13-05-2021

maggio 13, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’elvetico Gino Mäder (Bahrain – Victorious) si è imposto nella sesta tappa, Grotte di Frasassi – Ascoli Piceno (San Giacomo), percorrendo 160 Km in 4h17′52″, alla media di 37.229 Km/h. Ha preceduto di 12″ il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e l’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), 5° a 14″. L’ungherese Attila Valter (Groupama – FDJ) è la nuova maglia rosa con 11″ sul belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) e 16″ su Bernal Gómez. Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), 7° a 39″

CIRCUIT DE WALLONIE

Il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella corsa belga, circuito di Charleroi, percorrendo 194.2 Km in 4h18′42″, alla media di 45.041 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Marc Sarreau (AG2R Citroën Team) e il neozelandese Laurence Pithie (Equipe continentale Groupama-FDJ). Unico italiano in gara Lorenzo Germani (Equipe continentale Groupama-FDJ), 66° a 20″

TROFEO CALVIA

Il sudafricano Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates) si è imposto nella corsa spagnola, Peguera – Palmanova, percorrendo 168.7 Km in 4h21′04″, alla media di 38.772 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Anthony Delaplace (Team Arkéa Samsic) e di 41″ il belga Rune Herregodts (Sport Vlaanderen – Baloise). Miglior italiano Simone Velasco (Gazprom – RusVelo), 13° a 44″

TOUR DE HONGRIE

Il belga Jordi Meeus (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella seconda tappa, Balatonfüred – Nagykanizsa, percorrendo 182.6 Km in 4h03′55″, alla media di 44.917 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alberto Dainese (Team DSM) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious). Meeus è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo di Meeus e 6″ sul polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team). Miglior italiano Dainese, 4° a 8″

EMAKUMEEN NAFARROAKO WOMEN’S ELITE CLASSIC (Donne)

L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) si è imposta nella corsa spagnola, Zudaire – Lekunberri, percorrendo 128.3 Km in 3h44′33″, alla media di 34.282 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Demi Vollering (SD Worx) e di 5″ l’italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GROTTE DI FRASASSI – ASCOLI PICENO (San Giacomo)

maggio 13, 2021 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco la prima vera tappa di montagna del Giro 2021, che proporrà l’inedita ascesa finale (come versante di scalata) verso San Giacomo, sopra Ascoli Piceno. Dopo le prime scosse in classifica provocate dalla tappa di Sestola si annuncia un altro finale al cardiopalma, tutto da seguire anche se non ci sarà da fare i conti con pendenze particolarmente cattive

Dopo l’assaggino (rivelatosi ben pepato) del Colle Passerino, due giorni fa, debuttano le montagne nella sesta frazione della Corsa Rosa, quasi interamente tracciata in territorio marchigiano tranne una breve ma spettacolare digressione in Umbria, che porterà il gruppo ad attraversare gli scenografici altipiani di Castelluccio, celebri per la coltivazione di lenticchie a marchio IGP. È proprio alle soglie di quest’area che si concluderà la prima delle due salite principali che caratterizzano il percorso, la Forca di Gualdo, 104 Km al 7.4% che diversi elementi del gruppo già conoscono perché lo scorso anno furono inseriti nel tracciato della prima delle due tappe di montagna della Tirreno – Adriatico, disputata fra Terni e Cascia e vinta dall’australiano Lucas Hamilton sull’italiano Fausto Masnada e sul canadese Michael Woods, che quel giorno conservò la maglia di leader della Corsa dei Due Mari conquistata ventiquattrore prima. Meno ripida ma molto più lunga sarà l’altra grande salita di giornata, quella che condurrà al traguardo di San Giacomo, dove si giungerà dopo aver percorso poco più di 15.5 Km inclinati al 6.1% medio. Nulla di trascendentale, ma se le rampe della Forca di Gualdo saranno rimaste nelle gambe di qualche big, la salita sopra Ascoli Piceno potrebbe lasciare il segno e qualche pezzo grosso correre il rischio di vedere fin d’ora definitivamente compromesse le possibilità di vittoria finale.

