28-05-2011

maggio 29, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il bielorusso Vasili Kiryienka (Movistar Team) si è imposto nella ventesima tappa, Verbania – Sestriere, percorrendo 242 Km in 6h17′03″, alla media di 38,509 Km/h. Ha preceduto di 4′43″ il venezuelano Rujano Guillen e di 4′50″ lo spagnolo Rodríguez Oliver. Miglior italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD), 6° a 5′58″. Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) conserva la maglia rosa, con 5′18″ e 6′14″ sugli italiani Scarponi e Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale)

AN POST RAS (Irlanda)
L’irlandese Marytn Irvine (Asia Giant Kenda Cycling) si è imposto nella settima tappa, Tramore – Kildare, percorrendo 161 Km in 3h40′39”, alla media di 43,779 Km/h. Ha preceduto di 6″ il tedesco Matzka e l’italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci). Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) ha conservato la testa della classifica, con 32″ e 1′13″ sugli ucraini Pakhtusov e Sheydyk. Miglior italiano Riccio, 46° a 41′37″

BAYERN – RUNDFAHRT
Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di Friedberg, percorrendo 26 Km in 30′08”, alla media di 51,770 Km/h. Ha preceduto di 33″ l’elvetico Cancellara e di 46″ il norvegese Boasson Hagen. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre – ISD), 4° a 51″. Il britannico Geraint Thomas (Sky Procycling) è il nuovo leader della corsa, con 19″ sul danese Sörensen e 23″ sull’elvetico Albasini. Miglior italiano Malori, 15° a 5′11″.

TOUR DE BELGIQUE
Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nella terza tappa, Bertem – Eupen, percorrendo 202 Km in 4h50′47”, alla media di 41,680 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Avermaet e Leukemans. Miglior italiano Enrico Gasparotto (Pro Team Astana), 9° a 53″. Gilbert ha conservato la testa della classifica, con 19″ su Van Avermaet e 35″ su Leukemans. Miglior italiano Alessandro Proni (Acqua & Sapone), 14° a 3′33″.

TOUR DE KUMANO (Giappone)
L’italiano Fortunato Baliani (D’Angelo & Antenucci-Nippo) si è imposto nella seconda tappa, Kumano Sangaku Circuit, percorrendo 109,3 Km in 2h49′58″, alla media di 38,584 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Rubiano Chavez e di 50″ l’argentino Maximiliano Richeze Ariel. L’altro italiano in gara, Giuseppe Muraglia, pure della D’Angelo & Antenucci – Nippo, è giunto 21° a 7′39″. Baliani è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Rubiano Chavez e 50″ sul giapponese Nishitani. Muraglia è 20° a 7′45″.

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
Il turco Kemal Kucukbay si è imposto nella terza tappa, Lüleburgaz – Edirne, percorrendo 115 Km in 2h42′26″, alla media di 42,478 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Harmanci e Sayar. Il tedesco Andreas Keuser (World Of Bike / Greece) ha conservato la testa della classifica, con 50″ su Kucukbay e 55″ sul serbo Kasza.

TOUR DE GIRONDE
Il francese Jean Mespoulede si è imposto nella seconda tappa, Loupiac de Cadillac – Cenon, percorrendo 177,9 Km in 4h16′51″, alla media di 41,557 Km/h. Ha preceduto di 19″ l’elvetico Aregger e il francese Fabien Schmidt, nuovo leader della classifica con 1″ e 3″ sui connazionali Patanchon e Foisnet.

CAMPIONATI NAZIONALI USA
Aperti a Greenville (Carolina del Sud) i campionati nazionali statunitensi. La prima gara disputata è stata la cronometro individuale, vinta da David Zabriskie (Team Garmin – Cervélo), che ha percorso 33,3 Km in 40′23″, alla media di 49,476 Km/h. Ha preceduto di 31″ Zirbel e di 59″ Busche.

GRAND PRIX DE PLUMELEC – MORBIHAN
Il francese Sylvain Georges (FBig Mat – Auber 93) si è imposto nella corsa francese percorrendo 181 Km in 4h32′05″, alla media di 39,914 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Fedrigo e Galland. Unico italiano in gara, Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) è giunto 63° a 2′48″.

SEB TARTU GRAND PRIX
Il francese Jean-Eudes Demaret (Cofidis, Le Credit En Ligne) si è imposto nella corsa estone percorrendo 187 Km in 4h23′03″, alla media di 42,653 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Mandri e lo svedese Ljungblad. Miglior italiano Angelo Furlan (Christina Watches – Onfone), 10° a 3′29″.

COMMOVENTE KIRYIENKA IN SCENA SUL FINESTRE

maggio 28, 2011 by Redazione  
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Il Giro ed il ciclismo tutto è poesia. Lo sa bene Vasil Kiryienka, oggi autore di una prova fantastica, in fuga fin dal mattino, riesce a vincere la tappa più dura dell’ultima settimana. Rujano, ispiratissimo su queste strade dopo il successo del 2005, è secondo. Terzo è Rodriguez dopo aver provato più volte a scattare nel finale dal gruppetto maglia rosa.

Foto copertina: in due sul traguardo del Sestriere, Kiryienka sui pedale, Tondo Volpini nel cuore (foto Bettini)

Poesia quindi. Capacità ed arte di voler trasmettere a chi legge ed ascolta un messaggio. Il poeta è il bielorusso Kiryienka, il suono delle note sono le sue pedalate. Scandite magistralmente in una giornata di sole. Il pubblico è numeroso, fin dal mattino inizia a riempire gli spazi adiacenti al palco naturale del Colle delle Finestre. Eccolo Vasil affacciarsi sulla scena, sereno, dopo essersi scrollato, da un bel po’, di dosso tutti i compagni di fuga, in vista degli ultimi chilometri della salita più dura della tappa. Al GMP delle Finestre, lassù, dove terra e cielo si fondono e con nel cuore un solo, unico e bellissimo pensiero ed un messaggio da trasmettere: il ricordo dello sfortunato compagno ed amico Xavier Tondo concretizzatosi poi nell’ascesa successiva al Sestriere. C’è da soffrire, e tanto. La prima ora di corsa è volata via ad una media alta di ben 48.1 km/h con la riuscita della fuga di giornata. Sono in 13: Betancur (Acqua & Sapone), Vicioso (Androni), Minguez (Euskaltel), Vorganov (Katusha), Ulissi (Lampre), Kiryienka (Movistar), Salerno (Liquigas), Lang (Omega Pharma), Jufre (Astana), Mazzanti (Farnese Vini), Popovych (RadioShack), Seeldraeyers (Quick Step) e Veuchelen (Vacansoleil). Il loro vantaggio massimo sarà di poco inferiore ai 12’. Il gruppo maglia rosa lascia fare, arrivando ai piedi del Colle delle Finestre con 5’ di ritardo. A guidarlo sono gli uomini di Gadret per numerosi chilometri, poi a prendere in mano la corsa, sono i Liquigas. Segno evidente che Nibali, nonostante un inconveniente al polpaccio, a causa di una precedente caduta, ci tiene a tener duro. Il siciliano però ai meno 1500 metri dal GPM del Colle delle Finestre accusa un po’ il ritmo imposto da Rodriguez seguito da Scarponi, Gadret, Contador, Menchov e Kruijswijk, scollinando con 20” di ritardo. Ancor più indietro Kreuziger ma che riuscirà a rientrare nella discesa prima del Sestriere proprio come Nibali. Su per il Finestre già fin dalle sue iniziali e durissime rampe avevano perso contatto dal gruppo maglia rosa, tirato da un ritrovato ed inesauribile Szmyd, sia Arroyo sia Siutsou che il duo Euskadi Antón e Nieve. Dei tredici in fuga Kiryienka è il primo a salutare tutti, seguito soltanto da Betancour e da Rujano unico ad evadere, dopo averci provato per ben 5 volte, dal gruppo maglia rosa. Al GMP Kirryenka ha un vantaggio sui due sudamericani all’inseguimento di 3’50” e di 5 ’40 sul gruppetto maglia rosa. Giù dal Finestre, nel successivo falsopiano verso il Sestriere non c’è animo battagliero tra gli uomini di classifica. Anche perché, ormai, le dolci pendenze della strada non consentono di fare la differenza. Rientrato, dopo aver corso qualche rischio in discesa, Kreuziger prova un allungo ma è subito riassorbito. Ci prova allora Menchov, poi Rodriguez, poi anche Gadret ed infine Scarponi ai meno 1800 metri dal traguardo con Contador in ultima posizione, tranquillo, a lasciar fare. L’unico a pagare è ancora una volta Nibali, ben 22” di ritardo da Scarponi. Il marchigiano si riprende così, con gli interessi, il tempo perso a Macugnaga rafforzando, ora con 56”, il secondo posto della generale. Il francese Gadret resta quarto mentre piombano in 5° e 6° posizione Rodriguez e Rujano. Da segnalare che la maglia verde è stata vinta da un maestoso Garzelli mentre intanto, già da tempo Kiryienka faceva calare il sipario sulla sua esibizione ornata da un gesto bellissimo e commovente. Le mani ad indicare la divisa Movistar e poi le braccia al cielo verso il sorridente Xavier Tondo. Domani crono conclusiva a Milano.

Antonio Scarfone

VERBANIA – SESTRIERE: QUANTO È BELLO LU PRIMMO AMMORE, LU SECONDO È CHIÙ BELLO ANCOR

maggio 28, 2011 by Redazione  
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Alla vigilia della conclusione meneghina il Giro torna sulle strade sterrate del Colle delle Finestre. E’ stata la scintilla che fece riscoccare l’amore tra la corsa rosa e le sue strade perdute e, ancora una volta, rappresenterà l’estrema occasione per gli scalatori per ribaltare i verdetti stabiliti dalle Dolomiti.

