POGAČAR RIEMPIE ANCORA “LA MONTAGNA VUOTA” ED È SEMPRE PIÙ SIGNORE DEGLI EMIRATI

febbraio 23, 2021 by Redazione  
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Tadej Pogacar non delude le attese e coglie la prima vittoria stagionale in cima all’ormai consueto arrivo di Jabel Hafeet. Lo sloveno ha regolato allo sprint un brillante Adam Yates (Ineos Grenadiers) dopo un finale cui il britannico ha provato con insistenza a staccare il corridore del UAE Team Emirates. 3° a 48” Sergio Higuita (EF Education-Nippo) davanti a Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) e Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal).
Pogacar consolida così il primato in classifica che ora guida saldamente con 43″ su Adam Yates ed 1′03” su Joao Almeida (Deceunick-Quick Step).

All’indomani della crono dominata dal solito Filippo Ganna, la corsa Emiratina proponeva ai corridori il primo dei due arrivi in salita. La terza tappa prevedeva la partenza dallo stabilimento di Strata Manufacturing (nei pressi dell’areoporto Al-Ain) e l’arrivo dopo 166 km in cima all’ormai storico traguardo di Jabel Hafeet, già sede di tappa in tutte le precedenti edizioni della corsa.
I primi 155 km erano totalmente piatti, ma nel finale i corridori dovevano affrontare l’ascesa (10,8 km al 5,4% di pendenza media, gli ultimi 3km all’8%) che conduce in cima alla “Montagna Vuota”.

Nonostante un primo tratto di percorso in pieno deserto, questa volta la corsa non è stata movimentata dai ventagli. Si è così consumata la classica fuga di giornata che ha visto come protagonisti Thomas De Gendt (Lotto-Soudal) e Tony Gallopin (Ag2r Citroen Team). La coppia di testa nella prima parte della tappa ha approffittato dell’atteggiamento rilassato del gruppo guadagnando un vantaggio superiore ai 6′. Da metà corsa in poi il plotone ha decisamente cambiato passo andando a ridurre man mano il gap dai battistrada (4′30” ai -50). A quel punto il destino dei due fuggitivi sembrava già segnato.
La corsa è continuata senza sussulti fino a quando Tony Gallopin ha staccato Thomas De Gendt in prossimità secondo traguardo volante di giornata (-11). A quel punto al transalpino restava poco meno di 1 minuto di vantaggio sul gruppo lanciato ad alta velocità. L’azione solitaria del francese ha avuto vita molto breve ed è terminata ad 8,3 km dall’arrivo con il prevedibile ricongiungimento del gruppo.

Sin dalle prime rampe della salita diversi uomini molto attesi alla vigilia hanno perso contatto dal gruppo tirato dagli uomini del UAE Team Emirates. Tra i primi big a perdere contatto Alexey Lutsenko (Astana-PremierTech) ai -8,2, Alejandro Valverde (Movistar Team) ai -7,2 e Chris Froome (Israel Start-Up Nation) a 6,8 km dall’arrivo.
La successiva azione degli uomoni dell’Ineos Grenadiers, che hanno impresso un’evidente accelerazione a 6 km dall’arrivo, ha ulteriormente ridotto il plotone di testa da cui hanno perso terreno anche Damiano Caruso (Bahrain-Victorius) e Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo).

Il primo attacco è arrivato a 5 chilomentri dall’arrivo, quando dal gruppo di testa, ormai ridotto a meno di 10 unità, è scattato Sepp Kuss (Team Jumbo-Visma). Sulle ruote dello statunitense si sono facilmente riportati i due favoriti per la conquista della classifica generale, Adam Yates (Ineos Grenadiers) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). I tre battistrada non hanno però trovato l’accordo e su di loro sono man mano rientrati Neilson Powless (EF Education-Nippo) e poi Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe), Joao Almeida (Deceunick-Quick Step), Sergio Higuita (EF Education-Nippo), Florian Stork (Team DSM) e Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal).
Ai 4,5 dall’arrivo Sepp Kuss ha nuovamente provato a staccare tutti, ma anche questa volta Adam Yates e Tadej Pogacar hanno rapidamente ripreso il corridore della Jumbo-Visma. 300 metri più tardi il britannico della Ineos Grenadiers ha impresso una nuova accelarazione a cui solo Tadej Pogacar ha resistito. Kuss è invece andato in difficoltà ed è stato successivamente ripreso dal sestetto inseguitore, condotto da Joao Almeida, che era già scivolato ad oltre 20 secondi di ritardo dalla coppia di testa.
Davanti Adam Yates ha continuato ad accelerare cercando di mettere in difficoltà Pogacar, ma il vincitore dell’ultimo Tour de France ha sempre risposto agli scatti del britannico.

Si è così giunti all’epilogo in volata. Pogacar si è posizionato a ruota di Yates e lo ha sorpreso partendo ai 250 metri dall’arrivo. Il corridore della Ineos si è dovuto accontentare della seconda piazza.
La volata per la terza posizione è stata vinta da Sergio Higuita che ha regolato un gruppetto arrivato a 48” da Pogacar e formato da Emanuel Buchmann (4°), Harm Vanoucke (5°) e Joaol Almeida (6°). In settima posizione è giunto il giovane tedesco Florian Startk (a 54”) davanti a Neilson Powless, ottavo. Quindi troviamo Chris Harper (Team Jumbo-Visma) a 1′00”, e la coppia formata da Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroen Team) e Sepp Kuss a 1′09”. Discreto 13° posto per Vincenzo Nibali, giunto ad 1′26”.

Tadej Pogacar ha così ottenuto la prima vittoria stagionale rafforzando la leadership conquistata dopo la frazione a cronometro. Lo sloveno guida saldamente la classifica con 43” su Adam Yates e 1′03” su Joao Almeida. Seguono Ben Harper ad 1′45” e Neilson Powless a 1′46”.

Domani è in programma la 4a tappa, 204 km attorno a Marjan Island. I corridori saranno attesi da una nuova frazione dedicata ai velocisti.

