L’INCHINO A PROCIDA E POI UN TUFFO ALL’INFERNO

maggio 14, 2022 by Redazione  
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Il Giro rende omaggio a Procida nell’anno della sua proclamazione a Capitale Italiana della Cultura e lo fa con una tappa non meno insidiosa rispetto a quella disputata il giorno prima tra Diamante e Potenza. Alla vigilia del ritorno della corsa sulle grandi salite ecco una frazione disegnata nell’affascinante paesaggio dei Campi Flegrei, con salite brevi ma incessanti e pochi tratti di riposo che non consentiranno di tirare troppo il fiato. E anche oggi qualche “pesce grosso” potrebbe fare naufragio…

MODIFICA AL PERCORSO

Rispetto al percorso presentato in questo articolo sono state compiute un paio di modifiche, aggiungendo un lungo tratto pianeggiante a nord di Monte di Procida subito prima dell’ingresso nel circuito e diminuendo da 5 a 4 il numero di giri

La carovana del Giro è una nave da crociera e lungo il suo viaggio attraverso l’Italia di “inchini” ne va a fare parecchi, ogni qual volta si va a ricordare una certa ricorrenza o a far visita a casa di campioni del passato (ed è quel che accadrà, per esempio, tra qualche giorno quando la Corsa Rosa giungerà sulle strade dell’indimenticato Michele Scarponi). Quello odierno, però, sarà un inchino nel vero senso del termine marinaresco perché oggi il “serpentone rosa” andrà a sfilare per ben cinque volte al cospetto dell’Isola di Procida, per il 2022 designata Capitale Italiana della Cultura. La similitudine con una lussuosa e spassosa crociera termina qua perché per il resto il viaggio odierno dei “girini” non sarà certo una passeggiata e per dimostrarlo basta paragonare il tracciato della tappa partenopea a quello dell’ultimo mondiale. Entrambi hanno in comune lo stesso valore del dislivello complessivo (quasi 2300 metri) e sappiamo com’è andata a finire a Lovanio, dove i più si aspettavano l’arrivo di una volata comunque ristretta e invece s’è visto l’assolo in solitaria di Alaphilippe e parecchia selezione alle spalle del due volte campione del mondo. Le strade valloni proponevano tante piccole salite “sbriciolate” lungo il percorso ed è quel che si vedrà anche sulle strade dell’ottava tappa del Giro, una successione di 19 brevi ascese – la più lunga di quasi 3500 metri, la più corta un muretto di 700 metri – intervallate da cinque tratti di pianura e, se la corsa tra i big dovrebbe impazzare, qualche uomo di classifica potrebbe rimetterci un bel gruzzoletto in termini di secondi. Dunque una tappa apparentemente innocua, stretta tra l’incudine della frazione di Potenza e il martello del Blockhaus, potrebbe sulla carta rivelarsi selettiva quando il mondiale belga e diversi corridori si ritroveranno irrimediabilmente “scottati” da un tracciato che potrebbe rivelarsi infernale, come l’area dei Campi Flegrei nella quale si svolgerà la tappa e che per gli antichi rappresentava l’anticamera degli inferi.
Tanto per cominciare in salita, seppur dolcissima (2.5 Km al 2.8%), si svolgerà il tratto iniziale della frazione partenopea, che vedrà i “girini” salpare dalla spiaggia della Riviera di Chiaia in direzione della collina di Posillipo. Affrontata la breve “discesa Coroglio” – con un tornante che sembra proiettare il gruppo verso l’antistante Isola di Nisida, il cui castello tardo-angioino ospita dal 1934 un carcere minorile – si andrà a imboccare il primo dei cinque tratti pianeggianti che spezzano l’”elettrocardiogramma” di giornata. Sono circa 6 Km di ampi e scorrevi viali attraverso i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta, sfiorando la Città della Scienza, recentemente ricostruita dopo l’incendio doloso che l’aveva distrutta nel 2013, lo Stadio San Paolo (che ora porta il nome di Maradona) e le strutture della Mostra d’Oltremare, il principale complesso fieristico dell’Italia meridionale. Dopo questa prima “ora d’aria” è giunto il momento di riprendere l’ascensore per affrontare la salita di 2.7 Km al 4% con il quale il tracciato si addentrerà nell’area dei Campi Flegrei veri e propri, scollinando non molto distante dalla Solfatara, il più noto tra i 40 crateri che la punteggiano, dove si possono ammirare fumarole e getti di fango bollente. In discesa si raggiungerà la sottostante Pozzuoli, dove il percorso andrà a effettuare un girotondo quasi completo attorno all’Anfiteatro Flavio, omonimo del Colosseo romano e innalzato dagli stessi architetti, prima di ritrovare la pianura per circa 4 Km e mezzo, tratto al termine del quale inizierà il primo dei 5 giri di un circuito di circa 19 Km a tornata, il “cuore pulsante” di questa tappa. Non è questo soltanto il tratto dove si andrà a omaggiare Procida, ma qui si vivranno le fasi salienti di giornata grazie alle tre salite che lo movimentano, incorniciate dagli scorci sul mare e sui quattro laghi che punteggiano il promontorio. In ordine d’apparizione il primo sarà, proprio nel punto nel quale il gruppo s’inserirà sul circuito, il Lucrino, bacino costiero che i romani collegarono mediante un canale artificiale al retrostante Lago d’Averno, creando così un porto interno nel quale riparare le navi durante una battaglia combattuta tra Ottaviano e Sesto Pompeo. Lasciate le rive del Lucrino si andrà a superare la prima e più piccola, quasi impercettibile sull’altimetria, delle tre salite del circuito, 1 Km esatto al 4% che si concluderà alle spalle del castello aragonese di Baia, che fino agli anni ’70 ha ospitato un orfanotrofio mentre dal 2014 è sede di museo in fase di progressivo ampliamento nel quale è possibile ammirare reperti archeologici provenienti dai Flegrei.
In fondo alla discesa successiva attenderanno il passaggio del Giro i cittadini di Bacoli prima di giungere al momento dell’inchino, quando si andrà a percorre la stretta fascia di terra che lo separa il tratto di mare antistate l’isola di Procida dalla acque interne del Lago Miseno. Questo è anche il luogo dove il 20 maggio del 1977 venne “varata” la 60a edizione della Corsa Rosa, che prese le mosse con una cronoscalata diretta verso la soprastante località di Monte di Procida, vinta dall’allora campione del mondo in carica Freddy Maertens, che coprirà con la maglia rosa quella iridata conquistata l’anno prima a Ostuni. Affrontata la stessa salita che percorsero i “girini” 45 anni fa – 1700 metri al 7% – ci si lancerà in discesa verso l’ultimo e più grandi dei tre laghi che punteggiano d’azzurro il panorama odierno, il Fusaro, dalla cui acque emerge come un’inattesa apparizione il casino di caccia costruito per i sovrani borbonici su progetto dell’architetto italo-olandese Luigi Vanvitelli (nato, infatti, Lodewijk van Wittel), celebre soprattutto per aver “concepito” la Reggia di Caserta. Rientrati a Baia un muretto a gradini di 700 metri al 10.4% costituirà l’ultima difficoltà del circuito, seguito dalla discesa che riporterà la corsa sulle rive del Lago di Lucrino dove, completato l’ultimo dei cinque giri, si svolterà in direzione di Napoli ripercorrendo a ritroso la strada affrontata nel tratto in linea iniziale. Dai versanti opposti si dovranno così superare le salite verso la Solfatara (dal versante di Pozzuoli, 1800 metri al 5.2%) e il Colle di Posillipo, che scalato da ovest rappresenterà la salita più lunga del tracciato, 3.4 Km al 4.7% con i passaggi più difficili nella prima metà (tratto di 500 metri al 9% medio), che si conclude nei pressi dell’ingresso al Parco Virgiliano, luogo dal quale ammirare stupendi panorami sul Golfo di Napoli e da non confondere con il quasi omonimo Parco Vergiliano di Piedigrotta, nel quale si trovano le tombe del celebre poeta romano e del suo collega Giacomo Leopardi. Sono emozioni che solo una città come Napoli può offrire e siamo sicuri che ne potrebbe elargire anche questa tappa, che si appresta a concludersi con la discesa a tornanti verso la Riviera di Chiaia e un’ultima breve porzione di pianura con vista su Castel dell’Ovo, muto testimone delle fasi terminali di una frazione che promette scintille. E stavolta non saranno quelle dei crateri dei Campi Flegrei.

