França (Kaden Groves ha fatto un trucco diverso al Tour de France)
Público
Belgio
Kaden Groves komt solo aan na uitgeregende voorlaatste etappe van de Tour, Tim Wellens eerste Belg na spelletje met Jorgenson (Kaden Groves conclude da solo la penultima tappa del Tour inzuppata dalla pioggia, Tim Wellens primo belga dopo una sfida con Jorgenson)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Kaden Groves pakt zege in voorlaatste etappe Tour de France, Frank van den Broek grijpt mis (Kaden Groves vince la penultima tappa del Tour de France, Frank van den Broek fallisce la vittoria)
De Telegraaf
Germania
Sprinter Groves gewinnt nach Soloflucht – Lipowitz kommt im Regen heil durch (Lo sprinter Groves vince dopo una fuga solitaria – Lipowitz passa sano e salvo sotto la pioggia)
Kicker
USA
Pogačar closes in on 4th Tour de France title, Groves wins penultimate stage (Pogačar si avvicina al quarto titolo del Tour de France, Groves vince la penultima tappa)
The Washington Post
Colombia
Pogacar resistió la etapa 20 y acaricia la corona del Tour de Francia: Vingegaard se guardó y Groves conquistó (Pogacar è sopravvissuto alla 20a tappa ed è vicino alla vittoria del Tour de France: Vingegaard si è salvato e Groves ha vinto.)
El Tiempo
Australia
I’ve shown them: Groves completes grand set of wins (Groves completa una serie grandiosa di vittorie)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventesima tappa
1° Julian Alaphilippe
2° Arnau De Lie s.t.
3° Benjamin Thomas s.t.
4° Niklas Märkl s.t.
5° Pascal Ackermann s.t.
Miglior italiano Vincenzo Albanese, 7° (s.t.)
Classifica generale
1° Simone Consonni
2° Edward Theuns a 15″
3° Jordi Meeus a 3′15″
4° Fabian Lienhard a 5′40″
5° Roel van Sintmaartensdijk a 7′29″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
19 LUGLIO 1985 – 20a TAPPA: MONTPON-MÉNESTÉROL – LIMOGES (225 Km)
HINAULT, A MENO DUE
Oggi per la Maglia gialla l’ultima “crono”
Domani il trionfo a Parigi – Ieri successo di Lammerts – Tra le donne Canins sempre prima

La basilica del Sacro Cuore a Parigi e l’altimetria dell’ultima tappa (www.parisperfect.com)
MARIANNE VOS FIRMA LA PRIMA TAPPA DEL TOUR DE FRANCE FEMMES 2025
La fuoriclasse olandese trionfa a Plumelec e conquista la prima Maglia Gialla. Distacchi già significativi tra le big.
Il Tour de France Femmes 2025 si apre nel segno di Marianne Vos. La stella della Visma | Lease a Bike ha conquistato la vittoria nella tappa inaugurale, imponendosi con classe e potenza sull’ascesa finale di Plumelec. Una prova da campionessa consumata per l’atleta olandese, che si prende anche la prima maglia gialla. Alle sue spalle hanno chiuso Kimberley (Le Court) Pienaar, portacolori dell’AG Insurance-Soudal, e la compagna di squadra Pauline Ferrand-Prévot, protagonista dell’azione che ha selezionato il gruppo nel tratto decisivo.
Il finale è stato animato da un forcing perfettamente orchestrato dalla Visma, con la Ferrand-Prévot a lanciare l’azione decisiva e la Vos pronta a concretizzare lo sforzo con la sua inconfondibile progressione negli ultimi metri. Il gruppo delle migliori si è frantumato negli ultimi chilometri, con alcune delle pretendenti alla classifica generale che hanno subito già un primo passivo. Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ), reduce dalla vittoria al Giro d’Italia Women, ha chiuso con circa un minuto di ritardo, pagando il ritmo imposto sull’erta finale.
La giornata si è rivelata amara anche per Marlen Reusser perchè l’elvetica della Movistar ha dovuto abbandonare la corsa durante lo svolgimento della tappa, aggiungendo una nota negativa a un inizio di Tour già selettivo.
