30-09-2014

settembre 30, 2014 by Redazione  
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RUOTA D’ORO – GP FESTA DEL PERDONO

L’italiano Giacomo Berlato* (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Terranuova Bracciolini, percorrendo 167 Km in 3h46′01″ alla media di 44,333 Km/h. Ha preceduto di 15” il russo Kustadinchev e di 21” il francese Sarrou

* dilettante

28-09-2014

settembre 28, 2014 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO – STRADA UOMINI ÉLITE

Il polacco Michal Kwiatkowski (Omega Pharma – Quick-Step) si è imposto nella gara su strada uomini élite, circuito di Ponferrada, percorrendo 254,8 Km in 6h29′07″ alla media di 39,289 Km/h. Ha preceduto di 1” l’australiano Gerrans e lo spagnolo Valverde. Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bardiani – CSF), 13° a 7”.

TOUR DU GÉVAUDAN LANGUEDOC-ROUSSILLON (Francia)

Il francese Alexis Vuillermoz (AG2R La Mondiale) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Mende, percorrendo 146 Km in 3h44′28″ alla media di 39,026 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Pinot e Hardy. Lo spagnolo Amets Txurruka (Caja Rural – Seguros RGA) si impone in classifica con 18” sul belga Degand e 22” su Vuillermoz

DUO NORMAND

I norvegesi Truls Engen Korsaeth e Reidar Bohlin Borgersen (Team Joker) si sono imposti nella cronometro a coppie francese, circuito di Marigny, percorrendo 54,3 Km in 1h05′32″ alla media di 49,715 Km/h. Hanno preceduto di 51” i francesi Delaplace e Gérard e di 2′20” i russi Balykin e Ovechkin.

GOOIKSE PIJL

Il belga Roy Jans (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella corsa belga, circuito di Gooik, percorrendo 197,9 Km in 4h26′35″ alla media di 44,541 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Asbroeck e De Vreese

MILANO – RAPALLO – MEMORIAL ALDO ED EMILIO DE MARTINO

L’italiano Luca Sterbini* (Team Pala Fenice) si è imposto nella corsa italiana, Gaggiano – Rapallo, percorrendo 206 Km in 4h24′15″ alla media di 46,774 Km/h. Ha preceduto di 35” gli italiani Alfio Locatelli* (Viris Maserati) e Stefano Perego* (Viris Maserati)

* dilettante

PICCOLO GIRO DELL’EMILIA

L’italiano Simone Consonni* (Team Colpack) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Casalecchio di Reno, percorrendo 148,3 Km in 3h39′59″ alla media di 40,448 Km/h. Ha preceduto allo sprint’ gli italiani Daniele Cavasin* (Zalf Euromobil Désirée Fior) e Alberto Cecchin (Marchiol – Emisfero)

* dilettante

KWIATKOWSKI, CHE ASSOLO!

settembre 28, 2014 by Redazione  
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L’Italia riesce nell’intento di far scoppiare la corsa, ma ad approfittarne è il giovane polacco, che anticipa lo strappo finale e resiste al ritorno di un gruppetto regolato da Gerrans. Ennesimo podio senza iride per Valverde, terzo. Gli azzurri si sciolgono nel finale, mancando tutte le azioni nell’ultimo giro e mezzo. La prima nazionale di Davide Cassani si deve accontentare del tredicesimo posto di Colbrelli.

