30-01-2013

gennaio 31, 2013 by Redazione  
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ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)

Il belga Michael Van Staeyen (Topsport Vlaanderen – Baloise) si è imposto nella prima tappa, Bellegarde – Beaucaire, percorrendo 152 Km in 3h24′23″, alla media di 44,622 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Robert e il francese Jules. Due italiani in gara: Davide Frattini (Unitedhealthcare Pro Cycling Team) 48° con lo stesso tempo dei primi, Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale) 127° a 39″. La prima classifica vede in testa Van Staeyen con 4″ su Robert e 6″ su Jules. Frattini 48° a 10″, Pozzovivo 127° a 49″.

DOMINIO GREIPELLIANO

gennaio 28, 2013 by Redazione  
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Il velocista tedesco va a conquistare il suo quattordicesimo successo di tappa al Tour Down Under con una volata imperiosa nella quale ha dovuto impegnarsi più delle altre volte. L’avversario più ostico per Greipel è stato l’australiano Renshaw (Blanco) che si piazza secondo, mentre terzo arriva Boasson Hagen (Sky)
Per quanto riguarda la generale, Tom Jelte Slagter si aggiudica la vittoria finale davanti a Moreno (Movistar) e Thomas (Sky).

Foto copertina: il successo di Greipel ad Adelaide (foto Alliance)

Percentuale di realizzazione 100 per cento, 4 vittorie su 4 tentativi. Sono questi i numeri del dominio di Andre Greipel che in questo inizio di stagione è stato letteralmente il migliore velocista, anche se i vari Cavendish e Sagan erano in Argentina.
Le tappe finali delle corse a tappe, di solito, sono disputate su percorsi brevi e per questo si cade nel pensiero ingannevole che siano semplici “passeggiate”, ma al contrario necessitano di un’elevata dose di attenzione da parte dei corridori.
Nel circuito di Adelaide da ripetere 20 volte per un totale di circa 90 chilometri, i corridori non si sono risparmiati per niente, e a testimonianza di questa giudizio ci sono gli innumerevoli scatti che hanno contraddistinto questa ultima tappa.
La fuga di giornata viene centrata solo da sette corridori: Rabon, Didier, Juraj Sagan, Watson, Astarloza, Voigt e Marczynski; ai quali viene concesso un vantaggio che non supererà mai il mezzo minuto di vantaggio perché in gruppo c’è una squadra, la Sky, che tiene in particolar modo agli abbuoni dei traguardi volanti. E dopo aver ripreso la fuga inizia questa sfida per aggiudicarsi gli abbuoni dei traguardi intermedi: Geraint Thomas guadagna 3 secondi che gli permetteranno di attestarsi in terza posizione in classifica generale (dalla quinta), mentre Kelderman guadagna un solo secondo, ma di posizioni in classifica ne guadagna anche lui due, portandosi dalla nona alla settimana posizione.
La tranquillità successiva permette un altro tentativo di fuga che ha come protagonisti ancora Marczynski assieme al quale si muovono anche Marangoni (alla prima uscita dopo un infortunio che l’ha costretto ai box per 6 mesi), Ponzi e Bennett. Ma neppure questi quattro avranno fortuna e saranno ripresi dopo 3 giri.
Durante la tredicesima tornata parte un altro tentativo, formato da tre corridori: Kerby, Kadri e Kohler. Al tris di K verrà comunque lasciato a non più di 15 secondi dal gruppo inseguitore, pilotato nelle fasi finali di gara dalle squadre dei velocisti, e verranno ripresi definitivamente al penultimo giro.
La situazione viene gestita fino all’ultimo chilometro dalla Sky di Thomas e Boasson Hagen, ma quando compare la “flame rouge” dell’ultimo chilometro escono prepotentemente i Lotto-Belisol, che prima con Sieberg e poi con Roelandts e Henderson, cercano di lanciare Greipel; ai 250 metri dal traguardo Renshaw tenta l’unica carta possibile per battere il tedesco: anticiparlo. Guadagnati 4 metri, Greipel parte all’inseguimento, lo riprende e lo supera in circa 15 pedalate; a 20 metri dall’arrivo smette praticamente di pedalare alzando le braccia al cielo, e con questa fanno 3 vittorie di tappa (4 se consideriamo la People’s Choice Classic). Alle spalle di Andre Greipel si piazzano nell’ordine Renshaw, Boasson Hagen, Goss, Farrar e Thomas.
Oltre alla vittoria di Greipel, bisogna celebrare anche quella dell’olandese Tom Jelte Slagter, che si aggiudica la classifica generale del Tour Down Under succedendo a Simon Gerrans nell’albo d’oro della corsa a tappe australiana.
Quella dell’olandese è stata una vittoria quasi impossibile da prevedere una settimana fa, ma questo ragazzo ventitreenne ha dimostrato col passare delle frazioni di essere un corridore adatto, per ora, alle piccole corse a tappe; unendo le caratteristiche di scalatore-scattista, come ha fatto vedere a Stirling dove ha battuto gente come Goss e Gilbert.
In classifica precede Javier Moreno e Geraint Thomas. Migliore degli italiani è stato Daniele Pietropolli che si è piazzato al settimo posto.

