15-09-2020

settembre 15, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il tedesco Lennard Kämna (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella sedicesima tappa, La Tour-du-Pin – Villard-de-Lans, percorrendo 164 Km in 4h12′52″ alla media di 38.91 Km/h. Ha preceduto di 1′27″ l’ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers) e di 1′56″ l’elvetico Sébastien Reichenbach (Groupama – FDJ). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), 11° a 5′12″. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 40″ sul connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e 1′34″ sul colombiano Rigoberto Urán Urán (EF Pro Cycling). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 13° a 9′09″.

SKODA – TOUR DE LUXEMBOURG

L’italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) si è imposto nella prima tappa, circuito di Lussemburgo, percorrendo 133.5 Km in 3h13′15″ alla media di 41.45 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Amaury Capiot (Sport Vlaanderen – Baloise) e il rumeno Eduard-Michael Grosu (NIPPO DELKO One Provence). Ulissi è il primo leader della classifica con 7″ su Capiot e Grosu

GIRO D’ITALIA INTERNAZIONALE FEMMINILE

L’olandese Marianne Vos (CCC – Liv) si è imposta nella quinta tappa, circuito di Terracina, percorrendo 110 Km in 2h47′27″ alla media di 39.41 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Lotte Kopecky (Lotto Soudal Ladies) e la britannica Elizabeth Deignan (Trek-Segafredo Women). Migliore italiana Vittoria Guazzini (Valcar – Travel & Service), 10°. L’olandese Annemiek van Vleuten (Mitchelton-Scott) è ancora in maglia rosa con 1′56″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing) e 2′03″ sulla connazionale Anna van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team). Migliore italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women, 6° a 4′32″.

GRAND PRIX CENTRAL ANATOLIA

L’ucraino Mykhailo Kononenko (nazionale ucraina) si è imposto nella corsa turca, circuito di Develi, percorrendo 131.5 Km in 3h05′36″ alla media di 42.51 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Vitaliy Buts (nazionale ucraina) e di 25″ l’uruguayano Fabricio Ferrari Barcelo (SSIOS – Miogee Cycling Team). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk Development), 44° a 13′19″

L’ÉTAPE DU JOUR: LA TOUR-DU-PIN – VILLARD-DE-LANS

settembre 15, 2020 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo l’ultimo giorno di riposo il Tour si rimette in marcia con la prima di tre tappe di montagna consecutive disegnate sulle strade delle Alpi. La prima è quella, sulla carta, meno impegnativa, ma presenterà un tracciato che non andrà per questo motivo sottovalutato. La salita verso Saint-Nizier-du-Moucherotte 31 anni fa ispirò Laurent Fignon, che riuscì a staccare di quasi mezzo minuto Greg Lemond in uno dei Tour più appassionanti della storia, che vedrà l’americano imporsi sul francese per appena 8 secondi.

Dopo l’ultimo giorno di riposo si riparte con la prima frazione del trittico che riporterà il Tour sulle Alpi. Delle tre tappe in programma tra oggi e giovedì questa è la meno impegnativa, ma questo non vuol dire che si tratterà di una giornata semplice, da prendere sottogamba. Negli ultimi 31 km si ricalcherà fedelmente il finale della diciottesima tappa del Tour del 1989, teatro di una delle appassionanti pagine della sfida che quell’anno contrappose il francese Laurent Fignon all’americano Greg Lemond, che alla fine riuscirà a prevalere per soli 8 secondi, distacco primo-secondo più basso della storia della Grande Boucle. Lemond aveva vestito la maglia gialla per la prima volta quell’anno alla quinta tappa, al termine dell’interminabile cronometro di Rennes, per poi cederla a Fignon dopo il tappone pirenaico di Superbagnères. La cronoscalata a Orcières-Merlette aveva riconsegnato le insegne del primato all’americano, poi Fignon era tornato al comando dopo il tappone dell’Alpe d’Huez, il giorno precedente la frazione con arrivo a Villard-de-Lans. Anche questa fu una tappa che sorrise al francese, che attaccò a 3 Km dalla vetta della salita di Saint-Nizier-du-Moucherotte e al traguardo, una ventina di chilometri più avanti, si presentò 24 secondi prima dell’avversario, portando a 50 secondi il suo vantaggio in classifica. I 12 Km al 6.4% dell’ascesa verso Saint-Nizier saranno della partita anche quest’anno, quando si gareggerà su di un percorso più difficile rispetto a quello del 1989 perché quella tappa era lunga soli 91 Km, mentre stavolta i chilometri da percorrere saranno 164 e in precedenza ci sarà da affrontare altre due salite destinate a rimanere nelle gambe, il Col de Porte (8.3 Km al 6.3%) e la Côte de Revel (7.2 Km al 7.1%). Una pendenza media del 6.4% caratterizza anche i 2.5 Km conclusivi che condurranno al traguardo, fissato nella piccola stazione di sport invernali di Côte 2000.

