ROGLIC SHOW AI LAGHI DI COVADONGA. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO

settembre 1, 2021 by Redazione  
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In una delle tappe più attese della Vuelta 2021, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) scatta sulla seconda scalata della Collada Llomena insieme ad Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers). La coppia va d’amore e d’accordo fino a 7 km dalla conclusione, quando nel tratto più difficile della salita verso i Laghi di Covadonga lo sloveno fa il vuoto involandosi verso la vittoria di tappa ed indossando, probabilmente ipotecandola, la maglia rossa.

La Vuelta 2021 offre oggi una tappa che può dare delle indicazioni precise su chi può davvero aspirare alla maglia rossa, a cinque tappe dal termine. I 186 km da Unquera ai Laghi di Covadonga iniziano con un facile GPM di terza categoria ma le difficoltà verranno più avanti con la doppia scalata della Collada Llomena di prima categoria e soprattutto con l’ascesa finale, un classico della Vuelta, la cui lunghezza supera i 12 km. Il tratto più duro è tra il quarto ed il settimo km, dove non si scende mai sotto il 10%. Se i big di classifica decidono di fare corsa dura, non vorremmo essere nei panni di Christian Eiking (Team Intermarchè Wanty Gobert), la cui maglia rossa oggi dovrebbe traballare non poco. Dopo la partenza da Unquera la corsa si animava immediatamente ed il primo attacco era portato da sei ciclisti: Cesare Benedetti (Team Bora Hansgrohe), Pelayo Sanchez (Team Burgos BH), Mauri Vansevenant (Team Deceuninck Quick Step), Dylan Sunderland (Team Qhubeka NextHash), Arnaud Demare ed Olivier Le Gac (Team Groupama FDJ). Il gruppo reagiva immediatamente ed annullava questo primo tentativo di fuga. Sull’Altu de Hortiguero, posto al kn 37.3, il gruppo transitava compatto ed il primo a scollinare era Jan Polanc (UAE Team Emirates). Il gruppo restava compatto e si attendeva ormai la prima scalata sulla Collada Llomena per vedere qualche movimento più deciso. E così sulle prime rampe della suddetta salita si staccava una ventina di ciclisti. In tutto erano in diciotto: Angel Madrazo (Team Burgos BH), Jay Vine (Team Alpecin Fenix), Jonathan Lastra, Julen Amezqueta e Jefferson Cepeda (Team Caja Rural), Jesus Herrada (Team Cofidis), Dylan Van Baarle (Team INEOS Grenadiers), Sylvain Moniquet (Team Lotto Soudal), Diego Camargo (Team EF Education Nippo), Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi), Michael Matthews e Mikel Nieve (Team BikeExchange), Nico Denz (Team DSM), Fabio Aru e Sergio Henao (Team Qhubeka NextHash), Matteo Trentin e David de la Cruz (UAE Team Emirates). La presenza di De la Cruz, a poco più di 7 minuti di ritardo in classifica generale da Eiking, non faceva dilatare troppo il vantaggio della fuga, che si manteneva intorno ai 2 minuti. Alle spalle del drappello di testa alcuni ciclisti provavano a staccarsi a loro volta dal gruppo maglia rossa. Tra i più attivi era Mikel Landa (Team Bahrain Victorius) che raggiungeva la testa della corsa quando mancavano 2 km circa allo scollinamento insieme a Michael Storer (Team DSM). Era proprio l’australiano che scollinava in prima posizione ma il gruppo maglia rossa, soprattutto grazie ad una decisa accelerazione del Team INEOS, annullava la fuga prima della seconda scalata verso la Collada Llomena. Questa volta INEOS e Jumbo Visma mantenevano una velocità elevata che non permetteva a nessuno di scattare. Erano anzi proprio Primoz Roglic (Jumbo Visma) ed Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) ad aprire le danze degli attacchi a circa 5 km dallo scollinamento. Lo sloveno ed il colombiano erano seguiti da Miguel Angel Lopez (Team Movistar) a una decina di secondi di ritardo. Più dietro era segnalato il gruppo con gli altri big della generale, tra cui Enric Mas (Team Movistar), Jack Haig (Team Bahrain Victorious), Guillaume Martin (Team Cofidis) ed Adam Yates (Team INEOS Grenadiers). Chi invece aveva ormai irrimediabilmente perso contatto era la maglia rossa Christian Eiking, ad oltre 1 minuto e mezzo di ritardo dalla coppia al comando. Bernal scollinava in prima posizione. A 45 km dall’arrivo Roglic e Bernal avevano 1 minuto e 15 secondi di vantaggio su 14 ciclisti, i meglio piazzati in classifica generale oltre a Wout Poels (Team Bahrain Victorious), Ben Zwieoff (Team Bora Hansgrohe) e Clement Champoussin (Team AG2R Citroen). Bernal si aggiudicava il traguardo volante di Cangas de Onis posto al km 163.6 mentre Felix Grossschartner(Bora Hansgrohe), facente parte del gruppo inseguitore, era costretto a fermarsi a bordo strada dopo essere stato vittima di una scivolata in una curva verso destra. Roglic e Bernal iniziavano la salita finale verso i Laghi di Covadonga con 1 minuto e 30 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore tirato dagli uomini della Bahrain Victorious. A 10 km dalla conclusione la coppia di testa manteneva ancora quasi 1 minuto e mezzo di vantaggio mentre dal gruppo inseguitore si staccava Guillaume Martin (Team Cofidis). Roglic staccava Bernal a meno di 7 km dall’arrivo, nel tratto più duro della salita. Lo sloveno si involata nella pioggia e nella nebbia verso la vittoria di tappa e soprattutto verso la maglia rossa che a questo punto difficilmente gli sarebbe stata tolta nelle ultime tappe. Roglic tagliava il traguardo con 1 minuto e 35 di vantaggio sul compagno di squadra Seppe Kuss che regolava il gruppetto degli inseguitori davanti a Miguel Angel Lopez (Team Movistar). Chiudevano la top five Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) in quarta posizione e Jack Haig (Team Bahrain Victorious) in quinta posizione. Roglic ritorna a vestire la maglia rossa con 2 minuti e 22 secondi di vantaggio su Mas e 3 minuti e 11 secondi di vantaggio su Lopez. Domani è in programma la diciottesima tappa, probabilmente la più dura della Vuelta 2021, da Salas all’Altu d’El Gamoniteiru. Dopo tre GPM, due di prima ed uno di seconda categoria, si affronta la salita finale, un vero ‘mostro’ lungo oltre 14 km al 9.6 di pendenza media con punte del 17%. Se oggi la Vuelta si è decisa al 70%, domani si deciderà al 99%, con Roglic che potrà sferrare l’attacco finale.