La celebre canzonetta di Tony Santagata è veritiera e ben si adatta alla storia passata e presente del Giro d’Italia che, nelle sue prime edizioni, attirrò il pubblico sulle strade grazie al “primmo ammore”, quei fondi sterrati che furono per decenni la principale fonte di selezione e che scomparvero con la progressiva modernizzazione della rete stradale italiana, lasciando il testimone a ben più scorrevoli nastri d’asfalto e gettando definitivamente la palla della selezione alle grandi salite. Delle strade della “vecchia guardia” era rimasto il solo Gavia a rammentare i tempi andati – almeno fino al 1999, quando erano stati bitumati anche gli ultimi tronconi bianchi – e poi sembrò definitivamente tramontata l’epoca delle sterrate, oramai neppure più prese in considerazione, ritenute anacronistiche ed improponibili. Fu così fino al 28 maggio del 2005 quando Carmine Castellano, un anno dopo aver lasciato la stanza dei bottoni in RCS, riuscì a vedere coronato il suo sogno di veder transitare la corsa rosa sul Colle delle Finestre, colle a due strati, nero alla base, bianco in vetta e la neve, per una volta, non c’entra. Ci si aspettava grande spettacolo ma non certo che riscoccasse il colpo di fulmine tra le sterrate e la corsa rosa. Essì, le Finestre divennero l’amore “chiù bello ancor”, al punto che, da quell’anno, l’appuntamento con le strade in bianco è divenuto un appuntamento irrinunciabile della corsa rosa, con la sola esclusione dell’edizione del centenario, quella del 2009. Non si era, però, mai più ritornati sul luogo del “misfatto”, che il Giro ritroverà a sei anni di distanza, dopo averlo “tradito” con il Plan de Corones, il Catria, il Crostis e le strade bianche di Toscana e Umbria.
Come nel 2005, il Finestre sarà il “faro” illuminante di questa frazione, soprattutto per il suo netto svettare su di un’altimetria che fino ai piedi del colle non presenterà difficoltà altimetrica alcuna, se non qualche lieve zampellotto. Lassù sarà offerta agli scalatori l’estrema possibilità di ribaltare la classifica, ma non bisognerà giocare all’attendismo. Si dovrà attaccare subito, appena la strada comincerà a puntare verso l’alto, sia perché il tratto iniziale è il più ripido, sia perché se si aspetterà lo sterrato sarà troppo tardi. Su quel tipo di fondo l’unica selezione possibile è quella naturale, poiché scattare in quei frangenti risulterà controproducente, con le ruote frenate dall’affondare nel lieve terriccio e dalla tendenza a slittare su di esso. Poi ci sarà solo l’ascesa finale verso il Sestriere, presa dal suo lato più morbido, ma che andrà a provocare lo stesso effetto “post-Mortirolo” che generalmente si vede nei tapponi con traguardo all’Aprica da Edolo. Lassù verrà fuori la fatica, come ben ricorderà Danilo Di Luca che, nella tappa del 2005, accusò dolorosi crampi al momento d’intraprendere l’ultima difficoltà.
In questa penultima traversata il Giro salperà da Verbania e poi, puntando verso il lago d’Orta, andrà a ripercorrere a ritroso un tratto della frazione di Macugnaga. Si transiterà alle spalle della penisoletta di Orta San Giulio, deliziosa località lacustre iscritta sia nella lista del club “I Borghi più Belli d’Italia”, sia in quella dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (per il suo Sacro Monte, interamente dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi): da non perdere l’escursione in battello all’Isola di San Giulio, sulla quale si trova un’insigne basilica romanica e sulla quale lo scrittore Gianni Rodari, nativo della vicina Omegna, ambientò uno dei suoi più celebri romanzi per ragazzi, “C’era due volte il Barone Lamberto ovvero I misteri dell’isola di San Giulio”.
Breve salitella verso Gozzano per rimontare la conca morenica del Cusio, poi la pianurà tornerà padrona assoluta della strada viaggiando in direzione di Borgomanero, paese natale di Pasquale Fornara, uno dei principali rappresentanti del ciclismo italiano negli anni 50. Vinse ben quattro edizioni del Tour de Suisse e andò vicino a portarsi a casa anche il Giro d’Italia del 1956 ma la tremenda tappa del Bondone mandò a casa 43 corridori, tra i quali lo scalatore novarese, maglia rosa alla partenza da Merano con 16 minuti di vantaggio sul futuro ed insperato vincitore Gaul.
Tornati a pedalare sul velluto si attraverserà quindi il centro di Romagnano Sesia, conosciuto per le sacre rappresentazioni “viventi” dell’Epifania e della Via Crucis, con quest’ultima che si svolge negli anni dispari e che trasforma in Gerusalemme il centro storico, popolato da quasi 300 figuranti, tra attori principali e di corollario. È inoltre uno dei due centri di produzione del vino DOCG Ghemme, mentre nella vicina Gattinara, subito al di là del Sesia, è possibile degustare l’omonimo nettare, pure a denominazione di origine controllata e garantita.
Nei chilometri successi il gruppo taglierà nel mezzo la Pianura Padana attraversando le cosiddette “baragge”, vasto altopiano il cui paesaggio a tratti ricorda quello delle savane africane, costituito da vaste praterie alternate alla brughiera. Tolti piccoli nuclei isolati, in quest’area la presenza umana è limitata ad agglomerati urbani ben distanti tra loro, come Rovasenda, centro dominato da uno dei castelli meglio conservati del Piemonte.
Cambio di scenario una volta giunti a Santhià, centro situato al margine occidentale delle celebri risaie del vercellese, sorte tra la fine del ‘400 e l’inizio del secolo successivo su iniziativa dei monaci dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Lucedio.
Attraversata Chivasso, il programma del Giro proporrà ora il ritorno del Giro a Torino, chiudendo così idealmente il cerchio delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità.
Dopo tanto “deserto” le montagne tornaranno a far capolino, anche se per ancora una buona cinquantina di chilometri costituiranno una scenografica quinta al percorso dei “girini” che, nei pressi di Avigliana, transiteranno ai piedi dello strapiombante Pirchiriano, monte la cui cima da quasi un millennio è “fagocitata” dalle spettacolari strutture della Sacra di San Michele, un tempo tappa lungo la variante alpina della Via Francigena, itinerario di pellegrinaggi che collegava altri due santuari legati al culto dell’arcangelo, la francese Mont Saint Michel e la pugliese Monte Sant’Angelo, sul Gargano.
Alle porte di Susa finirà la marcia d’avvicinamento al Finestre e finalmente si attaccherà una delle ascese più attese del Giro 2011, seguendo una strada che fu tracciata nel 1700 per scopi militari, in modo da collegare il Forte di Fenestrelle alle strutture fortificate della Val di Susa. La “genesi” di questa rotabile è tradita dalle pendenze che, a parte un violentissimo strappo che si deve superare ad inizio ascesa (14% di massima), si mantengono costanti fino in cima, così volute per evitare disagi al transito dei pesanti mezzi militari: la media è del 9,2%, un’inclinazione che metterà a dura prova i partecipanti al Giro, provati anche dalla lunghezza dell’ascesa (18,5 Km) e dalla presenza di lungo tratto sterrato. L’asfalto tornerà a scorrere sotto le ruote una volta superato lo striscione del GPM, al momento di lanciarsi in discesa verso la Val Chisone. Come nel 2005 non si percorrerà il versante principale, che plana su Fenestrelle e che è rimasto in gran parte sterrato, ma si scenderà su Pourrieres seguendo una strada che è stata sistemata appositamente per il passaggio del Giro e che per un tratto di quasi 2 Km coinciderà col tracciato della rotabile dell’Assietta, altro tracciato d’origine militare che permette di raggiungere il Sestriere rimanendo sullo sterrato per ben 32 Km. Si tratta di un vero e proprio paradiso per gli amanti della mountain-bike, un percorso che supera i 2500 metri di quota rasentando la Testa dell’Assietta, monte sul quale nel 1747 si combattè una storica battaglia (rievocazione in costumi tutti gli anni, a luglio) tra gli eserciti del Regno di Francia e quelli coalizzati del Regno di Sardegna e dell’Austria imperiale, episodio tra i più rilevanti della guerra di successione austriaca.
Raggiunto il fondovalle del Chisone, si andrà ad affrontare gli ultimi 16000 metri all’insù di uno dei giri più duri della storia. Pedalabili sì, ma con tanta, tantissima fatica in corpo.

I VALICHI DELLA TAPPA

Colletto di Meana (1455m). Valicato dalla SP 172, che mette in comunicazione Meana di Susa con Fenestrelle passando per il Colle delle Finestre. Il valico si trova sul versante di Meana (quello che il Giro affronterà in salita) e s’incontra nel punto nel quale inizierà il tratto sterrato. Dal colletto un sentiero permette di raggiungere, con un cammino di circa 20 minuti, un monumento eretto nel 1948 in memoria dei partigiani della Val di Susa. Quotato 1456 sulle cartine del Giro 2011.

Colle delle Finestre (2176m). Costituito dai monti Carlei e Pintas, è valicato dalla SP 172, che mette in comunicazione Meana di Susa con Fenestrelle. Quotato 2178 sulle cartine del Giro 2011. Il Giro d’Italia l’ha valicato per la prima (e finora, unica) volta il 28 maggio del 2005, nel finale della tappa Savigliano – Sestriere, frazione ribattezzata “Le valli olimpiche” in previsioni delle Olimpiadi Invernali del 2006. Il primo a varcarne la cima fu Danilo Di Luca, mentre il successo di giornata premiò il venezuelano José Rujano.

