31-10-2018

ottobre 31, 2018 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’elvetico Simon Pellaud (nazionale elvetica) si è imposto nella nona ed ultima tappa, Changjiang – Danzhou, percorrendo 181.9 Km in 4h10′53″ alla media di 43.50 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’olandese Schulting e l’italiano Lorenzo Rota (Bardiani-CSF). L’italiano Fausto Masnada (Androni Giocattoli – Sidermec) si impone in classifica con 2″ sull’elvetico Mäder e 10″ sul francese El Fares.

TOUR DU FASO

Il team belga Team Flanders si è imposto nella sesta tappa, cronometro a squadre Sabou – Koudougou, percorrendo 31 Km in 40′19″ alla media di 46.13 Km/h. Ha preceduto di 10″ il team tedesco Team Embrace The World e di 20″ il team olandese Global Cycling Team. Il burkinese Mathias Sorgho (nazionale burkinese) è ancora leader della classifica con 12″ sull’olandese Handgraaf e 1′32″ sul belga Bouvry.

VUELTA A GUATEMALA

Il peruviano Alonso Miguel Gamero Zúñiga (Asociación Civil Agrupación Virgen de Fátima) si è imposto nella nona tappa, Pamezabal – Iglesia El Camino, percorrendo 117 Km in 2h49′15″ alla media di 41.48 Km/h. Ha preceduto allo sprint il guatemalteco Monterroso Monterroso e il messicano Reyes Mantilla. Il guatemalteco Alfredo Esteban Ajpacajá Pax (Decorabaños) è ancora leader della classifica con 1′48″ sul connazionale Rodas Ochoa e 2′12″ sul connazionale De Leon Paz.

TOUR OF HAINAN: MASNADA SI PRENDE TAPPA E MAGLIA

ottobre 30, 2018 by Redazione  
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Continua il momento d’oro del ciclismo italiano e del Team Androni Giocattoli-Sidermec nello specifico. Oggi è stato il turno di Fausto Masnada, con il successo di tappa sull’unico arrivo in salita previsto dal Tour of Hainan, vittoria che gli è valsa anche la conquista della leadership in classifica generale ad una frazione dal termine.

Il Team Androni Giocattoli-Sidermec non si ferma neanche in questo scampolo di stagione. Il suo trentacinquesimo successo porta la firma di Fausto Masnada e ha il non trascurabile valore aggiunto di valere anche il primo posto inj classifica generale ad una sola tappa dal termine.
La frazione in questione era la Longmuwan-Changjiang, l’unica della corsa a tappe cinese a prevedere un arrivo in salita, occasione perfetta per chi ambiva alla classifica generale di salire alla ribalta.
Il successo di tappa Fausto Masnada lo ha ottenuto con un allungo a metà della salita finale – 6.8 km all’8.9% di pendenza media – e finalizzato ai meno 700 metri dal traguardo, quando si è tolto dalla ruota l’elvetico Gino Mäder (nazionale elvetica), distanziato di 5”. A seguire hanno tagliato la linea d’arrivo Julien El Fares (Delko Marseille Provence KTM) e Lyu Xianjing (Hengxiang Cycling Team) a 6″, Matteo Badilatti (Israel Cycling Academy) a 14″, Benjamín Prades (Team UKYO) e Adne van Engelen (Bike Aid) a 44″, Patrick Schelling (Vorarlberg Santic) a 46″, Clément Carisey (Israel Cycling Academy) a 50″ e Artem Ovechkin (Terengganu Cycling Team) a 56″.
L’esito della tappa ha disegnato anche la nuova classifica generale che, a una sola tappa dal termine, vede in maglia gialla Masnada con soli 2″ su Mäder e di 10”su El Fares. La situazione potrebbe venire modificata nella tappa di domani che, pur essendo per velocisti, mette a disposizione un buon gruzzolo di secondi d’abbuono, sia sul traguardo finale, sia ai due traguardi volanti.
La vittoria odierna ha portato ulteriore entusiasmo nel Team come si può capire anche dalle parole del team manager Gianni Savio: «Complimenti indistintamente a tutti i componenti la squadra e in particolare a Fausto, che merita davvero questa vittoria. È un corridore di valore, che fa parte del progetto giovani iniziato lo scorso anno. Un progetto che sta dando ottimi risultati».

