PINOT COGLIE L’ULTIMA OCCASIONE QUINTANA GUADAGNA SECONDI: BASTERANNO?

maggio 27, 2017 by Redazione  
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Verdetto finale rimandato alla cronometro di domani. Dopo il forcing sul grappa della Katusha, il gruppo, momentaneamente esploso, si ricompone e la battaglia va in scena sulla salita di Foza, con Dumoulin che resiste per diversi chilometri prima di staccarsi. Le differenze però sono minime e le energie al lumicino, come dimostrato dal tratto in falsopiano che lascia quasi invariati i distacchi.

Le energie rimaste nel serbatoio saranno la chiave di volta per la vittoria di questo Giro d’Italia. Sulla carta Dumoulin è favorito per le sue doti a cronometro molto superiori rispetto a quelle degli avversari che lo precedono in classifica generale. Come sappiamo, però, la tappa a cronometro finale vede spesso i livelli appiattiti rispetto a quelle che sono le doti e le caratteristiche dei corridori quando essi sono al top della condizione. Ricordiamo tutti Pantani a Lugano nel 1998 quando, se a Trieste aveva perso oltre due minuti da Tonkov, nella cronometro del penultimo giorno aveva viaggiato sugli stessi tempi del russo che si era sfinito nel tentativo di resistere alle sue accelerazioni verso Montecampione.
Nell’intervista rilasciata subito dopo il traguardo Dumoulin ha detto di essersi “ucciso” per cercare di rimanere il più vicino possibile ai suoi avversari in classifica generale che, per il momento, lo hanno messo giù dal podio. In realtà Dumoulin è riuscito a limitare i danni anche grazie all’aiuto di Mollema e Yates, ma soprattutto a quello di un passistone di razza come Jungels. Tuttavia anche lui ha dovuto fare la sua parte e, quando gli avversari davanti hanno trovato l’accordo ed hanno cominciato ad andare pancia a terra, il distacco, che si era ridotto al lumicino, è tornato a salire a dimostrazione del fatto che sono tutti stanchi e che le differenze potrebbero essere molto minori di quanto non ci si aspetti.
Nairo Quintana, che oggi avrebbe dovuto far di tutto per distanziare il più possibile Tom Dumoulin, non ha sferrato neppure in quest’ultima occasione un attacco deciso. Tale comportamento potrebbe avere una duplice lettura: potrebbe essere segno di una condizione che non è delle migliori, anche perché l’intenzione di tentare la doppietta potrebbe aver indotto Quintana a prepararsi in modo da essere al meglio nella parte centrale del Giro per poi riuscire a recuperare la condizione in tempo per il Tour. Questa prima lettura ha dalla sua il distacco che Quintana è riuscito a dare a tutti nella tappa con arrivo sulla Majella, distacchi che non è parso in grado di infliggere agli avversari sulle successive salite.
L’altra lettura possibile è quella che Quintana abbia tentato di risparmiarsi proprio per cercare di conservare energie da mettere sulla strada nella cronometro di domani. Anche questa seconda lettura ha dalla sua alcuni elementi. Ieri, quando è rimasto indietro per un breve problema meccanico, è stato lestissimo a riportarsi, con uno dei suoi proverbiali scatti, sugli avversari in accelerazione ed in particolare su Vincenzo Nibali ed oggi si metteva davanti per pochi metri e poi chiedeva subito il cambio, come a voler cercare di fare meno fatica possibile proprio per risparmiarsi.
Dumoulin e Quintana non sono gli unici pretendenti alla vittoria finale di questo Giro e gli aspiranti al podio sono almeno cinque, con l’ovvia conseguenza che due di essi resteranno a bocca asciutta. Pinot, che fino a qualche anno fa aveva evidenti problemi contro il tempo, è migliorato moltissimo, tanto da conquistare il titolo nazionale di specialità, e sembra in crescendo di condizione rispetto al giorno dello Stelvio. Anche la buona difesa sul Blockhaus ha contributo all’ottima posizione in classifica che il francese vanta. Nibali, dal canto suo, è uno che a cronometro si difende abbastanza bene, anche se non è certo uno specialista. Come si diceva prima, bisognerà vedere la brillantezza che gli è rimasta. Nella cronometro del Tour de France 2014, vinta da Tony Martin, Nibali aveva pagato venti secondi a Dumoulin in 54 Km. Dumoulin è molto migliorato rispetto al 2014, ma la distanza sulla quale si correrà domani è enormemente inferiore.
Paradossalmente quello che rischia di più il podio domani è proprio Nairo Quintana che, tra i vari pretendenti, è quello che ha la caratteristiche meno adatte per fare una buona prova, anche se in certe occasioni è anche riuscito a difendersi abbastanza.
Per tutte queste ragioni è difficile fare previsioni su cosa succederà domani.
Anche oggi, la tappa è stata disputata a grande velocità e, sul Grappa, gli uomini di classifica hanno cercato di far stancare Dumoulin per poi staccarlo sulla salita finale.
Ciò ha impedito alla fuga che si era formata di decollare. Il tentativo si era formato dopo 15 chilometri di scatti e controscatti ed era composto da Dylan Teuns (BMC), Tom-Jelte Slagter (Cannondale-Drapac), Mathieu Ladagnous (FDJ), Dries Devenyns (Quick-Step Floors), Maxim Belkov (Katusha-Alpecin) e Filippo Pozzato (Wilier – Selle Italia).
I sei ricevono, poco dopo la loro uscita, il via libera dal gruppo, dopo un po’ di bagarre sul muro di Ca’ del Poggio. Il vantaggio arriva anche oltre i 7 minuti, mentre Simone Andreetta (Bardiani-CSF) e Gregor Mühlberger (Bora-Hansgrohe), che si erano lanciati al contrattacco, non riescono ad agguantare la testa della corsa.
Lungo la salita del Monte Grappa sono Teuns e Devenyns che se ne vanno da soli, lasciando che i compagni di avventura vengano ripresi da un gruppo in forte rimonta grazie al ritmo imposto di Ilnur Zakarin, ritmo che miete diverse vittime e per molti chilometri non si fa altro che vedere corridori che perdono contatto. Anche Tom Dumoulin in qualche tratto sembrava affaticato nel restare con il gruppetto dei migliori, ma è riuscito con grande carattere a restare attaccato.
Il versante scelto per l’ascesa al Monte Grappa presenta comunque numerosi tratti in contropendenza ed è proprio sfruttando questi tratti che corridori anche importanti come Mollema riescono a rientrare in gruppo. Proprio in vista del GPM prova un allungo Cataldo che verrà ripreso alcuni chilometri dopo. Sono vari quanto vani i tentativi di alcuni corridori di avvantaggiarsi nella tecnica discesa del Monte Grappa.
Ai piedi della salita di Foza il vantaggio della coppia di testa sul gruppo maglia rosa è intorno ai 2 minuti e mezzo, mentre Teuns prova a staccare il compagno d’avventura. In gruppo, è Nibali uno dei primi a tentare una sollecitazione e, già su quest’azione, si vede che Dumoulin perde qualche metro, riuscendo però a rientrare come suo solito grazie al ritmo regolare ma sostenuto che riesce a mantenere. Gli avversari non sembrano, però, in grado di scavare un solco apprezzabile e, dopo il rientro di Dumoulin, c’è un generale rallentamento che permette al gruppo di rinfoltirsi.
L’attacco successivo è di Zakarin e Pozzovivo, con il russo che cerca il podio ed il lucano alla caccia di una vittoria di tappa. I due vanno via abbastanza bene e Quintana allunga con un po’ di ritardo, portandosi dietro Vincenzo Nibali e chiedendogli frequentemente il cambio. Dumoulin non risponde, ma i due faticano a guadagnare mentre Pinot, che in un primo tempo era rimasto sorpreso, accortosi che il suo compagno di squadra non è in brado di dargli una mano decide di riportarsi tutto solo sulla maglia rosa e su Nibali, riuscendoci abbastanza agevolmente.
Il terzetto fa molta fatica nel tentativo di riavvicinare gli avversari, anche perché non c’è un accordo eccezionale tra i tre mentre, dietro, Dumoulin trova la collaborazione del connazionale Mollema, oltre che della maglia bianca Yates e del lussemburghese Jungels. Con la sola eccezione di Mollema, che potrebbe essere intenzionato a cercare di raggiungere Pozzovivo a cronometro domani, non si comprende la verve di Jungels e Yates nel tirare. Essi, infatti, sono entrambi molto attardati in classifica generale dal corridore che li precede e sono in lotta per aggiudicarsi la maglia bianca. Pertanto, sarebbe stato più saggio da parte loro cercare di risparmiarsi per poi dare tutto nella cronometro. Questo aiuto del tutto inaspettato sarà fondamentale per Dumoulin, che ringrazierà pubblicamente i colleghi dopo il traguardo.
Dopo il GPM c’erano, infatti, 14 chilometri per andare all’arrivo, molti dei quali in falsopiano, tratti in cui è fondamentale trovarsi insieme ad altri corridori che si danno cambi. Davanti, però, dopo il ricongiungimento tra il terzetto Pinot-Nibali-Quintana e la coppia di testa non c’è un grande accordo, nonostante tutti abbiano l’interesse a distanziare Dumoulin. In effetti, il colombiano corre molto al risparmio e gli altri si indispettiscono un po’, poiché è proprio il corridore in maglia rosa quello che ha il maggior interesse e distanziare il secondo in generale. Probabilmente Quintana si sente inferiore a cronometro anche rispetto a Nibali e Pinot e non vuole trovarsi a corto di energie domani.
Nell’ultimo tratto del falsopiano finalmente davanti ritrovano la collaborazione ed il vantaggio, che si era quasi annullato, torna a salire nonostante le grandi trenate dei passistoni all’inseguimento.
Alla fine il vantaggio sarà di 15 secondi, con Pinot che coglie la vittoria prendendosi l’abbuono maggiore davanti a Zakarin e Nibali, che rosicchiano così qualche secondo al capoclassifica in vista della crono di domani. Dumoulin è sembrato molto affaticato nel finale, ma può considerarsi tutto sommato soddisfatto per essere riuscito, anche grazie all’aiuto di Jungels e Yates, a difendersi molto bene. Nibali è secondo e potrebbe superare Quintana nella crono di domani, ma dovrà guardarsi da Pinot e sarà difficile riuscire a impedire il rientro di Dumoulin, che è provvisoriamente giù dal podio.
Questo Giro, chiunque vincerà domani, è stato avvincente più per gli imprevisti che per il percorso. Un percorso, torniamo a dire, sbilanciato in favore del grande passista della cronometro. Con il livellamento generale che regna nel ciclismo moderno, la cronometro rimane l’unico terreno nel quale fare distacchi di un certo peso e si è visto in questo giro nella tappa del Sagrantino con minuti volati tra gli uomini di classifica.
Per bilanciare queste tappe ci vorrebbero molti tapponi con salite ripide e indigeste ai cronoman come i rettifili faccia al vento lo sono per gli scalatori. In questo Giro, il tappone vero è stato solo quello di Bormio, mentre le altre tappe presentavano salite tutto sommato comode per i passisti. Non a caso sono state proprio le ascese del Blockhaus e di Piancavallo, che presentavano le pendenze maggiori, a provocare qualche problema al cronoman più forte. Quella del Blockhaus, arrivando nella prima parte di Giro, ha permesso a Dumoulin di difendersi molto bene, mentre quella di Piancavallo, benché complessivamente meno dura, è risultata più indigesta perché arrivata in fin di Giro e ventiquattrore dopo la frazione dolomitica dei cinque passi. L’impressione è che se oggi ci fosse stata una tappa con un’accoppiata di montagne con pendenze più severe, al livello per esempio di Gavia e Mortirolo, i distacchi sarebbero stati molto più elevati.
La classifica corta, infatti, per quanto riguarda Dumoulin, dipende certamente dalla sosta forzata nella tappa di Bormio che ha causato alla maglia rosa un distacco di oltre 2 minuti.
Considerando il ritmo al quale l’olandese ha percorso l’Umbrail si può affermare che, senza quell’imprevisto, Dumoulin sarebbe ora in maglia rosa con un buon vantaggio ed un’altra cronometro a disposizione. La sola crono del Sagrantino gli sarebbe stata sufficiente a vincere il Giro. L’olandese è stato bravo a difendersi in salita ed addirittura ad attaccare ad Oropa, ma non si può negare che le salite dure nella terza settimana, che avrebbero potuto metterlo in difficoltà, sono mancate completamente. Il tappone di Bormio era indovinato, ma ad esso andavano affiancate altre tappe con salite dure.
In ogni caso, le energie al lumicino per tutti i contendenti saranno il sale della tappa a cronometro di domani che servirà ad incoronare il vincitore della prestigiosa edizione numero 100 che, una volta terminata, lascerà negli appassionati quel sentimento di nostalgia che inevitabilmente sopraggiunge alla fine di una corsa comunque molto emozionante.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 4:57:58
2 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
5 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
6 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:00:15
7 Adam Yates (GBr) Orica-Scott
8 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
9 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
10 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
11 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:00:20
12 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:02:35
13 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
14 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
15 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates
16 Philip Deignan (Irl) Team Sky
17 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 0:04:17
18 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 0:04:18
19 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
20 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
21 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
22 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
23 Mikel Landa (Spa) Team Sky
24 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:06:41
25 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
26 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team
27 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
28 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
29 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin
30 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
31 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:07:54
32 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
33 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
34 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors
35 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott
36 Sebastian Henao (Col) Team Sky
37 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 0:12:32
38 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
39 Steve Morabito (Swi) FDJ
40 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
41 Diego Rosa (Ita) Team Sky
42 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
43 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
44 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
45 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
46 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott
47 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
48 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida
49 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac
50 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 0:14:50
51 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
52 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:16:41
53 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 0:16:46
54 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
55 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
56 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb
57 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
58 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
59 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 0:17:10
60 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 0:21:42
61 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
62 Jose Rojas (Spa) Movistar Team
63 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team
64 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
65 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
66 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
67 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida
68 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott
69 Jérémy Roy (Fra) FDJ 0:22:12
70 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida
71 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:22:16
72 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 0:25:53
73 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
74 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
75 Winner Anacona (Col) Movistar Team
76 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
77 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
78 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
79 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
80 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
81 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
82 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
83 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 0:28:38
84 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 0:35:57
85 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
86 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
87 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
88 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
89 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
90 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
91 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
92 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
93 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
94 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
95 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
96 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida
97 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
98 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
99 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
100 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo
101 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
102 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb
103 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
104 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates
105 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
106 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
107 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
108 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
109 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
110 Igor Anton (Spa) Dimension Data
111 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
112 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
113 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb
114 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
115 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
116 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors
117 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
118 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
119 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
120 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
121 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
122 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
123 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
124 Michal Golas (Pol) Team Sky
125 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
126 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
127 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
128 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
129 Rudy Molard (Fra) FDJ
130 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
131 Chad Haga (USA) Team Sunweb
132 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
133 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
134 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
135 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
136 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
137 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
138 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
139 Jose Herrada (Spa) Movistar Team
140 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
141 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
142 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
143 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
144 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
145 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
146 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
147 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
148 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
149 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
150 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
151 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
152 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
153 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
154 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
155 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
156 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
157 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
158 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
159 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
160 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
161 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
162 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo

CLASSIFICA GENERALE

1 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 90:00:38
2 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:00:39
3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:43
4 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:00:53
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:01:15
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:01:30
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:03
8 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:06:50
9 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:07:18
10 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:12:55
11 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:16:58
12 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:17:58
13 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:21:13
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:23:33
15 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:26:19
16 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:35:14
17 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:35:57
18 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:36:02
19 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:37:55
20 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:57:00
21 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:57:41
22 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 1:08:36
23 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 1:13:54
24 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 1:17:53
25 Winner Anacona (Col) Movistar Team 1:23:32
26 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 1:26:58
27 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 1:32:10
28 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 1:32:28
29 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:32:55
30 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 1:33:18
31 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:33:56
32 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:35:58
33 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:42:14
34 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 1:44:50
35 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:49:27
36 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 1:56:11
37 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:58:01
38 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:59:40
39 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 2:05:18
40 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:06:34
41 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 2:10:31
42 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 2:12:47
43 Rudy Molard (Fra) FDJ 2:14:21
44 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 2:15:29
45 SANCHEZ Luis Leon 2:15:31
46 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 2:15:54
47 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 2:18:20
48 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 2:20:21
49 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 2:22:56
50 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 2:23:04
51 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:24:04
52 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 2:24:38
53 Steve Morabito (Swi) FDJ 2:25:19
54 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 2:28:04
55 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 2:31:52
56 Diego Rosa (Ita) Team Sky 2:32:19
57 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 2:32:23
58 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 2:33:03
59 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 2:33:13
60 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 2:37:38
61 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 2:38:32
62 Igor Anton (Spa) Dimension Data 2:47:21
63 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:53:52
64 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:54:11
65 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:58:01
66 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 2:58:44
67 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 3:02:29
68 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 3:03:57
69 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 3:04:27
70 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 3:06:32
71 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 3:08:27
72 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 3:09:35
73 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 3:11:29
74 Jérémy Roy (Fra) FDJ 3:11:30
75 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 3:12:50
76 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 3:13:37
77 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 3:14:56
78 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 3:15:57
79 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 3:22:08
80 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 3:24:08
81 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 3:24:49
82 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 3:24:50
83 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 3:24:57
84 Chad Haga (USA) Team Sunweb 3:28:33
85 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 3:28:46
86 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 3:28:55
87 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 3:30:08
88 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 3:34:13
89 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:34:50
90 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 3:37:03
91 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 3:41:37
92 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:43:34
93 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 3:44:04
94 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 3:45:21
95 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 3:46:26
96 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:50:04
97 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 3:52:32
98 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 3:54:17
99 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 3:54:29
100 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 3:56:22
101 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:59:57
102 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 4:05:38
103 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 4:06:12
104 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 4:08:28
105 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 4:08:31
106 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 4:08:59
107 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 4:10:06
108 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 4:10:13
109 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 4:11:24
110 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 4:11:53
111 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 4:12:28
112 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 4:12:35
113 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 4:13:59
114 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 4:15:13
115 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 4:16:36
116 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 4:17:56
117 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:18:05
118 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 4:18:29
119 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 4:18:56
120 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 4:19:16
121 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 4:19:55
122 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:21:30
123 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 4:21:43
124 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:22:23
125 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 4:22:42
126 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 4:23:29
127 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 4:25:50
128 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 4:27:53
129 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 4:27:54
130 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 4:28:32
131 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 4:28:47
132 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 4:29:03
133 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 4:29:58
134 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:30:26
135 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 4:32:41
136 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 4:32:49
137 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 4:32:51
138 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:36:07
139 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 4:36:46
140 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 4:36:58
141 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 4:37:56
142 Michal Golas (Pol) Team Sky 4:38:09
143 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 4:40:56
144 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 4:44:15
145 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 4:49:44
146 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:55:08
147 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 4:56:20
148 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 4:59:07
149 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 5:00:03
150 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 5:00:16
151 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 5:00:22
152 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 5:01:45
153 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 5:02:04
154 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 5:03:04
155 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 5:03:29
156 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 5:07:41
157 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 5:08:40
158 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 5:10:40
159 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 5:17:16
160 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 5:21:55
161 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 5:26:04
162 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 5:45:25

Lo sprint vinto da Pinot al termine dellultima, elettrizzante tappe di montagna del Giro dItalia 2017 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Lo sprint vinto da Pinot al termine dell'ultima, elettrizzante tappe di montagna del Giro d'Italia 2017 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

PORDENONE – ASIAGO: L’ULTIMA GRANDE GUERRA

maggio 27, 2017 by Redazione  
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Ultima occasione per gli scalatori sulle strade dove si combattè duramente durante la Grande Guerra. Il Monte Grappa prima e la salita di Foza poi non offriranno pendenze temibili ma la lunghezza delle ascese, i tanti chilometri di dislivello e il fatto d’esser in sella da tre settimane potranno renderle molto più selettive del previsto: l’ultima salita ha gli stessi numeri di quella di Risoul, affrontata lo scorso anno nella tappa che riaprì un Giro che sembra definitivamente chiuso per Vincenzo Nibali. Un precedente che fa ben sperare, pensando anche all’impresa in discesa dello Squalo dello Stretto venendo giù dal Grappa al Giro del 2010.