Le grotte di Frassasi e l’altimetria della sesta tappa (www.tuttiglieventi.it)

Le grotte di Frassasi e l’altimetria della sesta tappa (www.tuttiglieventi.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Stazione di sport invernali del comune teramano di Valle Castellana, al confine tra Marche e Abruzzo, San Giacomo è una vecchia conoscenza in casa Gazzetta, che in passato vi ha organizzato diversi arrivi di tappa, di differenti corse, anche se mai si è saliti in corsa dal versante che sarà percorso quest’anno. Già alla fine degli anni ’70 vi terminarono due frazioni della Tirreno-Adriatico, rispettivamente vinte dal belga Roger De Vlaeminck nel 1977 e dall’elvetico Josef Fuchs nel 1978, ma allora la Corsa dei Due Mari era ancora organizzata dal Velo Club Forze Sportive Romane di Franco Mealli, che nel 1996 cederà tutte le sue corse alla Rosea. Dopo questo passaggio di consegne la Tirreno tornerà a San Giacomo nel 2003 per un semplice passaggio nel corso della tappa di Torricella Sicura (vinta da Danilo Di Luca), mentre bisognerà aspettare il 2005 per vederlo nuovamente proposto come arrivo di tappa, anche se quel traguardo sarà poi annullato per neve (arrivo spostato ancora a Torricella, dove s’impone lo spagnolo Óscar Freire) e rimandato al 2006, quando lassù coglierà la vittoria Leonardo Bertagnolli, arrivo poi replicato per l’ultima volta nel 2007 (vittoria di Matteo Bono). Nel frattempo altre due corse di RCS Sport erano terminate a San Giacomo, una prova del Trofeo dello Scalatore nel 2001, conquistata dal colombiano Freddy González, e soprattutto una tappa del Giro d’Italia dell’anno successivo: in quell’occasione si salì dal versante abruzzese, in cima al quale colse la vittoria un altro corridore proveniente dall’America Latina, il messicano Julio Alberto Pérez Cuapio.

CIAK… SI GIRO

San Giacomo non è certo una meta paragonabile a località come Sankt Moritz, frequentate da vip provenienti da tutto il mondo. Ma anche la piccola stazione invernale dei Monti della Laga ha visto una celebre star solcare le sue nevi, un attore del calibro di Dustin Hoffman, che salì lassù nel 1972, cinque anni dopo le riprese de “Il laureato”, film che lo candidò all’Oscar e lanciò tra le celebrità di Hollywood dopo aver mosso i primi passi nel mondo del cinema come semplice caratterista. Anche in quell’occasione si trattava di un’uscita per lavoro, chiamato in Italia per interpretare il ruolo del protagonista nell’ultimo film diretto da Pietro Germi, “Alfredo Alfredo”, per il resto prevalentemente girato nella sottostante Ascoli. Negli anni ’80 Hoffman sarà coinvolto in un progetto che avrebbe dovuto portare sul grande schermo un film sul Tour de France, pellicola in previsione della quale l’attore statunitense sarà anche ospite dell’ammiraglia di Jacques Goddet e avrà l’opportunità di seguire dal vivo una frazione della Grande Boucle. Il progetto sfumerà in un nulla di fatto, ma nel 2015 Hoffman sarà comunque tra i protagonisti di un film a soggetto ciclistico: interpreterà il ruolo di Bob Hamman in “The Program”, basato sulla biografia di Lance Armstrong scritta dal giornalista irlandese David Walsh.

Dustin Hoffman a bordo della defunta cestovia di San Giacomo: è una scena del film Alfredo Alfredo (www.davinotti.com)

Dustin Hoffman a bordo della "defunta" cestovia di San Giacomo: è una scena del film "Alfredo Alfredo" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/alfredo-alfredo/50005208

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Grotte di Frasassi: poco nuvoloso, 20°C, vento moderato da WSW (20-25 Km/h), umidità al 44%
Pieve Torina – traguardo volante (Km 56.7): pioggia modesta e schiarite (0.2 mm), 19.2°C, vento moderato da WSW (23 Km/h), umidità al 47%
Forca di Gualdo – GPM (Km 90.1): temporale con pioggia modesta e schiarite (0.5 mm), 15°C (percepiti 16°C), vento moderato da SSW (26-33 Km/h), umidità al 75%
Arquata del Tronto (Km 114.8): pioggia modesta e schiarite (0.2 mm), 15.6°C, vento moderato da WSW (22-24 Km/h), umidità al 51%
Ascoli Piceno – traguardo volante (146.3 Km) : pioggia modesta e schiarite (0.2 mm), 21°C (percepiti 22°C), vento moderato da SW (14-20 Km/h), umidità al 44%
San Giacomo : previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Raisport
12.35: inizio diretta su Eurosport1
12.35: partenza dalle Grotte di Frasassi
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 50 Km dalla partenza)
14.10-14.15: traguardo volante di Pieve Torina
14.40-14-50: inizio salita Forca di Gualdo
15.10-15.30: GPM di Forca di Gualdo
15.25-15.45: GPM di Forca di Presta
16.20-16.45: traguardo volante di Ascoli Piceno e inizio salita finale
17.00-17.30: arrivo a San Giacomo