Al termine di una giornata resa più dura del previsto dal maltempo e dagli assalti ripetuti dell’Italia, a vestire la maglia arcobaleno è giustamente il corridore che ha messo in strada più coraggio, più fantasia e più personalità. Meno quotato di altri ai nastri di partenza, Michal Kwiatkowski è stato il primo a schierare in blocco al comando i suoi uomini, per rintuzzare la fuga che il lituano Savickas, il croato Kvasina, il colombiano Quintero e l’ucraino Polivoda avevano promosso al primo giro, arrivata a sfiorare i sedici minuti di vantaggio nel corso della quinta tornata; ancora lui è stato il primo capitano a muoversi, nonché il solo ad inventarsi qualcosa di diverso dal prevedibile tutto per tutto sullo strappo finale, strategia prudentemente adottata dai Gerrans, Gilbert e Valverde del gruppo.
L’azione polacca (derisa in diretta tv dai guru Rai, che ipotizzavano un’alleanza trasversale tra i compagni in Omega Kwiatkowski e Boonen, senza ovviamente spiegare in quale modo la cosa avrebbe dovuto motivare corridori come Bodnar, Huzarski e tutti gli altri militanti in altre formazioni) ha scosso il gruppo da un torpore durato un’ottantina di chilometri, ed ha segnato di fatto il solo momento di svolta della corsa fino al quintultimo passaggio.
È stato allora, nel tratto di discesa tra la vetta della salita della Confederacion e l’inizio dello strappo del Mirador, che l’Italia si è portata con decisione al comando, allungando il gruppo in previsione degli attacchi da sferrare all’inizio della tornata successiva. I primi a muoversi sono stati Fabio Aru e Giovanni Visconti, subito seguiti da Kennaugh, Wellens, Albasini e Jensen. L’azione ha fatto esplodere all’istante il gruppo come forse nessuno avrebbe immaginato, e per un breve frangente al comando – con un margine di quasi mezzo minuto sul plotone – è stato sul punto di formarsi un gruppetto di una ventina di unità, comprendente esponenti di quasi tutte le nazionali di vertice.
La ghiotta occasione di mettere subito in piedi un attacco potenzialmente decisivo è almeno in parte sfumata subito, quando al raggruppamento è seguita l’immancabile fase di studio e tentennamenti. Kennaugh e Visconti hanno allora rilanciato, portando con sé da subito Boasson Hagen, Jensen, Albasini e Geschke, quindi anche Wellens, Tony Martin, Trofimov Vanmarcke, Caruso e Navarro. Particolarmente significativa, ai fini del successivo naufragio dell’azione, il mancato ingresso nel tentativo di Joaquim Rodriguez, inizialmente tra i corridori evasi, ma in un secondo momento colpito da un attacco di attendismo acuto caratteristico della selezione spagnola, forse non al corrente del ritiro di Oscar Freire due anni fa.
Nell’ultima discesa prima del traguardo, Tony Martin ha allungato sui compagni di viaggio, transitando ai -3 giri con 8’’ di vantaggio sul drappello Visconti e 30’’ sul gruppo, pilotato dall’Australia. L’assolo del tedesco si è spento in cima allo strappo del Mirador, quando la fuga, forte di una quarantina di secondi sul gruppo, sempre trainato da una selezione aussie non particolarmente brillante nel suo complesso, ha raggiunto il suo massimo vantaggio.
L’entrata in scena in testa al gruppo della Francia, evidentemente intenzionata a puntare su Bouhanni, e la contemporanea interruzione dell’accordo nel gruppetto di testa hanno azzoppato definitivamente l’azione, il cui vantaggio si assestava già a 29’’ al successivo passaggio sulla linea d’arrivo. Visconti ha inutilmente provato ad andarsene, prima da solo, poi con Kennaugh, prima di capitolare ed essere inghiottito dal gruppo.
Poco dopo il ricompattamento generale, la Francia ha improvvisamente cambiato idea sul da farsi, promuovendo l’azione destinata a caratterizzare quasi un giro e mezzo di corsa: Gautier è partito, De Marchi e Andersen si sono accodati, Kiryenka ha esitato un istante di troppo e ha impiegato una decina di chilometri per ricucire da solo sul terzetto, rallentato dalla passività proprio di un Gautier in aperta diatriba con se stesso. In corrispondenza del Mirador, con 23 km ancora da percorrere, i tre di testa avevano 8’’ sul bielorusso e 32’’ sul solito Albasini, tarantolato ma poco produttivo, che guidava una lunga fila di corridori sfilacciati, chiusa dal grosso del gruppo, attardato di quasi un minuto. De Marchi e soci hanno cominciato a nutrire qualche sogno di gloria, ma proprio quando il suo attacco raggiungeva il massimo vantaggio, cominciavano a sorgere dubbi sulle condizioni degli azzurri di punta, che non riuscivano a replicare ad allunghi come quello di Daniel Moreno.
Sul traguardo, i battistrada, tra i quali figurava ormai anche Kiryenka, potevano gestire 35’’ sul drappello dello stesso Moreno, frenato dalla poca armonia, e 44’’ sul plotone, tirato da Paterski, ultimo uomo rimasto a disposizione di Kwiatkowski.
Il ritmo imposto all’ultimo giro da Spagna e Belgio sulla salita della Confederacion ha stroncato le speranze del gruppetto di De Marchi, ritrovatosi in cima con appena una decina di secondi. Tutto, insomma, pareva convergere verso il finale predetto dai più: gruppo di una cinquantina di unità compatto ai piedi della rampa del Mirador, girandola di scatti e controscatti, e inseguimento finale negli ultimi 5 km di discesa e pianura.
Kwiatkowski, dimostrando un’intraprendenza e una fantasia sconosciute a tanti più esperti e decorati avversari, ha messo in atto una variante rivelatasi decisiva: anziché attendere lo scontro frontale in salita, si è mosso nella discesa precedente, pennellando le curve viscide del tratto fra le due asperità, ed in particolare la svolta a destra costata cara agli italiani nelle gare Juniores e Under 23.
In poche pedalate, il polacco si è riportato sulla testa della corsa, venendo salutato da un’eloquente smorfia di disappunto di un ormai stremato De Marchi. L’azzurro e Jensen hanno inutilmente provato a tenere la ruota di Kwiatek, la cui diversa freschezza è emersa non appena la strada ha ripreso a salire. Alle soglie dei 250 km di gara, la Spagna si è decisa a metter fuori la testa, lanciando Rodriguez all’inizio dello strappo. Nibali ha provato ad accodarsi, salvo incartarsi dopo pochi metri, in un mesto revival di Valkenburg 2012. Van Avermaet si è portato nella scia di Purito, appena prima che Valverde, a titolo ormai sfumato, producesse uno scatto secco, ma non abbastanza da sbarazzarsi di Gilbert, Gallopin, Gerrans, Van Avermaet e Breschel.
Tra Kwiatkowski e gli inseguitori, in vetta, c’erano nove secondi: più che sufficienti per un discesista e passista formidabile come il polacco. Per fugare ogni dubbio, nel drappello alle sue spalle, tutti hanno delegato la caccia al battistrada al solo Gilbert – splendido, dal canto suo, nel mettersi al servizio del più veloce compagno di squadra -.
Quattordici anni dopo l’argento di Spruch a Plouay, Kwiatkowski ha così regalato alla Polonia il suo primo titolo iridato, alzando le braccia mentre, alle sue spalle, Gerrans vinceva l’amara volata dei battuti, anticipando Valverde, Breschel, Van Avermaet, Gallopin e Gilbert nell’ordine. Kristoff ha bruciato Degenkolb nella volata per l’ottavo posto, nella quale si sono segnalati Bouhanni (10°), Cancellara (11°, ma anonimo oltre ogni previsione) e i temutissimi Swift (12°) e Matthews (14°), tra i quali si è inserito Sonny Colbrelli, 13° e primo degli italiani. Solo 43° Peter Sagan, che ha dissipato ogni dubbio circa l’eventualità che il suo modesto rendimento nelle corse di avvicinamento al Mondiale facesse parte di una mefistofelica pretattica.
Sebbene, da appassionati, sia impossibile non sorridere di fronte alla riuscita di un numero di pura classe come quello di Kwiatkowski, lo è altrettanto non rilevare il magro bottino raccolto dalla spedizione italiana in terra spagnola. Il medagliere langue (un solo podio: il secondo posto di Sofia Bertizzolo nella gara Donne Junior), e se in altre categorie dei quarti posti e alcune circostanze sfortunate contribuiscono a salvare il bilancio, in quella regina allarma – più ancora del pur modesto risultato – la sensazione di aver fatto più o meno il possibile. Si potrebbe obiettare sull’impiego forse prematuro della carta Visconti e sull’esclusione dai titolari di un Formolo in grande condizione nelle gare canadesi, ma nessuna delle due scelte crediamo abbia rappresentato la differenza tra vincere e perdere il Mondiale, o anche solo tra andarci vicini e recitare un ruolo di semplici animatori. La tattica italiana è stata in linea con l’esigenza di scuotere la corsa e cercare soluzioni diverse dal solito scontro frontale all’ultimo giro, e non è certo colpa del commissario tecnico se Ulissi non è stato della partita o se nessun azzurro ha avuto la prontezza di accodarsi a Kwiatkowski (che aveva comunque gamba diversa dai nostri, e se ne sarebbe con ogni probabilità potuto sbarazzare sull’ultima erta). Proprio il fatto di chiudere un Mondiale da 13° posto senza grandi rimpianti, però, è forse la più triste certificazione del livello attuale del movimento italiano, per quel che concerne le corse di un giorno.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Michal Kwiatkowski (Poland) 6:29:07
2 Simon Gerrans (Australia) 0:00:01
3 Alejandro Valverde Belmonte (Spain)
4 Matti Breschel (Denmark)
5 Greg Van Avermaet (Belgium)
6 Tony Gallopin (France)
7 Philippe Gilbert (Belgium) 0:00:04
8 Alexander Kristoff (Norway) 0:00:07
9 John Degenkolb (Germany)
10 Nacer Bouhanni (France)
11 Fabian Cancellara (Switzerland)
12 Ben Swift (Great Britain)
13 Sonny Colbrelli (Italy)
14 Michael Matthews (Australia)
15 Ramunas Navardauskas (Lithuania)
16 Daryl Impey (South Africa)
17 Maciej Paterski (Poland)
18 Bauke Mollema (Netherlands)
19 Warren Barguil (France)
20 Michael Valgren Andersen (Denmark)
21 Daniele Bennati (Italy)
22 Tom Dumoulin (Netherlands)
23 Rui Alberto Faria Da Costa (Portugal)
24 Jon Izaguirre Insausti (Spain)
25 Brent Bookwalter (United States Of America)
26 Nicolas Roche (Ireland)
27 Rigoberto Uran Uran (Colombia)
28 Edvald Boasson Hagen (Norway)
29 Petr Vakoc (Czech Republic) 0:00:14
30 Alex Howes (United States Of America)
31 Chris Anker Sörensen (Denmark)
32 Giovanni Visconti (Italy)
33 Joaquin Rodriguez Oliver (Spain) 0:00:17
34 Fabio Aru (Italy)
35 Yury Trofimov (Russian Federation)
36 Daniel Moreno Fernandez (Spain)
37 Lars Petter Nordhaug (Norway)
38 Dominik Nerz (Germany) 0:00:21
39 Simon Geschke (Germany) 0:00:24
40 Vincenzo Nibali (Italy) 0:00:27
41 Giampaolo Caruso (Italy) 0:00:31
42 Grega Bole (Slovenia) 0:00:38
43 Peter Sagan (Slovakia) 0:00:42
44 Andriy Grivko (Ukraine) 0:00:50
45 Alessandro De Marchi (Italy) 0:01:03
46 Alexandr Kolobnev (Russian Federation) 0:01:05
47 Kristijan Durasek (Croatia)
48 Jan Bakelants (Belgium)
49 Tom Boonen (Belgium)
50 Sergei Chernetski (Russian Federation)