Mauro Facoltosi

L’isola di Procida vista dalla spiaggia del Lago Miseno e l’altimetria dell’ottava tappa (Google Street View)

L’isola di Procida vista dalla spiaggia del Lago Miseno e l’altimetria dell’ottava tappa (Google Street View)

CIAK SI GIRO

Il promontorio del Monte di Procida è un’area che spesso è stata utilizzata per riprese cinematografiche, soprattutto grazie alla bellezza degli scenari che offre. In particolare c’è una location che ha interpretato sotto questo aspetto la cosiddetta “parte del leone”, comparendo in ben 8 pellicole (tante ne ha censite il sito www.davinotti.com, ma potrebbe essercene di più): è il castello aragonese di Baia, che fece la prima comparsa sul grande schermo del 1952, quando Dino Risi vi girò le scene di “Vacanze col gangster” ambientate nel carcere della fittizia località di Monteforte, un ruolo – quello della prigione – che il maniero campano rivestirà in quasi tutti gli altri film qui girati, come “Pasqualino Settebellezze”, firmato nel 1975 dall’indimenticata Lina Wertmüller e candidato a ben quattro Premi Oscar (anche se poi la celebre regista dovrà accontentarsi del premio alla carriera che gli sarà attribuito nel 2020). Un altro luogo del promontorio sul quale si sono accesi i riflettori del cinema è stato la Casina Vanvitelliana del Lago Fusaro e anche qui c’è lo “zampino” della Wertmüller. Tra i quattro film qui girati, infatti, c’è il suo “Ferdinando e Carolina” (1999) mentre è soltanto una “fake news” quella secondo la quale l’ex casino di caccia sarebbe l’abitazione della Fata Turchina che si vede nello sceneggiato RAI di Luigi Comencini “Pinocchio”, in realtà costruita appositamente per le riprese sulle rive del Lago di Martignano, in Lazio.

Il Castello di Baia immortalato nel film Vacanze col gangster (www.davinotti.com)

Il Castello di Baia immortalato nel film "Vacanze col gangster" (www.davinotti.com)

Scena di Pasqualino Settebellezze girata al castello di Baia (www.davinotti.com)

Scena di "Pasqualino Settebellezze" girata al castello di Baia (www.davinotti.com)

La Casina Vanvitelliana del Lago Fusaro nel film Ferdinando e Carolina (www.davinotti.com)

La Casina Vanvitelliana del Lago Fusaro nel film "Ferdinando e Carolina" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/vacanze-col-gangster/50022666

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/pasqualino-settebellezze/50011191

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/ferdinando-e-carolina/50014792

FOTOGALLERY

Piazza Plebiscito a Napoli, sede del raduno di partenza

L’isola di Nisida vista dalla Discesa Coroglio

Lo Stadio Diego Armando Maradona

Il cratere della Solfatara

L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Lago di Lucrino

Lago d’Averno

Lago Miseno

Lago Fusaro

L’isola di Nisida e il promontorio di Monte di Procida visti dal Parco Virgiliano

Uno scorcio del Parco Vergiliano

Castel dell’Ovo visto dal rettilineo d’arrivo sul lungomare della Riviera di Chiaia

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI POTENZA

maggio 14, 2022 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia: trionfo di Bouwman a Potenza con dominio olandese

Gazzetta dello Sport

Ungheria

A csalódottak ünnepe, Valter eddigi legjobb helyezése

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Jumbo-Visma bounce back in style as Koen Bouwman lands Giro d’Italia stage win and takes lead in mountains

The Daily Telegraph

FRANCIA

Bouwman le plus fort

L’Équipe

SPAGNA

Bouwman se estrena en el Giro y Juanpe alarga su sueño rosa

AS

PORTOGALLO

Gregário de João Almeida ao ataque no Giro

Público

BELGIO

Oranje boven in de Italiaanse Laars, ritzege voor Koen Bouwman

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Fantastische etappezege voor Bouwman in Giro, Mollema tweede

De Telegraaf

GERMANIA

Kämna verliert Bergtrikot an Bouwman

Kicker

COLOMBIA

Giro de Italia 2022: Diego Camargo, el gladiador de la etapa 7

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz sin apuros en Potenza; Koen Bouwman se lleva la etapa 7

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Controvento (canzone di Arisa, originaria di Pignola, centro toccato nel finale della tappa di Potenza)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Napoli – partenza : poco nuvoloso, 22.1°C, vento moderato da SW (12 km/h), umidità al 64%
Monte di Procida – 1° passaggio (61.6 Km): poco nuvoloso, 22.3°C, vento moderato da WSW (14-15 km/h), umidità al 66%
Monte di Procida – 4° passaggio (GPM – 105.9 Km): poco nuvoloso, 22.3°C, vento moderato da WSW (15-17 km/h), umidità al 65%
Napoli – arrivo: poco nuvoloso, 21.7°C, vento moderato da SW (14 km/h), umidità al 62%

GLI ORARI DEL GIRO

12.50: inizio diretta su RaiSport
13.25: inizio diretta su Eurosport 1
13.40: partenza da Napoli
14.00: inizio diretta su Rai2
14.25-14.30: traguardo volante di Lago Patria
14.45-14.50: ingresso nel circuito di Monte di Procida (quattro giri)
16.10-16.30: traguardo volante di Bacoli
16.20-16.40: GPM di Monte di Procida (quarto ed ultimo passaggio)
16.30-16.50: uscita dal circuito di Monte di Procida
17.00-17.25: arrivo a Napoli

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Servizio sanitaria in corsa”
Pancani: “Stanno rientrando la prima parte del plotone”
Pancani: “Giada Borgata” (Borgato)
Petacchi: “I grandi giri si vincono anche da queste piccole cose”
Saligari: “L’altimetria che dovranno scalare i corridori”
Petacchi: “Tra 10 secondi Mollema è la nuova maglia rosa” (doveva recuperare 10 secondi per essere maglia rosa virtuale)
Petacchi: “Sbocciando questo bellissimo sole”
Pancani: “Scollinamento a millequattrocinque”
Rizzato: “Villella ha preso una curva” (il corridore era uscito di strada nell’affrontare una curva)
Pancani: “La leadersip”
Fabretti: “La maglia rosa la taglierà ancora per qualche giorno”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della settima tappa, Diamante – Potenza

1° Dries De Bondt
2° Jonathan Castroviejo s.t.
3° Cees Bol s.t.
4° Julius Van Den Berg s.t.
5° Rüdiger Selig s.t.

Miglior italiano Alberto Dainese, 13° (s.t.)

Classifica generale

1° Pieter Serry
2° Bert Van Lerberghe a 41″
3° Mark Cavendish a 58″
4° Clément Davy a 1′14″
5° Rüdiger Selig a 4′03″

Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 10° a 7′38″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

7a tappa: FIUGGI – MONTEVERGINE (224 Km) – 25 MAGGIO 1962

DESMET DOMINA SULLA SALITA DI MONTEVERGINE E TOGLIE A MECO LA MAGLIA ROSA DEL GIRO
Il belga, vittorioso per distacco, al comando nella classifica della corsa
Il vincitore ha lasciato nel finale i compagni di fuga Anglade e Sartore, secondo e terzo al traguardo – Defilippis ha battuto in volata il gruppo, giunto con quattro minuti e mezzo di ritardo – Oggi 110 chilometri di pianura da Avellino a Foggia

Il teatro Stabile di Potenza (www.basilicataturistica.it)

Il teatro Stabile di Potenza (www.basilicataturistica.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)

DIAMANTI OLANDESI, POTENZA JUMBO MA IL MEGLIO È STATO IL VIA

maggio 14, 2022 by Redazione  
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Da Diamante a Potenza numeri da tappa regina, quasi 200 km con quattromila metri di dislivello abbondanti. Disegno accattivante, foriero di attacchi, ma dopo l’ora e mezza o due di furia e frenesia prima che si formi una fuga, la lotta si ridurrà a quei magnifici sette che hanno spiccato il volo.

