13-02-2021

febbraio 13, 2021 by Redazione  
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TOUR DE LA PROVENCE

Il colombiano Iván Ramiro Sosa Cuervo (INEOS Grenadiers) si è imposto nella terza tappa, Istres – Mont Ventoux (Chalet Reynard), percorrendo 153.9 Km in 4h08′14″, alla media di 37.20 Km/h. Ha preceduto di 15″ il connazionale Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e di 18″ il francese Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), 6° a 48″. Sosa Cuervo è il nuovo leader della classifica con 19″ su Bernal Gómez e 21″ su Alaphilippe. Miglior italiano Ciccone, 11° a 1′11″

BALLERINI BALLA ANCHE A MANOSQUE E RAFFORZA IL PRIMATO IN CLASSIFICA

febbraio 12, 2021 by Redazione  
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A Manosque Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step) ripete l’exploit della prima tappa e centra un fantastico bis su un arrivo completamente diverso da quello di ieri. L’italiano, complice la scivolata del capitano designato Julian Alaphilippe a circa 1 km dall’arrivo, è autore di una micidiale progressione con pendenze finali superiori al 7% e vince su un buon Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). Domani l’attesissimo e ‘perturbatissimo’ – meteorologicamente parlando – Mont Ventoux, con l’arrivo sullo Chalet Reuynard, deciderà le sorti della breve corsa a tappe francese

La seconda tappa del Tour de la Provence 2021 presenta un tracciato insidioso in particolare negli ultimi 60 km con la presenza di numerosi saliscendi e due GPM che possono fare da trampolino a qualche attacco isolato. Dopo la bella vittoria nella prima tappa ed il primato in classifica generale, Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step) parte da Cassis con la maglia di leader ed oggi si mette a disposizione di Julian Alaphilippe, visto che il finale odierno si adatta benissimo alle sue caratteristiche, essendo situato su una rampa finale con pendenze che superano il 7%. Il maltempo che imperversa nel sud della Francia aggiunge un altro elemento di difficoltà alla tappa ed i ciclisti correranno sotto l’acqua e il freddo per tutta la sua durata. La fuga di giornata si concretizzava già nei primi km con la scalata del Grand Caumet, primo GPM di giornata posto al km 16. Protagonisti della fuga erano Filippo Conca (Team Lotto Soudal), Jerome Cousin (Team Total Direct Energie), Eduard-Michael Grosu (Team Delko), Samuel Leroux (Team Roubaix Lille Metropole) e Baptiste Bleier (Team St Michel-Auber93). Il gruppo, tirato dagli uomini della Deceunick, concedeva alla fuga un vantaggio massimo di circa 3 minuti. Il giovane italiano Conca era l’ultimo ad arrendersi all’impetuoso incedere del gruppo. Oltre alla Deceuninck, davano una mano a ricucire sul giovane italiano anche l’UAE Team Emirates, la Trek Segafredo e l’Astana, quest’ultima in particolare potendo contare nel finale su tre validissime alternative come Alexey Lutsenko, Alexandr Vlasov ed Alex Aranburu. Nonostante se ne fosse andato tutto solo sul Col de la Mort d’Imbert ed avendo scollinato per primo anche sul successivo Col Montfuron, Conca veniva ripreso definitivamente a circa 16 km dalla conclusione. Ai meno 10 attaccavano Florian Vermeersch (Team Lotto Soudal) e Matteo Jorgenson (Team Movistar) ma la coppia durava in testa non più di 6 km. Ai meno 4 iniziava la rampa finale, non durissima e proprio per questo affrontata con un ritmo infernale da Deceuninck ed Astana che portavano nelle prime posizioni i capitani designati. In particolare si segnalava il grande lavoro di Gorka Izagirre (Team Astana) quando mancava 1 km e mezzo circa al traguardo. Ai meno 700 metri, dopo un breve tratto pianeggiante, la strada tornava a salire e nel rilanciare l’azione in una curva verso sinistra Vlasov, in terza posizione, scivolava sulla strada bagnata e coinvolgeva nella caduta, per fortuna senza conseguenze, Juliana Alaphilippe, che doveva così dire addio ad una vittoria che sembrava alla sua portata. La Deceuninck però non si abbatteva e Davide Ballerini era autore di una micidiale progressione ai meno 300 con cui metteva tutti in riga, andando così a conquistare la seconda vittoria di fila battendo Giulo Ciccone (Team Trek Segafredo) e Alex Aranburo. Chiudevano la top five di giornata Dylan Teuns (Team Bahrain Victorious) e Patrick Konrad (Team Bora Hansgrohe) rispettivamente al quarto ed al quinto posto. Da segnalare, nella top ten, Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) settimo e Stefano Oldani (Team Lotto Soudal) ottavo. In classifica generale Ballerini è sempre più primo con 16 secondi di vantaggio su Aranburu e 17 secondi di vantaggio su Alaphilippe. Domani è in programma la terza tappa, quella decisiva, con l’arrivo a Chalet Reynard, ‘anticamera’ del Mont Ventoux. La salita finale è lunga 14.6 km ed ha una pendenza media del 7.6%. Siamo a inizio stagione, in pieno inverno, ed è prevista anche neve. Una tappa che quindi potrebbe rivelarsi davvero epica con i pretendenti alla vittoria finale che si daranno battaglia, e che battaglia.