Il paragone può sembrare irrispettoso verso i militari che in quelle terre hanno combattuto e ci hanno lasciato la vita, ma calza a pennello. Quella che si vivrà lungo il campo di battaglia che si estende per 190 Km spaccati tra Pordenone ad Asiago, passando per la sacra cima del Monte Grappa, sarà davvero l’estrema occasione per i combattimenti corpo a corpo tra i pretendenti alla maglia rosa che, poi, l’indomani, saranno protagonisti nella sfida a distanza della cronometro individuale. Il terreno per azioni e imboscate c’è, anche se apparentemente sembra mancare perché le due salite previste non sono particolarmente “fornite” in pendenze. Ma il Grappa ha lo scollinamento posto al termine di una salita lunga ben 24 km e decisamente incostante, con repentini viraggi di pendenza che, in calce alla terza settimana di un grande giro, possono lasciare il segno. Poi c’è Foza che, numeri alla mano, è quasi una gemella della salita affrontata al Giro dell’anno scorso per arrivare a Risoul e sappiamo tutti come andò a finre quella giornata, con la lotta per la classifica che si riaprì a favore di Nibali dopo il capitombolo di Kruijswijk nella discesa dall’Agnello. Una discesa impegnativa ci sarà anche in questa tappa ed è quella che arriva dopo il Grappa e che ha già visto in passato il corridore messinese in azione, quando al Giro del 2010 staccò tutti proprio nel corso della picchiata per andare a imporsi nella vicina Asolo con 23” di vantaggio sul compagno di squadra Ivan Basso, che poi vincerà quel Giro, e sull’indimenticato Michele Scarponi. Discesa, invece, non ci sarà dopo Foza e quei 15 Km conclusivi disegnati in quota sull’altopiano d’Asiago potrebbero dilatare ancor più i distacchi maturati sull’ultima salita del Giro 2017, mancando una planata vera e propria che consenta ai ritardari più vicini ai primi di tentare di ridurre le distanze.
Il campo base sarà allestito in quel di Pordenone, dal quale si partirà in pianura pedalando in direzione del Veneto, dove si giungerà dopo aver toccato Sacile, cittadina natale di un altro corridore che ci ha lasciati troppo presto – Denis Zanette, scomparso a soli 32 nel 2003 e che ricordiamo vincitore di due tappe alla corsa rosa – ma anche di Giovanni Micheletto, che vinse con l’Atala la Giro del 1912, nell’unica edizione disputata a squadre e non individualmente.
Giunto sulle strade della Marca Trevigiana il percorso della penultima transiterà non distante da Colle Umberto, il piccolo comune dove – per rimanere in tema di natali ciclistici – il primo giorno d’agosto del 1894 nacque Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France imponendosi nel 1924, indossando la maglia gialla ininterrottamente dalla prima all’ultima tappa, e poi ripetendosi l’anno successivo, terzo corridore nella storia ad imporsi in due edizioni consecutive dopo il francese Lucien Petit-Breton (1907-1908) e il belga Philippe Thys (1913-1914). Al Giro partecipò una solta volta, nel 1923, concludendo la corsa rosa al 5° posto, con un ritardo di quasi tre quarti d’ora dal mitico Costante Girardengo e correndo da indipendente, senza legami con nessuna squadra: l’esperienza gli fu utile perché in quell’occasione lo notò il francese Henri Pélissier, che lo inviterà a prendere parte al Tour che sarebbe partito due settimane più tardi, dove vinse la seconda tappa che terminava a Cherbourg, vestì la maglia gialla per sei giorni e alla fine sarà secondo assoluto, a quasi mezz’ora dal vincitore, che fu lo stesso Pélissier.
Continuando a pedalare sul velluto – i primi 37 Km saranno un biliardo perfetto – si giungerà quindi nella terra del Prosecco, che accoglierà il gruppo a Conegliano, cittadina che coniuga l’ebbrezza del vino a quell’arte, con l’affrescata facciata del Duomo, il panoramico castello sul Colle di Giano e le opere di Cima da Conegliano e di Giovanni Bellini, quest’anno protagonista di una mostra allestita presso la pinacoteca comunale di Palazzo Sarcinelli.
Di lì a breve si affronterà la prima delle quattro salite previste dal tracciato, la più corta (1,1 Km) e ripida (media del 12,7%, massima del 18%) del mazzo: è il Muro di Ca’ del Poggio, verticale disegnata tra i vigneti che non farà paura a nessuno a così tanti chilometri dal traguardo e sorprenderà in pochi, conosciuta a molti nel gruppo per essere stata già affrontata in diverse occasioni nel recente passato, sia al Giro, sia al campionato nazionale professionisti del 2010, vinto da Giovanni Visconti.
Si scenderà quindi a Refrontolo, il paese dove viene “spremuto” un delizioso passito DOCG che ebbe l’onore d’esser citato nel “Don Giovanni” di Mozart e dove è possibile ammirare, lungo il corso del torrente Lierza, l’appartato Molinetto della Croda, risalente al XVII secolo e oggi acquistato dal comune che ne ha fatto una sede museale ed espositiva, ospitando tra l’altro l’annuale Mostra internazionale dei presepi.
Raggiunto il vicino centro di Follina – nel quale si trova la cistercense Abbazia di Santa Maria, citata per la prima volta in un documento del 1127 e oggi officiata dall’ordine dei Servi di Maria – si andrà ad affrontare la salita verso il paesino di Combai che, a differenza della precedente, è la più facile tra quelle in programma, al punto che non si troverà nessuno striscione del GPM ad attendere i corridori in cima, una volta percorsi i suoi 5,8 Km al 3,9%. La discesa verso la “capitale del Prosecco”, quella Valdobbiadene che due anni fa ospitò l’arrivo della “wine stage” a cronometro vinta dal bielorusso Vasil’ Kiryenka e nella quale Contador sbaragliò la concorrenza, riporterà in pianura il gruppo che ora pedalerà per un buon tratto in compagnia del corso del Piave, nel punto dove il fiume s’infila nella Stretta di Quero, il corridorio naturale che taglia nel mezzo le Prealpi Bellunesi separando il massiccio del Monte Cesen da quello del Grappa, meta della prossima ascesa. Dovranno scorrere sotto le ruote dei “girini” una buona trentina di chilometri prima di arrivare a quest’appuntamento, che giungerà poco dopo il passaggio per Feltre, cittadina situata all’estremità meridionale dell’area dolomitica, il cui centro storico si stringe attorno alla bellissima Piazza Maggiore, nel 1991 immortalata in alcune scene del film Americano Rosso.
Arriva, dunque, il momento di sorbir la Grappa –il nome del clebre monte nessuna relazione ha con quello della celebre acquavite, che deriva dal “graspo”, ossia dal tralcio d’uva – che i corridori affronteranno dal versante settentrionale, il più chilometrico tra i nove possibili ma anche il meno impegnativo sotto l’aspetto delle pendenze. Quella che si percorrerà nei successivi 50 Km è la “Strada Cadorna”, così chiamata in ricordo del generale Luigi Cadorna, che la fece realizzare tra il 1916 e il 1917 dopo aver intuito che il Monte Grappa sarebbe potuto divenire, come in effetti fu, un importante baluardo per contrastare l’avanzata dell’esercito austro-ungarico. Ricorda quei drammatici e sanguinosi giorni il sacrario militare inaugurato nel 1935 sulla cima più alta del massiccio mentre il nome del generale Cadorna è rimasto a identificare la strada da lui ideata e che per molti decenni rimase priva della copertura d’asfalto. Era ancora sterrata, per esempio, nel 1982, l’ultima volta che il Giro percorse – si era in discesa, però – lo stesso versante dal quale si salirà quest’anno e del quale non conservò un buon ricordo Giuseppe Saronni, che ebbe la sfortuna di incappare in ben sette forature nel volgere di pochi chilometri. Disagi che non s’incontreranno stavolta percorrendo i 24 Km e bruscolini che condurranno dai 333 metri di Caupo allo scollinamento, previsto a 1620 metri di quota nel luogo dove la strada Cadorna si sdoppia e dove i corridori avranno incamerato un dislivello complessivo di 1287 metri: coniugando questi dati ne esce una pendenza media non particolarmente succulenta (5,3%), ma questo valore è mitigato da frequenti contropendenze oltre che dalle numerose variazioni di ritmo delle inclinazioni nei tratti in salita, i più impegnativi dei quali s’incontrano nei primi 10 Km, che salgono al 7% medio e presentano il picco massimo dell’11% subito dopo l’uscita da Caupo, e nella porzione centrale di 3 Km all’8,1%.
I tifosi dello “Squalo dello Stretto” attenderanno con impazienza anche il successivo tratto della Strada Cadorna, quello che in poco più di 25 Km (pendenza media del 5,7%, con un tratto pianeggiante centrale che divide la discesa in due settori più ripidi) condurrà la corsa a Romano d’Ezzellino e che sette anni fa, come rammentavamo in apertura, fu teatro di una delle più belle azioni in discesa di Vincenzo Nibali.
Si ritroverà la pianura nei 13 Km che faranno d’intervallo tra la lezione del Grappa e quella di Foza, durante il quale la corsa s’infilerà nel Canale di Brenta, com’è chiamata quella che geograficamente è la porzione meridionale della Valsugana, politicamente appertenente al Veneto. È su questa stretta valle che prospettano le pendici orientali dell’altopiano d’Asiago, verso il quale sale la scalinata più lunga d’Italia, la Calà del Sasso, 4444 gradini che costituiscono un tracciato lungo quasi 7 Km, realizzato nel XIV secolo e fiancheggiato da una canaletta in pietra calcarea lungo la quale i boscaioli facevano scivolare a valle i tronchi degli alberi tagliati sull’altopiano. Un percorso esattamente inverso e decisamente più agevole dovranno ora compiere i “girini” affrontando la salita – che, a questo punto della corsa, potrebbe comunque rivelarsi un ostacolo non semplice da superare – che da Valstagna conduce alla località di villeggiatura di Foza, centro che dal 1310 al 1807 fece parte della storica Federazione dei Sette Comuni (fu la più piccola tra le federazioni politiche europee e la più antica assieme a quella elvetica). L’abbiamo paragonata a quella che conduce nella stazione invernale di Risoul, che lo scorso anno accolse l’arrivo della terzultima tappa della corsa rosa: l’ascesa francese è più breve di quasi un chilometro rispetto a quella vicentina (14 Km contro 12,8 Km) ma è praticamente identica nella pendenza media (6,7% contro 6,9%) mentre è di un punto percentuale più alta quella massima (11%), in entrambi i casi toccata nella seconda parte dell’ascesa. A essere differente è l’aspetto esteriore perché, se a Risoul si saliva percorrendo un’ampia strada dipartimentale smussata da una decina di agevoli tornanti, qui s’incontreranno una carreggiata nettamente più ristretta e un numero quasi doppio di “tourniquet”, che di solito agevolano la scalata ma che, in queste condizioni e con le energie oramai al lumicino, potrebbero anche sortire l’effetto opposto.
E a quel punto i 15000 metri finali sull’altopiano, all’ombra del famigerato Ortigara sul quale per venti giorni si battagliò “senza il cambio per dismontar”, potrebbero non bastare.
Ta-pum! Ta-pum! Ta-pum!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Mire (220m). Valicata dalla SP 86 tra San Pietro di Feletto e Refrontolo, i corridori l’attraversaranno nel corso della discesa successiva al muro di Ca’ del Poggio

Sella Miane (259 metri). Coincide con l’omonima località.

Colle dei Zanghi (1062 metri), Sella di Pramozet (1089 metri), Sella Pontera (1235 metri), Forcelletto (1271 metri), Sella Prassolan (1378 metri), Sella del Col Zaloppa (1379 metri). Valicati dalla SP 148 “Monte Grappa” (ex SS 141 “Strada Cadorna”) lungo la salita da Caupo al Monte Grappa.

Sella di Foza (1083 metri). Coincide con l’omonima località, quotata 1086 metri sulle cartine del Giro 2017.

Sella Gallio (1093 metri). Coincide con l’omonima località, quotata 1081 metri sulle cartine del Giro 2017.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Duomo di Pordenone

Uno scorcio “veneziano” di Sacile

Colle Umberto, la casa natale di Ottavio Bottecchia

Castello di Conegliano

Refrontolo, Molinetto della Croda

Follina, abbazia di Santa Maria

Il fiume Piave attraversa la Stretta di Quero

Piazza Maggiore di Feltre colta dall’occhio della macchina da presa nel 1991, durante le riprese di ‘’Americano Rosso’’ (www.davinotti.com)

Piazza Maggiore di Feltre colta dall’occhio della macchina da presa nel 1991, durante le riprese di ‘’Americano Rosso’’ (www.davinotti.com)

Piazza Maggiore di Feltre colta dall’occhio della macchina da presa nel 1991, durante le riprese di ‘’Americano Rosso’’ (www.davinotti.com)

Uno degli ultimi tratti della Strada Cadorna verso lo scollinamento del Monte Grappa

Il sacrario militare del Monte Grappa

Valstagna, il paese sul fiume Brenta dal quale ha inizio la salita verso Foza

Un gruppo di escursionisti percorre la Calà del Sasso (Panoramio)

Un gruppo di escursionisti percorre la Calà del Sasso (Panoramio)

Un gruppo di escursionisti percorre la Calà del Sasso

Uno dei tornanti della salita verso Foza

Il sacrario del Leiten ad Asiago e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

Il sacrario del Leiten ad Asiago e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

FORTEPIANO A PIANCAVALLO: LA RUOTA GIRA, LE GAMBE NON TANTO

maggio 27, 2017 by Redazione  
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Sorprese ed emozioni in una tappa che senza un Pantani in gruppo prometteva poco. Vince finalmente Mikel Landa, Dumoulin cede la rosa a Quintana (ma per ora resta ben a tiro di cronometro).

Il mondo gira come una ruota di bicicletta, e a Piancavallo non mancano le sorprese, in una tappa un po’ scarabocchiata e che sembra fuori posto nella terza settimana. Il tracciato non era di quelli che ti mandano in fibrillazione già alla vigilia, con un’unica salita finale di spicco, preceduta da tantissima pianura e quella Sella Chianzutan quasi simbolica, così come solo simbolico pareva il nome di Sappada; Piancavallo, poi, come salita – alla pari di Oropa – brilla soprattutto per la luce riflessa del fulgore pantaniano, ma è tutt’altro che esente da difetti: lo sforzo, per lo meno, è più prolungato che a Oropa, ma un finale morbido prelude a tatticismi, rientri, giochi di squadra e quantomeno sconsiglia assalti all’arma bianca nel tratto più aspro, dove la strada larga e dritta consente pure un prolungato contatto visivo. Niente assalti a meno di chiamarsi Pantani, chiaro, ma di Pantani non se ne vedono all’orizzonte (e poi perfino il Pirata, pur attaccando a oltre 10 km dall’arrivo, non prese mai più di 30” su Tonkov, Zülle o Guerini, con i primi due in pericolosa rimonta nel facile tratto finale).

Da subito se ne va una bella fuga, con oltre una dozzina di uomini di parecchie squadre, insomma può subentrare in gruppo una certa tranquillità. E qui si insinua il germe della battaglia imminente, con una maglia rosa apparsa già nel dopotappa di ieri fin troppo investita di una certa sicumera, che traspariva ad esempio dall’invito a Nibali e Quintana a difendere il podio, ancor più che dal poco cortese auspicio di vederglielo perdere per non aver collaborato con il padrone della corsa. Ma Nibali e Quintana di podi nei Grandi Giri, tra i quali diverse vittorie ciascuno, ne raccolgono uno o due all’anno, pressoché sistematicamente ogni stagione che gli dei del ciclismo mandano in terra fin da età più tenere di quella che ha Dumoulin ora. Nibali parlerà di karma, ma anche la buona vecchia hybris si affaccia sulla scena. Viene da pensare a quella memorabile scena di “Ogni maledetta Domenica” in cui il talentuoso e giovanissimo quarterback emergente viene lasciato scoperto dai compagni in un memorabile match giocato nella tormenta, tanto perché si renda conto che in un ambiente complesso nessuno può considerarsi un fenomeno autarchico e autocrata.
In questo caso il castigo prende il retrogusto della beffa perché avviene in quel di Sappada, teatro del mitico tradimento di Roche a Visentini, che si considera, a torto o a ragione, la pugnalata alle spalle fra compagni di squadra per eccellenza: e allo scollinamento è proprio la squadra della maglia rosa, che guida il gruppo, ad aprire il gas, allungando e spezzando un peloton che spanciava mollemente. Il loro leader, però, è in fondo al gruppo, intento a chiaccherare amabilmente con il vincitore di ieri Van Garderen, pensando chissà mai a procacciarsi un gregario di lusso. La Movistar coglie al volo l’incongruenza e si mette in testa pancia a terra: intuito e prontezza di spirito per una squadra che solo ieri è apparsa tatticamente rivedibile e che queste distrazioni, in passato, le ha pagate sulla propria pelle, specie con Valverde. Si assommano la Bahrein-Merida di Nibali, e poi la Katusha di Zakarin, la FDJ di Pinot, la maggior parte dell’alta classifica vigilava ovviamente in testa al gruppone e ora collabora per condannare la debole Sunweb di Dumoulin ad un duro inseguimento.

Va qui aperta una parentesi sulla “fake news”, diffusa per errore o ad arte, a quanto pare dal General Manager stesso della Sunweb, Spekenbrink, a proposito delle circostanze dell’attacco: la voce incontrollata sostiene che l’attacco sia avvenuto quando il buon Tom era in pausa fisiologica, ma non, come l’altro giorno, a causa di un evento eccezionale e infausto imputabile a suoi errori di alimentazione o cedimenti fisici, no! La vigliaccata l’avrebbero orchestrata gli infidi ispanici durante la normalissima “pausa pipì” che nelle fasi di stanca della tappa è un evento obbligato e collettivamente rispettato (a Valverde ne fecero pagare cara una, però, ma allora nessuno si scandalizzò).
Insistiamo: una notizia falsissima, priva di fondamento alcuno, come poi dimostreranno le immagini registrate della gara e come poi ribadiranno le parole di un’altra ammiraglia Sunweb e dello stesso Dumoulin. Ma – come in ogni buona finzione – si sprecano i dettagli di colore, con il campione spagnolo Rojas accusato di essere la spia che avrebbe tallonato Tom per avvisare via radio i compari del momento esatto in cui perpetrare il blitz. Figuriamoci, dopo tutte le inopinate litanie sul fair play causate dal “pupù-gate” dello Stelvio i commentatori in rete si scatenano finché durano l’azione – e la confusione. A bocce ferme si tratterà di capire chi ha generato l’errore e perché. Già nella Vuelta 2015, e lì pure alla terzultima tappa (alla faccia della coincidenza!), la stessa squadra – e in difesa dello stesso Dumoulin, pure allora in maglia di leader – si lanciò in accuse ad Aru di aver ricevuto dal compagno Astana Luis León Sánchez un vietatissimo “cambio all’americana”, spergiurando di aver testimoni visivi del fattaccio. Che le immagini TV dimostrarono poi non essere mai avvenuto.
Chi invoca il fair play dovrebbe farsi qualche bella domanda. Naturalmente può essere che Spekenbrink sia stato “frainteso” – questa la miserella spiegazione ufficiale – dai giornalisti di Eurosport internazionale, che però di solito le lingue le sanno meglio della gran parte dei nostri, poco poliglotti, giornalisti RAI (salvo qualche nuovo acquisto). Può anche essere che i suoi corridori gli abbiano passato questa versione per salvarsi da una epica lavata di capo. Fatto sta che sia la storia sia la giustificazione poi addotta puzzano parecchio, tanto più che hanno implicato un enorme danno di immagine alle altre squadre e al Giro stesso, rafforzando oltretutto una preesistente e distorta immagine di “Movistar cattiva”, “Nibali cattivo” che, per ovvie ragioni di rivalità, molte testate anglosassoni diffondono irresponsabilmente.

Ma torniamo in gara, perché la gara si fa davvero appassionante, con le quattro formazioni di cui sopra a tirare in testa, la Sunweb dietro, coadiuvata dalla Orica di Yates, per proteggere la classifica pur non altissima, dalla UAE Emirates, per proteggere la fuga (sì, perché la fuga di 14 è ancora davanti e rischia di essere travolta dall’impeto degli inseguitori di alta classifica), dalla Lotto di Kruijswijk, dalla Trek di Mollema, come già sullo Stelvio alleata preziossima del connazionale del proprio capitano.
Il distacco resta attorno al minuto, davanti come dietro i gregari si bruciano come cerini, e quell’apparentemente futile Sella Chianzutan buttata lì con 50 km veloci prima e altrettanti dopo diventa il cardine del Giro d’Italia tutto: se infatti il ricongiungimento non avviene lì, dopo si resta senza gregari e quindi i capitani dovranno tirare tanto davanti come dietro, a tutto discapito di chi insegue che dovrà poi, con energie parimenti compromesse e molte più ansie, affrontare ad handicap l’ascesa finale. Tutti ne sono consci, e da dietro ci si riporta a mezzo minuto all’imbocco della salita. Ben presto si materializza la sfida, e la chiave di volta è il giovane Adam Yates che con una decisa progressione riporta il gruppetto con la maglia rosa, ormai ridosso all’osso, sui primi. Tutto annullato, tutto da rifare.

La fuga, che era stata ripresa frattanto, si rigenera con una buona parte dei medesimi elementi che già la componevano, evidentemente mentalizzati in tal senso, e qualche aggiunta di rilievo: Visconti, gregario di Nibali, e Rojas, per Quintana, che si unisce a Herrada. E poi Landa per la Sky e Luisle Sánchez per l’Astana (proprio un paio di protagonisti delle fantasiose invenzioni del team Giant o Sunweb!). C’è ancora Rui Costa, pezzo forte della prima fuga, alla cui protezione aveva lavorato la sua UAE Emirates. Il gruppo boccheggiante prende fiato e lascia fare, così ci troviamo con la tipica situazione di “due corse nella corsa”. Cominciamo dalla gara per la tappa, in mano ai fuggitivi.

