VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: VALLS – IGUALADA
agosto 31, 2019 by Redazione
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Salutata la Comunità Valenciana la Vuelta si sposta in Catalogna per una tappa di trasferimento che traghetterà il gruppo verso il “tappone” pirenaico andorrano. Non si tratterà, però, di una frazione per velocisti perché, dopo una prima parte di gara priva di difficoltà (anche se non del tutto pianeggiante), a 35 Km dall’arrivo si dovrà affrontare una salita di seconda categoria che tarperà le ali agli sprinter pur non presentando pendenze particolarmente estreme. Si tratta del Puerto de Montserrat, ascesa di 7 Km e mezzo al 6.6% che si snoda nel massicio dove si annida il celebre e omonimo monastero e che non sarà immediatamente seguita dalla discesa perché, una volta raggiuntone lo scollinamento, si dovrà percorrere un tratto in quota lungo quasi quanto la precedente ascesa. Terminata la discesa, se qualche velocista fosse riuscito a tenere dovrà poi vedersela con la dolce salitella che coincide con il chilometro conclusivo. In soldoni, un’altra succulenta occasione per i fugaioli, i quali dovranno poi rinfoderare le armi nelle due successive frazioni, destinate a ben altri ed alti pretendenti.
METEO VUELTA
Valls: sole e caldo, 31.9°C, vento debole da S (8 Km/h), umidità al 37%
Sarral (Km 33.3): sole e caldo, 33.2°C, vento moderato da S (10 Km/h), umidità al 30%
Sant Joan de Vilatorrada (traguardo volante – Km 112.1): sole e caldo, 34.7°C, vento moderato da SSE (14-15 Km/h), umidità al 30%
Igualada : sole e caldo, 33.6°C, vento moderato da S (18-21 Km/h), umidità al 30%
UN PO’ DI STORIA
Capoluogo della comarca dell’Alto Campo e città natale dell’indimenticato Xavier Tondo (corridore professionista tragicamente scomparso per un incidente domestico nel 2011), Valls debutta alla Vuelta dopo esser stata in alcune occasione sede d’arrivo al Giro della Catalogna (l’ultima volta, nel 2008, s’impose proprio colui che ieri s’è imposto sul Mas de la Costa, Alejandro Valverde).
Igualada, che invece è capoluogo della comarca dell’Anoia, un precedente ce l’ha, risalente all’edizione del 1970 quando vi terminò la nona tappa, partita da Barcellona e vinta da un altro corridore spagnolo, Agustín Tamames.
Mauro Facoltosi

Il monastero di Montserrat e, in trasparenza, l'altimetria dell'ottava tappa della Vuelta 2019 (www.spagna.info)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: ONDA – MAS DE LA COSTA
agosto 30, 2019 by Redazione
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Terzo arrivo in quota per la Vuelta e stavolta si tratta del più ripido dell’edizione 2019, anche se più che di salita vera e propria si deve parlare di muro nel caso di Mas de la Costa, 4 Km pavimentati in cemento che salgono sino a 985 metri di quota incontrando pendenze costantemente in doppia cifra. L’inclinazione media si attesta poco sopra il 12%, la massima ha la forma di un picco al 22% che viene raggiunto sul rettilineo d’arrivo mentre la porzione d’ascesa complessivamente più aspra è rappresentata dal secondo chilometro, nel quale la pendenza media risulta del 13.6%. Nonostante la brevità dello sforzo, sarà un finale in grado di solleticare a puntino le corde degli scalatori, come testimonia l’affermazione di Nairo Quintana in cima a quest’asperità nella frazione regina della Vuelta Valenciana del 2017, tappa che vide il corridore colombiano conquistare la maglia di leader. Non sarà l’unica difficoltà di gara perché in precedenza dovranno essere superati altri quattro Gran Premi della Montagna ma, come successo nella tappa di Javalambre, verosimilmente i corridori che puntano al successo finale attenderanno il muro conclusivo per i loro attacchi. Per quanto riguarda la vittoria di tappa non va quindi esclusa la probabilità che anche in questa frazione riesca ad andare in porto la fuga di giornata, iniziata nel lungo tratto pianeggiante che caratterizza i primi 75 Km per poi selezionarsi sulle ascese che costellano gli ultimi 110 Km.
METEO VUELTA
Onda : cielo sereno, 29.8°C, vento debole da SE (5 Km/h), umidità al 39%
Benicasim (Km 33.7): cielo sereno, 28.1°C (percepiti 31°C), vento debole da SSE (8 Km/h), umidità al 67%
Burriana (Km 66): cielo sereno, 28.6°C (percepiti 31°C), vento debole da SSE (8-10 Km/h), umidità al 65%
Onda (traguardo volante (Km 130) : sole e caldo, 32.1°C, vento moderato da ESE (11-12 Km/h), umidità al 33%
Mas de la Costa* : sole e caldo, 32°C, vento moderato da SE (11 Km/h), umidità al 32%
* previsioni relative al centro di Llucena (555 metri), a 9 Km dall’arrivo, attraversata la quale ha inizio la salita finale (traguardo a quota 985)
UN PO’ DI STORIA
Onda, centro della Comunidad Valenciana noto per la produzione di “taulells” (ceramiche tipiche), ospiterà per la prima volta la Vuelta mentre salirà a quota due Mas de la Costa, frazione del comune di Valderrobres. Oltre alla citata tappa della Vuelta Valenciana del 2017 c’è, infatti, un precedente anche al Giro di Spagna, che porta la data del 7 settembre 2016, giorno nel quale il tremendo muro finale fu affrontato per la prima volta nella storia in una competizione ciclistica. A conquistare il successo in quell’occasione fu l’elvetico Mathias Frank mentre Quintana, ancora lui, non ebbe problemi a conservare la maglia rossa, forte del vantaggio di quasi 3 minuti e mezzo che aveva alla partenza su Chris Froome.