METEO TOUR

La Tour-du-Pin: previsioni non disponibili
Saint-Joseph-de-Rivière (traguardo volante – Km 44.5): sole e caldo, 31.6°C, vento debole da SW (3 Km/h), umidità al 32%
Meylan (Km 80.5) : sole e caldo, 32.4°C, vento debole da WSW (3 Km/h), umidità al 35%
Vizille (Km 116) : sole e caldo, 32.5°C, vento debole da W (3 Km/h), umidità al 34%
Villard-de-Lans : cielo sereno, 25.6°C, vento debole da WNW (3-4 Km/h), umidità al 36%

GLI ORARI DEL TOUR

13.00: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
13.20: partenza da La Tour-du-Pin
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 30 Km dal via)
14.20-14.30: traguardo volante di Saint-Joseph-de-Rivière
15.00-15.15: scollinamento Col de Porte
15.40-16.00: scollinamento Côte de Revel
16.55-17.20: scollinamento Saint-Nizier-du-Moucherotte
17.25-17.50: arrivo a Villard-de-Lans

UN PO’ DI STORIA

Principale centro delle “Prealpi del Vercors”, Villard-de-Lans ha finora ospitato sei volte il Tour il 1985 e il 2004. Nelle prime due occasioni l’arrivo era nel centro di Villard, dove si imposero lo spagnolo Pedro Delgado nel 1987 e il belga Eric Vanderaerden nel 1985, quando qui si disputò una tappa a cronometro in circuito che il giorno dopo sarà proposta anche alle partecipanti alla prima edizione del Tour de France Femminile: a vincere quella crono sarà a sorpresa l’italiana Maria Canins, che già vestiva la maglia gialla e che nell’occasione precedette di 34” la francese Jeannie Longo . Tornando al Tour dei “maschietti” gli altri vincitori a Villard, con il traguardo collocato presso la soprastante località di Côte 2000, sono stati ancora Delgado nel 1988, Fignon nel 1989, Erik Breukink nel 1989 (cronoscalata) e Lance Armstrong nel 2004, vittoria quest’ultima che sarà successivamente depennata dall’albo d’oro senza assegnarla al corridore giunto al secondo posto, l’italiano Ivan Basso.

Mauro Facoltosi

Panoramica su Villard-de-Lans e, in trasparenza, laltimetria della sedicesima tappa (www.agoda.com)

Panoramica su Villard-de-Lans e, in trasparenza, l'altimetria della sedicesima tappa (www.agoda.com)

SIMON VENDICA ADAM, AL BRITANNICO YATES LA TIRRENO ADRIATICO 2020

settembre 14, 2020 by Redazione  
Filed under News

Lo scorso anno Adam Yates perse la Corsa dei Due Mari per un solo secondo, spodestato proprio nella conclusiva cronometro di San Benedetto del Tronto da quel Primož Roglič che attualmente sta spadroneggiando al Tour de France. Ma la Tirreno-Adriatico era comunque destinata a finire in casa Yates grazie al fratello gemello Simon, che nella medesima tappa si è difeso dall’assalto del britannico Thomas e si è imposto in classifica con 17″ di vantaggio sul corridore della INEOS. Vittoria nell’ultima tappa per Filippoi Ganna

La cronometro finale della Tirreno-Adriatico regala sorprese in classifica, in soli 10,1 km di strada. Geraint Thomas (Ineos) fa il fenomeno e scalza Rafał Majka (Bora-Hansgrohe) dal secondo posto. Si difende bene Simon Yates (Mitchelton-Scott) che cede solo 22” al gallese e può così festeggiare la prima Tirreno-Adriatico della propria carriera, vendicando la sconfitta del fratello gemello Adam nella scorsa edizione della Corsa dei Due Mari, perduta per un solo secondo proprio nella tradizionale cronometro conclusiva di San Benedetto del Tronto, disarcionato dalla testa della classifica per un soffio da Primož Roglič (Jumbo-Visma). Si tratta del primo trofeo per l’inglese in questo 2020 e tra un paio si settimane si presenterà al Giro d’Italia tra i grandi favoriti per la vittoria finale. Come dimenticare l’edizione del 2018 dove regalò gioie e numeri da fuoriclasse fino alla diciottesima tappa, nella quale andò in profonda crisi e scivolò mestamente in classifica lasciando la maglia rosa dopo tredici tappe. Adesso Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) e company dovranno stare molto attenti a Yates, al momento uno dei principali favoriti. Thomas ha chiuso secondo in classifica generale con 17” di ritardo, Majka si è piazzato terzo a 29”, mentre il primo degli italiani è Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), 6° a 1′18″. Da segnalare Gianluca Brambilla (Trek Segafredo), che ottiene un bel nono posto finale a 3′02″ da Yates. Per quanto riguarda la vittoria di tappa, a trionfare con il tempo di 10′42” è l’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che regala la prima gioia italiana in questa edizione della Corsa dei Due Mari, corsa che di emozioni ai nostri corridori non ne ha regalate molte. Ganna ha superato di 18” Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e di 26” il suo compagno di squadra Rohan Dennis. Il secondo italiano nella crono è Edoardo Affini (Mitchelton-Scott), ventesimo a poco meno di un minuto.
Per quanto riguarda le classifiche accessorie quella a punti è stata strameritatamente conquistata dal vincitore delle prime due tappe Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe), quella degli scalatori è stata dominata da Héctor Carretero (Movistar), mentre quella del miglior giovane è andata al promettente Aleksandr Vlasov (Astana), quinto in classifica generale a 58″ da Yates e che potrebbe essere uno delle sorprese alla Corsa Rosa. Infine, la classifica a squadre ha visto imporsi il Team Sunweb.
Nei prossimi giorni, principalmente caratterizzata dalla settimana conclusiva del Tour de France, il calendario italiano proporrà il Giro della Toscana – Memorial Alfredo Martini mercoledì 16, la Coppa Sabatini giovedì 17 e, infine, il Giro dell’Appennino sabato 19 settembre.