Al Tour de France, fin troppo spesso, c’era dalle parti di Pau una tipica tappa pirenaica il cui profilo lasciava perplessi gli appassionati: “bellissimo tracciato, se fosse stato disegnato alla rovescia, partendo dall’arrivo e arrivando alla città di partenza!”. Niente di simile da ridire, sulla carta, a proposito dello splendido percorso calabro-lucano che il Giro propone nel cuore della prima settimana: ma in questo caso è a proposito dell’atteggiamento del gruppo che ci viene da pensare che sarebbe stato più proficuo scatenare i fuochi d’artificio di una generale febbre offensiva negli ultimi 70 km, e riservare all’incipit le schermaglie fra un ristretto numero di fuggitivi. Comunque sia, accontentiamoci dello spettacolo globale goduto per quasi due ore, fino alle prime rampe del Sirino, anzi ben grati per la diretta integrale quest’anno autentica che ci ha permesso di fruire “live” di queste parti della corsa, in altre stagioni destinate a costituire due scarne righe in cronaca.
Un batti e ribatti continuo, una raffica di allunghi, un elastico che si allunga e sembra spezzarsi infinite volte per poi ricomporsi. De Gendt ad aprire le danze, quasi simbolicamente, così come pare un cameo quello di De Marchi: i due, un tempo veri cecchini nel cogliere la fuga, vengono soverchiati da una girandola di nuovi tentativi. Tra i più attivi, van der Poel, uomo spettacolo se mai ve ne furono, e ci viene da dire fin troppo generoso nel cercare una tappa che comunque sarebbe al limite dei suoi mezzi, sperperando con magnanimità energie che sarebbero preziose l’indomani a Napoli, su un tracciato ben più consono. Ci provano gli UAE, con il promettentissimo Covi, e gli scafati Ulissi o Formolo, ci provano gli EF, per loro un’occasione chiave, con Cort, Camargo e Caicedo e Kudus, ci provano ovviamente i Drone Hopper con l’attesissimo Tesfatsion e il teenager ucraino Ponomar, il giovane compagno in Lotto di De Gendt, Moniquet, tenta a ripetizione, e a ripetizione di ripetizione ci prova Wout Poels per i Bahrain. Un altro virgulto di classe, lo svizzero Schmid, già trionfatore nella tappa degli sterrati allo scorso Giro e ora accasatosi in Quickstep ci prova pure lui. E si lancia all’attacco mezza Ag2R, pure l’Astana con Felline e Dombrowski… e non possiamo che scusarci con una buona fetta degli attaccanti che ancora non abbiamo nominato, prima di dover procedere oltre, a scanso di trasformare la cronaca in una riproduzione punto per punto della gara, di pari durata!
Il tutto reso ancora più frenetico da improvvide forature e cadute, come quella che costa la corsa rosa a Samitier, Doull e Zoccarato. Si trovano pure all’attacco i leader, quelli che capeggiano la generale attuale e uno che la capeggia in pectore: Kämna prova a più riprese, con Juanpe López sempre attento in marcatura, anche quando si tratta di sganciarsi dal gruppo. E sulla scia di un assalto a sciabolate di van der Poel scendendo dal passo Colla, si trova con lui Carapaz scortato dal compagno Narváez: lungi dall’attendere, la mossa si prolunga fino a prendere contatto con l’embrione di fuga incipiente attivo in quel momento. La Trek spegne l’incendio e nella stessa fuga la collaborazione era svanita al comparire figure così ingombranti, ma l’episodio è rivelatore del clima che si è respirato per quasi due ore dal via. Duemila metri di dislivello macinati via a quaranta e passa di media.
Poi, sulle prime rampe rognose del Sirino, forza Formolo, Arcas prova a tenerlo ma scivola giù, sale invece a bordo Villella, un’altra roccia come “il Roccia “ per antonomasia. Dietro c’è ebollizione arancione: arriva Poels, che già si era fatto tutto il passo Colla in avanscoperta solitaria, accompagnato dall’altro olandese Bouwman, abile gregario scalatore; Camargo allunga affaticato e Dumoulin lo marca per proteggere gli interessi Jumbo. Per completare il quadro fiammingo-neerlandese, Bauke Mollema ce la mette tutta e rientra pure lui.
La fuga è fatta. Da qui in poi, la dinamica resterà stabile nonostante un profilo altimetrico da elettrocardiogramma impazzito. Dietro, pipì, sportine col pranzo, squadre che comandano o con uomini in fuga a chiudere tutto il fronte strada, ritmo modesto, fino a un piccolo forcing finale made in INEOS per ridimensionare i distacchi. Davanti, un’Italia-Olanda 2-4, rocce contro diamanti, con Camargo ospite non troppo scomodo, spesso in affanno. Il fenomeno giovanile in Colombia è molto attivo nelle fughe di questo Giro ma sembra per ora pagare la grande fatica. Più avanti, nel Giro o negli anni, potrebbe pareggiare i bilanci, da un lato con la stanchezza altrui, dall’altro maturando lui stesso, se non si brucia con eccessi di resistenza in cagnesco. Bouwman sprinta come un pazzo su tutti i Gpm, Poels cerca di tenergli dietro ma l’età si fa notare e alle prime rampe della Montagna Grande di Viggiano, pezzo forte di giornata (come durezza, non come punti, per assurdo!), grippa il suo motore già avanti negli anni. Villella è protagonista di un ruzzolone in discesa, poi salta fuori, nel bel mezzo dei muri sopra Viggiano, che ha danneggiato il collarino della sella (o così pare) e deve aggiustare la bici. Rietrerà indomito in discesa, per poi staccarsi nuovamente, ma, doppiamente indomito, resisterà per qualche manciata di secondi al ritorno veemente del gruppo sulla linea d’arrivo.
Formolo è propenso a martellare per scrollarsi di dosso gli avversari, ma Dumoulin fa buona guardia. Sull’ultimo Gpm gli affondi di Formolo e Mollema pigliano scoperto Bouwman, che resta attardato, ma l’illustre capitano Tom si mette al servizio del poco appariscente gregario, marcando, cucendo, minacciando (sempre in termini rigorosamente sportivi!), tanto che Bouwman rientra giusto in tempo per razziare fino all’ultima occasione il massimo punteggio Gpm disponibile. Sta strafacendo? Evidentemente dev’essere semmai in giornata di grazia assoluta: nell’insidioso e tecnicamente affascinante circuito potentino, Koen copre ogni offensiva di Formolo e Mollema, sempre più rassegnati, mentre Dumo, staccatosi sui cambi di ritmo, finisce per rientrare e addirittura tirare la volata al compagno, che la vince come di dovere. A Bouwman oggi scappava la gamba, ma il MVP è stato questo Dumoulin in versione chioccia, coach, regista, uomo assist.
Insomma, avvio di gara memorabile, e forse le tante tossine avvertite dai più hanno indotto a soverchia prudenze. Fra i selezionatissimi sette, qualità epica, come non sempre accade al Giro: vincitori di GT, di Monumento, di grandi tappe… alla fine prevale il nome meno blasonato, anche se non certo ignoto agli appassionati per le sue indubbie doti di camoscio, esaltate dal terreno odierno. Belle storie di caparbietà e colpi di scena. A sette, però. E gli altri? Forse è anche giusto non chiedere altro a chi si vede già favorito, avendo dimostrato forma straripante come Yates o squadra dominante come Carapaz: dopodomani c’è un Blockhaus su cui menare colpi secchi. Ma prima del Blockhaus c’è la tappa sì insidiosa eppure non colossale di Napoli in cui correre di conserva, se proprio. E allora perché non cogliere oggi stesso la palla al balzo, scuotendo un po’ l’alberello? I Bahrain, con davanti un Poels chiaramente fuori dai giochi, non avrebbero potuto riciclarlo come appoggio provando un’azione anche solo di sondaggio con una delle loro due (due!) punte, Bilbao e Landa, uomini entrambi avvezzi al gesto da lontano? O un azzardo col giovane Buitrago? Idem dicasi per Guillaume Martin, attardato più del dovuto sull’Etna, Cofidis come Villella là davanti, con quest’ultimo escluso per sfortuna da ogni gioco di vittoria, ma, come dimostrato sulla strada, ancor più che in condizione di reggere ritmi sostenuti, foss’anche da solo, meglio ancora se in tandem col proprio capitano. Queste due le opzioni più telefonate e dove l’accidia è quasi scandalosa. Ma perché non tastare il terreno con Almeida in casa UAE? Il mastino portoghese dà il meglio di sé in queste condizioni: prima settimana, mezza montagna, salite dure ma brevi. Suvvia, lancia mezza progressione, e se ti stoppano pace, però se per caso prendi il largo, hai Formolo davanti, non l’ultimo arrivato. Bene lasciare campo libero al compagno italiano, ma con cinque minuti e passa di differenza un test senza impegno si poteva lanciare, valutando poi ogni pro e contro sul campo. Un provarci per provarci sarebbe stato doveroso anche in casa Bora, con ben tre (3!) capitani fra cui scegliere, mentre l’unico che almeno all’inizio attacca è il marcatissimo Kämna, poi il nulla. E Sosa fra i Movistar? Arriva al Giro con la forma brillante vista in Asturia, combina l’atteso disastro a crono, in salita va… perché sprecare la Montagna Grande? Hugh Carthy con Camargo in avanscoperta (d’accordo ormai spompato)? Non ci spingiamo oltre, ma ce ne sarebbe modo. Ecco, se non si cercano spazi quando i padroni della corsa lasciano dei margini, è difficile che si possano ricavare appena la competizione diventerà davvero tirata, mentre in giornate come questa si possono pescare rendite preziose per pareggiare altri handicap atletici o di team. È la storia di tanti tapponi appenninici meravigliosamente disegnati; e fa parte del gioco, d’accordo, la paralisi che blocca fra speranze di far meglio domani e timori di cedere oggi. Ma allora che quella odierna sia anche occasione per ricordare quel Nibali alla vigilia del suo primo trionfo rosa e come corse le tappe mosse della prima settimana 2013. Non guadagnò chissà che tempo, anzi, ma pose le basi della propria vittoria finale cominciando a creare un clima di gara e un corso degli eventi. Le tappe van disegnate bene a prescindere, così come era ben disegnata la tappa di oggi, poi è dato di natura che non tutti gli anni nascano i campioni capaci di renderle non solo gradevoli ma memorabili – e utili a trionfare