Giuseppe Scarfone

Primoz Roglic vince ai Laghi di Covadonga (foto: Bettini Photo)

Primoz Roglic vince ai Laghi di Covadonga (foto: Bettini Photo)

BENELUX TOUR, È LA VOLTA DI TACO VAN DER HOORN

settembre 1, 2021 by Redazione  
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L’olandese Taco van der Hoorn ha vinto la terza tappa del Benelux Tour davanti a Norsgaard e Durbridge. Quarto posto per Samuele Battistella.

Il numero tre deve portare bene all’olandese Taco van der Hoorn. L’alfiere della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux ha centrato oggi il successo nella terza tappa del Benelux Tour, così come gli era accaduto il 10 maggio a Canale in conclusione della terza tappa del Giro d’Italia. Alle spalle del corridore olandese si sono piazzati nell’ordine Mathias Norsgaard (Movistar Team), Luke Durbridge (Team BikeExchange), Samuele Battistella (Astana – Premier Tech) e Thimo Willems (Sport Vlaanderen – Baloise), con i quali era andato in fuga dopo 10 km di gara. Nel gruppo dei fuggitivi in prima faceva parte anche Arjen Livyns (Bingoal Pauwels Sauces), rialzatosi quando mancava un centinaio di chilometri al termine, dopo esser transitato in testa al traguardo volante valido per la classifica del SUPER 8, da lui comandata.
Dopo 3” lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) ha regolato il gruppo inseguitore precedendo velocisti di razza come Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious), Danny van Poppel (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), e Caleb Ewan (Lotto Soudal).
Dopo questa terza tappa nulla di invariato al vertice della classifica generale dove il vincitore di ieri Stefan Bissegger (EF Education – Nippo) precede sempre Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step) e Stefan Küng (Groupama-FDJ).
Domani si disputerà la prima tappa interamente disegnata in territorio belga, 166 Km pianeggiante per andare da Aalter al classico traguardo di Ardooie, presenza fissa di questa corsa sin dal 2008.

Mario Prato

Dal Piemonte al Benelux, la vittoria di tappa oggi è ancora per Taco van der Hoorn (foto Bettini)

Dal Piemonte al Benelux, la vittoria di tappa oggi è ancora per Taco van der Hoorn (foto Bettini)

BISSEGGER SU AFFINI E KÜNG NELLA CRONOMETRO DEL BENELUX TOUR

settembre 1, 2021 by Redazione  
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L’elvetico Stefan Bissegger è stato il più veloce nella seconda tappa del Benelux Tour, la cronometro di Lelystat. Piazzamenti sul podio per Edoardo Affini e Stefan Küng.

Dodici minuti e otto secondi, tanto è stato necessario a Stefan Bissegger per portare a termine gli 11.1 km della seconda tappa del Benelux Tour. Il portacolori della EF Education First volando a quasi 55 km/h di media ha inflitto un distacco di 15” al secondo classificato, Edoardo Affini del Team Jumbo-Visma, e 20” al connazionale Stefan Küng della Groupama-FDJ. Da segnalare la sottoprestazione dell’atteso Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) il quale, dopo aver accusato al traguardo un passivo di 39 secondi, ha rivelato di non sentirsi in forma da qualche giorno e di meditare il ritiro per non compromettere il resto della stagione, che dovrebbe vederlo al via sia dei campionati europei di Trento (12 settembre), sia dei mondiali in programma il 26 dello stesso mese a Lovanio, in Belgio.
Grazie alla vittoria odierna Bissegger è il nuovo leader della classifica con un vantaggio di 19” sul danese Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step) e di 20” su Küng.
Oggi il Benelux Tour affronterà la terza tappa con partenza in Belgio, da Essen per la precisione, per concludersi in Olanda a Hoogerheide dopo 168.3 Km e jun finale caratterizzato da lievi salitelle che non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint.