Kwiatkowski si invola nellazione decisiva (foto Bettini)

Kwiatkowski si invola nell'azione decisiva (foto Bettini)

INAF…FERRAND-PREVOT, RIMPIANTI AZZURRI

settembre 28, 2014 by Redazione  
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A 19 anni di distanza dall’ultimo trionfo di Jeannie Longo un’atleta francese torna a vestire la maglia iridata: è la 22enne Pauline Ferrand-Prévot, già campionessa del mondo per gli junior a Offida nel 2010, ad imporsi grazie a una prepotente volata con la quale regola la tedesca Lisa Brennauer, alla seconda medaglia dopo l’oro nella prova a cronometro, e la svedese Emma Johansson. L’Italia recrimina per il quarto posto di Giorgia Bronzini, finita a pochi centimetri dal podio, e per una Elisa Longo Borghini ripresa all’inizio del rettilineo finale, dopo essersi avvantaggiata con altre tre atlete, tra cui la grande delusa del giorno Marianne Vos, alla fine solo 10a.

La prova in linea iridata della categoria donne élite si è disputata lungo 7 giri del circuito di Ponferrada per un totale di 127,4 km, gli stessi affrontati dagli junior uomini ma, anche alla luce di quanto visto nelle precedenti prove che si sono decise tutte nel finale, le ragazze hanno atteso a lungo prima di iniziare a darsi battaglia e le prime cinque tornate – al di là di un velleitario tentativo della slovena Spela Kern, rimasta in avanscoperta per poco più di una tornata con un massimo vantaggio di 40” – hanno avuto come principale spunto di cronaca una caduta di massa nel corso del secondo giro, nella quale sono state coinvolte non meno di 50 atlete, molte delle quali costrette ad abbandonare la corsa mentre altre, tra le quali la fuoriclasse olandese Marianne Vos e la piacentina Giorgia Bronzini, hanno potuto ripartire senza gravi conseguenze. Finalmente all’inizio del sesto giro, più o meno in coincidenza con un acquazzone che fortunatamente è durato solo pochi minuti e che non ha creato particolari problemi alle atlete, la corsa si è accesa per merito della statunitense Alison Powers, che è stata riassorbita nel giro di pochi chilometri ma ha dato il via a una serie di ulteriori attacchi, tra i quali quelli dell’australiana Rachel Neylan e, soprattutto, della piemontese Rossella Ratto, che sullo strappo del Mirador ha operato un forcing al quale hanno comunque prontamente replicato quasi tutte le big, ovvero la Vos e la sua connazionale Ellen Van Dijk, la svedese Emma Johansson, la francese Pauline Ferrand-Prévot, la britannica Elizabeth Armitstead, la neozelandese Linda Villumsen, la tedesca Lisa Brennauer, le statunitensi Shelley Olds ed Evelyn Stevens e l’altra piemontese Elisa Longo Borghini. La Bronzini, principale carta azzurra in caso di arrivo in volata (come ha dimostrato nei due Mondiali vinti a Geelong e Copenhagen), è rimasta leggermente attardata ma, grazie anche al supporto di Tatiana Guderzo, è riuscita a rientrare e all’inizio dell’ultima tornata si è riformato un gruppo comprendente ancora una trentina di atlete che, sia pure con diverse scaramucce provocate soprattutto dalla nazionale olandese, hanno proseguito assieme fino ai piedi dell’ultimo passaggio sul Mirador, dove a fare la differenza è stata la Armistead, alla cui ruota hanno resistito le sole Vos, Johansson e Longo Borghini, mentre la Ratto – al pari della Ferrand-Prévot e della Brennauer, già medaglia d’oro nella prova a cronometro – ha perso terreno proprio in prossimità dello scollinamento ed è stata ripresa dal gruppo inseguitore, comprendente la Bronzini. Le quattro atlete rimaste al comando hanno proseguito di buon accordo fino ai -3 dal traguardo quando la Johansson ha tentato di andarsene, imitata ai -1500 metri dalla Longo Borghini, sulla carta battuta dalle altre tre in caso di sprint. Ma, quando la Vos ha chiuso sul tentativo dell’azzurra, tutte e quattro si sono improvvisamente rialzate e le inseguitrici hanno potuto rientrare proprio all’inizio del rettilineo finale di Ponferrada. Germania e Italia hanno provato a organizzarsi con Claudia Hausler e Rossella Ratto che hanno lanciato rispettivamente la Brennauer e una Bronzini che, però, è rimasta chiusa non riuscendo a prendere la ruota della compagna. La Vos si è lanciata a sua volta ma, tra lo stupore generale, si è ben presto piantata e ha dovuto dire addio a una medaglia che conquistava ininterrottamente da otto stagioni, non andando oltre il 10° posto. Chi, invece, è venuta fuori di prepotenza è stata la 22enne Ferrand-Prévot, già iridata junior a Offida nel 2010 e grande specialista anche del ciclocross, che sembra indirizzata a divenire l’erede della grande Jeannie Longo, che nel 1995 era stata l’ultima transalpina a conquistare un titolo mondiale in quel di Duitama. Nella lotta per l’argento in tre hanno chiuso praticamente sulla stessa linea ma con un guizzo negli ultimissimi metri la Brennauer ha avuto la meglio sulla Johansson, che ritorna sul podio dopo il secondo posto di Firenze, e soprattutto sulla Bronzini, che è stata brava a farsi largo sfiorando le transenne ma che al fotofinish ha visto sfumare una medaglia, chiudendo davanti a Cromwell, Olds, Armitstead e Villumsen, mentre Ratto e Longo Borghini si sono piazzate 13a e 14a in fondo al gruppetto di testa. Il bilancio azzurro di Ponferrada rimane, dunque, fermo all’argento della Bertizzolo e vedremo se i professionisti, guidati per la prima volta da Davide Cassani, potranno rimpinguare il bottino nell’attesissima prova che concluderà il programma, fermo restando che gli uomini da battere sono altri, da John Degenkolb ad Alexander Kristoff e a Simon Gerrans, passando per Fabian Cancellara, Peter Sagan, Philippe Gilbert, il campione uscente Rui Alberto Faria da Costa e Alejandro Valverde, che nello scorso mese di giugno si era piazzato secondo al campionato nazionale spagnolo, vinto da Ion Izagirre e disputato proprio sul circuito di Ponferrada.

