ECUAD’ORO CARAPAZ, L’OLIMPIADE E’ SUDAMERICANA!
La corsa olimpica si infiamma sul Mikuni Pass, ad una quarantina di km dall’arrivo. Sono Tadej Pogacar (Slovenia), Brandon McNulty (USA) e Michael Woods (Canada) ad attaccare ed a portarsi dietro un gruppetto di una quindicina di unità tra cui Alberto Bettiol (Italia). Ma è prima della seconda ascesa verso il Kagosawa Pass, a circa 25 km dall’arrivo, che si decide la corsa grazie all’azione di Brandon McNulty (USA) e Richard Carapaz (Ecuador). Quest’ultimo attaccava nello strappetto finale che anticipava l’entrata al Fuji International Speedway e andava a vincere l’oro olimpico. L’argento va a Wout van Aert (Belgio), il bronzo a Tadej Pogacar (Slovenia).
234 km di imboscate. Questo a prima vista sembra essere il leitmotiv che accompagnerà i ciclisti impegnati nella Prova in Linea Olimpica di Tokyo 2020. Si parte dal Musashinonomori Park e si arriva al Fuji International Speedway. I primi 100 km prevedono le due ascese di Doushi Road e di Kagosaka Pass, dopodiché si entrerà nel vivo con la scalata del Monte Fuji, il punto più elevato del percorso olimpico con i suoi 1451 metri. Dopo lo scollinamento ci saranno da affrontare una cinquantina di km tra discesa e diversi saliscendi prima di affrontare la salita più dura, il Mikuni Pass, dove la corsa potrebbe decidersi o, perché no, essersi già decisa. La parte centrale con i suoi 4 km con pendenze costantemente in doppia cifra renderanno dura la vita di molti ciclisti. Dalla vetta del MIkuni Pass mancheranno 34 km all’arrivo, inframmezzati dalla seconda breve ascesa verso il Kagosaka Pass, dopodiché ci saranno circa 10 km di discesa. Gli ultimi 13 km sono sostanzialmente in pianura ma ci sono alcuni zampellotti sui quali si scateneranno gli ultimi attacchi per la vittoria finale. Un percorso sicuramente esigente e che promette spettacolo. Le nazionali hanno un massimo di cinque atleti per squadra. Beneficiano di questo vantaggio Belgio, Spagna, Francia, Olanda ed Italia. Ma gli occhi saranno puntati anche su altre nazionali, con Slovenia, Svizzera, Danimarca, Colombia e Gran Bretagna, per dirne alcune, che non mancheranno di attaccare a ripetizione. Greg Van Avermaet, ai nastri di partenza col Belgio, cinque anni fa a Rio conquistò l’oro olimpico grazie ad una fuga a lunga gittata. Vedremo a Tokyo cosa succederà. A causa della positività al Covid, non partivano due ciclisti: il tedesco Simon Geschke ed il ceco Michal Schlegel. Le prime fasi della corsa servivano principalmente a mettere in atto la fuga di giornata da parte di ciclisti di seconda fascia. Erano in otto ad andare in fuga dopo poco più di 10 km: Nic Dlamini (Sud Africa), Michael Kukrle (Repubblica Ceca), Juraj Sagan (Slovacchia), Eduard-Michael Grosu (Romania), Polychronis Tzortzakis (Grecia), Orluis Aular (Venezuela), Paul Daumont (Burkina Fasu) ed Elchin Asadov (Azerbaijan). Gli otto in fuga raggiungevano un vantaggio che sfiorava i 20 minuti verso il km 80, quando si scollinava la prima asperità di giornata, la Doushi Road. Sul successivo Kagosaka Pass, la fuga si rompeva in due tronconi. Restavano in testa Dlamini, Kukrle, Sagan, Tzortzakis ed Aular. Era principalmente il Belgio con Greg van Avermaet a tirare il gruppo. Per colpa della rotaia del tram, erano coinvolti in una caduta, apparentemente senza conseguenze, Giulio Ciccone (Italia), Geraint Thomas e Tao Hart (Gran Bretagna). Ai piedi della scalata verso il Monte Fuji, il vantaggio della fuga era sceso a 13 minuti e 40 secondi. Dopo il gran lavoro fatto nella prima parte della corsa, Greg van Avermaet si staccava sulle prime rampre del Monnte Fuji. Era sempre il Belgio con Beoon e Vansevenant a tirare il gruppo, coadiuvato da Tratnik per la Slovenia. Dopo Van Avermaet, alzava bandiera bianca anche Omar Fraile, che poteva essere una valida alternativa a Valverde per la Spagna. Giulio Ciccone si faceva vivo nelle prime posizioni del gruppo