ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ORVIETO

maggio 12, 2011
Categoria: Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: lo sterrato della tappa di Orvieto (foto Giuseppe De Socio)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Sudore, polvere, paura. Tutto rosa per Weening”(Gazzetta dello Sport)

Giro, altra brutta caduta. Di Luca: «Non è ciclismo» (Corriere dello Sport – Stadio)

Weening wins to take lead in Giro (The Independent)

UCI president Pat McQuaid to investigate technology following death of Wouter Weyland (The Daily Telegraph)

«Mon Giro est déjà réussi» (L’Equipe)

Coup double pour Weening 11/05 (Le Monde)

Contador: “Me dedico al ciclismo, no al ciclocross” (AS)

Weening gana la etapa del ’sterrato’ (Marca)

Weening (Rabobank) se impone en la quinta etapa y se sitúa nuevo líder (El Mundo Deportivo)

Pieter Weening endosse le maillot rose (Le Soir)

Coup double pour Pieter Weening sur le Tour d’Italie (Sud Presse)

Pieter Weening endosse le maillot rose (L’Avenir)

Weening bezorgt Nederland eerste Giro-rit in 12 jaar (De Standaard)

Coup double pour Weening(La Dernière Heure/Les Sports)

Nooit meer rugnummer ‘108′ in de Giro (Het Nieuwsblad)

Dubbelslag Weening (De Telegraaf)

Weening Leads Giro, Slagter Fractures Jaw (The New York Times)

Pieter Weening wins fifth stage to take Giro lead (USA Today)

Millar loses Giro lead to Weening (Herald Sun)

Weylandt’s devastated team pulls out of race(The Age)

Pieter Weening attacks to take stage and pink (The Australian)

Crashes mar return to racing (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Prima della corsa

Hotdogbr: non sarà una nuova Montalcino, ci sarà bel tempo e le salite sono meno dure, piuttosto negli ultimi 3 km inizieremo a capire chi sta bene e chi no come nel 2002 quando vinse Aitor Gonzalez su Casagrande e Simoni, peraltro l’arrivo è leggermente più duro di 9 anni fa

N@po: Però ci sono discese sterrate e 20km sterrati in due settori. 200 corridori si selezionano inevitabilmente su strade del genere. Metà degli scalatori oggi salteranno se i passisti decidono di fare la corsa vera.

Ceemo: Io mi aspetto una tappa avvicente, non come Montalcino ma sicuramente diversa dal solito.
Penso però che i favoriti non attaccheranno in prima persona.

Dopo la corsa

Mauro Facoltosi: Di Luca si è lamentato del percorso. Siete d’accordo?

Pedale Pazzo: Gran bel polverone.
Sinceramente non sono un fan di queste tappe in un grande giro, anche se ovviamente ne esce sempre una corsa movimentata.
Oggi a dire il vero non è successo un granchè, mi aspettavo una fuga ma non di certo solitaria del comunque coraggiosto Kholer. Il percorso non mi è sembrato particolarmente pericoloso, ha causato più problemi a moto e macchine che alle bici (qualche foratura a parte, ma neanche tante). Sullo strappetto finale verso Orvieto non ci si poteva aspettare nulla di più, 600 metri non bastano per fare la differenza anche se Scarponi ci ha provato.

Hotdogbr: è innegabile che il percorso fosse pericoloso al di là del fatto che la caduta di Slagter è avvenuta sull’asfalto, ed è per questa ragione che i vincitori morali della tappa sono Anton, Pozzovivo e Sastre che erano più a rischio di altri ma sono arrivati con i migliori o hanno limitato i danni, in particolare il basco ha dimostrato di essere qui per la classifica e non solo per le tappe, alla fin fine tutti i big erano davanti e hanno perso terreno solo Machado giunto a 3′03” e, se lo consideriamo tale, Rujano giunto a 5′16”. Weening non è una sorpresa, è arrivato 6° al Romandia ed è adatto a questi percorsi, va riconosciuto alla Rabobank che si presenta al Giro con squadre deboli ma ben preparate, vedi il successo di Menchov nel 2009 e i 4 uomini nei primi 24 della generale nel 2010. Bravissimo Gatto, unico dei non uomini di classifica a essere arrivato nel primo gruppo

Gnaldi: Mah, a mio parere è meno pericoloso lo sterrato che l’asfalto. Di Luca non mi piace particolarmente, men che meno quando tira acqua al suo mulino.