Mario Prato

Bissigger viaggia verso la vittoria nella crono del Benelux Tour 2021 (foto Bettini)

Bissigger viaggia verso la vittoria nella crono del Benelux Tour 2021 (foto Bettini)

JAKOBSEN VINCE A SANTA CRUZ DE BEZANA. EIKING RESTA IN MAGLIA ROSSA

agosto 31, 2021 by Redazione  
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Fabio Jakobsen (Team Deceuninck Quick Step) ottiene la terza vittoria alla Vuelta 2021 e festeggia nel migliore dei modi il compleanno vincendo in volata a Santa Cruz de Bezena grazie anche ad un’ottimo lavoro della sua squadra nei km finali. Secondo Jordi Meeus (Team Bora Hansgrohe) e terzo Matteo Trentin (UAE Team Emirates). Christian Eiking (Team Intermarchè Wanty Gobert) resta in maglia rossa.

Dopo il secondo giorno di riposo, la Vuelta 2021 riparte dalla Cantabria per un’ultima settimana in cui c’è ancora molto da dire per quanto riguarda l’ultimo GT dell’anno. La sedicesima tappa vede di scena i velocisti, visto che tra i 180 km da Laredo a Santa Cruz de Bezana è presente soltanto un GPM a metà tappa. Fabio Jakobsen (Team Deceuninck) può mettere l’ipoteca finale sulla maglia verde ed è il favorito per la vittoria e la sua squadra dovrà posizionarlo nel migliore dei modi visto gli ultimi 2 km molto tortuosi. Dopo pochi km dalla partenza una caduta di una quindicina di ciclisti coinvolgeva tra gli altri Guillaume Martin (Team Cofidis) ed Enric Mas (Team Movistar), i quali però rientravano in gruppo senza problemi apparenti. Chi aveva la peggio era però Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) che era costretto al ritiro insieme a Sep Vanmarcke (Team Israel StartUp Nation). La fuga di giornata si formava dopo una decina di km grazie all’azione di cinque ciclisti: Stan Dewulf (Team AG2R Citroen), Jetse Bol (Team Burgos BH), Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi), Dimitri Claeys (Team Qhubek NextHash) e Quiss Simmons (Team Trek Segafredo). Dopo 15 km i sei fuggitivi avevano 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rossa. Bol si aggiudicava il GPM dell’Alto de Hijas, unica difficoltà altimetrica della tappa, posta al km 106.2. Harm Vanhouche (Team Lotto Soudal) riusciva a raggiungere i fuggitivi, che però vedevano il proprio vantaggio diminuire rapidamente grazie ad una violenta accelerazione dell’UAE Team Emirates. A 40 km dall’arrivo i fuggitivi avevano 40 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rossa. Bol si aggiudicava anche il traguardo volante di Santillana del Mar posto al km 147.4. A 15 km dall’arrivo la fuga aveva ormai soltanto 20 secondi di vantaggio sul gruppo e nelle prime posizioni erano presenti anche l’INEOS Grenadiers e la Jumbo Visma a protezione dei propri capitani. Dewulf era l’ultimo fuggitivo ad essere raggiunto dal gruppo a 4 km dal termine. La Deceuninck Quick Step conduceva alla perfezione Fabio Jakobsen nelle curve dell’ultimo km e l’olandese sprintava con autorità andando a vincere sotto il traguardo di Santa Cruz de Bezan. Secondo era Jordi Meeus (Team Bora Hansgrohe) e terzo Matteo Trentin (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Michael Matthews (Team BikeExchange) in quarta posizione ed Alberto Dainese (Team DSM) in quinta posizione. Jakobsen mette a questo punto una grossa ipoteca sulla maglia verde quando mancano cinque tappe alla conclusione della Vuelta. Nelle prime posizioni della classifica generale resta tutto invariato con Christian Eiking (Team Intermarchè Wanty Gobert) in maglia rossa davanti a Guillaume Martin (Team Cofidis) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma). Domani è in programma la diciassettesima tappa da Urquera a Lagos de Covadonga. Un arrivo – categoria especial – in salita spesso utilizzato negli ultimi anni alla Vuelta. Ma i ciclisti prima della salita finale ne dovranno affrontare altre tre, di cui due di prima categoria, per un totale complessivo di quattro GPM. Una tappa dove gli uomini di classifica diranno la loro e dove, visto l’andazzo nelle recenti tappe, anche la fuga ha concrete possibilità di successo.

Giuseppe Scarfone

Fabio Jakobsen vince a Santa Cruz de Bezana (foto: Getty Images Sport)

Fabio Jakobsen vince a Santa Cruz de Bezana (foto: Getty Images Sport)

LA “PRIMA” DEL BENELUX TOUR È DI MERLIER

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Vittoria di Tim Merlier nella prima tappa del Benelux Tour 2021. Piazzamenti d’onore per Bauhaus e Hodeg.