dando un forte impulso all’andatura, tant’è che sotto la sua spinta il gruppo iniziava a sfilacciarsi. Altri ciclisti di un certo livello si staccavano, come Zdenek Stybar (Repubblica Ceca), Ilnur Zakarin (Russia) e Alejandro Valverde (Spagna). La fuga scollinava con poco più di 6 minuti di vantaggio sul gruppo. A 60 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 4 minuti e 10 secondi. Si avvicinava la scalata verso il Mikuni Pass, con il gruppo inseguitore forte ancora di un’ottantina di unità. Nel frattempo Thomas si ritirava. A 55 km dall’arrivo nel gruppo iniziavano le scaramucce. I primi a muoversi erano Damiano Caruso (Italia), Wilco Leldremann (Olanda) e Mauri Vansevenant (Belgio). Piùche altro era un allungo per testare la situazione generale. Ripartivano in contropiede Vincenzo Nibali (Italia), Remco Evenepoel (Belgio) ed Eddie Dunbar (Irlanda). Anche questo tentativo aveva vita breve. A 50 km dalla conclusione il gruppo dei migliori tornava compatto, anche se bisognava ancora andare a prendere Kukrle ed Aular. Il ricongiungimento effettivo avveniva a 48 km dall’arrivo. In testa al gruppo si segnalava la presenza delle nazionali francese e olandese. Sulle prime rampe del Mikuni Pass era il Belgio a mantenere un’andatura costante con Benoot. Anche Nairo Quintana (Colombia) si staccava. Insieme a lui, perdevano definitivamente il contatto col gruppo Kasper Asgreen (Danimarca) e Alejandro Valverde (Spagna), che era riuscito a rientrare precedentemente. Anche Tom Dumoulin (Olanda), Sergio Higuita (Colombia), Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone (Italia) e Remco Evenepoel (Belgio) si facevano sfilare. Il Mikuni Pass si stava rivelando il punto clou della corsa olimpica, con il gruppo principale che contava non più di una trentina di unità. Tadej Pogacar (Slovenia) scattava a circa 4 km dallo scollinamento. Riuscivano a mantenere il suo ritmo Brandon McNulty (USA) e Michael Woods (Canada). Il gruppo era tirato da Alberto Bettiol (Italia) e Wout van Aert (Belgio), mentre sembrava in difficoltà Primoz Roglic (Slovenia). Sul terzetto di testa si riportavano Bauke Mollema (Olanda), Michal Kwiatkowski (Polonia), Alberto Bettiol (Italia) e Richard Carapaz (Ecuador). Anche Rigoberto Uran (Colombia) raggiungeva la compagnia a circa 2 km dallo scollinamento. Grazie al lavoro di Van Aert, rientravano sui primi, oltre al belga, anche Bauke Mollema (Olanda), Jakob Fuglsang (Danimarca) e David Gaudu (Francia). Prima della seconda ascesa verso il Kagosaka Pass, rientravano anche Maximilian Schachmann (Germania) ed Adam Yates (Gran Bretagna). A 25 km dall’arrivo attaccavano Carapaz e McNulty. La coppia di testa conquistava un discreto vantaggio sugli immediati inseguitori. Le doti da passista di McNulty si facevano vedere nella discesa successiva allo scollinamento del Kagosawa Pass. A 20 km dall’arrivo la coppia di testa aveva 40 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. Bettiol era vittima di crampi e si faceva sfilare. Restavano in 10 all’inseguimento di Carapaz e McNulty. A 6 km dall’arrivo Carapaz attaccava e si lasciava alle spalle McNulty che veniva ripreso dal drappello degli inseguitori. All’entrata del Fuji International Speedway, il ciclista ecuadoriano aveva una trentina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. Carapaz dava tutti negli ultimi km ed andava a trionfare sul traguardo, per il primo oro olimpico di un ciclista sudamericano. Nella volata ristretta per l’argento, van Aert batteva al photofinish Pogacar, che doveva accontentarsi del bronzo. Chiudevano la top five olimpica Bauke Mollema in quarta posizione e Michael Woods in quinta posizione. Prossimo appuntamento con gli uomini sarà il 28 Luglio nella prova a cronometro. Van Aert vorrà sicuramente rifarsi dopo un pur ottimo argento, ma la concorrenza è agguerrita con Filippo Ganna (Italia) e Rohan Dennis (Australia) che gli daranno filo da torcere.
