11-05-2022
maggio 11, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) si è imposto nella quinta tappa, Catania – Messina, percorrendo 174 Km in 4h’03′56″, alla media di 42.799 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e l’italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 39″ sul tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) e 58″ sull’estone Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 19° a 2′32″.
TOUR DE HUNGRIE
L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, Csákvár – Székesfehérvár, percorrendo 195 Km in 4h’34′46″, alla media di 42.61 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (INEOS Grenadiers) e il britannico Matthew Walls (BORA-hansgrohe). Kooij è il primo leader della classifica con 2″ sul belga Jens Reynders (Sport Vlaanderen – Baloise) e 4″ su Viviani
NAVARRA WOMEN’S ELITE CLASSICS (Donne)
La statunitense Veronica Ewers (EF Education-TIBCO-SVB) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Pamplona, percorrendo 124.8 Km in 3h27′52″, alla media di 36.023 Km/h. Ha preceduto di 35″ la spagnola Ane Santesteban (Team BikeExchange-Jayco) e di 58″ la connazionale Kristen Faulkner (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiana Nadia Quagliotto (BePink), 9° a 3′52″
EWAN E CAVENDISH NAUFRAGANO NELLO STRETTO, DÉMARE VINCE A MESSINA!
Prova di forza di Arnaud Démare (Groupama – FDJ) che nonostante la salita di quest’oggi, ed un primo momento di difficoltà, riesce, scortato dalla squadra, a tornare in gruppo ed essere così della volata di Messina in cui sul traguardo siciliano alza le braccia al cielo, deve accontentarsi della seconda posizione Fernando Gaviria, terzo Giacomo Nizzolo (Israel – Premier Tech).
Da Catania a Messina la corsa rosa muove i girini per il secondo giorno in terra siciliana, frazione con la salita Portella Mandrazzi posta a metà percorso che può tagliare fuori dalla lotta alla volata i velocisti più puri. Si parte e la velocità è subito altissima, ci vuole un po’ prima che la fuga di giornata prenda il largo. A centrarla sono: Jaakko Hänninen (AG2R Citroën Team), Alessandro Tonelli ( Bardiani-CSF-Faizanè), Mattia Bais (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa). Tutti uomini lontani dalla maglia rosa Juan Pedro Lopez con la Trek-Segafredo che quindi lascia fare. Dopo 20 Km di gara il vantaggio dei battistrada sfiora i 5’. In testa il primo traguardo volante è vinto da Tagliani su Hanninen, del gruppo transita per primo Biniam Girmay andando così a prendersi i pochi punti rimasti. All’imbocco dell’unica salita odierna il vantaggio dei fuggitivi è di 3’:30”. Subito dopo il primi chilometri della lunga ascesa, seppur con pendenze docili, avviene in gruppo un cambio di ritmo. Gli uomini dell’Alpecin – Fenix a sorpresa si portano in testa a fare l’andatura. L’intenzione è chiara, tagliare fuori quanti più velocisti possibili per disputare la volata forse proprio con Van der Poel. A dar man forte a questa azione subentrano anche le squadre Intermarché – Wanty – Gobert e Israel – Premier Tech rispettivamnte per Biniam Girmay e Giacomo Nizzolo. L’azione inizia a dare i suoi frutti, il primo a staccarsi è Caleb Ewan (Lotto Soudal), stessa sorte poco dopo a Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl), l’ultimo a cedere è Arnaud Démare (Groupama-FDJ). Al GPM questi i distacchi dei tre gruppetti con i velocisti attardati: Démare scollina con un ritardo di circa due minuti, Cavendish con oltre tre minuti 3’35”) ed Ewan addirittura con oltre sei minuti. Il vantaggio dei fuggitivi intanto è ormai di soli 50”. Alla fine della discesa la fuga conserva soltanto 10” per essere ripresa subito dopo da un gruppo indiavolato tirato sempre dell’Alpecin – Fenix. E’ la fase più delicata della corsa per capire, tolto Caleb Ewan, se Cavendish e Demare con i rispettivi compagni di squadra possano rientrare. I due gruppetti dietro qualcosa riescono a rosicchiare, i Quick-Step Alpha Vinyl si avvicinano fino a 1’:20” dalla coda del gruppo, mentre quelli della Groupama – FDJ vanno ben sotto il minuto a 35”. Prima del secondo traguardo volante si spegne l’inseguimento di Mark Cavendish completamente svuotato di energie il britannico alza bandiera bianca. Gli uomini del campione francese, invece, riescono a riacciuffare il gruppo e far risalire la testa del gruppo a Demare.Il traguardo volante è vinto da Ben Swift (Ineos Grenadiers), su Joao Almeida e Diego Ulissi, (UAE – Team Emirates). Davanti a fare velocità si porta addirittura la (Groupama – FDJ), a testimonianza dell’ottimo stato di forma di Arnaud Démare. La strad lungo la costa non nasconde insidie, il vento è troppo debole per creare ventagli, si aspetta a questo punto solo la volata. Davanti si alternano le squadre dei velocisti rimasti in particolare fanno capolino i treni di Cofidis, Israel – Premier Tech, Intermarché – Wanty – Gobert, Trek – Segafredo e Team DSM. Ai meno 2 Km è la Cofidis a guadagnarsi la testa del gruppo ma a spuntare dall’ultima curva immettendosi in testa nel rettilineo di arrivo sono, ancora, i Groupama – FDJ, quest’oggi monumentali nonostante l’assenza in testa di Jacopo Guarnieri. A fare da ultimo uomo a Démare è Ramon Sinkeldam che lo porta al riparo dal vento fin verso i 200 m, ad affiancare il francese ci provano Fernando Gaviria e Giacomo Nizzolo poco più dietro Biniam Girmay e Phil Bauhaus ma nessuno riesce a sopravanzare il francese che, una volta uscito dalla ruota del compagno, accelera è batte nettamente Gaviria e Nizzolo. In classifica generale non cambia nulla, domani altra tappa nervosa, si lascia la Sicilia e si parte dalla Calabria, da Palmi a Scalea per un altro possibile arrivo in volata in cui i velocisti sconfitti oggi possono rifarsi. Merita una annotazione a parte l’annuncio, a fine tappa, di Vincenzo Nibali con cui a fine stagione lascia il ciclismo. A Vincenzo va la nostra ammirazione per tutto quanto di meraviglioso ha regalato a questo sport.