Colle di Sestriere (2033m). È un’ampia depressione costituita dal Monte Fraitève e dalla Punta Rognosa di Sestriere. Vi transita la SS 23 tra Cesana Torinese e Pragelato. Da Cesana vi sale anche il vecchio tracciato della statale, che transita per Sauze di Cesana. È quotato 2035 sulle cartine del Giro, che l’ha superato per la prima volta nel 1911, nel corso della Mondovì – Torino vinta dal francese Lucien Georges Mazan, più conosciuto con il soprannome di “Petit Breton”. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica GPM, è stato inserito 15 volte sul tracciato della corsa rosa: l’ultimo conquistatore è stato Garzelli, primo alla Cima Coppi del Giro del Centenario (2009) durante la Cuneo – Pinerolo vinta da Di Luca.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la strada del Colle delle Finestre (www.bdc-forum.it)

Verbania, scorcio di Pallanza (www.goin2travel.com)

Verbania, scorcio di Pallanza (www.goin2travel.com)

Lago d’Orta, Isola di San Giulio (www. flickr.com)

Lago d’Orta, Isola di San Giulio (www. flickr.com)

Un momento della Via Crucis di Romagnano Sesia (www.oknovara.it)

Un momento della <<Via Crucis>> di Romagnano Sesia (www.oknovara.it)

I vigneti del Gattinara (www. flickr.com)

I vigneti del Gattinara (www. flickr.com)

Una tipica baraggia (www.mondoturismoitalia.it)

Una tipica <<baraggia>> (www.mondoturismoitalia.it)

Castello di Rovasenda (panoramio)

Castello di Rovasenda (panoramio)

Le montagne si riflettono nelle risaie (www.cittadinovara.com)

Le montagne si riflettono nelle risaie (www.cittadinovara.com)

Sacra di San Michele (www.arengario.net)

Sacra di San Michele (www.arengario.net)

Testa dell’Assietta (www.archivoltogallery.com)

Testa dell’Assietta (www.archivoltogallery.com)

Rievocazione della battaglia dell’Assietta (www.fotocommunity.it)

Rievocazione della battaglia dell’Assietta (www.fotocommunity.it)

Sestriere (censimento2011.blogspot.com)

Sestriere (censimento2011.blogspot.com)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MACUGNAGA

maggio 28, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: l’abbraccio fraterno tra Tiralongo e Contador (foto RCS Sport)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Paolo e Alberto, storia di ciclismo e di amicizia (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, vince Tiralongo. Contador sempre in rosa (Corriere dello Sport-Stadio)

Tiralongo takes stage 19(The Daily Telegraph)

Tiralongo’s late surge seals win (The Independent)

Contador fait ce qu’il veut (L’Equipe)

Gadret : “Une bonne opération” (Le Monde)

Contador enfada a Purito por su regalo a Paolo Tiralongo (AS)

Contador regala otra etapa (Marca)

El italiano Tiralongo gana la etapa y Contador se exhibe de nuevo en el Giro (El Mundo Deportivo)

Contador offre la victoire à Tiralongo (Le Soir)

Alberto Contador offre la 19e étape à Paolo Tiralongo (Sud Presse)

Contador se la joue à nouveau grand seigneur (L’Avenir)

Bekkenbreuk voor Pinotti (De Standaard)

Contador joue à saint Nicolas (La Dernière Heure/Les Sports)

Contador geeft ritzege cadeau aan Tiralongo (Het Nieuwsblad)

Kruijswijk nadert top tien (De Telegraaf)

Contador Extends Lead(The New York Times)

Tiralongo wins stage 19 of Giro ahead of Contador (USA Today)

‘The truth is on my side’: Contador (Herald Sun)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa potrebbe succedere in corsa?

MirkoBL: Va via una fuga e i migliori arrivano tutti assieme, al limite un po’ sgranati negli ultimi 2 km.

Pedra85: Sporadici temporali sino al Mottarone, poi schiarite con un forte vento contrario.

Hotdogbr: io se fossi Scarponi cercherei di vincere la tappa anche per i 20” di abbuono e per farlo bisogna tenere chiusa la corsa anche se oltre a lui in Lampre sono rimasti in 5, e se fossi Rodriguez idem perchè dubito possa vincere al Sestriere, per il resto bisognerà vedere quali compagni di squadra dei big saranno presenti nella fuga, ci fossero dei Liquigas potrebbe esserci un attacco di Nibali giù dal Mottarone con la strada bagnata anche se è difficile

Pedale Pazzo: Può andare via una fuga ma dipenderà molto dalle ambizioni di vittoria di gente come Garzelli (se non entra in fuga) ma anche di uomini di classifica come Scarponi e Gadret che magari hanno in mente di scattare nel pezzo duro a 4 km dalla fine per vincere la tappa e magari prendere qualche secondo più abbuono.
Nibali secondo me non proverà nulla nella discesa del Mottarone perchè in fondo ci sono 30 km e rotti di pianura prima dell’ultima salita. Ed è difficile che i Lampre oggi alscino andare via compagni di squadra di Nibali.

Profpivo: Non succederà granchè, andrà via la fuga perchè non vedo squadre in grado di tenere cucita la corsa

Gnaldi: Partenza bagnata… qui a Bergamo già piove e sembra debba peggiorare.

Pedra85: Previsioni meteo abbastanza sbagliata la mia… Almeno per l’ alto Verbano…

Profpivo: Non ho capito il senso dell’azione di Contador… se voleva che vincesse Tiralongo poteva starsene tranquillo in gruppo, così invece ha rischiato di farlo perdere provocando la reazione del gruppo. Comunque Contador è di una superiorità imbarazzante, sembra di vedere un professionista che corre tra gli Allievi.

Ciclistapercaso@: Oggi Contador si è guadagnato la stima del gruppo e di tutti gli italiani. A mio parere, dal punto di vista umano e sportivo, l’ultimo km è stato uno dei più bei momenti del giro 2011.

Gnaldi: Mi piace pensare l’abbia fatto per proteggere Tiralongo ed evitarequalcuno lo superasse. D’altro canto il siciliano (trapiantato nella Bergamasca, btw) la vittoria se la meritava davvero. Peccato per l’infortunio a Pinotti: a due tappe dalla fine fa rabbia.

walter.rancati: Non mi è mai stato simpatico, ma è un fenomeno e lo ammiro comunque. Una facilità di pedalata impressionante, due spanne sopra a tutti. In attesa di una sentenza doping (ma gli altri saranno onesti?????) non c’è dubbio che si meriti il Giro. Tra l’altro mi sa che anche oggi qualche tifoso gli ha rivolto qualche parolina dolce… Mentre risaliva il gruppo, poco prima dello scatto, si è girato verso un tifoso con sguardo aggressivo, si sarà beccato qualche altro insulto. Non credo sia giusto continuare ad attaccarlo così. Anche Riis ha ammesso di aver vinto un Tour da dopato senza che nessuno se ne accorgesse!
Quindi quanti altri oltre a Contador staranno usando sostanze dopanti?
Gli altri tutti onesti, lui solo un’imbroglione?
Credo che, a parità di doping, sia un fenomeno ineguagliabile al momento
Applausi, da me che in fondo non lo sopporto.

Profpivo: Non so… a me questo tipo di atteggiamenti non è che mi facciano impazzire… se lui se ne stava buonino Tiralongo vinceva lo stesso e sarebbe stato un successo meritato in pieno, e non regalato. Quindi probabilmente con molta più soddisfazione per Tiralongo stesso.

CaSe63: Sono completamente d’accordo con te!

salite: Li ha “smontati”. Ho paura che senza l’azione di Contador Tiralongo non avrebbe vinto la tappa. Rodriguez, quando stava per raggiungere Tiralongo si vede sorpassare a doppia velocità da Contador, ha mollato i pappafichi!!!!

Hotdogbr: considerazioni sparse:

-Tiralongo meritava un successo dopo 10 anni da professionismo ma il modo in cui questo è arrivato non è piaciuto per nulla, si è visto Contador parlare con lui già nel tratto di pianura dopo il Mottarone, far sì che la squadra (fortissima, a proposito di quel che si diceva ieri) non andasse a prenderlo e poi andare a prendere Rodriguez e Gadret per impedire loro di andare a loro volta di andare a prendere Tiralongo, il tutto con un atteggiamento padronale che è stato quello di Voigt con Garate sul San Pellegrino nel 2006 e anche lì sull’ammiraglia c’era Rijs
-Nibali nel finale si è dimostrato molto forte mentre Scarponi ha pagato dazio malgrado le condizioni meteo sulla carta lo favorissero, e peraltro il siciliano ha ritrovato Szmyd competitivo mentre il marchigiano non può contare su Niemiec che ha la febbre, a questo punto il corridore della Liquigas è il chiaro favorito per il secondo posto anche se spesso nel secondo giorno consecutivo di montagna è meno competitivo rispetto al primo
-prosegue l’ottimo Giro di Gadret che è ormai sicuro del 4° posto e domani può andare a caccia del successo non essendo troppo controllato per via del distacco che ha anche da Scarponi e Nibali, oggi si è rivisto davanti anche Dupont
-il miglior Rodriguez sarebbe riuscito a riportarsi su Tiralongo ma domani può riprovarci su una salita che lo vide protagonista anche nel 2005, anche lui ha il vantaggio di non essere controllato e probabilmente Contador vorrà far vincere lui, non dimentichiamo i 4” di abbuono che prese a Tirano nel 2008 consentendo al madrileno di salvare la maglia rosa da Riccò; in casa Katusha finalmente si è rivisto un Di Luca abbastanza competitivo
-sempre più sorprendente Kruijswijk che va più forte di quanto andava Mollema l’anno scorso e ha un anno in meno del connazionale
-ancora senza infamia e senza lode Kreuziger che comunque vista la cronometro finale andrà quasi certamente a prendersi un 5° posto e visto il livello di questo Giro è un buon risultato
-Siutsou e Nieve sono entrati nelle primissime posizioni in classifica grazie a delle fughe ma ora stanno riuscendo a mantenersi tra i big, purtroppo per l’Euskaltel invece è saltato Anton ma era prevedibile dopo che già era stato in difficoltà nei giorni scorsi
-sempre bene Cataldo che non arriva mai tra i primissimi ma al contempo non esce mai dalle prime 20 posizioni degli arrivi di tappa e viste le qualità a cronometro e visto che qualcuno potrebbe crollare non è detto che non chiuda il Giro nei 10
-altra giornata così così per Menchov che dopo i problemi fisici della Settimana Catalana non ha mai ritrovato la condizione, a questo punto non gli resta che concludere dignitosamente il Giro e poi sfruttare le tre settimane di corsa per fare meglio al Delfinato o al Giro di Svizzera
-Rujano ha evidentemente pagato il brutto tempo e probabilmente lo sforzo per rientrare nel primo gruppo all’inizio della salita finale però in qualche modo si è salvato e potrà essere nuovamente grande protagonista domani anche se ormai ha detto addio ai sogni di podio