Luigi Giglio

Il podio della Tirreno-Adriatico 2020 (foto Bettini)

Il podio della Tirreno-Adriatico 2020 (foto Bettini)

14-09-2020

settembre 14, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Giorno di riposo

TIRRENO-ADRIATICO

L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito a cronometro di San Benedetto del Tronto, percorrendo 10.1 Km in 10′42″ alla media di 56.64 Km/h. Ha preceduto di 18″ il belga Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e di 26″ l’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers). Il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) si impone in classifica con 17″ sul sul connazionale Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e 29″ sul polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 6° a 1′18″.

GIRO D’ITALIA INTERNAZIONALE FEMMINILE

La britannica Elizabeth Banks (Équipe Paule Ka) si è imposta nella quarta tappa, Assisi – Tivoli, percorrendo 170 Km in 4h27′21″ alla media di 38.15 Km/h. Ha preceduto di 7″ la slovena Eugenia Bujak (Alé BTC Ljubljana) e di 1′10″ l’olandese Annemiek van Vleuten (Mitchelton-Scott). Migliore italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women), 4° a 1′22″. La Van Vleuten è ancora in maglia rosa con 1′56″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing) e 2′03″ sulla connazionale Anna van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team). Migliore italiana la Longo Borghini, 6° a 4′32″.

GRAND PRIX VELO ERCIYES

L’ucraino Vitaliy Buts (nazionale ucraina) si è imposto nella corsa turca, circuito di Develi, percorrendo 176 Km in 4h10′35″ alla media di 42.14 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Oleksandr Golovash (nazionale ucraina) e di 51″ l’azero Elchin Asadov (Bahrain Cycling Academy). Non ha concluso la prova l’unico italiano in gara, Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk Development)

ASSISI PREMIA MARIANNE VOS MA ANNEMIEK VAN VLEUTEN È SEMPRE ROSA

settembre 14, 2020 by Redazione  
Filed under News

Una strepitosa Marianne Vos si è aggiudicata la terza tappa del Giro Rosa. L’arrivo di Assisi ha visto trionfare la fuoriclasse olandese che ha avuto la meglio su Cecilie Uttrup Ludwig ed Elisa Longo Borghini, salite sul podio di giornata. Veste sempre la maglia rosa lacCampionessa del mondo Annemiek van Vleuten, che ha chiuso in quinta posizione.

Assisi, luogo mistico e affascinante, ha innalzato all’onore degli altari sportivi Marianne Vos. L’olandese in forza all CCC-Liv sulle arcigne rampe che conducevano al traguardo ha dato il via ad un autentico show di forza e determinazione. I distacchi date alle sue dirette concorrenti non sono stati elevati, ma sicuramente quanto fatto vedere oggi nelle fasi finali di gara è stato sicuramente degno di nota. Alle spalle della vincitrice sono transitate sotto lo striscione d’arrivo Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) a 2″, Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women)( a 5″, Liane Lippert (Sunweb) a 8″, la maglia rosa Annemiek van Vleuten (Mitchelton Scott) a 12″, Lotte Kopecky (Lotto Soudal Ladies) a 13″, Anna van Der Breggen (Boels Dolmans CyclingTeam) Ashleigh Mooman-Pasio (CCC-Liv) e Katarzyna Niewiadoma (Canyon/Sram Racing) a 16″. Infine, Margarita Victoria García ha chiuso la TopTen a 19″.
Le prima ora di corsa di questa Santa Fiora-Assisi di 142.2 km si è svolta tranquillamente, nonostante il percorso ricco di saliscendi, anche a causa dei trenta e più gradi segnalati dai termometri. L’andazzo è cambiato dopo una sessantina di chilometri, quando diverse atlete hanno provato senza risultato di andare in fuga. Degno di nota, pur se anche questo non baciato dealla sfortuna, è stato il tentativo portato a 28 Km al termine da Rachel Neylan, (Cronos – Casa Dorada Women). Con l’avvicinarsi del traguardo la velocità del plotone è esponenzialmente aumentata fino alla rampa conclusiva, settecento metri al 15% di pendenza, che hanno visto lo show di colei che è andata a cogliere il successo di giornata.
Domani il Giro Rosa lascerà la cittadina del “poverello” Patrono d’Italia per raggiungere Tivoli dopo 170,3 chilometri, chilometraggio atiipico per le corse femminilil. Il traguardo sarà posto in vetta ad una rampa di 2 Km al 7.9% che favorisce ancora azioni come quella della Vos.

Mario Prato

Marianne Vos stremata dopo aver tagliato il ripido traguardo di Assisi (Getty Images)

Marianne Vos stremata dopo aver tagliato il ripido traguardo di Assisi (Getty Images)

SLOVENI UBER ALLES ANCHE SUL GRAND COLOMBIER, TOUR A SENSO UNICO

settembre 13, 2020 by Redazione  
Filed under News

Sicuramente è uno dei corridori di cui parleremo di più nei prossimi anni e oggi ne ha dato l’ennesima riprova. Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si impone nuovamente al Tour de France, conquistando la sua seconda vittoria di tappa e candidandosi ad essere l’unico vero rivale di Primož Roglič (Jumbo-Visma) per la conquista della corsa francese. In cima al Grand Colombier, il 22enne sloveno ha preceduto il connazionale al termine di una tappa dura che ha definitivamente estromesso dalla corsa per la maglia gialla il campione uscente Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic).

