SLOVENI UBER ALLES ANCHE SUL GRAND COLOMBIER, TOUR A SENSO UNICO

settembre 13, 2020
Categoria: News

Sicuramente è uno dei corridori di cui parleremo di più nei prossimi anni e oggi ne ha dato l’ennesima riprova. Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si impone nuovamente al Tour de France, conquistando la sua seconda vittoria di tappa e candidandosi ad essere l’unico vero rivale di Primož Roglič (Jumbo-Visma) per la conquista della corsa francese. In cima al Grand Colombier, il 22enne sloveno ha preceduto il connazionale al termine di una tappa dura che ha definitivamente estromesso dalla corsa per la maglia gialla il campione uscente Egan Bernal (Ineos Grenadiers) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic).

La 15a frazione, da Lione al Grand Colombier, era indicata sin dall’inizio del Tour come una delle tappe regine dell’intera corsa. I primi 98,5 km erano sostanzialmente pianeggianti. Una volta giunti ad Artemare il copione cambiava completamente poichè gli ultimi 76 km riservavano tre salite decisamente dure. La prima asperità era la Montée de la Selle de Fromentel (11,1 km al 8,1%), posta al km 111. Subito dopo la successiva discesa, i corridori dovevano affrontare un’altra salita di prima categoria, il Col de la Biche (6,9 km al 8,9%), la cui cima era posta al km 129. Infine, l’ultimo GPM di giornata era costituito dalla lunghissima salita (17,4 km al 7,1%) che portava sulla vetta del Grand Colombier, sede d’arrivo della tappa.
Come da solito canovaccio, la bagarre per entrare nella fuga giusta è iniziata già al “chilometro zero”. Tra i più attivi si segnalavano Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), Jérôme Cousin (Total Direct Énergie), Daryl Impey (Mitchelton-Scott), Matteo Trentin (CCC ), Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step). Anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ha provato più volte ad evadere, sempre marcato a uomo da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step).
Al km 10, mentre provavano ad inserirsi in un nuovo tentativo di fuga, Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step) e Sergio Higuita (EF Pro Cycling) venivano fortuitamente a contatto e a farne le spese era il colombiano, finito rovinosamente a terra e costretto poi al ritiro al km 40, anche a seguito di una seconda caduta.
La battaglia per andare in fuga infuriava per diversi chilometri, ma il ritmo altissimo del gruppo (media superiore ai 55 km/h nei primi 20 km) non consentiva a nessuno di prendere il largo finchè, al km 28, Simon Geschke (CCC Team) trovava l’allungo giusto. Al tedesco immediatamente si accodavano gli attivissimi Rolland e Trentin, oltre a Jesús Herrada (Cofidis), Michael Gogl (NTT Pro Cycling), Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie), Marco Marcato (UAE-Team Emirates) e Kévin Ledanois (Arkéa-Samsic).
Il gruppo di testa riusciva rapidamente a guadagnare un margine di circa 20”, nonostante l’andatura del gruppo non ancora del tutto rilassata. Successivamente anche Jungels provava ad uscire dal plotone per rientrare sui battistrada, ma la sua azione si spegneva di lì a poco.
Una volta esauriti gli ultimi tentativi dei corridori della Mitchelton-Scott, rimasti fuori dall’azione buona, il gruppo finalmente rallentava il ritmo e i fuggitivi riuscivano a far dilatare il loro vantaggio, arrivato ad 1’30” già al km 50.
Si arrivava con questa situazione allo sprint intermedio di Le Bouchage, conquistato da Trentin che batteva di misura Bonifazio. Dietro la solita lotta tra Bennett e Sagan veniva vinta dall’irlandese, che guadagnava altri due punti nella classifica della maglia verde grazie anche al solito Michael Mørkøv, piazzatosi al decimo posto proprio davanti allo Slovacco.