Paolo Terzi

RINASCE MATTIA GAVAZZI NEL GIORNO DI DIAZ

gennaio 28, 2013 by Redazione  
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Il 29enne bresciano, reduce da due anni e mezzo di squalifica per una positività alla cocaina, torna ad alzare le braccia sul traguardo di Juana Kolsay davanti a Peter Sagan e Francisco Ventoso con Sacha Modolo 7° e Marc Cavendish tagliato fuori dalla volata mentre l’argentino conquista il Tour de San Luis davanti a Tejay Van Garderen, Alex Diniz e Alberto Contador ed è il primo atleta di casa a riuscire nell’impresa.

Foto copertina: la gioia di Mattia Gavazzi subito dopo la vittoria (foto Bettini)

Dopo quattro giornate che hanno visto darsi battaglia gli uomini di classifica e al termine delle quali ha avuto la meglio Daniel Diaz (San Luis Somos Todos) il Tour de San Luis si è concluso con una frazione di 154,7 km che dal capoluogo del centro dell’Argentina portava a Juana Kolsay e che si è snodata lungo un circuito da ripetere per tre volte che presentava gli strappi di Alto de los Puquios e di El Durazno entrambi comunque alla portata dei velocisti e con un arrivo posto a sua volta in leggera ascesa. Non è stata comunque la classica passerella che quasi sempre va in scena nelle ultime tappe del grandi Giri con Juan Lucero (San Luis Somos Todos), Adrian Kurek (CCC Polsat), Tyler Wren (Jamis-Hagens), Alfredo Gutierrez (selezione argentina), Gustavo Hernandez (Clos de Pirque), Julian Gaday (Buenos Aires Provincia), Carlos Betancur (Ag2r), Enzo Josue Moyano (Caja Rural) e l’ex leader della generale Michal Kwiatkowski (Omega-Quick Step), distanziato comunque di soli 3′06” da Diaz, andati in fuga dopo pochi km e le squadre degli sprinter che, complici anche i saliscendi presenti lungo il percorso, hanno dovuto spendere diverse energie e uomini per chiudere il gap, a partire dall’Omega-QuickStep di Marc Cavendish e dalla Lampre-Merida di Max Richeze, divenuto uomo di punta dopo che Alessandro Petacchi ha abbandonato la corsa in coincidenza con il rifornimento.
I fuggitivi sono stati ripresi a 16 km dal traguardo ma nessuna squadra è più riuscita a prendere il comando delle operazioni per la volata, complice anche un forte vento contrario, e ne è venuto fuori un finale caotico in cui Cavendish è rimasto tagliato fuori e lo stesso Sacha Modolo (Bardiani), che aveva trionfato in un arrivo simile a Terraza del Portezuelo, non è riuscito a portarsi nelle primissime posizioni: a cogliere il momento giusto è stato invece Mattia Gavazzi (Androni), che ha lanciato la sua progressione resistendo al ritorno di un Peter Sagan (Cannondale) che ha proseguito il Tour de San Luis malgrado la brutta caduta nella tappa di Mirador del Potrero, mentre il terzo posto è andato a Francisco Ventoso (Movistar) davanti a Richeze, a Bartiomiej Matysiak (CCC Polsat), a Juan Josè Haedo (Jamis-Hagens) e ai nostri Modolo e Manuel Belletti (Ag2r). Per Gavazzi questo si può considerare il giorno della rinascita dopo che nel 2010, in seguito a un successo di tappa alla Settimana Lombarda, è risultato positivo alla cocaina ed è stato per questo squalificato fino all’inizio di questa stagione ma gran parte del merito va anche a Gianni Savio, che ha dato nuovamente fiducia al 29enne di Iseo che proprio nell’allora Diquigiovanni aveva disputato la sua migliore stagione nel 2009.
In classifica generale nulla è cambiato con Daniel Diaz che, grazie soprattutto all’assolo nella tappa di Carolina in cui ha distanziato i rivali diretti, è stato il primo argentino ad aggiudicarsi il Tour de San Luis e che, al di là del fatto che molti big europei non si sono presentati al top della condizione, ha mostrato doti di scalatore non trascurabili che potranno suscitare l’interesse di diverse formazioni World Tour: con lui sul podio anche lo statunitense Tejay Van Garderen (Bmc) e il brasiliano Alex Diniz (Funvic Brasilinvest) vittorioso in cima a Mirador del Potrero, mentre non è andato oltre il quarto posto il grande favorito della vigilia Alberto Contador (Saxo Bank-Tinkoff), che dopo un inizio difficile ha comunque ritrovato buone sensazioni che l’hanno portato a imporsi in quel di Merlo, mentre in casa Italia Mauro Santambrogio (Vini Fantini), costantemente il migliore dei nostri nelle tappe più dure, ha chiuso 6° alle spalle di Juergen Van den Broeck (Lotto-Belisol). e Vincenzo Nibali (Astana), brillante nella cronometro di San Luis ma ancora indietro di condizione per quanto riguarda la salita, si è piazzato 10°. Oltre alla classifica generale il team San Luis Somos Todos si è aggiudicato anche la classifica degli scalatori con Emmanuel Guevara, grazie alla lunghissima fuga con cui si è imposto nella tappa di Carolina, e quella dei traguardi volanti con Leandro Messineo mentre Alejandro Sivori (selezione argentina) è risultato il migliore tra i giovani.