La 15a frazione, da Lione al Grand Colombier, era indicata sin dall’inizio del Tour come una delle tappe regine dell’intera corsa. I primi 98,5 km erano sostanzialmente pianeggianti. Una volta giunti ad Artemare il copione cambiava completamente poichè gli ultimi 76 km riservavano tre salite decisamente dure. La prima asperità era la Montée de la Selle de Fromentel (11,1 km al 8,1%), posta al km 111. Subito dopo la successiva discesa, i corridori dovevano affrontare un’altra salita di prima categoria, il Col de la Biche (6,9 km al 8,9%), la cui cima era posta al km 129. Infine, l’ultimo GPM di giornata era costituito dalla lunghissima salita (17,4 km al 7,1%) che portava sulla vetta del Grand Colombier, sede d’arrivo della tappa.
Come da solito canovaccio, la bagarre per entrare nella fuga giusta è iniziata già al “chilometro zero”. Tra i più attivi si segnalavano Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), Jérôme Cousin (Total Direct Énergie), Daryl Impey (Mitchelton-Scott), Matteo Trentin (CCC ), Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step). Anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ha provato più volte ad evadere, sempre marcato a uomo da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step).
Al km 10, mentre provavano ad inserirsi in un nuovo tentativo di fuga, Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step) e Sergio Higuita (EF Pro Cycling) venivano fortuitamente a contatto e a farne le spese era il colombiano, finito rovinosamente a terra e costretto poi al ritiro al km 40, anche a seguito di una seconda caduta.
La battaglia per andare in fuga infuriava per diversi chilometri, ma il ritmo altissimo del gruppo (media superiore ai 55 km/h nei primi 20 km) non consentiva a nessuno di prendere il largo finchè, al km 28, Simon Geschke (CCC Team) trovava l’allungo giusto. Al tedesco immediatamente si accodavano gli attivissimi Rolland e Trentin, oltre a Jesús Herrada (Cofidis), Michael Gogl (NTT Pro Cycling), Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie), Marco Marcato (UAE-Team Emirates) e Kévin Ledanois (Arkéa-Samsic).
Il gruppo di testa riusciva rapidamente a guadagnare un margine di circa 20”, nonostante l’andatura del gruppo non ancora del tutto rilassata. Successivamente anche Jungels provava ad uscire dal plotone per rientrare sui battistrada, ma la sua azione si spegneva di lì a poco.
Una volta esauriti gli ultimi tentativi dei corridori della Mitchelton-Scott, rimasti fuori dall’azione buona, il gruppo finalmente rallentava il ritmo e i fuggitivi riuscivano a far dilatare il loro vantaggio, arrivato ad 1’30” già al km 50.
Si arrivava con questa situazione allo sprint intermedio di Le Bouchage, conquistato da Trentin che batteva di misura Bonifazio. Dietro la solita lotta tra Bennett e Sagan veniva vinta dall’irlandese, che guadagnava altri due punti nella classifica della maglia verde grazie anche al solito Michael Mørkøv, piazzatosi al decimo posto proprio davanti allo Slovacco.
I fuggitivi procedevano di comune accordo, guadagnando 3’40” al km 70 sul gruppo guidato dagli uomini della Jumbo-Visma. Gli olandesi, però, mantenevano sempre un ritmo abbastanza sostenuto, evitando che i battistrada prendessero troppo il largo. Al km 100, quando iniziavano le prime rampe del la Montèe de la Selle de Fromentel, il ritardo del plotone si aggirava intorno ai 4’30”.
Lungo le dure rampe della prima salita di giornata (11,1 km con una pendenza media dell’8,1%) il gruppo dei battistrada si sfaldava e in testa rimaneva i i corridori più forti in salita (Rolland, Herrada e Geschke), mentre l’austriaco Gogl, nonostante la gran fatica, rientrava poco prima della vetta. Gli altri quattro fuggitivi si erano irrimediabilmente staccati, venendo man mano ripresi dal gruppo maglia gialla, sempre più selezionato a causa del ritmo imposto dalla Jumbo-Visma.
Il GPM della Selle de Fromentel (1a cat) veniva conquistato da Herrada davanti a Rolland. Geschke e Gogl perdevano contatto poco prima dello scollinamento, transitando rispettivamente 3° e 4°, ma rientravano appena iniziata la discesa. Il gruppo, ridotto a poco più di una trentina di corridori e tirato sempre dai compagni della maglia gialla, era invece transitato con 3’20” di ritardo.
Nel corso della discesa Gogl allungava sui tre compagni di fuga, raggiungendo un vantaggio di 50” a 50 km dall’arrivo, proprio mentre si stava per approcciare la seconda salita di giornata, il Col de la Biche.
La dura ascesa non intimoriva Robert Gesink (Jumbo-Visma), che continuava ad imporre al gruppo la sua andatura, recuperando ulteriore terreno sui fuggitivi (2’50” da Gogl ai -49). Nel gruppo inseguitore, invece, Rolland rompeva gli indugi, staccando prima Geschke e poi anche Herrada. Il francese riprendevaa Gogl a 2 km dallo scollinamento ed successivamente transitava per primo sul traguardo del GPM proprio davanti all’austriaco. Herrada scollivava con circa 25” di ritardo, mentre Geschke pagava quasi 45”. Sempre più vicino il gruppo, il cui distacco in cima al Col de la Biche era di poco superiore ai 2’.