L’uomo Astana prova giustamente ad anticipare in pianura e accumula col francese Molard quasi un minuto di vantaggio, ma quando le pendenze cominciano a fare male si pianta ineluttabilmente e viene ripreso e saltato da un intraprendente Rui Costa, a propria volta – la ruota gira – ribaltato nello stesso modo da Mikel Landa, al terzo tentativo su tre tapponi alpini! Secondo nei precedenti due, in entrambi i casi perdendo la volatina, stavolta ha ben chiaro che deve arrivare solo, e ce la mette tutta scavando ben presto un solco incolmabile che lo possa tutelare negli ultimi km pianeggianti. Il piano è coronato da successo e Mikel, enorme protagonista sulle montagne dopo lo sciagurato scontro con la moto ai piedi del Blockhaus, può dedicare in lacrime la vittoria all’amico Scarponi. Maglia blu di miglior scalatore che raramente fu altrettanto meritata nei Grandi Giri recenti (e vediamo se dopo aver ripristinato il ciclamino per quella a punti torna il verde per le montagne).
Secondo Rui Costa, pure lui collezionista di secondi posti in serie, bravo ma sfortunato, e ormai a corto di occasioni, terzo è Rolland, di nuovo alla ventura dopo la bella vittoria dell’altro giorno, che gli fornì l’occasione per farcelo tifare un po’ di più col racconto del risveglio spontaneo, senza sveglia, all’alba dello Stelvio, per l’emozione di un ciclismo fatto di strade epiche e fughe senza l’occhio sul potenziometro.

A proposito… veniamo agli uomini di classifica. La Movistar predispone i propri uomini, quelli rimasti in gruppo e pian piano quelli ripresi dalla fuga, per impostare un ritmo alto, che immediatamente respinge Dumoulin nella parte arretrata del gruppo nemmeno poi tanto selezionato. Le gambe sono dure per tutti, dopo quella seconda ora di gara a velocità folli, e i gregari del team spagnolo non possono spingere con troppa veemenza, anche se poi i numeri ci diranno che il passo è stato sostenuto. Dumoulin fa l’elastico, la maglia rosa orbita in fondo alla fila o di poco staccata, poi staccata di netto: il sospetto di un bluff o del solito “salire del proprio” inizia a diventare meno realistico. Il compagno Geschke è fondamentale per evitare il naufragio, che peraltro non è propiziato da chissà che andature là davanti.

Finiscono i Movistar e subentra Pellizotti: il pur bravissimo corridore è un po’ attempato e anche con una gran prestazione non si può dire che sgombri il campo. La maglia rosa pencola là dietro, spesso in vista, i migliori restano in dieci, una dozzina quando recuperano elementi dell’avanscoperta. Ma tra i grandi non si vedono quegli scatti che farebbero pensare a una volontà di dare il colpo di grazie. Però forse più che la volontà manca la possibilità, o magari prevale il timore di spendere tante energie per poi vedersi riavvicinati dalla piccola muta di inseguitori nel facile tratto finale. Visconti viene ripreso ed è di scarsissimo aiuto: sembra dare una tirata fin troppo baldanzosa, che nessuno segue, e poi si stacca nel momento del massimo bisogno, il finale! Domani è l’ultima chance, per lui, di dimostrare che è votato alla causa di Nibali più che alle proprie ambizioni di tappa. Pellizotti è invece monumentale… finisce il lavoro, molla, ma poi rifiata e si mette di nuovo in testa, a fronte dell’impasse tra i capitani. Quando mancano 3 km di salita vera, e circa quattro di falsopiani, allunga secco un coraggiosissimo Pinot, già ieri brillante nel finale dopo aver corso in difesa durante la tappa e dopo i tentennamenti sui grandi dislivelli dello Stelvio. Non lo prenderanno più fino alla fine, ma purtroppo si conferma che il conservatorismo non era privo di logica: lo sforzo intenso e solitario gli vale tra i 6” e i 15” rispetto ai più immediati inseguitori. Poca roba… a meno che non si rivelino domenica quelli che gli fanno vincere il Giro! Bravo lo stesso.
Nibali e Quintana si marcano, pochi i timidi accenni di allungo ma l’unico sussulto è un salto di catena di Nairo, dopo il quale il colombiano si fionda sui primi con una rapidità sorprendente: ci è o ci fa? Ne ha o non ne ha? O è stata solo la botta di adrenalina di un momento ad accendere la scintilla nelle gambe?
La corsa si trascina stancamente fino al finale, con Dumoulin dietro in crescente difficoltà (brutto segno vederlo patire proprio in piano, dove solo ieri pareva poter sfasciare tutti – a meno che non fosse pure quello un bluff!).
Zakarin, corsaro degli ultimi km allunga e infligge una decina di secondi al resto, con molto meno sforzo che Pinot peraltro, e assieme lui c’è Pozzovivo, che marca strettissimo il russo con cui lotta per la top 5. Ma tutti e due sono a meno di 90” dalla maglia rosa, dunque a tiro di sorpresona nella classifica finale.
Nibali è sembrato il più in affanno nel finale, saltato anche da Yates e Jungels che duellano per la maglia bianca, arriva assieme a Mollema e al bravissimo e sorprendente ceco Hirt della CCC, in evidenza con la fuga sullo Stelvio e oggi aggrappato ai migliori. Ma parliamo di pochi secondi, anche se, come dicevamo per Pinot, in questa situazione potrebbero essere cruciali.

Poche bordate, è una guerra di trincea. Incursioni, ore al macero contro le mitragliatrici in pianura, poi lottare centimentro a centimetro col sacrificio dei gregari. Niente cariche di cavalleria, più “piano” che “a cavallo” insomma. Inganni, bluff, attese, sorprese, “the fog of the war” insomma. Tutti lì, tutti vicini, e nemmeno si capisce se è perché vanno tutti forte, in fondo al Giro più facile da una dozzina di anni a questa parte, oppure se è perché vanno tutti piano, siccome in un Giro facile si pesta dentro con medie alte e poi la gamba piange, soprattutto quando di colpo compare la salita.
Domani, nel degno scenario del Grappa, può succedere di tutto, un premio al coraggio di chi allunga mentre gli altri si guardano, o un ricompattamento in quel di Asiago con la pace dell’Altipiano a premiare i potenti passisti. Anche se, è comunque chiaro, la lunga e piattissima crono di Milano regala un pesante bonus, un vero bombardamento a tappeto, a chi saprà sfruttarla.

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO

1 Mikel Landa (Spa) Team Sky 4:53:00
2 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:01:49
3 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:01:54
4 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:02:12
5 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:03:06
6 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:03:51
7 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
8 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 0:05:05
9 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
10 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 0:06:44
11 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:08:09
12 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:08:15
13 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin
14 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:08:21
15 Adam Yates (GBr) Orica-Scott
16 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
17 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:08:23
18 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
19 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice
20 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 0:08:58
21 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 0:09:18
22 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:09:30
23 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
24 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
25 Jose Rojas (Spa) Movistar Team
26 Rudy Molard (Fra) FDJ 0:09:41
27 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 0:09:56
28 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:10:41
29 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates
30 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo
31 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:10:58
32 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 0:11:47
33 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
34 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:12:08
35 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
36 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
37 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 0:12:41
38 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:13:16
39 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 0:13:41
40 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:13:59
41 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
42 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
43 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
44 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
45 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:16:05
46 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
47 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:17:12
48 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:19:26
49 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
50 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team
51 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team
52 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
53 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
54 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 0:19:38
55 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 0:20:59
56 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin
57 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
58 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 0:22:31
59 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida
60 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
61 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:23:23
62 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
63 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
64 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
65 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott
66 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
67 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
68 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
69 Steve Morabito (Swi) FDJ
70 Jérémy Roy (Fra) FDJ
71 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
72 Igor Anton (Spa) Dimension Data
73 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
74 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
75 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
76 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
77 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
78 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
79 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
80 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
81 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
82 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 0:23:28
83 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 0:25:12
84 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
85 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 0:25:41
86 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
87 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:26:23
88 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 0:28:11
89 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
90 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
91 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
92 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
93 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
94 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
95 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
96 Diego Rosa (Ita) Team Sky
97 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
98 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
99 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
100 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
101 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
102 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
103 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
104 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
105 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
106 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
107 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
108 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
109 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
110 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
111 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
112 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
113 Philip Deignan (Irl) Team Sky
114 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
115 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
116 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
117 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
118 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
119 Chad Haga (USA) Team Sunweb
120 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates
121 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
122 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
123 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
124 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
125 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
126 Michal Golas (Pol) Team Sky
127 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
128 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
129 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
130 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
131 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
132 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
133 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
134 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
135 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
136 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb
137 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
138 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
139 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
140 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
141 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
142 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
143 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
144 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
145 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
146 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
147 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
148 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
149 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team
150 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
151 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
152 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
153 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
154 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
155 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
156 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott
157 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
158 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 0:29:54
159 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
160 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
161 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
162 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
163 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
164 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 0:30:25

CLASSIFICA GENERALE

1 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 85:02:40
2 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:00:38
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:00:43
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:53
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:01:21
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:01:30
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:02:48
8 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:06:35
9 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:07:03
10 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:07:37
11 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:08:37
12 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:14:13
13 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:14:32
14 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:17:38
15 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:19:15
16 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:26:04
17 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:31:44
18 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:32:39
19 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:33:22
20 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:33:37
21 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:45:09
22 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:50:19
23 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:56:04
24 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:56:13
25 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:57:13
26 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:57:39
27 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 1:09:59
28 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 1:10:46
29 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 1:20:17
30 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:21:19
31 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:23:26
32 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:26:02
33 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:26:14
34 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:27:15
35 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 1:28:04
36 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 1:29:00
37 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 1:30:18
38 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:34:20
39 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:34:34
40 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:38:24
41 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 1:39:57
42 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:40:41
43 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:47:08
44 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:53:49
45 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:55:26
46 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:57:06
47 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:57:16
48 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:57:24
49 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:57:57
50 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:58:43
51 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:58:45
52 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 2:01:22
53 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 2:02:35
54 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 2:05:48
55 Igor Anton (Spa) Dimension Data 2:11:24
56 Steve Morabito (Swi) FDJ 2:12:47
57 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 2:13:40
58 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 2:15:32
59 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:16:10
60 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 2:18:38
61 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 2:19:20
62 Diego Rosa (Ita) Team Sky 2:19:47
63 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 2:20:52
64 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 2:22:47
65 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 2:24:29
66 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 2:26:32
67 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 2:28:00
68 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 2:32:30
69 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 2:33:38
70 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 2:36:53
71 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:37:54
72 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:41:39
73 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:42:45
74 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:48:11
75 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:48:52
76 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:49:18
77 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:49:35
78 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 2:49:47
79 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 2:50:04
80 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:52:36
81 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 2:52:58
82 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:54:11
83 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:55:26
84 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 3:01:06
85 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 3:02:25
86 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 3:05:40
87 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 3:06:56
88 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 3:08:04
89 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 3:08:11
90 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 3:09:36
91 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 3:10:29
92 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:12:34
93 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 3:13:56
94 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:14:07
95 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 3:17:03
96 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:17:41
97 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 3:18:11
98 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 3:18:32
99 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:24:00
100 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 3:28:24
101 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 3:29:41
102 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 3:30:29
103 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 3:32:34
104 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 3:32:49
105 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 3:34:16
106 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 3:35:27
107 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 3:35:49
108 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 3:35:56
109 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 3:36:38
110 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 3:38:02
111 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 3:39:16
112 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 3:40:39
113 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:41:59
114 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:42:08
115 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 3:42:32
116 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 3:42:59
117 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 3:43:09
118 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:43:58
119 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:44:13
120 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 3:44:32
121 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:45:33
122 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 3:45:46
123 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:46:26
124 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 3:46:45
125 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 3:46:46
126 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 3:47:32
127 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 3:50:46
128 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:51:56
129 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 3:51:57
130 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 3:52:35
131 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:53:06
132 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:54:01
133 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:54:29
134 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:56:44
135 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 3:56:52
136 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:56:54
137 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:00:10
138 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 4:00:49
139 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 4:01:01
140 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 4:01:59
141 Michal Golas (Pol) Team Sky 4:02:12
142 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 4:02:18
143 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 4:02:54
144 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 4:04:08
145 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 4:04:59
146 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 4:08:18
147 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 4:13:47
148 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:19:11
149 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 4:19:23
150 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 4:23:10
151 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 4:24:06
152 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 4:24:19
153 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 4:24:25
154 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 4:25:48
155 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 4:26:07
156 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 4:27:07
157 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 4:27:32
158 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 4:31:44
159 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 4:32:43
160 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:34:43
161 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 4:41:19
162 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 4:45:58
163 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:50:07
164 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 5:09:28

Mentre alla sue spalle si ridefinisce la classifica del Giro, lo spagnolo Landa vola finalmente a conquistare lagognato successo di tappa da dedicare a Scarponi (Getty Images Sport)

Mentre alla sue spalle si ridefinisce la classifica del Giro, lo spagnolo Landa vola finalmente a conquistare l'agognato successo di tappa da dedicare a Scarponi (Getty Images Sport)

SAN CANDIDO – PIANCAVALLO: AL GALOPPO SULLE TRACCE DEL PIRATA

maggio 26, 2017 by Redazione  
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L’ultimo arrivo in salita del Giro ricondurrà la corsa a Piancavallo, dove nel 1998 Marco Pantani vinse una frazione della corsa rosa. Se il “Pirata” riuscì a lasciare il segno al termine d’una tappa disputata al quattordicesimo giorno di gara e caratterizzata dalla sola ascesa finale, anche gli scalatori in gara quest’anno avranno eguali opportunità, accresciute dal fatto che la frazione è leggermente più impegnativa e arriva in fin di Giro, quando le energie sono oramai in declino.

Ci sono luoghi che sono fortemente incardinati al ricordo di un corridore, soprattutto se questo se ne è andato troppo presto. È successo con Coppi, è successo con Pantani e accadrà anche con Michele Scarponi, del quale rimarrà incisa negli annali, per esempio, la vittoria nell’edizione 2009 della Tirreno-Adriatico, conseguita nella tappa che terminava a Camerino e che prevedeva la salita al Sasso Tetto, che appare già predestinata a entrare nella storia del ciclismo come “Cima Scarponi”. Il campionissimo, invece, ha legato il suo nome non a un solo colle ma a tanti passi, tutti quelli che dal 1965 a oggi si sono fregiati del titolo di “Cima Coppi”, assegnato anno per anno alla salita più elevata del Giro, anche se per antonomasia questo colle è e rimarrà il Passo dello Stelvio. Pantani, invece, non ha mai avuto una salita a lui espressamente dedicata, ma solo perché ci sarebbe l’imbarazzo della scelta; potrebbe meritarsi il titolo di “Cima Pantani” il Mortirolo ma anche Oropa, Plan di Montecampione o l’Alpe di Pampeago… o, perché no, la meno blasonata ascesa verso Piancavallo, l’unica stazione invernale della provincia di Pordenone, dove il “Pirata” si impose il 30 maggio del 1998, al termine della 14a tappa del Giro che vinse, e dove la corsa rosa farà ritorno 19 anni dopo (e sembrano storie dell’altro ieri). La tappa, sulla carta, non sembra delle più “potenti”, ma il suo grafico non particolarmente estremo se riletto alla luce della frazione del 1998 appare in una diversa prospettiva. Se lo scalatore romagnolo riuscì a distanziare i più quotati avversari, anche se non di moltissimo (Tonkov e Zülle giunsero al traguardo con 13” di ritardo), al termine di una tappa che presentava la sola ascesa finale dopo un percorso totalmente pianeggiante, la stessa possibilità l’avranno gli scalatori in gara al Giro del 2017, che affronteranno l’ascesa di Piancavallo in fondo ad frazione altimetricamente più movimentata e, soprattutto, collocata non al quattordicesimo giorno di gara ma a sole 48 ore della conclusione della corsa, in un momento nel quale le energie sono in declino. Dunque, potrebbero essere ben maggiori di quei 13 secondi i distacchi che si segnaleranno al termine di una salita che, quando venne a vederla in sopralluogo nella primavera del 1998, il russo Berzin paragonò all’Alpe d’Huez. Un parallelo solo apparentemente irriverente perché le due salite presentano diversi punti di contatto: simili sono la lunghezza, la pendenza media complessiva ed anche la “struttura” della strada d’accesso, ampia e smussata da tornanti (se ne incontrano complessivamente 14), con la salita che, in entrambi i casi, si presenta impegnativa all’inizio per poi perdere pian piano mordente nella fase conclusiva fino a scomparire letteralmente nei 2000 metri conclusivi.
La penultima tappa di montagna del Giro n° 100 scatterà dall’estremità orientale dell’Alto Adige, da quella San Candido che è una località dal nome caro all’appassionato di sport e di ciclismo (come non pensare all’indimenticato Cannavò), in questo caso derivato da quello del santo patrono, al quale è dedicata la locale collegiata, considerata dagli studiosi d’arte il più importante monumento romanico della provincia di Bolzano. Partenza, dunque, in mezzo alle montagne e, in effetti, la tappa subito debutterà in salita verso i 1636 metri del Passo di Monte Croce di Comelico, tetto della tappa che si raggiungerà al termine di un’ascesa non particolarmente impegnativa (7,9 Km al 4,3%) con la quale si abbandonerà l’area dolomitica per passare nel settore delle Alpi Carniche. Attraversato in discesa il Comelico, vallata che nel 1892 fu decantata in versi da Carducci nella poesia “Cadore” (“di borgate sparso nascose tra i pini e gli abeti
tutto il verde Comelico”
), si andrà subito ad affrontare un’altra salita, ancor più pedalabile della precedente, che avrà come meta il paese di Sappada, località di sport invernali situata ai piedi del Monte Peralba, sul quale ha le sorgenti il fiume Piave, e conosciuta per essere un’isola linguista germanofona, venutasi a formare sin dall’XI secolo quando in quest’angolo del Veneto si stabilirono alcune famiglie provenienti dal paesino austriaco di Innervillgraten, che ricordiamo sede di tappa al recente Tour of the Alps, dove vi s’impose l’australiano Rohan Dennis. Sappada ha, però, legato il suo nome all’episodio che fu la chiave di volta del Giro d’Italia del 1987, rimasto nella storia come “tradimento di Sappada” perché ordito dall’irlandese Stephen Roche ai danni della maglia rosa Roberto Visentini, attaccato nel corso della tappa dal compagno di squadra e andato incontro prima a una crisi fisica e poi a un’altra di nervi, che lo portarono a tagliare il traguardo con quasi sette minuti di ritardo, mentre Roche riprendeva quelle insegne del comando che aveva dovuto cedere al suo capitano qualche giorno prima, dopo la cronoscalata di San Marino. Il “fattaccio” iniziò lungo la discesa della Forca di Monte Rest per poi concretizzarsi sull’ascesa finale di Cima Sappada, percorrendo la strada che ora i “girini” solcheranno in discesa, entrata la corsa in Friuli-Venezia Giulia, verso i Piani di Luzza, dove si trova il Centro Biathlon, secondo stadio internazionale d’Italia per la pratica di questo sport e dello sci di fondo, presso il quale si sono svolti, tra le altre manifestazioni, i mondiali di biathlon estivo nel 2003 e alcune gare delle Universiadi invernali nello stesso anno. Siamo nel comune di Forni Avoltri, il centro di villeggiatura della Val Degano del quale sono originari gli antenati di Gore Vidal, lo scrittore statunitense scomparso nel 2012 che è principalmente ricordato per aver scritto le sceneggiature di film celebri come “Ben Hur” e “Improvvisamente l’estate scorsa”.
La discesa terminerà alle porte di Ovaro, il piccolo paesino il cui nome è particolarmente “temuto” dai partecipanti ai Giri d’Italia (ma non sarà il caso di questa edizione) perché è da questo centro – nel cui territorio si trova il principale edificio religioso della valle, la pieve di Gorto – che ha inizio il ripidissimo versante ovest del Monte Zoncolan, affrontato in quattro occasioni alla corsa rosa e che è già nelle “trame” che sta ordendo Enzo Cainero, disegnatore delle frazioni friulane del Giro, il quale vorrebbe riproporlo agli organizzatori nel 2018, stavolta abbinandolo all’inedito e non meno impegnativo versante che sale da Priola. Stavolta nessun sesto grado attenderà i “girini” che continueranno dolcemente a “scivolare” in direzione di Villa Santina – qui, in frazione Invillino, si trova un’altra interessante pieve, dedicata a Santa Maria Maddalena – dove il percorso della 19a frazione giungerà nella valle del principale fiume friulano, il Tagliamento, le cui sorgenti si trovano presso il non lontano Passo della Mauria, altro storico valico della corsa rosa, che è stato Gran Premio della Montagna in 14 occasioni e qui ci limitiamo a ricordare i passaggi in vetta degli eterni rivali Coppi e Bartali, rispettivamente nel 1946 e nel 1947. Non sarà questa la prossima salita che dovranno affrontare i corridori che, percorsi una decina di chilometri di pianura e attraversato il centro di Tolmezzo, si dirigeranno verso i 955 metri della Sella Chianzutan (11,8 Km al 6,1%), sfiorando a inizio ascesa il lago artificiale di Verzegnis, bacino creato nel 1957 dalla SADE, la società elettrica privata nota per aver progettato la diga del Vajont. Nel corso della successiva discesa si percorrerà la stretta ma spettacolare Val d’Arzino, che prende il nome dal torrente che l’attraversa e che si restringe ulteriormente nel tratto denominato “canale di San Francesco”, all’uscita dal quale si tornerà alla “luce” della pianura che accompagnerà i corridori nei seguenti 40 Km, sino ai piedi dell’ascesa finale. All’inizio di questo tratto si toccherà il centro di Pinzano – non distante dal ponte sul Tagliamento che alla fine degli anni ’60 prese il posto di un precedente manufatto travolto da una piena e che a sua volta aveva sostituito quello fatto saltare dagli alpini nel tentativo di fermare gli austriaci durante la disastrosa battaglia di Caporetto – poi si giungerà a Sequals, il paese del celebre pugile Primo Carnera, che qui nacque il 25 ottobre del 1906 e che vi morì il 29 giugno del 1967 – altro anniversario da ricordare nell’anno del centesimo Giro, trascorsi esattamente 50 anni – circa un mese dopo il suo definitivo rientro in patria dagli Stati Uniti, dei quali era divenuto cittadino dieci anni prima, desideroso di trascorrere i suoi ultimi giorni di vita, gravemente malato di cirrosi epatica, nella sua terra natale.
Fattosi più filante il percorso giungerà sulle strade di Maniago – la “città del coltello” per via delle numerose coltellerie artigiane che vi sono presenti sin dal medioevo – nel cui territorio sarà nel 1971 costituito il comune di Vajont, uno dei più piccoli d’Italia, creato per ospitare gli abitanti di Erto e Casso, sfollato in seguito all’inondazione provocata dalla frana precipitata dal Monte Toc nel sottostante lago. Qui, all’interno di un parco, è esposto un moncone della diga fittizia che fu realizzato nel 2001 quando fu girato l’omonimo film dedicato al quei tragici fatti. Compiuto un lungo “traversone” in direzione ovest, il tracciato della tappa cambierà bruscamente direzione dopo il passaggio da Montereale Valcellina, centro situato nel luogo dove “sfocia” nella pianura friulana la valle del torrente Cellina, non lontano dallo spettacolare orrido che dal 1906 al 1992, l’anno della dismissione da parte dell’ANAS, era percorribile in auto lungo un’impressione strada letteralmente scavata in trincea nella roccia. A questo punto la corsa virerà verso sud, correndo in quest’ultimo tratto di pianura rasente le pendici del Monte Cavallo e toccando la località di Malnisio, presso la quale si trova l’ex centrale “Antonio Pitter”, oggi convertita in museo scientifico e che ebbe l’onore d’esser stata la prima a illuminare Piazza San Marco a Venezia: è l’occasione ideale per far memoria anche della più bizzarra tappa partorita dal genio di Vincenzo Torriani che, dopo averci provato una priva volta nel 1963 senza riuscirvi, nel 1978 ottenne di far terminare una tappa a cronometro del Giro nel cuore della città lagunare, frazione che sarà vinta da Giuseppe Saronni.
Una breve e dolce discesina porrà, infine, termine alla lunga attesa dell’ascesa finale, planando verso il centro di Aviano, principalmente conosciuto per la presenza di una base aerea di proprietà dell’Aeronautica Militare, utilizzata come struttura d’appoggio dalla NATO. Ma ora a decollare verso il cielo saranno solo i “caccia” a pedali, pronti a ricalcare le rotte che, un caldo pomeriggio di quasi vent’anni fa, furono vittoriosamente solcate dal Pirata di Cesenatico.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Monte Croce di Comelico (1636 metri). E’ attraversato dalla SS 52 “Carnica”, tra i centri di Sesto e Comelico Superiore. Chiamato in tedesco Kreuzbergpass, vi transita anche il confine tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto e quello tra le Dolomiti e le Alpi Carniche. Il Giro d’Italia l’ha finora scalato sei volte: conquistatori di questa cima sono stati Fausto Coppi nel 1948 (tappa Auronzo di Cadore – Cortina d’Ampezzo, vinta proprio dal “campionissimo”), il belga Martin Van Den Bossche nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, Michele Dancelli), il britannico Robert Millar nel 1987 (Sappada – Canazei, Johan van der Velde), lo spagnolo Jon Unzaga nel 1990 (Velden – Dobbiaco, Eric Boyer), Fortunato Baliani nel 2007 (Lienz – Monte Zoncolan, Gilberto Simoni) e Gianluca Brambilla nel 2011 (Lienz – Monte Zoncolan, Igor Antón)