Ha preso il via oggi con la Surhuisterveen-Dokkum di 169.6 km la diciassettesima edizione del Benelux Tour, ennesimo appuntamento World Tour del Calendario UCI.
In una tappa caratterizzata dal vento che ha spezzato a ranghi più o meno compatti il plotone, la vittoria è andata al belga Tim Merlier della Alpecin-Fenix, all’ottava vittoria in stagione. Con il ventottenne di Wortegem-Petegem sono saliti sul podio il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e il colombiano Álvaro José Hodeg (Deceuninck – Quick Step), che ha preceduto nell’ordine d’arrivo il connazionale Gaviria.
Da segnalare che nella fase cruciale, quando a condurre la corsa era un gruppo di una quarantina di ciclisti selezionato dal vento, il belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) è stato vittima di una foratura con conseguenze che far invidia al Ragioner Fantozzi. Per cambiare la ruota al meccanico è, infatti, occorso un lunghissimo minuto e mezzo a causa del cambio ruote neutro che aveva sbagliato tipologia di ruota. Da registrare anche la caduta senza conseguenze di Peter Sagan (Bora-Hansgroe), avvenuta quando il tre volte Campione del Mondo era nel terzo gruppo e i battistrada erano in piena bagarre, animata dagli uomini della Bahrain-Victorius.
Domani la seconda tappa, ancora in terra olandese, prevede una cronometro completamente piatta di 11.1 km con partenza e arrivo a Lelystad. La corsa nordeuropea si concluderà domenica 5 settembre dopo aver percorso un totale di 1096,5 km, suddivisi in 7 tappe.

Mario Prato

La vittoria di Merlier nella prima frazione del Benelux Tour (foto Bettini)

La vittoria di Merlier nella prima frazione del Benelux Tour (foto Bettini)

GIRO DI GERMANIA 2021, VITTORIA FINALE DI POLITT

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Con la quarta e ultima tappa del Deutschland Tour è stata decretata la vittoria del tedesco Nils Politt. Vittorie parziali oltre che per il già citato portacolori della Bora – Hansgrohe, anche per Ackermann e per Kristoff.

Nils Politt, il tedesco portacolori della Bora – Hansgrohe, ha scritto il suo nome nell’albo d’ora del più che trentennale Deutschland Tour, il Giro di Germania, facente parte del calendari UCI ProSeries. La competizione comprendeva quattro tappe, introdotte dal successo in volata di Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) a Schwerin davanti a Phil Bauhaus e Marco Haller, entrambi corridori della Bahrain – Victorious.
Il giorno dopo a Ilmenau è stata la volta di Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), che ha avuto la meglio sul solito Bauhaus e sul vincitore del giorno prima Ackermann. La terza tappa, disputatasi sabato, è stata quella decisiva in chiave classifica: a imporsi è stato Politt che sul traguardo di Erlangen ha inflitto un distacco di 11” al Dylan Teuns (Bahrain – Victorious) e di 12” ad Ackermann, che ha preceduto il gruppo compatto.
La conclusione di ieri a Norimberga ha visto di nuovo il successo del norvegese della UAE Team Emirates, che ha preceduto Ackermann, il quale a sua volta ha dimostrato una regolarità che gli ha permesso di conquistare la maglia della classifica a punti. Terzo nell’ultimo sprint si è piazzato l’italiano Luca Mozzato, che corre per la formazione francese B&B Hotels p/b KTM ed è stato anche il migliore dei nostri in classifica: i suo score in questi quattro giorni di gara recita un settimo posto nella prima tappa, poi un nono, un quattordicesimo e infine terzo posto dell’ultima tappa. Tutti piazzamenti gli anni permesso di risalire fino al settimo posto nella classifcia generale, al sesto in quella a punti e al secondo in quella riservata ai giovani, nella quale è stato preceduto di soli tre secondi dal tedesco Georg Zimmermann (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
La classifica finale vede, come detto, imporsi Politt con 4″ su Ackermann e Kristoff, appaiati sui gradini più bassi del podio, mentre il distacco di Mozzato è di 22 secondi, lo stesso di un altro degli cinque italiani in gara, Marco Canola (Gazprom – RusVelo). Gli altri azzurri al via della corsa teutonica erano Alessandro Covi e Davide Formolo dell’UAE-Team Emirates (rispettivamente 35° e 36″ a 1′48″) e Dario Cataldo della Movistar (49° a 18′36″). Le classifica accessorie sono state conquistate da Ackermann (punti), dal belga Louis Vervaeke
dell’Alpecin-Fenix (scalatori), da Zimmermann e dalla Bahrain – Victorious per quanto concerne la classifica a squadre.

Mario Prato

Dopo la tappa di Nîmes dellultimo Tour de France, sulle strade del Giro di Germania Nils Politt coglie un altro prestigioso successo (foto Bettini)

Dopo la tappa di Nîmes dell'ultimo Tour de France, sulle strade del Giro di Germania Nils Politt coglie un altro prestigioso successo (foto Bettini)

IMPRESA SUPERLATIVA DI MAJKA. IL POLACCO TRIONFA DOPO UNA LUNGA AZIONE SOLITARIA

agosto 29, 2021 by Redazione  
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L’ultima volta che aveva alzato le braccia al cielo era stata addirittura 4 anni fa proprio sulle strade della Vuelta a Espana. Rafal Majka oggi è riuscito a interrompere il lunghissimo digiuno grazie ad un’impresa veramente spettacolare, una lunghissima azione in solitaria iniziata quando al traguardo mancavano poco meno di 90 km. Il polacco del Team UAE Emirates ha staccato il compagno di avventura Fabio Aru (Team Qhubeka-NextHash) e ha proseguito tutto solo fino al traguardo, resistendo al tentativo di rientro di un bravo Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). Solo qualche scaramuccia tra i big della classifica generale che resta sostanzialmente invariata e vede in maglia roja sempre il sorprendente Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux).