Marco Salonna

ORDINE D’ARRIVO

1 Pauline Ferrand-Prevot (France) 3:29:21
2 Lisa Brennauer (Germany)
3 Emma Johansson (Sweden)
4 Giorgia Bronzini (Italy)
5 Tiffany Cromwell (Australia)
6 Shelley Olds (United States Of America)
7 Elizabeth Armitstead (Great Britain)
8 Linda Melanie Villumsen (New Zealand)
9 Hanna Solovey (Ukraine)
10 Marianne Vos (Netherlands)
11 Katarzyna Niewiadoma (Poland)
12 Evelyn Stevens (United States Of America) 0:00:03
13 Rossella Ratto (Italy)
14 Elisa Longo Borghini (Italy)
15 Claudia Häusler (Germany) 0:00:06
16 Audrey Cordon (France) 0:00:41
17 Chantal Blaak (Netherlands)
18 Paulina Brzezna (Poland)
19 Malgorzta Jasinska (Poland)
20 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa)
21 Elena Kuchinskaya (Russian Federation)
22 Eri Yonamine (Japan)
23 Doris Schweizer (Switzerland)
24 Rachel Neylan (Australia)
25 Flavia Oliveira (Brazil)
26 Anna Sanchis Chafer (Spain)
27 Sofie De Vuyst (Belgium) 0:00:47
28 Tetiana Riabchenko (Ukraine)
29 Eleonora Van Dijk (Netherlands)
30 Ane Santesteban Gonzalez (Spain)
31 Christine Majerus (Luxembourg)
32 Trixi Worrack (Germany)
33 Lucinda Brand (Netherlands)
34 Kelly Druyts (Belgium) 0:01:10
35 Serika Guluma Ortiz (Colombia)
36 Jessenia Meneses (Colombia) 0:01:24
37 Tatiana Guderzo (Italy) 0:02:41
38 Annie Last (Great Britain) 0:03:06
39 Julie Leth (Denmark)
40 Maaike Polspoel (Belgium)
41 Lauren Hall (United States Of America) 0:05:30
42 Emilie Moberg (Norway) 0:05:46
43 Elise Delzenne (France)
44 Amélie Rivat (France)
45 Polona Batagelj (Slovenia)
46 Špela Kern (Slovenia)
47 Megan Guarnier (United States Of America)
48 Katrin Garfoot (Australia)
49 Sara Mustonen (Sweden) 0:05:51
50 Alexandra Burchenkova (Russian Federation)
51 Anastasiya Chulkova (Russian Federation)
52 Mayuko Hagiwara (Japan)
53 Charlotte Becker (Germany)
54 Sari Saarelainen (Finland) 0:08:38
55 Elena Cecchini (Italy) 0:08:45
56 Sabrina Stultiens (Netherlands) 0:11:06
57 Carlee Taylor (Australia) 0:11:44
58 Verónica Leal Balderas (Mexico)
59 Paz Bash (Israel) 0:12:28

La francese Pauline Ferrand-Prévot si laurea campionessa del mondo femminile ai mondiali di Ponferrada (foto Bettini)

La francese Pauline Ferrand-Prévot si laurea campionessa del mondo femminile ai mondiali di Ponferrada (foto Bettini)

26-09-2014

settembre 27, 2014 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO – STRADA DONNE ÉLITE

La francese Pauline Ferrand-Prévot (Rabo Liv Women Cycling Team) si è imposta nella gara su strada donne élite, circuito di Ponferrada, percorrendo 127,4 Km in 3h29′21″ alla media di 36,513 Km/h. Ha preceduto allo sprint la tedesca Brennauer e la svedese Johansson. Miglior italiana Giorgia Bronzini (Wiggle Honda), 4°.

CAMPIONATI DEL MONDO – STRADA UOMINI JUNIOR

Il tedesco Jonas Bokeloh si è imposto nella gara su strada uomini junior, circuito di Ponferrada, percorrendo 127,4 Km in 3h07′00″ alla media di 40,877 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Kulikovskiy e l’olandese Lenderink. Miglior italiano Edoardo Affini, 4°.

TOUR DU GÉVAUDAN LANGUEDOC-ROUSSILLON (Francia)

Il belga Thomas Degand (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella prima tappa, Badaroux – Chanac, percorrendo 145 Km in 3h32′38″ alla media di 40,915 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Txurruka e di 7” il belga Dron. Giunto fuori tempo massimo l’unico italiano in gara, Federico Buttò (Burgos-BH). Degand è il primo leader della classifica con 4” su Txurruka e 13” su Dron.

GERMANIA D’ORO, ITALIA ANCORA LEGNO

settembre 27, 2014 by Redazione  
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Un’altra quarto posto per la nazionale juniores ai mondiali di Ponferrada e, così, la virtuale medaglia di legno è andata ad Edoardo Affini, dopo che Filippo Ganna l’aveva idealmente conquistata nella prova a cronometro. L’Italia, nonostante il risultato, è stata grande protagonista anche nella gara su strada, con diversi tentativi, purtroppo non andati a buon fine. Le medaglie che contano se la sono giocate allo sprint le nazionali tedesche, russe e olandesi, con oro, argento e bronzo andati rispettivamente a Bokeloh, Kulikovskiy, Lenderink.

Si è svolta questa mattina la prova junior maschile dei mondiali di Ponferrada; sette giri, per un totale di 127 km, componevano il percorso della gara iridata.
Le prime tornate scivolano via lisce come l’olio ma, poi all’inizio del quarto giro, ci ha pensato Costa (USA) a smuovere le acque. Con lui è evaso Shtein (Kazakistan) e i due hanno pedalato di comune accordo per molti chilometri, mentre dietro di loro si susseguivano diversi tentativi di fuga, con costante presenza italiana. Prima Filippo Ganna, poi Vincenzo Albanese hanno provato a recuperare sui fuggitivi: poca fortuna per il primo, obiettivo raggiunto per il secondo che si è portato sulla testa della corsa quando lo statunitense era riuscito a liberarsi del compagno di avventure da qualche chilometro.
A questo punto, però, la gloria per i due al comando è durata poco poichè sono stati riassorbiti poco dopo. Ai meno 35 si è mossa nuovamente l’Italia che, non si può negarlo, non ha lasciato nulla di intentato. Verza è scattato portando con sè Danes. La corsa si è così definitivamente accesa e un drappello, comprendente anche il fratello minore di Bouhanni, si è lanciato all’inseguimento del duo di testa. Il francese ha preferito, però, fermarsi proprio quando i suoi compagni d’avventura acciuffavano i primi e sul neonato gruppetto di testa rientravano Fortunato e Conci il quale, senza guardare in faccia nessuno, ha sfruttato un timido scatto di Sivakov (Russia) per tentare la fuga solitaria a meno di dieci dal traguardo, sulla falsariga di quanto fatto da Moscon nella prova Under 23. Il tentativo di emularlo è andato fin troppo nei dettagli e all’ingresso nella diga, proprio come accaduto al suo connazionale, ha baciato l’asfalto vanificando tutto.
La concitazione del momento ha favorito un tentativo dell’elvetico Maeder e del russo Kurianov, che sembravano essere involati verso la vittoria. Per il gruppo pareva finita, fintanto che il Belgio non ha preso in mano la situazione riuscendo nell’impresa di chiudere il gap e portare il plotone in volata quando il duo di testa aveva già superato l’ultima curva.
La volata ha poi premiato il tedesco Bokeloh con Kulikovskij (Russia) e Lenderink (Olanda) a completare il podio. Medaglia di legno, ancora, per la nazionale italiana juniores che si è fermata ai piedi del podio con Edoardo Affini, così come aveva fatto Filippo Ganna nella prova a cronometro.
Un’ottima prova per l’Italia che si è presentata con una nazionale molto giovane e molto promettente; gli azzurri le hanno provate tutte e la cosa non può che essere positiva, ma resta ovviamene l’amarezza di essersi fermati ai piedi del podio, ancora!