Giuseppe Scarfone

Dopo il Giro del 2019 ecco un'altra perla firmata Carapaz, la gara su strada alle olimpiadi di Tokyo (foto Bettini)
23-07-2021
luglio 24, 2021 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE WALLONIE
L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella quarta tappa, Neufchâteau – Fleurus, percorrendo 206 Km in 4h55′16″, alla media di 41.86 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo
(Team Qhubeka NextHash) e il colombiano Fernando Gaviria Rendón (UAE-Team Emirates). Lo statunitense Quinn Simmons (Trek – Segafredo) è ancora leader della classifica con 3″ sul belga Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e 19″ sul francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 14° a 34″.
TOUR ALSACE
Il colombiano Abner Santiago Umba López (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella seconda tappa, Vesoul – La Planche des Belles Filles, percorrendo 143.1 Km in 3h47′36″, alla media di 37.724 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Antoine Huby (Cross Team Legendre) e l’elvetico Sébastien Reichenbach
(Groupama – FDJ. Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 20° a 41″. Huby è il nuovo leader della classifica con 10″ su Umba López e 11″ sul belga Lennert van Eetvelt (Lotto – Soudal U23)- Miglior italiano Frigo, 19° a 54″
TOUR DE WALLONIE, SECONDA PER GROENEWEGEN
Dylan Groenewegen raddoppia le vittorie di tappa in volata al Wallonie. Battuti Nizzolo e Gaviria
Tappa mossa e nervosa per tutto il percorso, con fughe e controfughe che si susseguono senza mai riuscire a prendere il largo.
Quando al traguardo mancano circa 60 Km se ne vanno in 7: Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Julius van den Berg (EF Education – Nippo), Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Eliot Lietaer (B&B Hotels p/b KTM), Dries Van Gestel (Team TotalEnergies), e Toon Aerts (Baloise – Trek Lions), i quali sembrano prendere finalmente il largo.
Il gruppo controlla e chiude il tentativo ai -20, ma non sono finite le emozioni odierne: sulle ultime cotes in programma si susseguono nuovi tentativi fra cui quello di Josef Černý (Deceuninck Quick Step) e della maglia arancione di leader Quinn Simmons (Trek – Segafredo), ma senza successo.
Si giunge dunque alla volata a ranghi compatti: il più veloce è di nuovo Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma), che batte sulla linea del traguardo un buon Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash) e Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates).
Quinn Simmons mantiene il vessillo del primato in classifica generale.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Dylan Groenewegen bissa il successo di tappa al Wallonie (Getty Images Sport)
22-07-2021
luglio 22, 2021 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
Lo statunitense Quinn Simmons (Trek – Segafredo) si è imposto nella terza tappa, Waimes – Érezée, percorrendo 177 Km in 4h07′19″, alla media di 39.787 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e di 13″ il francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Alessandro Covi (UAE-Team Emirates), 7° a 25″. Simmons è il primo leader della classifica con 3″ su Dewulf e 19″ su Renard. Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 12° a 34″. La tappa sarebbe dovuta partire da Plombières, ma l’organizzazione è stata costretta a cambiare percorso all’ultimo momento a causa delle alluvioni che hanno colpito il Belgio.
TOUR ALSACE
Il belga Arnaud De Lie (Lotto – Soudal U23) si è imposto nella prima tappa, Colmar – Altkirch, percorrendo 163.1 Km in 3h49′49″, alla media di 42.582 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Théo Menant (Vendée U) e il britannico Ben Turner (Trinity Racing). Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 43°. De Lie è il nuovo leader della classifica con 4″ su Turner e sul ceco Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper). Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 71° a 16″
TOUR DE WALLONIE, È IL GIORNO DI SIMMONS
Quinn Simmons vince con una bella azione di forza la terza tappa del Wallonie. Dewulf e Renard completano il podio
Tappa mossa e nervosa lungo tutto il percorso odierno fatto di diversi saliscendi che non hanno permesso ad una vera e propria fuga di prendere il largo. L’azione decisiva si muove soltanto ai -10 Km dal traguardo lungo l’ascesa finale al Côte de Beffe, dettata da Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert) e Stan Dewulf (AG2R Citroën).