Mario Prato

Fausto Masnada taglia vittorioso il più impegnativo traguardo del Tour of Hainan 2018 (www.tourofhainan.com)

Fausto Masnada taglia vittorioso il più impegnativo traguardo del Tour of Hainan 2018 (www.tourofhainan.com)

30-10-2018

ottobre 30, 2018 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’italiano Fausto Masnada (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nell’ottava tappa, Longmuwan – Changjiang, percorrendo 197.2 Km in 4h55′02″ alla media di 40.10 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’elvetico Mäder e di 6″ il francese El Fares. Masnada è il nuovo leader della classifica con 2″ su Mäder e 10″ su El Fares.

TOUR DU FASO

Il belga Timmy De Boes (Team Flanders) si è imposto nella quinta tappa, Yako – Ziniare, percorrendo 145.6 Km in 3h36′21″ alla media di 40.38 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Keller e l’olandese Stenekes. Il burkinese Mathias Sorgho (nazionale burkinese) è ancora leader della classifica con 22″ sull’olandese Handgraaf e 1′49″ sull’olandese Nobel

VUELTA A GUATEMALA

Il guatemalteco Alfredo Esteban Ajpacajá Pax (Decorabaños) si è imposto anche nell’ottava tappa, cronoscalata Mirador de Chichicastenango – Piedra María Tecun (Totonicapán), percorrendo 18 Km in 42′48″ alla media di 25.23 Km/h. Ha preceduto di 6″ il colombiano Rincon Alvarez e di 27″ il connazionale De Leon Paz. Ajpacajá Pax è ancora leader della classifica con 1′48″ sul connazionale Rodas Ochoa e 2′12″ su De Leon Paz.

TOUR OF HAINAN: NUMERO DI GINO MÄDER NEL TAPPONE

ottobre 29, 2018 by Redazione  
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Il “tappone” della corsa cinese non ha tradito le attese ed è andato allo svizzero Gino Mäder, autore di un’azione solitaria nel finale di gara. Buona prova per i colori italiani con Lorenzo Rota sul podio e Davide Orrico, Simone Velasco e Fausto Masnada nei dieci.

L’atteso tappone del Tour of Hainan non ha tradito le attese. L’impegnativo tracciato ha ridotto il gruppo dei migliori a sole 13 unità, con lo svizzero Gino Mäder (nazionale elvetica) bravo ad anticipare tutti ed andare a cogliere il successo in solitaria. Seconda piazza per Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy) che ha regolato il gruppo inseguitore davanti a Lorenzo Rota (Bardiani CSF). A completare la “topten” troviamo: il francese Julien El Fares (Delko Marseille Provence KTM), l’olandese Raymond Kreder (Team UKYO), Davide Orrico (Team Vorarlberg Santic), Simone Velasco (Wilier Triestina-Selle Italia), Fausto Masnada (Androni Giocattoli-Sidermec), lo spagnolo Rodrigo Araque (Team UKYO) e l’elvetico Patrick Schelling (Vorarlberg Santic).
Come era facile auspicare dopo la tappa odierna c’è stato un cambiamento in classifica ed ora la maglia gialla di leader è indossata da Kreder con 7″ su Mäder e 11″ su Boivin. Rota è quarto a 13″, Masnada quinto a 15″, Velasco e Orrico sono ottavo e decimo a 17″.

Mario Prato

Lelvetico Gino Mäder vince la tappa più attesa del Tour of Hainan (www.tourofhainan.com)

L'elvetico Gino Mäder vince la tappa più attesa del Tour of Hainan (www.tourofhainan.com)

29-10-2018

ottobre 29, 2018 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’italiano Marco Benfatto (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella settima tappa, Wuzhishan – Sanya, percorrendo 127.3 Km in 2h52′53″ alla media di 44.18 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Imerio Cima (Nippo – Vini Fantini – Europa Ovini) e Andrea Guardini (Bardiani – CSF). L’olandese Raymond Kreder (Team UKYO) è ancora leader della classifica con 7″ sull’elvetico Mäder e 11″ sul canadese Boivin. Miglior italiano Lorenzo Rota (Bardiani – CSF), 5° a 13″