mauro 72: Non mi capita spesso di vedere il processo alla tappa, e vedere Merckx e Gimondi assieme è uno spettacolo. Grande Eddy, mi sembra in discreta forma.
Poi sento dire dai soliti soloni che Contador è un esempio per lo sport e la nausea mi assale.
Anche oggi sembrava avesse il motorino rispetto agli altri, è sotto inchiesta per ragioni più che fondate, arriva dal mondo Liberty Seguros e sarebbe un esempio per lo sport.
Bene, continuiamo così. Magari adesso qualcuno dice che anche negli altri sport……
Anche Al Capone sosteneva che c’erano delinquenti ben peggio di lui.

Ceemo: Concordo con Livio, se Contador non fosse partito Rodriguez avrebbe ripreso Tiralongo. Dal Replay si vede bene che una volta superato da Contador Rodriguez rallenta notevolmente. Sono un pò stufo di sentire critiche a Contador per questioni di Doping. Fino a prova contraria corre e quindi risulta pulito almeno quanto gli altri. Sono convinto che ci fosse un italiano al suo posto verrebbe considerato un idolo.
E non sono un grande fan dello spagnolo ma quando uno si dimostra un fenomeno bisogna ammetterlo.

Pedale Pazzo: Bel gesto di Contador (che comunque avrebbe fatto qualunque capitano con un suo ex fidato gregario nonchè amico), bellissimo soprattutto vedere il trionfo dell’amicizia che va oltre al risultato sportivo.
Tiralongo vittoria meritatissima, ieri ha perso di un pelo l’attimo e ha dato l’anima per rientrare ma non ce l’ha fatta. Oggi ha atteso gli ultimi 5 km per lo scatto decisivo. Bella gamba davvero.
Ps: Contador è partito secco senza dare alcuna possibilità agli altri di seguirlo. Ha dato una mazzata impressionante a Rodriguez che quando se lo è visto sfrecciare a doppia velocità ha smesso di pedalare.
Quando ha raggiunto Tiralono si è messo subito davanti a tirare per 700 metri in un tratto pianeggiante (facendo respirare Tiralongo che era praticamente scoppiato).
Insomma credo che Contador oggi non si merita critiche negative.

Patagonia63: sono d’accordo, nemmeno a me lo spagnolo piace, però ieri è stato grande…ha protetto il suo amico Tiralongo perchè potesse alzare le braccia al cielo almeno una volta da professionista. Senza la sua “copertura”, forse l’italiano non ce l’avrebbe mai fatta.
CONTADOR…chapeau !!!

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della Morbegno – San Pellegrino Terme

Verbania: cielo sereno, 19,4°C (percepiti 23°C), venti deboli da NNE (10-12 Km/h), umidità al 42%
Romagnano Sesia (Km 49,7): cielo sereno, 21,1°C (percepiti 23°C), venti deboli da NE (8-10 Km/h), umidità al 33%
Cigliano – rifornimento (Km 101,4): cielo sereno, 23,2°C (percepiti 25°C), venti deboli da NE (4 Km/h), umidità al 34%
Torino – T.V. (Km 144,1): cielo sereno, 22,7°C (percepiti 24,5°C), venti deboli da ENE (3 Km/h), umidità al 37%
Meana di Susa (Km 198,1): cielo sereno, 20,6°C, venti deboli da ESE (6 Km/h), umidità al 40%
Sestriere: cielo sereno, 12,6°C (percepiti 14°C), venti deboli da NNW (2-5 Km/h), umidità al 39%. Segnaliamo che nella giornata precedente la tappa il limite della neve al Sestriere è a 2170 metri, praticamente la stessa altitudine del Finestre

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Bartoletti: “Scorrono le immagini della tappa di oggi” (la diretta sarebbe iniziata un’ora e mezza dopo)
De Stefano: “Non è il ritmo che te l’hanno imposta oggi”
De Stefano: “La cima più alta della Punta Dufour” (La Punta Dufour è la cima più alta del Monte Rosa)
Cassani su Garzelli: “Aveva 11 punti sulla maglia verde” (chi gliel’ha strappata?)
Grafica RAI su una panoramica del Lago d’Orta: “Lago Maggiore”
Savoldelli: “E’ intervenuta la cambioruota”
Savoldelli: “Sagro Bang” (Saxo Bank)
Cassani: “Tiralongo non è in classifica” (allora, che diavolo ci faceva in testa alla corsa?)
Cassani: “La 7-8%”
Pancani: “Rodriguez” (pronunciato così come si scrive)
Pancani: “Sempre più in pugno di Alberto Contador”
Televideo RAI: “Fairplay con ex compagno di squadra” (Fair play)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

SUCCESSO DI SCHROEDERS SUL TRAGUARDO DI TRENTO – OGGI IL TAPPONE: RESISTERA’ PAMBIANCO?
Il giovane Brugnami battuto in fotografia
Con il Pennes (m. 2214), il Giovo (m. 2094) e lo Stelvio (m. 2757) da scalare

19a.JPG

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo
12a tappa Castelfidardo – Ravenna
13a tappa Spilimbergo – Grossglockner
14a tappa Lienz – Monte Zoncolan
15a tappa Conegliano – Gardeccia Val di Fassa
16a tappa Belluno – Nevegal
17a tappa Feltre – Tirano
18a tappa Morbegno – San Pellegrino Terme

TRA BOONEN E GREIPEL SPUNTA KRUOPIS

maggio 28, 2011 by Redazione  
Filed under News

L’ex campione del mondo si pianta negli ultimi metri e il tedesco, dopo aver lavorato per Gilbert che grazie a un abbuono a un traguardo volante gli ha strappato la maglia nera di leader, non disputa neppure lo sprint; ne approfitta il 24enne lituano della Landbouwkrediet per centrare il più importante successo della carriera davanti a Van Dijk e Lightart.

Foto copertina: Kruopis a braccia levate sul traguardo di Ieper (www.ispaphoto.com)

La seconda tappa del Giro del Belgio, 187,8 km da Knokke-Heist a Ieper con i muri di Rodeberg, Monteberg e Kemmelberg da ripetere per due volte, è vissuta sulla fuga di Paolini (Katusha), Burghardt (BMC), Eeckhout (An Post-Sean Kelly) e Mouris (Vacansoleil), che in classifica generale era distanziato di soli 18” dal leader Greipel; per questa ragione l’Omega Pharma-Lotto, di gran lunga la squadra più attrezzata in questa corsa, ha concesso non più di 4′ ai fuggitivi, mentre il gruppo a causa del vento nuovamente forte e del primo passaggio sui muri perdeva pezzi tra cui Van Hummel (Skil-Shimano), uno dei favoriti in caso di arrivo allo sprint, oltre ad altri già tagliati fuori nella lotta per la generale come Westra e Devolder (Vacansoleil) e Breschel (Rabobank).
La corsa si è accesa nell’ultimo passaggio sul Kemmel a 21 km dal traguardo quando Gilbert, poco dopo che la sua squadra aveva completato l’inseguimento a Paolini e soci, ha accelerato una prima volta portandosi dietro Boonen (Quickstep) e Leukemans (Vacansoleil) e in vetta è rimasto da solo al comando conquistando 3” di abbuono, sufficienti per balzare in vetta alla classifica generale davanti a Greipel. In testa si è formato un gruppetto ristretto e quando mancavano 8 km Wallays (Topsport Vlaanderen) ha tentato la sortita solitaria ma da dietro tanti corridori che erano rimasti staccati sui muri sono rientrati e gli uomini della Skil-Shimano, che in assenza di Van Hummel puntavano su De Kort per la volata, sono andati a riprendere il fuggitivo a 2 km dal traguardo.
Sotto il triangolo rosso dell’ultimo km il solito Van Avermaet (Omega Pharma) ha tentato di andarsene ma senza successo; la sua azione ha tuttavia costretto Boonen a lanciare lo sprint molto da lontano con a ruota Davis (Astana) e sia il belga che l’australiano si sono piantati negli ultimi 100 metri e sono stati superati dapprima dal lituano Kruopis (Landbouwkrediet) che è andato a conquistare il successo e poi anche dagli olandesi Van Dijk (Veranda’s Willems) e Lightart (Vacansoleil) che sono andati a occupare gli altri due posti del podio; 4° è giunto Davis davanti a Ghyllebert (An Post-Sean Kelly), Vantomme (Katusha) e Boonen mentre Greipel si è limitato a mantenersi nelle prime posizioni concludendo al 12° posto.
In classifica generale il tedesco è stato superato da Gilbert che ora conduce con 1” sul compagno di squadra, 4” su Cornu (Topsport Vlaanderen), 9” su Wynants (Rabobank), 10” su Lightart e 11” su Boonen mentre Proni (Acqua&Sapone) e Quinziato (BMC) sono rispettivamente 14° e 16° con un distacco di 21” e 24”. Il vallone avrà la possibilità di chiudere i giochi nella terza tappa, 202 km da Bertem a Eupen; si passa infatti dal muro di Huy e in seguito da altre côtes tipiche della Liegi tra cui lo Stockeu e l’Haute Levèe e anche l’ultimo km è in leggera salita verso il traguardo.