La 15a frazione della Vuelta, 197.5 km da Navalmoral de la Mata a El Barraco, proponeva un percorso che, nonostante gli oltre 50 km di salita, sembrava destinato a premiare i fuggitivi e non lasciava presagire una grade battaglia tra gli uomini di classifica.
Dopo i primi 70 km sostanzialmente pianeggianti, iniziava la prima salita di giornata, l’Alto de la Centenera (15.1 km al 5.3 %) che culminava al km 85. Dopo la successiva discesa, la strada ricominciava a salire fino al Puerto de Pedro Bernardo (9.1 km al 5.1%) posto al km 114. Un’altra discesa portava quindi i corridori ai piedi della lunga (ma pedalabile) salita di Puerto de Mijares (20.4 km al 5.5%). Infine ai poco dopo il cartello dei -15 iniziava il facile Puerto de San Juan de Nava (8.6 kma al 4%), dalla vetta del quale mancavano appena 5 km, tutti in leggerissima discesa.

La battaglia per entrare nella fuga buona è iniziata sin dalle primissime battute e ha visto l’alternarsi di diversi tentativi prima che l’azione di giornata potesse prendere il largo. Dopo una quindicina di km si è avvantaggiato un gruppo di circa 25 corridori che si è poi man mano ridotto finchè davanti non sono rimasti i soli Magnus Cort (EF Education Nippo) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers). Il duo è stato però ripreso intorno al km65. Di lì a poco, lungo le prime rampe dell’Alto del la Centenera, dal gruppo sono emersi Rafal Majka (UAE Team Emirates) e Maxim Van Gils (Lotto-Soudal), raggiunti qualche centinaio di metri più tardi da Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash). Il gruppo a questo punto ha rallentato, lasciando il via libera al terzetto di testa, poi diventato duo visto che Van Gils ha perso contatto da Majka e Aru. Ma la bagarre non era destinata ad esaurirsi perchè ancora in tanti volevano lanciarsi in avanscoperta. Sulle rampe della prima salità di giornata si è così man mano formato un gruppo inseguitore composto da Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroen Team), Gorka Izagirre (Astana Premier Tech), Wout Poels (Bahrain Victorius), Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), Diego Camargo (EF Education Nippo), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Guy Niv (Israel Start-Up Nation), Stef Cras e Maxim Van Gils e Stef Cras (Lotto-Soudal), Carlos Verona (Movistar), Lucas Hamilton e Mikel Nieve (Team BikeExchange), Thymen Arensman, Chris Hamilton, Michael Storer e Martijn Tusveld (Team DSM), Gianluca Brambilla e Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo), Joe Dombrowski (UAE Team Emirates). Il drappello inseguitore ha scollinato sul primo gpm con 2 minuti di ritardo dai battistrada, mentre il plotone era più lontano (3’30”).

Nella successiva discesa Aru e Majka hanno continuato a guadagnare qualcosa, complice anche la poca collaborazione nel gruppo inseguitore: ai piedi del Puerto de Pedro Bernardo, i due battistrada avevano portato il vantaggio a 2’20” sul gruppo dei contrattaccanti e a quasi 4’ sul gruppo maglia roja. Proprio lungo le rampe del secondo gpm di giornata nel drappello inseguitore è arrivata l’accelerazione di Michael Storer a cui si sono accodati Brambilla, Bouchard e Chris Hamilton. Quest’ultimo non ha resistito a lungo alle tirare del compango di squadra e ha ben presto perso contatto dagli altri tre.
Resosi conto che gli inseguitori si stavano avvicinando, Majka a sua volta ha imposto una visibile accelerazione che ha messo in difficoltà Aru. Nel frattempo gli altri fuggitivi erano rientrati sul primo gruppo di contrattaccanti. Majka ha scollinato con 17” su Aru e 2’13” sugli inseguitori e ha poi continuato ad incrementare il vantaggio anche nel corso della discesa, mentre Aru si è lentamente rialzato ed è stato poi ripreso da Kruijswijk, Bouchard, Verona, Lopez, Izagirre e Arensman che a loro volta erano usciti dal gruppo inseguitore. Ai -60, quando mancava poco all’imbocco del Puerto de Mijares, il polacco del Team UAE aveva 2’20” sul quintetto inseguitore che precedeva di una quindicina di secondi gli altri attaccanti.

Sul Puerto de Mijares la corsa si è ulteriormente accesa per merito di Steven Kruijswijk. L’olandese ha imposto un’andatura infernale che ha fatto staccare, letteralmente uno per volta, gli altri 6 compagni di fuga e lo ha lanciato all’inseguimento solitario di Rafal Majka. Kruijswijk ha inizalmente rosicchiato qualche secondo a Majka, portandosi a 1’30” a metà della lunga ascesa, poi nella seconda parte della salita il distacco è praticamente rimasto inalterato. Alle sue spalle la situazione è invece rimasta molto fluida e si sono verificati diversi rimescolamenti. Al gpm (1a categoria) Majka è transitato con 1’40” su Kruijswijk e 3 minuti sul primo degli altri inseguitori, Chris Hamilton. Il gruppo era invece cronometrato a 6’30”. La situazione è rimasta invariata nella successiva discesa e lungo il tratto di saliscendi che portava ai piedi dell’ultima ascesa di giornata, il gpm (3a cat) di Puerto San Juan de Nava.
Majka ha proseguito la sua cavalcata conservando il vantaggio su un Kruijswijk ormai rassegnato al secondo posto, mentre gli ormai ex compagni venivano ripresi dal gruppo maglia roja che si era riavvicinato a meno di 4’. Proprio nel gruppo del leader si è assistito ad alcuni scatti, culminati con l’attacco, giunto poco dopo il gpm, di Adam Yates (Ineos Grenadiers) che alla fine è riuscito a staccare gli avversari.