Marco Salonna

JULES INAUGURA LA STAGIONE EUROPEA

gennaio 28, 2013 by Redazione  
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La classica di Marsiglia ha tradizionalmente aperto la stagione di corse nella vecchia Europa. Come è al solito è stata una gara effervescente, nella quale non hanno però brillato gli italiani presenti (solo 27° Daniele Malacarne, ritirati gli altri due nostri connazionali in gara) e che si è conclusa con il successo allo sprint del francese Justin Jules, che correva per la formazione di casa “La Pomme Marseille”

Foto copertina: la prima volata europea della stagione 2013 (foto AFP)

Si apre il sipario delle gare nel vecchio continente con il GP La Marseillaise ed a imporsi è il padrone di casa della La Pomme Marseille, Justine Jules, si impone in una volata molto combattuta. Alle sue spalle Domoulin e Damuseau completano il podio di una gara tiratissima fin dalle prime battute, non si contano infatti i tentativi di fuga nell’arco dei 148 km lungo le strade del sud-est francese.
Il tentativo più lungo e duraturo è quello di Wallays, Neyens e Vaubourziex che raggiungo un vantaggio di oltre 7’, ma perdono tutto sotto il ritmo imposto da Vacansoleil e AG2R, il primo a mollare è Neyens, gli altri vengono invece raggiunti a 25km da Pineau e Giraud. Anche per loro niente fortuna, così ci prova Armee il quale mette in seria difficoltà il gruppo che riesce a riprenderlo ad una manciata di metri dalla linea bianca. Il corridore della Topsport Vlaanderen giungerà infatti quinto ad un soffio dalla grande impresa.
Poca fortuna per i pochi italiani in gara che ottengono un ventisettesimo posto con Davide Malacarne come migliore posizione e unica presenza nell’ordine d’arrivo essendosi ritirati sia Napolitano, sia Pelucchi.
In attesa di giorni migliori ci consoliamo quindi con le notizie che giungono da oltre oceano.