Andrea Mastrangelo

ORDINE D’ARRIVO

1 Jonas Bokeloh (Germany) 3:07:00
2 Alexandr Kulikovskiy (Russian Federation)
3 Peter Lenderink (Netherlands)
4 Edoardo Affini (Italy)
5 Magnus Klaris (Denmark)
6 Izidor Penko (Slovenia)
7 Lucas Eriksson (Sweden)
8 Lorenzo Fortunato (Italy)
9 Léo Danes (France)
10 Sjoerd Bax (Netherlands)
11 Jordi Warlop (Belgium)
12 Wilmar Paredes (Colombia)
13 Emiel Planckaert (Belgium)
14 Gino Mäder (Switzerland)
15 Moritz Fußnegger (Germany)
16 James Shaw (Great Britain)
17 Masahiro Ishigami (Japan)
18 Mitchell Cornelisse (Netherlands)
19 Christian Koch (Germany)
20 Martin Schäppi (Switzerland)
21 Aurélien Paret-Peintre (France)
22 Pascal Eenkhoorn (Netherlands)
23 Jonas Gregaard (Denmark)
24 Jai Hindley (Australia)
25 Senne Leysen (Belgium)
26 Benjamin Brkic (Austria)
27 Michael Storer (Australia)
28 Mark Padun (Ukraine)
29 Ward Jaspers (Belgium)
30 Stepan Kurianov (Russian Federation)
31 Andrej Petrovski (Former Yugoslav Republic of Macedonia)
32 Vincenzo Albanese (Italy)
33 Hampus Anderberg (Sweden) 0:00:08
34 James Thompson (Australia) 0:00:12
35 Tamirlan Tassymov (Kazakhstan) 0:00:16
36 Zeno Caminada (Switzerland) 0:00:20
37 Kevin Geniets (Luxembourg) 0:00:37
38 Øyvind Skog (Norway) 0:00:38
39 Pavel Sivakov (Russian Federation)
40 Jaime Restrepo (Colombia) 0:01:10
41 Filippo Ganna (Italy)
42 Maxim Satlikov (Kazakhstan) 0:01:33
43 Rayane Bouhanni (France) 0:01:44
44 Michael O’loughlin (Ireland)
45 Alexander Fåglum Karlsson (Sweden)
46 Aleksander Vlasov (Russian Federation)
47 Patrick Haller (Germany)
48 Yuriy Chsherbinin (Kazakhstan)
49 Mario Spengler (Switzerland)
50 Philip O’donnell (United States Of America)
51 Jan Maas (Netherlands)
52 Zeke Mostov (United States Of America)
53 Sasu Halme (Finland)
54 Miguel Angel Ballesteros (Spain)
55 Pierre Idjouadienne (France)
56 Riccardo Verza (Italy) 0:01:48
57 Gotzon Martín (Spain) 0:03:36
58 Juraj Bellan (Slovakia)
59 Rocco Fuggiano (Italy) 0:03:38
60 Eddie Dunbar (Ireland) 0:03:51
61 Nicola Conci (Italy) 0:03:57
62 Žan Jerkic (Slovenia) 0:04:23
63 Ivan Venter (South Africa)
64 Erlend Blikra (Norway) 0:04:44
65 Rodrigo Dos Santos Quirino (Brazil) 0:04:46
66 Hartthijs De Vries (Netherlands) 0:04:55
67 Matthew Gibson (Great Britain) 0:05:04
68 Jose Gerardo Ulloa (Mexico) 0:05:41
69 Diego Pablo Sevilla (Spain) 0:05:44
70 Jesper Schultz (Denmark) 0:06:19
71 Pavlo Bondarenko (Ukraine) 0:06:33
72 Anders Hardahl (Denmark) 0:06:36
73 Gustaf Andersson (Sweden) 0:07:05
74 Gustav Basson (South Africa)
75 Marcel Neuhauser (Austria)
76 Javier Montoya (Colombia)
77 Niklas Larsen (Denmark)
78 Tom Wirtgen (Luxembourg)
79 Keigo Kusaba (Japan) 0:08:22
80 David Gaudu (France) 0:08:27
81 Casper Pedersen (Denmark) 0:08:40
82 Jean-Simon D’anjou (Canada) 0:09:44
83 Patrick Gamper (Austria) 0:09:48
84 Grigoriy Shtein (Kazakhstan)
85 Peeter Pung (Estonia)
86 Abderrahim Zahiri (Morocco)
87 Petr Rikunov (Russian Federation)
88 Gorazd Per (Slovenia)
89 Matic Veber (Slovenia)
90 Martin Palm (Belgium)
91 Adrien Costa (United States Of America) 0:09:56
92 Stephen Shanahan (Ireland)
93 William Barta (United States Of America) 0:10:14
94 Syver Waersted (Norway) 0:11:35
95 Tobias Foss (Norway)
96 Derek Gee (Canada) 0:12:09
97 Patryk Solinski (Poland)
98 El Mehdi Chokri (Morocco) 0:12:54
99 Graeme Ockhuis (South Africa) 0:15:01
100 Xavier Cañellas (Spain) 0:15:22
101 Konstyantyn Ashurov (Ukraine)
102 Torjus Sleen (Norway)
103 Alisher Zhumakan (Kazakhstan)
104 Juan Francisco Villalobos (Mexico) 0:15:24
105 Sven Reutter (Germany)
106 Arturs Belevics (Latvia) 0:16:56
107 Emil Dima (Romania) 0:18:10
108 Jack Maddux (United States Of America) 0:18:23
109 Onur Balkan (Turkey) 0:19:33
110 Stephen Williams (Great Britain) 0:23:45

Il tedesco Bokeloh conquista allo sprint il titolo mondiale sul circuito di Ponferrada (foto Bettini)

Il tedesco Bokeloh conquista allo sprint il titolo mondiale sul circuito di Ponferrada (foto Bettini)

25-09-2014

settembre 27, 2014 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO – STRADA DONNE JUNIOR

La danese Amalie Dideriksen si è imposta nella gara su strada donne junior, circuito di Ponferrada, percorrendo 72,8 Km in 2h02′59″ alla media di 35,517 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Sofia Bertizzolo (ASD Breganze Millenium) e la polacca Skalniak.