Antonio Scarfone

Arnaud Démare esulta a Messina (Foto di: Getty Images)
UN’ATTUALISSIMA REPLICA DI VENT’ANNI FA
È già stata disputata in passato la quinta tappa del Giro 2022. Correva l’anno 1999 e si viaggiava, allora come oggi, da Catania alla volta di Messina dove tutti attendevano lo sprint in maglia rosa di Mario Cipollini. Ma quel giorno “Supermario” fu disarcionato dal vento e anche oggi tutti dovranno tenere la massima attenzione nell’affrontare il tratto disegnato lungo le coste tirreniche che si percorrerà nel finale.
Capita di rado che una tappa di un grande giro sia riproposta tale e quale mamma l’ha fatta. A Tour e Vuelta non è mai successo, mentre i precedenti al Giro si contano sulle dita di una mano e sempre si è trattato di riproposizioni di tappe storiche e fondamentali ai fini della classifica, per la precisione della mitica Cuneo-Pinerolo (1949, 1964 e 1982) e della crono Soave – Verona, proposta come tappa conclusiva della Corsa Rosa nel 1981 e nel 1984, quando ci fu il clamoroso ribaltone di Moser ai danni di Fignon. Finora, però, non era successo che fosse replicata una tappa interlocutoria, di quelle destinate ai velocisti, una “lacuna” che sarà colmata l’11 maggio quando i corridori affronteranno i 172 km che da Catania conducono a Messina ripercorrendo fedelmente rotte che già sono state solcate il 17 maggio del 1999, quando la terza tappa della Corsa Rosa terminò con il successo allo sprint dell’olandese Jeroen Blijlevens, che precedette il ceco Ján Svorada e l’italiano Massimo Strazzer. I “girini” del 2022 faranno bene ad andare a recuperare cronache e filmati di quella frazione e segnarsi in rosso il lungo tratto pianeggiante finale, che inizierà a una settantina di chilometri dal traguardo, una volta terminata la discesa dalla Portella Mandrazzi. La salita a quest’ultima è pedalabile e non farà paura agli sprinter, essendo anche stata affrontata senza problemi per i velocisti nel finale della tappa di Villafranca Tirrena del Giro del 2020, conquistata dal francese Arnaud Démare. I veri problemi in questa giornata arriveranno dal vento, che spesso sferza con decisione la costa tirrenica della Sicilia che da Milazzo punta verso lo Stretto di Messina e che proprio dalle parti di Villafranca nel 1999 provocò una caduta che tolse di mezzo il favorito per la vittoria quel giorno, il toscano Mario Cipollini, che indossava la maglia rosa alla partenza da Catania e che a causa dei postumi immediati per quel giorno si vide escluso dai giochi per la vittoria, fortunatamente senza riportar danni (e, infatti, riuscirà a proseguire quel Giro e si ritirerà solo alla 18a tappa dopo aver messo in cascina quattro vittorie di tappa).
Lasciata Catania i corridori punteranno subito verso nord, transitando pochi chilometri dopo la partenza da Aci Trezza, che non è soltanto la patria letterale dei Malavoglia ma anche il paese natale di Francesco Procopio dei Coltelli, il cuoco che ha inventato gelato e granita, delizie che qui si possono gustare ammirando dalla spiaggia l’arcipelago delle Isole dei Ciclopi, scogli d’origine vulcanica che la tradizione vuole scagliati in mare da Polifemo, infuriato dopo esser stato accecato da Ulisse. Una dolce salita introdurrà il gruppo nel cuore d’Acireale, conosciuta per i suoi monumenti barocchi, scenografica quinta alle sfilate del più celebre carnevale di Sicilia, qui documentato fino al 1594 e i cui spettacoli si svolgono in Piazza del Duomo, al cospetto della cattedrale e della basilica dei Santi Pietro e Paolo. Tornati in pianura si “veleggerà” verso Giardini-Naxos, località balneare sorta presso l’area archeologica dell’antica Nasso e dal cui porto riprese il viaggio dei Mille verso la Calabria dopo le giornate siciliane della storica spedizione. Lasciata la costa ionica il percorso virerà verso l’interno per risalire dolcemente la valle dell’Alcantara, meta turistica gettonata per le gole nelle quali s’insinua l’omonimo fiume, larghe da un massimo di 5 a un minimo di 2 metri, luogo recentemente scelto per mettere in scena rappresentazioni teatrali ispirate alla Divina Commedia e all’Odissea. Probabile vento a parte non sarà certo un’odissea il viaggio odierno del gruppo, che tra poco si accingerà ad affrontare la parte più impegnativa della tappa, la salita ai 1125 metri della Portella Mandrazzi, quasi 20 Km al 4% per raggiungere il passo che rappresenta l’anello di congiunzione tra le catene montuose dei Nebrodi e dei Peloritani e che i “girini” toccheranno dopo aver attraversato uno dei sette “Villaggi Schisina”, oggi in abbandono, costruiti nel 1950 per dare alloggio ai contadini che la regione aveva incaricato di coltivare le terre circostanti. Con una discesa ancora più lunga rispetto alla salita appena superata, si planerà in direzione della costa tirrenica transitando ai piedi della Rocca Salvatesta, una delle cime più elevate dei Peloritani, poco prima di giungere nel centro di Novara di Sicilia, inserito nel circuito dei “borghi più belli d’Italia”. All’inizio del tratto pianeggiante conclusivo la corsa toccherà la località termale di Vigliatore, frequentata per scopi curativi fin dall’epoca romana (periodo al quale risale la Villa di San Biagio, rinvenuta negli anni 50 del secolo scorso). Successiva meta del plotone sarà la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto, il centro più popoloso della provincia di Messina dopo il capoluogo, dotata di numerosi edifici di culto come la Basilica minore di San Sebastiano, inaugurata