Howling Wolf14: A me Di Luca non è mai piaciuto, non mi è mai stato simpatico, ma quando qualcuno dice la verità non posso che essere con lui. Lo sterrato di oggi era un’esagerazione. Non è possibile inserire sterrati a iosa in una corsa a tappe. Chi fora deve perdere 2-3 minuti per ritrovare una ruota. Senza contare i rischi. Stanno bene gli sterrati in salita, ma in discesa sono una bestemmia.
Le corse su sterrato, o almeno con lunghi tronconi sterrati, vanno lasciati alle categorie cicloturistiche, dove non hai da guadagnare la pagnotta e puoi anche scendere a 30 all’ora, oppure devono essere rigorosamente in linea. In una corsa a tappe non vanno bene. Può esserci l’eccezione di un anno, o magari di un breve sterrato di pochi chilometri, ma non deve passare questa moda. Se si organizza la corsa “strade bianche” va benissimo, si invitano gli specialisti o comunque chi si appassiona a questo genere di corse e finisce lì. Se uno fora o cade ha perso soltanto quella giornata e… morta lì. Una corsa a tappe, invece, corre il rischio di essere falsata. Che sarebbe successo se oggi avesse forato Nibali oppure Contador oppure Menchov e non fosse riuscito a rientrare per aver dovuto aspettare 2 minuti l’ammiraglia. Non si può lasciare che una corsa a tappe venga decisa dal caso. Non è possibile che un corridore si prepari per un anno e che poi tutti i suoi sforzi vengano vanificati dalla ghiaia. Va bene lo spettacolo, ma la corsa non va falsata.
Bene una tappa con qualche tratto sterrato. Ma una. E lo sterrato non deve comprendere discese. Come quelle di oggi. Un cicloturista che trova uno sterrato in discesa tira i freni e scende a 20 all’ora, un professionista se vuol guadagnare qualcosa deve scendere a 60 all’ora. Vale la pena correre questi rischi e correre il rischio di falsare la classifica solo per vedere lo spettacolo della polvere? Vale la pena?

Howling Wolf14: Scusa Naldi, Di Luca non piace neanche a me. Però non capisco una cosa: qual è il mulino di Di Luca?

Gnaldi: Intendevo dire che vorrebbe le tappe come piacciono a lui…
Sono d’accordo solo in parte. Lasciando da parte il fatto che un gran numero di giri è stato corso su salite e strade sterrate, sono ancora convinto che si rischia meno su uno sterrato che sull’asfalto, non fosse per altro che necessariamente uno deve limitare la velocità.
Riguardo alle forature, beh, non vedo cosa ci sia di male se dovesse rimanere una componente di
imponderabilità nelle corse.

N@po: Straquoto e mi auguro di vedere sempre una tappa come questa fatta di vero ciclismo (cioè di corridori sparpagliati e di polvere) e certamente meno pericolosa (in relazione a rischi di incidenti gravi) delle tappe normali. Complimenti ai corridori (voto 10) che l’hanno interpretata con il giusto agonismo e a Zomegnan (voto 10 e lode) per averla inserita.

Paolo Vitale: Sarò anche polemico, ma guardando la tappa di oggi, mi è sembrato il minimo dar raggione alle dichiarazioni di Danilo Di Luca, loro sono ciclisti da strada e non vale la pena fargli correre rischi inutili solo per variare una tappa. Io sono contro lo sterrato sembrava una gara di MTB fatta con mezzi non idonei

N@po: I rischi oggi li han corsi sull’asfalto con 16 corridori caduti prima degli sterri, in una tranquilla fase di trasferimento, più uno nel finale causa impatto con massaggiatore. Sullo sterrato, proprio per la minore sicurezza, i corridori hanno aumentato il proprio margine di errore abbassando la velocità e le cadute sono state poche, malgrado un tratto in discesa decisamente estremo e la bagarre dovuta al finale di corsa.
Inoltre sullo sterrato la minore velocità e l’intrinseca scivolosità della superficie azzerano il rischio di ribaltamenti e quindi di cadute veramente pericolose.
Inoltre la velocità ridotta aumenta i margini di reazione dei corridori abituati a reagire su velocità maggiori (e quindi in spazi minori) con ulteriore riduzione del rischio di cadute non controllate.
E’ naturale che i corridori si sentano meno sicuri sullo sterrato (non lo praticano normalmente e l’effetto di assenza di grip non è piacevole) e che percepiscano un maggiore rischio dovuto ad una sensazione di minor equilibrio, ma appunto, il loro timore e la forzata velocità ridotta fanno dello sterrato un fondo decisamente meno pericoloso dell’asfalto.
E le due tappe con sterrato degli ultimi due giri sono li’ a dimostrarlo statisticamente senza possibilità di discussione (tante cadute su asfalto poche sullo sterrato in entrambi i casi).