CAMPIONATI DEL MONDO – STRADA UOMINI U23

Il norvegese Sven Erik Bystrøm (Team Øster Hus – Ridley) si è imposto nella gara su strada uomini U23, circuito di Ponferrada, percorrendo 182 Km in 4h32′39″ alla media di 40,051 Km/h. Ha preceduto di 7” l’australiano Ewan e il norvegese Skjerping. Miglior italiano Iuri Filosi (Team Colpack), 6° a 7”.

DOPPIETTA DIDERIKSEN, AMAREZZA ITALIANA

settembre 27, 2014 by Redazione  
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La danese Dideriksen bissa il successo iridato conquistato dodici mesi fa in quel di Firenze e lo fa ai nostri ”danni”, relegando alla maglia d’argento l’azzurra Sofia Bertizzolo. L’italiana era stata grande protagonista nel finale, prima all’attacco con l’omonima Beggin sull’ultima ascesa al Mirador e poi, ripreso il tentativo, ancora in palla nella volata decisiva dove, nonostante l’aiuto della Ragusa, ha dovuto accontentarsi del secondo posto. Continua così, per le donne junior, la ”favola” della maglia iridata che, per il secondo anno consecutivo, parla la lingua di Andersen.

Si è svolta ieri mattina, antipasto alla prova pomeridiana degli U23, la gara iridata delle donne junior in quel di Ponferrada. Un bel sole ha accompagnato le atlete lungo i 72,8 km del tracciato, suddivisi in quattro giri del circuito che domenica vedranno sfidarsi i professionisti.
Le prime due tornate, a parte qualche caduta che ha costretto al ritiro la Medvedova (Russia) e a spendere importanti energie per rientrare a Nesti (Italia) e Van den Bos (Olanda), scivolano via abbastanza tranquille.
E’ al terzo giro che le atlete cominciano a dar fuoco alle polveri, l’andatura aumenta e lungo la prima salita, delle due che compongono il circuito, Paula Patino (Colombia) inizia un forcing a cui daranno seguito le italiane, Katia Ragusa nella parte finale della salita e Sara Wackermann nell’ascesa successiva. Il gruppo si assottiglia, ma l’andatura elevata non permette a nessuna atleta di uscire dal plotone.
Ci si presenta così all’inizio del giro finale, con l’Italia che presenta ben quattro atlete nel primo gruppo, poichè oltre alle due già citate ci sono Sofia Beggin e Sofia Bertizzolo. La nazionale azzurra prova allora a forzare il ritmo lungo le salite di Confederacion e Mirador. Alla fine di quest’ultima escono dal gruppo Bertizzolo, Dideriksen (Danimarca) e Beggin, che, però, perderà contatto in discesa. Anche questo tentativo non avrà fortuna e sul rettilineo finale si trovano una ventina di atlete a giocarsi il titolo.
Katia Ragusa usa le energie residue per lanciare Sofia Bertizzolo che deve faticare più del previsto per trovare il varco giusto, attimi decisivi che le costano quei pochi centimetri che la separeranno dalla vincitrice Dideriksen. Terza piazza per Skalniak (Polonia), ben staccata dalle prime due.
Un ottimo argento, con una corsa condotta all’attacco per tutta la giornata e con una tattica molto ben studiata e quasi vincente, ma anche un argento amaro per non essere riusciti a concretizzare un’azione a due chilometri dall’arrivo che ci vedeva in vantaggio numerico. Un argento amaro anche per quell’attimo perso a trovare il varco giusto in volata e che ha permesso alla favoritissima Dideriksen di portare a casa il secondo oro dopo Firenze.

Andrea Mastrangelo

ORDINE D’ARRIVO

1 Amalie Dideriksen (Denmark) 2:02:59
2 Sofia Bertizzolo (Italy)
3 Agnieszka Skalniak (Poland)
4 Nikola Noskova (Czech Republic)
5 Lisa Klein (Germany)
6 Greta Richioud (France)
7 Jeanne Korevaar (Netherlands)
8 Jelena Eric (Serbia)
9 Saartje Vandenbroucke (Belgium)
10 Mathilde Cartal (France)
11 Alexandra Manly (Australia)
12 Daria Pikulik (Poland)
13 Kiyoka Sakaguchi (Japan)
14 Inga Rodieck (Germany)
15 Sina Frei (Switzerland)
16 Lenny Druyts (Belgium)
17 Janelle Cole (United States Of America)
18 Yumi Kajihara (Japan)
19 Emeliah Harvie (Canada) 0:00:03
20 Katia Ragusa (Italy)
21 Svetlana Ryabova (Kazakhstan) 0:00:06
22 Faina Potapova (Kazakhstan) 0:00:11
23 Paula Patiño (Colombia)
24 Sofia Beggin (Italy) 0:00:13
25 Soline Lamboley (France) 0:00:15
26 María Calderón (Spain)
27 Pernille Mathiesen (Denmark)
28 Dafné Théroux-Izquierdo (Canada)
29 Angela Adelsberger (Austria)
30 Camila Valbuena (Colombia)
31 Cristina Martinez (Spain)
32 Nikola Zdráhalová (Czech Republic)
33 Laurence Dumais (Canada)
34 Nikol Plosaj (Poland)
35 Macey Stewart (Australia) 0:00:20
36 Emma White (United States Of America) 0:00:28
37 Melissa Lowther (Great Britain)
38 Yareli Salazar (Mexico)
39 Jip Van Den Bos (Netherlands) 0:00:30
40 Endija Rutule (Latvia) 0:01:32
41 Bethany Hayward (Great Britain) 0:01:42
42 Sara Wackermann (Italy) 0:02:18
43 Maria Kantsyber (Russian Federation) 0:02:19
44 Rocío García (Spain)
45 Madeleine Boutet (United States Of America) 0:04:10
46 Hannah Swan (United States Of America)
47 Julia Scheidegger (Switzerland) 0:06:27
48 Eva Maria Palm (Belgium) 0:07:40
49 Aline Seitz (Switzerland) 0:07:49
50 Milda Aužbikaviciute (Lithuania)
51 Megan Barker (Great Britain)
52 Anna-Leeza Hull (Australia) 0:07:53
53 Ellinor Huusko (Sweden) 0:09:43
54 Chanella Stougje (Netherlands)
55 Wiebke Rodieck (Germany)
56 Fanny Zambon (France)
57 Ema Manikaite (Lithuania)
58 Marta Lach (Poland)
59 Katja Jeretina (Slovenia)
60 Brenda Santoyo (Mexico)
61 Viktoria Popova (Russian Federation)
62 Karen Flores (Mexico)
63 Ernesta Strainyte (Lithuania)
64 Christina Schweinberger (Austria)
65 Anastasiia Pliaskina (Russian Federation)
66 Sara Poidevin (Canada)
67 Coral Casado (Spain)
68 Jacqueline Dietrich (Germany)
69 Catherine Colyn (South Africa)
70 Daria Egorova (Russian Federation) 0:09:48
71 Kimberley Le Court De Billot (Mauritius) 0:10:22
72 Nicole Nesti (Italy) 0:10:37
73 Ebtesam Zayed Ahmed (Egypt) 0:11:18
74 Aafke Soet (Netherlands) 0:12:06
75 Ana Paula Casetta (Brazil) 0:14:16
76 Linda Halleröd (Sweden) 0:15:03
77 Yekaterina Yuraitis (Kazakhstan) 0:16:17
78 Nadezhda Geneleva (Kazakhstan) 0:16:21
79 Mari-Liis Mottus (Estonia)
80 Michelle Benson (South Africa)
81 Renata Da Silva Lopes (Brazil)
82 Marike Tache (Romania)
83 Ayse Cakir (Turkey)
84 Ekaterina Knebeleva (Uzbekistan)
85 Monique Gerber (South Africa)