Majka ha meritatamente tagliato il traguardo al termine di una spettacolare azione in prima posizione con 1’27 su Kruijswijk e 2’10” su Chris Hamilton. Alle loro spalle Adam Yates, 4° a 2’42”, è riuscito a recuperare 15” sugli altri uomini di classifica regolati allo sprint da Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) davanti al leader Odd Christian Eiking (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), Sepp Kuss (Jumbo-Visma), David De La Cruz (UAE Team Emirates) ed Enric Mas (Movistar).
Resta pressochè invariata la classifica generale. In testa vi è sempre Eiking con 54 secondi di vantaggio su Guillaume Martin (Cofidis), 1’36” su Primoz Roglic (Jumbo-Visma), 2’11” su Enric Mas (Movistar), 3’40” su Miguel Angel Lopez (Movistar) e 3’35” su Jack Haig (Bahrain Victorius). Chiudono la top ten Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7° a 4’21”, Adam Yates (Ineos Grenadiers) a 4’34”, Sepp Kuss (Jumbo-Visma) a 4’59” e Felix Grossschartner a 5’31”.

Domani è in programma il secondo ed ultimo giorno di riposo che precederà una frazione piuttosto semplice ed adatta alle ruote veloci, in attesa delle due tappe che dovrebbero decidere la corsa Iberica.

Pierpaolo Gnisci

Majka impresa con dedica (foto:Bettini)

Majka impresa con dedica (foto:Bettini)

BRETAGNE CLASSIC, COSNEFROY IL PIÙ VELOCE

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Benoit Cosnefroy conquista la classica francese battendo in volata Julian Alaphilippe. Terzo Mikkel Honoré

Corsa nervosa nelle battute iniziali con la fuga dal mattino che tarda a formarsi. Ci vogliono quasi 50 km perché si crei un drappello al comando con un buon margine sul resto del plotone: si tratta di Sebastian Grignard (Lotto Soudal), Alexis Gougeard (Ag2r Citroën), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) e Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert), i quali raggiungono un vantaggio massimo di circa 5 minuti intorno a metà gara. Fra loro l’accordo salta molto presto, con De Marchi e Hermans che si liberano dei compagni di fuga e provano a prendere il largo.
Il gruppo però è vicino e la corsa non tarda a scoppiare: dietro si muovono i pezzi grossi nel corso del primo tratto in sterrato odierno, tanto che si forma un drappello inseguitore composto da Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Mikkel Honoré (Deceuninck-QuickStep) e Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen).
La coppia al comando guida la corsa con circa 2 primi di vantaggio sugli inseguitori, che a sua volta mantiene 1′ sul resto del plotone. Non sono finite qui le emozioni però, sia davanti che dietro: De Marchi si lancia da solo in fuga staccando anche Hermans mentre alle sue spalle Pogacar si rialza non riuscendo a reggere il ritmo forsennato imposto dagli altri fuggitivi. I tre inseguitori riassorbono e staccano Hermans e pochi chilometri più tardi rientrano anche sull’italiano rimasto al comando.
In questa fase si susseguono scatti e controscatti sia davanti che dal gruppo, ma con l’unico cambiamento di rilievo la bandiera bianca issata da Alessandro De Marchi che perde contatto dal gruppetto al comando. Quando inizia l’ultima Cote, Pont-Neuf, il terzetto davanti ha un margine di 30″ sul resto del gruppo. Qui ci prova Alaphilippe, ma Cosnefroy si piazza sulla sua ruota e non la molla più, esplodendo poi il colpo di pedale decisivo nella volata finale per la vittoria. Mikkel Honore molla fin da subito lo sprint finale accontentandosi della terza posizione.

Lorenzo Alessandri
LorenzoAle8

Benoit Cosnefroy batte il campione del mondo Alaphilippe in volata. Photo Credit: Bettini Photo

Benoit Cosnefroy batte il campione del mondo Alaphilippe in volata. Photo Credit: Bettini Photo

BARDET PIGLIATUTTO A POIS, PER LA GENERALE SON SOLO SCARAMUCCE

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Tappa dal disegno esaltante, gruppo dei migliori esitante, dove i (relativamente) coraggiosi regalano qualche contenuto brivido solo nel finale. I veri coraggiosi oggi sono tutti nella fuga del mattino.