Valico di Cima Sappada (1276 metri). Erbosa sella spartiacque tra le valli del Piave e del Torrente Degano, vi transita la SS 355 “di Val Degano” che mette in comunicazione Sappada con Forni Avoltri. Il confine regionale passa alcune centinaia di metri sotto il passo, sul quale sorge la località di sport invernali di Cima Sappada, la più orientale del Veneto. Sull’atlante stradale del TCI è quotato 1286 metri, sulle cartine del Giro 2017 1296 metri. Il Giro l’ha affrontato due volte come GPM, la prima nel citato precedente del “tradimento di Sappada” del 1987 (tappa Lido di Jesolo – Sappada, vinta dall’olandese Johan van der Velde che transitò per primo anche in vetta alla salita) e la seconda nel 1990 nel corso della tappa Velden-Dobbiaco vinta da Boyer (primo a Cima Sappada Bruno Leali). Quest’anno la salita sarà semplicemente valida come traguardo volante, come avvenne anche nella tappa dello Zoncolan del 2011, quando lo sprint di Sappada fu vinto da Paolo Bettini.

Sella Chianzutan (954 metri). Valico prativo aperto tra i monti Piombada e Verzegnis, vi transita la SP 1 tra Verzegnis e la località Pozzis. Quotata 955 sulle cartine ufficiali del Giro 2017, è stato affrontato nel 2010 durante la tappa partita da Mestre e terminata sullo Zoncolan con il successo di Ivan Basso: a tagliare per primo la linea d’arrivo del GPM della Sella Chianzutan fu il francese Ludovic Turpin

Sella Pian del Cavallo (1277 metri). Vi sorge la stazione di sport invernali di Piancavallo, sede dell’arrivo.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

La collegiata di San Candido e sullo sfondo le Dolomiti, che oggi il Giro saluterà

Passo di Monte Croce di Comelico

La cappella dedicata a Sant’Antonio in Borgata Bach a Sappada; è l’edificio di culto più antico del centro veneto

Lo stadio del biathlon ai Piani di Luzza di Forni Avoltri

Ovaro, Pieve di Gorto

Invillino (Villa Santina), Pieve di Santa Maria Maddalena

Lago di Verzegnis

La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile


La diga del Vajont come apparte nell’omonimo film del 2001 e un moncone della diga che fu costruita appositamente per le riprese, esposto in un parco del comune pordenonese di Vajont (www.davinotti.com)

Un tratto della dismessa strada che attraversava l’orrido della Valcellina

L’ex centrale di Malnisio

La base NATO di Aviano e, sullo sfondo, le montagne sulle quale sorge Piancavallo

Il massiccio del Monte Cavallo e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

Il massiccio del Monte Cavallo e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

TOH CHI SI RIVEDE… UNO YANKEE A ORTISEI. IN GENERALE IL PIATTO PIANGE.

maggio 25, 2017 by Redazione  
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L’ottimo Mikel Landa, ancora protagonista sulle salite e sempre più in azzurro, manca una seconda volta un successo che avrebbe meritato. Non riesce a levarsi di ruota Van Garderen e in volata non c’è storia. Attendismo esasperato in generale, timidissimi gli allunghi di Quintana e Nibali che, insieme a Dumoulin nel finale, perdono molto dagli altri inquilini della top ten.

La speranza è che la situazione andata in scena oggi induca gli organizzatori ad invertire la tendenza che vede negli ultimi anni dei percorsi che non offrono più nella terza settimana le tappe adatte a mettere in difficoltà i passisti.
Nel 1998 Marco Pantani dopo la cronometro di Trieste aveva sottolineato come, nel ciclismo moderno, contro iil tempo si fanno grandi distacchi e che, per fare gli stessi distacchi in montagna, ci vorrebbero le salite adatte per dar fastidio a questi uomini. E’ esattamente ciò che è mancato in questo Giro d’Italia che comunque riserva ancora un paio di tappe di montagna, comunque meno dure di quella affrontata martedì. Già si era osservato che il finale di questo Giro non convinceva e che, con queste salite, i quasi 70 km contro il tempo sbilanciavano il tracciato nettamente a favore del grande passista, ma a questa considerazione va aggiunta anche quella che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che – eccetto Bormio – mancavano veri tapponi lunghi con tante montagne dure.
L’unica salita da scalatori veri era quella verso il traguardo abruzzese sulla Majella ed infatti, in quella tappa lo scalatore puro è riuscito a levarsi di ruota tutti gli altri, anche se Dumoulin si è difeso molto bene. Purtroppo, in questa terza settimana, che è quella in cui viene fuori il fondo ed in cui ci sono le tappe con molte salite, mancavano le ascese con quelle pendenze che non danno vantaggio nello stare a ruota e che mettono più in difficoltà i passisti. Eppure oggi la possibilità di inserire salite come la Marmolada o il Giau c’erano tutte, anche mantenendo il chilometraggio simile e lasciando invariate località di partenza ed arrivo. Si sono, invece, preferite salite nelle quali a ruota si sta molto bene e per fare la differenza bisogna averne molto di più degli altri. Dumoulin certamente ne aveva quanto e più degli avversari, tuttavia, dalla sua ha avuto la fortuna di non dover attaccare in alcun modo.
Nel finale, addirittura imbarazzante la situazione con Nibali e Quintana che lasciano andare Pozzovivo, Pinot, Zakarin, Kruijswick e Mollema, che in tutto il Giro non erano mai apparsi all’altezza di coloro che attualmente occupano i tre gradini del podio delle generale.
La stessa maglia rosa si è sorpresa del fatto che nessuno abbia seguito un uomo pericoloso per il podio come Thibaut Pinot. Nella fase finale i tre di testa sono andati davvero piano, poiché Pozzovivo e Pinot sono andati via al GPM, ovvero quando la salita vera era finita e stava iniziando il falsopiano al 2%. E’ sembrato di rivedere la tappa del 1994 che terminava a Les Duex Alpes, quando Berzin, Indurain e Pantani si punzecchiavano con scattini brevi e poi si fermavano. In quell’occasione, però, Pantani aveva tentato un attacco dalla prima salita, mentre oggi veri attacchi nessuno li ha fatti. Quando Dumoulin ha accelerato nel finale, Quintana e Nibali gli sono andati subito dietro ed è pertanto ragionevole pensare che ne avessero per seguire Pinot e Pozzovivo o, comunque, per impedire che prendessero addirittura un minuto di vantaggio.
La tappa si è infiammata subito dopo la partenza da Moena, come era lecito aspettarsi, visto il ridotto chilometraggio. I primi a portarsi in avanscoperta sono stati Diego Rosa (Sky), Manuele Boaro (Bahrain – Merida), Natnael Berhane (Dimension Data) e Joey Rosskopf (BMC).
Nel gruppo continua ad esserci inquietudine, ma i successivi tentativi di andar via non hanno buon esito. Lungo la salita verso il mitico Passo Pordoi, invece, attaccano uomini di un certo peso. Il plotone di contrattaccanti vede al proprio interno Kanstantsin Siutsou (Bahrain-Merida), Dario Cataldo (Astana), Tejay Van Garderen (BMC), Pierre Rolland, Joe Dombrowski, Davide Villella (Cannondale-Drapac), Jan Hirt (CCC Sprandi Polkowice), Alexander Foliforov (Gazprom-Rusvelo), Andrey Amador, Winner Anacona (Movistar), Ruben Plaza (Orica-Scott), Omar Fraile (Dimension Data), Mikel Landa, Philip Deignan (Team Sky), Mads Pedersen e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Naturalmente Landa è uno dei maggiori indiziati per la vittoria di tappa, dato che questo è diventato il suo obbiettivo dopo l’uscita dalla classifica generale, e si trova con due compagni di squadra di lusso come Rosa e Deignan nelle fuga. La maglia azzurra è certamente prestigiosa ma non era quello il fine dello scalatore basco. Intanto il vantaggio del gruppo di testa, composto dai fuggitivi della prima ora e dai contrattaccanti successivamente riportatisi sui primi, si stabilizza intorno a due minuti. In gruppo, invece, sono gli uomini di Adam Yates a fare una andatura elevata che provoca una selezione sensibile in gruppo che già al GPM si presenta estremamente ridotto.
Polanc, che ieri con la sua lunga fuga aveva guadagnato diversi minuti in classifica generale, paga lo sforzo e si stacca. Il ritmo elevato degli Orica non erode, però, il vantaggio dei battistrada, grazie all’ottimo lavoro di Diego Rosa che impone, anche nel gruppo di testa, una velocità considerevole.
La musica non cambia sulla salita verso il Passo Gardena, mentre davanti il ritmo di Rosa riduce il drappello dei battistrada, nel quale rimangono oltre a Diego Rosa i soli Plaza, Van Garderen, Anacona, Dombrowski, Berhane, Hirt, Villella e Landa. Nel gruppo maglia rosa si stacca la maglia bianca Bob Jungels, che arriverà al traguardo con un ritardo vicino ai 4 minuti, un passivo tutto sommato contenuto se si pensa che il lussemburghese ha mollato le ruote del gruppo a 60 Km dalla conclusione.
A 53 chilometri dall’arrivo si ha un sussulto con uno scatto di Nairo Quintana, che ha due compagni da prendere lungo la strada e ciò fa pensare che egli sia intenzionato a sferrare un attacco da lontano. In effetti, Quintana riprende quasi subito Amador, che però non sembra in grande spolvero anche perché aveva speso energie in fuga. La Movistar ha quindi commesso lo stesso errore di Bormio, anche se in proporzioni molto minori, in quanto nella tappa dello Stelvio c’era stata anche una grande indecisione che aveva portato ad un dispendio di energie ancora maggiore. Poco dopo anche Nibali esce dal gruppo maglia rosa, ma Dumoulin, rimasto senza compagni di squadra, con la solita tattica della regolarità a lui congeniale riesce a riportarsi sugli avversari che, a dirla tutta, non proseguono a testa bassa nell’azione, come ci si sarebbe potuti aspettare da uomini cui certamente un posto diverso dal primo sta senza dubbio stretto. In ogni caso, questa mini bagarre provoca l’ulteriore assottigliarsi del gruppo maglia rosa che, al GPM, vede in seno ad esso Plaza e Adam Yates (ORICA – Scott), Winner Anacona, Andrej Amador, Nairo Quintana, Kanstantin Siutsou, Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), Bauke Mollema (Trek – Segafredo), Steven Kruijswijk (Lotto NL – Jumbo), Ilnur Zakarin (Katusha – Alpecin), Tom Dumoulin, Dario Cataldo, Thibaut Pinot e Sebastien Reichenbach (FDJ).
Gli allunghi sul Gardena provocano l’estemporanea erosione del vantaggio della fuga che, proprio quando si pensava fosse sul punto di capitolare, ritrova invece nuova linfa grazie al generale rallentamento che segue al ricongiungimento di Tom Dumoulin con coloro che avevano provato il timido attacco.
Sulla salita verso Pontives, nel gruppo di testa, Landa e Van Gardereen salutano gli altri reduci della fuga e se ne vanno da soli mentre, nel gruppo di testa, sono i Movistar a fare l’andatura. Essa non è particolarmente elevata e questo costituisce un ulteriore vantaggio per Dumoulin, che può dormire sonni tranquilli anche in tema di risparmio energetico, specialmente perché le pendenze sono di quelle che permettono a chi sta a ruota di salire con notevole comodità. Il ritmo del gruppetto magliaro rosa è talmente blando che davanti restano con un minuto di vantaggio e, dietro, Anacona, riesce a prenderere qualche metro semplicemente aumentano un po’ il ritmo. E’ il preludio al secondo tentativo di allungo di Quintana, anch’esso molto timido, ma il colombianonon prosegue nell’azione. Stessa cosa dicasi per Nibali che prova anche lui un allungo senza poi proseguire nello sforzo, desistendo non appena la maglia rosa si dimostra pimpante nel rispondere. Un paio di volte sembra anche che sia lo stesso capoclassifica ad attaccare, ma si tratta solo di accenni per dimostrare agli avversari di avere le gambe per rispondere ad eventuali ulteriori sollecitazioni. Tali sollecitazioni, però, non arrivano del secondo e dal terzo in generale, bensì dai componenti della top ten, tra i quali il primo a prendere l’iniziativa è l’ottimo Domenico Pozzovivo che se va in prossimità del GPM, portandosi dietro il transalpino Thibaut Pinot, mentre dietro si guardano in faccia con l’andatura che cala di molto. Mentre Pozzovivo e Pinot guadagnano a ritmo vertiginoso, partono pure Zakarin, Kruijswick e Mollema, che lasciano i tre primi della generale a punzecchiarsi, con Dumoulin che, con gesti plateali, invita Nibali e Quintana a mettersi davanti. Mentre il siciliano fa orecchie da mercante, Quintana risponde alla maglia rosa scuotendo palesemente il capo.
In testa alla corsa sono Landa e Van Gardereen che vanno a giocarsi la vittoria, ma in volata non c’è storia e l’americano vince abbastanza agevolmente, mentre Landa deve nuovamente accontentarsi del secondo posto dopo una tappa corsa tutta all’attacco, anche con la squadra.
Sotto lo striscione d’arrivo Pinot e Pozzovivo guadagnano quasi un minuto nel confronto del terzetto dei migliori, ma anche Zakarin, Kruijswick e Mollema riducono un pochino il ritardo. Ora Pinot è a 24 secondi da Nibali, mentre Zakarin accusa 46 secondi di passivo dal siciliano.
Domani, la tappa di Piancavallo è ancora una volta una frazione non difficilissima, anche se la salita finale, nella prima parte, presenta pendenze cattive ed arrivando dopo due tapponi potrebbe riservare sorprese.
Certamente, da parte di chi vuol vincere il Giro, dovranno esserci attacchi più decisi.
Si spera di non rivedere, negli ultimi due chilometri in falsopiano, uno spettacolo simile a quello vissuto negli ultimi quattro chilometri della tappa odierna che, per pendenze, assomigliano pericolosamente agli ultimi due chilometri della salita friulana.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 3:54:04
2 Mikel Landa (Spa) Team Sky
3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:08
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
5 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:00:11
6 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:00:24
7 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:00:34
8 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
9 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:01:06
10 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
11 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
12 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:01:12
13 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:01:48
15 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
16 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:02:20
17 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
18 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:06
19 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:03:55
20 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
21 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 0:04:28
22 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
23 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 0:04:48
24 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:05:06
25 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
26 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 0:05:44
27 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:06:57
28 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
29 Diego Rosa (Ita) Team Sky
30 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
31 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 0:07:40
32 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida
33 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:08:44
34 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott
35 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:09:23
36 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 0:10:16
37 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:14:18
38 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 0:18:37
39 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
40 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
41 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 0:18:48
42 Sebastian Henao (Col) Team Sky
43 Philip Deignan (Irl) Team Sky
44 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
45 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 0:21:59
46 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 0:32:57
47 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
48 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
49 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
50 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
51 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
52 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
53 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
54 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
55 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
56 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
57 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates
58 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
59 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
60 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
61 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb
62 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
63 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
64 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
65 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
66 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
67 Steve Morabito (Swi) FDJ
68 Jérémy Roy (Fra) FDJ
69 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
70 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
71 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida
72 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
73 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
74 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
75 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
76 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
77 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
78 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
79 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors
80 Chad Haga (USA) Team Sunweb
81 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
82 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
83 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
84 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
85 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team
86 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
87 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
88 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
89 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
90 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
91 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
92 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
93 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors
94 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
95 Jose Herrada (Spa) Movistar Team
96 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo
97 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
98 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
99 Igor Anton (Spa) Dimension Data
100 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
101 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
102 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
103 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 0:33:09
104 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 0:35:55
105 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
106 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
107 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
108 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
109 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
110 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice
111 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
112 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
113 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
114 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
115 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
116 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
117 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
118 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
119 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
120 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
121 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
122 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
123 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
124 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb
125 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
126 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
127 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
128 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
130 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
131 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
132 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
133 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
134 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
135 Michal Golas (Pol) Team Sky
136 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
137 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
138 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
139 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
140 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
141 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
142 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
143 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
144 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
145 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
146 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
147 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
148 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
149 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida
150 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
151 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
152 Rudy Molard (Fra) FDJ
153 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
154 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
155 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
156 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
157 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
158 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
159 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
160 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
161 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
162 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
163 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
164 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
165 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team