Mauro Facoltosi

La ripida salita verso Mas de la Costa e, in trasparenza, l'altimetria della settima tappa della Vuelta 2019 (www.eltiodelmazo.com)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: MORA DE RUBIELOS – ARES DEL MAESTRAT
agosto 29, 2019 by Redazione
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Un altro arrivo in salita all’orizzonte della Vuelta. Stavolta si tratterà di un finale di gara nettamente molto meno impegnativo rispetto a quello visto salendo verso l’Osservatorio di Javalambre ed anche al confronto di quello durissimo di Mas de la Costa, in programma nella giornata di venerdì. Gli 8 Km al 5% verso il traguardo di Ares del Maestrat non si annunciano, infatti, particolarmente trascendentali e non dovrebbero per questo motivo ispirare particolarmente gli uomini di classifica, che al massimo potrebbero darsi battaglia negli ultimi 2000 metri, allo scopo di riuscire a guadagnare qualche manciata di secondi e di recuperare, per chi deve farlo, il terreno perduto ieri. Tutto questo dovrebbe tornare nuovamente a vantaggio dei protagonisti della fuga di giornata, che anche domani avrà tantissime chanches d’arrivare fino al traguardo. Chi vorrà provarci avrà a disposizione due ideali trampolini di lancio subito dopo la partenza, sotto la forma dei due Gran Premi della Montagna del Puerto de Nogueruelas (2a categoria) e del Puerto de Linares (3a categoria), che s’incontranno il primo a 21 km dal via e il secondo una quindicina di chilometri più avanti. Seguiranno oltre 130 Km di un percorso altimetricamente quasi del tutto “brullo” che terminerà ai piedi delle ultime due ascese sulle quali si deciderà la corsa in seno al gruppetto all’attacco, i pedalabili “puerti” di Culla e Ares del Maestrat.
METEO VUELTA
Mora de Rubielos: poco nuvoloso, 25.3°C, vento debole da SSW (3 Km/h), umidità al 46%
Villafranca del Cid (Km 75): poco nuvoloso, 27.5°C, vento debole da SSE (6 Km/h), umidità al 36%
Ares del Maestrat : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 27.9°C, vento moderato da SSE (10 Km/h), umidità al 36%
UN PO’ DI STORIA
Il piccolo comune aragonese di Mora de Rubielos è al debutto alla Vuelta così come la sede d’arrivo, lo spettacolare borgo di Ares del Maestrat, soli 235 abitati che vivono arroccati a quasi 1200 metri d’altezza, ai piedi dei suggestivi ruderi di un castello templare. È un’ambientazione che ricorda in parte quella della non lontana Morella, dove la Vuelta ha fatto scalo in due occasioni, caratterizzate dalle affermazioni dello spagnolo Roberto Heras nel 2000 e del russo Denis Menchov nel 2004.
Mauro Facoltosi

Suggestivo scorcio di Ares del Maestrat e, in trasparenza, l'altimetria della sesta tappa della Vuelta 2019 (@ Julio Armelles)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: L’ELIANA – OBSERVATORIO ASTROFÍSICO DE JAVALAMBRE
agosto 28, 2019 by Redazione
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La carovana della Vuelta lascia temporaneamente il territorio della Comunidad Valenciana, terreno di gara delle prima sette frazioni, per spostarsi nella vicina Aragona, dove andrà in scena il primo degli otto arrivi in saliti previsti quest’anno. Prima d’affrontare l’inedita arrampicata finale si dovranno superare strada facendo altri due Gran Premi della Montagna, il Puerto de Alcublas di 2a categoria e l’Alto Fuente de Rubielos di 3a categoria, entrambi distanti dal finale e dunque assolutamente secondari nell’economia della corsa, che si accenderà negli 11 Km conclusivi che si arrampicano al 7.8% sino a 1950 metri di quota. Le pendenze più interessanti s’incontreranno nella parte terminale della scalata, attestandosi al 9.6% la media negli ultimi 5000 metri, mentre il picco massimo del 15% sarà raggiunto nella prima parte della scalata. Dopo le prime avvisaglie di battaglia tra i big avvertite nella tappa di Calpe si attende un’altra giornata ad alto tasso agonistico.
METEO VUELTA
L’Eliana: cielo sereno, 28.4°C, vento debole da ESE (5 Km/h), umidità al 51%
Rubielos de Mora (Km 104.6): nubi sparse, 26.9°C, vento debole da SE (7 Km/h), umidità al 37%
Observatorio Astrofísico de Javalambre : cielo coperto, 19.2°C, vento debole da NW (6-8 Km/h), umidità al 38%
UN PO’ DI STORIA
L’Eliana, centro situato una ventina di chilometri a nordovest di Valencia, entrerà quest’anno a far parte della “nomenclatura” della Vuelta. Circa equidistanti da L’Eliana si trovano due comuni che sono già stati sedi di partenza in passato: da Llíria nel 2017 è scattata la 7a tappa della Vuelta, terminata a Cuenca con il successo dello sloveno Matej Mohorič; Paterna, invece, da tre anni è sede d’avvio della frazione conclusiva della Vuelta Valenciana, la cui edizione 2019 è stata conquistata dallo spagnolo Jon Izagirre.
L’osservatorio astrofisico di Javalambre è stato fondato nel 2013 sul Pico del Buitre, una delle elevazioni della Sierra de Javalambre, in territorio municipale di Arcos de las Salinas. Si tratta di uno dei traguardi inediti della Vuelta 2019, mai proposto prima in nessun’altra competizione. Sarà, invece, il quarto arrivo nella storia della corsa iberica a essere aggiudicato nei pressi di un osservatorio: nei precedenti si era sempre arrivati presso quello del Calar Alto in Andalusia, dove si sono imposti Roberto Heras nel 2004, Igor Antón nel 2006 e Miguel Ángel López nel 2017.
Mauro Facoltosi

L'osservatorio costruito nel 2013 su un'altura della Sierra de Javalambre e, in trasparenza, l'altimetria della quinta tappa della Vuelta 2019 (oajweb.cefca.es)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: CULLERA – EL PUIG
agosto 27, 2019 by Redazione
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La seconda tappa disegnata a favore dei velocisti è, sulla carta, più semplice di quella affrontata tra Ibi e Alicante sia per il chilometraggio leggermente più breve, sia per la presenza di una sola difficoltà altimetrica, il pedalabile Puerto del Oronet (5.8 Km al 4.5%), da superare a 46 Km dall’arrivo, preceduta e seguita da strada pianeggiante. I problemi non mancheranno comunque perché le previsioni meteo annunciano una giornata pesante a causa della pioggia che accompagnerà l’intero decorso della tappa e che dovrebbe rivelarsi particolarmente intensa durante le prime due ore di gara, quando i corridori potrebbero incontrare anche la grandine. Le condizioni climatiche si annunciano in progressivo miglioramento nel finale di gara, anche se la pioggia potrebbe continuare a cadere pure in quelle fasi, che fortunatamente non dovrebbero essere particolarmente infastidite dal vento, nonostante il tratto conclusivo si snodi in prossimità della costa mediterranea. Il rischio d’incappare in ventagli è, dunque, scongiurato ma bisognerà comunque tenere gli occhi ben aperti a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia, soprattutto quando si corre in zone costiere, dove le strade sono talvolta rese naturalmente scivolose dalla salsedine.