Andrea Mastrangelo

27-01-2013

gennaio 28, 2013 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER (Australia)

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Adelaide City Council Street Circuit, percorrendo 90 Km in 1h52′59″, alla media di 47,794 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Renshaw e il norvegese Boasson Hagen. Miglior italiano Roberto Ferrari (Lampre – Merida), 15°. In classifica si impone l’olandese Tom Jelte Slagter (Blanco Pro Cycling Team) è il nuovo leader della classifica, con 17″ sullo spagnolo Moreno Bazan e 25″ sul britannico Thomas. Miglior italiano Daniele Pietropolli (Lampre – Merida), 8° a 36″

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)

L’italiano Mattia Gavazzi (Androni Giocattoli – Venezuela) si è imposto nella settima ed ultima tappa, San Luis – Juana Koslay, percorrendo 154,7 Km in 3h25′48″, alla media di 45,102 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e lo spagnolo Ventoso Alberdi. In classifica si impone l’argentino Daniel Ricardo Díaz (San Luis Somos Todos), con 33″ sullo statunitense Van Garderen e 39″ sul brasiliano Diniz Correia. Miglior italiano Mauro Santambrogio (Vini Fantini – Selle Italia), 6° a 2′29″.

GRAND PRIX CYCLISTE LA MARSEILLAISE

Il francese Justin Jules (La Pomme Marseille) si è imposto nella classica francese, circuito di Marsiglia, percorrendo 148,1 Km in 3h40′05″, alla media di 40,375 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Dumoulin e Damuseau. Dei tre italiani in gara ha concluso la corsa solo Davide Malacarne (Team Europcar), 27° con lo stesso tempo dei primi.

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

L’australiano Thomas Palmer (Drapac Cycling) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Palmerston North, percorrendo 111,6 Km in 2h35′48″, alla media di 42,978 Km/h. Ha preceduto allo sprint i neozelandesi Bevin e Avery. In classifica si impone l’australiano Nathan Earle (Huon Salmon – Genesys Wealth Adviser) con 1′16″ e 1′19″ sugli australiani Dyball e Walker.

GO SIMON GO!

gennaio 27, 2013 by Redazione  
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Nella tappa “regina” dell’edizione 2013 del Tour Down Under ritorna al successo Simon Gerrans, proprio nel giorno della festa nazionale australiana. Il corridore dell’Orica-Greenedge precede dopo uno sprint a due, Tom Jelte Slagter, che diventa il nuovo leader della classifica generale, spodestando Geraint Thomas giunto al traguardo con 23 secondi dalla coppia australo-olandese.

Foto copertina: Gerrans e Slagter assieme al traguardo (foto Getty Images)

Era la tappa più attesa e di certo non si può dire che non sia successo niente; principalmente c’è stato l’aggiustamento finale della classifica generale, già delineata in attesa della tappa di domani la quale dovrebbe essere ininfluente per quanto riguardo il capo classifica.
Oggi si partiva da McLaren Vale e si raggiungeva Willunga Hill dopo 150 chilometri: momento clou della tappa sono stati gli ultimi tre chilometri contraddistinti dalla salita di Willunga.
Prima di parlare del finale della tappa bisogna precisare però che anche nelle sue fasi centrali alcuni corridori non si risparmiati, soprattutto i sette atleti che sono partiti in avanscoperta dopo pochi chilometri e che sono stati ripresi ai meno due dall’arrivo: De Gendt e Marczynski (Vacansoleil-DCM), Boaro (Saxo Bank-Tinkoff), Lodewyck (BMC), Watson (Selezione Australiana), Mouris (Orica-Greenedge) e De Kort (Argos-Shimano).
Questi sette battistrada riescono a guadagnare fino a quattro minuti dal gruppo guidato dal Team Sky; vantaggio che inizia a diminuire per essere poi azzerato a salita già iniziata.
Nel tratto iniziale della salita conclusiva è la Radioshack che scandisce il ritmo con George Bennett, per favorire Tiago Machado, il quale tenta un allungo riprendendo gli ultimi fuggitivi. Sulla sua ruota si inseriscono anche Santaromita (BMC) e Velits (Omega-Quick Step); l’italiano, dopo la prima accelerazione di Machado, cerca di rilanciare sempre seguito dagli altri due. Ma il gruppo, guidato da Boasson Hagen, è sempre vicino, e il vantaggio si aggira sui 7/8 secondi.
A 1400 metri dall’arrivo tenta lo scatto Javier Moreno, che aveva fatto muovere sul passaggio precedente i suoi compagni Capecchi e Herrada, seguito da Rafa Valls (Vacansoleil-DCM), ma vedendo il gruppo ancora vicino, l’uomo Movistar rilancia l’andatura, provando l’azione solitaria; nonostante la testardaggine dello spagnolo il gruppo non sembra mollare, anzi per i continui scatti si è addirittura avvicinato. Sotto lo striscione dell’ultimo chilometro parte deciso Simon Gerrans,anche se nelle tappe precedenti sembrava essere lontano dalla condizione dello scorso anno, raggiunge di buon piglio Moreno, e dopo averlo superato, cerca di scandire il suo ritmo.
A circa 600 metri dal traguarda si aggiunge anche Slagter, che piombato sulla coppia al comando ad alta velocità non si accontenta e propone un altro scatto davvero impressionante mettendo KO le gambe dello spagnolo, mentre l’australiano riuscivo a tenergli botta. Ai 200 metri parte la volata con Gerrans che prima supera l’olandese e poi resiste alla sua rimonta, mentre Slagter che aveva smesso di pedalare da 20 metri lasciando la vittoria di tappa all’australiano perché sapeva forse già di aver fatto sua la maglia di leader. Dopo i primi due, gli altri corridori giungono “alla spicciolata”, il terzo Javier Moreno a 10 secondi, il quarto Jon Izaguirre (Euskaltel) a 12, il quinto Machado a 13, e poi un gruppetto comprendente Kelderman, Gorka Izaguirre, Valls, Pietropolli ed Hermans a 16. L’ormai ex capo classifica Thomas arriva con 23 secondi di ritardo.
Cambia di conseguenza anche la classifica generale, che ora è guidata da Slagter con un margine di 13 secondi su Moreno, e 25 su Ben Hermans.
Domani tappa finale nel circuito velocissimo di Adelaide da compiere 20 volte, per un totale di 90 chilometri. Favorito su tutti?..un tedesco…