Pierpaolo Gnisci

Pogacar riempie la Montagna Vuota (fonte: Bettini Photo)

Pogacar riempie la'Montagna Vuota' (fonte: Bettini Photo)

GANNA ISOLA TUTTI. SHOW DI FILIPPO AD AL HUDAYRIYAT ISLAND. MAGLIA A POGACAR

febbraio 22, 2021 by Redazione  
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Nella cronometro individuale di Al Hudayriyat Island, Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) non delude le aspettative e vince con autorità davanti a Stefan Bissegger (Team EF Education Nippo) e Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates). Complice l’esclusione della Fenix Alpecin, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è il nuovo leader della classifica generale

Se ieri i ventagli hanno movimentato la prima tappa dell’UAE Tour 2021 dando già significativi segnali su coloro che si giocheranno la vittoria finale della corsa emiratina, oggi la seconda tappa darà un ulteriore assestamento alla classifica generale, visto che è in programma la cronometro individuale di Al Hudayriyat Island. Saranno 13 km completamente pianeggianti spalmati su un percorso piuttosto tortuoso che presenta diverse curve e che quindi oltre a favorire i cronomen, strizzerà l’occhio anche a chi saprà rilanciare validamente e ripetutamente l’azione. Conoscendo l’abilità col manubrio di Mathieu Van Der Poel (Team Fenix Alpecin), per non parlare della classe e della potenza che dimostra in bici, sarà proprio il giovane fenomeno olandese ad avere un occhio di riguardo, visto che già è primo in classifica generale e potrebbe aumentare il vantaggio sui diretti inseguitori. Alla partenza, seppur fuori dai giochi per la vittoria, è presente anche Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) che non ha bisogno di presentazioni e che ad inizio Febbraio aveva già vinto la cronometro individuale dell’Etoile des Besseges di 11 km. Purtroppo proprio Van Der Poel non potrà difendere il primo posto visto che, notizia del mattino, la sua squadra ha deciso di ritirarsi dalla corsa, in accordo con gli organizzatori, a causa della positività al covid di un membro dello staff registrata nei controlli di domenica mattina. Tolto uno dei protagonisti, la corsa ha mantenuto le attese della vigilia con Filippo Ganna che polverizzava i 13 km con una media che sfiorava i 56 km di media, concludendo il 13 minuti e 56 secondi. L’Atleta torinese dava al secondo classificato più di un secondo al km e infatti Stefan Bissegger (Team EF Education Nippo) concludeva a 14 secondi di ritardo da Ganna. Chiudeva il podio di giornata Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates) con un ritardo di 21 secondi. Al quarto posto si piazzava Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), a 24 secondi di ritardo da Ganna. Con questo exploit il giovane sloveno saliva al primo posto della classifica generale. Chiudeva la top five parziale un sempre valido Luis Leon Sanchez (Team Astana) a 30 secondi di ritardo da Ganna. A questo punto della stagione Ganna conta già nel carniere tre vittorie di tappa, ed in questo modo è l’atleta più vincente di inizio anno. Tornando alla classifica generale, Pogacar è primo con un vantaggio di 5 secondi su Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) e di 33 secondi su Chris Harper (Team Jumbo Visma). Domani è in programma la terza tappa da Al Ain a Jebel Hafeet, lunga 162 km. Un arrivo in salita classico per le corse del deserto. Lo scorso anno Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) vinse a mani basse creando i presupposti per la vittoria finale. Siamo proprio curiosi di vedere cosa succederà visto che i suoi rivali, e si è visto oggi, sono molto agguerriti. Adesso il suo ritardo da Pogacar è di 39 secondi ed il britannico dovrà fare una prestazione davvero monstre per avvicinarsi o addirittura superare in classifica lo sloveno.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna in azione ad Al Hudayriyat Island (foto: Getty Images)

Filippo Ganna in azione ad Al Hudayriyat Island (foto: Getty Images)

MATHIEU DOMA IL VENTO DEL DESERTO

febbraio 21, 2021 by Redazione  
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Poco più di un anno fa l’UAE Tour 2020 terminava con due giorni di anticipo in un clima di caos generale a causa della pandemia di covid che aveva appena scosso (anche) il mondo del ciclismo.
365 giorni dopo, la corsa Emiratina è ripartita come meglio non poteva grazie ad una prima tappa inaspettatamente spettacolare. A fare la differenza è stato il forte vento che ha spirato per lunghi tratti lateralmente rispetto alla marcia dei corridori, facendo esplodere il gruppo in numerosi drappelli. Ad avere la meglio al termine di un finale scoppiettante è stato Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), recente campione del mondo di ciclocross ad Ostenda ed oggi autore di una volata maestosa.

La prima tappa dell’UAE Tour, 176 km da Al Dhafra Castle ad Al Mifra, proponeva un percorso completamente piatto ma caratterizzato da lunghi tratti in pieno deserto, condizione che ha esposto i corridori ad un forte vento laterale.
Il gruppo ha iniziato a frazionarsi sin dai primi chilomentri, ma il momento decisivo è arrivato poco dopo il traguardo volante di Habshan Camp (km 64) quando la Deceuninck-Quick Step si è prodotta in una violenta accelarazione che ha consentito al portoghese Joao Almeida, capitano dello squadrone belga, di transitare per primo guadagnando 3”. L’azione della Deceunick e il vento laterale hanno letteralmente fatto esplodere il gruppo che si è frazionato in 4 drappelli. Nel primo, formato da 26 corridori, oltre ad Almeida si trovavano i due grandi favoriti per la vittoria finale, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Adam Yates (Ineos Grenadiers), e corridori veloci come Elia Viviani (Cofidis), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix).

Il gruppo di testa, che vedeva la presenza di ben 5 corridori della Deceuninck, ha trovato un buon accordo ed è rapidamente riuscito a guadagnare un margine superiore al minuto e mezzo sul primo gruppo inseguitore, mentre gli altri tronconi pagavano un passivo ancora maggiore. I primi inseguitori hanno provato ad imbastire una reazione portando il gap a circa 1’10” quando all’arrivo mancavano 50 km, ma di lì ha poco hanno desistito definitivamente scivolando nel giro di pochi km ad oltre 4 minuti di ritardo dai battistrada ed arrivando al traguardo insieme agli altri ritardatari con un passivo di oltre 8 minuti.

Il gruppo di testa ha proseguito di comune accordo fino ai -10, quando la Decuninck-Quick Step, forte di 5 uomini ma senza il suo velocista Sam Bennett, ha deciso di far valere la sua superiorità numerica. Il primo a provarci, a 9,6 km dall’arrivo, è stato proprio Joao Almeida a cui si sono rapidamente accodati Powless (EF Education-Nippo) e Gianni Vermersch (Alpecin-Fenix), che non erano però intenzionati a collaborare. Ai -7 è stato il turno di Fausto Masnada che ha dovuto desistere dopo poche pedalate vista la presenza di Viviani e Gaviria alla sua ruota. Infine ai -6,2 è stato un altro Deceunick, Mattia Cattaneo, a provare l’allungo in solitaria. Il bergamasco è riuscito ad guadagnare un margine risicato (13” ai -4) prima di essere riavvicinato dal gruppo introno ai -2.
Proprio quando l’azione di Cattaneo stava per esaurisi, ai 1800 metri dall’arrivo, dal gruppo è partito a sorpresa Fernando Gaviria. Il corridore del UAE Team Emirates ha rapidamente ripreso Cattaneo, ma ai -800 il gruppo è tornato sotto spegnendo le velleità del Colombiano.