nel 1936, e l’antichissima chiesa rupestre di Santa Venera. Il mare i corridori torneranno ad avvicinarlo fisicamente a una quarantina di chilometri dall’arrivo, poco prima del passaggio da Villafranca Tirrena, dopo la quale l’altimetria proporrà un paio di lievi saliscendi. Lasciatisi alle spalle questo poco tormentato tratto, si ritroverà definitivamente la pianura alle porte di Capo Peloro, l’estremità nordorientale della Sicilia e luogo dove le acque del Tirreno s’incontrano con quelle dello Stretto dando vita alle forti correnti che gli antichi ritenevano fosse causate da Cariddi, mostro marino simile a una lampreda pronta a trascinare con sé i malcapitati naviganti di passaggio. Rimarranno saldamente sulla terraferma i “girini” che a questo punto effettueranno il giro di boa che li riporterà verso sud, andando a fiancheggiare le placide acque dei due laghetti costieri di Ganzirri, antiche paludi nel quale i pescatori locali vanno a “caccia” di gustose vongole chiamate “cocciule”. L’inferno di Cariddi è alle spalle e ora il gruppo si troverà ad attraversare un vero e proprio “eden”, almeno dal punto di vista toponomastico perché nel volgere di pochi chilometri si attraverseranno tre frazioni messinesi i cui nomi invogliano alla sosta, Pace, Contemplazione e Paradiso. Ma il traguardo è oramai è alle porte e sta nuovamente per scatenarsi un’infernale ridda, quella tipica dei frenetici istanti che precedono uno sprint…
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Portella Mandrazzi (1125 metri). Valicata dalla SS 185 “di Sella Mandrazzi” tra Francavilla di Sicilia e Novara di Sicilia, separa la catena dei Monti Peloritani da quella dei Nebrodi. In quattro precedenti occasioni è stata GPM al Giro d’Italia: nel 1954 fu conquistata da Giuseppe “Pipaza” Minardi (tappa Palermo – Taormina, vinta dal medesimo corridore), nel 1999 da Mariano Piccoli (la tappa Catania – Messina citata nell’articolo), nel 2003 dal colombiano Freddy González (Messina – Catania) vinta da Alessandro Petacchi e nel 2020 durante l’altra tappa menzionata nell’articolo, quella di Villafranca Tirrena, ha transitarvi in testa fu l’elvetico Simon Pellaud.
Portella Pertusa (974 metri). Valicata dalla SS 185 “di Sella Mandrazzi” nel corso della discesa dalla Portella Mandrazzi a Novara di Sicilia, all’altezza del bivio per Fondachelli.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Vista aerea su Capo Peloro e l’altimetria della quinta tappa (wikipedia)
CIAK SI GIRO
La rappresentazione teatrale della Divina Commedia del 2008 non è stata il debutto “infernale” della Gola dell’Alcantara, che aveva rivestito per la prima volta i panni degli inferi nel 1966, quando Ettore Scola la scelse per girarvi le scene iniziali de “L’arcidiavolo”, film nel quale Belzebù decide di mandare sulla terra il diavolo Belfagor – interpretato da Vittorio Gassman – nel tentativo di minare la pace che era stata stretta in Italia tra il papa e Lorenzo de’ Medici. Si trattava, in realtà, della seconda volta sul grande schermo delle suggestive gole, che nel 1962 erano state immortalate in un colossal firmato dal regista americano Richard Fleischer e ispirato alle vicende di Barabba (impersonato da Antony Quinn), il criminale menzionato dai vangeli la cui scarcerazione fu sottoposta in “ballottaggio” con quella di Gesù. Le spettacolari gole siciliane saranno così scoperte dal cinema, che vi si terrà però lontano per parecchi anni e per la precisione fino al 1983, quando Giacomo Battiato vi si recherà per alcune delle riprese de “I paladini: storia d’armi e d’amori”, film ispirato in parte all’Orlando Furioso dell’Ariosto e nel quale recitò un ancora sconosciuto Ron Moss, l’attore statunitense che a partire dal 1987 diventerà celebre interpretando il ruolo di Ridge nella soap opera “Beautiful”. Due anni più tardi Mariano Laurenti, recentemente scomparso, vi porterà il popolare attore e cantante napoletano Nino D’Angelo, qui in azione in “Popcorn e patatine”, mentre l’ultimo film che permette di ammirarle è “Il racconto dei racconti – Tale of Tales” di Matteo Garrone, uscito nel 2015.

Scena de "L'arcidiavolo" girata nelle grotte dell'Alcantara (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location dei film sopra citati (eccetto “I paladini: storia d’armi e d’amori”)
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/barabba/50016353
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/l-arcidiavolo/50006131
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/popcorn-e-patatine/50013064
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-racconto-dei-racconti-tale-of-tales/50035750
FOTOGALLERY
Aci Trezza, Isole dei Ciclopi
Acireale, Piazza del Duomo
La spiaggia di Giardini-Naxos e le colline sullo sfondo in un’insolita veste invernale
Uno scorcio di Novara di Sicilia
Barcellona Pozzo di Gotto, chiesa rupestre di Santa Venera
Il lungomare di Villafranca Tirrena
La spiaggia di Capo Peloro
Il più grande tra i due laghi di Ganzirri
Messina, statua della Madonna della Lettera
10-05-2022
maggio 10, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) si è imposto nella quarta tappa, Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza), percorrendo 172 Km in 4h32′11″, alla media di 37.916 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) e di 34″ l’estone Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 13° a 2′37″. López è la nuova maglia rosa con 39″ su Kämna e 58″ su Taaramäe. Miglior italiano Ciccone, 19° a 2′32″.