Paolo Terzi

MIRADOR DE CONTADOR, MA DIAZ RESISTE

gennaio 27, 2013 by Redazione  
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Per il secondo anno consecutivo, sebbene il successo del 2012 gli sia stato tolto per via del caso clenbuterolo, il fuoriclasse della Saxo-Tinkoff si impone in cima alla dura ascesa di Mirador del Sol senza però riuscire a distanziare l’argentino, che rafforza la sua leadership distanziando il suo più diretto rivale Tejay Van Garderen e mettendo il sigillo definitivo sul Tour de San Luis. Ancora un’ottima prova per Mauro Santambrogio 5° seguito a breve distanza da Fabio Aru e Matteo Montaguti.

Foto copertina: Contador ancora “sull’attenti” sul Mirador del Sol (foto Bettini)

Dopo le importanti sentenze già decretate dalla tappa di Carolina in cui l’argentino Daniel Diaz (San Luis Somos Todos) ha conquistato la leadership della generale il Tour de San Luis è giunto alla sua frazione decisiva, 156,6 km da Quines a Merlo con gli ultimi 7 km di salita verso Mirador del Sol, caratterizzati da una pendenza media dell’8,7% ma con il tratto tra i -3 e i -1 dal traguardo costantemente al 15% prima di spianare nel finale. Nelle fasi iniziali si è anche scalato il gpm di 2a categoria di Alto Cantana che non ha però provocato sconquassi, con la fuga di giornata già in atto ad opera di Pieter Weening (Orica-GreenEdge), Marc de Maar (UnitedHealtcare) e dei nostri Diego Rosa (Androni), Mauro Finetto (Vini Fantini) e Adriano Malori (Lampre-Merida), che però non hanno avuto troppo spazio dal gruppo guidato dalla Saxo Bank-Tinkoff di Alberto Contador, a caccia del successo parziale, e dalla Bmc del secondo della generale Tejay Van Garderen, che intendeva isolare Diaz per poi attaccarlo nel finale: effettivamente a fianco dell’argentino è rimasto il solo Jorge Giacinti ma chi più di tutti ha fare le spese del ritmo della corazzata di John Lelangue è stato il loro compagno Thor Hushovd, che già a Carolina aveva chiuso in ultima posizione e che è stato costretto al ritiro.
I battistrada sono stati ripresi ai piedi dell’Alto Flamingo, gpm di 3a categoria che precedeva l’ascesa finale, sulle cui rampe Contador ha lanciato in avanscoperta il compagno Nicki Soerensen la cui azione è stata prontamente rintuzzata dalla Bmc: la formazione svizzera ha proseguito nel forcing lungo i primi km del Mirador del Sol finchè Van Garderen non ha attaccato in prima persona, ma Diaz non gli ha concesso un metro e quando Contador ha contrattaccato a poco più di 1 km dal traguardo alla sua ruota si sono portati l’argentino e il brasiliano Diniz (Funvic Brasilinvest) mentre Van Garderen non ha avuto le forze per replicare ed è rimasto nel gruppetto inseguitore comprendente anche i nostri Mauro Santambrogio (Vini Fantini), Fabio Aru (Astana) e Matteo Montaguti (Ag2r). Negli ultimi 200 metri Contador ha preso un leggero margine sui due sudamericani che gli ha consentito di conquistare la prima vittoria stagionale in un Tour de San Luis che aveva iniziato non benissimo