Alle loro spalle è lesto il duo Trek-Segafredo composto da Quinn Simmons e Juan Pedro López a lanciarsi all’inseguimento e rientrare sulla testa poco dopo lo scollinamento del GPM. Lo stesso Simmons è protagonista di ripetuti attacchi nel finale, ai quali riesce a resistere soltanto Dewulf. I due procedono di ottimo accordo mentre il gruppo dietro tarda ad organizzarsi, perdendo ogni ultima speranza di rientrare sulla testa della corsa.
Partita la volata finale a due, lo statunitense della Trek si lancia in un lunghissimo allungo al quale il belga della Cofidis non riesce a rispondere, dovendo accontentarsi della piazza d’onore. La volatina del plotone per la terza posizione è regolata da Alexis Renard (Israel Start-Up Nation). Per lo statunitense della Trek-Segafredo anche la doppia gioia della nuova maglia di leader della classifica generale.
Lorenzo Alessandri
Twitter LorenzoAle8

Quinn Simmons esulta sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo
21-07-2021
luglio 21, 2021 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
Il belga Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Zolder, percorrendo 120 Km in 2h34′42″, alla media di 46.542 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Fernando Gaviria Rendón (UAE-Team Emirates) e il belga Amaury Capiot (Team Arkéa Samsic). Miglior italiano Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), 5°. L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Jakobsen e 4″ su Gaviria Rendón. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash), 19° a 10″. La tappa si sarebbe dovuta disputare tra Verviers ed Herve, sulla distanza di 185.7 Km, ma l’organizzazione è stata costretta a cambiare percorso all’ultimo momento a causa delle alluvioni che hanno colpito il Belgio.
TOUR ALSACE
Il team olandese Jumbo-Visma Development Team si è imposto nel prologo, cronometro a squadre (per gruppi di tre corridori) di Sausheim, percorrendo 4.3 Km in 5′03″, alla media di 51.089 Km/h. Ha preceduto di pochi centesimi di secondo il team ceco Elkov – Kasper e di 1″ il team olandese SEG Racing Academy. Unica formazione italiana in gara la Androni Giocattoli – Sidermec: il primo team ha terminato con 14″ di ritardo, il secondo con 19″ di ritardo. Il norvegese Johannes Staune-Mittet (Jumbo-Visma Development Team) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo degli olandesi Loe van Belle (Jumbo-Visma Development Team) e Lars Boven (Jumbo-Visma Development Team). Miglior italiano Marco Frigo (SEG Racing Academy), 79° a 12″
TOUR DE WALLONIE, BENTORNATO JAKOBSEN
Fabio Jakobsen vince la seconda tappa del Tour de Wallonie, la prima volta dopo il terribile incidente. Secondo Gaviria, terzo Capiot
Giornata particolare oggi: la tappa originale è stata stravolta nel percorso a causa delle terribili inondazioni che hanno colpito il Belgio nei giorni scorsi, costringendo gli organizzatori a emulare il tracciato iridato 2002 tanto caro all’Italia e a Mario Cipollini.
L’altimetria è pressoché inesistente in termini di dislivello rendendo il ritmo corsa forsennato nelle battute iniziali. Alla fine dopo un po’ di confusione se ne vanno Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Logan Owen (EF Education – Nippo), Quinten Hermans (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Juan Pedro López (Trek – Segafredo), Erik Nordsaeter Resell (Uno-X Pro Cycling Team), Toon Aerts (Baloise – Trek Lions) e Gianni Marchand (Tarteletto – Isorex). Come prevedibile però le squadre dei velocisti non lasciano mai il pallino del gioco agli attaccanti fino alla definitiva chiusura del tentativo del mattino, quando al traguardo mancano 20 Km.
Qui la Deceuninck QuickStep detta il ritmo e lancia una volata magistrale per il redivivo Jakobsen che riesce a mettere la ruota davanti a tutti sul traguardo del circuito di Zolder e tornare alla vittoria dopo il terribile incidente al Giro di Polonia dello scorso anno. Alle sue spalle Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Amaury Capiot (Arkéa-Samsic).
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Fabio Jakobsen torna alla vittoria al Tour de Wallonie (foto Bettini)
20-07-2021
luglio 20, 2021 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, Genappe – Héron, percorrendo 187.5 Km in 4h21′36″, alla media di 42.592 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation) e il belga Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash), 9°. Groenewegen è il primo leader della classifica con 4″ su Hofstetter e sul belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix). Miglior italiano Nizzolo, 15° a 10″
TOUR DE WALLONIE, PRIMA A GROENEWEGEN
Dylan Groenewegen vince la prima tappa del Tour de Wallonie davanti a Hugo Hofstetter e Gianni Vermeersch
Prima tappa del Giro di Vallonia 2021, edizione segnata dal lutto per la perdita di troppe vite umane causata dalle terribili inondazioni che hanno colpito Germania e Belgio nei giorni scorsi.