EMAKUMEEN NAFARROAKO WOMEN’S ELITE CLASSIC (Donne)
L’australiana Sarah Gigante (Movistar Team) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Irurzun, percorrendo 137.6 Km in 4h05′26″, alla media di 33.638 Km/h. Ha preceduto di 2′31″ la statunitense Veronica Ewers (EF Education-TIBCO-SVB) e la colombiana Paula Andrea Patiño (Movistar Team). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 14° a 7′13″
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DELL’ETNA
maggio 10, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Giro d’Italia: Kämna trionfa sull’Etna, Juan Pedro Lopez in rosa. Staccati Nibali e Dumoulin
Gazzetta dello Sport
Ungheria
A Giro új magyar sztorija: Fetter Eriket is láthattuk az élen
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Kamna wins on Mount Etna as Lopez becomes new leader
The Daily Telegraph
FRANCIA
Kämna dompte l’Etna, JP Lopez en rose
L’Équipe
SPAGNA
Juanpe López se viste de rosa
AS
PORTOGALLO
Kämna levou a etapa do Giro, López a camisola rosa
Público
BELGIO
Vluchter Lennard Kämna baas op de Etna, Vansevenant mist kans op roze trui
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Van der Poel verliest leiderstrui in Giro aan López
De Telegraaf
GERMANIA
Coup auf dem Ätna: Kämna holt Tagessieg
Kicker
COLOMBIA
Lennard Kämna se queda con la cuarta etapa – Miguel Ángel López, resignado: ‘Así es la vida y el ciclismo’
El Tiempo
ECUADOR
Carapaz salva el Etna y sube en la general; Juan Pedro López nuevo líder del Giro
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Fuoco nel fuoco (Eros Ramazzotti)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Catania : cielo sereno, 23.3°C, vento moderato da ENE (12 km/h), umidità al 53%
Francavilla di Sicilia – Traguardo Volante (55.7 Km): cielo sereno, 22.1°C, vento moderato da N (13-16 km/h), umidità al 49%
Novara di Sicilia (85.6 Km): cielo sereno, 21.1°C, vento moderato da NNE (13-17 km/h), umidità al 47%
Villafranca Tirrena – Traguardo Volante (136.7 Km): cielo sereno, 19°C, vento moderato da NNW (10-13 km/h), umidità al 75%
Messina: poco nuvoloso, 23°C, vento debole da N (6 km/h), umidità al 56%
GLI ORARI DEL GIRO
Segnaliamo che la tappa si disputerà con un’anticipo di un’ora rispetto ai tradizionali orari a causa del successivo trasferimento dei corridori in traghetto verso la Calabria
10.45: inizio diretta su RaiSport
11.20: inizio diretta su Eurosport 1
11.45: partenza da Catania
13.00-13.05: traguardo volante di Francavilla di Sicilia
13.45-14.00: GPM di Portella Mandrazzi
14.00: inizio diretta su Rai2
15.00-15.20: traguardo volante di Villafranca Tirrena
15.50-16.15: arrivo a Messina
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “Tappa da assaporare a narici spalancate”
Intervistato durante la diretta: “Questa sterrata ampiamente dettagliata”
Genovesi: “Landa è un tifo per chi ama la sofferenza”
Saligari: “Cavenghis” (Cavendish)
Alessandro Bonforte (geologo): “L’Etna si è concentrato nella parte sommitale”
Pancani: “Il gruppo ha portato il ritardo sotto i 6 minuti, 9′50″ adesso”
Fabretti: “Malanno ad una coscia sinistra”
Pancani: “Ineos Granadiers” (Grenadiers)
Saligari: “Sono rimasti pochi il gruppo Carapaz”
Borgato: “Questo aiuta molto nel morale dell’inseguimento”
Petacchi: “È il primo Contador in rosa dopo Contador”
Fabretti: “151a edizione del Giro d’Italia” (105a edizione)
Fabretti: “Il successo della soddisfazione”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della quarta tappa, Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
1° Pieter Serry
2° Mark Cavendish s.t.
3° Michael Mørkøv s.t.
4° Bert Van Lerberghe s.t.
5° Caleb Ewan a 3′54″
Miglior italiano Alberto Dainese, 10° a 5′56″
Classifica generale
1° Clément Davy
2° Pieter Serry a 41″
3° Bert Van Lerberghe a 1′01″
4° Michael Mørkøv a 1′10″
5° Mark Cavendish a 1′14″
Miglior italiano Filippo Tagliani, 8° a 5′27″
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
4a TAPPA: MONTECATINI TERME – CITTÀ DELLA DOMENICA (Perugia) (248 Km) – 22 MAGGIO 1962
BAILETTI GIUNGE SOLO A PERUGIA DOPO UNA FUGA DI OLTRE 100 KM
Un solo episodio di rilievo nella quarta tappa del Giro d’Italia
La corsa, piuttosto monotona, è stata ravvivata soltanto dalla coraggiosa iniziativa del vincitore Zancanaro e Balmamion al secondo e al terzo posto con oltre quattro minuti di ritardo – Oggi si svolge la Perugia-Rieti con la scalata del Terminillo (metri 1901) che sarà compiuta nei due sensi

La rotonda sul mare di Avola colorata di rosa in occasione del Giro d'Italia (www.gazzetta.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
UN LOPEZ IN ROSA, L’ALTRO SI RITIRA
Lennard Kemna vince la tappa con una azione saggia e dosata, Juan Pedro Lopez va a prendersi la rosa con il cuore. Tra i big non ci sono scatti, ma il ritmo fa vittime illustri, come Tom Dumoulin. Miguel Angel Lopez sale in ammiraglia già nei primi chilometri.
I pronostici davano l’arrivo dei big in un gruppetto di circa 20 corridori ed in questo senso, essi sono stati rispettati. La salita finale era molto lunga, ma presentava pendenze abbastanza regolari con la sola eccezione di quei 2 o 3 km a metà salita in cui le pendenze superavano il 10%. Per il resto, le pendenze sempre intorno al 6% ed il vento incontrato dopo la zona boschiva hanno reso difficili gli attacchi e indotto i big a impostare un ritmo per tentare di fare selezione da dietro.
Tuttavia, non si può certo dire che in questa tappa non ci siano state sorprese.
La prima è arrivata per gli appassionati già nei primi chilometri come un fulmine a ciel sereno: ritiro per il capitano dell’Astana Miguel Angel Lopez. Il ds, intervistato nel corso della tappa, ha riferito di un problema muscolare accusato dal colombiano sin dalla partenza della corsa rosa. Il corridore ha tentato di stringere i denti nella speranza di superare il problema, ma oggi ha dovuto alzare bandiera bianca e l’Astana perde così il proprio capitano.