METEO VUELTA
Cullera : temporale con piogge consistenti (1.6 mm), 25.1°C (percepiti 27°C), vento moderato da NNE (10-12 Km/h), umidità al 76%, alta possibilità di grandinate (70%)
Almussafes (Km 35.6): temporale con piogge consistenti e schiarite (1.2 mm), 25.1°C (percepiti 27°C), vento moderato da NE (12-13 Km/h), umidità al 76%, alta possibilità di grandinate (65%)
Cheste (Km 82.6): temporale con piogge modeste e schiarite (0.2 mm), 23.8°C, vento moderato da ESE (11 Km/h), umidità al 65%
Náquera (Traguardo volante – Km 122.3): nubi sparse con possibilità di deboli precipitazioni, 25.7°C (percepiti 27°C), vento moderato da ENE (13 Km/h), umidità al 69%
El Puig: temporale con piogge consistenti e schiarite (1.4 mm), 25.2°C (percepiti 27°C), vento moderato da ENE (13 Km/h), umidità al 73%
UN PO’ DI STORIA
Il centro di Cullera, comune della Comunidad Valenciana, vanta un solo precedente alla massima corsa a tappe spagnola, quando ospitò l’arrivo della seconda frazione dell’edizione del 1980, conquista dall’irlandese Sean Kelly, che precedette allo sprint l’italiano Giuseppe Martinelli, oggi direttore sportivo all’Astana.
Non ha mai ospitato la Vuelta la località di El Puig, sede del monastero di Santa María del Puig, fondato nel 1240 dal re di Aragona Giacomo I “Il Conquistatore” e accanto al quale si concluderà la quarta frazione della corsa spagnola. Il centro più vicino a El Puig ad aver accolto un arrivo è Sagunto, dove la Vuelta ha collocato un traguardo nel 1965 e nel 2017, quando s’imposero il francese Jean-Claude Wuillemin e il polacco Tomasz Marczyński.
Mauro Facoltosi

Il monastero di Santa María del Puig e, in trasparenza, l'altimetria della quarta tappa della Vuelta 2019 (www.escursioniavalencia.com)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: IBI – ALICANTE
agosto 26, 2019 by Redazione
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È la prima delle sei tappe destinate ai velocisti, che quest’anno sono state distribuite in una maniera un po’ insolita nel percorso di gara. Dopo le prime due frazioni inserite all’inizio della prima settimana di gara bisognerà attendere la settimana centrale della Vuelta per vedere l’effettuazione della successiva mentre le ultime tre s’incontreranno nel finale di corsa, a ridosso della conclusione madrilena e alternate alle ultime tappe di montagna. I 188 Km che si dovranno percorrere tra Ibi e Alicante non saranno totalmente pianeggianti, anche perché la tappa si snoderà prevalentemente nell’entroterra, ma le due salite principali che si andranno ad affrontare, entrambe valide come GPM di 3a categoria, non sono di quelle che tolgono il sonno ai velocisti. Poco meno di 3 Km al 4.8% propone il Puerto de Biar mentre sfiora i 7 Km di lunghezza il Puerto de Tibi, dalla cui cima mancheranno poco meno di 40 Km al traguardo. Più interessante potrebbe rivelarsi, una quindicina di chilometri dopo l’ultimo traguardo della montagna, il pedalabile strappetto che precede di circa un chilometro il passaggio sotto lo striscione del traguardo volante di Bussot: i secondi d’abbuono in palio potrebbero far gola a qualche corridore e far scatenare una certa bagarre su quello strappo, col risultato di affaticare qualche velocista e fargli sprecare energie che poi gli saranno utili al momento dello sprint sul lungomare di Alicante.
METEO VUELTA
Ibi: cielo sereno, 27.1°C (percepiti 29°C), vento moderato da E (21-23 Km/h), umidità al 62%
Novelda (Km 47.1): poco nuvoloso, 30.5°C, vento moderato da ESE (23-27 Km/h), umidità al 43%
Puerto de Biar (GPM – Km 116): poco nuvoloso, 27.7°C, vento moderato da ESE (18-22 Km/h), umidità al 39%
Alicante: poco nuvoloso, 29.9°C (percepiti 31°C), vento moderato da E (24-31 Km/h), umidità al 51%
UN PO’ DI STORIA
Ibi, comune della Comunidad Valenciana noto con il soprannome di “Città del Giocattolo” (è presente un museo appositamente dedicato), ospiterà per la prima volta la Vuelta, che ha spesso fatto tappa nei pressi di questa cittadina: nella vicina Alcoy si è arrivati 4 volte (nel 2002 si impose Danilo Di Luca) mentre in sei occasioni l’arrivo era posto nella non distante località di Xorret de Catì, percorsa una ripida ascesa che nel 2017 fu domata da Julian Alaphilippe.
Capoluogo dell’omonima provincia, sempre nella Comunidad Valenciana, Alicante quest’anno accoglierà un arrivo della Vuelta per la sesta volta, una serie inaugurata nel 1936 – anno della seconda edizione della corsa iberica – dallo spagnolo Mariano Cañardo. In seguito hanno qui lasciato la loro “firma” l’italiano di natali nizzardi Roberto Vercellone nel 1948, Miguel Poblet nel 1956, Gabriel Mas nel 1959 e l’italiano Simone Biasci nel 1994.