ma in cui è cresciuto prepotentemente giorno dopo giorno, bissando il successo di un anno fa a Merlo sebbene in seguito gli fosse stato tolto per via del caso clenbuterolo e fosse stato assegnato a Levi Leipheimer: Diaz e Diniz hanno chiuso con un distacco di 2” seguiti a 14” da Arnold Alcolea (Cuba), altra sorpresa di questa settimana di gara, e da Santambrogio che si è confermato il più in palla dei nostri, con Van Garderen 6° a 18”, Aru 7° a 25”, Montaguti 8° a 30” e Vincenzo Nibali (Astana) autore di una prestazione in linea con quelle dei giorni precedenti chiusa al 15° posto a 1′05” in un gruppetto comprendente anche Joaquim Rodriguez (Katusha), che per la prima volta si è fatto vedere a ridosso dei migliori. La nuova classifica generale vede sempre Diaz al comando e salvo improbabili sconvolgimenti sarà il primo argentino della storia ad aggiudicarsi il Tour de San Luis: Van Garderen e Diniz occupano gli altri due gradini del podio con distacchi di 33 e 39” mentre Contador è 4° a 1′02”, Juergen Van den Broeck (Lotto-Belisol) 5° a 1′47” e Santambrogio 6° a 2′29”. La settima e ultima tappa, 154,7 km da San Luis a Juana Kolsay, è dedicata ai velocisti ed è prevedibile un nuovo duello tra Mark Cavendish (Omega-QuickStep) e Sacha Modolo (Bardiani) che già hanno infiammato le due frazioni iniziali.

Marco Salonna

26-01-2013

gennaio 27, 2013 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER (Australia)

L’australiano Simon Gerrans (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella quinta tappa, McLaren Vale – Old Willunga Hill, percorrendo 151,5 Km in 3h36′25″, alla media di 42,002 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Tom Jelte Slagter (Blanco Pro Cycling Team) e di 10″ lo spagnolo Moreno Bazan. Miglior italiano Daniele Pietropolli (Lampre – Merida), 9° a 16″. Slagter è il nuovo leader della classifica, con 13″ sullo spagnolo Moreno Bazan e 25″ sul belga Hermans. Miglior italiano Pietropolli, 8° a 32″

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)

Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Team Saxo – Tinkoff) si è imposto nella sesta tappa, Quines – Mirador del Sol, percorrendo 156,6 Km in 3h47′34″, alla media di 41,289 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’argentino Daniel Ricardo Díaz (San Luis Somos Todos) e il brasiliano Diniz Correia. Miglior italiano Mauro Santambrogio (Vini Fantini – Selle Italia), 5° a 14″. Díaz ha conservato la testa della classifica, con 33″ sullo statunitense Van Garderen e 39″ su Diniz Correia. Miglior italiano Santambrogio, 6° a 2′29″.

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

L’australiano Nathan Earle (Huon Salmon – Genesys Wealth Adviser) si è imposto nella quarta tappa, Palmerston North – Meridian’s Te Apiti, percorrendo 131 Km in 3h19′36″, alla media di 39,378 Km/h. Ha preceduto di 23″ il neozelandese Torckler e di 25″ l’australiano Walker. Earle ha conservato la testa della classifica, con 1′16″ e 1′19″ sugli australiani Dyball e Walker.