Marco Salonna

27-05-2011

maggio 28, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Paolo Tiralongo (Pro Team Astana) si è imposto nella diciannovesima tappa, Bergamo – Macugnaga, percorrendo 209 Km in 5h26′27″, alla media di 38,413 Km/h. Ha preceduto lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) e di 3″ l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale). Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) conserva la maglia rosa, con 5′18″ e 5′52″ sugli italiani Michele Scarponi (Lampre – ISD) e Nibali.

AN POST RAS (Irlanda)
Il polacco Marcin Bialoblocki (Britain Motorpoint) si è imposto nella sesta tappa, Blarney – Tramore percorrendo 172 Km in 3h35′55”, alla media di 47,796 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’ucraino Pakhtusov e di 10″ l’olandese Sybrandy. Miglior italiano Henry Frusto (D’Angelo & D’Antenucci), 4° a 1′14″. Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) ha conservato la testa della classifica, con 32″ e 1′13″ sugli ucraini Pakhtusov e Sheydyk. Miglior italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci), 47° a 41′37″

BAYERN – RUNDFAHRT
Lo svizzero Michael Albasini (HTC-Highroad) si è imposto nella terza tappa, Bad Gögging – Aichach, percorrendo 180,8 Km in 4h28′01”, alla media di 40,475 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Thomas e l’austriaco Sulzberger. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre – ISD), 46° a 5′18″. Albasini è il nuovo leader della corsa, con 7″ su Thomas e Sulzberger. Miglior italiano Malori, 39° a 5′31″.

TOUR DE BELGIQUE
Il lituano Aidis Kruopis (Landbouwkrediet) si è imposto nella seconda tappa, Knokke-Heist – Ieper, percorrendo 187,8 Km in 4h21′41”, alla media di 43,059 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Van Dijk e Ligthart. Miglior italiano Alessandro Proni (Acqua & Sapone), 15°. Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) è il nuovo leader della classifica, con 1″ sul tedesco Greipel e 4″ sul belga Cornu. Miglior italiano Proni, 14° a 21″.

TOUR DE KUMANO (Giappone)
Il giapponese Shinpei Fukuda (Aisan Racing Team) si è imposto nella prima tappa, Akagigawa Seiryu Circuit, percorrendo 114,1 Km in 2h36′46″, alla media di 43,670 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hatanaka e Nishitani. Due italiani in gara, entrambi della D’Angelo & Antenucci – Nippo: Giuseppe Muraglia è 16° , Fortunato Baliani 21°. Fukuda è il nuovo leader della classifica, con 3″ su Hatanaka e 5″ su Nishitani. Muraglia è 32° a 14″, Baliani 37° a 15″.

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
Il serbo Gabor Kasza (Manisaspor) si è imposto nella seconda tappa, Çorlu – Lüleburgaz, percorrendo 128 Km in 3h07′56″, alla media di 40,865 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bulgaro Andonov Petrov e di 3″ il tedesco Andreas Keuser (World Of Bike / Greece), nuovo leader della classifica, con 57″ su Kasza e 1′10″ su Andonov Petrov.

TOUR DE GIRONDE
Il francese Fabrice Patanchon si è imposto nella prima tappa, Saint-Yzans de Médoc – Salles, percorrendo 171,3 Km in 3h57′54″, alla media di 43,203 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Foisnet e l’olandese Lindeman, distanziati di 5″ e 7″ nella prima classifica generale.

TALLIN – TARTU GP
L’italiano Angelo Furlan (Christina Watches – Ofone) si è imposto nella corsa estone percorrendo 180 Km in 4h41′40″, alla media di 38,343 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Ahlstrand e il francese Blain.

GREGARI E CAMPIONI GRANDI COME IL MONTE ROSA

maggio 27, 2011 by Redazione  
Filed under News

Campioni che diventano gregari, gregari che diventano campioni. Contador dimostra ancora una volta il proprio strapotere alle pendici del Monte Rosa, ma rinuncia alla vittoria per aiutare l’amico – e fino all’anno scorso fedele gregario – Paolo Tiralongo a conquistare la prima vittoria da professionista. Di Luca ritorna monumentale, ma come uomo squadra, al servizio di Joaquim Rodriguez che però non finalizza. Cede Rujano, Nibali rosicchia abbuono e secondi a Scarponi.

Foto copertina: la vittoria di Tiralongo, con il rosa angelo custode Contador alle spalle (foto Bettini)

Due maglie prima uguali oggi diverse, e non solo perché quella del campione ama cambiare colore assecondando i primati nelle varie classifiche; la stessa passione per la strada che sale, due destini quasi opposti: Paolo Tiralongo, gregario tra i più forti al mondo quando la strada si inerpica, capace di concludere un grande giro tra i dieci, ma fino ad ora nessuna vittoria da professionista; Alberto Contador, pressoché infallibile collezionista di GT, cannibale gentile che ama l’Italia e il rosa.
L’anno scorso al Tour de France il siciliano aiutò Alberto, ancora all’Astana, a conquistare la vittoria più ardua nella carriera del campione spagnolo: ritmo alto e intimidatorio nelle salite, una semplice presenza capace però di protrarsi fin addentro alle tappe più impervie, tanto rassicurante per il capitano quanto scoraggiante per gli avversari che tanto avrebbero giovato dal muoversi prima dei finali. Quest’anno le strade si sono divise, Paolo ha scelto di onorare fino in fondo il contratto con l’Astana e non si è aggregato al clan spagnolo trasferitosi in blocco da Riis: l’amicizia però è rimasta, tanto che proprio Tiralongo spiegò a Contador la salita dell’Etna di cui quest’ultimo non aveva potuto effettuare la ricognizione; e la spiegazione deve essere stata assai efficace, giacché proprio sull’Etna Contador ha elevato il primo e strutturalmente più fondante gradino del proprio strepitoso cammino in rosa.

Oggi è Contador che fa da guida e gregario per Tiralongo: il terzo scatto del siciliano, quello buono per prendere il largo, viene effettuato proprio nel punto segnalato da Alberto. Non sulle rampe più aspre, ma qualche centinaio di metri prima, in modo che le difficoltà sorgano di fronte agli inseguitori proprio all’atto di dare impulso alla caccia. Si è studiato bene questo Giro, il fenomeno in rosa, a differenza di Joaquim Rodriguez che dopo aver profuso ogni energia della squadra nel tenere la corsa, sperpera anche l’attimo decisivo: lui sì che preferisce aspettare il finale, ma la ruota di Paolo oggi era quella buona, baciata dalla benedizione di Contador e dall’intreccio di circostanze che fanno la differenza tra la vittoria e la resa.
Era stato Di Luca l’ultimo uomo Katusha, un Di Luca che ha attraversato questo Giro tra pochi lampi, tanta sopravvivenza, e l’astuzia di risparmiare ogni energia per distillare qualche giornata luminosa: oggi era una di queste, e nel fondovalle della Valle Anzasca incupito da nubi e pioggia ha brillato Danilo nelle vesti di uomo squadra, davanti per venti km, di strappi dapprima prima, poi di opprimenti falsipiani; mai un cambio, ma un’andatura capace di scremare il gruppo che da cinquanta unità calava a trenta, poi a venti componenti. Con una vittima illustre: Rujano, stroncato dal tempo avverso, dalle andature martellanti sul passo e infine costretto a condurre tutto il proprio drappello in testa fino al traguardo, a oltre 2′ dai migliori. Ma soffrono anche Machado, Arroyo, perfino Menchov; Visconti che la squadra ventilava come uomo di giornata; Garzelli, al risparmio in vista di domani dopo le fatiche del Mottarone (di cui diremo).
Sempre Di Luca chiude su uno scatto di Tiralongo, poi di nuovo su un secondo: ma al terzo non c’è nulla da fare. D’altro canto più di così a un Di Luca che fa il gregario con la classe del campione che è, non si poteva proprio chiedere.