Con questa vittoria, Marianne Vos conferma il suo status di eterna protagonista del ciclismo femminile, dimostrando ancora una volta di saper leggere alla perfezione le corse e di colpire con precisione nei momenti decisivi, nonostante le quasi 40 primavere. La sua esperienza e la forza collettiva della Visma | Lease a Bike hanno fatto la differenza in una frazione breve ma intensa, che non ha lasciato spazio alla distrazione.
Il Tour riprenderà domani con la seconda tappa, da Brest a Quimper. Il percorso si preannuncia ancora più impegnativo, con una sequenza di salite nervose e pendenze importanti nella seconda parte. Il finale è particolarmente tecnico e potrebbe offrire terreno fertile per nuove azioni offensive. La Côte de Locronan e la Côte du Chemin de Trohéir, entrambe con tratti a doppia cifra di pendenza, anticipano l’erta conclusiva e lo sprint ad abbuoni di Pen ar Stang. Sarà un’altra giornata da leggere con attenzione, soprattutto per le atlete interessate alla classifica generale. Dopo quanto visto oggi, è chiaro che il Tour è già entrato nel vivo.
Mario Prato

Marianne Vos inaugura l'edizione 2025 del Tour de France femminile (foto Szymon Gruchalski/Getty Images)
GROVES RUGGISCE SOTTO LA PIOGGIA A PONTARLIER, GRUPPO A 7 MINUTI
Al penultimo giorno di gara il gruppo lascia carta bianca alla fuga, che arriva al traguardo di Pontarlier con sette minuti di vantaggio sugli uomini di classifica. Vittoria a Groves, velocita in libera uscita, protagonisti anche gli italiani Velasco e Trentin
Il Tour de France si conclude con due tappe dal profilo abbastanza mosso, ma che non dovrebbero portare sconvolgimenti in nessuna delle varie classifiche. Certamente non in quella generale, sempre capeggiata da Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) con 4’24” sul suo rivale storico Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike), che a dispetto dei proclami bellicosi dei giorni scorsi si è limitato a controllare sulle Alpi il suo avversario, e oltre 11 minuti sul giovane tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe), che va a completare un podio che, per la prima volta nella storia delle due corse a tappe, sarà lo stesso del Delfinato. Anche la maglia verde della classifica a punti sembra blindata, dal momento che Pogačar, secondo dietro al nostro Jonathan Milan (Lidl – Trek), non è sembrato molto combattivo negli ultimi giorni e difficilmente potrebbe sfilargliela anche se vincesse le ultime due tappe. Lo stesso discorso vale per la maglia a pois, che indica il leader della classifica degli scalatori, ormai saldamente sulle spalle di Pogačar dal momento che per scavalcarlo Vingegaard, secondo a 13 punti, dovrebbe vincere tutti i GPM di queste ultime tappe, cosa che sinora non ha mai destato il suo interesse; chi, invece, era interessato, vale a dire il francese terzo in classifica Lenny Martinez (Bahrain – Victorious), è stato tagliato fuori da una penalizzazione rimediata nella tappa di giovedì e dall’accorciamento di quella di ieri. Tutto questo rende molto incerto l’esito della tappa odierna, che si avvicina a Parigi allontanandosi lentamente dalle Alpi, e partirà dal paese di Nantua, situato fra Lione e Ginevra, alle 12.15 circa, per arrivare dopo 184 chilometri nella cittadina di Pontarlier dopo aver lambito a lungo il confine con la Svizzera. Lungo il percorso si incontrano ben 4 GPM, di certo poco impegnativi rispetto a quelli dei giorni scorsi: dopo 25 chilometri il Col de la Croix de la Serra (12.2 km al 4.1%) di 3a categoria, dopo 46 Km la Côte de Valfin (5.6 km al 4.3%) di 4a categoria, quindi dopo 122 Km la Côte de Thésy (3.5 km al 9%) di 2a categoria e, infine, dopo 161 Km, quindi a circa 23 Km dall’arrivo, la Côte de Longeville (2.6 km al 6%) di 4a categoria.