I fuggitivi procedevano di comune accordo, guadagnando 3’40” al km 70 sul gruppo guidato dagli uomini della Jumbo-Visma. Gli olandesi, però, mantenevano sempre un ritmo abbastanza sostenuto, evitando che i battistrada prendessero troppo il largo. Al km 100, quando iniziavano le prime rampe del la Montèe de la Selle de Fromentel, il ritardo del plotone si aggirava intorno ai 4’30”.
Lungo le dure rampe della prima salita di giornata (11,1 km con una pendenza media dell’8,1%) il gruppo dei battistrada si sfaldava e in testa rimaneva i i corridori più forti in salita (Rolland, Herrada e Geschke), mentre l’austriaco Gogl, nonostante la gran fatica, rientrava poco prima della vetta. Gli altri quattro fuggitivi si erano irrimediabilmente staccati, venendo man mano ripresi dal gruppo maglia gialla, sempre più selezionato a causa del ritmo imposto dalla Jumbo-Visma.
Il GPM della Selle de Fromentel (1a cat) veniva conquistato da Herrada davanti a Rolland. Geschke e Gogl perdevano contatto poco prima dello scollinamento, transitando rispettivamente 3° e 4°, ma rientravano appena iniziata la discesa. Il gruppo, ridotto a poco più di una trentina di corridori e tirato sempre dai compagni della maglia gialla, era invece transitato con 3’20” di ritardo.
Nel corso della discesa Gogl allungava sui tre compagni di fuga, raggiungendo un vantaggio di 50” a 50 km dall’arrivo, proprio mentre si stava per approcciare la seconda salita di giornata, il Col de la Biche.
La dura ascesa non intimoriva Robert Gesink (Jumbo-Visma), che continuava ad imporre al gruppo la sua andatura, recuperando ulteriore terreno sui fuggitivi (2’50” da Gogl ai -49). Nel gruppo inseguitore, invece, Rolland rompeva gli indugi, staccando prima Geschke e poi anche Herrada. Il francese riprendevaa Gogl a 2 km dallo scollinamento ed successivamente transitava per primo sul traguardo del GPM proprio davanti all’austriaco. Herrada scollivava con circa 25” di ritardo, mentre Geschke pagava quasi 45”. Sempre più vicino il gruppo, il cui distacco in cima al Col de la Biche era di poco superiore ai 2’.
Il tratto in quota successivo alla scollinamento, che precedeva la discesa, consentiva a Herrada di rinvenire sulla coppia di testa, andando a ricomporre un nuovo terzetto di battistrada che, però, aveva vita molto breve. Proprio lungo la discesa, infatti, Gogl allungava nuovamente, aprofittando delle sue doti di discesista. Rolland limitava i danni perdendo solo una decina di secondi, mentre Herrada incontrava maggiori difficoltà e scivolava a 55”.
Rolland rientrava su Gogl a 30 km dall’arrivo, mentre dietro Geschke veniva riassorbito dal gruppo, sempre segnalato a 2’ minuti di ritardo dalla coppia di testa. Lo stesso destino toccava 5 km più avanti a Herrada, che nel frattempo aveva desistito dall’intento di rientrare sulla testa della corsa.
Nel tratto di fondovalle compreso tra la fine della discesa e l’inizio della salita finale, i due battistrada davano fondo alle loro energie per difendere il margine, tutt’altro rassicurante, sul gruppo maglia gialla. Il ritmo della Jumbo-Visma era però molto sostenuto e il gruppo approcciava l’ascesa al Grand Colombier con poco più di 1 minuto e mezzo di ritardo. Da segnalare il guasto meccanico che colpiva Guillaume Martin (Cofidis) proprio all’imbocco della salita: il francese riusciva a riavvicinare la coda del gruppo soltanto 3 km dopo, rientrare tra i big soltanto ai -14.