Gabriele Bugada

Bouwman vince linsidiosa tappa dellappennino lucano (Getty Images)

Bouwman vince l'insidiosa tappa dell'appennino lucano (Getty Images)

13-05-2022

maggio 13, 2022 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’olandese Koen Bouwman (Jumbo-Visma) si è imposto nella settima tappa, Diamante – Potenza, percorrendo 196 Km in 5h’12′30″, alla media di 37.632 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e l’italiano Davide Formolo (UAE Team Emirates). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 38″ sul tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) e 58″ sull’estone Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 20° a 2′32″.

TOUR DE HUNGRIE

L’olandese Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto anche nella terza tappa, Sárospatak – Nyíregyháza, percorrendo 154 Km in 3h’25′55″, alla media di 44.873 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Rudy Barbier (Israel-Premier Tech) e il belga Sasha Weemaes (Sport Vlaanderen-Baloise). Miglior italiano Davide Finatti (Giotti Victoria Savini Due), 15°. Jakobsen è il nuovo leader della classifica con 6″ sul belga Jens Reynders (Sport Vlaanderen-Baloise) e 8″ su Barbier. Miglior italiano Elia Viviani (INEOS Grenadiers), 4° a 11″

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella prima tappa, Vitoria-Gasteiz – Labastida, percorrendo 105.9 Km in 2h’55′17″, alla media di 36.25 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Pauliena Rooijakkers (CANYON//SRAM Racing) e di 2″ la statunitense Kristen Faulkner (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 11° a 41″. La Vollering è la prima leader della classifica con 6″ sulla Rooijakkers e 10″ sulla Faulkner. Miglior italiana la Paladin, 12° a 53″

LA CLASSIQUE MORBIHAN (Donne)

La cipriota Antri Christoforou (Team Farto-BTC) si è imposta nella corsa francese, Josselin – Grand-Champ, percorrendo 120.4 Km in 3h’04′35″, alla media di 39.136 Km/h. Ha preceduto di 3″ la francese Coralie Demay (St Michel-Auber 93) e di 4″ l’olandese Femke Markus (Parkhotel Valkenburg). Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit-WNT Pro Cycling), 13° a 2′23″

UNA POTENZA DI TAPPA

maggio 13, 2022 by Redazione  
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Gli organizzatori l’hanno definita di media montagna, ma la tappa con arrivo a Potenza potrebbe rivelarsi molto più dispendiosa del previsto e lasciare dolorosi graffi in classifica. Le salite più interessanti sono collocate lontane dall’arrivo, ma il finale non offrirà mai un momento di requie e qualche corridore potrebbe perderci tempo prezioso