Anche la seconda punta, rappresentata da Vincenzo Nibali, ha dimostrato di non poter competere per la classifica generale tuttavia il siciliano, libero da ordini di scuderia, potrebbe tentare una fuga per una vittoria di tappa.
Anche in casa Jumbo c’è poco da sorridere, visto che il leader designato Tom Dumoulin si è staccato quando mancavano ancora molti chilometri alla conclusione ed è giunto sul traguardo con un distacco di 9 minuti dal vincitore (e quindi circa 6 minuti e mezzo dopo l’arrivo del gruppo dei migliori). Il capitano della formazione olandese ha poi riferito ai microfoni di essere amareggiato per il distacco, poiché le sensazioni non erano così negative.
Va detto, però, che la Jumbo non ha voluto schierare al giro una seconda opzione, come poteva essere il danese Jonas Vingegaard, visto che comunque Dumoulin arrivava da un periodo piuttosto lungo di inattività.
Simon Yates (Team BikeExchange – Jayco), caduto nella prima parte della frazione, non è sembrato pimpante come nella cronometro, ha corso per molti chilometri nella parte finale del gruppo e nel finale è sembrato un po’ provato dal forte ritmo imposto da Richie Porte (INEOS Grenadiers).
Chi è sembrato piuttosto in forma è stato Richard Carapaz (INEOS Grenadiers), che non solo ha fatto imporre ai suoi uomini il ritmo con il quale ha ridotto il gruppo a circa 20 unità, ma è anche andato a sprintare, regolando il drappello anche se non è riuscito a fare il buco.
In conclusione, da questa tappa, come ci si aspettava, non sono uscite chiare indicazioni in termini di classifica generale, se non la classica indicazione di chi il giro non potrà vincerlo come Dumoulin. Le prime vere sentenze arriveranno con ogni probabilità sul Blockhaus, una salita durissima che non ha nulla da invidiare alla più dure ascese previste nella terza settimana.
Per quel che riguarda la cronaca della corsa sono stati necessari circa venti chilometri di scatti e controscatti perché si formasse in più fasi una fuga di 13 uomini, inizialmente composta da Rein Taaramae (Intermarché-Wanty-Gobert), Mauri Vansevenant (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Lennard Kämna (BORA Hansgrohe), Gijs Leemreize (Jumbo-Visma), Valerio Conti (Astana Qazaqstan Team), Davide Villella (Cofidis), Juan Pedro López (Trek – Segafredo), Stefano Oldani (AFC), Rémy Rochas (COF), Alexander Cataford (IPT), Diego Andrés Camargo (EFE) ed Erik Fetter (EOK). Lilian Calmejane (Ag2r Citroën) è stato l’ultimo a riuscire faticosamente a riportarsi sui battistrada, mentre ha dovuto desistere Simone Ravanelli (Drone Hopper – Androni), rimasto a lungo a bagnomaria.
Il gruppo, a questo punto, lascia fare e concede un vantaggio che arriva a superare gli undici minuti prima di iniziare lentamente a recuperare grazie all’azione degli uomini Ineos, che comunque non è tale da far pensare all’intenzione di chiudere sulla fuga.
Il primo a partire sulla salita è Oldani che guadagna circa un minuto sul gruppo inseguitore che, dopo diversi allunghi ed accelerazioni, si riduce a 6 unità (Vansevenant, Lopez, Taarame, Kamna, Leemreize e Moniquet), mentre la maglia rosa perde contatto dal gruppo dei migliori.
A 11 Km dall’arrivo parte Juan Pedro Lopez, che in breve raggiunge e stacca Oldani, mentre in gruppo perde contatto Dumoulin quando mancano ancora molti chilometri all’arrivo per sperare di poter limitare i danni, che saranno in effetti ingenti.
Tra gli inseguitori di Lopez riesce ad evadere Kemna che, con un ritmo regolare ma elevato, va a riprendere Lopez, il quale procede a scatti con un rapporto molto agile.
I due si parlano e appare subito chiaro che stiano discutendo i termini del “gentleman agreement”: ad uno la tappa, all’altro la maglia rosa. I due procedono quindi in coppia fino al traguardo, che regala ad entrambi una grande soddisfazione, mentre Taaramae – che sembrava in difficoltà – riesce a piazzarsi in terza posizione.
Tra i big, rimasti circa in venti a causa del forte ritmo imposto dagli Ineos, è Carapaz che va a sprintare sull’arrivo, senza riuscire a creare il buco e quando gli abbuoni erano ormai andati ad altri.
Yates e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) sono sembrati un po’ provati dal ritmo, ma sono comunque riusciti a rimanere a ruota dei migliori.
Come ci si aspettava da questa tappa quel che è uscito è il primo nome di chi non potrà vincere il giro e il forte ridimensionamento di squadre come Astana e Jumbo.
Se appare evidente che la seconda ha deciso di puntare tutto sul Tour de France, la prima aveva invece schierato il proprio uomo più rappresentativo ai nastri di partenza del Giro.
Va detto che Lopez ha dimostrato gravi limiti a livello mentale, sia quando nel 2019 prese a pugni uno spettatore che lo aveva fatto cadere lungo la salita di Monte Avena, sia lo scorso anno alla Vuelta quando, con il podio in pugno, rimase attardato nella penultima tappa e si ritirò in preda ad una crisi di nervi.
Dopo queste prime scarse indicazioni occorrerà probabilmente aspettare il Blockhaus per avere segnali significativi, ma attenzione alla tappa con arrivo a Potenza, sia perché presenta un dislivello importante, sia perché prevede l’ascesa inedita verso la Montagna Grande di Viggiano, che presenta 6 Km di ascesa al 9% di pendenza e molti tratti in doppia cifra. Si scollina a 60 Km dall’arrivo, ma questi 60 km sono tutt’altro che banali, quindi attenzione ai trabocchetti. Del resto chi dovesse rimanere attardato su quelle arcigne pendenze rischierà di naufragare definitivamente.