A 15 km dall’arrivo Rolland allungava su Gogl, già in decisa difficoltà e ripreso poco dopo dal gruppo. L’azione di Rolland era, però,m destinata a durare poco e veniva neutralizzata quando mancavano 13 km all’arrivo, proprio mentre nel gruppo maglia gialla, tirato da Wout Van Aert (Jumbo-Visma), andavano in difficoltà Quintana e soprattutto Bernal. I due colombiani pagavano già 35” ai -12 ed oltre un minuto a 11 km dal traguardo, presagio di una giornata difficilissima.
L’impressionante azione di Van Aert, intanto, continuava a provocare selezione nel gruppo fino a 9 Km dal traguardo, quando il fiammingo si rialzava e veniva sostituito in testa al plotone dal compagno George Bennett.
A 7 km dalla conclusione rompeva gli indugi Adam Yates (Mitchelton-Scott), che guadagnava un massimo di 10”, e veniva ripreso un chilometro più avanti grazie al lavoro di Tom Dumoulin (Jumbo Visma), che aveva nel frattempo rilevato Bennett in testa al gruppetto maglia gialla, ormai ridotto ad una dozzina di componenti: c’erano la maglia gialla Primož Roglič, Sepp Kuss e Dumoulin della Jumbo-Visma, Alejandro Valverde ed Enric Mas della Movistar, Mikel Landa e Pello Bilbao della Bahrain-McLaren, Richie Porte (Trek-Segafredo) Rigoberto Urán (EF Pro Cycling), Miguel Ángel López (Astana), Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e Yates. Nel frattempo (ai -4) Quintana e Bernal, quest’ultimo scortato dai suoi compagni di squadra, erano scivolati rispettivamente a 2’22” e 3’50”.
Il drappello della maglia gialla veniva trainato da Dumoulin fino ai 600 metri dall’arrivo, quando arrivava lo scatto di Roglič. Pogačar gli rispondeva immediatamente con Porte, Kuss e López a ruota, mentre Urán, Mas e Landa perdevano qualche metro.
Si giungeva così alla volata, lanciata da un ottimo Porte. Il corridore della Trek provava a soprendere gli avversari, ma ai 150 metri dal traguardo arrivava la progressione di Pogačar, che non lasciava scampo nè all’austrialiano, ne a Roglič, che riusciva comunque ad arrivare secondo, pari tempo col connazionale.
Porte giungeva terzo pagando appena 5”, mentre López era quarto a 8”. Dietro di loro, con un distacco 15”, tagliava il traguardo un gruppetto formato dal redivivo Mas, Kuss, Landa e Yates, mentre Urán concludeva a 18” Pogačar, davanti agli spagnoli Valverde e Bilbao (24”).
Quintana, staccato sulle prime rampe del Gand Colombier, giungeva 17° a 3’50” e molto peggio andava al campione uscente Bernal, definitivamente crollato nel finale e arrivato a 7’20” dal vincitore: per il corridore della Ineos si tratta dell’addio al sogno di bissare la vittoria del 2019.
La nuova classifica generale vede sempre in testa Roglič con vantaggio su Pogačar sceso a 40” in virtù degli abbuoni. Urán, nonostante la piccola flessione patita nell’ultimo chilometro, è salito in terza posizione a 1’34”, tallonato dal connazionale López, attualmente quarto a 1’45”. Seguono l’ex maglia gialla Yates a 2’03”, Porte a 2’13”, Landa a 2’16 e Mas a 3’15”. Più lontanti Quintana, scivolato a 5’08” dopo la débâcle odierna, e Dumoulin a 5’12”. Bernal è invece tredicesimo ad 8’25”.
Domani è previsto il secondo ed ultimo giorno di riposo, prima di una terza settimana in cui le salite non mancheranno. Si riprenderà con il Col de Porte, la Côte de Revel e la Montée di Saint-Nizier-de-Moucherotte, da affrontare martedì nel corso dei 164 Km della tappa che da La Tour-du-Pin condurrà a Villard-de-Lans.

Pierpaolo Gnisci

Dopo la frazione pirenaica di Laruns Tadej Pogačar si impone anche in vetta al Grand Colombier (Getty Images)

Dopo la frazione pirenaica di Laruns Tadej Pogačar si impone anche in vetta al Grand Colombier (Getty Images)

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