Ci sono tappe d’alta montagna segnate in rosso sui taccuini, ci sono tappe di media montagna che solitamente lasciano il tempo che trovano e che sono occasioni d’oro per quei corridori che non hanno ambizioni di classifica e vanno a caccia di un successo che nobiliti la sua partecipazione. E poi ci sono tappe come quella di Potenza alle quale si fa fatica ad attribuire un’identità precisa. Il fatto che l’unica salita veramente impegnativa tra quelle in programma sia collocata a una sessantina di chilometri dall’arrivo la iscrive tra le frazioni di media montagna, ma se si vanno a esaminare nel dettaglio i numeri si scopre che questa – pur non essendo paragonabile a tappe come quelle del Blockhaus, dell’Aprica e della Marmolada – sarà a tutti gli effetti una giornata di montagna vera e propria e questo lato è stato sottolineato in sede di presentazione un po’ da tutti – corridori, direttori sportivi e anche semplici appassionati –“sconfessando” l’inferiore classificazione attribuitagli dagli organizzatori. Allora vediamoli questi numeri, che parlano di sette salite, più di 4500 metri di dislivello complessivo e un totale di quasi 70 Km che si dovranno trascorrere in ascesa. Poco conta, a questo punto, che la salita più tosta sia lontana dal traguardo perché – né prima, né dopo – s’incontreranno mai momenti tranquilli tra un colle e l’altro e chi avrà troppo sottovalutato questo percorso potrebbe piangere lacrime amare. Se ci si sarà corsa vera sin dall’avvio o se qualche scalatore particolarmente attizzato vorrà saggiare i rivali sulle arcigne pendenze del Monte Scuro, potrebbe uscire una tappa destinata a lasciare più di un graffio sulla classifica e qualcuno poi potrebbe ancora risentirne gli effetti postumi nelle complicate giornate successive, quando sono in programma la complicata (e solo apparentemente innocua) tappa di Napoli e il temuto arrivo sulla Majella. E anche se non dovesse succedere nulla, di certo rimarrà nelle gambe, intossicando i muscoli in vista del secondo week end di gara.
Si partirà da Diamante ricalcando il finale della tappa di Scalea, per poi lasciare la Calabria sfiorando Praia a Mare, la cui spiaggia si affaccia verso l’isola di Dino, meta prediletta degli appassionati d’immersioni subacquee che possono ammirarvi le sue grotte sommerse. Percorsi i primi 28 km i “girini” entreranno in territorio lucano all’altezza dell’unico sbocco sul Tirreno della Basilicata, dalla cui rive ci si staccherà per andare ad affrontare la prima delle sette salite di giornata, il Passo Colla. Sono poco meno di 10 Km al 4.6% con i tratti più impegnativi all’inizio, quando si pedalerà tra le case di Maratea sorvegliati dalla statua del Redentore realizzata tra il 1963 e il 1965 dallo scultore toscano Bruno Innocenti sulla cima del Monte San Biagio, terza in Europa per altezza (21 metri e 13 centimetri, 17 in meno rispetto all’omonima di Rio de Janeiro). Attraverso Trecchina si scenderà nella valle del Noce, dove un tratto di 2.2 Km all’8.5% farà da antipasto alla salita più lunga del Giro 2022, quella diretta al massiccio del Sirino, sul quale si trovano le due cime over 2000 più basse dell’Appennino Lucano (Monte Papa e Cima De Lorenzo, rispettivamente 2005 e 2004 metri di quota). È una vecchia conoscenza del Giro d’Italia, che nella seconda metà degli anni ‘90 l’ha proposto in tre occasioni come arrivo di tappa, le prime due volte salendo da Lagonegro e l’ultima percorrendo l’interminabile versante di Lauria, lo stesso affrontato quest’anno. Per arrivare allo scollinamento si dovranno percorrere quasi 28 Km al 4%, anche se sul valore della pendenza media incide la presenza di due lunghi tratti intermedi nei quali la strada spiana o scende brevemente: in soldoni si compone di un primo troncone di 9.3 km al 5.6% a cavallo del passaggio da Lauria, di un impegnativo segmento centrale di 2.2 Km al 9.7% e dalla balza finale di 4.8 Km al 7.3% che condurrà al Gran Premio della Montagna, assegnato nei pressi per il bivio per il Lago Laudemio, il più meridionale d’Italia tra quelli d’origine glaciale. In discesa si percorrerà un versante inedito del Sirino prima d’intraprendere l’ultimo tratto “tranquillo” di questa tappa, una ventina di chilometri parte in lieve discesa e parte in falsopiano durante i quali si andranno a sfiorare i resti di Grumentum, l’antica città romana presso la quale Annibale sarà sconfitto durante la seconda guerra punica. Lambita l’estremità occidentale del lago di Pietra del Pertusillo, bacino artificiale costruito tra il 1957 e il 1962 con i fondi della “Cassa del Mezzogiorno”, il percorso andrà ad attraversare la Val d’Agri prima di tornare a pedalare all’insù alla volta del borgo di Viggiano (5.5 Km al 5.3%). È l’aperitivo alla salita più impegnativa del giorno, che sulle cartine del Giro è chiamata Monte Scuro ma che in realtà è più conosciuta dai cicloamatori locali con i toponimi di Acqua dei Pastori e di Madonna di Viggiano, con preciso riferimento al santuario costruito nel XIV secolo sulla soprastante montagna, luogo dove era stata rinvenuta una raffigurazione della Madonna. Famosa è la processione che annualmente raggiunge questo santuario, descritta da Carlo Levi nel romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, mentre il duro pellegrinaggio dei “girini” si fermerà quasi 300 metri più in basso, percorsa una strada non meno impervia rispetto a quella riservata ai fedeli: per arrivare in vetta si dovranno affrontare 6 Km di salita al 9.7% con un vero e proprio “cuore di pietra” di 1500 metri nel quale l’inclinazione media schizza costantemente oltre l’11%. Chi dovesse perdere le ruote del gruppo potrebbe faticare non poco a rientrare, anche perché subito dopo un primissimo tratto di discesa si dovrà percorrere un altopiano lungo più di 3 Km che costringerà a pedalare, disegnato ai piedi del Monte Volturino. Sfiorati due altri piccoli luoghi di culto montani, il Santuario del Monte Saraceno e la Cappella della Potentissima, si riprenderà la discesa in direzione del centro di Calvello, antica roccaforte longobarda, superato il quale la sfilza di salite che punteggiano il finale proporrà ora un’ascesa anonima di 5.8 Km al 3.9%, immediatamente seguita da quella che condurrà all’ultimo GPM di giornata. È La Sellata, 9.1 Km al 5.1% per arrivare fino alla stazione di sport invernali più vicina al capoluogo lucano, unita in un comprensorio agli impianti del vicino Monte Arioso. Attraversata in discesa Pignola, centro famoso come il “paese dei portali”, si raggiungerà la periferia sudoccidentale di Potenza, dirigendosi quindi verso il centro con una salita di poco più di 2 Km al 5% che si concluderà alle soglie del cuore della città, dove si trovano la centralissima Piazza Mario Pagano e diversi luoghi di culto d’interesse artistico come la cattedrale di San Gerardo e la Chiesa di San Michele Arcangelo. Non saranno ancora concluse le fatiche odierne perché a questo punto mancheranno ancora 6 Km per andare al traguardo, preceduto da un dentello finale di 300 metri al 7.4%, ultimo “canino” di un percorso che potrebbe rivelarsi più mordace del previsto.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo la Colla (594 metri). Costituito dai monti Crivo e Coccovello è valicato dalla SP 3 “Tirrena” tra Maratea e Trecchina. Noto anche con il nome di “Bocca di Maratea” (mentre sulle cartine del Giro 2022 è segnalato come “Passo Colla”), è stato affrontato due volte al Giro d’Italia, la prima durante la tappa Palinuro – Campotenese del 1980, la seconda nel finale della Amantea – Monte Sirino del 1996, rispettivamente conquistate da Gianbattista Baronchelli e Davide Rebellin, mentre i corridori che nelle due occasioni transitarono in testa al GPM furono Simone Fraccaro e Maurizio De Pasquale.

Valico della Serra Rotonda. Valicato dalla SS 653 “della Valle del Sinni” tra la località Pecorone (Lauria) e Latronico, sorge a breve distanza dallo svincolo “Lauria Nord” dell’Autostrada del Mediterraneo (A2). Vi si stacca la strada che sale verso il Monte Sirino.

Valico del Bosco Baresano (1375 metri). Coincide con il punto nel quale confluiscono i tre versanti del Monte Sirino (Lauria, Lagonegro e Fontana d’Eboli). Al Giro 2022 sarà attraversato in discesa, circa 700 metri dopo lo scollinamento. La salita al Sirino è stata affrontata in passato tre volte al Giro d’Italia, sempre come arrivo di tappa: nel 1995, quando la tappa scattò da Acquappesa Marina, si impose lo spagnolo Laudelino Cubino; nel 1996 – come appena ricordato – colse la vittoria Rebellin mentre nel 1999, unica occasione nella quale si salì dallo stesso versante di quest’anno, tagliò per primo il traguardo Danilo Di Luca.

Valico (1306 metri). Non segnalato sul testo di riferimento (vedi sotto) si trova ai piedi del Monte Volturino, valicato dalla SP 141 e dalla SP 16 tra Marsicovetere e Calvello. I corridori vi transiteranno nel corso del tratto in falsopiano che spezza la discesa dal Monte Scuro.

Valico la Sellata (1255 metri). Valicato dalla SP 5 “della Sellata” tra Abriola e Pignola.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Vista panoramica di Potenza e l’altimetria della sesta tappa (wikipedia)

Vista panoramica di Potenza e l’altimetria della sesta tappa (wikipedia)

CIAK SI GIRO

Non sono molti gli attori e i registi di origini lucane ad aver raggiunto la notorietà e in almeno tre casi sono diventati celebrità internazionali. Avi nativi della Basilicata hanno avuto Nicolas Cage, Danny De Vito e il “papà” della trilogia del Padrino Francis Ford Coppola. Tra i lucani al 100% l’unico ad aver ottenuto una certa fama è stato Rocco Papaleo, che ha debuttato come attore alla fine degli anni ’80 interpretando il ruolo del caporale Rocco Melloni nella serie televisiva “Classe di ferro”. La notorietà, arrivata grazie anche ai sei film girati con Leonardo Pieraccioni, l’ha poi motivato a passare dietro la macchina da presa e lo farà per la prima volta nel 2010 con un film interamente dedicato alla sua regione, “Basilicata coast to coast”. È una pellicola “on the road” che racconta del viaggio di una band musicale attraverso la regione, dalla costa tirrenica a quella ionica, diretti a un festival musicale al quale dovrebbero esibirsi, ma il viaggio durerà più del previsto e arriveranno a kermesse oramai terminata. La prima parte del viaggio ricalca proprio il tratto iniziale della tappa di Potenza, con la pellicola che si apre ai piedi del Redentore di Maratea per poi fare scalo a Trecchina, Lauria, Grumento Nova e sulle sponde del Lago del Pertusillo. Qui giunto il percorso dei “girini” e quella della band si disgiungono, con la seconda che prosegue alla volta di Scanzano Jonico toccando lungo il viaggio – tra gli altri centri – Aliano (dove Carlo Levi visse al confino) e l’incantevole borgo abbandonato di Craco.