Salitepuntocià: Hai ragione, io l’ho già scritto sulla Roubaix questo concetto. Il pavè e lo sterrato son ALTRE SPECIALITA’ DEL CICLISMO, piu parenti colla MTB, o IL CICLOCROSS , non vanno inserite nelle gare a TAPPE di ciclismo su strada. Hai ragione a dire che si puo fare la strade bianche, corsa di un giorno, cosi come la roubaix, appunto per specialisti, ma non devono essere inseriti in un G T
Di questo passo magari il prossimo anno faranno al posto de prologo, un AMERICANA SU PISTA DI 50KM con 200 in pista…

Howling Wolf14: Io penso, anzi spero che sia una moda. Lasciamo questa sbornia, poi credo che nel giro di qualche anno le cose torneranno alla normalità. Forse non sono stato abbastanza chiaro, o magari non ho trascritto correttamente il mio pensiero, ma al di là dei rischi che possono esserci stati la cosa che più m’infastidisce è che qualcuno corra il pericolo di buttar via una corsa solo perché non può usufruire di un tempestivo cambio di ruota. Non è giusto, secondo me, creare le condizioni affinché la componente della fortuna diventi preponderante, o addirittura decisiva, rispetto a quella tecnica. In nome di che cosa? Di qualche chilo di polvere? Non ci potrebbe bastare quello della “Strade bianche”? Vogliamo che da oggi in poi tutte le corse professionistiche si svolgano in parte su sterrato? Non so, chiedo, tanto per aver chiara la situazione?

N@po:
Il cambioruota si può fare in moto, tipo Zoncolan, senza nessun problema. Lo sterrato è un fattore tecnico della corsa come le salite, le discese, gli asfalti sciolti dei pirenei, il pavè e quantaltro. Sterrato che risulta essere meno pericoloso dell’asfalto e che esalta lo spettacolo sia dal punto di vista tecnico (in quanto rallentando la velocità, e con la polvere, si riduce l’effetto scia e si crea la selezione per chi resta intruppato nel gruppo) con lo sparpaglio classico dei corridori su questi tratti, sia da quello paesaggistico\televisivo che risulta essere enormemente superiore.
Una volta evitate discese esagerate (che richiedono\richiederebbero un allenamento specifico che molti colpevolmente non hanno) lo sterrato non mi pare che abbia controindicazioni anzi: E’ CERTAMENTE MOOOLTO più sicuro di una discesa tecnica di un normale tour o giro.

Jack.ciclista: Un grande giro deve avere difficoltà di tutti i tipi, qui mi trovi d’accordo, l’importante è non esagerare ma bilanciale in manera del peso che possono avere sulla corsa.
Quanto alla discesa su sterrato, quelle che ho fatto all’Eroica ti garantisco che mi hanno impegnato parecchio! Fatte con una mtb o anche con una city bike sarebbero state normali, ma la bici da corsa, pur con ruote da 25, ti garantisco che a velocità appena sostenuta va dove vuole lei.

Patavium82: Ieri sentivo qualcuno al Processo dire: “Le discese sterrate risultavano pericolose anche perchè molti avevano le ruote ad alto profilo perchè sarebbe stato troppo svantaggioso usare ruote diverse nella parte di percorso precedente”.

Ma benedetto ragazzo, va bene tutto, ma davvero per percorrere un centinaio di km di pianura-vallonato, quasi sempre coperto o a ruota, hai bisogno assoluto dell’alto profilo in carbonio ultrarigido? Ecco, io credo che i corridori abbiano preso sottogamba la tappa di ieri anche da questo punto di vista.
Sono d’accordo, comunque, nel limitare lo sterrato per quanto possibile a tratti di salita e pianura, evitando discese impegnative.

N@po: Infatti io eviterei discese pronunciate. Il mio raffronto è tra lo sterrato in pianura o al più leggera discesa e le normali discese su asfalto. Il rischio di una normale discesa su asfalto è molto maggiore di un tratto sterrato pianeggiante. Quindi o si discutono le discese, oppure si evita di veicolare l’idea generica dello sterrato pericoloso.

Howling Wolf14: Secondo me, le questione tecniche vanno valutate e decise in maniera estremamente razionale, dopo lunghe riflessioni, rodaggi. E bisogna porsi anche un quesito sulle finalità che ci si pone. La valutazioni sulla spettacolarità sono sempre emotive e poco approfondite. E, in ogni caso, la spettacolarità non deve mai andare a inficiare con l’aspetto tecnico.
Gli eccessi a me non sono mai piaciuti. Secondo me la tappa su sterrato dello scorso anno è stata bellissima. Ma è stata bellissima perché era un’una tantum.
Se lo scopo finale è fare in modo che si creino distacchi di altri tempi allora credo che basterebbe essere più decisi e meno ipocriti e fare un ritorno al passato completo, integrale, se si vuole riassaporare il gusto dell’epopea del ciclismo. Niente cambio di bicicletta con i gregari, niente ammiraglie, niente cambio-ruote, ciclisti con la pompa e con i tubolari sulle spalle. Se proprio dobbiamo lasciare le cose al caso, non ci resta che tornare al passato più pieno. Sennò facciamo le cose a metà. Perché no, allora?