CLASSIFICA GENERALE

1 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 80:00:48
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:31
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:01:12
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:01:36
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:01:58
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:07
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:17
8 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:05:48
9 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:07:06
10 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:07:34
11 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:07:59
12 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:11:16
13 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:12:24
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:14:08
15 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:14:18
16 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:18:07
17 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:25:26
18 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:30:27
19 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:30:50
20 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:36:49
21 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:39:45
22 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:40:46
23 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:42:42
24 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:47:05
25 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:51:27
26 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 1:00:58
27 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 1:03:08
28 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 1:03:22
29 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 1:07:04
30 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 1:08:45
31 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:13:36
32 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:14:07
33 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 1:18:26
34 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:18:49
35 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:20:15
36 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:23:00
37 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 1:25:11
38 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 1:25:26
39 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:27:49
40 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:31:18
41 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:33:28
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:36:07
43 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:37:35
44 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:37:57
45 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:39:24
46 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:40:06
47 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:44:14
48 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 1:46:29
49 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:52:20
50 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:52:50
51 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:53:00
52 Igor Anton (Spa) Dimension Data 1:56:53
53 Steve Morabito (Swi) FDJ 1:58:16
54 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:58:50
55 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 1:59:19
56 Diego Rosa (Ita) Team Sky 2:00:28
57 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 2:00:44
58 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 2:01:33
59 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:01:39
60 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 2:02:29
61 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 2:04:49
62 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 2:04:58
63 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:06:59
64 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 2:07:13
65 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 2:08:41
66 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 2:09:58
67 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 2:10:24
68 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 2:13:11
69 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:18:35
70 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 2:21:31
71 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 2:23:14
72 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:23:26
73 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 2:29:27
74 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 2:30:45
75 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 2:32:58
76 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:33:17
77 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 2:33:39
78 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:34:47
79 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:34:52
80 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:35:04
81 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:36:32
82 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:40:55
83 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 2:43:06
84 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:46:05
85 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 2:46:21
86 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 2:47:37
87 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 2:48:52
88 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 2:51:10
89 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:52:29
90 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:53:15
91 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 2:53:33
92 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 2:55:05
93 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 2:55:59
94 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 2:57:30
95 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 2:57:44
96 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:59:36
97 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 3:01:49
98 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:03:10
99 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 3:04:32
100 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 3:09:05
101 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:09:29
102 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 3:10:22
103 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 3:13:15
104 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 3:14:57
105 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 3:15:53
106 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 3:16:30
107 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 3:16:37
108 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 3:17:19
109 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 3:19:57
110 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 3:20:56
111 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 3:21:20
112 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 3:22:15
113 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:22:40
114 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 3:23:13
115 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 3:23:31
116 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 3:23:40
117 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 3:23:50
118 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:24:37
119 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:24:39
120 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:24:54
121 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 3:26:27
122 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 3:27:26
123 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 3:28:03
124 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 3:30:01
125 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 3:31:27
126 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:32:37
127 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 3:32:38
128 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 3:33:16
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:34:42
130 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:34:59
131 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:35:10
132 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 3:36:00
133 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:36:46
134 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:37:25
135 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 3:37:33
136 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:37:35
137 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:40:51
138 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 3:40:57
139 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 3:41:30
140 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 3:41:42
141 Michal Golas (Pol) Team Sky 3:42:53
142 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 3:42:59
143 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 3:43:25
144 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 3:45:40
145 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 3:47:48
146 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 3:48:59
147 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:51:27
148 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 3:54:28
149 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 3:58:21
150 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 4:03:17
151 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 4:03:51
152 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:04:40
153 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 4:04:47
154 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 4:05:59
155 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 4:06:05
156 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 4:06:29
157 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:15:24
158 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 4:15:54
159 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 4:20:17
160 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 4:22:19
161 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 4:28:12
162 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:30:48
163 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 4:31:27
164 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 4:33:52
165 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 4:50:09

Van Garderen porta nella lontana America il tappone dolomitico del 100° Giro dItalia (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Van Garderen porta nella lontana America il tappone dolomitico del 100° Giro d'Italia (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

MOENA – ORTISEI: OTTANT’ANNI DI EMOZIONI IN EN(ROSA)DIRA

maggio 25, 2017 by Redazione  
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Ottant’anni fa si disputava la prima tappa dolomitica della storia. Il Giro celebrerà quest’anniversario nell’anniversario con una tappa breve ma intensa, che nel tratto iniziale porterà i corridori sui grandi passi – nell’ordine Pordoi, Falzarego e Gardena – per poi riservare nel finale salite meno note ma più “cariche” di pendenze che, pur non essendo estreme, sicuramente proporranno quelle emozioni che solo le ascese dei Monti Pallidi sanno donare.

Il 2017 non è soltanto l’anno della centesima edizione della corsa rosa. Esattamente il 26 maggio, il giorno successivo a questa frazione, cadrà un altro importante anniversario, quello della prima tappa dolomitica della storia. Correva l’anno 1937 e la Vittorio Veneto – Merano attraverso i passi Rolle e Costalunga fu ideata dall’allora direttore Armando Cougnet, che era alla ricerca di un qualcosa che rendesse unica la venticinquesima edizione del Giro. Se, 26 anni prima, gli organizzatori del Tour si erano presi degli assassini per aver osato inserire nel tracciato della Grande Boucle i Pirenei, a Cougnet rischiò d’andar peggio poiché, subito dopo la presentazione del percorso e l’annuncio dell’attraversamento delle Dolomiti nel corso della 16a frazione, ci fu chi quasi arrivò a dargli del matto. Si temeva che fosse un azzardo portare la carovana su strade che all’epoca non ancora ricoperte dall’asfalto, letteralmente “scassate”, pressochè prive di protezioni verso i burroni e ancora segnate dalle vicissitudini della Grande Guerra. L’impatto con il Giro avrebbe potuto essere disastroso… e invece ebbe ragione Cougnet, anche se questi forse non si aspettava che quel giorno sarebbe scoccata la scintilla di un amore, quello tra le Dolomiti e il Giro, che continua ad ardere anche nel XXI secolo, anche se talvolta il percorso della corsa le ha un po’ tradite e in alcune edizioni c’è girato al largo e le ha fatte vedere solo da lontano, col binocolo. Di certo non potevano mancare nel tracciato della centesima edizione, che il giorno precedente quello dell’anniversario del primo tappone (per la cronaca vinto dalla maglia rosa Gino Bartali con 5’38” su Enrico Mollo e Walter Generati) proporrà una frazione breve ma intensa che in 137 Km porterà i “girini” da Moena a Canazei: la distanza è breve ma, come si suol dire, il vino nella botte piccola è solitamente il più buono e in questa giornata avrà la corposità di cinque salite che, a fine giornata, avranno fatto complessivamente percorrere 46 Km all’insù. C’è chi ha criticato il fatto che mancano nomi storici come la Marmolada o le Tre Cime, ma non sarebbe bastata una tappa – o forse un Giro intero – se si fossero volute proporre tutte le ascese affrontate tra questi monti in ottant’anni di storia. Altri hanno puntato il dito sulla distanza, ma va ricordato che talvolta le tappe di montagna brevi hanno provocato più selezioni dei tapponi vecchio stile, talvolta affrontati con troppa prudenza nel timore di clamorosi crolli nel finale. E poi c’è anche chi bocciato la collocazione delle ascese perché i tre storici passi in programma – Pordoi, Falzarego e Gardena, che non sono certo i più appetitosi sotto l’aspetto delle pendenze – sono stati posizionati nella prima parte di gara, mentre nel finale si dovranno affrontare le meno nobili ascese del Passo Pinei e di Pontives. Quest’ultima, però, ha pendenze non trascurabili negli ultimi 3 Km e a quel punto – o anche prima – potrebbe improvvisamente spegnersi la luce per qualche corridore di punta, soprattutto se ci sarà stata corsa vera già sui passi affrontati in partenza. È quel che è successo, per esempio, a Ivan Basso nel 2005 quando, attaccato proprio sulla stessa salita finale verso Ortisei, perse circa un minuto dai rivali, prima avvisaglia della profonda crisi che lo colpirà l’indomani nel tappone dello Stelvio quando, complici anche problemi di natura gastrica, giungerà al traguardo di Livigno quasi tre quarti d’ora dopo l’arrivo dei primi.
Il tappone dolomitico dell’edizione n° 100 scatterà da Moena e vedrà nei primi 15 km il gruppo ripercorrere fedelmente il finale della tappa del giorno prima, per tagliare quello che era stato il traguardo di Canazei e da lì andare all’attacco del primo colle di giornata, il mitico Pordoi. È una presenza quasi obbligata quella del passo che svetta a 2239 metri di quota, luogo di sfide belliche prima dell’avvento del ciclismo a queste latitudini come ci ricorda l’ossario militare tedesco costruito lassù negli anni ’50: il Pordoi è, infatti, la salita dolomitica più affrontata dalla corsa rosa e quello di quest’anno sarà il 40° passaggio in assoluto, quaranta come il numero dell’anno del secolo scorso nel quale questo colle fu affrontato per la prima volta e anche in quell’occasione fu Gino Bartali il corridore che vi transitò per primo in vetta davanti al compagno di squadra Fausto Coppi, fasciato della maglia rosa. Quel giorno si salì da Arabba, stavolta l’ascesa sarà affrontata dal versante che sulla carta è il meno impegnativo, ma che è divenuto il più frequentato per la possibilità d’abbinarlo alla Marmolada e che raggiunge il passo in 11,8 Km e 28 tornanti, con una pendenza media del 6,7% e un picco massimo del 9%, raggiunto al secondo chilometro dell’ascesa.
Arrivati ad Arabba, forse l’unica stazione di sport invernali dell’area dolomitica concepita secondo gli schemi delle stazioni “sky-total” delle alpi francesi, in attesa del colle successivo si percorreranno 10 Km privi di difficoltà nella zona del Livinallongo, toponimo con il quale è identificata l’alta valle del torrente Cordevole, terra che porta ancora oggi le “cicatrici” della Prima Guerra Mondiale, la più celebre delle quali è il cratere che sventrò il Col di Lana il 17 aprile del 1916, quando i militari dell’Arma del Genio fecero saltare la montagna con 5 tonnellate di dinamite per impedire all’esercito austo-ungarico di conquistarne la vetta. Oggi non si combatte più da queste parti e le uniche sfide avvengono a colpi di pedale, come accadde lo scorso anno sul Passo Falzarego, che fu l’ascesa chiave del tappone di Corvara vinto dal colombiano Esteban Chaves. Sarà proprio questa la prossima meta del gruppo che, rispetto a dodici mesi fa, salirà dal versante meridionale, il più impegnativo in quanto a pendenze, scandito dalla presenza di 17 tornanti “sorvegliati” dall’imponente Castello di Andraz, che appartenne ai principi-vescovi di Bressanone. Raggiunti i 2117 metri del valico, punto dove la strada principale comincia la discesa verso Cortina, la fatica non sarà ancora terminata perché si dovrà affrontare l’appendice di 1,2 Km verso i 2200 metri del Passo di Valparola, nella quale si raggiunge il punto di pendenza massima (14%) di un’ascesa che complessivamente è lunga 12,2 Km e sale al 6,4% medio. Lasciato il Veneto, sulle cui strade si pedalava dalla cima del Pordoi, nel corso della successiva planata la corsa farà il suo ingresso in Alto Adige, che accoglierà la corsa sulle strade della Val Badia. Si transiterà per La Villa, la più nota tra le frazioni che compongono il comune sparso di Badia per la presenza della celebre pista nera della Gran Risa, che “precipita” per 1,255 Km dal Piz la Ila e che dal 1985 ospita, nel mese di dicembre, uno slalom gigante della Coppa del Mondo di sci alpino. Un dolce falsopiano introdurrà quindi la corsa in Corvara dove, per rimaner in tema d’anniversari, esattamente 70 anni fa era collaudata e aperta al pubblico la prima seggiovia d’Italia, realizzata in legno e che permetteva di raggiungere la zona degli impianti del Col Alto. Non ci saranno “scorciatoie” per i corridori che ora dovranno affrontare il terzo e ultimo dei grandi colli di giornata, il Passo Gardena (2121 metri), che si raggiungerà con un’ascesa di 8,5 Km al 6,8%, movimentata da 17 tornanti dominati dalle verticali pareti del Gruppo del Sella, da questo lato raggiungibile attraverso una delle più spettacolari vie ferrate delle Dolomiti, la Tridentina. Il passo rappresenta la più bassa delle due porte d’accesso in quota alla Val Gardena (l’altra è la Sella di Col de To, situata a 2244 metri d’altezza, poco sopra il celebre Passo Sella), che i corridori percorreranno quasi per intero nei chilometri successivi, incontrando per primo il centro di Plan de Gralba, dove si trovava il più elevato capolinea della “Ferata de Gherdëina”, linea ferroviaria costruita dall’impero austro ungarico durante la Grande Guerra e che, molti anni dopo la cessazione del servizio (28 maggio del 1960), è stata trasformata in una suggestiva pista ciclopedonale. Pochi chilometri più avanti si giungerà sulle strade di Selva, la più rinomata località di villeggiatura della valle, che offre ai turisti anche una piccola “perla” nascosta, gli incantevoli resti di Castel Wolkenstein, costruito nel XIII secolo in un crepaccio del Gruppo delle Odle. Un altro bel maniero, non visitabile poiché ancora abitato, è quello che porta lo stesso nome della valle e che dal 1641 fa buona guardia alla vicina Santa Cristina. Superato il 100° chilometro di gara, la corsa già sarà giunta a Ortisei, ma non sarà ancora giunto il momento di mettere la parola fine al tappone che ora abbandonerà la lunga discesa dal Gardena per affrontare il Passo di Pinei, la più breve tra le cinque salite in programma oggi. Sono appena 4,2 Km, ma non vanno per questo presi troppo sottogamba perché la pendenza media è del 6,2%, con un tratto centrale di 1800 metri all’8,4% (massima del 15%): se il Gardena dava accesso all’omonima valle, questo è uno degli ingressi allo Sciliar, altipiano conosciuto in particolare per il fieno, qui utilizzato sia per corroboranti bagni termali, sia come ingrediente di una deliziosa zuppa, servita all’interno di una scodella di pane. Più impegnativa della salita è la discesa dal Pinei, 12 Km al 7,8% nel corso dei quali si transiterà per Castelrotto, centro del quale sono originari gli sciatori Peter Fill e Denise Karbon e dal quale lo scorso anno scattò la cronoscalata all’Alpe di Siusi, vinta dal russo Alexandr Foliforov per pochissimi centesimi di secondo sull’olandese Kruijswijk, che in quel momento vestiva la maglia rosa. Terminata l’ultima picchiata, una brevissima tregua pianeggiante nella valle dell’Isarco anticiperà l’attacco dell’ultima ascesa, ritornando in Val Gardena percorrendo la vecchia strada d’accesso alla valle, inaugurata il 26 ottobre del 1856 e fortemente voluta dai Moroder, i celebri scultori – prevalentemente d’arte sacra – originari di Ortisei. L’opera si rivelò costosa al punto che, per rientrare nelle spese, si fu costretti a predisporre un casello per il pedaggio a Ponte Gardena, la località dove la salita ha inizio e dove è possibile visitare Castel Trostburg, maniero del XII secolo che oggi ospita un museo dedicato ai castelli della regione. Come avveniva 160 anni, all’epoca dell’apertura di questa strada, anche stavolta sarà chiesto un esborso – in termini d’energie e non pecuniari, però – perché i 9,3 Km al 6,8% verso la località di Pontives, con i 3,3 Km conclusivi al 9,3% medio, anche in quest’occasione potranno rivelarsi indigesti per qualcuno, com’erano stati per Basso dodici anni fa. Anche perché dopo la conclusione ufficiale della salita, questa in realtà continuerà nei rimanenti 4 Km che si dovranno coprire per raggiungere il traguardo, inizialmente in maniera piuttosto blanda per poi riprendere mordente subito dopo esser transitati sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, quando un dentello al 13% a 400 metri dalla linea d’arrivo precede la breve discesina finale verso il traguardo. È apparentemente sottono ma potrebbe “suonarle” a molti questo finale disegnato nella patria dei Moroder, che hanno dato al mondo dell’arte non solo scultori ma anche un alto esponente della musica come Giorgio Moroder, conosciuto in particolare per aver composto diverse colonne sonore cinematografiche. Chissà che sinfonie ci soneranno quest’anno le Dolomiti….

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo Pordoi (2239 metri). Chiamato anche Pordoijoch, Jouf de Pordoi e Jou de Pordou, è una larga sella prativa costituita dal Sasso Beccè e dal Sass Pordoi. Vi transita la SS 48 “delle Dolomiti” tra Canazei e Arabba. Il Giro l’ha scalato 39 volte e, in alcune occasioni, con due passaggi nella stessa tappa: la prima volta, il 5 giugno del 1940, vi scollinò in testa Gino Bartali nel corso della tappa Pieve di Cadore – Ortisei, vinta dallo stesso corridore toscano; l’ultima scalata risale allo scorso anno, quando Damiano Cunego conquistò questo prestigioso GPM nel corso della tappa Alpago – Corvara vinta dal colombiano Chaves.

Passo di Falzarego (2105 metri). Quotato 2117 sulle cartine del Giro 2017, è aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau ed è attraversato dalla SS 48 “delle Dolomiti” tra Cernadoi (Livinallongo del Col di Lana) e Cortina d’Ampezzo. È il terzo valico dolomitico per numero di passaggi del Giro (senza contare le cinque volte nel quale fu “prolungato” verso il Valparola), con 18 traguardi GPM disputati tra il 1940, quando fu conquistato da Bartali durante la citata Pieve di Cadore – Ortisei, e il 2008 quando Emanuele Sella vi transitò in testa durante la tappa Arabba – Passo Fedai vinta proprio dallo scalatore vicentino. Si ricordano inoltre i tre passaggi in testa di Fausto Coppi nel triennio 1946-47-48 e quello di Merckx durante la Misurina – Bassano del Grappa del 1974.
Passo di Valparola (2192 metri). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi e quotato 2200 sulle cartine del Giro 2017, è attraversato dalla SP 24 “del Passo di Valparola” tra il Passo di Falzarego e San Cassiano. È stato inserito sette volte nel percorso del Giro ma nello speciale albo d’oro del Valparola si contano solo 5 passaggi perché la prima volta, nel 1976, lo striscione del GPM fu anticipato al sottostante Falzarego mentre nel 1992 fu tolto all’ultimo momento dal tracciato a causa di una frana. A legare i loro nomi a questo valico sono così stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo), il francese Charly Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi), l’elvetico Fabian Wegmann nel 2004 (San Vendemiano – Falzes), l’italiano Matteo Rabottini nel 2012 (Falzes – Cortina d’Ampezzo) e dodici mesi fa il colombiano Darwin Atapuma nella citata tappa di Corvara.

Passo di Gardena (2121 metri). Chiamato anche Grödner Joch, separa il gruppo del Sella da quello del Cir e vi transita la SS 243 “del Passo Gardena” tra Corvara e Selva di Val Gardena. Il Giro l’ha scalato 17 volte, tenuto a battesimo da Fausto Coppi che per primo lo conquistò nel tappone Bassano del Grappa – Bolzano del Giro del 1949, da lui vinto. L’ultimo suo successore è stato lo spagnolo Rubén Plaza, sempre in occasione della tappa di Corvara disputata lo scorso anno.

Sella del Culac’ (2018 metri). Chiamata anche Kulatsch Sattel, vi transita la SS 243 “del Passo Gardena” nel corso del tratto iniziale della discesa dal Passo Gardena, tra quest’ultimo e Selva di Val Gardena.

Passo di Pinei (1442 metri). Chiamato anche Panider Sattel, è valicato dalla SP 64 tra Ortisei e Castelrotto. Il Giro l’ha affrontato due volte come GPM, nel 1991 subito dopo la partenza della tappa Selva di Val Gardena – Passo Pordoi (vinta da Franco Chioccioli) e nel 1997 nel corso della tappa Predazzo – Falzes (vinta dallo spagnolo José Luis Rubiera): a conquistare i due traguardi della montagna furono rispettivamente lo spagnolo Iñaki Gastón e il colombiano José Jaime “Chepe” González. Sul Pinei si salì anche nel 2000, durante la tappa Selva di Val Gardena – Bormio, terminata con il successo di Gilberto Simoni, ma in quella occasione il passaggio non era valido per la classifica degli scalatori.

Sella di Telfen (1090m). Si trova nei pressi dell’omonima località ed è attraversata dalla SP 24 tra Castelrotto e Siusi. Coincide con il quadrivio dove inizia la salita verso l’Alpe di Siusi e dove nel 2017 i corridori svolteranno a destra nel corso della discesa dal Passo di Pinei, in direzione di Ponte Gardena

FOTOGALLERY

Passo Pordoi, monumento a Fausto Coppi


L’ossario militare tedesco del Passo Pordoi

Il cratere del Col di Lana

Castello di Andraz

Passo di Falzarego

La Villa, la pista della Gran Risa

La Torre Exner del Gruppo del Sella, sulla quale si sviluppa la Ferrata Tridentina, vista dalla strada per il Passo Gardena

Passo di Gardena

Selva di Val Gardena, Castel Wolkenstein

Santa Cristina Valgardena, Castel Gardena

L’altipiano dello Sciliar visto dalla discesa dal Passo di Pinei

Ponte Gardena, Castel Trostburg

Ortisei, chiesa parrocchiale di Sant’Ulrico e dell’Epifania del Signore

Il Gruppo del Sella visto dalla Val Gardena al momento dell’enrosadira e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2017 (www.garni-astrid.com)

Il Gruppo del Sella visto dalla Val Gardena al momento dell’enrosadira e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2017 (www.garni-astrid.com)

ROLLAND SCOMMETTE, RILANCIA E VINCE A CANAZEI. DUMOULIN SEMPRE IN ROSA

maggio 24, 2017 by Redazione  
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Pierre Rolland (Cannondale Drapac) è l’autentico protagonista della diciassettesima tappa, iniziando la fuga iniziale di tre uomini, facendosi riprendere a circa 60 km dall’arrivo ed infliggendo la stoccata finale ai meno 9. Il francese vince a Canazei con 23 secondi di vantaggio su Rui Costa (UAE Emirates) e Gorka Izagirre (Movistar). Tom Dumoulin (Sunweb) resta in maglia rosa alla vigilia del secondo tappone dolomitico di giovedì.