Dopo il minuto di silenzio commemorativo, parte la corsa vera e propria ma la fuga tarda a delinearsi con tentativi che si susseguono senza successo. È solo quando al traguardo mancano 40 km che Stan Dewulf (AG2R Citroën Team) e Jenthe Biermans (Israel Start-Up Nation) prendono il largo e comandano la corsa fino ai -10, quando il plotone riesce a ricucire il distacco accumulato.
Rintuzzati anche gli ultimi tentativi da finisseurs parte la volata a ranghi compatti: Dylan Groenewegen è il più veloce di tutti e ritrova la vittoria dopo ben 17 mesi di astinenza. Alle sue spalle, secondo Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation) e terzo Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix).
Lorenzo Alessandri
Twitter LorenzoAle8

Dylan Groenewegen esulta sul traguardo dopo 17 mesi di attesa (Getty Images Sport)
TOUR 2021: LE PAGELLE FINALI
luglio 20, 2021 by Redazione
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Tadej Pogacar promosso a pieni voti: ecco le pagelle finali del vincitore del Tour 2021 e degli altri protagonisti della corsa
TADEJ POGACAR: Lo sloveno si ritrova a ventidue anni con un palmares da far invidia al 95% dei ciclisti ancora in attività, un dominatore con classe e carattere che monopolizza la corsa francese dando l’impressione di non aver dato tutto e di essersi anche risparmiato nelle ultime tappe. Vince il suo secondo Tour de France di fila annichilendo la concorrenza già dalla prima settimana e con oltre 5 minuti dal secondo in classifica. Vince due tappe di montagna, una cronometro, la classifica riservata ai giovani e anche quella degli scalatori. Un dominio così netto e marcato difficilmente si è visto negli ultimi anni al Tour de France. Pauroso. Voto: 10
MARK CAVENDISH: Era dato dai più come finito, invece in casa Deceunicnk -QuickStep ci hanno creduto e sono stati ripagati profumatamente. Cavendish a 39 anni suonati è riuscito a vincere ben 4 volate e a trionfare nella classifica a punti, vittorie che gli hanno persino permesso di eguagliare il record di tappe vinte al Tour de France che apparteneva al grande Eddy Merckx. Intramontabile. Voto: 9
WOUT VAN AERT: Da una parte Van der Poel che si ritira dopo poche tappe per prepararsi al meglio in vista dell’Olimpiade di Tokyo, dall’altra lui che resta in corsa e vince tre tappe, comprese la crono di Saint-Émilion e la sfilata in volata sugli Champs-Élysées. Un inizio di corsa in vesti da gregario e un finale degno di un campionissimo. Voto: 8
BEN O’CONNOR: L’australiano entrato nella classifica che conta con la fuga vincente della tappa di Tignes e non se ne esce più, terminando a Parigi al quarto posto. Voto: 7,5
JONAS VINGEGAARD: Dopo l’addio alla corsa di Roglic si ritrova capitano in casa Jumbo, ruolo che ricopre bene e che gli permette di conquistare il podio del Tour de France per la prima volta in carriera. A 24 anni ha tutto il futuro davanti per tentare l’assalto ad un Grande Giro, considerando che il danese è stato l’unico a provare seriamente ad impensierire Pogacar, segno che la testa e la tenacia non gli mancano. Voto: 7,5
MATEJ MOHORIC: Dopo il brutto infortunio al Giro d’Italia si rifà alla grande in terra di Francia andando a vincere due bellissime tappe. Voto: 7
MICHAEL MORKOV: Nelle vittorie di Cavendish c’è molto merito suo. Gregario serio e affidabile, sempre pronto a trovare il pertugio giusto per lanciare il proprio capitano. Voto:7
ALEXEY LUTSENKO: Prova a far classifica e zitto zitto, alla faccia degli scettici, ci riesce. In una corsa dove non lascia segni o azioni significative, il kazako riesce a portare a casa un ottimo settimo posto. Voto: 6,5
BAUKE MOLLEMA: Tra le tante fughe provate riesce a timbrare il cartellino a Quillan. Voto: 6,5
PATRICK KONRAD: A trent’anni riesce a vincere finalmente una tappa in un Grande Giro. Voto: 6,5
SEPP KUSS: Lavora prima per Roglic poi per Vingegaard, nel mezzo riesce anche a vincere una bella tappa. Voto: 6,5