Il Redentore di Maratea guest star nel film Basilicata coast to coast (www.davinotti.com)

Il Redentore di Maratea "guest star" nel film "Basilicata coast to coast" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/basilicata-coast-to-coast/50020316

FOTOGALLERY

L’isola di Dino vista dal lungomare di Praia a Mare

Il Redentore di Maratea visto dalla strada che sale al Monte San Biagio

Lago Laudemio (tripadvisor.com)

Lago Laudemio (tripadvisor.com)

L’anfiteatro dell’antica Grumentum

Lago della Pietra del Pertusillo

Santuario della Madonna di Viggiano

Calvello, Cappella della Potentissima

Uno scorcio di Pignola

Potenza, Cattedrale di San Gerardo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI SCALEA

maggio 12, 2022 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Démare, l’Italia come giardino di casa e quel sorpasso su Anquetil e Hinault che fa arrossire – Demare a Scalea diventa il francese più vincente: bruciato in volata Ewan

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Kis híján holtversenyt kellett hirdetni a szakasz végén

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Arnaud Demare pips Caleb Ewan to victory after Mark Cavendish misses out on second Giro d’Italia stage win

The Daily Telegraph

FRANCIA

Démare à nouveau vainqueur

L’Équipe

SPAGNA

Démare triunfa en el sopor

AS

PORTOGALLO

Arnaud Démare vence segunda etapa seguida no Giro

Público

BELGIO

Prachtige climax na doodsaaie dag: Démare sprint (na fotofinish) naar tweede ritwinst in Giro

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Démare pakt tweede Giro-zege op rij

De Telegraaf

GERMANIA

Demare zeigt allen die Zunge und feiert zweiten Tagessieg

Kicker

COLOMBIA

Arnaud Demare repitió triunfo en el Giro: Fernando Gaviria no pudo

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz repite su posición en la general y Démare el triunfo en el esprint

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Calabrisella (Mino Reitano)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Diamante : poco nuvoloso, 21.2°C, vento debole da WNW (8 km/h), umidità al 69%
Maratea (36.3 Km): nubi sparse, 19.1°C, moderato da WNW (11 km/h), umidità al 72%
Monte Sirino (GPM – 105.9 Km): cielo sereno, 16.2°C, vento debole da NW (7-9 km/h), umidità al 49%
Viggiano – Traguardo Volante (126 Km): cielo sereno, 21.8°C, vento debole da NNW (6 km/h), umidità al 44%
Abriola (166.4 Km): cielo sereno, 21.3°C, vento debole da NNW (7-9 km/h), umidità al 42%
Potenza: cielo sereno, 21.9°C, vento debole da N (8-9 km/h), umidità al 39%

GLI ORARI DEL GIRO

10.55: inizio diretta su RaiSport
11.30: inizio diretta su Eurosport 1
11.55: partenza da Diamante
13.05-13.15: GPM di Passo Colla
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.45: GPM di Monte Sirino
15.05-15.30: traguardo volante di Viggiano
15.30-16.00: GPM di Montagna Grande di Viggiano
16.25-17.00: GPM di La Sellata
16.45-17.25: traguardo volante di Potenza-centro
16.55-17.35: arrivo a Potenza

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Sono tutti per il blocco dei velocisti al comando”
Petacchi: “A me è caduto di cadere”
Rizzato: “Belvedere Marittimio” (Marittimo)
Rizzato: “Vento che sfila in faccia ai corridori”
Petacchi (parlando di un avvallamento in centro alla strada): “I corridori non potevano camminarci sopra” (provaci tu a camminare e pedalare contemporaneamente)
Televideo: “Il gruppo controlla il piemontese sui quattro minuti”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della sesta tappa, Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)

1° Clément Davy
2° Ignatas Konovalovas a 2′30″
3° Roger Kluge a 4′30″
4° Loic Vliegen a 4′40″
5° Aimé De Gendt s.t.

Miglior italiano Davide Ballerini, 7° a a 4′43″

Classifica generale

1° Pieter Serry
2° Bert Van Lerberghe a 41″
3° Michael Mørkøv a 50″
4° Mark Cavendish a 58″
5° Clément Davy a 1′14″

Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 11° a 7′38″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

6a TAPPA: RIETI – FIUGGI (193 Km) – 24 MAGGIO 1962

IL GIOVANE CORRIDORE ABRUZZESE MECO NUOVA MAGLIA ROSA DEL GIRO D’ITALIA
La tappa Rieti-Fiuggi vinta dal belga Schroeders – La grossa novità della corsa è data però dal primato in classifica perso dallo spagnolo Suarez e conquistato dall’italiano – Meco è passato professionista soltanto da pochi mesi – Il francese Carrara, vincitore a Rieti, si è ritirato – Oggi arrivo in salita a Montevergine presso Avellino

La torre Talao di Scalea illuminata di rosa in occasione del Giro (www.gazzetta.it)

La torre Talao di Scalea illuminata di rosa in occasione del Giro (www.gazzetta.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina

SUL TIRRENO TIRA ANCORA VENTO DI DÉMARE!

maggio 12, 2022 by Redazione  
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Arnaud Démare (Groupama – FDJ) centra la seconda vittoria in volata al Giro d’Italia, il francese grazie ad un treno perfetto riesce ad avere la meglio su Caleb Ewan (Lotto Soudal) e Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl) partito troppo lungo sull’arrivo di Scalea.

Da Palmi a Scalea per la classica tappa di trasferimento, frazione interamente in Calabria senza particolari asperità se non l’unico GPM di giornata posto nei pressi di Vibo Valentia. Salita facile che vede nascere il primo tentativo di fuga da parte di Diego Rosa (Eolo-Kometa). Nessuno segue il corridore italiano che riesce in pochi chilometri ad avere un vantaggio di 4’. Dietro il gruppo è tirato dalle squadre dei velocisti su tutte Groupama-FDJ, Lotto Soudal e Quick-Step Alpha Vinyl. L’arrivo sembra essere scontato in volata anche perché sia Cavendish si Ewan devono rifarsi dalla tappa di ieri. Diego Rosa va a prendersi i punti del GPM il piemontese prosegue in solitaria anche fin verso il traguardo volante, dal gruppo evade un terzetto della Drone Hopper – Androni Sidermec formato da Eduardo Sepulveda, Simone Ravanelli e Filippo Tagliani, quest’ultimo con il chiaro intento di consolidare il suo primato nella speciale classifica. Subito dietro a raccoglier i punti rimasti la lotta tra la maglia ciclamino Arnaud Démare e Biniam Girmay con l’africano ad aver e la meglio. Dopo questa improvvisa fiammata ritorna la calma ssoluta. Non accade praticamente nulla, tappa soporifera corsa ad una media bassissima di poco inferiore ai 38 Km/h in attesa della volata finale. Sembra che il tempo si dilati e che il traguardo non arrivi mai. Al secondo ed ultimo traguardo volante, Rosa ha un vantaggio 1’:33” nei confronti del gruppo, secondo transita Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli), terzo Lennard Kamna (Bora-Hasgrohe) guadagnando un secondo di abbuono in ottica dell classifica generale. Bisogna aspettare che il gruppo riprenda Rosa ai meno 28 Km da Scalea per far sì la corsa si rianimi e che quindi poco dopo ai meno 15 Km inizi il valzer dei treni delle squadre interessate allo sprint. Belle le immagini Rai con la costa della riviera dei cedri ed il mare cristallino di questa parte del Paese. Dicevamo della lotta nel lungo rettilineo di arrivo, in pratica 8 Km piatti per organizzare la volata! Davanti si creano diversi treni sia a destra che a sinistra della carreggiata, inizialmente sono i Lotto Soudal a fare la voce grossa, poi i Groupama – FDJ, i Bahrain Victorious, e soprattutto i Quick-Step Alpha Vinyl. Ai duemila metri conclusivi fanno capolino in testa anche gli Israel – Permier Tech rimontati da Intermarché – WantyGobert. Le squadre si mescolano in testa come un mazzo di carte, sotto il triangolo rosso è la Groupama – FDJ sempre con Jacopo Guarnieri a prendere la posizione di testa seguiti dagli uomini della Quick-Step Alpha Vinyl, a destra della strada invece Fernando Gaviria rimane imbottiogliato tra il due DSM DSM Alberto Dainese e Cees Bol compromettendo la propria volata. Il primo a lanciare la volata una volta riconquistata, grazie a Michael Mørkøv la sede stradale a sinistra, è Mark Cavendish chje parte ai 350m, Guarìnieri non si fa sorprendere e a sua volta lancia in modo impeccabile Démare, seguito da Caleb Ewan, i due in netta rimonta saltano a destra il britannico e vanno a sprintare con il colpo di reni che premia per pochi millimetri il transalpino! Per l’ufficialità della vittoria bisogna aspettare il fotofinish, Dèmare rafforza così il primato della maglia ciclamino. Terzo Mark Cavendish partito forse troppo presto. In classifica generale non cambia nulla se non, come anticipato il secondo di abbuono di Lennard Kamna (Bora-Hasgrohe) che si porta a 38” dalla maglia rosa di Juan Pedro Lòpez (Trek – Segafredo). Domani tappa molto interessante da Diamante a Potenza con l’ascesa del Monte Sirino ad inizio tappa e ben 4 GPM da affrontare.