Dopo il tappone di martedì con i connessi sconvolgimenti in classifica generale, oggi il Giro offriva una tappa più tranquilla e almeno sulla carta favorevole agli eventuali fuggitivi. I 219 km tra Tirano e Canazei presentavano le asperità maggiori nei primi 60 Km, nei quali ii ciclisti erano chiamati ad affrontare una prima scalata verso Aprica ed una successiva verso il Passo del Tonale. Due salite impegnative ma regolari, sulle quali probabilmente si sarebbe formata l’azione decisiva. Dopo lo scollinamento sul Tonale la tappa prevedeva una lunga discesa prima verso Cles e poi ancora, meno accentuata, verso Mezzolombardo, prima di affrontare il terzo e ultimo GPM di Giovo posto a 82 km dall’arrivo. Dopo la partenza da Tirano la fuga partiva subito grazie all’azione di Pierre Rolland (Cannondale Drapac), Matej Mohorič (UAE Emirates) e Pavel Brutt (Gazpron Rusvelo). I tre arrivavano ad avere un vantaggio superiore ai 3 minuti lungo l’ascesa verso Aprica, dove scollinava in prima posizione Rolland. Verso la successiva ascesa al Tonale dal gruppo maglia rosa provavano a contrattaccare diversi drappelli di ciclisti che tentavano di raggiungere il trio in testa. La situazione vedeva allo scollinamento del Tonale Mohorič in testa con una decina di secondi di vantaggio su Brutt e quasi un minuto su Rolland, mentre dal gruppo maglia rosa si era definitivamente staccato un gruppo di una quarantina di ciclisti all’inseguimento di Mohorič, sul quale nel frattempo riusciva a rientrare Brutt. Al primo traguardo intermedio di Cles era il russo a transitare per primo con il gruppo inseguitore a circa 4 minuti e mezzo e il gruppo maglia rosa a 9 minuti e mezzo. Sull’ultimo GPM di Giovo era Mohorič a transitare in prima posizione. La tappa faceva selezione tra i fuggitivi e lo stesso Mohorič ne pagava le conseguenze, visto che rimaneva solo ed il suo vantaggio veniva meno. Lo sloveno veniva così ripreso al km 158 da una ventina di contrattaccanti, tra i quali erano presenti i suoi compagni di squadra Rui Costa, Valerio Conti e Jan Polanc. Mohorič lavorava per loro fino ai meno 17, quando si staccava esausto. Ai meno 15 scattava Conti, inseguito da Matteo Busato (Wilier Triestina) e Michael Woods (Cannondale Drapac). Su questi tre riuscivano a rientrare Rui Costa, , Tejay Van Garderen (Team BMC), Rory Sutherland e Gorka Izagirre (Movistar), Ai meno 10 il gruppo di testa contava 16 ciclisti. Ai meno 9 Rolland provava il contrattacco. Era l’azione giusta. Il francese guadagnava, infatti, un vantaggio massimo di 30 secondi e riusciva a gestirli bene fino alla fine, mentre alle sue spalle Woods rompeva i cambi e non permetteva a nessuno di rientrare sul francese. Rolland vinceva così a braccia alzate sul traguardo di Canazei. In seconda posizione a 23 secondi Rui Costa regolava il drappello dei delusi con Gorza Izagirre a chiudere il podio di giornata e Busato primo degli italiani in quinta posizione, mentre il gruppo maglia rosa terminava la tappa quasi 8 minuti dopo il vittorioso arrivo di Rolland, che ottiene la prima vittoria targata Francia al Giro 2017 e la prima vittoria personale dopo l’affermazione nella terza tappa della Vuelta Castilla y León del 2015. In classifica generale resta tutto immutato con Tom Dumoulin (Sunweb) in rosa con 31 secondi di vantaggio su Nairo Quintana (Team Movistar) e 1 minuto e 12 secondi su Vincenzo Nibali (Team Bahrain Merida). Domani è in programma la diciottesima tappa tra Moena ed Ortisei: sono soltanto 137 i km da affrontare ma pieni zeppi di salite, poiché si contano ben 5 GPM, il primo e l’ultimo dei quali di prima categoria. Vedremo se ci sarà ancora spazio per la fuga, anche perché il palcoscenico sarà tutto per i big di classifica che potrebbero dare vita a nuovi attacchi tra di loro.

Giuseppe Scarpone

ORDINE D’ARRIVO

1 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 5:42:56
2 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:24
3 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team
4 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
5 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
6 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
7 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
8 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
9 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
10 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
11 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
12 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
13 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team
14 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 0:00:27
15 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 0:01:02
16 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:01:18
17 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 0:02:14
18 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
19 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
20 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
21 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates
22 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
23 Jérémy Roy (Fra) FDJ
24 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
25 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 0:07:54
26 Chad Haga (USA) Team Sunweb
27 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
28 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
29 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb
30 Adam Yates (GBr) Orica-Scott
31 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
32 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
33 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida
34 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors
35 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
36 Jose Rojas (Spa) Movistar Team
37 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
38 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
39 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
40 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
41 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin
42 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
43 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
44 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
45 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott
46 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
47 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
48 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
49 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo
50 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
51 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
52 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida
53 Thibaut Pinot (Fra) FDJ
54 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
55 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
56 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
57 Rudy Molard (Fra) FDJ
58 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
59 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
60 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott
61 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
62 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
63 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
64 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
65 Winner Anacona (Col) Movistar Team
66 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
67 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida
68 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice
69 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice
70 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
71 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
72 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
73 Jose Herrada (Spa) Movistar Team
74 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
75 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida
76 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
77 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
78 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
79 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
80 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
81 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
82 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
83 Steve Morabito (Swi) FDJ
84 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
85 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
86 Mikel Landa (Spa) Team Sky
87 Diego Rosa (Ita) Team Sky
88 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
89 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
90 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
91 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
92 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
93 Michal Golas (Pol) Team Sky
94 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
95 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
96 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
97 Sebastian Henao (Col) Team Sky
98 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
99 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
100 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
101 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
102 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
103 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
104 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
105 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
106 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
107 Luis Leon Sánchez (Spa) Astana Pro Team
108 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
109 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
110 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
111 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
112 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
113 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
114 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
115 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
116 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
117 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
118 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
119 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
120 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
121 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
122 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
123 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
124 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
125 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott
126 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team
127 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin
128 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:09:14
130 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
131 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
132 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 0:10:00
133 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates
134 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
135 Philip Deignan (Irl) Team Sky
136 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo
137 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 0:10:09
138 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 0:11:04
139 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 0:11:36
140 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 0:13:04
141 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb
142 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
143 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
144 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
145 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 0:13:48
146 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
147 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 0:14:19
148 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
149 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 0:19:20
150 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
151 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
152 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
153 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
154 Igor Anton (Spa) Dimension Data
155 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 0:20:29
156 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:20:47
157 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
158 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb
159 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 0:20:50
160 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 0:22:44
161 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
162 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
163 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
164 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
165 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
166 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:30:26
DNS Daniel Martin (Irl) Quick-Step Floors
DNF Sacha Modolo (Ita) UAE Team Emirates
DNF Phil Bauhaus (Ger) Team Sunweb

CLASSIFICA GENERALE

1 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 76:05:38
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:31
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:01:12
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:02:38
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:02:40
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:05
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:49
8 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:04:35
9 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:06:20
10 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:06:33
11 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:07:00
12 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:07:16
13 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:07:17
14 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:11:29
15 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:13:26
16 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:19:02
17 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:25:20
18 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:26:50
19 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:28:27
20 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 0:29:07
21 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:30:15
22 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:31:31
23 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 0:35:13
24 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:36:51
25 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:38:05
26 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:41:01
27 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:41:58
28 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:45:53
29 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 0:46:35
30 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:50:22
31 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 0:51:14
32 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 0:53:35
33 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:54:51
34 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 0:55:58
35 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:02:46
36 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:07:33
37 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:09:29
38 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:10:14
39 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:11:11
40 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 1:11:40
41 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:12:23
42 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:13:41
43 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:15:22
44 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:18:26
45 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:20:29
46 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:20:59
47 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:21:09
48 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:22:08
49 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:22:24
50 Luis León Sánchez (Spa) Astana Pro Team 1:24:01
51 Igor Anton (Spa) Dimension Data 1:25:02
52 Steve Morabito (Swi) FDJ 1:26:25
53 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 1:27:28
54 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:27:37
55 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:29:48
56 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 1:30:38
57 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 1:32:58
58 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 1:33:07
59 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 1:33:52
60 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:34:35
61 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 1:35:08
62 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 1:35:22
63 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 1:38:33
64 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 1:39:51
65 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 1:43:51
66 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 1:49:40
67 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 1:51:23
68 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 1:52:16
69 Diego Rosa (Ita) Team Sky 1:54:40
70 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 1:55:40
71 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 1:57:36
72 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 1:58:09
73 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 1:58:50
74 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 1:58:54
75 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:01:26
76 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:01:43
77 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:02:56
78 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:03:01
79 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:03:13
80 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 2:08:17
81 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:09:04
82 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 2:14:03
83 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:14:14
84 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 2:14:30
85 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:14:53
86 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 2:15:46
87 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 2:16:21
88 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:17:40
89 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 2:20:16
90 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:21:24
91 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 2:21:42
92 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:22:12
93 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 2:22:55
94 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 2:24:08
95 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:24:47
96 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 2:27:00
97 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 2:28:21
98 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 2:32:41
99 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 2:34:40
100 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 2:35:33
101 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 2:37:14
102 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 2:38:26
103 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 2:39:59
104 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 2:41:41
105 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 2:41:48
106 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 2:42:30
107 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 2:43:06
108 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 2:44:02
109 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 2:45:08
110 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 2:46:31
111 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 2:48:42
112 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 2:49:01
113 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 2:49:05
114 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 2:50:24
115 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:50:49
116 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 2:51:22
117 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 2:51:38
118 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 2:51:49
119 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 2:52:37
120 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:52:46
121 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:52:48
122 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 2:53:03
123 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal 2:54:45
124 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 2:55:12
125 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 2:56:12
126 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 2:57:49
127 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 2:58:27
128 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 2:59:24
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:59:53
130 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:00:21
131 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:00:46
132 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 3:01:11
133 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:01:57
134 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 3:02:44
135 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:02:46
136 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:03:08
137 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:05:34
138 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 3:06:41
139 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 3:06:53
140 Michal Golas (Pol) Team Sky 3:08:04
141 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 3:08:36
142 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:09:00
143 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 3:09:06
144 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 3:10:51
145 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 3:11:08
146 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 3:12:59
147 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 3:14:10
148 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:19:36
149 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 3:19:39
150 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 3:23:32
151 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 3:28:28
152 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 3:29:02
153 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 3:29:58
154 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 3:31:10
155 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 3:31:16
156 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 3:31:40
157 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:32:49
158 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:40:35
159 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 3:41:05
160 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 3:45:28
161 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 3:47:30
162 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 3:53:23
163 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:55:59
164 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 3:56:38
165 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 3:59:03
166 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 4:15:20

Pierre Rolland trionfa tra le Dolomiti, in attesa di affrontare domani nel tappone di Ortisei (Getty Images Sport)

Pierre Rolland trionfa tra le Dolomiti, in attesa di affrontare domani nel tappone di Ortisei (Getty Images Sport)

TIRANO – CANAZEI: CUSCINETTO SÌ… MA DI PIETRA!

maggio 24, 2017 by Redazione  
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Ultima frazione di trasferimento per la corsa rosa, ma quella che terminerà ai piedi delle Dolomiti non sarà una classica tappa “cuscinetto”, di quelle che s’inseriscono in mezzo ai tapponi e che di solito sono votate all’arrivo in volata. Il finale progressivamente “salente” e le salite previste nella prima parte del tracciato metteranno fuori causa i velocisti e le loro formazioni dei velocisti e nemmeno le squadre dei big saranno troppo interessate a spremersi quest’oggi: via libera ai fuggitivi, dunque, per un’occasione d’oro per tutti quei cacciatori di tappe che sono finora rimasti a bocca asciutta.

Dicesi tappe cuscinetto quelle frazioni che s’interpongono tra due giornate focali di corsa. In parole povere, una tappa di trasferimento inserita tra due tapponi per permettere di rifiatare e di ricalcolare i propri obiettivi, proprio come accadrà il 24 maggio, quando ci si metterà in sella lasciandosi alle spalle la durissima giornata caratterizzata dalla doppia scalata dello Stelvio e con il pensiero rivolto alle Dolomiti, che saranno teatro di gara ventiquattrore più tardi. Ma stavolta il cuscinetto non sarà affatto morbido e non poteva essere altrimenti, giungendo in una delle più note località dei Monti Pallidi e avendo in programma 219 Km che avranno un aspetto montagnoso nei primi 140 Km. Le difficoltà si esauriranno a quel punto ma, di fatto, la strada poi continuerà a puntare verso l’alto per tutto il tratto restante, su pendenze dolcissime che non si possono definir salita ma che certamente non faranno di questa tappa un’ennesima occasione per i velocisti, di solito protagonisti al traguardo in tappe del genere. A calcare il palcoscenico del Giro oggi saranno i fuggitivi che, proprio per l’impossibilità degli sprinter di primeggiare, avranno ben poche formazioni sguinzagliate al loro inseguimento, principalmente quelle di corridori che rischiano l’uscita dalla momentanea top ten della classifica e che dunque staranno attente che il vantaggio degli attaccanti non assuma dimensioni preoccupanti. Un’opportunità da non perdere, dunque, soprattutto per quei corridori e per quelle squadre che finora sono rimaste a secco di vittorie. Generale, invece, dovrebbe essere il disinteresse delle squadre dei big, che oggi cercheranno soprattutto di non sprecare troppe energie in vista della frazione di Ortisei. Le salite previste in questa tappa, tra l’altro, sono di “ordinaria amministrazione” e potrebbero far male solo se la tappa partirà molto velocemente, anche perché la prima inizierà ad appena 3 Km dal via, quando si lascerà la Valtellina per salire dal versante più impegnativo all’Aprica, stazione di villeggiatura nata “per caso” sull’omonimo passo in seguito ad un incidente capitato a una comitiva diretta a Sankt Moritz e che a causa di un guasto alla loro carrozza fu costretta a una breve vacanza forzata all’Aprica, risultata gradevole al punto che dall’anno successivo ci si tornerà puntualmente. Percorsi gli 11,5 Km al 6,8% dell’ascesa che ricondurrà la corsa rosa in Valcamonica, si completerà la risalita di quest’ultima in direzione del Tonale, toccando i principali centri dell’alta valle del fiume Oglio come Vezza e Temù, sede di un museo dedicato alla “Guerra Bianca” combattuta durante la Prima Guerra Mondiale sul lunghissimo fronte che andava dallo Stelvio fino al Lago di Garda attraversando i gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello-Presanella. Dopo la rinomata Ponte di Legno – il cui nome deriva dall’antica denominazione di Dalaunia di queste terre, citate per la prima volta come “Indalaunias” nell’atto di donazione della valle alla basilica di S. Martino di Tours (Francia) da parte di Carlo Magno – il percorso della 17a frazione andrà a raggiungere il suo culmine ai 1883 metri del Tonale, passo che nel 1933 accolse il quarto e ultimo dei traguardi GPM previsti in quell’edizione, la prima nella quale gli scalatori ebbero il riconoscimento di una speciale classifica, non ancora contraddistinta dalla maglia verde e conquistata da Alfredo Binda che quell’anno vinse anche il suo quinto e ultimo Giro d’Italia. Superati gli 8,2 Km al 6,3% del versante lombardo, la corsa entrerà in Trentino sfiorando il sacrario costruito negli anni ’30 dallo scultore bresciano Timoteo Bortolotti per accogliervi le spoglie di oltre 800 soldati caduti durante la Grande Guerra. I successivi 46 chilometri avranno come scenario la “valle dell’acqua”, come si potrebbe chiamare la Val di Sole, il cui nome deriverebbe, infatti, da quello di Sulis, la divinità celtica che diventerà Minerva per i romani e che era qui venerata quale protettrice delle fonti termale della zona, quelle di Peio e Rabbi. I corridori la percorreranno per intero, avendo per lunghi tratti la compagnia della linea ferroviaria a scartamento ridotto Trento-Malè-Mezzana, aperta nel 1909 – è una “coscritta” del Giro d’Italia, quindi –
E percorsa da un trenino che i locali ironicamente ribattezzarono “vaca nonesa” perché il fischio che annunciava il suo arrivo era molto simile a un muggito. Dopo Malè, paese del quale è originaria l’astronauta Samantha Cristoforetti, la corsa rosa giungerà tra i meleti della Val di Non approdando quindi a Cles, centro che ha tra i suoi figli più illustri Maurizio Fondriest e, andando molto più indietro nel tempo, il cardinale Bernardo Clesio, uno dei promotori del Concilio di Trento, evento per il quale tanto si prodigò, ma al quale non riuscì a partecipare perché morì a Bressanone nel 1539, sei anni prima dell’apertura della prima sessione: presso il borgo si trova ancora il castello che appartene al suo casato e che fu costruito a sorveglianza del Ponte Alto, manufatto romanico che collegava Cles al resto della Val di Non e che oggi non è più possibile ammirare poiché sommerso dalle acque del lago artificiale di Santa Giustina, la cui diga fu inaugurata nel 1951 e per molti anni fu la più alta d’Europa.
Al termine dela discesa si attraverserà la Chiusa della Rocchetta, stretta gola al di là della quale si apre la Piana Rotaliana, area del Trentino conosciuta per la produzione del Teroldego Rotaliano, vino il cui nome deriverebbe dal termine tedesco Tiroler gold (letteralmente “Oro del Tirolo”) oppure dalla Teroldola, varietà d’uva che ebbe il suo primo momento di gloria quando fu citata in un documento del Concilio di Trento. La pianura che qui troveranno i “girini” sarà di breve durata perché, una volta attraversato il corso dell’Adige, subito si riprenderà a salire, stavolta diretti in Val di Cembra, culla della dinastia dei Moser, famiglia nella quale sono nati ben 10 corridori che portano questo cognome – il più celebre dei quali è Francesco, vincitore di Giro d’Italia, Milano-Sanremo e record dell’ora nella fantastica stagione 1984 – ai quali si affianca anche il due vincitore della corsa rosa Gilberto Simoni, che dei Moser è cugino di secondo grado. La meta della salita – 8,1 Km al 5,7% – sarà collocata poco oltre Palù, la piccola frazione del comune di Giovo che ha dato i natali non solo ai Moser ma anche all’ex campionessa italiana di lancio del giavellotto Cinzia Dallona. Si scollinerà in frazione Ville, nella quale svetta la torre del cosiddetto “Castello della Rosa”, ma poi la strada continuerà a prender quota risalendo il tratto finale della pittoresca Val di Cembra, percorsa dal torrente Avisio e famosa per le “Piramidi di Segonzano”, pinnacoli di roccia scolpiti 50000 anni dall’azione erosiva delle acque. Altre acque che colorano d’azzurro quest’angolo del Trentino sono quelle del lago di Stramentizzo, bacino realizzato artificialmente nel 1956 sommergendo l’omonimo borgo e che oggi è frequentato dagli appassionati della pesca alla trota iridea. Giunti alle porte della Val di Fiemme inizierà l’interminabile tratto in leggera pendenza che si potrarrà per ben 45 Km sino a Canazei, superando in quest’ultima porzione di gara 634 metri di dislivello, che corrispondo a una pendenza media globale dell’1,4%. Solamente all’inizio di questo tratto questa salita si “concretizza”, esattamente nel momento nel quale si affronteranno i 3,6 km al 5,5% che si concludono alle porte del capoluogo della valle, la cittadina di Cavalese, il cui principale monumento è proprio il palazzo dalla facciata affrescata che accoglie dal 1810 la sede della Magnifica Comunità di Fiemme. Subito dopo Cavalese una lunga porzione di strada priva d’inclinazione attraverserà i centri di Tesero – dal quale parte la ripida strada d’accesso all’Alpe di Pampeago, scoperta dal Giro nel 1998 e alla quale si è poi tornati in altre quattro occasioni – e di Ziano, per poi giungere a Predazzo, località di villeggiatura situata nel punto dove la valle volge bruscamente in direzione delle Dolomiti e dove dal 1920 ha sede la più antica scuola militare alpina del mondo, quella della Guardia di Finanza, ospitata in una caserma che era stata originariamente costruita per i “cacciatori imperiali” dell’esercito asburgico e nella quale ha sede anche il 5° nucleo atleti sciatori del gruppo sportivo Fiamme Gialle, nel quale hanno militato campioni del calibro di Gustav Thöni, Piero Gros, Kristian Ghedina e, in campo femminile, Isolde Kostner e Denise Karbon.
Attraversata Predazzo – nel cui territorio comunale, lungo la strada diretta al Passo Rolle, si trova il Forte Dossaccio, costruito dagli austro-ungarici lungo quello che un tempo era il confine di stato – la strada riprenderà a puntare con dolcezza verso l’alto e, dopo il piccolo abitato di Forno (il cui nome ricorda l’abbandonata attività di lavorazione di una pietra locale, il Bol Ross, dalla quale era estratta una tintura usata come vernice protettiva) il gruppo saluterà la Val di Fiemme e passerà in Val di Fassa, giungendo poco dopo a Moena, località celebre tra gli appassionati di formaggi per il Puzzone DOP e tra quelli del ciclismo per la gran fondo di mountain bike “Val di Fassa Bike” (fino al 2007 nota come “Rampilonga”) e per i due tapponi del Giro che vi furono organizzati nel 1962 e nel 1963 sul medesimo tracciato e che Vincenzo Torriani ribattezzò “Cavalcata dei Monti Pallidi”. Solamente nel 1963 però – quando s’impose Vito Taccone, alla sua quinta affermazione in quell’edizione della corsa rosa – si riuscì ad andare regolarmente al traguardo perché l’anno prima le estreme condizioni meteorologiche costrinsero l’organizzazione a interrompere la corsa in vetta al Passo Rolle, dove fu dichiarato vincitore un altro corridore abruzzese, Vincenzo Meco.
Mentre le Dolomiti si faranno fisicamente più vicine, si giungerà a Vigo di Fassa, una delle principali stazioni di villeggiatura della valle, situata ai piedi del Catinaccio e non distante dalle spettacolari Torri del Vajolet, ai cui piedi giunsero altre due difficilissime frazioni della corsa rosa, entrambe vinta da corridori spagnoli, Andrés Gandarias nel 1976 e Mikel Nieve nel 2011.
Sono immagini di giri passati, recenti e più remoti, che s’affaccerrano alla finestra della memoria nel finale di questa tappa di transizione, in attesa dell’approdo odierno a Canazei e con già l’acquolina alla bocca al pensiero dello spettacolo che il tappone di Ortisei potrà offrire l’indomani. Oggi le Dolomiti faran solo da scenografica quinta, nulla di più.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Aprica (1113 metri). Ampia sella pianeggiante, lunga quasi 3 Km, che mette in comunicazione la Valtellina con la Valcamonica tramite la Valle di Corteno. È valicato dalla SS 39 “dell’Aprica” e vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, costituita dai tre nuclei di Madonna, Mavigna e San Pietro. Quotata 1173 sulle cartine del Giro 2017, è stata affrontata alla corsa rosa 12 volte come GPM, una come traguardo volante Intergiro (nel 1992, tappa Palazzolo sull’Oglio – Sondrio, vinta da Marco Saligari che transitò in testa anche sul valico) e due come traguardo di tappa senza gran premio (nel 2006, quando Ivan Basso s’impose in rosa nella Trento – Aprica, e al termine della Brescia – Aprica del 2010, vinta da Scarponi). Il primo a transitare in testa sotto lo striscione GPM è stato Fausto Coppi, nel corso della tappa Locarno – Brescia del Giro del 1950, vinta da Luciano Maggini. In seguito hanno conquistato questo traguardo Vittorio Adorni nel 1962 (tappa Moena – Aprica), Bruno Vicino nel 1979 (Trento – Barzio, vinta da Amilcare Sgalbazzi), lo svizzero Stefan Joho nel 1988 (la mitica tappa del Gavia, Chiesa Valmalenco – Bormio, vinta dall’olandese Erik Breukink), il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (Moena – Aprica), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica), Mariano Piccoli nel 2000 (Bormio – Brescia, vinta da Biagio Conte) , Emanuele Sella nel 2008 (Rovetta – Tirano, vinta dallo stesso corridore), l’ucraino Yuriy Krivtsov nel 2010 (passaggio intermedio nella citata tappa Brescia – Aprica), lo spagnolo Pablo Lastras Garcia nel 2011 (tappa Feltre – Tirano, vinta da Diego Ulissi) e Matteo Rabottini nel 2012 (Caldes – Passo dello Stelvio, con Matteo Rabottini primo in vetta e il belga De Gend). Nella tappa Pinzolo – Aprica del 2015, l’ultima volta, ci furono due passaggi, conquistati il primo dal canadese Ryder Hesjedal e il secondo dal vincitore della tappa che vi si concludeva, lo spagnolo Mikel Landa.