Dietro è la Saxo a tirare, ma il ritmo è regolare, non infernale: più diretto a tamponare scatti che a fare selezione. Proprio il lavoro strategico così ben impostato per Alberto da Paolo nel Tour 2010. Viene quasi il dubbio che lo spagnolo covi una di quelle mezze giornate no… se non che lo vediamo risalire tranquillo al fianco del compagno Navarro, scambiare qualche parola. C’è tensione nell’aria, mentre il vantaggio di Tiralongo supera i 30″.
Rodriguez esita, poi capisce che cosa sta accadendo e parte secco, senza però attendere il momento migliore, ma così, d’un tratto, di rabbia e alla cieca. Dopo di lui anche Gadret. Nonostante il terreno poco propizio agli scalatori puri, i pesi piuma hanno fame di battaglia, la Katusha anche di vittoria. Scarponi, Nibali si agitano, ma prima che la bagarre impazzi Alberto Contador si alza sui pedali e congela il tempo in un’accelerazione irreale, gioca con gli avversari, li dribbla senza che essi possano anche solo pensare di aggrapparsi alla sua ruota. C’è forse anche un po’ di ruggine verso Rodriguez, che gli “contende” il titolo di più forte scalatore, almeno sotto certe definite e rare condizioni, che gli combinò un pasticcio a Mende 2010, che unico tra gli spagnoli non l’ha aiutato nel tappone dolomitico (magari per inconscia e irrazionale fedeltà all’antico capitano e amico Valverde).
C’è, sicuramente, la voglia di prendere la corsa in mano, da padrone quale ne è, e disporne a proprio piacimento.
Da solo, è su Tiralongo: si scambiano uno sguardo, qualche parola di incitamento dello spagnolo che passa avanti per affrontare le centinaia di metri che avvicinano alla “volata”. Non c’è alcun cambio di ritmo, nessuna forzatura, la scia da seguire è fluida e accogliente: al momento giusto lo scatto, col volto del siciliano che si deforma in una maschera di sforzo sovrumano, mentre dietro di lui Alberto, sereno, gli guarda letteralmente le spalle, covando appena un filo di apprensione per il rientro di un grande Nibali.
“C’è rispetto tra noi” dirà poi Tiralongo di Contador: perché nel ciclismo il campione sa che il gregario è grande quanto lui, altrettanto indispensabile alla vittoria quanto il guizzo di genio che il campione, solo, possiede, ma che di per sé raramente può bastare. C’è un sentirsi alla pari nella fatica, diversa ma difficile a dirsi maggiore per gli uni o per gli altri. Dirà Contador: “sono più contento che abbia vinto lui che non se avessi vinto io”. La frase simbolo dei gregari, che racchiude la loro grandezza di cui Alberto oggi, per un giorno, si rende partecipe. Queste sono le amicizie che ci affascinano, nel ciclismo, non quelle improbabili con un qualche Schleck, con chi è pronto ad assecondarle davanti alle telecamere per poi smentirle, negarle, rinnegarle, e dunque infine scoprirle nell’ipocrisia da social network o reality show che le nutre.

Un altro siciliano, Nibali, si può annoverare tra i vincitori di giornata: ancora una volta non si sa se penalizzato o aiutato dalla propria scarsa repentinità nello scatto, dalla propria regolarità di passo anche nelle accelerazioni, si conferma nuovamente il migliore dietro Contador. Racimola 5″ su Scarponi, cui aggiungere gli 8″ di abbuono, soprattutto da un segno di freschezza che va a ribadire come i distacchi patiti nel tappone dolomitico fossero legati agli sforzi dell’azzardo piuttosto che a un vero e proprio cedimento tecnico. Scarponi invece si dichiara “stanco, molto stanco”, infatti non riesce seppure per poco a riprendere Gadret e Rodriguez che, in quest’ordine, rimarranno intercalati rispetto a Nibali, ma soprattutto viene passato da un arrembante e stupefacente Kruijswijk: lo aspettavamo, ma questa brillantezza è un dato davvero eclatante
nella terza settimana di un Giro dove, attenuatesi le salite, si è cominciato a viaggiare sempre ai 50km/h all’ora in pianura.
Più dietro, non di troppo, Kreuziger, a 21″ da Contador, e poi alla spicciolata Dupont (tornato in spolvero a 29″), Sivtsov (a 34″, un altro che ha ritrovato la magia dopo le crisi e la grande fuga), assieme a Nieve, ora capitano dopo il crollo odierno di Antòn (a venti minuti), a 40″ infine, dodicesimo, l’ottimo Cataldo. Del buco subito da Rujano abbiamo detto, mentre a un minuto circa ci sono Menchov e Arroyo.
In generale, dunque, Nibali si porta a 34″ da Scarponi in vista di due giornate decisive. Gadret rafforza il quarto posto, mentre altrettanto determinanti saranno le ultime tappe per la lotta verso il quinto posto finale, con Sivtsov, Nieve e Kreuziger racchiusi in 30″. Per quanto visto il posto spetterebbe di norma al ceco, che però è il più arretrato. Rodriguez, oggi ottavo, è in crescita, ma paradossalmente con gli enormi limiti a cronometro dovrà ancora farsi valere per salvare non solo la posizione ma perfino la top ten, ad ora chiusa invece dai più confortevoli Menchov e Rujano, entrambi ottimisti per l’una o l’altra tappa del finale di Giro.

La cronaca va completata con il resoconto della prima fase di tappa, corsa durissima sotto pioggia battente e ancora una volta affrontata a ritmi mostruosi, intorno ai 50km/h, fino all’uscita della fuga dopo poco più di un’ora. Sono Pineau, Rabottini e Bak ad andarsene, poi sul Mottarone uscirà dal gruppo Garzelli nell’auspicio di riprenderli e conquistare il Gpm con cui mettere al sicuro la maglia verde. Con un distacco salito in pianura a 12′, poi sceso a 120″, al varesino finiscono per mancare 5″ fatali, così i punti saranno solo 3 e la maglia resterà ancora esposta domani alle insidie “cannibalistiche” di Contador. Dietro Garzelli salgono Tschopp e Cherel, che rientrano in discesa; i sei procedono con accordo altalenante, ma le ambizioni Katusha stroncheranno i loro sogni, con Garzelli che si fa riprendere volontariamente e strategicamente, mentre Pineau e Rabottini (risparmiatosi a lungo: con la “scusa” di Visconti capitano, o Ulissi detta moda?) saranno gli ultimi a salutarsi con una bella pacca sulle spalle del francese al giovane collega, ancora una volta dunque all’insegna dell’amicizia.

Gabriele Bugada

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SAN PELLEGRINO TERME

maggio 27, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: il passaggio del gruppo maglia rosa sull’acciottolato di Bergamo Alta (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Capecchi, lacrime di gioia. Contador, rinviata udienza Tas (Gazzetta dello Sport)

Capecchi vince la 18ª tappa. Contador sempre in rosa (Corriere dello Sport-Stadio)

Capecchi wins three-way sprint(The Daily Telegraph)

La maîtrise de Capecchi (L’Equipe)

Eros Capecchi : “Elle est enfin arrivée” (Le Monde)

El TAS retrasa la vista y Contador podría ir al Tour – Gana Capecchi en un día tranquilo para Contador (AS)

El TAS pospone la vista del ‘Caso
Contador’ pero no da nueva fecha – Capecchi se bautiza en San Pellegrino (Marca)

El TAS aplaza la vista – Capecchi se lleva la decimoctava etapa en otro día tranquilo para Contador (El Mundo Deportivo)

Capecchi remporte la 18e étape (Le Soir)

Capecchi vainqueur de la 18e étape, Seeldrayers 3e(Sud Presse)

Capecchi vainqueur, Contador toujours leader (L’Avenir)

Seeldraeyers derde in spurt in Giro (De Standaard)

Seeldraeyers voulait se racheter (La Dernière Heure/Les Sports)

Seeldraeyers grijpt naast etappewinst (Het Nieuwsblad)

Capecchi wint, Giro gaat klimmen (De Telegraaf)

Contador’s CAS Hearing Delayed – Capecchi Wins Stage, Contador Keeps Lead in Giro(The New York Times)

Leader Alberto Contador cruises through Giro’s 18th stage (USA Today)

Contador drugs hearing delayed (Herald Sun)

CAS delay Contador hearing (The Age)

Contador drugs hearing delayed (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Anche oggi non succederà nulla tra i primi della classifica o ci proverà qualcuno tra Nibali e Scarponi?

Hotdogbr: oggi Visconti cercherà nuovamente di vincere la tappa e insieme a lui i bergamaschi Carrara e Pinotti mentre tra i big potrebbero attaccare uomini come Rodriguez e Arroyo e molto più difficilmente i primissimi, comunque il terreno per controllare la corsa c’è e mi viene in mente per primo Garzelli nel caso non riuscisse a entrare in fuga

Hotdogbr: non si è capito in questo Giro se la Saxo Bank è una squadra forte o no nel senso che non è mai stata costretta a lavorare sul serio tranne forse nei primi km della tappa di Castelfidardo

Ceemo: Bravi i bergamaschi, ma tappa insensata. Qui una tappa per velocisti ci sarebbe stata benissimo.

Howling Wolf14: Ceemo mi ha preceduto. Sono dello stesso parere. La tappa, tutto sommato, s’è poi rivelata abbastanza combattuta. Però sarebbe stato meglio sostituirla con una frazione per velocisti (è però anche vero che di velocisti non ce n’è più uno che possa rivendicare questo nome) o con una tappa ondulata, ricca di saliscendi, per spezzare la monotonia del gruppo.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Pinotti. Perfetto il progetto dell’ingegnere: andare in fuga con due avversari fermi in volata quanto lui. Solo che in gruppo ne era rimasto uno solo, fermo quanto lui…. Sverniciato.

Maglia rossa: Vegni. Il gruppo fa due ore ai 50 di media ed al direttore del giro si fonde la macchina. Imperturbabile, prende un elicottero ma prima dichiara che, evidentemente, l’alta velocità è dannosa. I NoTav apprezzano..