La Deceunick, nonostante le energie spese nei km precedenti, ha provato comunque a lavorare in supporto di Michael Morkov, che è riuscito a prendere la ruota del suo ex-compagno Elia Viviani. Quando il veronese ha lanciato il suo sprint, ad uscire meglio di tutti al centro della strada è stato Mathieu Van der Poel che ha letteralmente dominato la volata tragliando il traguardo nettamente davanti al giovane David Dekker (Team Jumbo-Visma), autore di una bella rimonta, a Michael Morkov (Deceunick-Quick Step) e al lettone Emils Liepins (Trek-Segafredo). Elia Viviani ha invece chiuso in 5a posizione, risultato tutt’altro che deludente alla luce del recente intevento cardiaco subito dal Campione Olimpico dell’Omnium.

In classifica generale guida Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), recente vincitore nella sabbia di Ostenda del suo 4° titolo mondiale nel ciclocross. Seguono David Dekker a 4”, Michael Morkov a 6” e Joao Almeida a 7”. Tadej Pogacar, bravo a non perdere tempo in un buco nel finale, è invece 5° ad 8”, due secondi meglio di Adam Yates.
Completamente fuori classifica Alejandro Valverde (Movistar Team), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Chris Froome (Israel Start-Up Nation), Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe), Alexey Lutsenko (Astana PremierTech), Wouter Poels (Bahrain-Victorius), tutti giunti nel gruppo inseguitore che ha tagliato il traguado ad oltre 8 minuti di ritardo dai primi.

Domani è in programma la 2a tappa, una cronometro individuale di 13 km completamente piatta. Favorito d’obbligo sarà il campione del mondo Filippo Ganna (Ineos Grenadiers).

Pierpaolo Gnisci

Mathieu doma il vento del deserto (fonte:Getty Images)

Mathieu doma il vento del deserto (fonte:Getty Images)

COLPO GROSSO PER BRAMBILLA NELLE ALPI MARITTIME

febbraio 21, 2021 by Redazione  
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Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo) ha conquistato la vittoria nell’ultima frazione del Tour des Alpes Maritimes et du Var al termine di una fuga che lo ha visto resistere al ritorno del gruppo. Il vantaggio al traguardo gli ha inoltre permesso di portare a casa il successo finale con 5” su Michael Woods (Israel Start-Up Nation) e 6” sul compagno di squadra Bauke Mollema (Trek – Segafredo). Nella classifica di tappa il secondo posto è andato all’appannaggio di Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) su Ben O’Connor (AG2R – Citroen).

La tappa conclusiva del Tour des Alpes Maritimes et du Var prometteva spettacolo con i suoi 131 chilometri che si svolgevano sulle montagne delle Alpi Marittime al confine con l’Italia. La partenza e l’arrivo erano poste a Blausasc, mentre il percorso erano un continuo su e giù con un totale di 3500 metri di dislivello. Le salite da affrontare, alcune categorizzate come GPM e altre no, erano la salita di Berre-les-Alpes a inizio tappa lunga 4.5 km al 6.1%. Dopo la discesa veniva affrontata un’accoppiata di salite con Coaraze (6 km al 5.8%) seguita dopo un riascquio dal Col Saint-Roch (5.8 km al 7.2%), prima salita categorizzata. Un’altra discesa anticipava il secondo GPM di giornata del Col de Braus (10 km al 6.3%) che portava la carovana nei pressi di Sospel, dove scalando il Col de Castillon (6.2 km al 5.7%) si riscendeva sfiorando Menton. Da qui si scalava l’ultimo gran premio di montagna del Col de La Madone de Gorbio che con i suoi 11.2 chilometri al 6.9% prometteva attacchi da parte di chi volesse conquistare il successo finale. Dalla vetta mancano 25 chilometri alla conclusione, dei quali metà in discesa, seguiti da un doppio strappo dove l’azione decisiva poteva anche prendere piede e gli ultimi 7 chilometri nuovamente in discesa fino all’arrivo di Blausasc.

La St Michel-Auber 93 non prendeva il via in mattinata a causa di un caso di covid-19 all’interno della formazione francese. Michael Woods (Israel Start-Up Nation) partiva coi favori del pronostico avendo la maglia di leader, ma i distacchi sui rivali erano molto ridotti, con in particolare Bauke Mollema (Trek – Segafredo) distante soltanto un secondo.
Nei primi chilometri erano tantissimi i corridori che provavano la fuga con la Israel Start-Up Nation a controllare la corsa. Il primo tentativo che riusciva a prendere un margine sul gruppo era rappresentato da Anthony Perez (Codifis), Rudy Molard (Groupama – FDJ), Fabio Felline e Hugo Houle (Astana-Premier Tech), Martijn Tusveld (Team DSM), Julien El Farès (EF Education-Nippo) e Quentin Pacher (B&B Hotels p/b KTM). Al loro inseguimento era presente un secondo gruppo formato da Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix), Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers), Julien Bernard (Trek-Segafredo) e Simon Clarke (Team Qhubeka ASSOS), con David De la Cruz (UAE – Emirates) che riusciva ad unirsi a loro poco dopo. Un terzo gruppo di fuggitivi era quindi composto da Valentin Madouas (Groupama – FDJ), Nans Peters (AG2R Citroen), Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo) e Alexis Vuillermoz (Team Total Direct Energie).

Lungo la salita di Coaraze questi gruppi si univano con un vantaggio sul gruppo di 50”. Sul Col Saint-Roch anche Angel Madrazo (Burgos-BH), Bruno Armirail (Groupama – FDJ) e Gorka Izagirre (Astana – Premier Tech) attaccavano dal gruppo. Madrazo restava però attardato rispetto ai compagni di attacco, mentre il gruppo scollinava il primo GPM con 1’20” di ritardo da De la Cruz, il quale attaccava in solitaria andando a iniziare la scalata al Col de Braus con 25” sul resto della fuga che comprendeva anche Armirail e Izagirre, mentre il gruppo si trovava a 2’. Appena iniziava la salita, erano Janssens, Geoghegan Hart, Molard ed El Fares ad attaccare rientrando su De La Cruz, che rimaneva attardato a causa di un problema meccanico. Inoltre, riuscivano a rientrare su di loro anche Armirail, Brambilla, Perez, Madouas, Molard, Tusveld e Vuillermoz; formando così un gruppo di undici elementi in testa alla corsa. Nel finale di salita restava attardato El Fares che scollinava in compagnia di Houle e Izagirre, i quali erano quindi i primi inseguitori attardati di 40”, mentre il gruppo principale si trovava a 2’10” nel momento dello scollinamento. Il primo gruppo inseguitore riusciva a sfruttare la discesa per rientrare sui primi fuggitivi, dal quale si staccava De la Cruz, probabilmente per un problema meccanico. Sul Col de Castillon la fuga, comandata principalmente dalla Groupama – FDJ, aumentava il suo vantaggio fino a tre minuti sul gruppo guidato dalla AG2R – Citroen, mentre El Fares rimaneva nuovamente attardato.