TOUR DU FASO

Il burkinese Mathias Sorgho (nazionale burkinese) si è imposto nella quarta tappa, Laye – Ouahigouya, percorrendo 148 Km in 3h32′27″ alla media di 41.8 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Smet e l’olandese Nobel. Sorgho è tornato leader della classifica con 22″ sull’olandese Handgraaf e 1′49″ su Nobel

VUELTA A GUATEMALA

Il guatemalteco Alfredo Esteban Ajpacajá Pax (Decorabaños) si è imposto nella settima tappa, Esquipulas Palo Gordo – San Pedro Sacatepéquez, percorrendo 116 Km in 2h42′56″ alla media di 42.72 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali De Leon Paz e Torres Yumán. Ajpacajá Pax è ancora leader della classifica con 48″ sul connazionale Rodas Ochoa e 1′45″ su De Leon Paz.

28-10-2018

ottobre 28, 2018 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’elvetico Gino Mäder (nazionale elvetica) si è imposto nella sesta tappa, Lingshui – Wuzhishan, percorrendo 193.2 Km in 5h02′27″ alla media di 38.33 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Boivin e l’italiano Lorenzo Rota (Bardiani – CSF). L’olandese Raymond Kreder (Team UKYO) è il nuovo leader della classifica con 7″ su Mäder e 11″ su Boivin. Miglior italiano Rota, 4° a 13″

TOUR DU FASO

Il burkinese Seydou Bamogo (nazionale burkinese) si è imposto nella terza tappa, Bolgatanga – Po, percorrendo 75.6 Km in 1h50′17″ alla media di 41.13 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Bouvry e di 4″ il belga Calleeuw. Bamogo è il nuovo leader della classifica con 20″ su Bouvry e 39″ sul tedesco Hellmann

VUELTA A GUATEMALA

Il peruviano Andre Alexander Gonzales Zenteno (Start Team Gusto) si è imposto nella sesta tappa, San Cristóbal Totonicapán – Totonicapán, percorrendo 143.5 Km in 3h11′43″ alla media di 44.91 Km/h. Ha preceduto allo sprint i guatemaltechi Ajpacajá Tzoc e Vásquez Vásquez. Il guatemalteco Alfredo Esteban Ajpacajá Pax (Decorabaños) è ancora leader della classifica con 24″ sul connazionale Rodas Ochoa e 1′45″ sul connazionale De Leon Paz.

TOUR OF HAINAN: EN PLEIN PER MANUEL BELLETTI

ottobre 27, 2018 by Redazione  
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Continua la striscia di successi italiani nella corsa a tappe cinese. Ad aggiudicarsi le quinta tappa è stato Manuel Belletti al termine di una perfetta operazione di controllo della gara da parte dell’Androni-Sidermec. Il velocista romagnolo grazie al successo odierno è balzato in testa alla classifica.

L’inno di Mameli continua a risuonare nella lontana Cina. A firmare il quarto successo su cinque tappe del Tour of Hainan è stato il velocista della Androni Giocattoli-Sidermec Manuel Belletti. Anche la Wanning- Lingshui non è sfuggita alla legge del ciclismo italico. Il percorso ondulato con quattro GPM richiedeva un surplus di lavoro per il controllo delle operazioni, ma la cosa non ha spaventato i ragazzi guidati in ammiraglia da Alessandro Spezialetti, che si sono fatti carico dell’onere di tenere la situazione sotto controllo. Il gap di soli 2” di Belletti nei confronti del leader della classifica generale Dylan Page (nazionale elvetica) ha ingolosito i suoi compagni di squadra che si sono impegnati al massimo per metterlo nelle condizioni migliori di fare la classica accoppiata “tappa e maglia”, il sogno di ogni ciclista di qualsiasi livello. L’unico momento in cui i ragazzi in maglia bianco-rossa non si sono visti davanti al gruppo è stato quando, nei pianeggianti 30 km tra l’ultimo GPM e l’arrivo, si sono avvantaggiati Jacopo Mosca (Wilier Triestina – Selle Italia), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF) e Davide Orrico (Vorarlberg Santic), raggiunti successivamente da Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy), Gino Mäder (nazionale elvetica) e Peter Schulting (Monkey Town).
Il sestetto è rimasto in avanscoperta soprattutto grazie all’impegno di Boivin, ma nulla ha potuto contro il ritorno del plotone, ripreso in mano dall’Androni che ha così potuto lanciare al meglio il romagnolo verso il secondo successo in questa edizione della corsa cinese. Le posizioni di rincalzo sono andati a Jannik Steimle (Vorarlberg Santic) e a Raymond Kreder (Team UKYO) Altri quattro italiani si sono piazzati nella “TopTen”: Luca Pacioni (Wilier Triestina – Selle Italia) è terminato in sesta posizione, Imerio Cima (Nippo – Vini Fantini – Europa Ovini) in srttima, Mirco Maestri (Bardiani-CSF) in ottava e Alessandro Fedeli (Delko Marseille Provence KTM) in decima.
Grazie al successo odierno e al ritardo di quasi 18 minuti accusato dall’ex capoclassifica Page, Belletti è il nuovo leader della generale con un vantaggio di 7” su Kreder e di 17” sul compagno di squadra Davide Ballerini.
L’entusiasmo in casa Androni per questo ottimo periodo lo si nota anche dalle parole del team manager Gianni Savio che non lesina complimenti a Belletti e a tutta la squadra: «Complimenti a tutta la squadra e in particolare a Manuel Belletti. Lo avevamo lanciato tra i professionisti dieci anni fa e sono orgoglioso che in questa stagione, al ritorno nella nostra squadra, abbia già ottenuto cinque vittorie: tre in Asia e due in Europa».