Antonio Scarfone

Arnaud Dèmare vince a Scalea su Caleb Ewan (Foto: Michael Steel per Getty Images)

Arnaud Dèmare vince a Scalea su Caleb Ewan (Foto: Michael Steel per Getty Images)

12-05-2022

maggio 12, 2022 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) si è imposto anche nella sesta tappa, Palmi – Scalea, percorrendo 192 Km in 5h’02′33″, alla media di 38.076 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) e il britannico Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), 5°. Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 38″ sul tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) e 58″ sull’estone Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 19° a 2′32″.

TOUR DE HUNGRIE

L’olandese Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella seconda tappa, Karcag – Hajdúszoboszló, percorrendo 192 Km in 3h’59′20″, alla media di 48.134 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Rudy Barbier (Israel-Premier Tech) e il belga Sasha Weemaes (Sport Vlaanderen-Baloise). Miglior italiano Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), 6°. Il belga Jens Reynders (Sport Vlaanderen-Baloise) è il nuovo leader della classifica con 4″ su Jakobsen e sull’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma). Miglior italiano Elia Viviani (INEOS Grenadiers), 4° a 5

UNA LUNGA SCALEA SENZA GRADINI

maggio 12, 2022 by Redazione  
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La carovana del Giro sbarca in continente per un’altra tappa destinata ai velocisti, dal profilo più snello rispetto a quella del giorno prima. La salita da affrontare lungo la strada per Scalea sarà scalata subito dopo la partenza di una frazione per il resto totalmente pianeggiante. Le insidie, comunque, non mancheranno neppure sulle strade calabresi per la costante presenza del Tirreno ai margini del tracciato.

Si chiama Scalea la località dove terminerà la prima tappa continentale del Giro 2022 e se vi è venuta alla mente una gradinata non vi siete sbagliati. Il nome della cittadina calabrese deriva proprio dalla conformazione a gradoni del centro storico, ma la strada per arrivarci sarà tutt’altro che una scalinata. Di gradini se ne incontreranno giusto un paio, poco sporgenti e “confinati” nei chilometri iniziali di una frazione per il resto quasi del tutto pianeggiante, con gli ultimi 135 Km che si disputeranno lungo il litorale tirrenico della Calabria. Piccoli saliscendi saranno inevitabili ma la strada si annuncia molto meno tortuosa rispetto alla Via Aurelia della Sanremo e da Diamante in poi, negli ultimi 15 Km, si pedalerà quasi costantemente in rettilineo. Con uno scenario del genere avrà i chilometri contati la fuga di giornata e ben poche speranze avranno di far secco il plotone quei corridori che penseranno di anticipare lo sprint con uno scatto nei chilometri conclusivi. Non tutto, però, oggi potrebbe andare perfettamente “liscio” perché la costante presenza del mare a bordo gara lo esporrà anche stavolta al rischio del vento, che potrebbe portare alcune squadre a un notevole esborso di energie per rientrare in caso di ventagli, un surplus di lavoro che potrebbe richiedere il conto nelle insidiose giornate a venire.
La partenza sarà in discesa anche se la planata dai 200 metri della “Terrazza sullo Stretto” (così è stata soprannominata Palmi) non figura in altimetria perché percorsa fuori gara, in direzione del “chilometro 0” situato all’imbocco della piana di Gioia Tauro, la seconda della Calabria per estensione dopo quella di Sibari. La prima quindicina di chilometri sarà, così, l’acconto dell’interminabile razione di pianura che attenderà il gruppo nel finale, tratto nel quale si toccherà Rosarno, centro balzato agli onori della cronaca per esser stato il primo comune della nostra nazione a costituirsi parte civile in un processo di mafia e presso il quale è possibile visitare l’area archeologica della città magno-greca di Medma, il cui museo è stato inaugurato nel 2014. Il giornaliero appuntamento con la salita arriverà nel momento nel quale il percorso doppierà il promontorio del “Corno di Calabria”, andando a superare tre rampe consecutive e pedalabili, la prima delle quali misura circa 2 chilometri e mezzo e sale al 3.6%. Distanza simile per la successiva al 4.9% – che si concluderà alle porte di Mileto, il comune dal quale nel 2020 scattò la tappa di Camigliatello Silano vinta da Filippo Ganna – mentre leggermente più lunga è la salitella che chiude questa terna e che raggiungerà con una pendenza media del 5.3% l’altopiano di Vibo Valentia, dove presso l’aeroporto militare Luigi Razza, gestito dall’Arma dei Carabinieri, saranno messi in palio i punti per la classifica degli scalatori. Attraversata la vicina Vibo s’imboccherà la discesa che riporterà definitivamente il gruppo a livello del mare e che lo porterà a lambire il centro di Pizzo, località balneare situata all’estremità settentrionale della cosiddetta “Costa degli Dei”, apprezzata non solo per i suoi pregi ambientali e artistici (chiesetta rupestre di Piedigrotta) ma anche e soprattutto per il “Tartufo di Pizzo”, che ha la particolarità d’essere modellato dai gelatai tenendolo nel palmo di una mano. Il successivo tratto vedrà il gruppo sfrecciare sulle strade della Piana di Sant’Eufemia, bonificata tra il 1910 e il 1936 e molto importante sia dal punto di vista agricolo, sia da quello industriale, sviluppatasi in quest’ultimo senso grazie alla presenza dell’aeroporto di Lamezia Terme – il principale scalo aereo calabrese, inaugurato nel 1976 – e alla costruzione della superstrada detta “dei Due Mari” perché attraversa l’Istmo di Marcellinara, il corridoio che mette in comunicazione la costa ionica con quella tirrenica collegando nel contempo Lamezia Terme al capoluogo regionale Catanzaro. Ben presto si giungerà sulle strade di Amantea, località turistica “erede” del centro bizantino di Nepetia e che assunse l’odierno nome durante la dominazione araba, quando fu ribattezzata Al-Mantiah, toponimo italianizzato dopo che il condottiero bizantino Niceforo Foca la riconquistò nell’885, dando inizio anche alla costruzione del castello che domina l’abitato e nei cui pressi si possono ammirare anche i suggestivi ruderi della più antica chiesa di Amantea, dedicata a San Francesco d’Assisi e innalzata nel 1216. Come anticipato non ci sarà solo pianura nel finale e sarà il caso del tratto di 2 Km al 4.1% che si incontrerà all’altezza di Paola, una delle principali mete del turismo religioso in Calabria per la presenza del santuario dedicato a San Francesco da Paola (1416-1507), il fondatore dell’ordine dei Minimi, costituito dall’antica chiesa eretta in stile gotico nel XVI secolo e dalla moderna basilica inaugurata nel 2000. Proseguendo nella marcia verso nord si giungerà a Guardia Piemontese Marina, sede del secondo traguardo di giornata situata a un tiro di schioppo dalle Terme Luigiane, località curativa nota sin dall’epoca romana e che ebbe l’attuale nome in periodo ottocentesco in onore del principe Luigi Carlo di Borbone. Transitati ai piedi degli spettacolari “Gironi di Acquappesa”, strada a tornanti sovrapposti che ricordano la discesa dal Poggio sanremese, i corridori toccheranno Cetraro per poi affrontare una salita di 1000 metri esatti al 5.5% che rappresenterà la porta d’accesso alla Riviera dei Cedri, tratto di costa cosentina noto per la coltivazione di questo agrume che secondo la tradizione ebraica era il “Mêlon”, il frutto dell’albero del bene e nel male che cresceva nel giardino dell’Eden; a questo proposito, il fatto che i cedri calabresi siano tra i più pregiati al mondo motiva tutti gli anni i rabbini ad affrontare il viaggio in Italia per selezionare personalmente i frutti che saranno utilizzati come offerta votiva durante il rituale di Sukkot, ricorrenza religiosa che si tiene a ottobre di ogni anno.
Un ultimo dentello – 1400 metri al 3% – porterà i “girini” a transitare ai piedi del colle di Belvedere Marittimo, che vanta uno dei meglio conservati castelli della regione, poi la pianura sarà la sola protagonista del tracciato, che ora vedrà il gruppo puntare su Diamante, il centro che la giornalista napoletana Matilde Serao – prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano (Il Mattino) – definì la “Perla del Tirreno” e che in anni più recenti s’è meritata anche all’appellativo di “città più dipinta d’Italia” per la presenza di oltre 300 murales, realizzati a partire dal 1981.
Non ci sarà il tempo per fermarsi ad ammirarne nemmeno una di queste opere per il gruppo, Scalea bussa alle porte e la velocità di gara si farà ancora più indiavolata: se Eva fu tentata dal Mêlon, la prospettiva di un posto al sole nello sprint all’ombra dei cedri per gli sprinter sarà una tentazione ancora più irresistibile.