Il tratto in quota successivo alla scollinamento, che precedeva la discesa, consentiva a Herrada di rinvenire sulla coppia di testa, andando a ricomporre un nuovo terzetto di battistrada che, però, aveva vita molto breve. Proprio lungo la discesa, infatti, Gogl allungava nuovamente, aprofittando delle sue doti di discesista. Rolland limitava i danni perdendo solo una decina di secondi, mentre Herrada incontrava maggiori difficoltà e scivolava a 55”.
Rolland rientrava su Gogl a 30 km dall’arrivo, mentre dietro Geschke veniva riassorbito dal gruppo, sempre segnalato a 2’ minuti di ritardo dalla coppia di testa. Lo stesso destino toccava 5 km più avanti a Herrada, che nel frattempo aveva desistito dall’intento di rientrare sulla testa della corsa.
Nel tratto di fondovalle compreso tra la fine della discesa e l’inizio della salita finale, i due battistrada davano fondo alle loro energie per difendere il margine, tutt’altro rassicurante, sul gruppo maglia gialla. Il ritmo della Jumbo-Visma era però molto sostenuto e il gruppo approcciava l’ascesa al Grand Colombier con poco più di 1 minuto e mezzo di ritardo. Da segnalare il guasto meccanico che colpiva Guillaume Martin (Cofidis) proprio all’imbocco della salita: il francese riusciva a riavvicinare la coda del gruppo soltanto 3 km dopo, rientrare tra i big soltanto ai -14.
A 15 km dall’arrivo Rolland allungava su Gogl, già in decisa difficoltà e ripreso poco dopo dal gruppo. L’azione di Rolland era, però,m destinata a durare poco e veniva neutralizzata quando mancavano 13 km all’arrivo, proprio mentre nel gruppo maglia gialla, tirato da Wout Van Aert (Jumbo-Visma), andavano in difficoltà Quintana e soprattutto Bernal. I due colombiani pagavano già 35” ai -12 ed oltre un minuto a 11 km dal traguardo, presagio di una giornata difficilissima.
L’impressionante azione di Van Aert, intanto, continuava a provocare selezione nel gruppo fino a 9 Km dal traguardo, quando il fiammingo si rialzava e veniva sostituito in testa al plotone dal compagno George Bennett.
A 7 km dalla conclusione rompeva gli indugi Adam Yates (Mitchelton-Scott), che guadagnava un massimo di 10”, e veniva ripreso un chilometro più avanti grazie al lavoro di Tom Dumoulin (Jumbo Visma), che aveva nel frattempo rilevato Bennett in testa al gruppetto maglia gialla, ormai ridotto ad una dozzina di componenti: c’erano la maglia gialla Primož Roglič, Sepp Kuss e Dumoulin della Jumbo-Visma, Alejandro Valverde ed Enric Mas della Movistar, Mikel Landa e Pello Bilbao della Bahrain-McLaren, Richie Porte (Trek-Segafredo) Rigoberto Urán (EF Pro Cycling), Miguel Ángel López (Astana), Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e Yates. Nel frattempo (ai -4) Quintana e Bernal, quest’ultimo scortato dai suoi compagni di squadra, erano scivolati rispettivamente a 2’22” e 3’50”.
Il drappello della maglia gialla veniva trainato da Dumoulin fino ai 600 metri dall’arrivo, quando arrivava lo scatto di Roglič. Pogačar gli rispondeva immediatamente con Porte, Kuss e López a ruota, mentre Urán, Mas e Landa perdevano qualche metro.
Si giungeva così alla volata, lanciata da un ottimo Porte. Il corridore della Trek provava a soprendere gli avversari, ma ai 150 metri dal traguardo arrivava la progressione di Pogačar, che non lasciava scampo nè all’austrialiano, ne a Roglič, che riusciva comunque ad arrivare secondo, pari tempo col connazionale.
Porte giungeva terzo pagando appena 5”, mentre López era quarto a 8”. Dietro di loro, con un distacco 15”, tagliava il traguardo un gruppetto formato dal redivivo Mas, Kuss, Landa e Yates, mentre Urán concludeva a 18” Pogačar, davanti agli spagnoli Valverde e Bilbao (24”).
Quintana, staccato sulle prime rampe del Gand Colombier, giungeva 17° a 3’50” e molto peggio andava al campione uscente Bernal, definitivamente crollato nel finale e arrivato a 7’20” dal vincitore: per il corridore della Ineos si tratta dell’addio al sogno di bissare la vittoria del 2019.
La nuova classifica generale vede sempre in testa Roglič con vantaggio su Pogačar sceso a 40” in virtù degli abbuoni. Urán, nonostante la piccola flessione patita nell’ultimo chilometro, è salito in terza posizione a 1’34”, tallonato dal connazionale López, attualmente quarto a 1’45”. Seguono l’ex maglia gialla Yates a 2’03”, Porte a 2’13”, Landa a 2’16 e Mas a 3’15”. Più lontanti Quintana, scivolato a 5’08” dopo la débâcle odierna, e Dumoulin a 5’12”. Bernal è invece tredicesimo ad 8’25”.
Domani è previsto il secondo ed ultimo giorno di riposo, prima di una terza settimana in cui le salite non mancheranno. Si riprenderà con il Col de Porte, la Côte de Revel e la Montée di Saint-Nizier-de-Moucherotte, da affrontare martedì nel corso dei 164 Km della tappa che da La Tour-du-Pin condurrà a Villard-de-Lans.