Mario Prato

Sempre Italia sugli scudi al Tour of Hainan: ora tocca ancora a Manuel Belletti, che stavolta oltre al successo di tappa raggiunge anche la testa della classifica generale (www.tourofhainan.com)

Sempre Italia sugli scudi al Tour of Hainan: ora tocca ancora a Manuel Belletti, che stavolta oltre al successo di tappa raggiunge anche la testa della classifica generale (www.tourofhainan.com)

27-10-2018

ottobre 27, 2018 by Redazione  
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TOUR OF HAINAN (Cina)

L’italiano Manuel Belletti (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella quinta tappa, Wanning – Lingshui, percorrendo 178.4 Km in 4h09′07″ alla media di 42.97 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Steimle e l’olandese Kreder. Belletti è il nuovo leader della classifica con 7″ su Kreder e 17″ sull’italiano Davide Ballerini (Androni Giocattoli – Sidermec)

TOUR DU FASO

Il burkinese Daouda Ouédraogo (nazionale burkinese) si è imposto nella seconda tappa, Manga – Bolgatanga, percorrendo 155 Km in 3h51′08″ alla media di 40.24 Km/h. Ha preceduto di 1″ il tedesco Keller e il belga De Boes. Il burkinese Mathias Sorgho (nazionale burkinese) è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del tedesco Hellmann e 1″ sul connazionale Daumont

VUELTA A GUATEMALA

Il guatemalteco Manuel Oseas Rodas Ochoa si è imposto nella quinta tappa, cronometro individuale Champerico – San Sebastián, percorrendo 33.5 Km in 44′39″ alla media di 45.02 Km/h. Ha preceduto di 1′18″ il connazionale Alfredo Esteban Ajpacajá Pax (Decorabaños) e di 1′22″ il connazionale Torres Yuman. Ajpacajá Pax è ancora leader della classifica con 18″ su Rodas Ochoa e 1′33″ su Torres Yuman

TOUR OF HAINAN, GUARDINI FIRMA LA TERZA VITTORIA ITALIANA

ottobre 26, 2018 by Redazione  
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Ancora un successo italiano nella corsa a tappe cinese. A primeggiare nella quarta tappa è stato il velocista della Bardiani-CSF Andrea “Flash” Guardini. Seconda piazza per Davide Ballerini e un altro terzetto di italiani nei primi 10.