Benedetto Ciccarone

La vittoria di Kamna sull'Etna (foto Getty Images)
È SEMPRE PIÙ AMORE ETNA, CRONACA ROSA DELLA CORSA ROSA
Il Giro sbarca in Sicilia e trova nuovamente l’Etna ad attenderlo. È dal 2011 che l’ascesa al vulcano è una presenza fissa ogni qualvolta la Corsa Rosa fa scalo nell’isola e stavolta si andrà alla scoperta di un versante finora ancora inesplorato, almeno in parte. I 26 Km che da Biancavilla porterà fino al Rifugio Sapienza daranno un nuovo volto alla classifica generale, anche se il recente passato ci insegna che una salita del genere affrontata così presto spesso fa meno danni del previsto, complici energie ancora fresche e un certo interesse a non ammazzare subito la corsa, con il rischio di cadere vittima di se stessi.
Possiamo scriverlo a caratteri cubitali, è nato un AMORE vero e proprio, degno delle pagine tra cronaca rosa, tra l’Etna e il Giro d’Italia. Come due amanti che non possono far a meno l’uno dell’altro, dal 2011 ogni qual volta il Giro scende in Sicilia l’Etna è inserito nel percorso e nell’ultimo decennio è già successo quattro volte, sempre proponendo l’ascesa al vulcano da un versante diverso, così da non far stancare gli spettatori della corsa con le “solite repliche” e non far abituare troppo i corridori delle pendenze del vulcano. Così nel 2011 si è saliti dal versante più tradizionale, quello di Nicolosi che era stato affrontato anche nel 1967 e nel 1989, poi nel 2017 si è percorsa la strada del “Salto del Cane”, nel 2018 si è arrivati fino all’osservatorio astrofisico salendo da Ragalna e nel 2020 si è iniziata l’ascesa da Linguaglossa, quando s’è scelto di far terminare la tappa a Piano Provenzana. Al momento rimangono ancora due versanti da “esplorare” e, se per quello di Zafferana Etnea – il più impegnativo, a sentire i cicloamatori locali – bisognerà attendere ancora, quest’anno si andrà alla scoperta di quello di Biancavilla, un vero e proprio “collage” perché la salita si comporrà di un tratto iniziale inedito e recentemente intitolato a Marco Pantani, del tratto conclusivo del versante di Ragalna e di un breve tratto di raccordo con quello classico di Nicolosi, del quale si percorreranno gli ultimi 3 Km. Il tutto andrà a comporre una salita monstre di quasi 23 Km, caratterizzata da una pendenza media del 6%… ma niente paura perché gli arrivi sulle pendici del Mongibello nel 2017 e nel 2018 hanno provocato una selezione piuttosto contenuta, sia perché proposti – proprio come accadrà quest’anno – nei giorni iniziali della corsa, quando le energie sono ancora fresche, sia perché anche gli scalatori più incalliti non avranno certo la voglia di sprecare molte energie così presto, considerato che il resto del tracciato è molto impegnativo. Di certo qualche grosso nome tra i big al via potrebbe saltare, soprattutto se ci si è schierati ai nastri di partenza con una condizione non ancora ottimale o si è esagerato nelle brevi corse a tappe di preparazione che si sono succedute in calendario ad aprile.
Dopo il lungo trasferimento aereo dall’Ungheria il gruppo si radunerà per il via oggi in quel di Avola, cittadina della costa ionica famosa per il suo “Nero”, vino noto per la sua elevata gradazione alcolica e che ben conosce un avolese DOC come Paolo Tiralongo, l’ex corridore che è stato in gruppo per ben 17 anni e nella sua lunga carriera ha conquistato tre vittorie di tappa al Giro, a Macugnaga nel 2011, a Rocca di Cambio nel 2012 e a San Giorgio del Sannio nel 2015.
I primi 6 Km pianeggianti rappresenteranno l’estremo lembo meridionale del percorso del Giro 2022, la cui risalita inizierà dopo il passaggio da Noto, l’incantevole capitale del barocco siciliano che dal 2009 si è arricchita ulteriormente grazie agli affreschi realizzati dal pittore russo Oleg Supereko sulla ricostruita cupola della cattedrale, crollata nel 1996 quale conseguenza indiretta del terremoto che l’aveva colpita sei anni prima. All’uscita da Noto il gruppo andrà ad affrontare la prima di una serie di dolci salite che movimenteranno i primi 70 Km di gara, nel corso dei quali si andrà ad attraversare la catena dei Monti Iblei. Per prima si supererà quella di 6.7 Km al 4.1% che condurrà a San Corrado di Fuori, località cara ai netini per il santuario costruito presso l’eremo nel quale visse il patrono della città, San Corrado Confalonieri (1290 – 1351),, penitente originario dell’Emilia che, dopo la conversione, pellegrinò attraverso l’Italia fino a giungere a Noto. Di strada ne dovranno percorrere ancora tanta anche i “girini”, che intraprenderanno ora un altalenante tratto in quota che li porterà a sfiorare prima l’estremità occidentale della Cavagrande del Cassibile, caratterizzata da una suggestiva serie di laghetti collegati da cascate, e poi il centro di Palazzo Acreide, le cui chiese barocche di San Sebastiano e di San Paolo le hanno valso l’inserimento nella lista dei centri della Val di Noto protetti sin dal 2002 dall’UNESCO. Subito dopo il passaggio da Palazzolo inizierà la più consistente tra le salite iniziali (più per la sua lunghezza che per la sua pendenza, una dozzina di chilometri al 3.4%), percorrendo la veloce superstrada che evita il passaggio nei centri di Buscemi – presso il quale si trovano i ruderi del Castello Requisenz – e Buccheri, raggiungendo quindi il punto più alto di questa porzione del tracciato poco sotto la vetta del Monte Lauro (987 metri), antico vulcano sottomarino che rappresenta la massima elevazione degli Iblei e la cui vetta è oggi popolata da una selva di ripetitori. Nel corso della discesa che riporterà il gruppo in pianura si andrà infine a toccare Vizzini, il centro del quale è originaria la famiglia dello scrittore Giovanni Verga (secondo alcuni studiosi sarebbe anche la sua città natale, invece di quella “ufficiale” di Catania), che vi ambientò diverse sue novelle, come “Mastro Don Gesualdo” e “La Lupa”.