Si parte con un tempo pessimo: piove e la bagarre parte subito, con diversi corridori che a più riprese tentano la fuga solitaria o in piccoli gruppi; di questi il più attivo sembra il forte passista norvegese Kasper Asgreen (EF Education – EasyPost) – già vincitore di tappa al Giro e al Tour – che arriva anche a guadagnare una ventina di secondi sul gruppo. Sulla prima salita Asgreen viene ripreso, né hanno miglior fortuna gli attacchi portati da altri corridori, fra i quali si ricorda almeno Tim Wellens (UAE Team Emirates – XRG), già in passato possessore della maglia a pois. Alla fine il gruppo transita quasi compatto sul primo GPM, dove a passare per primo è il francese Louis Barré (Intermarché – Wanty), che riesce a prendere un piccolo vantaggio proprio sulle ultime rampe. Dopo altri tentativi di breve durata, che vedono mettersi in luce anche il nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team), Wellens e Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) danno il via a una fuga più consistente, alla quale presto si uniscono altri corridori, fra cui i nostri Simone Velasco (XDS Astana Team), che vincerà il traguardo volante di La Chaux-du-Dombief, e Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), sino ad arrivare a 13 unità. Tra i fuggitivi va anche segnalato Jordan Jegat (Team TotalEnergies), attualmente 11esimo in classifica generale e che forse spera di scalzare l’australiano Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), trionfatore l’altro ieri, dal decimo posto. Sul secondo GPM, la Côte de Valfin, transita primo Wellens. Dopo molti chilometri durante i quali la situazione sembra stabilizzarsi, i fuggitivi arrivano ai piedi della Côte de Thésy con ormai 2 minuti e mezzo sul gruppo. A questo punto è proprio Jegat a tentare l’azione solitaria, seguito ben presto da Harry Sweeny (EF Education – EasyPost), che transita primo sul GPM. I due corridori insistono nella loro azione, mentre dal gruppo escono altri fuggitivi, ben guidati da Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), che arrivano a formare un secondo gruppetto con dentro 16 corridori, fra i quali Martinez e due tra quelli che più hanno deluso in questo Tour, Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team) e Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team). Sui saliscendi che precedono l’ultimo GPM Sweeny riesce a staccare Jegat, che viene ripreso dal primo gruppetto di fuggitivi, quello con Wellens e Jorgenson, mentre il gruppo lascia fare e cerca solo di arrivare al traguardo di Pontarlier senza che avvengano cadute, tutt’altro che improbabili col brutto tempo che continua a perseguitare i corridori. Alle spalle di Sweeny il primo gruppo di fuggitivi si fraziona presto, dividendosi in alcuni sottogruppi, ma all’inizio dell’ultimo GPM, la Côte de Longeville, tutti si ricompattano, compreso Sweeny, ma esclusi Wellens e Jorgenson, che restano in compagnia del francese Ewen Costiou (Arkéa – B&B Hotels). Più indietro il gruppo riassorbe il secondo drappello di fuggitivi, quello con Van Aert. In cima alla salita passa per primo il passista spagnolo Iván Romeo (Movistar Team): mancano 23 chilometri al traguardo ed è evidente che la fuga andrà a buon fine. I fuggitivi, che sulle ultime rampe della salita si sono nuovamente frazionati, si rimescolano ulteriormente sulla discesa, rimanendo davanti in sei. Di questi, la metà cadono ben presto sull’asfalto scivoloso, in una curva larga ma insidiosa: fra i caduti vi sono Romeo e purtroppo il nostro Velasco, che era sempre rimasto con i primi e al quale l’incidente impedirà di giocarsi la possibilità di vincere la tappa. I corridori, sotto la pioggia battente, continuano a rimescolarsi. A fine discesa, quando mancano