Il bis mondiale della Dideriksen: dopo Firenze 2013 è iridata anche a Ponferrada (foto Bettini)

Il bis mondiale della Dideriksen: dopo Firenze 2013 è iridata anche a Ponferrada (foto Bettini)

BYSTROM FA FELICE LA NORVEGIA. FILOSI SOLO SESTO.

settembre 26, 2014 by Redazione  
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Il norvegese Sven Erik Bystrom è medaglia d’oro Under 23 nella prova su strada dei Mondiali di Ponferrada. Vittoria conquistata con un potente scatto sull’ultimo strappo dell’ascesa verso Mirador, seguito ad una discesa a rotta di collo che gli ha permesso di mantenere un vantaggio di una decina di secondi sul gruppo, regolato in volata dall’australiano Caleb Ewan. Al terzo posto fa festa l’altro norvegese Kristoffer Skjerping, a dimostrazione della forza della nazionale scandinava. Delusione per l’Italia che non riesce a fare meglio del sesto posto di Iuri Filosi. Sfortuna per Gianni Moscon, caduto nel clou della corsa e protagonista mancato del finale. Domani la prova su strada delle Donne Elite e domenica quella degli Uomini Elite caleranno il sipario sui Mondiali spagnoli.

I Mondiali di ciclismo in pieno svolgimento a Ponferrada hanno oggi visto impegnati gli Under 23 in una agguerrita gara che vedeva già all’inizio diversi attacchi per portare via la fuga giusta. Aveva la meglio un terzetto formato da Adel Barbari (Algeria), Roman Kustadinchev (Russia) e Sebastian Schonberger (Austria), il quale nei primi 4 giri (sui 10 previsti) racimolava un vantaggio di oltre 3 minuti e mezzo. Il gruppo lasciava fare anche perché la temperatura in costante aumento nell’assolato pomeriggio spagnolo induceva il gruppo a mantenere un ritmo non troppo esasperato. Le prime schermaglie si avevano intorno a metà gara quando – sotto la spinta delle nazionali polacca, australiana, belga e olandese – alcuni ciclisti provavano a uscire dal gruppo. Uno dei più attivi era l’olandese Mike Teunissen, che evadeva dal gruppo e manteneva un certo vantaggio, non superiore ai 15-20 secondi, per circa 2-3 km. Dopodichè era la volta del cileno José Luis Rodríguez Aguilar che, una volta ripreso Teunissen, provava a rilanciare l’azione mettendosi all’inseguimento della fuga, che nel frattempo aveva perso l’algerino Barbari. Il gruppo iniziava intanto ad aumentare l’andatura su impulso della nazionale australiana, che con il tridente Flakemore – Ewan – Power poteva ben dirsi una delle squadre favorite, se non la favorita, per la vittoria finale. Un nuovo attacco portato da sei ciclisti – Lennard Hofstede (Olanda) Tilegen Maidos (Kazakhstan) Willie Smit (Sud Africa) Amanuel Egerzeigzaarhka Gebrezgabihier (Eritrea) Kennet Van Roy (Belgio) e Ruben Zepuntke(Germania) – si ricongiungeva con Rodriguez prima e con i due di testa poi. A tre giri dal termine, dopo altri scatti in testa, rimanevano davanti in quattro – Hofstede, Kustadinchev, Zepunkte e Schonberger – con circa un minuto di vantaggio sul gruppo, condotto adesso dal Sudafrica per il capitano Meintjes. Quest’ultimo scattava a circa meno 50 km dall’arrivo e raggiungeva la testa della corsa in poco tempo. L’Australia manteneva sempre un ritmo molto regolare mentre il sudafricano si involava da solo. A meno 35 veniva raggiunto da una quindicina di contrattaccanti, tra cui si segnalava la presenza dell’italiano Luca Chirico. La corsa si manteneva molto incerta nei successivi 10 km, con continui scatti e controscatti in testa al gruppo, che veniva rimescolato costantemente. Un altro italiano, Gianni Moscon, ci provava insieme allo spagnolo Marc Soler Gimenez e cercavano di riportarsi sul francese Kevin Ledanois, il quale si era staccato precedentemente dalla ventina di contrattaccanti del terzultimo giro e transitava per primo sotto il traguardo al penultimo giro. L’Australia riprendeva l’italiano e lo spagnolo. Joaquim Silva (Portogallo) e Mikel Iturria Segurola (Spagna) si riportavano a circa meno 15 km sul francese. Sull’ultima ascesa di Confederacion il blocco australiano esplodeva definitivamente e molti tentativi di attacco, tra cui quelli degli italiani Moscon e Filosi, si alternavano in testa alla corsa. In particolare Moscon usciva allo scoperto e si lanciava tutto solo all’inseguimento del colombiano Brayan Stiven Ramírez Chacón. Purtroppo. però, l’italiano veniva tradito dall’ultima curva verso destra della discesa di Confederacion, prima della diga, cadendo rovinosamente e dovendo dire addio alle speranze di medaglia. Nel frattempo Chacón veniva ripreso dal norvegese Sven Erik Bystrom lungo l’ascesa del Mirador. Bystrom scollinava per primo a meno di 5 km dall’arrivo e dava tutto in discesa, tagliando il traguardo a braccia alzate. Il gruppo, ricompattatosi nella discesa finale, non era capace di rientrare sul forte norvegese e la volata per il secondo posto era vinta dall’australiano Caleb Ewan, uno dei favoriti della vigilia, su un altro norvegese, Kristoffer Skjerping. Al quarto posto si piazzava il belga Tiesj Benoot mentre chiudeva la top five il norvegese Sondre Holst Enger, con Iuri Filosi primo italiano in sesta posizione. La Norvegia ritorna sul gradino più alto del podio mondiale, per gli Under 23, dopo 17 anni, visto che nel 1997 sempre in Spagna (a San Sebastian) era stato Kurt Asle Arvesen ad avere la meglio in volata su Oscar Freire. Per l’Italia un’altra mezza delusione, visto che negli ultimi anni non si riesce più a entrare nella top five e le cadute nei momenti clou della corsa (vedi Firenze 2013, specialmente per gli uomini elite) rovinano quando di buono era stato seminato con una tattica accorta. E’ il momento di voltare subito pagina ed affidarsi, per i colori azzurri, alle ragazze capitanate da Giorgia Bronzini domani, prima del gran finale di domenica con la prova su strada Uomini Elite.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Sven Erik Bystrom (Norway) 4:32:39