Gibosimoni: A mio parere ha ragione Nibali: lo sterrato era rischioso e difficile, ma le tappe sono state create ormai mesi fa, il tempo per le revisioni c’era. Se uno sceglie di fare il ciclista e di correre un giro, deve mettere in conto anche questo.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Di Luca arriva attardato e senza sella e si lamenta di
brutto. Informato del fatto, il “Salbaneo” replica: “non potevo mica aspettarlo!”

Maglia rossa: Millar e Vicioso: incontri ravvicinati di un certo tipo… meglio evitarli…..

Maglia verde: sterri, polvere, ghiaia, forature e fossati (che spettacolo! Zomegnan voto 10) e dunque ti aspetti i passistoni ed invece guardi l’ordine di arrivo ed ecco secondo Duarte e terzo Serpa… que viva Colombia!!!

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Orvieto – Fiuggi

Orvieto: cielo sereno, 23,4°C (percepiti 25°C causa vento), venti deboli da NNE (5 Km/h), umidità al 39%
Soriano nel Cimino – GPM (Km 41,7): cielo sereno, 24,5°C (percepiti 26°C causa vento), venti deboli da N (5 Km/h), umidità al 35%
Fiano Romano – rifornimento (Km 96,5): cielo sereno, 26,8°C (percepiti 29°C causa vento), venti deboli da WSW (8 Km/h), umidità al 33%
Cave – T.V. (Km 159,8): poco nuvoloso, 23,7°C (percepiti 25°C causa vento), venti moderati da W (10-15 Km/h), umidità al 40%
Fiuggi: poco nuvoloso, 21,5°C, venti moderati da NW (12 – 13 Km/h), umidità al 40%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Gli strafalcioni di lunedì (prima della caduta)

Bartoletti: “Tifosi estemporaneizzati dal bianco e nero”
Martinello: “Alla fine della discesa mancano 13 Km all’arrivo” (erano sul Bocco, ne mancavano quasi 25)
Frase sentita al TG che interrompe la diretta: “matematicamente per assurdo”
De Stefano: “Torniamo da Rapallo” (dove stai andando Alessandra?)
Pancani: “Ricci Bicci” (Ricci Bitti)
Savoldelli: “Ricci Britti” (sto povero ragazzo comincia a soffrire di crisi d’identità)
Savoldelli: “A detto del suo direttore sportivo”
Savoldelli: “Corre in biciclette” (quattro gambe?)
Pancani: “Via di stamani a Reggio Emilia” (partivano alle 12.55)
De Luca: “Dall’Antona” (Dall’Antonia)
Piacente: “Ce l’abbiamo messa tetta
Pancani, dando la linea a De Luca: “Vai, Luca”
Televideo RAI: Declercq (De Clercq), Angel Arcos Viciosos (Viciosos Arcos), Javier Moreno Bazan (Daniel Moreno Fernandez), Davide Vigano (Viganò), Mickael Cherel (Mikael)

Gli strafalcioni di oggi

Savoldelli: “La saliva di Saragiolo”
De Luca: “Abrasioni sulla gamba destra, il lato con cui ha battuto la gamba sull’asfalto” (lato di cosa?)
Pancani: “Premazioni”
Savoldelli: “Siamo nel caos dietro al gruppo” (come ci sei entrato?)
Cassani: “Grandi capacità di guide”
Pancani, a proposito della tappa di Montalcino 2010: “Quella che l’anno scorso era sta presentata come una novità” (e il Finestre, il Catria e le due cronoscalate al Plan dove le metti?)
De Luca: “Le prime salite che portano allo sterrato” (ce ne era una sola)
Pancani: “Dario Cataldi” (Cataldo)
Pancani: “Due uomini che vedete adesso inquadrato”
De Stefano: “Pietro Plastina del mondo di web” (il Mondo di Web, nuova testata di informatica applicata al ciclismo?)
Televideo: “Peter Weening” (Pieter), “Joaquin Rodríguez” (Joaquim), “Kruijwijk” (Kruijswijk).

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibili selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

A PALERMO VINCE PROST
Riprende il dominio straniero nel “Giro d’Italia”
La lunga, vittoriosa fuga dei sette (tra i quali tre uomini di Van Looy) – Poblet ha superato una crisi – Un’attacco di Battistini sventato – Oggi riposo

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno

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