Mauro Facoltosi

Il porto di Alicante e, in trasparenza, l'altimetria della terza tappa della Vuelta 2019 (www.10cose.it)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: BENIDORM – CALPE
agosto 25, 2019 by Redazione
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La prima tappa in linea della Vuelta 2019 non proporrà subito un arrivo in salita, come invece era successo lo scorso anno con l’approdo al Caminito del Rey, ma non sarà meno interessante di quella frazione, nella quale si era imposto il futuro campione del mondo Alejandro Valverde. Quando mancheranno 28 Km al traguardo bisognerà, infatti, fare i conti con un’ascesa dotata di pendenze particolarmente velenose, il Puig Llorença, 3 Km al 9,5% che metteranno subito alla frusta i pretendenti al successo finale e che potrebbero cogliere di sorpresa chi si fosse presentato ai nastri di partenza della corsa spagnola con una condizione non ottimale, anche se di “sorpresa” non si tratta perché proprio in vetta a questa ripida ascesa si sono concluse due tappe della Vuelta nel recente passato, la prima vinta da Tom Dumoulin nel 2015 e la seconda da Chris Froome nel 2017. I rimanenti 25 Km privi di difficoltà potrebbero consentire a qualcuno dei corridori “respinti” di rientrare, anche se non sarà un esercizio semplice da mettere in pratica perché il finale di gara non sarà comunque piatto e sicuramente tagliati fuori dai giochi per il successo di tappa saranno quasi tutti i velocisti. In soldoni sul rettilineo d’arrivo dovrebbe comunque un gruppo ristretto a un’ottantina di unità e potrebbe cambiare il detentore della “maglia roja” di leader della classifica generale
METEO VUELTA
Benidorm : cielo sereno, 28.1°C (percepiti 31°C), vento moderato da ENE (13-14 Km/h), umidità al 65%
Alcoi (Km 54.9): cielo sereno, 27.4°C (percepiti 29°C), vento moderato da E (14-17 Km/h), umidità al 59%
Calpe – 1° passaggio (Km 156): cielo sereno, 29.1°C (percepiti 31°C), vento moderato da E (16-17 Km/h), umidità al 57%
Calpe – arrivo ): cielo sereno, 28.9°C (percepiti 31°C), vento moderato da E (16 Km/h), umidità al 55%
UN PO’ DI STORIA
Benidorm, la più rinomata stazione balneare della “Costa Blanca” (Comunidad Valenciana), conosciuta con il soprannome di “New York del Mediterraneo” per l’elevato numero di grattacieli, è anche molto nota agli appassionati di ciclismo per aver ospitato i mondiali nel 1992, nei quali Gianni Bugno bissò il successo dell’anno precedente a Stoccarda. Quanto alla Vuelta qui è stata di casa in 19 occasioni e in tre casi (1964, 1987 e 2011) si è trattato del “Grand Départ”: il primo a imporsi su questo traguardo è stato il belga René Van Meenen nel 1961, l’ultima la Leopard-Trek nella cronosquadre che aprì la Vuelta nel 2011. Unico italiano a fare suo il traguardo di Benidorm è stato Marino Basso nel 1975.
Calpe, altra frequentata località turistica della “Costa Blanca” (oltre la metà dei suoi abitanti ha natali stranieri), è alla sua quinta presenza sul percorso della Vuelta come arrivo di tappa, dopo aver accolto traguardi della corsa iberica nel 1970 (Luis Pedro Santamarina), nel 1971 (Eddy Peelman), nel 1973 e nel 2016: in entrambe queste ultime occasioni si trattò di tappe a cronometro rispettivamente conquistate da Eddy Merckx (cronoprologo) e da Chris Froome.
Mauro Facoltosi

Vista panoramica su Calpe dalla cima del Puig Llorença e, in trasparenza, l'altimetria della seconda tappa della Vuelta 2019 (www.porahinoes.es)
VUELTA 2019 – LA ETAPA DEL DÍA: SALINAS DE TORREVIEJA – TORREVIEJA
agosto 24, 2019 by Redazione
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Dopo Giro e Tour arriva il momento della Vuelta a España, la cui 74a edizione scatterà con una cronometro a squadre non eccessivamente lunga da percorrere sulle filanti strade di Torrevieja, dove il via sarà dato nello spettacolare scenario rosa delle sue saline mentre la conclusione della prova, 13.4 Km più avanti, avverrà presso il porto della località balneare spagnola. Insidie altimetriche non se ne incontreranno, essendo il percorso totalmente pianeggiante, e anche dal punto di vista planimetrico non c’è nulla di particolare da segnalare pur essendo previste una ventina di curve circa. I principali problemi potrebbe darli il vento perché la seconda metà di questa cronometro si snoderà in vista delle coste del Mar Mediterraneo: anche sotto quest’aspetto, però, non dovrebbero esserci grosse interferenze perché il meteo prevede folate non eccessivamente potenti, fino a un massimo di 17 Km orari, che in quel tratto dovrebbero spazzare lateralmente il percorso di gara. Quanto agli orari nei quali si disputerà questa prova contro il tempo, la prima formazione a prendere il via sarà la Dimension Data alle 18.56 mentre concluderà l’iter delle partenze la Movistar alle 20.20. Poco dopo le otto e mezza di stasera, dunque, conosceremo i verdetti di questa prima frazione della Vuelta, che vedrà impegnate le squadre più veloci per circa un quarto d’ora, viaggiando a una media che potrebbe superare di molto i 55 Km/h.
METEO VUELTA
Salinas de Torrevieja – partenza prima squadra: cielo sereno, 28°C (percepiti 30°C), vento moderato da E (15- 17 Km/h), umidità al 58%
Torrevieja – arrivo ultima squadra: cielo sereno, 26.8°C (percepiti 28°C), vento moderato da E (13-15 Km/h), umidità al 62%
UN PO’ DI STORIA
Torrevieja, quinta cittadina per numero d’abitanti della Comunidad Valenciana situata lungo la cosiddetta “Costa Blanca”, ospiterà per la prima volta un arrivo di tappa della Vuelta, nientemeno che la partenza assoluta. Nel 2015 era già stata scelta dagli organizzatori per accogliere il via di una frazione di quell’edizione, a noi molto cara perché a imporsi a Madrid fu Fabio Aru e quella sarà l’ultima affermazione di un corridore italiano nella corsa iberica: la tappa con partenza da Torrevieja terminò a Cumbre del Sol con il successo di Tom Dumoulin, proprio colui che contese fino all’ultimo la “maglia roja” allo scalatore sardo.
Mauro Facoltosi

La laguna rosa delle saline di Torrevieja e, in trasparenza, l'altimetria della prima tappa della Vuelta 2019 (www.evolutiontravel.eu)
AGOSTO SUI PEDALI 2019
agosto 2, 2019 by Redazione
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Il mese delle ferie per i comuni mortali vede un’interessante rassegna di brevi corse a tappe che fanno da “collante” tra Tour de France e Vuelta di Spagna, che scatterà il 24 agosto da Torrevieja. Una settimana dopo la conclusione del Grande Boucle scatterà il Giro di Polonia, poi le attenzioni degli appassionati si spartiranno tra diverse parti del globo, dal Benelux agli Stati Uniti d’America, dal Belgio alla Norvegia, dalla Danimarca alla Germania per poi focalizzarsi per tre settimane sulle strade spagnole.
Non si riposa il gruppo dopo l’intenso mese di luglio e non va certamente in ferie. Agosto propone, infatti, una serie di interessanti corse a tappe che tireranno idealmente la volata al Giro di Spagna, che quest’anno scatterà il 24 del mese da Torrevieja.