Antonio Scarfone

La vittoria di Davide Ballerini a Manosque (fonte: Bettini Photo)

La vittoria di Davide Ballerini a Manosque (fonte: Bettini Photo)

12-02-2021

febbraio 12, 2021 by Redazione  
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TOUR DE LA PROVENCE

L’italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step) si è imposto anche nella seconda tappa, Cassis – Manosque, percorrendo 174.7 Km in 4h21′49″, alla media di 40.03 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) e lo spagnolo Alexander Aranburu Deba (Astana – Premier Tech). Ballerini è ancora il leader della classifica con 16″ su Aranburu Deba e 17″ sul francese Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step)

VUELTA 2021: PIU’ SPAZIO PER VELOCISTI E 9 ARRIVI IN SALITA

febbraio 12, 2021 by Redazione  
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Un percorso che ricalca un po’ l’idea generale degli ultimi anni, con 9 arrivi in quota e salite con pendenze impossibili, spesso poste in modo da incoraggiare le sparate degli ultimi chilometri piuttosto che attacchi studiati con una strategia generale. La vera novità sono le 7 frazioni riservate ai velocisti.

Scatterà dall’interno della cattedrale di Burgos l’edizione 2021 della Vuelta a Espana, con una breve cronometro di 7 chilometri. Contro il tempo sarà anche l’ultima frazione, che non si concluderà a Madrid come di consueto ma a Santiago di Compostela, come già accaduto nel 2014.
In generale, il percorso appare nella sostanza seguire la filosofia degli ultimi anni poichè ci sono 9 arrivi in salita e poche tappe nelle quale orchestrare un attacco strutturato, che non si risolva nella sparate sulle pendenze da ribaltamento della salita finale.
La vera novità sono le 7 tappe dedicate ai velocisti, in numero ben maggiore rispetto alle passate edizioni.
Se a questo conteggio aggiungiamo le due cronometro, ci si può rendere conto sin da subito che mancano quelle frazioni di media montagna, collina o comunque varie ed insidiose che nascondono spesso trabocchetti. Un vero peccato perché, come abbiamo sperimentato tante volte al Giro, quelle tappe spesso riservano più sorprese e più battaglia di un arrivo in quota.
Il chilometraggio a cronometro è in linea con gli ultimi anni, ma un po’ scarso, anche se c’è da dire che, per come sono piazzate le salite nelle tappe di montagna, le possibilità di scavare distacchi importanti tra uomini di classifica non sono elevatissime. Resta il fatto che le due cronometro sono piazzate male. Passi che prima e l’ultima tappa siano a cronometro, ma per far sì che fino alla fine possa succedere qualcosa sarebbe stato di gran lunga meglio piazzare una cronometro lunga a metà corsa e fare una crono finale di chilometraggio ridotto. Certamente con il vantaggio che i cronoman avrebbero accumulato con una crono quando le differenze sono ancora marcate, sarebbe stato legittimo aspettarsi azioni da lontano in quelle pochissime frazioni che lo permettono, lasciando comunque al contempo aperta la soluzione alla crono finale, un po’ come avvenuto al Giro quest’anno.
Una sola tappa oltre i 200 Km (circostanza che si commenta da sola) e massima quota ai 1967 metri dell’Alto Collado Venta Luisa, che verrà scalato nel corso della nona tappa con arrivo sull’Alto de Velefique.
Buona la scelta di inserire diverse salite inedite. Tra di esse spicca l’Alto de Gamoneitero, salita di categoria speciale a quota 1770, con pendenze molto severe specialmente negli ultimi 3 km tutti in doppia cifra, con punte del 23%. La tappa che vi giungerà assomiglia in modo davvero impressionante a quelle con l’Angliru e anche in questo caso si scaleranno il Puerto de San Lorenzo e gli “alti” della Cobertoria e del Cordal.
Peccato che, dallo scollinamento della Cobertoria ci siano 50 Km per andare ad attaccare la salita finale, con in mezzo un GPM di seconda categoria. Si profila, così, solo una battaglia a tutta sulle terribili pendenze che caratterizzano gli ultimi chilometri.
Esaurite le considerazioni generali andiamo a vedere le varie tappe.