A 36 chilometri dall’arrivo la strada iniziava a salire verso il Col de La Madone de Gorbio con il gruppo attardato di 2’40” guidato dalla Israel Start-Up Nation. Perez, Tusveld e Houle erano i primi a cedere contatto, mentre ai -34 Geoghegan Hart provava ad aumentare il ritmo senza però fare la differenza. Il ritmo della Israel Start-Up Nation era importante riducendo a una ventina di unità il gruppo e a 2’ il ritardo dalla fuga ai -32. Dal gruppo provavano ad evadere molti atleti con Ben O’Connor (AG2R – Citroen) e Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers), poco dopo anche Simon Carr tentava un attacco, senza grande successo però. Dalla fuga, nel frattempo, perdeva contatto Vuillermoz, dal gruppo faceva lo stesso un Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) evidentemente ancora in fase di preparazione. A trenta chilometri dalla conclusione, anche Janssens cedeva il passo della fuga, mentre in gruppo Dan Martin (Israel Start-Up Nation) aumentava considerevolmente il ritmo, mentre in testa era stato Armirail a tirare per tutta la salita con un vantaggio ai -28 che segnava ancora 1’30”. In questa fase, Madouas accelerava, con il solo Brambilla in grado di resistere al suo attacco, e addirittura in grado di rilanciare poco dopo, anche se Madouas era pronto a rispondere. In gruppo, Jakob Fuglsang (Astana – Premier Tech) attaccava con Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Nairo Quintana (Team Arkéa Samsic) e David Gaudu (Groupama – FDJ), mentre Bauke Mollema (Trek – Segafredo) rimaneva leggermente attardato. Era poi il turno di Woods, poco prima dello scollinamento, ad attaccare riuscendo a iniziare la discesa con un piccolo gap sul resto del gruppo che a sua volta aveva un piccolo margine su Mollema. Questo gruppo perdeva 55” da Brambilla e Madouas, che avevano inoltre 25” su Geoghegan Hart. In discesa Molard e Izagirre rientravano su Geoghegan Hart. Mentre nel gruppo maglia gialla, Sivakov e O’Connor venivano ripresi dal gruppetto maglia gialla che si ricompattava, con l’atleta russo che incappava in una foratura venendo costretto a restare attardato.

La discesa terminava a 12 chilometri dalla conclusione con il duetto di testa che aveva 15” sul resto della fuga e 1’10” sul gruppo maglia gialla. Woods attaccava nuovamente sullo strappo e nessuno riusciva a chiudere su di lui in un primo momento, ma, poco dopo, Fuglsang, Quintana e Gaudu trovavano la collaborazione necessaria per chiudere su Woods, mentre Mollema riusciva a rientrare nel falsopiano seguente. Era però davanti che si decideva la corsa, quando Brambilla riusciva a liberarsi di Madouas vittima di crampi. Nel gruppetto inseguitore, invece, Izagirre cedeva contatto e si sacrificava per il suo capitano Fuglsang, in un gruppo sul quale riusciva a rientrare O’Connor. Seguiva una lunga fase di attacchi a ruota di tutti i componenti del gruppo, con il solo O’Connor a riuscire ad avvantaggiarsi, evidentemente meno marcato degli avversari.
Nel frattempo, Madouas veniva ripreso da Molard e Geoghegan Hart scollinando con un ritardo di 25” da Brambilla, il quale poteva inoltre contare di un margine di 40” sul gruppo maglia gialla. In discesa, Madouas scivolava attardando anche Geoghegan Hart, mentre O’Connor riusciva a chiudere su questo gruppetto, che in seguito rientrava su Molard che aveva sfruttato la situazione per avvantaggiarsi momentaneamente.
Il gruppo di Woods riusciva ad avvicinarsi su tutti questi ex fuggitivi con anche la collaborazione di Mollema, senza però mai riuscire a chiudere il buco. Brambilla, autore di una bellissima azione, riusciva a difendersi in discesa sia per conquistare il successo di tappa, ma soprattutto per conquistare il successo finale della corsa. Infatti, il gruppo inseguitore chiudeva a 13” con Geoghegan Hart che regolava la volata su O’Connor, e il gruppo maglia gialla arrivava a 18” sufficienti per garantire all’atleta italiano di conquistare il successo finale.
Dietro al corridore azzurro la classifica generale finale ha visto Michael Woods 2° a 5”, Bauke Mollema 3° a 6”, Rudy Molard 4° a 9” e David Gaudu 5° a 11”.

Carlo Toniatti.

Brambilla festeggia la vittoria della frazione conclusiva del Tour du Var (Getty Images)

Brambilla festeggia la vittoria della frazione conclusiva del Tour du Var (Getty Images)

IL MAESTRO DEI MURI MICHEAL WOODS VINCE A FAYENCE

febbraio 20, 2021 by Redazione  
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Michael Woods (Israel Start-Up Nation) ha conquistato il successo nella seconda frazione del Tour des Alpes Maritimes et du Var con una prova di forza notevole sul muro conclusivo, Bauke Mollema (Trek – Segafredo) si è comunque difeso bene concludendo al secondo posto e perdendo però la prima posizione in classifica generale ai danni del canadese. Jhonatan Narvaez (INEOS Grenadiers) ha concluso al terzo posto. Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) nel gruppo di testa rimane sesto in classifica generale a 13” dal capitano di squadra.