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo quinta tappa, Modena – Cattolica

1° Pavel Sivakov
2° Jhonatan Narváez s.t.
3° Joe Dombrowski a 4′53″
4° François Bibard a 5′08″
5° Filippo Fiorelli a 5′37″

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Attilio Viviani a 1′38″
3° Caleb Ewan a 2′18″
4° Manuel Belletti a 5′42″
5° Thomas De Gendt a 5′56″

Maglia nera: Alessandro De Marchi, 182° a 47′32″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Garzelli: “Un corridore prende una banana, la mangia e la lancia” (ovviamente la buccia)
Garzelli: “Pelle di banana”
Borgato: “Ha compiuto in quarta posizione”
Borgato: “Ewan è sempre da tenere in condizione” (considerazione)
Borgato: “Se ci fosse pioggia nel gruppo”
Pancani: “Nuvole sul cielo di Nimini” (Rimini)
Pancani: “Arriva anche la maglia rosa di Alessandro De Marchi” (che la rincorreva nudo)
Pancani: “I due uomini al comando dei due battistrada”
Borgato: “Corsonni” (Consonni)
Borgato: “Gli altri velocista”
Borgato: “Quando arrivano a 60 all’ora è un contatto, potresti smettere di pedalare” (Ah Già, che stai a ddì??)

DISCOGIRO

Tutti al mare (Gabriella Ferri)

OK EWAN, KO LANDA

maggio 12, 2021 by Redazione  
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Torna alla vittoria al Giro d’Italia Caleb Ewan con una volata magistrale, abile a destreggiarsi nel concitato arrivo di Cattolica il velocista della Lotto Soudal brucia Nizzolo (Qhubeka Assos), ancora secondo, ed Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) anche questa volta in terza posizione. Alcune cadute hanno condizionato la parte finale della tappa una ha interessato Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) che ha concluso, seppur dolorante, la frazione, un’altra caduta ha coinvolto Mikel Landa (Bahrain Victorious) purtroppo costretto al ritiro. Invariata la classifica generale che vede Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) mantenere la maglia rosa.

La quinta tappa del Giro d’Italia muove i suoi passi con il gruppo al via da Modena per arrivare, dopo 177 Km, a Cattolica, una frazione senza difficoltà altimetriche con i velocisti chiamati a disputare lo sprint. La fuga parte subito dopo il via ufficiale e in avanscoperta riescono ad andarci Filippo Tagliani (Androni-Sidermec) e Umberto Marengo (Bardiani-CSF-Faizanè) situazione che sta bene alla Israel Start-Up Nation della maglia rosa Alessandro De Marchi. La coppia in testa accumula subito 3’, per arrivare a metà frazione ad un vantaggio massimo di quasi 6’. Il gruppo inizia ad inseguire con maggior decisione quando in testa le squadre dei velocisti iniziano a piazzare un proprio uomo, in particolare si vedono la Lotto Soudal, la Cofidis, l’Alpecin Fenix e la UAE Team Emirates. Si arriva al traguardo volante di Imola in cui si impone Tagliani su Marengo, il gruppo, invece, è regolato da Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) che insegue ormai solo a 20” avendo recuperato in pratica tutto lo svantaggio segnando di fatto le sorti della fuga che viene inesorabilmente riassorbita quando alla conclusione mancano 96 Km alla conclusione, Tutto da rifare, gruppo compatto ed andatura che a questo punto resta regolare fino ai 68 Km dall’arrivo quando ancora due uomini di Androni-Sidermec e Bardiani-CSF-Faizanè rispettivamente Simon Pellaud e a Davide Gabburo evadono dal gruppo e danno vita ad una nuova fuga. I due di comune accordo arrivano a guadagnare dopo pochi chilometri un vantaggio massimo di 1’:20”. Sono ancora le squadre dei velocisti a ricucire questa volta soprattutto Lotto Soudal e Alpecin-Fenix. Allo sprint di Savignano sul Rubicone transita per primo Gaburro, il gruppo intanto si porta a 41“ quando restano 38 Km dall’arrivo, dietro la velocità ha alti e bassi come in una sorta di elastico a tenere sotto controllo i due al comando, è in questa fase di corsa che si sgancia dal plotone Alexis Gougeard (Ag2r Citroen) bravo a riportarsi tutto solo sulla coppia di testa. In tre con nuove energie messe in campo si arriva ai 10 Km dall’arrivo con un vantaggio di 15”. Dai meno 8 Km all’arrivo complice l’alta velocità, il caos in testa per tenere al sicuro i capitani, e forse, soprattutto, la sede stradale ridotta iniziano una serie di cadute la prima coinvolge Tejay Van Garderen (EF Education-Nippo), seguita poi da Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) senza particolari conseguenze. La terza caduta coinvolge Pavel Sivakov (Inos Grenadiers), il russo seppur protetto dal treno Ineos Grenadiers va giù dopo un contatto proprio con un compagno di squadra, concluderà dolorante in ultima posizione, ed ormai fuori classifica, domani non prenderà il via. Altro colpo di scena, e fa davvero male al Giro d’Italia che deve privarsi di un uomo attesissimo, dopo uno scontro con un commissario di corsa posizionato a segnalare uno spartitraffico Joe Dombrowski innesca una caduta che coinvolge Mikel Landa (Bahrain Victorious) che ha la peggio ed è costretto al ritiro. Passa quasi in secondo piano il gruppo che intanto ha assorbito la fuga ed è lanciato verso la volata concitata e disordinata tanto che anche la maglia ciclamino Tim Merlier resta chiuso e non ha la possibilità di disputare lo sprint. Discorso diverso per Caleb Ewan (Lotto Soudal) bravo ad buttarsi verso il centro strada, uscire dalla mischia, e rincorrere Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) che si era lanciato verso l’arrivo ma si è visto sorpassare dall’australiano che torna alla vittoria nella corsa rosa, terzo si piazza Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) seguono Peter Sagan (BORA – Hansgrohe) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Cambia la maglia ciclamino che passa sulle spalle di Giacomo Nizzolo grazie ai due secondi posto ottenuti. Invariata invece la maglia rosa sempre di Alessandro De Marchi che domani dovrà farne buona guardia verso il secondo arrivo in salita ad Ascoli Piceno, una tappa tutta da seguire con gli uomini di classifica che possono uscire allo scoperto.