Soli sei giorni dopo la conclusione della Grande Boucle il circuito World Tour riaprirà I battenti con il Tour de Pologne, che sarà la prima corsa a tappe alla quale Davide Formolo parteciperà con la maglia tricolore conquistata a giugno. Saranno sette le frazioni che andranno a comporre il puzzle di una corsa non eccessivamente impegnativa e che potrebbe decidersi all’ultimo giorno di gara sia per la mancanza di salite lunghe e impegnative, sia per l’assenza della cronometro individuale, che gli organizzatori hanno inserito per l’ultima volta nel tracciato nel 2016 e che successivamente è stata depennata in quanto troppo incisiva in una corsa disegnata in una nazione povera di grandi ascese, anche se le difficoltà altimetriche non mancheranno. I velocisti saranno i protagonisti delle frazioni d’apertura, la prima delle quali si disputerà sabato 3 agosto su di un poco impegnativo circuito di 132 Km disegnato attorno alla città di Cracovia. Leggermente più articolato sarà il finale della successiva Tarnowskie Góry – Katowice (153 Km), dove si dovranno percorrere tre giri di un circuito di circa 17 Km movimentato da un paio di modestissime salitelle che non raggiungeranno nemmeno il mezzo chilometro di lunghezza ma anche metteranno in palio i punti per la classifica dei GPM. L’ultima opportunità di vittoria per le ruote veloci sarà offerta al termine della Chorzów – Zabrze (155.5 Km) poi i corridori che puntano alla classifica entreranno in scena nella quarta frazione, che scatterà da Jaworzno per concludersi dopo 173 Km a Kocierz, dove il traguardo sarà collocato un chilometro dopo la cima di un ripidissimo muro di 1300 metri al 12.6% di pendenza media, in occasione del quale si pedalerà su di una strada dalla carreggiata notevolmente ristretta. Dalla celebre miniera di sale di Wieliczka si ripartirà il giorno successivo alla volta di Bielsko-Biała, traguardo di una frazione di media montagna di 154 Km caratterizzata da un GPM di 1a categoria (Przełęcz Przegibek, 4.2 Km al 6.3%) da superare a 30 Km dalle fasi conclusive, affidate a un circuito di 7 km da ripetere due volte, con gli ultimi duemila metri in leggera ascesa. Le tappe decisive saranno le ultime due e per prima si affronterà quella tradizionale di Zakopane, che quest’anno proporrà l’inedito arrivo nel vicino villaggio di Kościelisko al termine di un tracciato di 160 Km che prevede per cinque volte la salita di Pitoniowka (2.7 Km all’8.9%), alla quale si affiancherà, una volta uscita dall’ultimo giro di circuito, quella di Gubalowka (4.2 Km al 6.8%), da superare a 3.5 Km dal traguardo. L’indomani la corsa a tappe polacca terminerà il suo cammino con un’altra presenza fissa, il tormentato circuito disegnato sulle alture circostanti la località termale di Bukowina Tatrzańska, frastagliato anello di 153 Km che prevede di ripetere per tre volte la salita di Rzepiska (2.5 Km al 6.9%) e per due il muro di Ściana Bukovina (1500 metri al 10.5%).
Particolarmente intensa sarà la settimana a cavallo della festa di Ferragosto perché in quel periodo si disputeranno in contemporanea tre corse a tappe di categoria H.C. e un’altra del World Tour, il Binck Bank Tour. Noto fino al 2016 come Eneco Tour, la corsa nordeuropea prenderà il via il 12 agosto con una frazione interamente pianeggiante di 168 Km che si snoderà tra la cittadina belga di Beveren e il centro olandese di Hulst e che, a dispetto dell’altimetria priva di salite, non sarà una “passeggiata” a causa della presenza di sei settori di pavè negli ultimi 70 Km di gara. Percorso “liscio” anche per la successiva frazione di 168 Km che da Blankenberge condurrà ad Ardooie, il centro delle Fiandre che sin dal 2008 ospita una tappa di questa corsa e nel quale si ricordano in particolare le due vittorie conseguite da Peter Sagan (2016 e 2017) e gli altrettanti successi dell’idolo di casa Tom Boonen (2008 e 2015). Anche la terza tappa, da disputare sul circuito di Aalter (167 Km), sarà “affaire” per velocisti poi il giorno di Ferragosto la corsa si sposterà dalle Fiandre alla Vallonia per una breve ma movimentata frazione di poco meno di 100 Km che prevede la triplice ascesa al muro di Saint-Roch (1 Km all’11.5%), anche se poi i 30 Km successivi all’ultima scalata per tornare a Houffalize potrebbero favorire ancora una volta i velocisti. Gli sprinter saranno poi nuovamente protagonisti, per l’ultima volta in questa edizione della corsa, nella più lunga delle sette frazioni in programma, 185 Km per pedalare nuovamente dal Belgio verso i Paesi Bassi, da Riemst a Venray, senza incoltrare alcuna difficoltà altimetrica. Come al Giro di Polonia anche al Binck Bank Tour saranno le ultime due frazioni quelle che determineranno il vincitore e la prima di queste sarà una cronometro individuale di 8.4 Km, una sorta di cronoprologo posticipato, che si disputerà sulle filanti strade dell’Aia; dopodichè si farà ritorno in Belgio per la conclusiva Sint-Pieters-Leeuw – Geraardsbergen (178 Km), la tappa più interessante perché prevede la triplice ascesa al mitico muro di Grammont, oltre ad altre asperità del Giro delle Fiandre.
Lo stesso giorno della partenza del Binck Bank Tour a migliaia di chilometri di distanza prenderà il via quella che è, assieme alla Vuelta a Burgos, l’unica delle corse a tappe “minori” del mese d’agosto a essere disegnata a favore degli scalatori, il Tour of Utah. Quest’anno la corsa statunitense scatterà ad altissima quota essendo stato disegnato il cronoprologo d’avvio presso la stazione di sport invernali di Snowbird Resort, a un’altitudine di circa 2400 metri sul livello del mare. Proposta in passato come sede d’arrivo d’impegnative tappe di montagna (l’ascesa che vi conduce è lunga 12 Km, sale al 7.1% di pendenza media e nel 2017 vide imporsi il nostro Giulio Ciccone) stavolta accoglierà una cronometro di 5.3 Km, quasi metà dei quali saranno da percorrere in salita per la presenza di un tratto di 1000 metri al 6.7% in partenza e di uno successivo di 1200 metri all’8.2% che terminerà a poco meno di 3 Km dal traguardo. Si scenderà a quote più “umane” per la prima tappa, disegnata per 140 Km attorno a North Logan (1430 metri) e che terminerà con un impegnativo circuito cittadini di 12 Km nel corso del quale si dovrà affrontare per cinque volte una salita di 1.2 Km all’8.2%. La tappa “regina” sarà la seconda e prenderà le mosse da Brigham City per concludersi 136 Km più avanti ai 2705 metri della stazione di sport invernali di Powder Mountain, dove si giungerà al termine di una difficilissima ascesa di 12 Km al 9.7%. Pur non essendo d’alta montagna non proporrà un tracciato semplice nemmeno la terza tappa, che partirà dall’Antelope Island State Park e giungerà in 138 Km a North Salt Lake, dove il traguardo sarà collocato un chilometro dopo lo scollinamento di una salita di 2.7 Km all’8,9% che dovrà essere ripetuta quattro volte nel circuito finale di 10.5 Km (tre giri). L’unica frazione destinata ai velocisti dovrebbe essere la quarta, ma il condizionale è d’obbligo perché il circuito di Salt Lake City (11 Km da ripetere otto volte) ha l’ultimo chilometro in salita che potrebbe rompere le uova nel paniere delle formazioni degli sprinter. È un traguardo, dunque, che dovrebbe far venire l’acquolina anche ai finisseur, così come quello della tappa di Canyons Village (137 Km) che prevede una salita di 4.2 Km al 6.3% da superare a 5 Km dal traguardo, a sua volta posto al termine di un tratto in ascesa di 1600 metri al 4,4%. Se l’ascesa verso Powder Mountain non avrà dissipato tutti i dubbi sul nome del vincitore un ruolo chiave potrebbe averlo la conclusiva tappa di Park City, circuito di 126 km che prevede l’impegnativa scalata all’Empire Pass (2724 metri, 13 Km al 7.6%), separata dall’ultimo traguardo del Tour of Utah da una discesa di 9 Km.