Il percorso della seconda tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var era tutt’altro che pianeggiante, ma senza nessuna salita lunga, con un circuito finale da ripetere due volte includendo tre strappi, dei quali solo l’ultimo con pendenze importanti. Infatti il muro di Fayence presentava una pendenza media del 9.8% per 1200 metri, con picchi nel finale che raggiungevano il 20%.
La fuga di giornata veniva rappresentata da Clément Berthet e Biniam Girmay Hailu (Delko), Hugo Houle (Astana-Premier Tech), Víctor de la Parte e Cyril Berthe (B&B Hôtels p/b KTM), Dylan Kowalski (Xelliss-Roubaix Lille Métropole) e Andrea Mifsud (Swiss Racing Academy). Trek – Segafredo e Groupama – FDJ si occupavano principalmente dell’inseguimento lasciando un vantaggio massimo di 4’50”. Sul primo passaggio del muro finale il gruppo di testa perfeda Mifsud e Kowalski, mentre il ritmo aumentava in gruppo portando il ritardo a 2’10” quando mancavano 33 chilometri alla conclusione. Nella prima parte del circuito conclusivo avveniva una caduta che coinvolgeva Nans Peters (AG2R Citroën Team) e Ryan Gibbons (UAE Team Emirates), Anthony Turgis e Pierre Latour (Total Direct Energie); quest’ultimo subiva le peggiori conseguenze essendo costretto al ritiro. Mentre sul penultimo strappo Girmay perdeva contatto mentre il gruppo restava ad una distanza di 1’20” fino al tratto più ripido dove la INEOS – Grenadiers accelerava notevolmente in gruppo. Berthet perdeva contatto negli ultimi dieci chilometri col gruppo che inesorabilmente andava a chiudere su Houle e Barthe, ultimi a resistere, negli ultimi 2 chilometri dove si scatenava la bagarre per prendere il muro finale. Il primo attacco veniva lanciato da Vuillermoz chiuso però dalla AG2R che controllava perfettamente la corsa per Van Avermaet,il quale però, cedeva qualche metro nella parte più ripida del muro. Qui avveniva una fortissima accelerazione di Michael Woods (Israel Start-Up Nation) che faceva cedere gli avversari uno alla volta portandosi a casa il successo con due secondi su Bauke Mollema (Trek – Segafredo) e quattro su Jhonatan Narvaez (INEOS Grenadiers). Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) concludeva nel gruppo all’undicesimo posto a 13”.
Mollema perde la leadership della corsa per un secondo dallo stesso Woods, mentre David Gaudu si trova ora al terzo posto a 7”. Ciccone 6° a 13”.

Domani il tappone finale di Blausasc che deciderà la classifica finale.

Carlo Toniatti.

Michael Woods vince sul muro di Fayence (Bettini Photo)

Michael Woods vince sul muro di Fayence (Bettini Photo)

MOLLEMA, PRIMO LEADER DELLE ALPI MARITTIME

febbraio 19, 2021 by Redazione  
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Bauke Mollema (Trek – Segafredo) conquista in volata la prima frazione del Tour des Alpes Maritimes et du Var anticipando Greg Van Avermaet (AG2R Citroën Team) e Valentin Madouas (Groupama – FDJ). Bene Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) arrivato quinto nel gruppo di testa dove compare anche Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo). Invece Fabio Aru (Team Qhubeka ASSOS) accusa già un primo piccolo ritardo. Domani seconda frazione a Fayence con arrivo in cima ad un muro di 1500 metri.

La cinquantatreesima edizione del Tour des Alpes Maritimes et du Var ha sfruttato la cancellazione e posticipazione di molte corse inaugurali della stagione per avere un palcoscenico di primo livello. La corsa come di consueto si svolge su tre giorni e con un percorso piuttosto selettivo. La prima tappa presenta un percorso impegnativo con un arrivo in salita, seppur senza pendenze importanti. La seconda tappa invece avrà un arrivo su un muro ripido, ma breve dopo una tappa senza molto dislivello. Mentre la tappa in programma domenica può essere considerata il tappone finale con 3500m di dislivello in 130 km e la salita del Col de la Madone come punto chiave.
I corridori favoriti per il successo finale erano sicuramente Nairo Quintana (Team Arkéa Samsic), Bauke Mollema e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), Thibaut Pinot e David Gaudu (Groupama – FDJ), Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers), Jakob Fuglsang (Astana – Premier Tech), Michael Woods e Dan Martin (Israel Start-Up Nation). Erano però alla partenza tanti altri corridori interessanti quali Jesus Herrada (Cofidis, Solutions Crédits) autore di una buona prova nel recente Tour de Provence, il campione olimpico Greg Van Avermaet e Oliver Naesen (AG2R Citroën Team), oltre all’esordio tra i professionisti di Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Marco Brenner (Team DSM), i quali hanno fatto vedere ottimi risultati nelle competizioni riservate a Junior e Under23. Pidcock è inoltre reduce da una buona stagione di ciclocross con diversi piazzamenti culminati con il quarto posto nel mondiale.

La prima tappa di 187km con partenza da Biot e arrivo a Gourdon prevedeva un circuito conclusivo da ripetersi tre volte con una salita di 14 chilometri al 3.9% e l’arrivo posto sulla sommità. La salita con pendenza media ridotta presentava due tratti più impegnativi, con i tre chilometri centrali intorno al 7% e gli ultimi 500 metri all’8%.
La fuga di giornata era composta da Flavien Maurelet (St-Michel-Auber 93), Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix), Jérémy Leveau (Xelliss-Roubaix Lille Métropole), Tom Wirtgen (Bingoal-WB) and Oscar Cabedo Carda (Burgos-BH). Il loro vantaggio massimo saliva fino a 7’20”. Le squadre che si occupavano dell’inseguimento erano principalmente EF Education – Nippo, Trek – Segafredo e INEOS Grenadiers. Sulla prima delle tre scalate finali si staccava Leveau dal gruppo di testa, mentre in gruppo Romain Hardy (Team Arkéa Samsic) restava coinvolto in una caduta e doveva ritirarsi, anche Geoghegan Hart era caduto, riuscendo a rientrare con un po’ di fatica. Il gruppo scollinava con circa due minuti di ritardo dal quale evadeva Andréa Mifsud (Swiss Racing Academy). La INEOS Grenadiers aumentava sostanzialmente il ritmo sulla seconda scalata riuscendo in breve tempo a riprendere Mifsud e recuperare vari secondi sulla fuga dalla quale Vergaerde attaccava in solitaria. Nel frattempo il gruppo iniziava a perdere diversi componenti e tutti i fuggitivi venivano ripresi prima del termine del GPM, mentre dopo lo scollinamento era Naesen ad allungare riuscendo ad avvantaggiarsi leggermente in discesa. Venendo ripreso appena si riprendeva a salire, nel gruppo era la sua squadra (AG2R Citroën Team) e la Trek – Segafredo ad incaricarsi del ritmo in gruppo. Erano poi Israel Start-Up Nation e B&B Hotels p/b KTM ad occuparsi di un ulteriore accelerazione, fin quando non iniziavano gli attacchi scatenati da Valentin Madouas (Groupama – FDJ) seguito da Ben O’Connor (AG2R Citroën Team), Krists Neilands (Israel Start-Up Nation) e Quentin Pacher (B&B Hotels p/b KTM). Quest’ultimo riusciva in seguito ad allungare in solitaria quando mancavano 5 chilometri alla conclusione, seguito a poca distanza da un gruppo trainato da Thomas in prima persona. Pacher veniva ripreso negli ultimi 3km con la Groupama – FDJ a controllare il finale. Mollema accelerava a 250 metri dalla conclusione sfruttando un buco creato dal suo compagno di squadra Ciccone, garantendogli la possibilità di riuscire ad avere la meglio su Van Avermaet e Madouas. Buon quinto posto per Ciccone. Il corridore olandese riusciva inoltre a guadagnare un secondo sul resto del gruppo di 28 unità. Un piccolo buco faceva perdere 14” a una dozzina di corridori tra i quali Geoghegan Hart e Fabio Aru.