E’ PROPRIO IL TOUR DE SAN LUIS

gennaio 26, 2013 by Redazione  
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I corridori argentini della formazione di casa fanno il bello e il cattivo tempo con Emmanuel Guevara vittorioso in quel di Carolina al termine di una lunghissima fuga e Ricardo Diaz che fa il vuoto sull’ascesa di Cerro el Amago, con un Alberto Contador in crescita ultimo a cedere, e strappa la maglia di leader a uno spento Michal Kwiatkowski. Chiudono alle spalle del gruppo dei migliori i nostri Santambrogio, Montaguti e Nibali.

Foto copertina: Emmanuel Guevara trionfa a Carolina (foto Bettini)

La quinta tappa del Tour de San Luis, 169,8 km da Juana Kokslay a Carolina, si è disputata lungo un percorso pressochè pianeggiante per i primi 140 km seguiti però dalla salita di Cerro el Amago, 10,5 km con pendenza media intorno all’8% e punte superiori al 12 con la vetta a 17 km dal traguardo, posto a sua volta in cima a uno strappo di 300 metri, una frazione dunque riservata agli uomini di classifica e agli scalatori in genere e anche per questo non c’è stata grande bagarre nelle prime fasi di corsa, con i soli Vojitech Hacecky (Dukla Praha), già in fuga nelle prime due tappe ed Emmanuel Guevara (San Luis Somos Todos) a lanciarsi all’attacco dopo pochi km: all’Omega-QuickStep del leader della generale Michal Kwiatkowski la situazione stava benissimo e nessun’altra squadra si è incaricata dell’inseguimento facendo sì che il vantaggio dei due uomini di testa, aiutati anche da un forte vento a favore, superasse i 17 minuti intorno a metà percorso e fosse ancora ben oltre i 10 in coincidenza delle prime rampe del Cerro el Amago, dove Guevara ha staccato il compagno d’avventura e si è lanciato verso il traguardo.
La battaglia tra i big si è accesa fin dall’inizio della scalata con la Bmc di Tejay Van Garderen, secondo nella generale a 23” da Kwiatkowski, ha operato un forcing che ha ridotto il gruppo dei big a una ventina di atleti e messo in difficoltà il polacco che ha perso contatto al pari di Diego Ulissi (Lampre-Merida) e Bart De Clercq (Lotto-Belisol), a loro volta ben piazzati in classifica. Incurante della presenza del compagno Guevara in testa alla corsa il primo ad attaccare è stato Daniel Diaz (San Luis Somos Todos) con il solo Alberto Contador (Saxo Bank-Tinkoff) in grado di rispondere ma nel giro di qualche km anche il madrileno, comunque decisamente più competitivo rispetto a quello di Mirador del Potrero e della crono di San Luis, non ha retto il ritmo dello scatenato argentino e si è lasciato riassorbire dal gruppetto inseguitore comprendente Van Garderen, Alex Diniz (Funvic Brasilinvest), Javier Acevedo (Jamis-Hagens), Miguel Angel Rubiano (Androni), Arnold Alcolea (Cuba) e Juergen Van den Broeck (Lotto-Belisol), che a causa di una foratura è stato però costretto ad abbandonare la compagnia e si è ritrovato nel plotoncino che seguiva comprendente i nostri Mauro Santambrogio (Vini Fantini), un positivo Matteo Montaguti (Ag2r) e un Vincenzo Nibali (Astana) ancora non del tutto a suo agio quando la strada sale.
La corsa si è conclusa in modo trionfale per la San Luis Somos Todos con Guevara, sia pure esausto negli ultimi km, che ha tagliato in solitudine il traguardo di Carolina e Diaz che ha continuato a guadagnare rispetto ai rivali, ha superato Hacecky che era rimasto nel mezzo e conquistato la piazza d’onore a 15” da Guevara, con Rubiano e Alcolea 3° e 4° a 1′17”, Acevedo 5° a 1′21” in compagnia di Contador, Van Garderen e Diniz, Santambrogio 9° a 1′41”, Montaguti e Van den Broeck 10° e 11° a 1′41” e Nibali 15° a 1′59” mentre Ulissi ha chiuso 18° a 3′09” e Kwiatkowski 22° a 3′46”. Alla luce della superiorità mostrata in salita Diaz, già secondo un anno fa alle spalle di Levi Leipheimer, sembra aver ipotecato il Tour de San Luis che guida con 17” su Van Garderen, 39” su Diniz, 1′04” su Contador, 1′07” su Van den Broeck, 1′47” su Rubiano, 2′14” su Nibali e 2′17” su Santambrogio: giudice definitivo sarà però il Mirador del Sol, ascesa di 7 km con una pendenza media dell’8,7% e tratti costantemente al 15 tra i -3 e i -1 dalla vetta su cui si concluderà la sesta e penultima tappa, 156,6 km con partenza da Quines e che prevede nelle fasi iniziali anche la scalata dell’Alto de Cantana.