circa 16 chilometri dall’arrivo, l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), forte velocista con molte vittorie di tappa nei grandi giri, si improvvisa passista e stacca i compagni di fuga tentando l’azione solitaria con estrema decisione. Quando alle sue spalle i fuggitivi si ricompattano i chilometri che mancano sono meno di dieci e Groves ha ormai un minuto di vantaggio, mentre il gruppo segue ad oltre 5 minuti, col decimo posto di O’Connor che appare sempre più in pericolo. Il giovane passista olandese Frank van den Broek (Team Picnic PostNL) mostra di avere più energie dei suoi compagni di fuga e tenta a sua volta l’azione solitaria all’inseguimento di Groves, sia pure senza esito. È così che, mentre la pioggia smette infine di cadere, Kaden Groves va a vincere in solitaria sul traguardo di Pontarlier. Lo segue Van den Broek a 54 secondi mentre terzo, a quasi un minuto, si piazza l’altro passista olandese Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step). Velasco si “consola” regolando allo sprint i restanti fuggitivi, fra i quali vi sono Jegat, Wellens e Jorgenson. Trentin e Costiou, che facevano parte del gruppo dei fuggitivi, arrivano staccati ma sempre molto prima del gruppo, che transita dopo 7 minuti abbondanti, oltretutto spezzato in più tronconi a causa di un’incredibile caduta, per fortuna senza conseguenze, che avviene a soli 400 metri dalla linea d’arrivo. O’Connor, oggi stranamente rinunciatario, perde quindi il decimo posto in classifica generale, mentre Milan e Pogacar vincono matematicamente la classifica a punti e quella degli scalatori. Domani passerella finale a Parigi, anche se in molti si aspettano qualche sorpresa dall’impegnativo circuito conclusivo nella zona di Montmartre.
Andrea Carta

Groves vince in solitaria a Pontarlier (foto Dario Belingheri/Getty Images)
26-07-2025
luglio 26, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
L’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella ventesima tappa, Nantua – Pontarlier, percorrendo 184.2 Km in 4h06′09″, alla media di 44.899 Km/h. Ha preceduto di 54″ l’olandese Frank van den Broek (Team Picnic PostNL) e di 59″ l’olandese Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Simone Velasco (XDS Astana Team), 4° a 1′04″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) è ancora in maglia gialla con 4′24″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 11′09″ sul tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe). Miglior italiano Velasco, 38° a 2h41′31″
TOUR DE FRANCE FEMMES
L’olandese Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) si è imposta nella prima tappa, Vannes – Plumelec, percorrendo 78.8 Km in 1h53′03″, alla media di 41.822 Km/h. Ha preceduto allo sprint la mauriziana Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) e la francese Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike) Miglior italiana Monica Trinca Colonel (Liv AlUla Jayco), 18° a 16″. La Vos è la prima maglia gialla con 4″ sulla (Le Court) Pienaar e 6″ sulla Ferrand-Prévot. Miglior italiana la Trinca Colonel, 18° a 26″.
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) si è imposto nella prima tappa, circuito di Nassogne, percorrendo 182 Km in 4h14′00″, alla media di 42.992 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Rasmus Tiller (Uno-X Mobility) e il danese Anders Foldager (Team Jayco AlUla). Miglior italiano Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 17°. Strong è il primo leader della classifica con 4″ su Tiller e 6″ su Foldager. Miglior italiano Conforti, 17° a 10″
DOOKOŁA MAZOWSZA (Polonia)