Nella giornata di domani, come anticipato, la frazione non avrà grandi difficoltà se non nel breve strappo conclusivo che potrebbe creare comunque distacchi.

Carlo Toniatti.

Bauke Mollema a braccia alzate allarrivo di Gourdon (foto Getty Images)

Bauke Mollema a braccia alzate all'arrivo di Gourdon (foto Getty Images)

NIZZOLO VOLATA IMPERIALE, LA CLÁSICA DE ALMERÍA E’ SUA.

febbraio 14, 2021 by Redazione  
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Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos) vince allo sprint la Clasica de Almeria 2021. In un finale funestato da alcune cadute, il ciclista lombardo si impone nettamente su Florian Senechal (Team Deceuninck Quick Step) e sul giovanissimo Martin Laas (Team Bora Hansgrohe), confermando la buona forma già mostrata all’Etoile des Besseges.

La Clásica de Almería è l’unica corsa Pro Tour che si disputa nella penisola iberica a Febbraio, in considerazione dei probabili rinvii a Maggio della Volta a la Comunitat Valenciana, della Volta ao Algarve e della Vuelta a Andalucia. E’ la prima vera e propria corsa di un giorno di questa stagione che offre concrete chances di arrivo in volata. Assente Pascal Ackermann, qui vincitore lo scorso anno, la Bora Hansgrohe si affida al un giovane talento belga Jordi Meeus, al debutto tra i pro. Agguerrita la concorrenza, con la Deceuninck Quick Step che porta una coppia di tutto rispetto formata da Mark Cavendish e da Alvaro Hodeg. L’UAE Team Emirates punto tutto o quasi su Fernando Gaviria, ma non è da escludere un ruolo da protagonista per l’atro colombiano Juan Molano. Tra le formazioni di casa, la Movistar punta sullo spunto veloce di Ivan Garcia Cortina con Alejandro Valverde, al debutto stagionale, che dovrebbe fare il gregario di lusso. Da seguire anche le prove di Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos) e Timothy Dupont (Team Bingoil WB), messisi in luce di recente in Francia all’Etoile des Besseges. Altri uomini veloci, leggendo la lista ufficiale dei partenti, si possono trovare in Marc Sarreau (Team AG2R Citroen), Juan Lobato (Team Euskaltel Euskadi), Jetse Bol (Team Burgos BH), Edward Theuns (Team Trek Segafredo), Jon Aberasturi (Team Caja Rural Seguros RGA), Chris Lawless (Team Total Direct Energie) e la coppia olandese Boy e Danny Van Poppel (Team Intermarchè Wanty Gobert). Insomma, una bella sfilza di velocisti che si daranno battaglia sul traguardo di Roquetas de Mar. Ma prima le squadre dei velocisti hanno dovuto fare i conti con la fuga, iniziata poco dopo la partenza e fomata da Amanuel Ghebreigzabhier (Team Trek Segafredo), Robbe Ghys (Team Sport Vlaanderen Baloise), Luis Angel Maté Mardones (Team Euskaltel Euskadi), Alex Molenaar (Team Burgos BH), Davide Bais (Eolo Kometa Cycling Team) ed Oier Lazkano (Team Caja Rural Seguros RGA). Sull’Alto de Celin Matè Mardones transitava in prima posizione mentre il gruppo, tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates e della Deceuninck Quick Step, inseguiva a circa 3 minuti di ritardo. Tra due successivi GPM, l’Alto de la Alqueria e l’Alto de Fonte Marbella, il gruppo accelerava vistosamente e riprendeva la fuga a circa 100 km dall’arrivo. In particolare era il Team Astana a imprimere un ritmo forsennato in testa alla corsa, mettendo il gruppo in una lunga fila indiana. Una nuova fuga riusciva a prendere il largo a circa 80 km dall’arrivo grazie all’azione di Angel Madrazo (Team Burgos BH), Samuele Rivi (Eolo Kometa Cycling Team), Samuele Zoccarato (Team Cardiani CSF) e Savva Novikov (Team Kern Pharma), che ci riprovava dopo essere già stato protagonista nella fuga precedente. Erano sempre UAE Team Emirates e Deceuninck Quick Step a prendersi la responsabilità dell’inseguimento. A 65 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto di vantaggio sul gruppo. A 42 km dall’arrivo il gruppo riprendeva la seconda fuga di giornata. Il gruppo non concedeva più spazio ad ulteriori attacchi e tutto si sarebbe così deciso nella volata conclusiva di Roquetas de Mar. A 17 km dall’arrivo una caduta nel gruppo metteva fuori causa Meeus, Hodeg e Garcia Cortina, attesi nel finale. Lo sprint finale, privo di una squadra che organizzasse un treno ordinato, vedeva la vittoria di Giacomo Nizzolo su un redivivo Mark Cavendish, mentre chiudeva il podio Martin Laas (Team Bora Hansgrohe). La top five venova completata al quato posto da Jon Aberasturi (Team Caja Rural) ed al quinto posto da Danny Van Poppel (Team Intermarchè Wanty Gobert). E’ la prima vittoria stagionale per il ciclista lombardo, che aveva già dato dei segnali positivi, come accennato precedentemente, all’Etoile des Besseges. Da un punto di vista prettamente ‘velocistico’, la prossima corsa in programma in calendario è la Kurne-Bruxelles-Kuurne che si disputerà il 28 Febbraio, mentre per rivedere i ciclisti impegnati nuovamente sul suolo iberico si dovrà attendere oltre un mese quando il 22 Marzo prenderà il via il Giro di Catalogna. Tutto ciò Covid permettendo, come sempre.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Nizzolo a Roquetas de Mar (foto Getty Images)

La vittoria di Nizzolo a Roquetas de Mar (foto Getty Images)

BAUHAUS, VOLATA VINCENTE A SALON-DE-PROVENCE. SOSA VINCE LA GENERALE

febbraio 14, 2021 by Redazione  
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Va a Phil Bauhaus la tappa finale del Tour de la Provence, l’uomo della Bahrain Victorious si impone in volata su Davide Ballerini (Deceuninck-Quickstep) e Nacer Bouhanni (Arkea Samsic). Ivan Sosa (Ineos Grenadeirs) invece controlla ed arrivando con i migliori fa sua la corsa con 18″ di vantaggio su Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quickstep) grazie alla conquista di un abbuono odierno al primo intermedio, e 19″ sul compagno di squadra Egan Bernal.