Andrea Guardin (Bardiani-CSF)i, il velocista veronese approdato quest’anno alla corte dei Reverberi, ha conquistato la sua terza vittoria stagionale regolando in volata il plotone nella quarta tappa del Tour of Hainan, in un duello tutto italiano. A contrastare la ricerca della vittoria del portacolori della Bardiani-CSF ci ha pensato, infatti, un Davide Ballerini sempre molto attivo in questo 2018, alla sua ultima stagione in maglia Androni-Sidermec. La terza piazza è andata all’olandese André Looij (Monkey Town). Completano la TopTen il tedesco Lucas Carstensen (Bike Aid), l’olandese Raymond Kreder (Team UKYO), il tedesco Jannik Steimle (Vorarlberg Santic), l’australiano Anthony Giacoppo (Bennelong SwissWellness) e gli italiani Manuel Belletti (Androni Giocattoli-Sidermec), Imerio Cima (Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini) e Marco Benfatto (Androni Giocattoli-Sidermec).
“Sentivo il dovere di vincere per ripagare l’enorme sforzo che i miei compagni hanno fatto fin dalla prima tappa per mettermi nelle migliori condizioni. Oggi, finalmente, ce l’ho fatta: sono felicissimo – ha affermato Guardini – La tappa di ieri, in particolare, mi aveva lasciato molto amareggiato. E’ difficile digerire il fatto che i tuoi compagni lavorano per oltre 200 km e poi, in pochi metri, non riesci a finalizzare. Oggi dovevo prendermi la rivincita, dimostrare a loro e a me stesso che merito fiducia. E’ un’enorme soddisfazione. Nella volata di oggi siamo stati impeccabili. Districarsi in queste situazioni non è mai semplice. Le volate sono poco lineari e la concorrenza è agguerrita. Ci sono avversari tosti e bisogna avere le idee chiare, oltre che tanto sangue freddo, per gestire i finali. La mossa migliore è stato l’allungo di Wackermann a 5 km dal traguardo, che ci ha permesso di rimanere coperti e lasciare l’onere di tirare alle altre squadre. Maestri e Simion mi hanno pilotato benissimo nell’ultimo km, poi ho pensato solo a spingere sui pedali più forte che potevo. Sulla carta, da qui a fine gara, ci sono ancora quattro buone opportunità per provare a regalarci un nuovo successo. Come abbiamo visto ogni volata è storia a sé, ma noi ci saremo”.
Il leader della classifica generale, lo svizzero Dylan Page (nazionale elvetica), nonostante una caduta ha conservato il primato precedendo Belletti di 2″, Kreder, Guardini e Carstensen di 6″.

Mario Prato

Ancora unaffermazione italiana al Tour of Hainan: dopo Mareczko e Belletti è il turno di Andrea Guardini (www.tourofhainan.com)

Ancora un'affermazione italiana al Tour of Hainan: dopo Mareczko e Belletti è il turno di Andrea Guardini (www.tourofhainan.com)

TOUR 2019, QUALCHE BUON SEGNALE ROVINATO DALLA CRONOSQUADRE

ottobre 26, 2018 by Redazione  
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Presenta luci e ombre il tracciato dell’edizione 2019 del Tour de France. Se va applaudita la proposta degli organizzatori di proibire l’uso dei misuratori di potenza, rischia di rendere la corsa ancor più noiosa del solito l’idea di posizionare abbuoni in cima alle salite, perchè potrebbe motivare i corridori ad attaccare solamente nei 500 metri conclusivi delle ascese. Anche la cronosquadre potrebbe incidere in maniera determinando, favorendo le squadre meglio attrezzate e, ancora una volta, la noia che ha caratterizzato le ultime edizioni della Grande Boucle