Come già detto, si parte dall’interno della chiesa cattedrale di Burgos con una cronometro di 8 Km, giusto per iniziare con distacchi minimi. Dopo la seconda tappa che sarà per velocisti, subito un arrivo in quota di prima categoria ai 1500 metri del Picón Blanco, salita cara a Remco Evenepoel che quest’estate salutò tutti su quelle rampe, pochi giorni prima del terribile incidente al Lombardia. Si tratta di una tappa senza altre difficoltà altimetriche, eccetto due facili GPM di terza categoria. Ci sarà certamente bagarre nei chilometri finali, ma prima gli appassionati potranno farsi un sonno.
Le successive due tappe saranno riserva di caccia per i velocisti, mentre la sesta, dopo un percorso pianeggiante, proporrà un classico arrivo stile Vuelta sul muro finale. brevissimo e ripido, dell’Alto de la Montaña de Cullera, dove i distacchi saranno limitatissimi e dove alla Vuelta Valenciana dell’anno scorso si era imposto il futuro vincitore del Tour de France Tadej Pogačar.
La seconda tappa di montagna sarà la settima che, manco a dirlo, prevede l’arrivo in salita all’inedito Balcón de Alicante, ascesa con lunghissimi tratti in doppia cifra e punte del 16%. Prima di affrontare la salita finale sono previsti altri 5 GPM, ma nessuno di essi è in grado di fare selezione, anche perchè il più difficile è il primo, che verrà scalato dopo soli 17 chilometri. Inoltre, le pendenze della salita finale, che misura 10 Km, sconsigliano un attacco da lontano. Si tratta di una tappa in cui si supereranno solo una volta, e di pochissimo, i 1000 metri di quota.
Dopo l’ottava tappa, dedicata ai velocisti, la prima settimana si conclude con uno spauracchio, l’arrivo all’Alto de Velefique, ben noto agli appassionati perchè negli ultimi 17 anni è già stato proposto 5 volte e nel 2009 ospitò anche l’arrivo di una tappa, vinta dal canadese che nel 2012 vincerà il Giro d’Italia, Ryder Hesjedal. A 55 chilometri dal traguardo ci sarà il passaggio alla massima quota della Vuelta 2021, i 1967 metri dell’Alto de Venta Luisa, salita molto lunga (quasi 20 Km) con pendenze molto regolari, anche se verso il finale ci sono dei tratti all’8/9%. Il Velefique, invece, presenta i primi 4 chilometri duri – tra l’8 e il 10% – mentre i successivi sono molto regolari, sempre al 5/6%, e questo potrebbe favorire un attacco nei primi chilometri di salita per staccare i rivali,con l’obbiettivo di incrementare i distacchi nella seconda parte della salita. Se poi qualcuno avesse il coraggio di attaccare dal GPM di Venta Luisa la cosa potrebbe farsi interessante, ma è altamente improbabile che qualcuno azzardi un tentativo del genere alla nona tappa.
La decima frazione ha un finale interessante con il GPM di seconda categoria del Puerto de Almachar, posto a 16 Km dal traguardo di Rincón de la Victoria. C’è la possibilità di tentare la stoccata sulla salita e poi di andare all’arrivo sfruttando la discesa, al termine di una frazione più per cacciatori di tappe che per uomini di classifica. Anche la successiva tappa di Valdepeñas de Jaén prevede un GPM di seconda categoria a soli 8 Km dalla conclusione, al termine di una tappa senza particolari difficoltà, ma ha il traguardo posto in vetta ad un breve ma arcigno muro.
Di nuovo 16 Km per andare all’arrivo dopo l’Alto del 14% (così nelle altimetrie ufficiali), salita di seconda categoria con pendenze intuibili inserita nel finale nella successiva tappa con arrivo a Córdoba. Questa potrebbe essere una tappa interessante anche per gli uomini di classifica, che potrebbero darsi battaglia sulla salita e poi cercare di rimescolare le carte in discesa con attenzione, perché ci sarà anche qualche chilometro di pianura per andare all’arrivo. Un finale aperto ed imprevedibile.
Dopo una tredicesima tappa per velocisti, è previsto un altro arrivo in quota sul Pico Villuercas. Si tratta di una salita di 16 Km con pendenze non elevate (5/6%), che presenta due tratti al 10%, mille metri a metà alita e poi il chilometro finale. Non c’è molto spazio per fare la differenza, anche perché l’unica asperità che potrebbe provocare un primo distacco da incrementare successivamente è posta ad oltre 60 Km dalla conclusione ed il tratto intermedio prima della salita finale favorisce i recuperi e sconsiglia l’azione a lunga gittata. Si prevede, quindi, la sparata nel chilometro finale al 10%.