Passo del Tonale (1883 metri). Ampio valico prativo aperto tra il Monticello e la Cima di Cadì, costituisce anche il punto di separazione tra i massicci dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Sede della principale stazione di sport invernali della provincia di Trento, è valicato dalla SS 42 “del Tonale e della Mendola”, tra Vermiglio e Ponte di Legno. Vi transita il confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Dal 1933, anno dell’istituzione dei GPM, è stato inserito 28 volte nel tracciato del Giro, contando anche la tappa alternativa che avrebbe dovuto sostituire la Ponte di Legno – Val Martello nel 2013 e sulla quale neppure si potè gareggiare. Il primo a conquistare questa storica vetta fu Binda nel 1933, nel corso della conclusiva Bolzano – Milano, pure vinta dall’asso varesino. L’ultima scalata avvenne nel 2015 durante la tappa Pinzolo – Aprica vinta dallo spagnolo Meana, con il connazionale Rubén Fernández primo sul passo. Il Tonale è stato teatro anche di due arrivi di tappa, conquistati dal colombiano José Jaime González Pico nel 1997 e dall’elvetico Johann Tschopp nel 2010.

FOTOGALLERY

Santuario della Madonna di Tirano

Uno degli ultimi tornanti della salita al Passo dell’Aprica

Scorcio di Temù

Il sacrario del Passo del Tonale

Un piccolo viadotto della linea ferroviaria Trento-Malè-Mezzana: qui siamo all’uscita da Malè

Cles, Castel Cles fa capolino tra i meleti

La Chiusa della Rocchetta

Distesa di vigneti nella Piana Rotaliana

Uno scorcio di Palù di Giovo

Ville di Giovo, Castello della Rosa

Piramidi di Segonzano

Lago di Stramentizzo

Cavalese, Palazzo della Magnifica Comunità

Predazzo, la caserma sede della Scuola Alpina della Guardia di Finanza

Predazzo, Forte Dossaccio

La chiesa di Forno e, sullo sfondo, le Dolomiti

Moena, chiesetta di San Volfango e chiesa parrocchiale di San Vigilio

Il Rifugio Gardeccia, presso il quale si conclusero I due tapponi terminati ai piedi delle Torri del Vajolet

Canazei, chiesa parrocchiale

 La conca di Canazei con le Dolomiti sullo sfondo e, in trasparenza, l’altimetria della diciassettesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

La conca di Canazei con le Dolomiti sullo sfondo e, in trasparenza, l’altimetria della diciassettesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)

SHOW DI NIBALI IN DISCESA. FINE DEL DIGIUNO ITALIANO, DUMOULIN DIFESA STRENUA

maggio 23, 2017 by Redazione  
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Nella tappa regina del Giro d’Italia numero 100, i big si muovono in grave ritardo, nonostante il problema intestinale che aveva costretto la maglia rosa a fermarsi per un considerevole lasso di tempo. Tuttavia, Nibali, gettandosi a capofitto in discesa, raggiunge e batte in volata il bravissimo Landa in fuga dal mattino, che avrebbe anch’egli meritato la vittoria.

Indubbiamente sul Passo dell’Umbrail è successo di tutto, però qualche perplessità sulla condotta di gara dei big rimane. A inizio salita, Tom Dumoulin si ferma in preda ad un problema intestinale e dopo parecchio tempo riprenderà la corsa. Il gruppo dei migliori però non aumenta l’andatura subito, nessuno attacca e per lunghissimi chilometri il ritardo di un Dumoulin da solo e in difficoltà scende addirittura nei confronti del gruppo dei migliori. Alla fine, il tanto atteso attacco di Quintana non è arrivato e probabilmente il colombiano non era in giornata di grazia. Il più attivo è stato proprio Vincenzo Nibali che, grazie alle sue accelerate, è riuscito a portar via un quartetto con Zakarin, Pozzovivo e il colombiano, staccando anche gli altri uomini di classifica ed in particolare Pinot che lo precedeva nella generale.
A guardar la classifica, sembrerebbe che Quintana abbia sferrato un grande attacco, ma in realtà la tattica di gara non è stata particolarmente sagace. Tre dei migliori uomini in fuga facevano pensare ad intenzioni bellicose che invece non si sono concretizzate. Altre perplessità nascono da alcune indecisioni, come lo stop and go di Anacona che prima si lascia sfilare dalla fuga e poi, spendendo notevoli energie, si riporta sul gruppo di testa. Amador è stato ripreso quando era ormai molto provato e, anche se ha dato tutto per aiutare Quintana, poteva essere sfruttato meglio.
Si è discusso di fair play per il problema di Dumoulin. Sinceramente, chi scrive ritiene che, in quella occasione, i big avrebbero dovuto attaccare a testa bassa, mentre invece l’andatura è calata notevolmente. La corsa è corsa, si gareggia per arrivare primi e il fair play non è questo. Proprio ieri, durante la trasmissione, si ricordava come nel 1955 Coppi e Magni attaccarono Nencini in maglia rosa approfittando di una foratura del giovane Gastone. Fu proprio tale attacco che consentì a Fiorenzo Magni di vincere il suo terzo ed ultimi Giro. Questa è la corsa e, pertanto, il comportamento del gruppo è stato sinceramente eccessivamente gentile nei confronti del leader.
Per quel che riguarda la condotta di gara in generale, questa tappa ha un po’ deluso perché, problemi fisici a parte, con i distacchi con i quali gli avversari dell’olandese sono partiti stamattina da Rovetta l’attacco doveva essere sferrato sull’ascesa verso la Cima Coppi, anche perché l’ultimo giorno è in programma un’altra tappa a cronometro, nella quale l’olandese probabilmente si rifarà con gli interessi.
In conclusione, pare ci sia stato un eccessivo attendismo, anche se gli ultimi 30 chilometri sono stati spettacolari e anche se la maglia rosa ha certamente speso energie preziose nel salire in solitudine verso il Giogo di Santa Maria, energie che potrebbero mancare nelle prossime tappe di montagna. Bravissimo e stoico l’olandese che è riuscito a limitare i danni con grande caparbietà, aiutato comunque da avversari che hanno iniziato a fare sul serio un po’ troppo tardi.
Per quanto riguarda la cronaca della corsa, il gruppo è partito a tutta, facendo registrare una media di 50 km orari nelle fasi iniziali ed impedendo tentativi di fuga.
In una girandola di scatti e controscatti riescono ad avvantaggiarsi Quentin Jaregui (A2gr La Mondiale), Pello Bilbao, Zhandos Bizhigitov (Astana), Manuel Senni (BMC), Joe Dombrowski, Davide Villella (Cannondale-Drapac), Felix Grossschartner, Branislau Samoilau (CCC Sprandi), Mathieu Ladagnaous (FDJ), Jasper De Buyst (Lotto Soudal), Winner Anacona, Davide Bennati (Movistar), Laurens De Plus, Pieter Serry (Quick-Step Floors), Natnael Berhane (Dimension Data), Maxim Belkov, Alberto Losada (Katusha-Alpecin), Jurgen Van den Broeck (LottoNL-Jumbo), Vasil Kiryienka (Sky), Phil Bauhaus, Chad Haga (Team Sunweb), Mads Pedersen, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Marco Marcato, Matej Mohoric, Edward Ravasi (UAE Team Emirates) e Julen Amezqueta (Wilier-Selle Italia).
Si forma così la fuga, con il gruppo che si tiene a distanza di sicurezza, ma sul Mortirolo si avvantaggiano, riportandosi sulla testa della corsa, anche uomini importanti come Landa (Sky), Kruijswijk (Lotto NL Jumbo) e Luis León Sánchez (Astana). E’ proprio colui che doveva essere l’ultimo uomo per Michele Scarponi che va a transitare per primo sulla cima che gli organizzatori hanno voluto dedicare al corridore di Filottrano scomparso tragicamente un mese fa.
Durante la discesa del Mortirolo si ricompone il gruppone dei fuggitivi, che si era notevolmente scompigliato. Ci pensano gli Sky a forzare il ritmo in modo tale che davanti rimangono solo gli uomini più forti, ossia Sánchez, Hirt, Amador, Gorka Izagirre, Antón, Kruijswijk, Landa e Deignan. Anacona, che si era staccato, si riporta su questi uomini in prossimità dello Stelvio. L’indecisione sul da farsi da parte della Movistar è alquanto imbarazzante perché prima era stato fermato proprio Anacona, che poi ha dovuto spendere energie per rientrare sulla testa, mentre successivamente viene fermato Izagirre, che si fa riprendere dal gruppo della maglia rosa che transita sulla Cima Coppi con un ritardo di 2 minuti e 20. Nella discesa allunga l’ottimo discesista Amador sul quale si riporta il bravissimo Mikel Landa. Vedendo cosa è riuscito a fare oggi il basco, molti sono i rimpianti per aver perso un uomo che non era certo venuto al Giro per fare il gregario di Geraint Thomas, come pure era stato affermato.
I due vengono ripresi dagli altri uomini che si erano avvantaggiati sullo Stelvio, ad eccezione di Sánchez che viene ripreso dal gruppo che, già sulla Cima Coppi, era ridotto a circa trenta unità.
I fuggitivi se la vedono brutta nel falsopiano che separa la fine della discesa dello Stelvio (dal magnifico versante altoatesino) dall’attacco del Giogo di Santa Maria in quanto, in quel tratto logorante, la riluttanza a tirare è grande e solo Steven Kruijswijk, oggi grande interprete della tappa, alimenta questo tentativo che comunque perde molto terreno rispetto al gruppo, che in questa tratto riesce a sviluppare velocità decisamente superiori.
Nelle fasi iniziali della salita Kruijswijk, che scopriamo oggi aver corso sino ad ora con una costola incrinata, prova ad accelerare e guadagna qualche metro, ma Landa prima e Hirt poi riescono a rientrare.
A quel punto in gruppo avviene il fattaccio: Dumoulin si ferma a bordo strada e si leva la maglia rosa. Qualcuno pensa ad un problema come una vespa entrata nella maglietta ed invece, quando il leader della generale si leva anche i pantaloni e si abbassa dietro ad un fosso a lato della strada, si capisce che il problema è di natura intestinale e che le cose per il leader della generale iniziano a farsi complicate. In gruppo, nonostante l’assenza della maglia rosa, il ritmo non è affatto alto, tanto che i fuggitivi riescono addirittura a guadagnare. Incomprensibilmente nessuno attacca, nonostante l’elevato distacco che tutti accusano nella generale e nonostante la tappa a cronometro conclusiva costituisca un’altra occasione per Dumoulin. La corsa soffre un eccessivo attendismo in questa fase, mentre davanti Landa stacca i due compagni d’avventura. Dumoulin sembra sofferente in volto, eppure recupera secondi sul gruppo dei migliori, anche se il ritardo è comunque elevato. Solo quando Nibali prova un paio di accelerate, portandosi dietro Quintana e successivamente anche Pozzovivo e Zakarin, il distacco della maglia rosa riprende lentamente a salire. Le accelerazioni di Nibali lasciano sulle ginocchia tutti gli altri importanti uomini di classifica come Mollema, Yates, Jungels e soprattutto Pinot, che alla partenza precedeva il messinese in classifica generale.
Il quartetto va a riprendere e staccare Hirt e Kruijswijk, che non erano riusciti a rispondere all’ultimo attacco di Mikel Landa. L’olandese sarà poi bravissimo a tenere il ritmo del gruppetto di Jungels e, al termine della tappa, guadagnerà una posizione in classifica. Con l’attacco a lunga gittata, Kruijswijk ha rischiato di saltare, perdendo la posizione nella top ten, ma per uno come lui che l’anno scorso ha mancato la vittoria del Giro per via della caduta nella discesa del colle dell’agnello, il decimo posto non significa molto e, pur in una condizione non ottimale, si è dimostrato un duro ed un corridore molto generoso, essendosi sobbarcato il peso del lavoro per molti chilometri.
Il gruppetto di Nibali scollina a 10 secondi da Landa e, nella discesa, Nibali si getta a capofitto, lasciando Quintana un po’ indietro, mentre Zakarin ha gravi problemi ad impostare le traiettorie. Va un po’ meglio Pozzovivo, mentre Nibali raggiunge Landa, altro ottimo discesista. Nella volata, lo Squalo prende l’ultima curva internamente e supera sulla linea del traguardo un Mikel Landa che tira un pugno sul manubrio per la frustrazione di un’impresa sfuggitagli all’ultimo metro. In ogni caso, il basco merita i complimenti per essere partito dalla prima salita in una tappa di oltre 220 km e di essere arrivato a giocarsela in volata con Nibali.
Quintana taglia la linea d’arrivo dopo 12 secondi e conquista l’abbuono per il terzo posto; successivamente arrivano gli altri corridori un po’ alla spicciolata, con Pinot che accusa un grave ritardo da Nibali e scende dal podio provvisorio.
Dumoulin, grazie ad un’ottima difesa, arriva a 2 minuti e 20 secondi e conserva la maglia rosa per 31 secondi.
L’olandese è ancora il favorito del Giro perché, oltre ad avere ancora la maglia rosa sulle spalle, ha anche a disposizione la cronometro finale a Milano ed oggi il gap patito è stato causato non da una crisi ma da un problema intestinale che è sembrato transeunte, visto l’ottimo recupero messo in atto. Bisognerà vedere se la salita dell’Umbrail percorsa a tutta ed in solitudine non gli presenterà il conto nelle prossime tappe. Per sua fortuna domani la tappa non è durissima, ma nelle fasi iniziali qualcuno potrebbe testarne la condizione, anche se la cosa appare francamente improbabile visto l’atteggiamento attendista che ha regnato oggi fino alle fasi caldissime. In ogni caso giovedì, nel tappone dolomitico, si potrà capire se il problema di oggi ha avuto un contraccolpo, anche psicologico, sul forte cronoman che, all’arrivo, non ha nascosto la sua delusione per il tempo perduto.
Nibali, come tutti speravano grazie alle sue caratteristiche di fondista, è in crescendo di condizione, mentre chi non è apparso brillantissimo è stato Quintana, che non ha provato nessun attacco e non ha mostrato le stilettate che gli avevano permesso di staccare tutti sulla Maielletta. E’ possibile che il colombiano, avendo impostato la stagione sulla doppietta Giro/Tour, sia in un momento di calo per poi recuperare la brillantezza nella terza settimana della corsa francese, vista anche la prestazione opaca offerta ad Oropa
Tutte interrogativi che troveranno risposta nei prossimi giorni.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 6:24:22
2 Mikel Landa (Spa) Team Sky
3 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:12
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:24
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:00:34
6 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:01:26
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:01:35
8 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors
9 Adam Yates (GBr) Orica-Scott
10 Thibaut Pinot (Fra) FDJ
11 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice
12 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo
13 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:02:18
14 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:05:10
15 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:05:17
16 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 0:05:19
17 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:06:07
18 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 0:06:41
19 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
20 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:07:30
21 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:07:46
22 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
23 Igor Anton (Spa) Dimension Data
24 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team
25 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida
26 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:52
27 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:12:05
28 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:13:10
29 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:16:36
30 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin
31 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 0:18:38
32 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac
33 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 0:20:27
34 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 0:20:42
35 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott
36 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:21:51
37 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 0:22:17
38 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 0:22:27
39 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
40 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
41 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
42 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors
43 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina 0:23:23
44 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
45 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
46 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 0:23:42
47 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:24:33
48 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
49 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:24:37
50 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 0:24:52
51 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 0:25:03
52 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 0:25:14
53 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 0:25:51
54 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 0:29:48
55 Chad Haga (USA) Team Sunweb
56 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 0:30:07
57 Philip Deignan (Irl) Team Sky
58 Sebastian Henao (Col) Team Sky
59 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 0:33:08
60 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida
61 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
62 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
63 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott
64 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
65 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
66 Steve Morabito (Swi) FDJ
67 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
68 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
69 Rudy Molard (Fra) FDJ
70 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
71 Jérémy Roy (Fra) FDJ
72 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
73 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
74 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
75 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
76 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 0:33:25
77 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 0:33:58
78 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 0:34:44
79 Luis León Sánchez (Spa) Astana Pro Team
80 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 0:36:10
81 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:37:18
82 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
83 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 0:40:01
84 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 0:40:26
85 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
86 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
87 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
88 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
89 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
90 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
91 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
92 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
93 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
94 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 0:47:08
95 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
96 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
97 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
98 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
99 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
100 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
101 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
102 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 0:47:22
103 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
104 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
105 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
106 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
107 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
108 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
109 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
110 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
111 Diego Rosa (Ita) Team Sky
112 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
113 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
114 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
115 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
116 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
117 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
118 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice
119 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
120 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
121 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
122 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
123 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
124 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
125 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
126 Michal Golas (Pol) Team Sky
127 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott
128 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
129 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
130 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
131 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
132 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
133 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
134 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
135 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
136 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 0:47:39
137 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida
138 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 0:51:21
139 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
140 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
141 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
142 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
143 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
144 Phil Bauhaus (Ger) Team Sunweb
145 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
146 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
147 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
148 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo
149 Sacha Modolo (Ita) UAE Team Emirates
150 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
151 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
152 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb
153 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
154 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
155 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
156 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 0:52:04
157 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 0:52:08
158 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
159 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
160 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 0:52:15
161 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
162 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 0:52:18
163 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
164 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 0:52:22
165 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
166 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
167 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 0:52:28
168 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
169 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 0:52:32