Il percorso della Grande Boucle 2019 è stato svelato, ma non sarà solo il tracciato a far parlare di sé. Gli organizzatori della corsa francese stanno tentando da anni di superare la monotonia che caratterizza, ormai in modo cronico, questa grande manifestazione sportiva che, a dispetto del proprio grande prestigio, offre da anni uno spettacolo di gran lunga inferiore a quello degli altri grandi giri.
Certo che quando questo intento, pur sbandierato, contrasta con la pervicacia degli organizzatori nell’inserire una cronosquadre di quasi 30 Km ogni sforzo sarà probabilmente vano e sarà quasi retorica chiedersi nuovamente il perché di certe situazioni.
Il passo avanti comunque c’è stato, anche se esso deve ottenere il placet dell’UCI che, negli ultimi anni, ci ha messo del suo nell’abbassare la spettacolarità di questo magnifico sport. ASO ha, infatti, annunciato di voler chiedere all’UCI di inserire il divieto di utilizzo dei misuratori di potenza nella prossima edizione della corsa francese. Si tratta certamente di un ottimo intento anche se esso appare per ora un passo avanti da salutare con gioia, ma anche isolato rispetto ad una situazione che avrebbe urgente bisogno di numerosi interventi incisivi. Il misuratore di potenza, infatti, è solo uno degli strumenti che consente al corridore di capire quando sta andando al limite ed evitare quelle crisi che si possono manifestare quando si fa il classico fuori giri per inseguire un avversario che procede con un altro passo. Il frequenzimetro è, però, un altro importante strumento che permette anche ai corridori che non si conoscono a sufficienza di evitare possibili crisi e gestire le forze nel modo migliore. Parimenti andrebbero vietate le radioline, che permettono un contatto costante tra i corridori e i direttori sportivi, mentre i distacchi dovrebbero essere segnalati solo con le tradizionali lavagne.
In ogni caso il divieto di misuratore di potenza, se venisse ratificato dall’Uci, sarebbe un importante passo avanti.
Peccato che i vantaggi che questa eventuale nuova regola potrebbe portare verrebbero quasi totalmente annullati dall’inserimento di un’orrenda cronosquadre al secondo giorno di corsa. L’altro elemento, infatti, che provoca la monotonia che spesso caratterizza anche le corse in salita è proprio la squadra. Squadre forti perché economicamente potenti sono in grado di imbrigliare la corsa, con i gregari che portano i capitani sino all’ultimo chilometro ed impediscono attacchi da lontano, rendendoli eccessivamente dispendiosi per essere tentati da uomini che aspirano ai piani alti della generale. Proprio per questo motivo l’anno scorso è stato ridotto da 9 ad 8 il numero dei componenti di ciascuna squadra.
L’inserimento di una cronosquadre, per di più di una trentina di chilometri, alla seconda tappa caricherà molti possibili aspiranti alla vittoria già di pesanti ritardi che, visto l’andamento delle corse negli ultimi anni, saranno difficile da recuperare.
A questo si affianca un’altra probabile richiesta all’UCI, ovvero quella di aumentare i secondi di abbuono in cima alle salite.
Si tratta di una decisione molto pericolosa perché può invogliare ancor più i corridori a sparare tutto negli ultimi 500 metri prima del GPM, riducendo il tutto a sprintare in salita invece che a cercare di fare la differenza.
Andando a osservare da vicino il percorso si nota subito che, più che del giro di Francia, sembra si tratti di percorrere una sorta di diagonale nord est – sud ovest che taglia fuori totalmente oltre la metà del paese dal percorso.
Nella prima settimana avremo i Vosgi inseriti già molto presto. La prima tappa avrà solo il Muro di Grammont, che rappresenta più una figurina che altro, piazzata molto lontana dal traguardo, in una tappa dedicata ai velocisti; nella seconda giornata andrà in scena la sciagurata cronosquadre di 27 chilometri, mentre la terza e la quarta tappa saranno nuovamente dedicate alle ruote veloci, anche se il finale di Épernay punta leggermente all’insù.
La tappa con arrivo a Colmar, con finale accidentato, farà da antipasto alla prima vera tappa di montagna con arrivo alla Planches del Belles Filles, dove si incontreranno pendenze fino al 24% nel finale. Non è tuttavia il rampone conclusivo su fondo sterrato a rendere interessante questa frazione: prima ci saranno 4 GPM con il Grand Ballon in apertura, il Ballon d’Alsace a metà e il Col des Chevrères, lla cui discesa termina nello steso punto in cui inizia la salita finale, cosa che potrebbe anche favorire una azione coraggiosa, magari non dei big poiché siamo solo alla sesta tappa, ma di qualche seconda linea che potrebbe poi ritrovarsi in una posizione interessante (un po’ come capitò a Fabio Aru che, qualche giorno dopo la vittoria su questo traguardo, andò ad indossare il simbolo del primato che quest’anno festeggerà il centenario).