La quindicesima tappa prevede 4 GPM in rapida successione. La silhouette è attraente e non c’è neppure l’arrivo in quota, ma le salite sono poca cosa. Il Puerto de Mijares, salita di 22 Km piazzata a 38 Km dal traguardo di El Barraco, sembrerebbe l’ideale per inventarsi un attacco serio, ma le pendenze non superano mai il 6% e non c’è spazio per distanziare i big. Il Puerto San Juan de Nava a 5 Km dall’arrivo potrebbe ispirare un tentativo di forza bruta, ma anche in quel caso la cosa appare piuttosto complicata.
La terza settimana si apre con una tappa per velocisti, ma poi iniziano i fuochi d’artificio con una due giorni infernale nelle asturie. La prima delle due frazioni porterà i corridori ai celeberrimi Laghi di Covadonga, uno spettacolo naturale di rara bellezza con vista sui Picos de Europa. La salita è molto dura ed è preceduta da altri due GPM di prima categoria. Il vero problema è che dal penultimo GPM all’attacco della salita finale ci sono 30 Km di nulla, che impediscono una strategia di largo respiro. Va però detto che la salita ai laghi è di quelle sulle quali si può fare la differenza perchè si presta bene alle rasoiate degli scalatori, che devono essere in grado di dare continuità all’azione perché la salita non molla mai eccetto una breve discesa prima dell’ultima rampa. Non è una rampa di garage, le pendenze sono severe ma non estreme e si scatta che è una meraviglia. Salita da scalatori veri, i distacchi si possono fare.
Il giorno successivo è prevista la salita inedita più attesa, l’Altu d’El Gamoniteiru. Ha numeri molto simile all’Angliru, che tra l’altro si trova in linea d’aria a soli 4 Km chilometri da questo monte: chilometraggio, pendenza media e pendenza massima sono, infatti, paragonabili. Misura 15 Km, presenta una pendenza media del 9,79%, una massima al 23% e un solo breve tratto di recupero di un paio di chilometri a metà salita. Per il resto è un continuo stillicidio, non si scende mai sotto il 10% e ci sono continui tratti in cui l’inclinazione aumenta. Come la più classica delle tappe del vicino Angliru, è preceduto dai GPM dell’alto de San Lorenzo e dell’Alto de la Cobertoria, oltre al meno ostico Alto del Cordal. Ma, come ci ha insegnato la storia, in quelle tappe la corsa si fa solo sulla durissima salita finale, perché la paura di rimanere senza benzina sulle pendenze estreme è enorme, oltre al fatto che il Cordal non è proprio la salita sulla quale tentare un attacco e che la Cobertoria è un po’ troppo lontana dal finale ed è seguita da lungo tratto pianeggiante. L’ascesa finale è comunque di quelle che fanno male, i distacchi s faranno più per selezione naturale che per veri e propri allunghi, visto che le pendenze sono molto elevate.
C’è da dire che, come accaduto anche l’anno scorso, i tapponi finiscono presto perchè a questo punto mancano ancora tre tappe alla fine e le montagne sono finite.
La diciannovesima tappa è per velocisti, mentre la ventesima prevede diversi GPM a quote collinari, una tappa più adatta alle prime fasi di un GT che al finale. La frazione, che poteva essere interessante per la presenza di continui saliscendi, è rovinata dall’arrivo in salita al Castro de Herville (Mos), che impedirà di tentare il colpo a sorpresa e favorirà l’allungo finale.
I cronoman, dopo una corsa sulla difensiva, avranno il loro terreno solo nell’ultima tappa di Santiago di Compostela, nella quale le energie saranno al lumicino e le differenze tra specialisti e non si assottigliano notevolmente.
Insomma una corsa che desta sempre molte perplessità, moltissimi arrivi in salita, salite anche varie con diversi tipi di pendenze, ma tappe di montagna con un disegno che non convince. Quasi nessuna presenta un tracciato che invita a tentare l’impresa e si rischia di vivere dello scatto dell’ultimo chilometro in molte tappe.
I chilometraggi sono come al solito ridotti e solo una tappa supera (e di pochissimo) i duecento chilometri.
Non resta che attendere il via (oggettivamente spettacolare) e sperare che l’analisi qui proposta sia clamorosamente smentita dai fatti.