Sfiorata Francofonte terminerà la mossa fase introduttiva di questa frazione e inizierà una successiva fase di quiete che si protrarrà sin ai piedi dell’Etna, circa 45 Km di pianura che si snoderanno attraverso le terre di produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia, agrume IGP al quale nel 2002 la Gazzetta dello Sport pensò di dedicare una corsa in linea, per l’appunto il “Trofeo Arancia Rossa”, inserito in calendario per prendere il posto del cancellato Giro della Provincia di Siracusa e del quale si riuscì a disputare una sola edizione. A vincerla fu l’attuale direttore sportivo dell’UAE Team Emirates Fabio Baldato, che precedette allo sprint Mario Manzoni e l’ucraino Mychajlo Chalilov sul traguardo fissato nel centro di Scordia, il prossimo comune che sarà attraversato dai “girini” nella marcia di avvicinamento al gran finale. A mettere la parola fine a questa fase sarà il passaggio sul Ponte Barca, così chiamato perché un tempo per superare il corso del Simeto, il principale fiume della regione per portata, era necessario trasbordare su imbarcazioni, che facevano la spola nella zona dove oggi è istituita un’oasi naturalistica abitata da 70 specie di uccelli migratori, con l’unica eccezione dello stanziale pollo sultano, che dopo molti anni d’assenza è tornato a nidificare in questo luogo negli anni ’70.
Mancheranno a questo punto poco più di 40 Km al traguardo, tutti da percorrere in salita, anche se quella ufficiale misurerà, come detto, 23 Km. Prima dovrà essere superato un tratto che potremmo definire di acclimatazione di circa 15 Km, nel corso del quale già si dovranno colmare quasi 600 metri di dislivello, incontrando una pendenza media del 4.3% nei 5 Km centrali, a loro volta preceduti da 1.7 Km al 4.7% che termineranno alle porte di Paternò, centro che offre ai turisti parecchi edifici d’interesse artistico, a partire dal Castello Normanno dalla cui terrazza la vista va ad abbracciare la Piana di Catania. Un momentaneo momento di tregua precederà l’ingresso in Biancavilla, dal quale si andrà ancora una volta alla scoperta di una faccia inedita dell’Etna, pronta ad arroventare la corsa e incenerire le rosee speranze dei big meno in palla del momento.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo del Ladro (496 metri). Valicato dalla Strada Statale 287 “di Noto” tra lo svincolo per Canicattini Bagni e Palazzolo Acreide
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

L’Etna in attività e l’altimetria della quarta tappa (www.siciliatouring.it)
CIAK SI GIRO
Giovanni Verga è stato una fonte d’ispirazione per diversi registi, che hanno trasportato su pellicola alcune delle più celebri novelle firmate dal padre del Verismo. Così Luchino Visconti nel 1948 girò “La terra trema” ispirandosi ai “Malavoglia”, Carlo Lizzani nel 1969 portò sul grande schermo “L’amante di Gramigna”, mentre due sono le opere verghiane che stuzzicarono l’indimenticato Franco Zeffirelli (“Cavalleria rusticana” nel 1982 e “Storia di una capinera” nel 1993). Inevitabile fu anche scegliere location siciliane per mettere in scena questi film e in alcuni casi si optò per tornare sul luogo del misfatto, laddove il Verga aveva collocato l’azione nei suoi libri. È quel che accadde, per esempio, nel 1996 quando il regista milanese Gabriele Lavia decise di girare a Vizzini “La lupa”, trasposizione della novella che Verga aveva ambientato nella città d’origine della sua famiglia. Per ricreare l’ambiente rurale nel quale abitata la donna protagonista del film – la “lupa” del titolo, interpretata dall’attrice romana Monica Guerritore – si scelse di truccare a dovere una vecchia conceria alle porte del paese, esempio di archeologia industriale ottocentesca, nella quale uno degli edifici che la componevano fu nascosto dietro la finta facciata di una chiesa inventata di sana pianta dagli scenografi, luogo nel quale si uniranno in matrimonio la figlia della “lupa” e il giovane Nanni Lasca, interpretato da Raul Bova. Altre scene furono girate presso la stazione della stessa Vizzini (spacciata per quella del vicino centro di Mineo), presso la Masseria Musso di Noto e presso i ruderi del Castello Requisenz di Buscemi.

L'antica conceria di Vizzini trasformata in borgo nel film "La lupa" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-lupa/50015870
FOTOGALLERY
Avola, la centralissima Piazza Umberto I
Noto, cattedrale di San Nicolò
Il santuario di San Corrado di Fuori
Palazzolo Acreide, chiesa di San Sebastiano
Buscemi, ruderi del Castello Requisenz
Vetta del Monte Lauro
Vizzini, Palazzo Verga
Agrumeto alle porte di Scordia
Oasi di Ponte Barca
Il castello normanno di Paternò
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI BALATONFÜRED
maggio 9, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Re Cavendish non tradisce, volata imperiale e 16ª vittoria rosa
Gazzetta dello Sport
Ungheria
Balatonfüredre rázúdult a Giro, és egy legendát ünnepelhettünk
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Mark Cavendish sprints to 16th career Giro d’Italia stage victory
The Independent
FRANCIA
Cavendish devance Démare
L’Équipe
SPAGNA
Cavendish amplía su reinado
AS
PORTOGALLO
Mark Cavendish vence terceira etapa do Giro
Público
BELGIO
Mark Cavendish wint laatste Giro-rit in Hongarije na indrukwekkende sprint, Van der Poel gaat als leider de rustdag in
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Van der Poel nog steeds in bezit van twee truien
De Telegraaf
COLOMBIA
Fernando Gaviria, tercero en la tercera etapa del Giro de Italia 2022
El Tiempo
ECUADOR
Carapaz mantiene posición en la general del Giro; Cavendish gana la tercera etapa
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Himnusz (Inno nazionale ungherese)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Avola : poco nuvoloso, 21.1°C, vento moderato da ENE (21-22 km/h), umidità al 55%
Palazzolo Acreide (36.9 Km): poco nuvoloso, 17.5°C, vento moderato da ENE (17-21 km/h), umidità al 54%
Francofonte (80.1 Km): cielo sereno, 18.9°C, vento moderato da ENE (17 km/h), umidità al 60%
Paternò – Traguardo Volante (136.5 Km): cielo sereno, 18.7°C, vento moderato da ENE (16 km/h), umidità al 65%
Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza): previsioni non disponibili
GLI ORARI DEL GIRO
11.40: inizio diretta su RaiSport
12.15: inizio diretta su Eurosport 1
12.25: partenza da Avola
14.00: inizio diretta su Rai2
15.45-16.05: traguardo volante di Paternò
16.20-16.25: traguardo volante di Biancavilla (inizio salita finale)
17.00-17.30: arrivo al Rifugio Sapienza
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Genovesi: “Colazione di bambole di porcellana”
Petacchi: “I miei ultimo uomo”
Petacchi: “Ieri è arrivato secondo nel miglior tempo”
Petacchi: “Può essere solo lui che aumenta e può guadagnare qualcosa”
Petacchi: “Nel mezzo del gruppo si preferisce stare sul lato della strada”
Pancani: “Sulla sinistra con la maglia grigio verde sta risalendo Van der Poel” (era sicuramente un altro corridore, considerato che Van der Poel è la maglia rosa)
Televideo: “Kaposva” (Kaposvár)
Televideo: “Van der Poel conserva la maglia rosa con +19″ su Yates” (il vantaggio sul britannico è di 11 secondi)
Televideo: “Cavandish”
Televideo: “Ewans” (Ewan)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della seconda tappa, Kaposvár – Balatonfüred
1° Clément Davy
2° Dries De Bondt a 3′14″
3° Alessandro De Marchi a 3′20″
4° Barnabas Peak s.t.