Maglia verde: Capecchi. Vince e si commuove come un tronista in disgrazia.
Nell’entusiasmo del successo ringrazia praticamente, uno per uno, tutti gli abbonati Rai ma poi, stuzzicato da Nibali, confessa pure di
aver gioito sul traguardo imitando un gesto di Cetto Laqualunque.
Si Si Ciao Capecchi Ciao……

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della Morbegno – San Pellegrino Terme

Bergamo: alternanza di piogge moderate (1,1 mm) e schiarite, 21,4°C (percepiti 23°C), venti deboli da E (2-4 Km/h), umidità al 80%
Saronno (Km 55,6): temporale con piogge abbondanti (2,1 mm), 19,4°C, venti moderati, umidità al 85%
Arona (Km 103,2): temporale con piogge moderate (1,7 mm), 18,9°C (percepiti 21°C), venti deboli da W (2-3 Km/h), umidità al 84%
Mottarone – GPM (Km 135,3): temporale con piogge moderate (1,7 mm), 12,9°C, venti deboli da SE (6 Km/h), umidità al 85%
Ornavasso – T.V. (Km 165): temporale con piogge moderate (0,9 mm) e schiarite, 17,9°C, venti moderati, umidità al 81%
Macugnaga: nuvole sparse con possibilità di isolati temporali e piovaschi (meno di 0,1 mm), 13°C, venti deboli da W (4-15 Km/h), umidità al 64%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Via di stamani” (partenza ore 13.30)
De Stefano: “E’ seguito con particolarmente attenzione”
Pancani: “Primo piano di Bergamo Alta, dove è posto il traguardo volante” (il primo piano era giusto…. ma il traguardo volante era giù in città bassa)
De Luca: “Il gruppo ha lasciato andare via la figa” (mo’ non prendeteci gusto)
Savoldelli: “Stanno cercando di rilanciare l’anatura”
Savoldelli: “I due inseguitari”
De Stefano: “Tragardo di San Pellegrino”
De Stefano: “Questa 17a frazione” (era la 18esima)
Martinello: “Il regulatur” (regolateur è francese… mica lombardo… in bocca ad un veneto)
TelevideoRAI: “Seeldrayers” (Seeldraeyers)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

OGGI LE DOLOMITI
Giunti ha colto sul traguardo di Vittorio Veneto il secondo successo nel “Giro”
Ripetuti scatti di Van Looy sono stati annullati da Pambianco e dal gruppo – La confusione creata da un passaggio a livello ha provocato poi la fuga decisiva di un gruppetto di 11 uomini battuti in volata a Vittorio Veneto da Giusti

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo
12a tappa Castelfidardo – Ravenna
13a tappa Spilimbergo – Grossglockner
14a tappa Lienz – Monte Zoncolan
15a tappa Conegliano – Gardeccia Val di Fassa
16a tappa Belluno – Nevegal
17a tappa Feltre – Tirano

GREIPEL, DALLA PAURA AL TRIONFO

maggio 27, 2011 by Redazione  
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Il tedesco dell’Omega Pharma rimane staccato dal gruppo dei migliori a 50 km dal traguardo ma riesce a rientrare, brucia in volata Van Hummel e Van Tomme e balza in testa alla generale davanti al compagno Gilbert. Fuori dai giochi Pozzato, Devolder e l’ex leader Westra

Foto copertina: sprint vincente per il tedesco Greipel (www.ispaphoto.com)

La prima tappa del Giro del Belgio, 162,5 km pianeggianti da Lochristi a Knokke-Heist, era sulla carta dai velocisti ma il fortissimo vento ha condizionato la corsa fin dalle prime battute. Dopo una prima ora corsa a velocità altissime ha finalmente preso il via la fuga di giornata con Hovelynck (Donckers Koffie), Van Vooren (Topsport Vlaanderen), Terweduwe (An Post-Sean Kelly), Meeusen (Telenet-Fidea) e Amorison (Landbouwkrediet) che hanno rapidamente guadagnato 6′ di margine ma altrettanto rapidamente li hanno persi quando il gruppo dopo una fase di rilassamento ha aumentato l’andatura andando a riprendere i fuggitivi a 58 km dalla conclusione.
Sotto l’impulso dell’Omega Pharma-Lotto di Gilbert, spesso in testa a tirare in prima persona, il plotone si è spezzato in quattro tronconi e ne hanno fatto le spese tra gli altri Pozzato (Katusha), Breschel e Mollema (Rabobank), Gasparotto (Astana), Kroon (BMC), Devolder e il leader Westra (Vacansoleil), che non sono più riusciti a rientrare e hanno accusato ritardi dagli 8 ai 15′ al traguardo; anche Boonen (Quickstep), Greipel (Omega Pharma) e Van Hummel (Skil-Shimano) sono rimasti staccati ma a 17 km dal traguardo sono riusciti a rientrare e in testa si è riformato un gruppo di 60 corridori.
Nel finale Van Avermaet (Omega Pharma) ha tentato ripetutamente di andarsene dapprima insieme al compagno Boucher, a Van Keirsbulck (Quickstep) e a Van Leijen (Vacansoleil) e in seguito insieme a Mouris (Vacansoleil) e Martias (Saur-Sojasun), ripresi a solo 1 km dal traguardo. Ai 300 metri in un finale in leggera salita Van Hummel ha lanciato lo sprint ma Greipel l’ha rimontato e preceduto di mezza bicicletta coronando il dominio della sua squadra durante tutta la giornata mentre Vantomme (Katusha) ha avuto la meglio su Boonen per il 3° posto. 5° è giunto Trusov (Katusha) davanti a Ligthart (Vacansoleil) e Davis (Astana) con Gilbert 11° e il nostro Proni (Acqua&Sapone) 12°; nel primo gruppo erano presenti tra gli altri anche Leukemans (Vacansoleil), Cornu (Topsport Vlaanderen), Burghardt (BMC) e Van Avermaet mentre con un ritardo di 7” sono giunti tra gli altri Langeveld (Rabobank) e Quinziato (BMC).
In classifica generale Greipel è il nuovo leader con 2” su Gilbert, 3” su Cornu, 8” su Wynants (Rabobank) e 10” su Boonen e Keukeleire (Cofidis). La seconda tappa, 187,8 km da Knokke-Heist a Ieper, presenta un lungo circuito finale di 50 km da ripetere due volte con i muri di Rodeberg, Monteberg e Kemmelberg e gli ultimi 20 km pianeggianti

Marco Salonna

BERGAMO – MACUGNAGA: AI PIEDI DEL ROSA DIPINTO DI ROSA (MA NON TUTTO POTREBBE ESSERE ROSA)

maggio 27, 2011 by Redazione  
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Ai piedi del Monte Rosa terminerà una tappa che potrebbe sorprendere qualche pretendente al successo finale al Giro. Siamo agli sgoccioli, sia per chilometraggio complessivo sia come energie residue, ma guai ad abbassare la guardia e a sottovalutare un arrivo in salita tenero nelle pendenze ma esigente per distanza e caratterizzato da alcuni passaggi particolarmente stretti e tortuosi. A questo punto del Giro basta una distrazione o una piccola défaillance per ritrovarsi sul groppone un distacco inatteso e che, per quest, fa ancor più male.