Benedetto Ciccarone

In sella verso la cima del Gamoniteiru (www.canalciclismo.com)

In sella verso la cima del Gamoniteiru (www.canalciclismo.com)

BALLERINI INFIAMMA LE PLAGES DELLA PROVENZA. TAPPA E MAGLIA PER L’ITALIANO

febbraio 11, 2021 by Redazione  
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Davide Ballerini della Deceuninck-QuickStep si impone in volata nella prima tappa in linea del Tour de la Provence 2021 bruciando Arnaud Démare (Groupama-FDJ) poco prima della linea del traguardo e partito troppo presto. La corsa è stata caratterizzata, verso metà percorso, da un interessante attacco di tre uomini con il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) ripresi soltanto a due chilometri dal traguardo. Gran bella prova corale della squadra belga attenta a ricucire ed a tenere coperto Davide Bellerini bravissimo a finalizzare il gran lavoro del Wolfpack.

Il profilo della prima tappa in linea del Tour de Provence 2021 presupponeva un inizio di corsa scoppiettante ed infatti grazie alle numerose salite disseminate lungo i 179 Km da Aubagne a Six Four Les Plages l’attacco di giornata è portato da Lilian Calmejane (Ag2r Citroën Team) e Delio Fernandez (Delko) già dai primissimi chilometri sul Col de l’Espigoulier. Allo scollinamento la coppia al comando accumula un vantaggio poco superiore ai 5’. E’ nel successivo falsopiano prima e nel tratto in discesa dopo che il gruppo inizia ad organizzarsi e dimezzare lo svantaggio, con il gran lavoro della Groupama – FDJ per il designato capitano di giornata Arnaud Démare vista la possibilità di arrivo allo sprint. A dar man forte alla squadra francese si porta in testa al gruppo anche la Deceuninck-QuickStep quando all’imbocco della salita verso Montee de Brulat il vantaggio continua a diminuire per essere in pratica annullato nei 6 Km del gpm di terza categoria. Le carte vanno così a rimescolarsi ed in vista del tratto finale dell’ascesa spunta Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) con poco dietro ad inseguire un duo di tutto rispetto composto da Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) e da Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep). Sembra di assistere ad una classica del Nord. Con i tre che di comune accordo vanno ad impensierire un plotone apparso a questo punto della corsa non organizzato nel ricucire. La nuova fuga viaggia via con un vantaggio massimo di 1’:25” fino ai piedi dell’ultimo gpm di giornata il Montée du Camp con i suoi 4,9 km al 3,7% di media. Grazie questa volta al lavoro di Arkea-Samsic e UAE Team Emirates il gruppo si trova, allo scollinamento, a soli 35” con 27 Km alla conclusione senza difficoltà altimetriche. Troppo poco per i tre in avanscoperta nonostante la indiscussa qualità, e lo sa bene il gruppo inseguitore