5° Alex Dowsett s.t.
Classifica generale
1° Clément Davy
2° Harm Vanhoucke a 3′13″
3° Samuele Zoccarato a 3′46″
4° Alex Dowsett a 4′27″
5° Filippo Tagliani a 4′44″
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
3a TAPPA: SESTRI LEVANTE – ALTA VALDINIEVOLE (Panicagliora) (225 Km) – 21 MAGGIO 1962
TACCONE E MECO NON RESISTONO A SOLER CHE VINCE CON DISTACCO A PANICAGLIORA
Lo spagnolo Suarez ha sostituito Battistini al comando della classifica del Giro d’Italia
I due corridori abruzzesi si sono classificati al terzo ed al quarto posto, alle spalle dell’olandese Zilverberg – L’episodio decisivo si è avuto sull’ultima salita – Tutti i migliori sono giunti con lievi distacchi – Liviero si è ritirato – Oggi una tappa di 248 km, da Montecatini a Perugia

La bandiera ungherese sventola al vento del Balaton salutando il Giro d'Italia (fromhungarywithlove.wordpress.com)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
09-05-2022
maggio 9, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Giorno di riposo
A DUNKERQUE VINCE THIJSSEN, GILBERT VINCE LA CLASSIFICA FINALE
Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) ha vinto in volata la tappa conclusiva della 4 Giorni di Dunkerque battendo Hugo Hofstetter (Team Arkea Samsic) e Lorrenzo Manzin (TotalEnergies).
Philippe Gilbert (Lotto Soudal) ha conquistato la classifica finale confermando il suo primato conquistato nella giornata di ieri.
La frazione finale della 4 Giorni di Dunkerque prevedeva 182 chilometri da Ardres a Dunkerque con un circuito finale di nove chilometri da ripetere otto volte. Il tratto iniziale era l’unico che prevedeva alcune salite, tra le quali erano presenti due traguardi intermedi in grado di regalare chance per Oliver Naesen (AG2R Citroen Team) e Jake Stewart (Groupama – FDJ) di insidiare la vittoria finale di Philippe Gilbert (Lotto Soudal) grazie agli abbuoni in palio.
La fuga però prendeva piede immediatamente con nessun uomo in classifica presente, i sette atleti che la componevano erano Alexis Renard (Cofidis), Fabian Lienhard (Groupama – FDJ), Robert Stannard (Alpecin – Fenix), Gilles De Wilde (Sport Vlaanderen – Baloise), Juraj Sagan (TotalEnergies), Joris Delbove (St Michel – Auber93) e Léo Danès (Team U Nantes Atlantique). Il vantaggio massimo di questi atleti raggiungeva i tre minuti, con la AG2R Citroen Team che si prendeva l’incarico dell’inseguimento. Ai -52 Andrea Misfud (Nice Métropole Côte d’Azur) provava a riportarsi sulla testa della corsa distante circa un minuto, mentre Stannard veniva ripreso dal gruppo. L’inseguimento di Misfud durava soltano dieci chilometri con AG2R e Lotto Soudal che controllavano la corsa riprendendo Danès e Sagan poco dopo. Mentre il resto della fuga riusciva a resistere per più tempo andando a meno di dieci secondi di distanza all’interno del penultimo giro, in questo momento erano Renard e De Wilde a provarci in coppia lasciando la compagnia degli altri fuggitivi, ma pure De Wilde si doveva arrendersi per ultimo quando mancavano sette chilometri alla conclusione.
Nel giro conclusivo era la Alpecin – Fenix ad incaricarsi di tenere un forte ritmo, una volta che terminavano il lavoro ai -2 era Maciej Bodnar (TotalEnergies) a tentare un attacco inseguito dalla Bingoal Pauwels Sauces WB in un pruimo momento, mentre nell’ultimo chilometro la Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux compiva la rimonta, Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) partiva lungo e dominava lo sprint finale senza lasciare chance ai rivali con Hugo Hofstetter (Team Arkea Samsic) e Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) che si dovevano accontentare rispettivamente del secondo e terzo posto.
Gilbert ha così confermato il successo finale della corsa davanti a Naesen e Stewart, il quale ha conquistato la classifica dei giovani. Jason Tesson (St Michel – Auber93) ha confermato il successo nella classifica a punti.
La classifica degli scalatori è stata aggiudicata da Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) grazie alla sua presenza in tutte le fughe esclusa la giornata odierna quando per conquistare la classifica gli era sufficiente terminare la corsa nel tempo massimo.
La classifica a squadre è stata invece vinta dalla Lotto Soudal.
Carlo Toniatti