Marco Salonna

GREIPEL ALLA TREDICESIMA

gennaio 26, 2013 by Redazione  
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Con la vittoria in questa quarta tappa, André Greipel festeggia il suo tredicesimo successo parziale al Tour Down Under. Alle sue spalla finiscono Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e Jonathan Cantwell (Saxo Bank-Tinkoff). Nessun cambiamento in classifica generale, sempre guidata da Geraint Thomas.

Foto copertina: Greipel fa 13 al Tour Down Under (foto Eurosport)

Tre sprint disputati e tre vittorie, è questo il bottino di André Greipel in questo inizio di stagione, dimostrando di essere uno dei più forti velocisti in circolazione, inferiore solo al miglior Cavendish.
In queste volate australiane sono cambiati solamente gli sconfitti; nella prima, il secondo posto, era toccato a Matthew Goss, nella seconda, a Arnaud Demare e nella terza, cioè oggi, a Ferrari.
Anche se questa quarta tappa era adatta ai velocisti, si era andati cauti nel fare pronostici anche perché nel ciclismo non si può mai dare sempre tutto per scontato, come infatti era accaduto nelle due tappe precedenti.
Oggi si partiva da Modbury e si arrivava a Tanunda dopo aver percorso 139 chilometri senza grandi difficoltà altimetriche, a parte un gran premio della montagna di seconda categoria in partenza.
Nonostante il percorso non offrisse grandi speranze ai possibili attaccante, si mette in mostra addirittura il campione del mondo Philippe Gilbert, che insieme al ventenne Damien Howson (Selezione Australiana), tenta una fuga quasi impossibile; impossibile perché il gruppo ha tutto il tempo disponibile per organizzarsi e con due corridori in avanscoperta il compito diventa molto più semplice. Sotto la guida Sky, il plotone lascia ai fuggitivi un vantaggio massimo poco superiore ai tre minuti, e li riprende dopo 120 chilometri quando all’arrivo ne mancano ancora una decina.
Comincia così il momento clou della tappa, ovvero la preparazione dello sprint, e che vede protagoniste le squadre più attrezzate, come la Lotto-Belisol, la Vacansoleil-DCM, la Argos-Shimano e la Blanco.
Ma la tranquillità dura poco in gruppo, precisamente fino a due chilometro dal traguardo, causa caduta di due uomini Euskaltel, Lobato e Aberasturi, e successivamente a 700 metri dall’arrivo, quindi a sprint in pratica già lanciato, che coinvolge Goss, Impey, Brown e alcuni uomini che stanno lottando per la classifica generale, quali Kelderman e Pietropolli.
Per quanto riguarda la cronaca della volata, i padroni sono sempre i Lotto, che sbucano a circa 500 metri con Roelandts in prima posizione, che dopo essere passato in testa lascia spazio a Henderson, l’ultimo uomo prima dell’entrata in scena del tedesco, il quale appena parte fa letteralmente il vuoto, vincendo con apparente facilità questa quarta tappa. Greipel batte così un comunque ottimo Roberto Ferrari (Lampre-Merida), un sorprendente Jonathan Cantwell (Saxo Bank-Tinkoff), Andrew Fenn (Omega-Quick Step) e Barry Markus (davvero bravo il ventunenne della Vacansoleil).
Completano la top ten Kittel, Renshaw, Van Hummel, Demare e Lodewyck.
In maglia arancio di capo classifica persiste sempre Geraint Thomas, che dovrà lottare non poco domani per conservare la leadership in quella che viene considerata la tappa “regina” della corsa australiana: l’arrivo che termina sulla salita di Willunga Hill ( da ripetere due volte negli ultimi venti chilometri). Concorrenti pericolosi potrebbero essere Slagter, Hermans, Machado e Moreno; ma in ogni caso il responso verrà direttamente dalla strada.

Paolo Terzi

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