Le tappe con arrivo a Saint-Étienne e a Brioude saranno, invece, caratterizzate da percorsi accidentati e da pochissima pianura, cosa che potrebbe favorire tentativi di fuga ben assortiti. Dopo un ulteriore tappa per sprinter ad Albi ci sarà il giorno di riposo, eccezionalmente collocato al martedì.
Dopo una tappa interlocutoria con arrivo a Tolosa, nella seconda settimana andranno in scena i Pirenei con l’antipasto a Bagnères-de-Bigorre, al termine di una frazione che proporrà i colli del Peyresourde e di Hourquette d’Ancizan a 30 Km dalla conclusione, tappa che non dovrebbe provocare battaglia tra i big e sembra più adatta alle seconde linee. Il giorno successivo andrà in scena l’unica cronometro individuale di questo Tour de France, 27 Km attorno a Pau con una prima parte molto accidentata e la seconda pianeggiante più adatta ai passistoni. Se il percorso di questa tappa preso singolarmente è molto bello, in quanto offre una crono varia non banale, tecnica nella prima parte e più da pedalare nella seconda, una crono nella quale sarà fondamentale dosare bene gli sforzi e conoscersi a fondo, è anche vero che un’unica prova contro il tempo di 27 Km è davvero poca cosa in un grande giro, specialmente di fronte ad una cronosquadre di pari chilometraggio ed a numerosi arrivi in salita che invitano allo sprint con conquista di abbuoni in favore dei corridori esplosivi. Non va, infatti, dimenticato che il 90% del vantaggio grazie al quale Thomas ha lasciato indietro Dumoulin, escludendo i 50 secondi persi per caduta dall’olandese, non è stato conquistato sulla strada ma è dovuto ad abbuoni conquistati grazie alla sparata nel finale che, come si sa, non è la specialità del fortissimo passista vincitore del Giro d’Italia 2017.
La tappa pirenaica di sabato è un altro punto dolente perchè la frazione misura appena 117 chilometri. Si è ormai avuta la prova che tra simili chilometraggi e lo spettacolo non c’è una relazione fissa, quasi fosse una sorta di automatismo. Ci saranno solo due GPM, tra l’altro molto distanti tra loro perché tra lo scollinamento del Soulor e l’attacco del Tourmalet si dovranno percorrere ben 40 Km. Il rischio concreto è che la battaglia si accenda, ancora una volta, nell’ultimo chilometro, con il tentativo di conquistare abbuoni invece che tentare di fare la differenza.
Più interessante la tappa di domenica con il Port de Lers e il Mur de Péguère uno appresso all’altro e la salita finale a Prat d’Albis che inizierà 25 Km dopo lo scollinamento del penultimo GPM: il Péguère presenta pendenze durissime nella seconda parte e potrebbe ispirare anche un attacco da lontano da parte di qualche big, che potrebbe cercare di perdere il largo e continuare l’azione in discesa e, poi, sull’ultima salita. Sarebbe un attacco da organizzare bene, specialmente pensando al tratto in falsopiano che separa la fine della discesa del Péguère dall’inizio della salita verso il Prat d’Albis. La salita finale, inoltre, è caratterizzata da una seconda parte molto favorevole per chi sta a ruota presentando pendenze costanti intorno al 6%, con l’ultimo chilometro che spiana al 3%. In una simile situazione chi insegue con l’aiuto della squadra si troverebbe in netto vantaggio rispetto ad un attaccante e questo potrebbe indurre a maggiore prudenza sul Péguère, mentre forse un arrivo nell’abitato di Foix poteva rappresentare un maggiore incentivo ad una azione sulle rampe più arcigne del muro. La terza settimana si aprirà con due tappe per attaccanti, una in circuito attorno a Nîmes e l’altra con arrivo a Gap, a precedere il trittico alpino.
Nella prima tappa sulle Alpi si pedalerà nella storia con Vars, Izoard e Galibier prima della picchiata verso Valloire. La salita del Galibier, come gli appassionati ben sann, non presenta alcuna difficoltà fino al Col du Lautaret, mentre gli ultimi 8 chilometri sono abbastanza tosti, specialmente l’ultimo che presenta una pendenza media del 13%. Potrebbe essere il terreno per un attacco che potrebbe proseguire anche nei successivi 18 chilometri di discesa, dato che la prima parte di essa è tecnica e potrebbe essere invitante per chi se la cava bene su questo terreno. Il chilometraggio di oltre 200 Km e la collocazione nell’ultima settimana potrebbero aggiungere altro sale ad una frazione che offre un’occasione da non perdere.