Antonio Scarfone

Caleb Ewan vincitore a Cattolica (foto Bettini)

Caleb Ewan vincitore a Cattolica (foto Bettini)

12-05-2021

maggio 12, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) si è imposto nella quinta tappa, Modena – Cattolica, percorrendo 177 Km in 4h07′01″, alla media di 42.993 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) ed Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits). L’italiano Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) è ancora in maglia rosa con 42″ sul belga Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix) e 48″ sul portoghese Nelson Filipe Santos Simões Oliveira (Movistar Team)

TOUR DE HONGRIE

Il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) si è imposto nella prima tappa, Siófok – Kaposvár, percorrendo 177 Km in 3h54′22″, alla media di 44.289 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jakub Mareczko (Vini Zabù) e il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team). Bauhaus è il primo leader della classifica con 4″ su Mareczko e Stosz

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MODENA – CATTOLICA

maggio 12, 2021 by Redazione  
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Alla complicata tappa di Sestola, resa ancora più dura dal maltempo, segue una delle frazioni più facili del Giro 2021. Tra Modena e Cattolica i corridori troveranno solo ed esclusivamente pianura, ma il meteo potrebbe ancora complicare il finale di gara, quando si dovranno affrontare le indisiose curve del centro di Cattolica in vista dell’inevitabile volatone finale

Se esistesse un premio destinato alla tappa più facile questa di Cattolica lo vincerebbe a pieno titolo. Delle due frazioni per velocisti disegnate in totale pianura (l’altra è quella di Verona) questa è la più breve ma non è tutto oro quel che luce. Giornate come queste nascondono sempre insidie e non ci stiamo riferendo al rischio, sempre presente, di incappare in incidenti meccanici o cadute, ma alla possibilità che il vento porti scompiglio. La pianura è una terra che, per sua natura, offre ampi spazi al vento per scorazzare, ma in questa frazione potrebbero entrare prepotentemente in scena anche le brezze che spirano dal mare. Infatti, dopo che gran parte della tappa si sarà svolta sull’asse della Via Emilia, attraversata Rimini gli ultimi 23 Km si svolgeranno sulla strada litoranea che costeggia le celebri spiagge della riviera romagnola. Bisognerà viaggiare, dunque, con le antenne ben dritte onde evitare di incappare in perigliosi ventagli, che comporterebbero un notevole esborso di energie per rientrare in gruppo, una faticaccia che potrebbe essere pagata l’indomani nella prima tappa di vera montagna. Fortunatamente le previsioni meteo sembrano scongiurare questo rischio, perchè nel finale è previsto vento debole, ma proprio in quel tratto i corridori potrebbero trovare la pioggia, anche se in maniera decisamente meno copioso rispetto al diluvio di ieri. La strada bagnata potrebbe comunque rendere insidiosi glk ultimi 3 Km all’interno di Cattolica, all’interno dei quali si incontreranno 5 curve a gomito.