Pierpaolo Gnisci

Dopo la frazione pirenaica di Laruns Tadej Pogačar si impone anche in vetta al Grand Colombier (Getty Images)

Dopo la frazione pirenaica di Laruns Tadej Pogačar si impone anche in vetta al Grand Colombier (Getty Images)

13-09-2020

settembre 13, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si è imposto nella quindicesima tappa, Lione – Grand Colombier, percorrendo 174.5 Km in 4h34′13″ alla media di 38.18 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) e di 4″ l’australiano Richie Porte (Trek – Segafredo), 3° a 5″. Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 13° a 1′54″. Roglič è ancora in maglia gialla con 40″ su Pogačar e 1′34″ sul colombiano Rigoberto Urán Urán (EF Pro Cycling). Miglior italiano Caruso, 14° a 9′02″.

TIRRENO-ADRIATICO

L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) si è imposto nella settima tappa, Pieve Torina – Loreto, percorrendo 181 Km in 4h19′23″ alla media di 41.87 Km/h. Ha preceduto di 4″ il portoghese Ruben Antonio Almeida Guerreiro (EF Pro Cycling) e l’italiano Matteo Fabbro (Bora – Hansgrohe). Il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) è ancora leader della classifica con 16″ sul polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe) e 39″ sul connazionale Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 5° a 57″.

GIRO D’ITALIA INTERNAZIONALE FEMMINILE

L’olandese Marianne Vos (CCC – Liv) si è imposta nella terza tappa, Santa Fiora – Assisi, percorrendo 142 Km in 3h53′34″ alla media di 36.48 Km/h. Ha preceduto di 2″ la danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) e di 5″ l’taliana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women). L’olandese Annemiek van Vleuten (Mitchelton-Scott) è ancora in maglia rosa con 1′22″ sulla connazionale Anna van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team) e 1′37″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing). Migliore italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women), 10° a 4′16″.

ANTWERP PORT EPIC / SELS TROPHY

Il belga Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) si è imposto nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 187 Km in 4h13′46″ alla media di 37.74 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Stan Dewulf (Lotto Soudal) e Baptiste Planckaert (Bingoal – Wallonie Bruxelles). Non hanno concluso la corsa i tre italiani in gara.

TURUL ROMANIEI (Romania)

L’italiano Andrea Guardini (Giotti Victoria) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Bucarest, percorrendo 103.7 Km in 2h14′25″ alla media di 46.29 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena) e il polacco Szymon Krawczyk (CCC Development Team). Grosu si impone in classifica con 42″ sul tedesco Nikodemus Holler (Bike Aid) e 45″ su Krawczyk. Miglior italiano Simone Sanò (Team Novak), 13° a 2′58″

VAN DER POEL, SQUILLO MONDIALE A LORETO

settembre 13, 2020 by Redazione  
Filed under News

Una fuga di 14 ciclisti caratterizza la penultima tappa della Tirreno-Adriatico 2020. Nel finale Matteo Fabbro (Bora Hansgrohe) attacca e sogna la vittoria ma a circa 200 metri dall’arrivo Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) lo riprende andando a vincere sull’arrivo in salita di Loreto. Per quanto riguarda i big, tutto invariato nelle primissime posizioni con Adam Yates (Mitchelton Scott) che domani nella cronometro finale di San Benedetto del Tronto dovrà amministrare il vantaggio che ha sui diretti inseguitori.