Il 13 agosto partirà un’altra corsa a tappe che strizza gli occhi agli scalatori, la Vuelta a Burgos, la cui edizione 2019 è quasi la fotocopia delle ultime due disputate, delle quali saranno riproposti quattro dei cinque traguardi, compresi i due arrivi in salita che hanno favorito le vittorie dello spagnolo Mikel Landa nel 2018 e del colombiano Iván Sosa lo scorso anno. La prima frazione si disputerà in circuito attorno a Burgos per 162 Km e presenterà il traguardo posto in cima a uno strappo di 1 Km al 6.1% che favorisce le sparate finali, come quella del citato Landa che nel 2017 s’impose sul russo Chernetski e sul francese Alaphilippe mentre lo scorso anno la vittoria arrise all’italiano Francesco Gavazzi. Dopo la Gumiel de Izán – Lerma (155 Km), che vede favoriti i velocisti, si ripartirà da Sargentes de La Lora alla volta del primo arrivo in salita, il Picón Blanco, dove si giungerà dopo aver percorso 150 Km e affrontata un’ascesa finale di circa 9 Km all’8.3% dove hanno lasciato il segno ancora Landa nel 2017 e il colombiano Miguel Ángel López nel 2018. Tra Atapuerca e l’area archeologica della colonia romana di Clunia Sulpicia si snoderà la penultima tappa (lunga 174 Km e caratterizzata da un finale simile a quello di Burgos, ma più aperto ai velocisti) alla vigilia della decisiva frazione che, partendo da Santo Domingo de Silos, condurrà in 146 Km verso l’ascesa simbolo della corsa iberica, quella delle Lagunas de Neila (11.8 Km al 5.6%), che nelle ultime stagioni è stata dominata da corridori colombiani e che vanta anche un precedente alla Vuelta a España (nel 1998, quando si impose l’indimenticato José Maria Jiménez)
Il giorno di Ferragosto l’attenzione degli appassionati si sposterà oltre il circolo polare artico per la settima edizione dell’Arctic Race of Norway, il cui percorso ricorda quello dello scorso anno per la scelta degli organizzatori, anche stavolta, di fare a meno del tradizionale arrivo in salita in favore di un percorso nervoso sul quale la corsa potrebbe anche decidersi all’ultimo colpo di pedale. S’inizierà percorrendo 181 Km tra il centro di Å e Leknes, dove si giungerà al termine di un tracciato poco impegnativo, movimentato da un paio di facili salitelle nel circuito finale di 24.5 Km che non dovrebbero costituire un grosso ostacolo per i velocisti, favoriti per il successo anche al termine della seguente Henningsvaer – Svolvær, 164 Km di totale pianura. Il finale più impegnativo sarà quello della terza tappa, disegnata per 176.5 Km tra Sortland e il monte Storheia, per raggiungere il quale si dovrà affrontare un muro di 3500 metri all’11.8% di pendenza media. Considerata la brevità dello sforzo i distacchi che creerà la salita dovrebbero essere contenuti, lasciando quindi ancora aperta la lotta per la classifica, che si deciderà l’indomani nella conclusiva Lødingen – Narvik di 165.5 Km, dove si vivranno le fasi salienti nel circuito finale che prevede la triplice ascesa di Skistua (2.3 Km al 6.6%), da superare l’ultima volta quando mancheranno 5.5 Km al traguardo.
A ridosso della partenza della Vuelta si correrà quindi il Giro di Danimarca, corsa che negli ultimi anni è stata oggetto di veri e propri “traslochi” in calendario e che quest’anno si disputerà con una ventina di giorni di ritardo rispetto al 2018. In quanto al tracciato va dato atto agli organizzatori di esser riusciti a imbastire un percorso non banale, nonostante la pochezza altimetrica della nazione scandinava, anche se a decidere la corsa quasi inevitabilmente sarà la cronometro in programma al secondo giorno di gara. Partenza il 21 agosto con una tappa di 170 Km tracciata attorno a Silkeborg, che prevede un tratto sterrato di circa 1500 metri da superare a circa 45 Km dal traguardo e uno strappo di circa un chilometro inserito nel mezzo del breve circuito finale. La prova contro il tempo si disputerà il secondo giorno a Grindsted, sulla distanza di 17 Km, e questa sarà anche l’unica frazione a non presentare il benchè minimo dislivello. È tutto l’opposto della successiva Holstebro – Vejle, la tappa più lunga di quest’edizione (200 Km esatti) e anche la più movimentata sotto l’aspetto altimetrico, che si annuncia in stile “Giro delle Fiandre” con gli ultimi 70 Km che saranno tutta una successione di ascese brevi ma secche: ne sono previste una dozzina, le principali delle quali saranno il muro della Christian Winters Vej (300 metri al 14.6% con punte al 25%) e i 900 metri conclusivi al 6,4%, che dovranno essere ripetuti 4 volte terminando la tappa con un circuito di 6 Km che concederà ben poco spazio per eventuali recuperi. Simile ma più leggero sarà il tracciato della successiva Korsør –Asnæs Indelukke, 175 Km e un circuito di 14 Km da ripetere tre volte che prevede due strappi a ridosso dell’arrivo. Il 25 agosto, giorno della seconda frazione della Vuelta, il Danimarca si concluderà con la più semplice tra le cinque frazioni, un piattone quasi perfetto di 165 Km che da Roskilde condurrà al tradizionale approdo finale di Frederiksberg, alle porte di Copenaghen.