Il polacco Radosław Frątczak (Voster ATS Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Kozienice, percorrendo 166.3 Km in 3h16′48″, alla media di 50.701 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bartłomiej Proć (Run & Race – Wibatech) e lo spagnolo Álex Jaime (CT GIANT Store Assen – NWVG). Miglior italiano Kevin Bonaldo (S.C. Padovani Polo Cherry Bank), 5°. Il ceco Šimon Vaníček (ATT Investments) si impone in classifica con 13″ su Frątczak e sul tedesco Tobias Nolde (Benotti Berthold). Miglior italiano Matteo Baseggio (S.C. Padovani Polo Cherry Bank), 23° a 36″
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): NANTUA – PONTARLIER
luglio 26, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti
A 24 ore dalla conclusione parigina va in scena l’ultima tappa di trasferimento del Tour 2025. Le numerose ascese prevista dal tracciato non presentano inclinazioni tali da ispirare gli uomini di classifica, ma saranno ideali trampolini, inizialmente per dare il via alla fuga di giornata e poi per sbarazzarsi dei compagni d’avventura. Perchè, tagliati fuori dai giochi velocisti e big, oggi al 100% vedremo andare in porto la fuga da lontano
Ecco un’altra tappa che “manda ai matti” l’appassionato di ciclismo. È un sabato, l’ultimo sabato di corsa, e in questa particolare collocazione negli ultimi anni gli organizzatori del Tour ci avevano abituati a tappe impegnative: nella scorsa edizione si era disputata una frazione con arrivo in salita al Col de la Couillole, vinta in maglia gialla da Tadej Pogacar, che dodici mesi prima nell’ultimo sabato di corsa si era imposto sul traguardo di Le Markstein; nel triennio 2020-2022 alla vigilia della tappa di Parigi si era invece corsa una tappa a cronometro e nel caso di quella del 2020, terminata alla Planche des Belles Filles, era risultata determinante per la classifica finale con il ribaltone tutto sloveno tra Primoz Roglic e ancora lui, Pogacar. Ora dimenticatevi di tutto questo perchè anche questo sabato andrà in scena una tappa “inutile” ai fini della classifica e stavolta non ci sarà nemmeno il “brivido” dello sprint finale, come invece era capitato due settimane fa a Laval. Per come è stata disegnata, infatti, la tappa di Pontarlier taglierà fuori dai giochi per la vittoria i velocisti e non stuzzicherà nemmeno gli uomini di classifica, lasciando libero spazio alla fuga di giornata, le cui possibilità di andare in porto saranno quasi pari al 100%, con un vantaggio che potrebbe anche essere molto elevato: è quel che accadde nel 2021 sul traguardo della terzultima tappa a Libourne, quando si dovettero attendere ben 21 minuti dopo l’arrivo del vincitore per vedere transitare il gruppo principale; e proprio a Pontarlier, sede d’arrivo odierna, si assistette a qualcosa di simile al Tour del 2021, quando il vantaggio dei fuggitivi al traguardo superò abbondantemente la mezz’ora. Di “trampolini di lancio” la tappa ne presenterà parecchi, essendo previste complessivamente dieci salite, e probabilmente la fuga di giornata potrebbe partire lungo l’ascesa al GPM del Col de la Croix de la Serra (12.2 Km al 4.1%), che s’attaccherà a soli 13 Km dal via. La difficoltà più rilevante sarà, invece, costituita dalla Côte de Thésy, 3.5 Km al 9% che s’incontreranno poco dopo metà tappa e che avrebbero potuto ispirare anche qualche uomo di classifica se si fossero affrontati nel finale di gara, come era successo nella frazione di Salins-les-Bains del Delfinato del 2023, vinta da Jonas Vingegaard. Invece, dopo lo scollinamento per andare al traguardo si dovranno percorrere più di 60 Km, caratterizzati da un progressivo diradamento delle difficoltà altimetriche: l’ultima, soli 4 Km al 3.5% da superare a una decina di chilometri dall’arrivo, sarà probabilmente teatro delle ultime scaramucce tra i fuggitivi nel tentativo di liberarsi dei compagni d’avventura e involarsi verso la vittoria.