Mauro Facoltosi

Scalea, la Riviera dei Cedri e l’altimetria della sesta tappa (www.inrivieradeicedri.it)

Scalea, la Riviera dei Cedri e l’altimetria della sesta tappa (www.inrivieradeicedri.it)

CIAK SI GIRO

Tre ragazzi calabresi decidono di girare un cortometraggio, ma sono a corto degli “ingredienti” principali per farlo, un regista e un attore che lo interpreti. Il primo lo trovano, il secondo faticano a scovarlo e solo grazie all’insperato aiuto di un’attrice incontrata a Roma riescono addirittura ad arrivare un nome “da urlo”, il mostro sacro del cinema francese Gérard Depardieu, che accetta di buon grado di partecipare al progetto. È questa la trama de “L’Abbuffata”, film nel film che il regista Mimmo Calopresti girò nel 2007 negli affascinanti set della Riviera dei Cedri, faticando meno degli attori in scena a coinvolgere il “Principe Nero” perché con lui aveva già lavorato nel 1998 nel film “La parola amore esiste”, interpretato anche da un’altra attrice presente ne “L’abbuffata”, Valeria Bruni Tedeschi, sorella della più celebre Carla. Se non avete visto il film non vi sveliamo altro sulla trama, anche per non rivelarvi l’inatteso colpo di scena finale che impedirà a Depardieu di prendere parte al cortometraggio, un “coup de théâtre” che ha come fondale l’Isola di Cirella, antistante Diamante. E non solo nella “Perla del Tirreno” si girò, perché le riprese coinvolsero anche Cittadella del Capo, centro del litorale cosentino dove si trova l’albergo che la produzione riservò a Depardieu.

La terrazza panoramica sulla quale Depardieu si abbufferà nella principale scena del film girato a Diamante nel 2007 (www.davinotti.com)

La terrazza panoramica sulla quale Depardieu si abbufferà nella principale scena del film girato a Diamante nel 2007 (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/l-abbuffata/50011313

FOTOGALLERY

Duomo di Palmi

Rosarno, la palazzina sede del museo archeologico inaugurato nel 2014

Castello normanno-svevo di Vibo Valentia

Pizzo, chiesetta di Piedigrotta

Amantea, ruderi della chiesa di San Francesco d’Assisi

Paola, la nuova basilica del Santuario di San Francesco di Paola

I tornanti dei “Gironi di Acquappesa” visti dalla statale litoranea che sarà percorsa dal gruppo

Il castello aragonese di Belvedere Marittimo

Uno dei murales che adornano in vicoli di Diamante

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI MESSINA

maggio 11, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Nibali: “Questo sarà il mio ultimo Giro e a fine anno lascio” – Giro d’Italia: a Messina trionfa in volata il francese Demare. Lopez resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Valter Attilának jön egy itallal a szakaszgyőztes

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Arnaud Demare sprints to Giro d’Italia stage win after Mark Cavendish is dropped on climb

The Daily Telegraph

FRANCIA

Jour de gloire pour Démare

L’Équipe

SPAGNA

Démare vence al esprint y Juanpe alarga el sueño del rosa

AS

PORTOGALLO

Giro: Arnaud Démare vence 5.ª etapa, Juan López mantém liderança

Público

BELGIO

Arnaud Démare veegt in Giro de nul weg in de sprint, Mathieu van der Poel moet puntentrui alweer afgeven

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Ramon Sinkeldam leidt Arnaud Démare naar ritzege in Giro d’Italia – Oud-Tourwinnaar Nibali hangt na dit seizoen fiets aan de wilgen

De Telegraaf

GERMANIA

Kämna weiter Zweiter und im Bergtrikot – Demare siegt

Kicker

COLOMBIA
Fernando Gaviria, segundo en la quinta etapa del Giro de Italia – Vincenzo Nibali anuncia la fecha de su retiro del ciclismo profesional

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz se mantiene en puesto 11 del Giro; Arnaud Démare gana el esprint de la sexta etapa – Vincenzo Nibali se despide en Messina y anuncia su retiro del pelotón internacional

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Lo stretto necessario (Levante, Carmen Consoli)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Palmi: cielo sereno, 22.8°C, vento debole da NW (9 km/h), umidità al 56%
Vibo Valentia – Traguardo Volante (40.6 Km): cielo sereno, 22.5°C, debole da NW (8-9 km/h), umidità al 53%
Amantea (107.6 Km): poco nuvoloso, 21.2°C, vento moderato da W (13 km/h), umidità al 73%
Guardia Piemontese Marina – Traguardo Volante (147.7 Km): poco nuvoloso, 20.5°C, vento moderato da W (13 km/h), umidità al 74%
Scalea: cielo sereno, 22.4°C, vento moderato da WNW (12 km/h), umidità al 64%

GLI ORARI DEL GIRO

11.50: inizio diretta su RaiSport
12.25: inizio diretta su Eurosport 1
12.50: partenza da Palmi
13.35-13.45: GPM di Aeroporto Luigi Razza
13.45-13.50: traguardo volante di Vibo Valentia
14.00: inizio diretta su Rai2
16.05-16.25: traguardo volante di Guardia Piemontese Marina
17.00-17.25: arrivo a Scalea

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “È partito con un vantaggio di 5 minuti sulla maglia rosa di Lopez” (e Lopez inseguiva nudo più staccato)
Petacchi: “La volata che Mareczko ha fatto nella vittoria di Cavendish”
Borgato: “I velocisti fusi” (puri)
Saligari: “I direttori sportivo”
Saligari: “Sono situazione che presto trascuriamo” (presso)
Pancani: “La Ineos sta tenendo in quota Carapaz”
Nibali: “La squadra è sempre importantissimo”
Nibali: “Adesso lanciamo Ettore Giovannelli” (lanciando un servizio giornalistico di Giovannelli)
Fabretti: “Senza il loro sopporto”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quinta tappa, Catania – Messina

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry s.t.
3° Oier Lazkano s.t.
4° James Knox s.t.
5° Jacopo Guarnieri s.t.

Classifica generale

1° Pieter Serry
2° Bert Van Lerberghe a 20″
3° Michael Mørkøv a 29″
4° Mark Cavendish a 33″
5° Rüdiger Selig a 3′42″

Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 11° a 7′17″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

5a TAPPA: PERUGIA – VALLE SANTA (Rieti) (258 Km) – 23 MAGGIO 1962

IL FRANCESE CARRARA PERCORRE 200 KM DA SOLO, PASSA PRIMO SUL TERMINILLO E VINCE A RIETI
La fuga di un ciclista “sconosciuto” ha movimentato la quinta tappa del Giro d’Italia
Il giovane corridore transalpino ha ancora la licenza da indipendente – “L’ho conosciuto sabato alla partenza” ha detto Jean Bobet – Van Est secondo davanti a Brugnami – Van Looy in ritardo – Suarez resta Maglia rosa – Oggi si disputa la Rieti-Fiuggi

Il palazzo comunale di Messina illuminato di rosa in occasione del Giro (www.gazzetta.it)

Il palazzo comunale di Messina illuminato di rosa in occasione del Giro (www.gazzetta.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)

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