WILCO KELDERMAN: Con una grandissima regolarità e costanza riesce a terminare la corsa francese con un buon quinto posto nella classifica generale. Voto: 6,5
MATHIEU VAN DER POEL: A Mûr-de-Bretagne prende tappa e maglia gialla, ha una gamba e una condizione da mettere i brividi ai diretti avversari: peccato si ritiri sul più bello per prepararsi al meglio in vista delle Olimpiadi. Per il ritiro anticipato mezzo punto in meno in pagella. Voto 6,5
TIM MERLIER: Corre da separato in casa Alpecin e nonostante questo riesce a vincere a Pontivy. Voto 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: A 41 anni lotta per la vittoria di tappa e si mette anche a disposizione del giovane capitano Mas. Riesce ad onorare anche questo Tour, nel quale una tappa vinta – e ci è andato vicino ad Andorra – sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta. Voto: 6
DYLAN TEUNS: Il belga vince una della tappe più belle del Tour de France, poi si perde. Voto 6
ENRIC MAS: Doveva dividersi i gradi di capitano con Miguel Angel Lopez e le cadute del colombiano gli hanno dato una mano che però non è riuscito a sfruttare fino in fondo. Sulle salite non regge il passo dei diretti rivali, pagando ritardi che lo hanno allontanato molto dal podio. Un sesto posto che da fiducia per il futuro, data la giovane età. Voto: 6
GUILLAUME MARTIN: Col suo ottavo posto il transalpino riesce a regalare alla Cofidis un posto d’onore in classifica generale. Voto: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Prima Maglia Gialla dell’edizione numero 108 del Tour de France, da lì in poi solo grigiore e anonimato. Voto: 6
MATTIA CATTANEO: L’italiano lotta sempre, che sia in fuga, in montagna o a crono. Sfortunatamente non riesce ad entrare nella top ten generale e a vincere una tappa. Voto: 6
NILS POLITT: Una tappa vinta grazie alla fuga di giornata per il tedesco della Bora-Hangrohe. Voto: 6
RICHARD CARAPAZ: Dopo le cadute e le varie débâcle giornaliere dei compagni di squadra, Carapaz si è ritrovato capitano unico della Ineos Grenadiers, un ruolo che non gli ha permesso lo stesso di superare un muro invalicabile di nome Pogacar. Per l’ecuadoriano una condotta di corsa troppo conservatrice dove gli attacchi alla Maglia Gialla sono stati pochi e con scarsa convinzione. Un terzo posto che brucia in casa Brailsford. Voto:6
GERAINT THOMAS: Le insidie della strada lo relegano a ruolo di gregario, cosa che prova a fare senza grandi risultati. Voto: 5,5
JASPER PHILIPSEN: Per politiche interne di squadra si ritrova capitano nelle volate. Non riesce ad essere mai un reale pericolo per Cavendish. Voto 5,5
RIGOBERTO URAN: Il colombiano crolla nell’ultima settimana, sulle ultime salite del Tour de France perde il podio e per un soffio non perde anche la top ten. Voto 5,5
WOUT POELS: Tanta generosità, ma mancano quei risultati che da un ciclista come lui dovrebbero arrivare. Voto: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: Lotta per la maglia verde, ma contro Cavendish è difficile. Non riesce a vincere tappe e in volata non si rende mai pericoloso. Voto 5
JAKOB FUGLSANG: Una corsa anonima la sua. Non incide mai, non prova a vincere una tappa e tantomeno a fare classifica. Voto: 5
PETER SAGAN: Corre senza incidere, un Tour de France anonimo. Voto: 5
VINCENZO NIBALI: Per i suoi tifosi e per tutti gli appassionati italiani di ciclismo vederlo correre così senza quella condizione fisica degli anni passati è un colpo al cuore. Voto: 5
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Parte col piede sbagliato e sarà un’agonia finché non decide di ritirarsi prima della diciannovesima frazione. Voto: 4,5
ANDRE’ GREIPEL: Un Tour de France che segna definitivamente il tramonto del Gorilla tedesco. Un quinto posto sugli Champs-Élysées è tutto ciò che rimane della sua corsa. Voto: 4
NAIRO QUINTANA: Il capitano del Team Arkea corre un Tour de France disastroso, non ne azzecca una e sembra ormai l’ombra del corridore che duellava con Froome. Voto: 4
Luigi Giglio