Quest’oggi fin dalla partenza da Avignone andatura sostenuta del gruppo che non permette nessuna fuga iniziale, si arriva così allo sprint intermedio di San Micheal De Frigolet al 16mo chilometro di gara per annotare la prima notizia del giorno con il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quickstep) che transita per primo e va a prendersi i 3” di abbuono con cui scavalca in classifica generale Egan Bernal (Ineos Grenadeirs). Bisogna aspettare il Km 30 per registrare l’attacco di quattro uomini: Andreas Leknessund (Team DSM), Luis Mas (Movistar), Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale) e Jeremy Leveau (Xeliss-Roubaix Lille Metropole). Il gruppo lascia fare, i quattro infatti riescono a guadagnare un vantaggio massimo di 4’:20”. Dietro sono le squadre dei velocisti pian piano ad affacciarsi in testa al plotone ed iniziare una lunga rincorsa che si concluderà soltanto nei 2 Km finali. Grazie al lavoro di Groupama-FJD e Ineos Granadiers al primo passaggio sulla linea di arrivo, da qui ha inizio un anello che riporterà il gruppo nuovamente all’arrivo, il vantaggio dei battistrada scende sotto i 3’. Superato il terzo ed ultimo gpm di giornata ai meno 35 Km dal traguardo il vantaggio della fuga si attesta a 2’. In testa al gruppo inseguitore si portano anche, rispettivamente, la (Deceuninck-Quickstep), la Bora – Hansgrohe, il Team Arkéa Samsic e la UAE – Team Emirates che con un uomo a testa e cambi regolari pian piano riescono a ricucire lo svantaggio. Entrati nei 10 Km conclusivi il vantaggio dei battistrada è di soli 28”, diventano 22” ai meno 7 Km con un gran lavoro di Kasper Asgren (Deceuninck-Quickstep) ad imprimere una accelerazione in testa. Si arriva così con un gruppo in fila indiana e lanciatissimo nell’annullare il distacco quando mancano 2 Km alla conclusione. La penultima curva è presa a folle velocità dal campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quickstep) che si trova tutto solo davanti dopo aver magistralmente coperto il compagno di squadra Davide Ballerini. Azione questa forse involontaria del francese che “destabilizza” la corazzata Wolfpack che, nonostante l’ultimo allungo di Zdeněk Štybar per lanciare Ballerini si fanno sorprendere da Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) che piazza la ruota davanti all’italiano negandogli così di fatto la terza vittoria su quattro tappe disputate, terzo BOUHANNI Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic), quarto Matteo Moschetti (Trek – Segafredo). Bravo quindi il tedesco ad acciuffare la sua prima vittoria stagionale, per Ballerini resta comunque la conquista della maglia a punti dopo le due affermazioni. A Ivan Ramiro Sosa (Ineos-Grenadiers) la vittoria del Tour de la Provence, sua anche la maglia di miglior giovane, secondo, come anticipato, un generosissimo campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quickstep) , terzo Egan Bernal Sosa (Ineos Grenadeirs), giù dal podio al quarto posto Wout Poels (Bahrain – Victorious) chiude la top five Patrick Konrad (BORA – Hansgrohe).

Antonio Scarfone

La vittoria di Bauhaus a Salon-de-Provence (foto: Getty Images)

La vittoria di Bauhaus a Salon-de-Provence (foto: Getty Images)

SOSA COL VENTOUX IN POPPA. TAPPA E MAGLIA PER IL COLOMBIANO

febbraio 13, 2021 by Redazione  
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Il Mont Ventoux è infiammato da Ivan Ramiro Sosa (Ineos-Grenadiers) con un attacco a 5 Km dall’arrivo di Chalet Reynard piazzato sul gruppetto dei migliori va vincere la tappa regina del Tour de la Provence, dietro il sudamericano il compagno di squadra Egan Bernal controlla e protegge la vittoria Ineos chiudendo al secondo posto sul campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step) ultimo ad arrendersi allo strapotere della corazzata britannica.

C’è neve in cima al Mont Ventoux e l’arrivo odierno è posto alla quota di Chalet Reynard come da programma dal versante di Bédoin, in avvio di tappa un pallido sole incoraggia successivamente, al Km 20, l’azione di un gruppo composto da sei uomini con dentro Jerome Cousin e Damien Gaudin (Total Direct Energie), Nicola Bagioli (B&B Hotels p/b KTM), Alessandro Fedeli (Delko), Louis Louvet (St. Michel – Auber 93), Florian Vermeesrch (Lotto Soudal). Il gruppo lascia fare concedendo un vantaggio massimo di 3’:50”. Dietro è la (Deceuninck-Quick-Step) del leader Davide Ballerini a controllare senza affanni la corsa. Verso i due gpm intermedi entrambi di terza categoria ed in rapida successione in testa al gruppo si portano Trek-Segafredo, Ineos-Granadiers e Astana Premier Tech con il distacco che cala a 2’:40” verso metà percorso. Il profilo di tappa non offre particolari difficoltà altimetriche se non l’ultima attesissima salita al Mont Ventoux avvolto da una coltre di nebbia già fin dall’inizio del bosco nei suoi tratti con pendenze superiori al 10%. Ai meno 20 Km dall’arrivo i fuggitivi iniziano i primissimi tratti di salita con una pendenza dolce al 3% di media dove il ritmo è sostenuto nel gruppo inseguitore. E’ una lunga “volata” per aggredire di slancio la rampa finale. Il gruppo insegue ormai a meno di 2’ tirato dagli uomini della Ineos-Grenadiers. Il destino dei fuggitivi è segnato, in successione il plotone assorbe prima Louvet, poi Gaudin ai meno 12 km con la strada sotto le ruote decisamente con pendenze più sempre più impegnative. Successivamente è il turno di Cousin e Fedeli, mentre davanti il duo composto da Vermeersch e Bagioli prova a resistere in testa alla corsa con 45” di vantaggio. La coppia di testa è ripresa ai meno 6 Km dall’arrivo con il leader della generale Davide Ballerini a perdere terreno. Il gruppo dei migliori è composto da una ventina di uomini, le squadre con più unità, ben tre per parte, sono la Astana per Aleksandr Vlasov con Alexey Lutsenko e Ion Izagirre e la Ineos-Grenadiers per Ivan Ramiro Sosa con Egan Bernal e Carlos Rodriguez, tra di loro i più in palla sono Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step), Giulio Ciccone e Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Wout Poels (Bahrain-Victorious), Patrick Konrad (Bora Hansgrohe), Jesùs Herrada (Cofidis Solutions Crédits) e Jack Haig (Bahrain – Victorious). Il primo vero affondo avviene una volta entrati nei 5 Km conclusivi ed è portato da Ivan Ramiro Sosa che in un attimo guadagna 20”, dietro il compagno di squadra Egan Bernal fa buona guardia. La prima reazione è di Vlasov ma appare subito inefficace tanto che in contropiede prova il campione del mondo Alaphilippe ad inseguire la testa della corsa. Alle ruote del francese si francobolla in copertura Bernal. Ormai è troppo tardi, il più forte è davanti ed è Sosa che tutto solo va a tagliare il prestigioso traguardo di giornata, al secondo posto proprio Egan Bernal che salta in vista dell’ultima curva prima del traguardo Julian Alaphilippe, quarto arriva Poels, quinto Herrada. In classifica generale sale al comando Ivan Ramiro Sosa mettendo in cassaforte la mini gara a tappa con 19″ su Bernal, 21″ su Alaphilippe, 39″ su Poels e 57” su Mollema. Domani in programma l’ultima tappa da Avignone a Salon de Provence con i suoi 163,2 km e tre gpm di terza categoria, l’ultimo a 35 Km dall’arrivo che non dovrebbe stravolgere la classifica generale, sarà con molta probabilità volata.