È una tappa che farebbe storcere il naso ad un cultore di ciclismo che sia anche appassionato di moda, questa Bergamo – Macugnaga. Rosa su rosa sono due colori che non coordinano, almeno al Giro, che l’ultima volta che ha cercato d’avvicinare il gigante alpino se ne è poi tornato a valle con le pive nel sacco e poca voglia di festeggiare. Motivo la facilità della strada che da Pont Saint Martin risaliva verso le pendici del Monte Rosa (era il Giro del 1995, tappa di Gressoney), poco incline alla selezione e molto simile nelle caratteristiche tecniche a quella che condurrà il gruppo a Macugnaga. Sbaglierà, però, chi penserà di sottostimare questo settimo arrivo in salita, perché se sulla strada ci si trovasse a fare i conti con avversarsi decisamente battaglieri, pronti a sfruttare i punti di forza di quest’asperità, allora se ne vedranno delle belle. Cosa che non capitò nel precedente valdostano, con l’agone doppiamente annichilito dallo strapotere della maglia rosa Rominger da una parte e dalla lotta intestina tra Berzin e Ugrumov dall’altra, con i due compagni di squadra – gli unici che avrebbero potuto mettere in crisi l’elvetico, che quel giorno soffrì terribilmente per problemi respiratori – che finirono per litigare nel finale della frazione di Gressoney.
Allora vediamoli questi “punti di forza” di Macugnaga, a partire dal chilometraggio, il più rilevante perché questa sarà la più lunga tra le 40 ascese previste dal Giro 2011, arrivando a rasentare i 30 Km, non pochi agli sgoccioli di un Giro lungo quasi 3500 Km. Sicuramente collaborerà a far selezione l’abbrivo, poiché le pendenze più elevate dell’ascesa ossolana s’incontreranno nei primi 3 Km, caratterizzati da una media del 7,8% e da un picco del 12%. Passato questo “incipit” la strada proporrà, terzo ed ultimo punto di forza, una continua alternanza tra tratti ampi e altri strettissimi, che s’incontreranno nell’attraverso dei centri abitati, passaggi che ben conoscono gli autisti dei pullman turistici, costretti a fare il “pelo” ai balconi delle case: affrontati in piena bagarre questi tratti particolari costringeranno il gruppo a mettersi in fila indiana e, sotto l’effetto delle pendenze e della fatica, qualche vagone – anche prestigioso – potrebbe staccarsi. Inoltre, bisognerà considerare che i “girini” si presenteranno ai piedi dell’ascesa finale con un GPM di 1a categoria nelle gambe, il Mottarone.
Questa giornata, la penultima che il Giro trascorrerà in montagna, si aprirà a Bergamo con un lungo preambolo pianeggiante. Nel tratto iniziale si costeggerà la cosiddetta “Isola”, triangolare porzione della pianura padana costretta tra i corsi dell’Adda e del Brembo e dominata a nord dal Monte Canto, isolato dal resto della catena alpina e ai cui piedi si trova Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni XXIII. Prima di lasciare la bergamasca ci sarà spazio per un simbolico abbraccio a tutte quelle zone d’Italia non toccate dal Giro del Centocinquantenario, quando la corsa rosa, giunta a Capriate San Gervasio, lambirà il parco Minitalia, nato nel 1970 su iniziativa di un imprenditore locale e nel quale si possano ammirare riproduzioni in miniatura dei principali monumenti della nostra nazione, realizzati in scala 1:50 utilizzando polistirolo e plexigas, mentre con cemento e resine viniliche s’innalzarono 30 montagne.
Varcato l’Adda, il gruppo entrerà nell’operosa Brianza, terra nella quale si suol dire che ogni casa è una bottega e le ore di lavoro non si contano. La vocazione industriale di questa plaga è testimoniata sin dall’ingresso in quest’area, quando si transiterà per Trezzo sull’Adda, dove si trova uno dei più mirabili esempi della cosiddetta “archeologia industriale”, la storica centrale idroelettrica Taccani, realizzata in stile liberty all’inizio del secolo scorso e tuttora in attività.
L’industrializzazione ha inevitabilmente modificato i connotati della pianura, qui come altrove, ma non ha cancellato le “mirabilia” di queste terre, come quelle che si possono ammirare nella non lontana Monza, che offre ai propri ospiti la pregiata bellezza del Duomo (ove è conservata la famosa Corona Ferrea) e la neoclassica villa concepita come “Arciducale” su richiesta di Maria Teresa d’Austria per il figlio, futuro governatore della Lombardia austrica, e divenuta “Reale” quando vi pose la propria dimora il vicerè del Regno d’Italia napoleonico, Eugenio di Beauharnais. Uno status poi confermato col passaggio di proprietà alla famiglia Savoia, che vi visse ore drammatiche la sera del 29 luglio 1900, quando in quelle stanze si spense re Umberto I, vittima d’un attentato perpetrato poco lontano, sul luogo dove oggi è stata innalzata una tetra cappella espiatoria. Il celebre parco che si estende dietro alla villa, uno dei più grandi d’Europa, dice che la Brianza non è solo industrie e monumenti ma anche l’azzurro dei laghi e tanto verde, quello delle campagne che per secoli furono l’unica fonte di reddito per queste popolazioni e quello delle aree protette. Di queste ultime nel solo territorio brianzolo se ne contano ben sei, tra i quali il Parco delle Groane, che il gruppo attraverserà viaggiando in direzione della “conurbazione dell’Olona”, spicchio di Lombardia ad altissima concentrazione industriale ed abitativa che, a cavallo dei confini tra le provincie di Milano e Varese, ha progressivamente saldato i centri di Legnano, Busto Arsizio e Castellanza (conosciuto in campo sportivo, non esclusivamente ciclistico, per la presenza del Mapei Sport Center). Anche qui la modernità non è riuscita a scalzare del tutto il verde (la “brughiera”) e il passato poiché questi centri presentano interessanti richiami artistici come i santuari di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio e della Madonna dei Miracoli a Saronno, una visita – quest’ultima – da accompagnare ad una degustazione del locale amaretto, liquore a base di mandorle che la tradizione vuole saldamente legato alla nascita artistica del santuario: si racconta, infatti, che fu preparato da una locandiera locale come ringraziamento verso Bernardino Luini, l’artista chiamato a realizzare alcuni affreschi nell’edificio sacro e che, colpito dalla bellezza della donna, decise di utilizzarla come modella per la Madonna che dipinse nell’Adorazione dei Magi.
Chi, invece, volesse scegliere una meta più defilata e tranquilla, lontana dal tran-tran, può deviare brevemente dal percorso della Bergamo – Macugnaga e, inoltrandosi nella brughiera, puntare sul centro di Arsago Seprio, dove si trova l’interessante complesso romanico costituito dalla Basilica di San Vittore e dal battistero, del IX secolo la prima, di duecento anni più tardo il secondo.
Ancora qualche chilometro sul suolo lombardo e poi, superato il corso del Ticino, si entrerà in Piemonte per il gran finale del Giro 2011, che avrà i suoi momenti più palpitanti domani, con la scalata al Colle delle Finestre. È, infatti, giunta l’ora della quotidiana razione di salite che incomincerà subito dopo aver lasciato Arona, quando ci si alzerà dalle rive del Verbano per affrontare l’ascesa verso il celebre Sancarlone (colossale statua bronzea riproducente le fattezze di San Carlo Borromeo) e la frazione di Dagnente, nel cui piccolo cimitero è sepolto il “patriotta ardente e intemerato” Felice Cavallotti e vi si trova anche la tomba di Mike Bongiorno, purtroppo tuttora ancora profanata. Corta e pedalabile (sono poco più di 4 Km al 4,2%), è la stessa salita che fu affrontata ai campionati del 1999 (vinti da Salvatore Commesso) e permetterà al gruppo di rimontare sul Vergante, la fascia collinare che si affaccia sul Lago Maggiore e che sarà attraversata con un tratto vallonato di una dozzina di chilometri, toccando anche il centro di Massino Visconti, paese originario del casato che governò Milano dal 1277 al 1447.
Procedendo a saliscendi si andrà, quindi, ad imboccare la salita del Mottarone, che sarà affrontata dal suo versante meno impegnativo, anche se più “nobile” rispetto a quello, più pendente, che si percorrerà scendendo. Infatti, nel tratto terminale si pedalerà sulla “Borromea”, strada a pedaggio aperta nel 1948 e di proprietà della storica famiglia piemontese, così come le isole che costituiscono il sottostante arcipelago delle Isole Borromee, tre vere e proprie “perle” incastonate nelle azzurre acque del Verbane: spettacolare, in modo particolare, è l’isola Bella, uno scoglio roccioso che il conte Carlo III Borromeo fece spianare e letteralmente trasfigurare mediante l’erezione di un enorme palazzo dedicato alla moglie Isabella (da qui “Bella”), cinto da magnifici giardini terrazzati nei quali dimorano piante provenenti da terre esotiche.
Torniamo “tra le nuvole” (ne sanno qualcosa Gilberto Simoni e i partecipanti al Giro del 2001), per parlare dell’ascesa che caratterizzerà i successivi 13,8 Km di gara, con la strada inclinata al 6,2%, due contropendenze e altrettanti picchi al 14%. Questo il menù che il programma del Giro riserverà ai corridori salendo fino a 1341 metri di quota, poco solo la vetta del monte che, nel 1935, vide l’effettuazione del primo slalom gigante della storia dello sci, gara inventata su due piedi dal commissario che presiedeva la prima gara internazionale di sci organizzata in Italia, la “Coppa d’oro del Duce”: a causa della scarsità di neve si modificò la prevista discesa libera disponendo dei passaggi obbligati con porte, con lo scopo di rallentare la discesa, e introducendo la doppia manche per ovviare alla brevità della pista, lunga appena un chilometro e mezzo.
Superata la cima di quest’ascesa molto cara a Vittorio Adorni – il vincitore del Giro del 1965 ne fece la meta di lunghissimi ed estenuanti allenamenti (lui era di Parma) per poter stare qualche ora assieme alla fidanzata, figlia dei proprietari dell’albergo sommitale – ci si tufferà nelle acque del Lago d’Orta, percorrendo poi un breve tratto sulle rive del Cusio, in direzione di Omegna, località turistica che per anni è stata considerata la capitale delle pentole a pressione, nonché la “culla” della moka, qui inventata nel 1933 dall’ingegner Alfonso Bialetti e realizzata in acciaio e bakelite.
Per una trentina di chilometri si tornerà poi a pedalare sul velluto, sino al momento di lasciare il fondovalle della Val d’Ossola e andare a corteggiare un monte che, per una giornata, sarà più rosa che mai.

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle del Faggio della Barchetta (1100m), Colle di Cortano (1052m). ValicatI dalla SP 41, la strada che sale da Armeno al Mottarone e che i corridori incontreranno, in quest’ordine, percorrendola in discesa verso Omegna.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la chiesa vecchia di Macugnaga www.bandierearancioni.it

Trezzo sull’Adda, Centrale Taccani (panoramio)

Trezzo sull’Adda, Centrale Taccani (panoramio)

Monza, Duomo (wikipedia)

Monza, Duomo (wikipedia)

Monza, Villa Reale (www.giuseppeborsoi.it)

Monza, Villa Reale (www.giuseppeborsoi.it)

Uno scorcio del Parco delle Groane (www.settemuse.it)

Uno scorcio del Parco delle Groane (www.settemuse.it)

Saronno, Santuario della Madonna dei Miracoli (panoramio)

Saronno, Santuario della Madonna dei Miracoli (panoramio)

Busto Arsizio, Santa Maria di Piazza (wikipedia)

Busto Arsizio, Santa Maria di Piazza (wikipedia)

ll complesso medioevale di Arsago Seprio (biciturista-giuseppe.blogspot.com)

ll complesso medioevale di Arsago Seprio (biciturista-giuseppe.blogspot.com)

Il Sancarlone di Arona (panoramio)

Il Sancarlone di Arona (panoramio)

Mottarone (matteoraimondi.altervista.org)

Mottarone (matteoraimondi.altervista.org)

Omegna (progetto-omegna.blogspot.com)

Omegna (progetto-omegna.blogspot.com)

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