Che bel tracciato avrebbe avuto, questa tappa della Vuelta! Ortodossi solamente i primi 80 km pianeggianti e staripanti di rettifili, dove prende il largo la robustissima fuga del mattino; tuttavia la seconda metà di tappa era tutta all’insegna dell’imprevisto e dell’imprevedibile, con una prima salita non ardua ma priva di requie al fuggevole scollinamento, subito seguita da una parete vertiginosa di tre chilometri in doppia cifra (14% di media!), potenzialmente capace di sbriciolare gruppo e coorti di gregari; e poi ancora, una volta terminata la discesa, il vero piatto forte per i più sofisticati buongustai di ciclismo: 40 km di autentico territorio comanche, stradine tortuose senza un metro dritto o in piano, una mappa che pare un piatto di spaghetti. E, finalmente, l’irregolare ascesa finale, tutta balze esposte al vento.
Peccato, un vero peccato, che la tappa la corrano sostanzialmente in una ventina, cioè i 18 uomini della fuga più un paio di uomini della generale o poco più. Occasione sprecata, insomma, per quasi tutti: spettatori compresi.
Chi l’occasione non la spreca è un Bardet in giornata di grazia: nella fuga è senza compagni di squadra, benché al suo team DSM di solito piacciano le strategie collettive; e il buon Romain, oltretutto, è immediatamente sotto i riflettori per l’ovvietà della sua scommessa a caccia non solo della tappa, ma pure della maglia a pois (pois blu, in quel di Spagna). Una situazione delicata da gestire fra diciassette rivali affamati. Ma la voglia c’era, dopo quella brutta caduta che l’aveva spedita fuori classifica a inizio Vuelta.
Azzardo, calcolo, sfacciatezza, scommessa, pazienza: e, senz’altro, gambe e cuore. A fine giornata il francese intasca la vittoria di tappa e si appropria della maglia che viene vestita dal miglior grimpeur: fin qui il nostro Damiano Caruso, che, se ne avrà voglia, potrà ingaggiare un duello di gran qualità con il francese e chi altri entrasse in lizza.
Bardet è uno dei simboli per eccellenza della crisi in cui si sono arenati molti fenomeni nati nel magico 1990 (un altro, ancora in caccia di riscatto qui alla Vuelta, è Matthews): basti pensare che fino a questo agosto, con una tappa della Vuelta a Burgos, per Bardet erano passati ben tre anni senza alcuna vittoria. E la corsa che si porta a casa oggi è la prima World Tour dopo ben quattro anni, con a precederla una tappa del Tour de France del 2017: tanto per capirci, parliamo del Tour in cui Fabio Aru (un altro 1990 – e l’italiano dopo questa Vuelta appenderà la bici al chiodo!) stirava Chris Froome sulla Planche des Belles Filles con tanto di record di scalata, arrivava poi a vestire la maglia gialla provvisoria e infine concludeva quinto in generale. Altri tempi!
Certo, Bardet nel frattempo non ha smesso di offrire guizzi della sua classe, pur non riuscendo più ad alzare le braccia al cielo né a metter piede nei primi cinque in generale di nessun GT: in queste stagioni di siccità, oltre ad attacchi coraggiosi e generosi, sono rimasti negli occhi i secondi posti al Mondiale di Innsbruck o alle Strade Bianche, o il podio della Liegi, tutte testimonianze di qualità a palate, come anche una combattuta maglia a pois al Tour, o una clamorosa top ten alla Paris-Tours degli sterrati.
Oggi, come detto, la propria qualità Bardet la deve sfoderare tutta per districarsi in una giungla dove tutti sanno che lui è il nemico numero uno, e in molti ce la mettono tutta, quasi obbligando lo spettatore a tifare per tutti. Che dire di Prodhomme, il giovane transalpino della Ag2R (che prova con il pure bravo e pure giovane Champoussin la tenaglia sul grande ex, Bardet)? All’attacco ai meno cinquanta con Navarro e Holmes (talento inglese della Lotto), poi di nuovo con Navarro ai meno 26 appena si era fatto sotto Bardet, e ancora in testa alla corsa sull’ultima ascesa, tallonato dal kazako Zeits – finché Bardet non salterà entrambi.
Caparbi anche i talenti inglesi, con Holmes che dopo il primo attacco di cui sopra perde contatto, viene riassorbito dagli inseguitori, ma di nuovo ritorna in testa; o Pidcock, sempre in controtempo, a corto di forma dopo i festeggiamenti olimpici, e ciò nondimeno quarto all’arrivo, subito dietro l’australiano della Alpecin Jay Vine, reclutato su Zwift, che ai -35 km scopre la differenza fra il ciclismo reale e quello virtuale impigliandosi nell’ammiraglia durante un rifornimento volante e finendone quasi investito, con una caduta rovinosissima. Eppure da lì in poi di nuovo si è rifatto sotto, e all’ultima salita sfodera gambe incredibili, rivelandosi l’unico, assieme ad Herrada, che dà a tratti l’impressione di poter minacciare il primato di Bardet.
Tante emozioni nella fuga, poche nel gruppo dei cosiddetti migliori, in puro stile Tour. Tutto rimandato all’ascesa finale, dove Guillaume Martin prova un attacco concertato di squadra per provare a sfilare la maglia del primato al norvegese Eiking: i due duellano in cima alla CG perché hanno preso vantaggio con una classica fuga bidone, ma ora si stanno difendendo più che egregiamente, addirittura con la prospettiva di restare davanti a tutti fino ai tapponi asturiani dell’ultima settimana. La scena folle odierna è vedere come gli altri favoriti, ovverosia gli uomini che “davvero” curano la generale, si disinteressino nel modo più sfacciato delle dinamiche di attacco e contrattacco che coinvolgono questi due rivali, i quali ai nostri occhi sono invece entrambi meritevoli di plauso, l’uno per l’ambizione, l’altro per la resistenza offerta. Che gli altri non se li filino può essere comprensibile, benché bizzarro e un pizzico antisportivo, in certo qual modo. Già meno comprensibile è che nessuno provi a sfruttare questi sommovimenti per dare un scossa alla gara. Segnaliamo in cronaca per la buona volontà un affondo di Ciccone preparato da Brembilla, ma l’esito ne è scarso. Più veemente il fendente vibrato da Miguel Ángel López, che sgancia tutti e quasi deraglia il trenino Jumbo Visma, sfiatando in successione la doppia “K” di Kruijswijk e Kuss, i gregari oggi al servizio di Roglic. Peccato che tutto accada troppo tardi, in ogni senso: troppo tardi che si agisca solo sulla salita finale, perché se Roglic non lo si isola prima, ha gioco facile a proteggersi dietro i compagni. E oggi, come detto, il terreno ci sarebbe stato eccome. Ma anche troppo poco e troppo tardi che Superman prenda il volo ai – 3 km: i gregari, pur spompati, lasciano Roglic con davanti la sua distanza ideale, il rush della flamme rouge, così lo sloveno apre il gas nel finale e riduce il distacco patito alla miseria di 4”. Vero è che López muovendosi prima si sarebbe anch’egli esaurito prima, ma se Roglic avesse avuto davanti a sé 3-4 km da gestire senza gregari e non solo l’ultimo, la musica sarebbe stata diversa, ed anche la presenza di Mas coperto alla sua ruota avrebbe avuto ben altro peso, dacché il maiorchino sarebbe potuto partire a propria volta quando López fosse stato riavvicinato da Roglic. Oggi non c’era più nemmeno lo spazio per tentare un forcing ulteriore.
Il risultato: quasi venti uomini in meno di un minuto nel gruppo dei migliori, praticamente una specie di sprint ristretto al termine di una tappa che avrebbe potuto dare e dire moltissimo di più. Per quel poco che può valere, sembra in rialzo nel borsino la quotazione di Bernal, quantomeno per un finale di Vuelta in ripresa, giacché oggi è parso più reattivo, anche se perde una pedina importante quale Carapaz, finalmente sopraffatto dalla fatica dei suoi guizzi di orgoglio. Adam Yates continua invece ad andare a singhiozzo, ed oggi è parso in affanno, mentre continua a reggere un altro degli “intrusi di lusso” in GC com’è Grosschartner. Sempre pimpante anche Jack Haig, che sembrava fuori dai giochi ma che ora ha tutto l’aspetto di voler essere il “Caruso” in salsa spagnola, cioè insomma quel gregario di Landa che quando il basco molla assurge in sua vece al ruolo di capitano e uomo d’alta classifica.
Domani altra tappa interessante, simile a quelle che il Giro propone nell’Appennino emiliano-romagnolo: relativamente lunga, con una successione pressoché ininterrotta di salite e discese ancorché pedalabili.
Applaudiremo ancora solamente la fuga, o il successivo giorno di riposo metterà un pizzico di coraggio in più nello spirito di chi lotta per il primato finale?