Gli ultimi fuochi della Tirreno-Adriatico 2020 si accenderanno tra oggi e domani nelle due tappe conclusive, una in linea ed una a cronometro. La classifica generale vede primeggiare Simon Yates (Mitchelton Scott) e anche se gli immediati inseguitori – Rafał Majka (Bora Hansgrohe) e Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) – non sono lontanissimi, il britannico sembra avere tutte le carte in regola per vincere e candidarsi anche come uno dei favoriti al prossimo Giro d’Italia. Oggi sono 181 i km che i ciclisti dovranno affrontare da Pieve Torina a Loreto. Il circuito finale da ripetere tre volte, che tocca anche la vicina Recanati, vedrà di scena i tipici muri marchigiani, che da diversi anni sono una caratteristica della Corsa dei Due Mari. Yates dovrà difendersi dagli attacchi che gli verranno portati nel finale ma chissà che proprio lui non decida di attaccare, visto che il percorso gli si addice. La primissima parte della tappa era caratterizzata da una fuga promossa da Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli Sidermec), Iván García Cortina (Bahrain McLaren), Kenneth Vanbilsen (Cofidis), Illjo Keisse (Deceuninck Quick Step) e Nikolas Maes (Team Lotto Soudal). Il gruppo, pero, non li lasciava e i cinque fuggitivi venivano ripresi dopo circa 35 km. Dopo il km 60 riusciva ad evadere un altro gruppetto di sei corridori, che poco dopo veniva raggiunto da altri otto elementi. Si componeva così la fuga di giornata grazie all’azione di Silvan Diller (AG2R La Mondiale), Mathieu Van Der Poel e Dries De Bondt (Alpecin Fenix), Alessandro Tonelli (Bardiani CSF), Matteo Fabbro (Bora Hansgrohe), William Barta (CCC), Julien Vermote (Cofidis), Davide Ballerini (Deceuninck Quick Step), Ruben Guerreiro (EF Education First), Sergio Samitier (Movistar) Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling), Martijn Tusveld (Sunweb), Julien Bernard (Trek Segafredo) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM). Dopo 80 km la fuga aveva un vantaggio di oltre 4 minuti sul gruppo condotto dal Team Astana. A 70 km dall’arrivo, nell’avvicinarsi a Loreto per i tre giri finali del circuito, il vantaggio della fuga era di poco superiore ai 3 minuti. A 50 km dal termine uscivano dal gruppo maglia azzurra Carl Hagen (Lotto Soudal) e Samuele Battistella (NTT Pro Cycling), mentre il vantaggio dei 14 fuggitivi era sceso ulteriormente a 1 minuto e 50 secondi. Sul successivo strappo verso il secondo GPM di Loreto mentre il gruppo si faceva sempre più vicino attaccavano Van der Poel, Fabbro e Guerreiro. I tre di testa venivano ripresi da sette ciclisti che facevano parte della fuga iniziale. A 20 km dal termine Fabbro restava da solo in testa. Nel frattempo Jakob Fuglsang (Astana) era uscito dal gruppo maglia azzurra e cercava di portarsi sui fuggitivi. Fabbro era abile a mantenere un vantaggio di una ventina di secondi sul gruppo Van Der Poel. L’olandese, però, era artefice di una violenta accelerazione con la quale riprendeva e superava l’italiano a meno di duecento metri dall’arrivo, andando così a vincere su strada per la seconda volta in stagione, dopo la vittoria nel campionato olandese. Si è trattato di un’azione tipica del talento olandese che potrebbe, perchè no, riproporsi al Mondiale di Imola tra due settimane, caratterizzato da un percorso molto simile. Fabbro doveva accontentarsi addirittura del terzo posto, visto che anche Guerreiro lo precedeva, entrambi classificati con 4 secondi di ritardo da Van der Poel. Il gruppo maglia azzurra era regolato da Wilco Keldermann (Sunweb), quarto a 9 secondi da Van der Poel. In classifica generale Yates resta in maglia azzurra con 16 secondi di vantaggio su Majka e 39 secondi su Thomas. Domani la tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto presenta la tipica cronometro individuale sul lungomare della località marchigiana. Yates dovrà difendersi principalmente da Thomas, anche se pensare che quest’ultimo possa recuperargli più di 3 secondi al chilometro sembra davvero molto difficile.

Giuseppe Scarfone

Van der Poel vince sul traguardo di Loreto (Getty Images)

Van der Poel vince sul traguardo di Loreto (Getty Images)

L’ÉTAPE DU JOUR: LIONE – GRAND COLOMBIER

settembre 13, 2020 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco una delle tappe più dure dell’edizione 2020 del Tour de France, che avrà come terreno di gara il massiccio del Giura. Alle porte delle Alpi si disputa una frazione di 174 Km che nel finale proporrà in rapida successione tre lunghe ed impegnativa salite, cominciando dalla tosta Selle de Fromentel. Dopo il Col de la Biche severo giudice sarà l’ascesa che condurrà al traguardo del Gran Colombier, sul quale poco più di un mese fa si è imposta l’attuale maglia gialla Primož Roglič. Sarà bis?

Una sensazione di déjà vu aleggerà oggi nel gruppo e tra gli appassionati che seguono il ciclismo a tutto tondo e che non mancano di seguire anche le corse minori del calendario. Tra queste c’è il Tour de l’Ain che quest’anno, a causa dello stravolgimento dei “palinsesti” per l’emergenza sanitaria, si è trasformata in una delle più importanti marce d’avvicinamento al Tour de France, nobilitata da un campo partenti di tutto rispetto, grandi nomi (Roglič, Quintana e Bernal, per limitarsi a citare il podio della classifica finale) che sono stati attratti dalla possibilità di preparare al meglio l’appuntamento con la Grande Boucle affrontando in gara una delle frazione più impegnative dell’imminente Tour. La decisiva frazione conclusiva, infatti, era stata disegnata riproducendo alla perfezione gli ultimi 110 Km della tappa di oggi, una delle più difficili del Tour 2020, percorso che ha visto imporsi l’attuale leader della classifica generale del Tour de France Roglič con 4” su Bernal e 6” su Quintana. Con tutta probabilità si avranno distacchi ben più sonanti alla Grande Boucle perché se al Tour de l’Ain si era solo al terzo ed ultimo giorno di gara a questo punto i corridori avranno nelle gambe due settimane di corsa. Il “faro” della corsa sarà il Grand Colombier, montagna attorno alla quale saranno imperniati tutti gli ultimi 76 Km di gara, che debutteranno con una prima scalata alla montagna del Giura, parzialmente affrontata dal versante sudoccidentale fino alla Selle de Fromentel, 11.5 Km all’8% dei quali gli ultimi 4.5 Km tutti sopra il 12% di pendenza media. Successivamente si scalerà il non meno facile Col de la Biche (7 Km all’8.7%) prima d’intraprendere un tratto pianeggiante di una quindicina di chilometri che preparerà l’assalto finale al Grand Colombier, stavolta percorso fin in vetta salendo dall’esigente versante sudorientale, quasi 18 Km all’8% che potrebbero sancire un pesante verdetto per molti tra i corridori che puntano al successo finale.