Antonio Scarfone

La vittoria di Ivan Sosa sul Mont Ventoux (fonte: Bettini Photo)

La vittoria di Ivan Sosa sul Mont Ventoux (fonte: Bettini Photo)

BALLERINI BALLA ANCHE A MANOSQUE E RAFFORZA IL PRIMATO IN CLASSIFICA

febbraio 12, 2021 by Redazione  
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A Manosque Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step) ripete l’exploit della prima tappa e centra un fantastico bis su un arrivo completamente diverso da quello di ieri. L’italiano, complice la scivolata del capitano designato Julian Alaphilippe a circa 1 km dall’arrivo, è autore di una micidiale progressione con pendenze finali superiori al 7% e vince su un buon Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). Domani l’attesissimo e ‘perturbatissimo’ – meteorologicamente parlando – Mont Ventoux, con l’arrivo sullo Chalet Reuynard, deciderà le sorti della breve corsa a tappe francese

La seconda tappa del Tour de la Provence 2021 presenta un tracciato insidioso in particolare negli ultimi 60 km con la presenza di numerosi saliscendi e due GPM che possono fare da trampolino a qualche attacco isolato. Dopo la bella vittoria nella prima tappa ed il primato in classifica generale, Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step) parte da Cassis con la maglia di leader ed oggi si mette a disposizione di Julian Alaphilippe, visto che il finale odierno si adatta benissimo alle sue caratteristiche, essendo situato su una rampa finale con pendenze che superano il 7%. Il maltempo che imperversa nel sud della Francia aggiunge un altro elemento di difficoltà alla tappa ed i ciclisti correranno sotto l’acqua e il freddo per tutta la sua durata. La fuga di giornata si concretizzava già nei primi km con la scalata del Grand Caumet, primo GPM di giornata posto al km 16. Protagonisti della fuga erano Filippo Conca (Team Lotto Soudal), Jerome Cousin (Team Total Direct Energie), Eduard-Michael Grosu (Team Delko), Samuel Leroux (Team Roubaix Lille Metropole) e Baptiste Bleier (Team St Michel-Auber93). Il gruppo, tirato dagli uomini della Deceunick, concedeva alla fuga un vantaggio massimo di circa 3 minuti. Il giovane italiano Conca era l’ultimo ad arrendersi all’impetuoso incedere del gruppo. Oltre alla Deceuninck, davano una mano a ricucire sul giovane italiano anche l’UAE Team Emirates, la Trek Segafredo e l’Astana, quest’ultima in particolare potendo contare nel finale su tre validissime alternative come Alexey Lutsenko, Alexandr Vlasov ed Alex Aranburu. Nonostante se ne fosse andato tutto solo sul Col de la Mort d’Imbert ed avendo scollinato per primo anche sul successivo Col Montfuron, Conca veniva ripreso definitivamente a circa 16 km dalla conclusione. Ai meno 10 attaccavano Florian Vermeersch (Team Lotto Soudal) e Matteo Jorgenson (Team Movistar) ma la coppia durava in testa non più di 6 km. Ai meno 4 iniziava la rampa finale, non durissima e proprio per questo affrontata con un ritmo infernale da Deceuninck ed Astana che portavano nelle prime posizioni i capitani designati. In particolare si segnalava il grande lavoro di Gorka Izagirre (Team Astana) quando mancava 1 km e mezzo circa al traguardo. Ai meno 700 metri, dopo un breve tratto pianeggiante, la strada tornava a salire e nel rilanciare l’azione in una curva verso sinistra Vlasov, in terza posizione, scivolava sulla strada bagnata e coinvolgeva nella caduta, per fortuna senza conseguenze, Juliana Alaphilippe, che doveva così dire addio ad una vittoria che sembrava alla sua portata. La Deceuninck però non si abbatteva e Davide Ballerini era autore di una micidiale progressione ai meno 300 con cui metteva tutti in riga, andando così a conquistare la seconda vittoria di fila battendo Giulo Ciccone (Team Trek Segafredo) e Alex Aranburo. Chiudevano la top five di giornata Dylan Teuns (Team Bahrain Victorious) e Patrick Konrad (Team Bora Hansgrohe) rispettivamente al quarto ed al quinto posto. Da segnalare, nella top ten, Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) settimo e Stefano Oldani (Team Lotto Soudal) ottavo. In classifica generale Ballerini è sempre più primo con 16 secondi di vantaggio su Aranburu e 17 secondi di vantaggio su Alaphilippe. Domani è in programma la terza tappa, quella decisiva, con l’arrivo a Chalet Reynard, ‘anticamera’ del Mont Ventoux. La salita finale è lunga 14.6 km ed ha una pendenza media del 7.6%. Siamo a inizio stagione, in pieno inverno, ed è prevista anche neve. Una tappa che quindi potrebbe rivelarsi davvero epica con i pretendenti alla vittoria finale che si daranno battaglia, e che battaglia.

Antonio Scarfone

La vittoria di Davide Ballerini a Manosque (fonte: Bettini Photo)

La vittoria di Davide Ballerini a Manosque (fonte: Bettini Photo)

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