CLASSIFICA GENERALE

1 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 70:14:48
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:31
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:01:12
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:02:38
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:02:40
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:05
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:49
8 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:04:35
9 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:06:20
10 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:07:00
11 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:07:17
12 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:11:29
13 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:12:13
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:13:26
15 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:14:46
16 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:19:02
17 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:25:20
18 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:26:50
19 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:28:27
20 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 0:29:07
21 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:30:15
22 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:36:51
23 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:39:07
24 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:41:58
25 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 0:42:40
26 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:45:39
27 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:45:53
28 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 0:46:35
29 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:48:31
30 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 0:51:14
31 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 0:53:35
32 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:56:58
33 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:02:46
34 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 1:02:55
35 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:03:28
36 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:07:33
37 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:09:29
38 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:10:14
39 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:11:11
40 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 1:11:40
41 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:12:23
42 Igor Anton (Spa) Dimension Data 1:13:36
43 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:13:41
44 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:15:22
45 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 1:16:02
46 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:16:20
47 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:20:29
48 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:21:09
49 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:22:08
50 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:22:24
51 Luis León Sánchez (Spa) Astana Pro Team 1:24:01
52 Steve Morabito (Swi) FDJ 1:26:25
53 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:27:37
54 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:28:29
55 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:29:48
56 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 1:30:38
57 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 1:32:58
58 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 1:33:07
59 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:34:35
60 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 1:35:08
61 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 1:35:22
62 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 1:37:57
63 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 1:38:33
64 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 1:39:51
65 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 1:40:44
66 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 1:44:30
67 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 1:51:23
68 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 1:52:16
69 Diego Rosa (Ita) Team Sky 1:54:40
70 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 1:55:40
71 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 1:57:36
72 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 1:58:03
73 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 1:58:09
74 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:01:26
75 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:01:43
76 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:03:01
77 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 2:04:30
78 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 2:06:25
79 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 2:08:17
80 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:08:36
81 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 2:11:57
82 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:14:14
83 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 2:14:30
84 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:14:53
85 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 2:15:34
86 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 2:15:46
87 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:16:34
88 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 2:20:16
89 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:21:24
90 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 2:21:42
91 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 2:22:01
92 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:22:12
93 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 2:24:08
94 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:24:47
95 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:25:10
96 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 2:28:21
97 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 2:30:25
98 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 2:30:26
99 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 2:31:40
100 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 2:33:27
101 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 2:34:40
102 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 2:38:26
103 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 2:38:29
104 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:39:23
105 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 2:39:59
106 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 2:41:41
107 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 2:44:02
108 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 2:44:25
109 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 2:44:44
110 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 2:45:08
111 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:46:28
112 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 2:47:28
113 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
114 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 2:48:13
115 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 2:48:42
116 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 2:49:01
117 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 2:49:05
118 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 2:50:24
119 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 2:51:49
120 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 2:52:37
121 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:52:46
122 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:52:48
123 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal 2:53:25
124 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 2:55:12
125 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 2:55:17
126 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
127 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 2:56:12
128 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 2:57:18
129 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 2:57:36
130 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 2:57:49
131 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 2:58:09
132 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:58:33
133 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 2:59:24
134 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:00:33
135 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:01:57
136 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:02:46
137 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:03:08
138 Sacha Modolo (Ita) UAE Team Emirates 3:04:23
139 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina 3:04:47
140 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 3:05:33
141 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:05:34
142 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:06:26
143 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 3:06:41
144 Michal Golas (Pol) Team Sky 3:08:04
145 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 3:08:36
146 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 3:09:06
147 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 3:10:51
148 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 3:11:08
149 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 3:14:10
150 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 3:15:57
151 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 3:16:26
152 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 3:16:50
153 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 3:17:02
154 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:17:30
155 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 3:18:17
156 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 3:23:32
157 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 3:23:33
158 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:25:45
159 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 3:29:02
160 Phil Bauhaus (Ger) Team Sunweb 3:31:06
161 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 3:32:40
162 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:32:49
163 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 3:32:53
164 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 3:40:27
165 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 3:41:05
166 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 3:41:48
167 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:50:49
168 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 3:52:38
169 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 4:10:10

Porta la firma di Vincenzo Nibali il successo che lItalia inseguiva da ben due settimane (Getty Images Sport)

Porta la firma di Vincenzo Nibali il successo che l'Italia inseguiva da ben due settimane (Getty Images Sport)

ROVETTA – BORMIO: STELVIO, ANCORA STELVIO, FORTISSIMAMENTE STELVIO

maggio 23, 2017 by Redazione  
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È il giorno del doppio Stelvio, affrontato prima dal versante di Bormio e poi da quello inedito che sale dalla Svizzera. Prima del 23 maggio 2017 non era ancora successo che una grande corsa a tappe proponesse due scalate nella medesima tappa a uno dei suoi “giganti”. E non sarà l’unica difficoltà di un tappone che vedrà i “girini” salire anche sul Passo del Mortirolo, pur se dal suo versante meno impegnativo. Alla fine, quasi 50 Km di salita e un dislivello complessivo che supera i 3600 metri lasceranno sicuramente il segno e cambieranno i connotati al Giro che festeggerà la sua centesima edizione con un tappone d’una durezza quasi estrema.

È il regalo che gli organizzatori del Giro hanno voluto fare alla loro “creatura” e ai suoi “amanti” per solennizzarne la centesima edizione. Mai, in una grande corsa a tappe, era stata proposta nella medesima frazione la doppia scalata a uno dei “moloch” della corsa, ascese come Gavia o Agnello, come Galibier o Tourmalet. Tale lacuna sarà colmata mercoledì 23 maggio quando i corridori dovranno salire per due volte sul re dei passi italiani, lo Stelvio, che sarà al primo “assalto” approcciato dal versante lombardo, quello sulla carta meno impegnativo, per poi scendere in Alto Adige e quindi andare a indagarne l’inedito e difficile versante elvetico, completamente asfaltato da pochissimi anni, completando quest’ultima scalata circa 3 Km sotto lo scollinamento ufficiale per poi lanciarsi in discesa verso Bormio. Infatti, non spalancherà le proprie braccia solamente agli scalatori puri questa tappa dalle “taglie forti” (48 Km di salita, 3645 metri di dislivello, 2758 metri di quota massima) poiché frecce al loro arco ne avranno anche quei “grimpeur” dotati di fondo e che dunque sanno resistere al comando anche quando la salita è finita, senza dimenticare i discesisti di razza, com’è stato Paolo Savoldelli, dal cui paesino di residenza scatterà l’unico vero tappone dell’edizione 2017, che proporrà anche il Passo del Mortirolo, preso però dal lato meno acclive, che comunque facile non è. Sarà una tappa, dunque, dove – rubando e manipolando la celebre frase che Garibaldi disse sul campo di battaglia di Calatafimi – “Qui si fa il Giro d’Italia o si muore!”, anche se nelle giornate successive ci saranno ancora quattro occasioni per cambiare la classifica, se i giochi non si saranno chiusi sullo Stelvio.
Lasciando Rovetta e l’altopiano di Clusone i primi chilometri saranno in dolce discesa – e non poteva essere altrimenti, partendo da casa del “Falco” – in direzione del lago d’Iseo, del quale sarà brevemente costeggiata l’estremità settentrionale, dove s’affaccia sul Sebino la ridente località di villeggiatura di Lovere, nella quale si può visitare uno dei più antichi musei della Lombardia, la galleria dell’Accademia di belle arti Tadini, fondata nel 1829 dal conte Luigi Tadini. S’intraprenderà poi la lunga e lentissima risalita della Valcamonica, che sarà l’”oggetto” dei successivi 70 Km, caratterizzati da un progressivo prender quota ma privi di tratti di strada in reale pendenza. All’inizio di questo tratto si toccherà il celeberrimo centro curativo di Boario Terme, presso le cui fonti – sfruttate sin dalla metà del XIX secolo – lo scorso anno si laureò campione nazionale Giacomo Nizzolo, un titolo che quest’anno difficilmente potrà difendere essendo la gara tricolore prevista su di un tracciato decisamente più impegnativo rispetto a quello del 2016 (si gareggerà in Piemonte, tra Asti e Ivrea, con l’organizzazione tecnica curata da RCS Sport, lo stesso gruppo che allestisce il Giro d’Italia). Il tracciato toccherà poi Breno, transitando ai piedi del colle sul quale sorge quello che fu per secoli il principale castello della valle, posto a dominio dell’imbocco della strada che saliva al Passo di Croce Dominii, vecchia conoscenza della corsa rosa, affrontato in cinque occasioni al Giro e che in passato fece tribolare campioni del calibro di Merckx e Hinault.
In seguito si toccherà uno dei comuni più visitati della valle, Capo di Ponte, meta turistica principalmente frequentata per la presenza del parco archeologico delle incisioni rupestri iscritto nelle liste dei patrimoni dell’umanità ma che merita la sosta anche per ammirarne la Pieve di San Siro e il Monastero di San Salvatore.
Dopo Edolo si andrà incontro alla prima delle tre grandi salite che caratterizzano il percorso, il Passo del Mortirolo che, come anticipato, sarà affrontato dal versante di Monno, conosciuto come il più facile del valico lombardo, anche se non si può certo considerare tale un’ascesa che sposa 962 metri di dislivello a uno sviluppo di 12,6 Km, pari a una pendenza media del 7,6%. È la “faccia” buona del Mortirolo, la prima a essere stata svelata al grande pubblico perchè è da questo lato che si salì il 3 giugno del 1990, la prima volta che la corsa rosa inserì questa salita nel percorso. In cima transitò in testa Leonardo Sierra, che poi s’impose al traguardo dell’Aprica con 52” su Alberto Volpi nonostante le due cadute che subì nella ripidissima discesa su Mazzo e che lo terrorizzarono al punto di convincerlo a scendere di sella e di percorrere a piedi i tratti più pendenti. Per evitare gli stessi pericoli nei quali incappò lo scalatore venezuelano, a un certo punto della discesa i “girini” saranno “dirottati” sul meno ripido versante che scende verso Grosio e che fu percorso anche nel 2012, quando la scalata al Mortirolo fu proposta dal versante di Tovo di Sant’Agata, caratterizzato anche da un impegnativo tratto dal fondo in cemento. Alla periferia di Grosio – centro presso il quale si possono vedere altre interessanti incisioni rupestri – il percorso del tappone inizierà a risalire verso l’alta Valtellina, attraversando dopo un tratto in dolce ascesa la Valdisotto, la gola alle porte di Bormio che alle 7.23 del 28 luglio fu sconvolta da una ciclopica frana precipitata dal Monte Zandila e che, oltre a formare un piccolo lago artificiale, spazzò via per sempre una delle più antiche chiese della valle, quella di San Martino di Serravalle, risalente al X secolo.
Transitati una prima volta dal traguardo e poi dalla centralissima Piazza Cavour – al cui centro troneggia il “Kuérc”, la loggia sotto la quale un tempo si tenevano le assemblee e che fa bello sfoggio di sé in alcune scene del film “Una breve vacanza”, girato nel 1973 dall’indimenticato Vittorio De Sica – arriverà il momento del primo appuntamento con lo Stelvio. La strada che si percorrerà per salire fino a 2758 metri di quota, Cima Coppi non solo del Giro ma anche dell’intera rete stradale italiana, è l’erede di un’antica mulattiera calcata sin dall’antichità e che fu percorsa anche da Leonardo Da Vinci nel 1494, durante il lungo corteo nuziale che condusse da Milano al Tirolo Bianca Maria Sforza e il neomarito, l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo. L’attuale rotabile è opera dell’ingegnere bresciano Carlo Donegani, artefice anche della strada che supera il Passo dello Spluga, e fu realizzata tra il 1822 e il 1825 attrezzandola sul lato lombardo con quattro case cantoniere che davano alloggio ai “rottieri”, gli operai incaricati di spalare la neve poiché un tempo il passo era mantenuto aperto anche nei mesi invernali. I quasi 22 Km d’ascesa al 7,2% sono “conditi” da 34 tornanti, rimasti immutati nel numero anche dopo la recente modifica del tratto immediatamente sottostante il passo, che ha definitivamente “pensionato” una porzione particolarmente esposta dell’opera del Donegani. Decisamente più spettacolare è la serie che si affronterà nella discesa verso l’Alto Adige, percorrendo al contrario il versante più celebre del passo, non solo per lo scenario e per le maggiori pendenze ma anche perché è da quel lato che si salì il primo giugno del 1953, che non fu soltanto il giorno della prima scalata allo Stelvio, ma anche quello dell’ultima grande impresa sulle strade della corsa rosa di Fausto Coppi, che riuscì a ribaltare un Giro che sembrava oramai compromesso, apparentemente saldo nelle mani dell’elvetico Hugo Koblet che alla partenza da Bolzano vestiva la maglia rosa con quasi due minuti di vantaggio sul Campionissimo. Attraversata Trafoi – paese natale del celebre ex sciatore Gustav Thöni, presso il quale si trova il venerato santuario delle Tre Fontane Sacre – si scenderà a Prato allo Stelvio, dove incomincerà un tratto decisamente inatteso a queste latitudini, 7 Km di strada perfettamente pianeggiante e quasi interamente rettilinea che permetterà di tirare il fiato tra uno Stelvio e l’altro, pedalando in direzione di Glorenza, uno dei più incantevoli borghi della Val Venosta, la cui cinta muraria che le fece erigere il citato Massimiliano I è giunta intatta ai giorni nostri ed è uno dei vanti della più piccola città dell’Alto Adige.
Terminato l’intervallo, il tracciato tornerà a “lievitare” anche se non è ancora arrivato il momento di affrontare lo Stelvio inedito, preceduto da una quindicina di chilometri di dolce apprendistato risalendo verso Tubre (da non perdere gli affreschi medievali della chiesetta di San Giovanni, inserita nel progetto culturale “Scalinate verso il cielo – la via romanica delle Alpi”) e il valico doganale che introdurrà la corsa in Svizzera, sulle cui strade si rimarrà per poco meno di venti chilometri, nella zona della Val Monastero, la più orientale delle valli elvetiche, geograficamente appartenente al sistema montuoso italiano e il cui nome fa riferimento all’abbazia di San Giovanni Battista, fondata nel 780 a Müstair e i cui affreschi carolingi, casualmente rinvenuti durante un restauro nel secolo scorso, le hanno concesso l’inserimento nella lista dei patrimoni dell’umanità. Giunti a Santa Maria Val Müstair si abbandonerà il fondovalle per andare alla scoperta dello Stelvio elvetico, quell’ascesa che gli appassionati cicloamatori – e anche chi ama salire verso i grandi passi in sella a rombanti moto – conoscono come Giogo di Santa Maria e Umbrailpass, i due nomi ufficiali del valico sul quale si scollina all’altezza del rientro in Italia, dopo aver affrontato 13500 metri di strada inclinati all’8,4%, rimasta in gran parte sterrata fino al mese di agosto del 2015 e che avrebbe potuto non essere stata una novità per il ciclismo professionistico se, 22 anni fa, l’allora direttore della corsa rosa Carmine Castellano fosse riuscito a farla percorrere al Giro del 1995: la salita, infatti, faceva parte del percorso originario della tappa Val Senales – Lenzerheide ma, poche settimane prima della partenza del Giro, la neve costrinse Castellano a ripiegare sul tracciato alternativo. Oggi le insidie della strada bianca non sussistono più, dunque, ma la salita rimane ugualmente molto dura anche perché presenta un tracciato più lineare rispetto agli altri versanti dello Stelvio, pur presentando quasi lo stesso numero di tornanti della strada che sale da Bormio e che, una volta ritrovata la rotta progettata dal Donegani all’altezza dell’ultima cantoniera, sarà nuovamente percorsa dai “girini”, stavolta nel verso della discesa, atto di chiusura del tappone che cambierà la sorti del Giro numero 100.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Breno (342 metri). Vi sorge l’omonimo centro.

Passo della Foppa (1852 metri). È il valico comunemente identificato come Mortirolo, attraversato da una strada provinciale che mette in comunicazione Monno con Mazzo di Valtellina. Sulle cartine del Giro è quotato 1854 metri. In realtà, il vero Mortirolo si trova a breve distanza dal valico stradale. Anzi, ne esistono due, il Passo del Mortirolo-Nord e il Passo del Mortirolo-Sud, entrambi alti 1896 metri: il primo si trova a nord est della Foppa ed è raggiunto da una strada sterrata a fondo cieco, che si stacca dal tratto terminale del versante Edolo / Monno – Foppa; il valico sud, invece, è toccato da una strada di cresta asfaltata che permette di raggiungere la Foppa direttamente dall’Aprica, passando per Trivigno. Il Giro vi è finora salito 12 volte e gli “eroi” di quest’ascesa sono stati, in rigoroso ordine d’apparizione, il citato Sierra nel 1990 (tappa Moena – Aprica, vinta dallo stesso Sierra), Franco Chioccioli nel 1991 (Morbegno – Aprica, identico vincitore), Marco Pantani nel 1994 (Merano – Aprica, idem), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica, idem), Wladimir Belli nel 1997 (Malè – Edolo, primo il russo Pavel Tonkov), ancora Gotti nel 1999 (Madonna di Campiglio – Aprica, primo al traguardo lo spagnolo Roberto Heras), Raffaele Illiano nel 2004 (Bormio – Presolana, primo Stefano Garzelli), Ivan Basso nel 2006 (Trento – Aprica, idem), lo spagnolo Antonio Colom nel 2008 (Rovetta – Tirano, vinta da Emanuele Sella), nuovamente Basso nel 2010 (Brescia – Aprica, vinta da Michele Scarponi) e l’elvetico Oliver Zaugg nel 2012 (Caldes – Passo dello Stelvio, vinta dal belga Thomas De Gendt) e l’olandese Steven Kruijswijk nel 2015 (tappa Pinzolo – Aprica, vinta dallo spagnolo Mikel Landa)

Passo della Stelvio (2758 metri). Valicato dalla SS 38 “del Passo Stelvio” tra Bormio e Trafoi, costituisce il punto più elevato della rete stradale italiana. Nella speciale classifica dei valichi carrozzabili più alti d’Italia precede di una manciata di metri il franco-piemontese Colle dell’Agnello (2748m) mentre estendendo la lista anche ai valichi ciclabili su sterrato scende all’ottavo posto (il record è detenuto dai 3000 metri del Colle Sommeiller Est, situato in Piemonte, nei pressi di Bardonecchia). Lo Stelvio è stato regolarmente affrontato undici volte al Giro, mentre in cinque occasioni (1967, 1984, 1988, 1991 e 2013) la corsa è stata respinta dalla neve. Storica la prima scalata, nella tappa Bolzano – Bormio che consentì a Fausto Coppi, primo in vetta e al traguardo, di imporsi nel suo quinto e ultimo Giro d’Italia (1953). Gli altri corridori a tagliare in testa lo Stelvio sono stati: Aurelio Del Rio nel 1956 (Sondrio – Merano, vinta da Cleto Maule); il lussemburghese Charly Gaul nella Trento – Bormio del 1961 (da lui vinta); Graziano Battistini che nel 1965 si impose proprio sul passo, dove si decise di stabilire un traguardo d’emergenza perché la neve non permise di completare la Campodolcino – Solda; gli spagnoli José Manuel Fuente nel 1972 (tappa Livigno – Passo dello Stelvio) e Francisco Galdós nella storica tappa conclusiva del Giro del 1975 (Alleghe – Passo dello Stelvio), con il duello tra il corridore iberico e la maglia rosa Fausto Bertoglio; il francese Jean-René Bernaudeau nella Cles – Sondrio del 1980, che poi vinse davanti al capitano Bernard Hinault; Franco Vona nella non meno storica Merano – Aprica del 1994, la tappa che lanciò Marco Pantani nell’olimpo dei grandi; il colombiano Josè Rujano durante la Egna – Livigno del 2005, vinta dal connazionale Iván Ramiro Parra Pinto; il belga Thomas De Gendt al termine della citata tappa Caldes – Passo dello Stelvio dell’edizione 2012 mentre l’ultimo corridore ad aver conquistato il passo più alto d’Italia è stato Dario Cataldo nel corso della tappa Ponte di Legno – Val Martello del 2014, vinta dal colombiano Nairo Quintana. Nel 2010 vi si è conclusa, prima volta nella storia, anche una tappa del Giro Donne, conquistata dalla statunitense Mara Abbott, che si è imposta anche nella classifica finale.

Giogo di Santa Maria / Umbrailpass (2758 metri). Se lo Stelvio è il più alto valico carrozzabile d’Italia, il Giogo di Santa Maria ha lo stesso titolo per la Confederazione Elvetica. È valicato da una strada aperta nel 1901 che mette in comunicazione Santa Maria Val Müstair con Bormio e il Passo dello Stelvio. Meno di un chilometro oltre lo scollinamento, che coincide con il confine di stato, si trova la quarta ed ultima delle case cantoniere costruite lungo il versante lombardo dello Stelvio, 3,2 Km sotto il passo.

FOTOGALLERY

Rovetta, chiesa parrocchiale

Lovere, Accademia Tadini

Le terme di Boario

Castello di Breno

Capo di Ponte, Pieve di San Siro

Lo scollinamento del Passo del Mortirolo visto dal versante bresciano

Grosio vista dal colle del Castello Vecchio di San Faustino, attorno al quale si estende un piccolo parco archelogico con incisioni rupestri

La cicatrice della famosa frana che sconvolse la Valdisotto nell’estate del 1987

La più alta della quattro case cantoniere dello Stelvio

Scena del film Una breve vacanza girata nel 1973 presso il Kuérc di Bormio (www.davinotti.com)

Scena del film ''Una breve vacanza'' girata nel 1973 presso il ''Kuérc'' di Bormio (www.davinotti.com)

La spettacolare discesa dallo Stelvio

Il borgo fortificato di Glorenza visto dall’ultimo tratto della strada pianeggiante che separa I due “Stelvi”

Tubre, chiesetta di San Giovanni

L’abbazia di San Giovanni Battista a Müstair

Il versante altoatesino dello Stelvio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2017 (www.altoadigeinnovazione.it)

Il versante altoatesino dello Stelvio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2017 (www.altoadigeinnovazione.it)

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