L’ultima tra le corse a tappe secondario del mese di agosto a rivestire un certo interesse sarà il Giro di Germania, in partenza il 29 agosto da Hannover e che quest’anno presenterà un tracciato più facile rispetto a quello del 2018, quando la corsa tedesca tornò a far parte del calendario dopo dieci anni d’assenza. Tutte le tappe sembrano, infatti, alla portata dei velocisti, a cominciare dalla frazione d’apertura che terminerà a Halberstadt dopo 167 Km di un tracciato movimentato da un paio d’ascese, la più interessante delle quali, a una quindicina di chilometri dal traguardo, assegnerà i secondi d’abbuono del “Pont Bonus”, lo speciale traguardo volante inventato dagli organizzatori del Tour de France e che sono anche gli stessi di questa competizione. Da Marburgo in direzione di Gottinga si pedalerà nella seconda giornata di gara, 199 Km dal finale leggermente più movimentato rispetto alla tappa precedente perché si dovrà affrontare una salita di 1.3 Km al 5.5% all’interno del circuito finale, valida come GPM al primo passaggio e come “Sprint Bonus” al secondo, a meno di 10 Km dalla conclusione. Le ultime due saranno le frazioni sulla carta più impegnative, anche se le difficoltà che s’incontranno provocheranno al massimo un po’ di scrematura nel gruppo mentre gli sprinter più resistenti non dovrebbero aver troppi problemi a rimanere a galla in un finale come quello della tappa di Eisenach, che prevede negli ultimi 40 dei 189 Km in programma le salite di Vachaer Stein (1.4 km al 4.9%) e di Hohe Sonne (1.8 Km al 6.6%), quest’ultima da ripetere due volte. Sarà, infine, la città di Erfurt ad accogliere l’ultimo approdo del Giro di Germania 2019 con una tappa “double face” di 159 Km che presenterà un profilo di media montagna nei primi 90 Km – durante i quali si toccherà la “Cima Coppi” della corsa tedesca, agli 822 metri della cittadina turingia di Oberhof – e poi un lungo tratto in discesa e pianura verso il circuito finale, nel quale s’incontrerà un tratto in lieve pendenza a ridosso del traguardo che lascia aperto uno spiraglio alle azioni dei finisseur.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
VUELTA A ESPAÑA
TOUR DE POLOGNE
BINCK BANK TOUR
http://www.binckbanktour.com/2019/en/
THE LARRY H. MILLER TOUR OF UTAH
VUELTA A BURGOS
https://www.vueltaburgos.com/es/
ARCTIC RACE OF NORWAY
https://www.arctic-race-of-norway.com/en/
POSTNORD DANMARK RUNDT – TOUR OF DENMARK
http://www.postnorddanmarkrundt.dk/
DEUTSCHLAND TOUR
https://www.deutschland-tour.com/de/home
Piazza del Mercato a Cracovia, la cittadina dalla quale il circuito World Tour si rimetterà in marcia con il Tour de Pologne (www.tripwolf.com)
TOUR DE FRANCE 2019: LE PAGELLE
luglio 31, 2019 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Terminato un Tour emozionante come non si vedeva da anni ecco, come di consueto, le pagelle sulla corsa francese made in ilciclismo.it
EGAN BERNAL: Vincitore del Tour de France, il primo colombiano a farlo, il più giovane dal secondo dopoguerra ad oggi. Solo record per il predestinato ciclista del Team INEOS. La frana nella discesa dell’Iseran, e solo la frana, gli toglie la gioia di una vittoria di tappa. Il futuro delle corse a tappe ha messo radici nel presente: signori ecco a voi il futuro dominatore delle corse a tappe per i prossimi dieci anni. VOTO: 10
JULIAN ALAPHILIPPE: Sorprende tutti, anche se stesso. Che riuscisse a vincere una tappa ci stava, ma che facesse sua una cronometro impegnativa come quella di Pau e che addirittura portasse la maglia gialla per 14 giorni no. Termina incredibilmente al quinto in classifica generale sorprendendo tutti per la sua resistenza nelle lunghe salite montane. Ha fatto sudare sette camicie ai rivali del Team INEOS. VOTO: 9
PETER SAGAN: Vince una tappa, ed è già un gran bel risultato, ma siccome ti chiami Peter Sagan e sei il tre volte Campione del Mondo questo non ti basta e vuoi strafare vincendo per la settima volta la classifica a punti, superando Zabel e diventando il ciclista ad aver vinto più maglie verdi nella storia del Tour de France. VOTO: 8,5
CALEB EWAN: L’australiano ci mette un po’ ad ingranare e, infatti, le prime volate vanno ad altri velocisti, poi prende le giuste misure e ne vince addirittura tre, compresa la passerella finale a Parigi. Il velocista della Lotto Soudal risulterà alla fine del Tour come il ciclista che ha vinto più tappe di tutti, appunto 3. Tiranno. VOTO: 8,5
GERAIN THOMAS: Passaggio di consegne col compagno di squadra Bernal, per il gallese ‘’solo” un secondo posto sul podio. Non sembra avere il passo decisiso e veloce dello scorso anno, ma regge e tiene botta ad Alaphilippe e alla Jumbo-Visma. VOTO: 8
STEVEN KRUIJSWIJK: Il rosso olandese è un gran regolarista, quest’anno ha potuto contare anche in uno squadrone che gli ha fatto vincere la cronosquadre e dtttare il ritmo sulle montagne. Grazie al suo team, infine, ha potuto raggiungere il tanto agognato podio della classifica generale. VOTO: 7,5
SIMON YATES: Doveva partire come gregario di lusso per il gemello Adam, ma quando esce di classifica lui si mette a cercare la vittoria di tappa e ne centra addirittura due. VOTO: 7,5
EMANUEL BUCHMANN: Il tedesco classe ‘92 è una sorpesa nonché un ottimo regolarista. Sfiora il podio e termina al quarto posto a 1′56” dal vincitore Bernal. VOTO: 7,5
GIULIO CICCONE: Il giovane abruzzese dopo aver fatto vedere di che pasta è fatto al Giro d’Italia si ripete anche al Tour de France, riuscendo a strappare la maglia gialla ad Alaphilippe grazie alla fuga e al secondo posto nella tappa della Planche des Belles Filles. Maglia che porterà due giorni. Sorpresa italica. VOTO: 7,5