che deve impegnarsi a fondo nel portare gli uomini veloci a giocarsi la vittoria di tappa. Sono le squadre dei velocisti quindi a coordinare nuovamente le operazioni di recupero, con ancora una volta, la Groupama-FDJ a far un grande lavoro in testa al gruppo a cui si aggiunge il contributo degli uomini della Lotto Soudal e della UAE Team Emirates. Soltanto ai meno 2Km avviene il ricongiungimento, gruppo compatto. Davanti prende subito forma il treno della Deceuninck-QuickStep con anche Alaphilippe, inesauribile, a dare un ultimo contributo, questa volta per Davide Ballerini. Tra i “vagoni” belgi prova ad inserirsi il francese Arnaud Démare lasciato subito al vento da Kasper Asgreen (Deceuninck-QuickStep) a fare il vuoto e così costringere il francese a partire lungo con vento in faccia. Da dietro, ben coperto e poi lanciato dai compagni di squadra, Davide Ballerini, rimonta il francese e lo passa sulla destra e verso centro strada negli ultimi metri con una “volata” da seduto, in progressione e di forza.

Antonio Scarfone

La vittoria di Davide Ballerini a Six-Four-Les-Plages (fonte: Agence Zoom)

La vittoria di Davide Ballerini a Six-Four-Les-Plages (fonte: Agence Zoom)

11-02-2021

febbraio 11, 2021 by Redazione  
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TOUR DE LA PROVENCE

L’italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella prima tappa, Aubagne – Six-Fours-les-Plages, percorrendo 182.3 Km in 4h43′23″, alla media di 38.60 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Arnaud Démare (Groupama – FDJ) e Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic). Ballerini è il primo leader della classifica con 4″ su Démare e 6″ su Bouhanni.

07-02-2021

febbraio 7, 2021 by Redazione  
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ÉTOILE DE BESSÈGES – TOUR DU GARD

L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) si è imposto anche nella quinta ed ultima tappa, cronometro individuale Alès – Alès (Site de l’Ermitage), percorrendo 11 Km in 15′00″, alla media di 44.00 Km/h. Ha preceduto di 10″ il francese Benjamin Thomas (Groupama – FDJ) e di 21″ il britannico Ethan Hayter (INEOS Grenadiers). Il belga Tim Wellens (Lotto Soudal) si impone in classifica con 53″ sul polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers) e 59″ sul tedesco Nils Politt (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Ganna, 13° a 2′27″

GRAND PRIX GAZIPASA (Turchia)

Il bielorusso Raman Tsishkou (BelAZ) si è imposto nella corsa turca, circuito di Gazipasa, percorrendo 157.6 Km in 3h48′58″, alla media di 41.30 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Mamyr Stash (Spor Toto Cycling Team) e il polacco Alan Banaszek (Mazowsze Serce Polski). Miglior italiano Andrea Guardini (Giotti Victoria – Savini Due), 4°.