METEO TOUR

Lione : cielo sereno, 26°C (percepiti 27°C), vento debole da NE (5-8 Km/h), umidità al 50%
Belley (Km 79.5): cielo sereno, 29.9°C, vento debole da NW (5 Km/h), umidità al 39%
Culoz – inizio salita finale (Km 156) : sole e caldo, 31.1°C, vento debole da NW (5 Km/h), umidità al 37%
Grand Colombier: previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL TOUR

12.20: inizio trasmissione Eurosport 1 (30 minuti prima del via)
12.50: partenza da Lione
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 50 Km dal via)
14.10-14.15: traguardo volante di Le Bouchage
15.30-15.50: scollinamento Selle de Fromentel
16.00-16.20: scollinamento Col de la Biche
16.30-16.50: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sul Grand Colombier

UN PO’ DI STORIA

Sedicesima vetta per altezza del massiccio del Giura, il Grand Colombier (1537 metri) è stato esplorato per la prima volta dai partecipanti al Tour de France nel 2012, quando è stato inserito nel percorso della tappa Mâcon – Bellegarde-sur-Valserine vinta dal francese Thomas Voeckler, che era stato anche il primo a scollinare in testa al colle. Ci si è tornati nel 2016 in un’occasione di una tappa che terminava a Culoz, che fu conquistata dal colombiano Jarlinson Pantano e che pure prevedeva una doppia scalata alla montagna, la prima fino in vetta e la seconda parziale (i cosiddetti “ lacets du Grand Colombier”), ascesa che entrambe videro transitare per primo sotto lo striscione del GPM il polacco Rafał Majka. Nel 2017, infine, durante la Nantua – Chambéry vinta dal colombiano Rigoberto Urán è il transalpino Warren Barguil ha giungere per primo ai 1497 metri del colle sottostante la montagna, quell’anno affrontata dal tremendo versante della Selle de Fromentel. Nonostante la recente scoperta da parte della Grande Boucle, questa salita era un difficoltà conosciuta dal gruppo da diversi anni, affrontata in parecchia occasioni al citato Tour de l’Ain e inserita per la prima volta in una gara ciclistica nel 1988, quando al Delfinato fu il francese Charly Mottet a “domare” per primo le pendenze del Grand Colombier.

Mauro Facoltosi

Il Grand Colombier e, in trasparenza, laltimetria della quindicesima tappa (wikipedia)

Il Grand Colombier e, in trasparenza, l'altimetria della quindicesima tappa (wikipedia)

GIRO ROSA, È GIÀ VAN VLEUTEN TIME

settembre 13, 2020 by Redazione  
Filed under News

La maglia rosa è sempre affare della Trek-Segafredo Women che passa dopo la seconda tappa da Elisa Longo Borghini alla favoritissima Annemiek van Vleuten, che si è imposta in solitario sul traguardo di Arcidosso.

Se l’interregno di Elisa Longo Borghini è durato solo 24 ore, in casa Trek-Segafredo c’è di che ben festeggiare. Sono bastati i saliscendi della seconda tappa per far scatenare Annemiek van Vleuten, campionessa del mondo in carica e favoritissime per il successo finale della corsa rosa, che ha già vinto due volte. L’olandese ha sfidato non solo il percorso già di per se impegnativo, ma anche anche la sfortuna e i problemi meccanici, sferrando l’attacco decisivo sul secondo GPM di giornata, dopo diversi scatti delle rivali. Oltre alla vincitrice è apparsa in gran spolvero anche la connazionale Anna van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team), ultima ad inchinarsi alla grinta della nuova maglia rosa e seconda al traguardo insieme alla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing), con la quale ha concluso la tappa 1’16” dopo la vincitrice.
Quella odierna è stata una tappa spettacolare, aperta a molteplici sviluppi, fin dal via da Civitella Paganico. La forte velocità ha fin da subito spezzato il gruppo in tanti tronconi. La prima a tentare l’azione solitaria è stata la belga Julie Van De Velde (Lotto Soudal), rimasta a lungo in avanscoperto anche se il suo vantaggio non ha mai superato il minuto. Dopo che la fuggitiva è stata ripresa la corsa è letteralmente esplosa e si sono succeduti molteplici attacchi in testa al gruppo, che portavano le firme di Alena Amialiusik (Canyon SRAM Racing), Tayler Wiles e Ruth Winder (Trek-Segafredo Women), Vittoria Guazzini e Ilaria Sanguineti (Valcar – Travel & Service), Elizabeth Banks ed Elise Chabbey (Équipe Paule Ka), Lisa Brennauer (Ceratizit-WNT Pro Cycling), Alison Jackson (Sunweb) e Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), Quanto guadagnato da ciasciuna non ha mai impensierito il gruppo, che ha prontamente richiuso su tutti i tentativi. Sul tratto più duro del GPM di Seggiano, salita quasi interamente da percorrere sullo sterrato, è stata la Van Vleuten ad affondare il colpo del ko, staccando tutte le rivali e dimostrandosi anche più forte della sfortuna, che l’ha colpita con una foratura che non gli ha impedito di giungere al traguardo con più di un minuto sulle rivali che più gli sono giunte vicine.
Domani il Giro d’Italia Femminile si sposta dalla Toscana all’Umbria con una frazione di 142 che partirà da Santa Fiora per arrivare ad Assisi, dove il traguardo sarà collocato nel cuore della città di San Francesco, al termine di una rampa di mille metri all’8% di pendenza media

Mario Prato

La Van Vleuten allattacco sulla salita sterrata di Seggiano (Getty Images)

La Van Vleuten all'attacco sulla salita sterrata di Seggiano (Getty Images)

« Pagina precedentePagina successiva »