MIKEL LANDA: Il basco era reduce dal Giro d’Italia; nonostante ciò appare come il più fresco e in palla della Movistar, mettendo ancora più in ombra Nairo Quintana. VOTO: 7
LAURENS DE PLUS: Il talentino olandese risulterà alla fine come il gregario più forte in salita di questo Tour. Spiana letteralmente l’ascesa di Val Thorens, una buona parte del podio di Kruijswijk è sua. VOTO: 7
THIBAUT PINOT: Sempre uno dei più propositivi, vincitore di tappa sul Tourmalet e in lotta per il podio, deve arrendersi ad un brutto infortunio muscolare. VOTO: 7
MIKE TEUNISSEN: Groenewegen non riesce a partecipare alla volata e allora lui, ultimo uomo designato nel “trenino”, si mette in proprio regolando tutti gli altri velocisti nella prima tappa, vestendo così la prima maglia gialla del Tour de France. VOTO: 7
THOMAS DE GENDT: Il passistone belga è sempre in prima fila quando c’è da andare in fuga o si tratta di attaccare. Riesce a vincere una tappa e a raccogliere un altro podio di giornata animando diversi attacchi. VOTO: 7
RIGOBERTO URÁN: Vittima illustre dei ventagli, termina comunque il Tour al settimo posto; senza infamia e senza lode sulle montagne. VOTO: 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: Il campione del Mondo in carica a 39 anni riesce a far ancora classifica finendo la sua corsa al nono posto. Highlander. VOTO: 6,5
GEORGE BENNETT: Da il suo bel contributo nel trenino montano della Jumbo-Visma. VOTO: 6,5
MATTEO TRENTIN: Il corridore italiano anche quest’anno riesce a vincere una tappa in Francia, tre tappe vinte al Tour in carriera per lui. VOTO: 6,5
VINCENZO NIBALI: Non voleva e non doveva partecipare; alla fine corre, non riesce a far classifica e prova a lasciare il segno, riuscendoci solo nell’ultima tappa alpina con un azione solitaria ai meno 13 chilometri. Lo “Squalo” è duro a morire. VOTO: 6,5
WOUT VAN AERT: Il talento belga riesce a vincere una tappa in questo Tour de France, oltre alla cronosquadre, nella quale è è uno dei protagonisti. Lascia sul più bello a causa di una caduta durante la cronometro individuale. VOTO: 6,5
ENRIC MAS: Prezioso il suo lavoro per Alaphilippe. VOTO: 6,5
DYLAN TEUNS: Dove meno te lo aspetti spunta lui, nel primo arrivo in salita del Tour, alla Planche des Belles Filles. VOTO: 6,5
ELIA VIVIANI: Il segno lo lascia, uno sprint vincente riesce a farlo, ma se uno lo centra altri 5 li sbaglia alla grande perdendosi nel finale. Può fare molto di più. VOTO: 6
LENNARD KÄMNA: il ventiduenne tedesco del Team Sunweb è una bella sorpresa, va sempre in fuga e si fa vedere ben attivo quando la strad spiana. VOTO: 6
JAKOB FUGLSANG: Le gambe e la convinzione per far classifica c’erano, la fortuna no. VOTO: 6
NAIRO QUINTANA: Si è passati da Nairo che vincerà l’anno prossimo a Nairo che ormai non vincerà manco l’anno prossimo. Il colombiano sembra ormai aver imboccato la parte discendente della sua carriera. Sul Galibier abbiamo visto sprazzi di talento e di orgoglio, ma il treno per vincere la Grande Boucle è passato anni or sono. VOTO: 6
ROMAIN BARDET: Esce subito dalla lotta per il podio e allora con successo punta alla prestigiosa maglia a pois. L’anno prossimo lo vedremo finalmente al Giro d’Italia. Svolta. VOTO: 6
WARREN BARGUIL: Riesce in extremis a centrare la top ten, in vista di un futuro dove ancora non si è capito che ruolo avrà: cacciatore di tappe o uomo da classifica? VOTO: 6
DYLAN GROENEWEGEN: Non riesce a vincere la prima tappa dove, a causa di un contrattempo, non può prendere parte allo sprint che vincerà il suo compagno di squadra Teunissen. Vince a Chalon-sur-Saône, ma dopo non saprà più ripetersi. Ci aspettavamo di più nelle volate da lui. VOTO: 6
TIM WELLENS: Cerca di conquistare la mglia a pois animando e partecipando a quasi tutte le fughe di giornata. VOTO: 6
FABIO ARU: Ormai eterna incognita, il sardo cerca di resistere con le unghie e con i denti. Termina un Tour dove non riesce a diramare le ombre sul suo prosieguo di carriera ad alti livelli. VOTO: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: L’australiano prova a vincere una tappa o a lottare per la maglia verde, ma non riesce a raccogliere i risultati sperati. VOTO: 5,5
GUILLAUME MARTIN: Il giovane ciclista della Wanty – Gobert si mette a curare la classifica generale, ma termina dodicesimo a oltre 22 minuti dalla maglia gialla. VOTO: 5,5
RICHIE PORTE: Nell’ultima tappa alpina riesce ad uscire persino dalla top ten. Perennemente bocciato. VOTO: 5
JESÚS HERRADA: Prova a far classifica e finisce ventesimo a quasi 52′ di ritardo da Bernal. VOTO: 5
MICHAŁ KWIATKOWSKI: Lontano dai fasti degli anni passati, quando spianava le salite scortando Froome. Quest’anno non lo si vede mai lavorare in testa al gruppo e quando gli altri aumentano il passo è quasi sempre il primo degli INEOS a mollare. VOTO: 5
LILIAN CALMEJANE: Il francese rampante non si accende mai, presente senza convinzione in alcune tappe ma nulla più. VOTO: 5
DANIEL MARTIN: L’irlandese non riesce a far classifica, 18° a Parigi, e non riesce a puntare ad una tappa. Tra lui e Fabio Aru, il team degli Emirati Arabi non sa dove andare a parare. Rimandato. VOTO: 5
GREG VAN AVERMAET: Terzo posto di giornata nella tappa con arrivo a Gap, per il resto non pervenuto. VOTO: 5
ADAM YATES: Era il gemello che doveva far classifica, ma naufraga velocemente lontano dai primi posti abbastanza presto. Puntare e provare a vincere una tappa manco a parlarne. VOTO: 4,5
ILNUR ZAKARIN: Arriva in Francia con le fatiche del Giro d’Italia sulle spalle, e si vede. Quello che non si vede è proprio lui. VOTO: 4,5
ANDRÉ GREIPEL: Un fantasma. Si fa vedere lontanamente solo a Parigi con un sesto posto di giornata. VOTO: 4
Luigi Giglio