GANNA VINCE ANCHE LA CRONO DI ALÈS. A WELLENS L’ÉTOILE 2021

febbraio 7, 2021 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) non tradisce le attese e vince la cronometro di Alès nel giorno conclusivo dell’Etoile des Besseges 2021 bissando il successo della tappa di ieri. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) controlla i diretti inseguitori forte di un vantaggio già consistente e vince con merito la breve corsa francese.

Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) non si smentisce e conferma lo status di campione del mondo a cronometro vincendo con autorità l’ultima tappa dell’Etoile des Besseges 2021. Il talento piemontese conclude i 10 km e 700 metri del circuito di Alès in 15 minuti netti, precedendo Benjamin Thomas (Team Groupama FDJ) di 10 secondi ed il compagno di squadra Ethan Hayter di 21 secondi. Tim Wellens (Team Lotto Soudal), ottimo quarto a 29 secondi di ritardo da Ganna, blinda il primo posto in classifica generale. Chiude la top five Christophe Laporte (Team Cofidis) a 31 secondi di ritardo. Nella top ten da segnalare anche il settimo posto di Alberto Bettiol a 35 secondi di ritardo da Ganna. Come detto, Wellens vince meritatamente la breve corsa francese, praticamente dominando la classifica generale grazie alla vittoria nella terza tappa ed all’ottima cronometro di oggi. Il belga vince con un vantaggio di 53 secondi su Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers) e 59 secondi su Nils Politt (Team Bora Hansgrohe). Chiudono la top five generale Jack Stewart (Team Groupama FDJ), quarto ad 1 minuto e 2 secondi di ritardo e Mads Wurtz Schmidt (Team Israel Start-Up Nation) ad 1 minuto e 19 secondi di ritardo. Per quanto riguarda le altre classifiche, Christophe Laporte (Team Cofidis) si aggiudica quella a punti, Alexandre Delettre (Team Belko) quella GPM mentre Jake Stewart (Team Groupama FDJ) è il miglior giovane. Il calendario europeo del ciclismo vedrà ancora la Francia protagonista visto che giovedì 11 febbraio inizia il Tour de Provence, corsa a tappe di quattro giorni che avrà il clou sabato con l’arrivo in quota a Chalet Reynard, ‘anticamera’ del Mont Ventoux.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna in azione nella cronometro finale di Ales (fonte: Getty Images)

Filippo Ganna in azione nella cronometro finale di Ales (fonte: Getty Images)

06-02-2021

febbraio 6, 2021 by Redazione  
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ÉTOILE DE BESSÈGES – TOUR DU GARD

L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) si è imposto nella quarta tappa, Rousson – Saint-Siffret, percorrendo 152 Km in 3h22′59″, alla media di 44.93 Km/h. Ha preceduto di 17″ il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) e il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). Il belga Tim Wellens (Lotto Soudal) è ancora leader della classifica con 44″ sul connazionale Edward Theuns (Trek – Segafredo) e 46″ sul danese Mads Würtz Schmidt (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Stefano Oldani (Lotto Soudal), 13° a 1′29″

GRAN PRIX ALANYA (Turchia)

L’italiano Davide Gabburo (Bardiani-CSF-Faizanè) si è imposto nella corsa turca, circuito di Alanya, percorrendo 147.8 Km in 3h49′18″, alla media di 38.67 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’elvetico Filippo Colombo (nazionale elvetica) e di 55″ l’italiano Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè)

L’ÉTOILE DI GANNA RISPLENDE ANCHE IN FRANCIA, WELLENS SEMPRE PRIMO.