METEO TOUR
Nantua : pioggia debole (0.7 mm), 19°C, vento moderato da N (12-37 Km/h), umidità al 84%
Côte de Valfin (GPM – Km 45.1): pioggia debole (1.2 mm), 20°C, vento moderato da N (14-37 Km/h), umidità al 43%
Chaux-du-Dombief (Sprint – Km 72.3): pioggia debole (1.8 mm), 17°C, vento moderato da N (10-40 Km/h), umidità al 81%
Côte de Thésy (GPM – Km 121.6): pioggia debole (0.5 mm), 20°C, vento moderato da NO (8-28 Km/h), umidità al 74%
Pontarlier: pioggia debole (2.2 mm), 17°C, vento moderato da N (9-28 Km/h), umidità al 81%
GLI ORARI DEL TOUR
11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: partenza da Nantua
12.50-13.00: GPM del Col de la Croix de la Serra
13.10-13.25: GPM della Côte de Valfin
13.50-14.00: traguardo volante di Chaux-du-Dombief
14.00: inizio diretta su Rai2
14.50-15.10: GPM della Côte de Thésy
15.40-16.05: GPM della Côte de Longeville
16.10-16.35: arrivo a Pontarlier
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79713
RASSEGNA STAMPA
Italia
Ultime salite, nessuno stacca Pogacar. A La Plagne Arensman anticipa Vingegaard
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Arensmanu je uspelo, Pogačar izgubil sprint z Vingegaardom (Arensman ci è riuscito, Pogačar ha perso lo sprint contro Vingegaard)
Delo
Danimarca
Vingegaards sidste chance var ved at ende i en stor triumf (L’ultima occasione di Vingegaard stava per concludersi con un grande trionfo)
Jyllands-Posten
Francia
Ca plane pour Arensman et Pogacar (Le cose stanno migliorando per Arensman e Pogacar)
L’Équipe
Arensman pips top guns Pogacar and Vingegaard to victory on stage 19 (Arensman supera Pogacar e Vingegaard e vince la 19a tappa)
The Guardian
Spagna
Pogacar no es invencible (Pogacar non è invincibile)
AS
Portogallo
Arensman foi o herói na última etapa de montanha do Tour (Arensman è stato l’eroe dell’ultima tappa di montagna del Tour)
Público
Belgio
Thymen Arensman wint boven op La Plagne: Vingegaard en Pogacar wachten te lang na tactisch steekspel (Thymen Arensman vince in vetta alla Plagne: Vingegaard e Pogacar aspettano troppo dopo la scommessa tattica)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Schitterend: Arensman boekt 23 jaar na Boogerd ook heroïsche zege in Tour-rit naar La Plagne (Incredibile: Arensman conquista anche un’eroica vittoria nella tappa del Tour a La Plagne 23 anni dopo Boogerd)
De Telegraaf
Germania
Arensman gewinnt Bergankunft – Lipowitz festigt Platz 3 (Arensman vince la salita – Lipowitz consolida il terzo posto)
Kicker
USA
Tour de France, stage 19: Arensman wins again, Lipowitz defends podium from Onley, why did Vingegaard leave it so late? (Tour de France, tappa 19: Arensman vince ancora, Lipowitz difende il podio da Onley, perché Vingegaard si è fermato così tardi?)
The New York Times
Colombia
Tadej Pogacar humilla a sus rivales, Jonas Vingegaard no puede con él en la etapa 19 del Tour de Francia (Tadej Pogacar umilia i suoi rivali, Jonas Vingegaard non riesce a batterlo nella 19a tappa del Tour de France)
El Tiempo
Australia
Arensman wins Tour’s 19th stage as Pogacar keeps yellow (Arensman vince la 19a tappa del Tour, Pogacar mantiene la maglia gialla)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa
1° Edward Theuns
2° Jordi Meeus a 52″
3° Simone Consonni s.t.
4° Matej Mohorič a 1′21″
5° Arnau De Lie a 1′33″
Classifica generale
1° Jordi Meeus
2° Simone Consonni a 1′05″
3° Edward Theuns a 1′20″
4° Fabian Lienhard a 6′45″
5° Yevgeniy Fedorov a 8′29″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
18 LUGLIO 1985 – 19a TAPPA: PAU – BORDEAUX (203 Km)
HINAULT GIÀ PRONTO ALLA FESTA
A Bordeaux 1° Vanderaerden, tra le donne risale pure la Bonanomi
La Maglia gialla ha tenuto una conferenza-stampa, come un vincitore – Andrà, con LeMond, al Giro del Colorado

La Porte Saint Pierre di Pontarlier e l’altimetria della ventesima tappa (www.intramuros.org)