Gabriele Bugada

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

La vittoria di Bardet in vetta al Pico Villuercas (foto Bettini)

BRUSSELS CLASSIC, NUMERO DI EVENEPOEL

agosto 28, 2021 by Redazione  
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Remco Evenepoel vince in solitaria la classica belga. Dietro di lui Aime De Gendt e Tosh Van Der Sande

Pronti via e come spesso avviene da queste parti la fuga non tarda ad uscire dal gruppo. Quest’oggi gli attaccanti che tentano la sorte sono Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen – Baloise), Jules Hesters (Beat Cycling), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Dimitri Peyskens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Robert Scott (Canyon), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling) ed Etienne van Empel (Vini Zabù). Il gruppo lascia fare ma sempre tenendo il distacco entro i 2 minuti, tanto che nel primo passaggio sul Grammont a 90 km dal traguardo alla testa della corsa resta poco più di 1 minuto di margine.
Qua a rompere gli indugi è subito un pezzo da novanta, Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step). Il talento belga si porta via un gruppetto ben assortito composto anche da Philippe Gilbert, Tosh Van der Sande, Victor Campenaerts, Marc Hirschi e Brandon McNulty. Questo nuovo drappello inseguitore raggiunge la testa della corsa e si lancia a spron battuto verso il traguardo. Dietro di loro il gruppo è tirato dalla Alpecin – Fenix coadiuvata successivamente dalla Arkea – Samsic, ma senza mai trovare un ritmo costante che permetta alle squadre del plotone di riavvicinare gli attaccanti.
La vittoria finale è dunque affare del gruppetto al comando: sotto una pioggia divenuta battente se ne vanno in due, Aime De Gendt (Intermarché – Wanty Gobert) e lo stesso Remco Evenepoel. Oggi però non ce n’è per nessuno con il campioncino belga: piazza un nuovo scatto ai -12 e resta da solo al comando, percorrendo gli ultimi chilometri verso il traguardo in parata trionfale.
Primo degli sconfitti De Gendt, mentre Tosh Van Der Sande (Lotto – Soudal) è il più veloce nella volatina del gruppetto inseguitore.

Lorenzo Alessandri
@LorenzoAle8

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

Remco Evenepoel arriva in parata solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo

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