febbraio 6, 2021 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) compie l’impresa nella quarta tappa dell’Etoile des Besseges 2021. Dopo 140 km di fuga insieme ad altri quattro ciclisti, lascia la compagnia a meno di 10 km dal termine con il gruppo in forte rimonta ormai a 10 secondi di ritardo e grazie alle sue doti di cronoman – non per niente è il campione mondiale della specialità in carica – allunga e torna a guadagnare preziosi secondi di vantaggio che gli permettono di trionafre tutto solo sul traguardo di Saint Siffret. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) resta primo in classifica generale e domani nella cronometro conclusiva gli basterà controllare la situazione per ottenere la vittoria finale.

La consueta verve di inizio stagione ieri ha consentito a Tim Wellens (Team Lotto Soudal) di andare in fuga e contrattaccare in un finale a lui congeniale, sfruttando anche la superiorità dei compagni di squadra. Il risultato è stato la vittoria di tappa e la prima posizione in classifica generale. Il belga riparte oggi da Rousson con la convinzione, per non dire la certezza, di vincere l’Etoile des Besseges 2021. Una tappa sulla carta movimentata, la quarta, con arrivo a Saint Siffret dopo 151.6 km, visto che sono in programma due GPM in un tracciato che ha pochissima pianura. Dopo la partenza da Rousson il gruppo affrontava immediatamente la Cote de Lusson e a differenza di ieri lasciava partire la fuga formata da cinque ciclisti: Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), Anthony Perez (Team Cofidis), Alexys Brunel (Team Groupama FDJ), Ludovic Robeet (Team Bingoal) e Dries De Bondt (Team Alpecin Fenix). La Lotto Soudal controllava la situazione e concedeva alla fuga un vantaggio massimo inferiore ai 4 minuti. I fuggitivi transitavano sul primo dei due passaggi del circuito finale di Saint Siffret con un vantaggio di 2 minuti e 30 secondi sul gruppo. Oltre alla Lotto Soudal, nelle prime posizioni del gruppo erano presenti anche gli uomini della Total Direct Energie, dell’EF Education Nippo e della B&B Hotels. A 50 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo. A 30 km dall’arrivo il gruppo all’inseguimento riduceva ulteriormente il ritardo sui fuggitivi, che adesso era di un solo minuto. Un contrattacco nel gruppo inseguitore con Alberto Bettiol (Team EF Education Nippo), Anthony Turgis e Pierre Latour (Team Total Direct Energie ) rimpolpava il numero uomini in fuga che in questo modo provavano a riaccendere le speranze di vittoria. A 10 km dall’arrivo però erano soltanto 10 i secondi di vantaggio sul gruppo che sembrava sempre più vicino al ricongiungimento. Filippo Ganna accelerava lasciandosi alle spalle i compagni di fuga e nonostante gli oltre 140 km già in fuga pareva non avvertire la fatica, tanto che accumulava un vantaggio superiore ai 40 secondi a meno di 4 km dall’arrivo. Il campione del mondo a cronometro dava tutto e tagliava il traguardo con 17 secondi di vantaggio sul gruppo regolato da Christophe Laporte (Team Cofidis) mentre terzo era Pascal Ackermann (Team Bora Hansgrohe). Ganna ottiene la prima vittoria stagionale e domani è atteso al bis nella cronometro individuale. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) è sempre primo in classifica generale con 44 secondi di vantaggio su Edward Theuns (Team Trek Segafredo) e 46 secondi di vantaggio su Mads Wurtz Schmidt (Team Israel Start-Up Nation). Domani l’Etoile des Besseges giunge all’atto conclusivo con la cronometro individuale di 10.7 km all’interno del circuito di Alès. Wellens ha già un piede e mezzo sul gradino più alto del podio e gli basterà gestire un vantaggio consistente sugli immediati inseguitori.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna in fuga nella quarta tappa dellEtoile des Besseges (fonte: Getty Images)

Filippo Ganna in fuga nella quarta tappa dell'Etoile des Besseges (fonte: Getty Images)

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