Nella seconda tappa alpina si dovrà superare il Col de l’Iseran, Souvenir Herny Desgranges di questa edizione del Tour de France con i suoi 2770 metri di altitudine ed una tra le più elevate strade asfaltate del vecchio continente, mentre l’arrivo sarà ai 2113 metri di Val Claret, frazione del comune di Tignes. La salita finale, il cui inizio è collocato circa 30 Km dopo lo scollinamento dell’Iseran, è piuttosto irregolare e, dopo i primi tre chilometri con pendenze che arrivano anche al 9%, si incontreranno 2 Km di respiro al 4% per poi affrontare tre chilometri tra i 6 e l’8% ed infine un falsopiano di circa 2 Km nel finale. La tappa non sembra adatta a grossi colpi di mano, dato che le pendenze non sono mai impegnative e non sembrano adatte per provare a fare la differenza, ma al terzultimo giorno di gara le energie scarseggeranno e l’altitudine (specie i 2700 metri dell’Iseran) potrebbe giocare brutti tiri, nonostante la cospicua distanza del tetto del Tour dall’inizio della salita finale. Il penultimo giorno di gara non sarà dedicato, come di consueto, ad una prova contro il tempo ma ad una frazione di montagna con l’arrivo agli oltre 2400 metri di Val Thorens, località di sport invernali che ricompare al Tour per la seconda volta dopo 25 anni di assenza. Tutti gli appassionati italiani ricorderanno quella tappa, nella quale Marco Pantani cadde nelle fasi iniziali e si fece male al punto da sembrare vicino al ritiro. Il Col de la Madeleine servì al Pirata per ritrovare il colpo di pedale che poi gli permise di involarsi lungo le rampe di questa interminabile salita lunga quasi 40 chilometri, che alterna tratti duri a momenti di respiro. Pantani quel giorno non vinse la tappa, perché non riuscì a raggiungere il colombiano Rodríguez e il russo Ugrumov, ma staccò Indurain e soprattutto gli idoli di casa Virenque e Leblanc, che lottavano con lui per un posto sul podio, che poi si aggiudicò proprio Pantani grazie ad una prova superlativa nella cronoscalata ad Avoriaz, nella quale fece addirittura meglio di Indurain.
Quest’anno l’interminabile salita finale sarà preceduta dal Cormet De Roselend e dalla Côte de Longefoy, ma la battaglia si svolgerà unicamente sulla salita finale. Tatticamente il punto migliore per attaccare è nei 5 chilometri che precedono gli ultimi duemila metri. Infatti, in quel momento, si saranno già superati i 2000 metri di quota, con tutte le conseguenze sulla rarefazione dell’aria, e si sono già affrontati quasi 30 Km di salita, con tratti anche duri, e ci si trovano 5 Km con una pendenza media dell’8% prima dei due chilometri finali. nei quali la strada spiana decisamente.
Si spera di vedere una grande battaglia alla vigilia del consueto finale parigino, nello scenario dei Campi Elisi.
Come al solito mancano i tapponi propriamente detti, ovvero quelle tappe con 5 o 6 montagne serie e chilometraggio oltre i 200 Km, anche senza arrivo in salita. In una corsa senza misuratori di potenza, tappe del genere potrebbero essere micidiali. Quando si propongono misure come l’abolizione dei misuratori di potenza, bisognerebbe proporre anche tappe che valorizzino al massimo le conseguenze della innovazione, anche per verificare l’effettiva incidenza della misura sulla corsa.
Gli arrivi in salita non devono mancare ma neppure devono essere l’unico epilogo delle tappe di montagna perché rischiano di indurre i big alla solita sparata finale per conquistare l’abbuono.
L’abolizione degli abbuoni potrebbe, invece, portare gli uomini forti in montagna ad attaccare un po’ prima per cercare di fare il distacco, invece che accontentarsi delle briciole che si racimolano con la sparata finale; arrivi in discesa come quello a Valloire, invece, potrebbero indurre ad attacchi di più ampio respiro. Una proposta “de iure condendo” potrebbe essere quella di abolire gli abbuoni solo nelle tappe con arrivo i in salita.
Insomma ci sono luci e ombre in questo Tour 2019; si vedono timidi segnali di passi avanti e, se la speranza è che essi possano contribuire ad offrire uno spettacolo migliore di quello degli ultimi anni, il timore è che siano ancora troppo poco.

Benedetto Ciccarone

Il Col de lIseran, tetto delledizione 2019 del Tour de France (www.trueriders.it)

Il Col de l'Iseran, tetto dell'edizione 2019 del Tour de France (www.trueriders.it)

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