2 Caleb Ewan (Australia) 0:00:07
3 Kristoffer Skjerping (Norway)
4 Tiesj Benoot (Belgium)
5 Sondre Holst Enger (Norway)
6 Iuri Filosi (Italy)
7 Bohorquez Sanchez (Colombia)
8 Ilya Davidenok (Kazakhstan)
9 Silvio Herklotz (Germany)
10 Mathieu Van Der Poel (Netherlands)
11 Dion Smith (New Zealand)
12 Fabian Lienhard (Switzerland)
13 Tanner Putt (United States Of America)
14 Timo Roosen (Netherlands)
15 Luka Pibernik (Slovenia)
16 Joaquim Silva (Portugal)
17 Odd Christian Eiking (Norway)
18 Miguel Angel Benito Diez (Spain)
19 Owain Doull (Great Britain)
20 Fernando Gaviria Rendon (Colombia)
21 Mike Teunissen (Netherlands)
22 Magnus Cort Nielsen (Denmark)
23 Artem Nych (Russian Federation)
24 Markus Hoelgaard (Norway)
25 Merhawi Kudus Ghebremedhin (Eritrea)
26 Miguel Angel Lopez (Colombia)
27 Thomas Boudat (France)
28 Louis Meintjes (South Africa)
29 Dylan Teuns (Belgium)
30 Sam Oomen (Netherlands)
31 James Oram (New Zealand)
32 Sindre Skjoestad Lunke (Norway)
33 Jasper De Buyst (Belgium)
34 Scott Davies (Great Britain)
35 Robert Power (Australia)
36 Brayan Stiven Ramirez Chacon (Colombia)
37 Gregor Muhlberger (Austria)
38 Loic Vliegen (Belgium)
39 Floris De Tier (Belgium)
40 Mikel Iturria Segurola (Spain) 0:00:20
41 Emanuel Buchmann (Germany) 0:00:22
42 Luca Chirico (Italy) 0:00:36
43 Simon Pellaud (Switzerland) 0:00:42
44 Anasse Ait El Abdia (Morocco)
45 Oleg Zemlyakov (Kazakhstan)
46 Rafael Ferreira Reis (Portugal) 0:01:03
47 Bakhtiyar Kozhatayev (Kazakhstan)
48 Felix Grossschartner (Austria)
49 Mario Gonzalez Salas (Spain)
50 Michael Carbel Svendgaard (Denmark) 0:01:11
51 Gianni Moscon (Italy) 0:01:13
52 Luis Enrique Davila (Mexico) 0:02:01
53 Federico Zurlo (Italy)
54 Roniel Campos (Venezuela)
55 Yonder Godoy (Venezuela)
56 Alexander Foliforov (Russian Federation)
57 Robin Carpenter (United States Of America) 0:02:31
58 Caio Godoy Ormenese (Brazil)
59 Alexey Vermeulen (United States Of America) 0:02:48
60 Iltjan Nika (Albania) 0:03:46
61 Lukas Spengler (Switzerland)
62 Davide Martinelli (Italy)
63 Ryan Mullen (Ireland)
64 Mario Vogt (Germany)
65 Thery Schir (Switzerland)
66 Marc Soler Gimenez (Spain)
67 Jack Haig (Australia)
68 Maxat Ayazbayev (Kazakhstan)
69 Quentin Jauregui (France)
70 Jeremy Leveau (France)
71 Michael Gogl (Austria)
72 Conor Dunne (Ireland) 0:05:11
73 Krists Neilands (Latvia) 0:06:10
74 Logan Owen (United States Of America)
75 Ruben Guerreiro (Portugal)
76 Aleksey Rybalkin (Russian Federation)
77 Milos Borisavljevic (Serbia)
78 Samuel Spokes (Australia) 0:08:34
79 Kevin Ledanois (France) 0:08:42
80 Ricardo Ferreira (Portugal) 0:09:18
81 Jan Dieteren (Germany)
82 Alex Kirsch (Luxembourg) 0:10:34
83 Stefan Kueng (Switzerland)
84 Erik Baska (Slovakia)
85 Arakdiusz Owsian (Poland)
86 Aliaksandr Riabushenko (Belarus)
87 Sebastian Schonberger (Austria) 0:11:48
88 Roman Kustadinchev (Russian Federation)
89 Metkel Eyob (Eritrea)
90 Samir Jabrayilov (Azerbaijan)
91 Gasper Katrasnik (Slovenia)
92 Bartosz Warchol (Poland)
93 Lukas Postlberger (Austria)
94 Matej Razingar (Slovenia)
95 Aleksandr Komin (Russian Federation)
96 Pierre-Roger Latour (France)
97 Ignacio Prado (Mexico)
98 Domen Novak (Slovenia)
99 Carlos Ramirez (Colombia)
100 Przemyslaw Kasperkiewicz (Poland)
101 Jack Wilson (Ireland)
102 Ruben Zepuntke (Germany)
103 Tao Geoghegan Hart (Great Britain)
104 Lennard Hofstede (Netherlands)
105 Alex Peters (Great Britain)
106 Matti Manninen (Finland)
107 Soren Kragh Andersen (Denmark)
108 Vadim Galeyev (Kazakhstan) 0:11:54
109 Meron Teshome Hagos (Eritrea) 0:18:24
110 Rok Korosec (Slovenia) 0:19:07
111 Serkan Balkan (Turkey) 0:20:24
112 Jeison Elias Vega Solano (Costa Rica)
113 Nikolai Shumov (Belarus) 0:20:47
114 Willem Jakobus Smit (South Africa)
115 Salaheddine Mraouni (Morocco)
116 Abderrahmane Mansouri (Algeria) 0:21:27
117 Abdenour Yahmi (Algeria)

Bystrom riporta in Norvegia il titolo tricolore per gli U23 (foto Bettini)

Bystrom riporta in Norvegia il titolo tricolore per gli U23 (foto Bettini)

24-09-2014

settembre 25, 2014 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO – CRONOMETRO UOMINI ÉLITE

Il britannico Bradley Wiggins (Team Sky) si è imposto nella cronometro individuale uomini élite, circuito di Ponferrada, percorrendo 47,1 Km in 56′25″ alla media di 50,092 Km/h. Ha preceduto di 26” il tedesco Martin e di 40” l’olandese Dumoulin. Due italiani in gara: Adriano Malori (Movistar Team) 6° a 1′11”, Dario Cataldo (Team Sky), 30° a 3′25”

OMLOOP VAN HET HOUTLAND LICHTERVELDE

Il belga Jelle Wallays (Topsport Vlaanderen – Baloise) si è imposto nella corsa belga, circuito di Lichtervelde, percorrendo 199,5 Km in 4h32′58″ alla media di 43,851 Km/h. Ha preceduto di 2” l’austriaco Schorn e di 3” l’olandese Vermeltfoort. Unico italiano in classificato Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Gobert), 77° a 1′09″. Ritirato l’altro italiano in gara, Piero Baffi (Leopard Development Team).

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