Un tratto del litorale romagnolo e l’altimetria della quinta tappa (www.hotelrimini4stelle.it)

Un tratto del litorale romagnolo e l’altimetria della quinta tappa (www.hotelrimini4stelle.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Come Sestola, anche Cattolica è a quota tre precedenti del Giro d’Italia, che per la prima volta ha fissato un arrivo nella nota stazione balneare nel 1957, durante l’edizione della Corsa Rosa resa celebre non tanto dalla risicata vittoria (soli 19 secondi) di Gastone Nencini sul francese Luison Bobet, quando dall’episodio della “pipì” che costò la vittoria finale al lussemburghese Charly Gaul nella frazione del Bondone, quando fu attaccato dagli avversari proprio nel “momento del bisogno”. Due settimane prima di quel fatidico episodio, era stata inserita la tappa con arrivo a Cattolica, durante la quale si era verificato un altro attacco tra i big, con Nencini e Nino Defilippis che s’infilarono in un tentativo nato a una sessantina di chilometri dall’arrivo e che andà fino al traguardo, dove s’impose il belga André Vlayen e Defilippis arrivò a insidiare la maglia rosa di Bobet, fermandosi a otto secondi dal primato. Si tornerà a Cattolica l’anno successivo, quando questo traguardo fu di Guido “Coppino” Carlesi, e per l’ultima volta nel 1978, unica occasione nella quale la località romagnola ospitò un volatone a ranghi compatti, conquistato dal belga Rik Van Linden, che già si era imposto qualche giorno prima a Novi Ligure e che l’indomani segnerà il tris a Silvi Marina

CIAK… SI GIRO

Oggi si passa per Rimini, la città di Federico Fellini, alla quale è stato intitolato il piazzale antistante al celebre Grand Hotel, costruito in stile liberty su progetto di Paolo Somazzi, architetto uruguaiano di origini svizzere, inaugurato nel 1908 e dal 1994 iscritto nella lista dei monumenti nazionali. Fellini lo inserì virtualmente in una delle sue pellicole più celebri, poiché non ci girò nemmeno una scena: quello che si vede in Amarcord, infatti, è il Grand Hotel riminese solo nella finzione perché l’edificio mostrato nel film è in realtà l’ex casinò “Paradiso del Mare”, altra struttura liberty eretta in epoca fascista in quel di Anzio, affacciata sul Tirreno e non sull’Adriatico (e anche il resto del film fu girato in Lazio). Il vero Grand Hotel va cercato in altri film e uno dei più noti qui girato è “Johnny Stecchino” del 1991: è qui che il protagonista Dante Ceccarini (interpretato da Roberto Benigni, che firma anche la pellicola) va a spiare Maria, l’affascinante consorte del boss mafioso Johnny Stecchino (perfetto sosia di Dante) che è incarnata dalla vera moglie di Benigni, Nicoletta Braschi.

Lex casinò di Anzio spacciato per il Grand Hotel di Rimini in Amarcord (www.davinotti.com)

L'ex casinò di Anzio spacciato per il Grand Hotel di Rimini in "Amarcord" (www.davinotti.com)

Il vero Grand Hotel di Rimini in Johnny Stecchino (www.davinotti.com)

Il vero Grand Hotel di Rimini in "Johnny Stecchino" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/amarcord/50001245

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/johnny-stecchino/50002987

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Modena: nubi sparse, 20.9C, vento moderato da WNW (19-23 Km/h), umidità al 43%
Bologna (Km 35.2): nubi sparse, 22.3C, vento moderato da WNW (17-20 Km/h), umidità al 41%
Imola – traguardo volante (Km 70): cielo coperto, 22.5°C, vento moderato da WNW (16-18 Km/h), umidità al 40%
Savignano sul Rubicone – Sprint (Km 136.4): pioggia modesta e schiarite (0.3 mm), 21.2°C, vento moderato da W (18-21 Km/h), umidità al 50%
Cattolica: temporale con pioggia modesta e schiarite (0.6 mm), 19.7°C, vento debole da WNW (4-7 Km/h), umidità al 65%

GLI ORARI DEL GIRO

12.05: inizio diretta su Raisport
13.05: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza da Modena
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 30 Km dalla partenza)
14.50-15.00: traguardo volante di Imola
16.15-16.30: traguardo volante di Savignano sul Rubicone
17.05-17.30: arrivo a Cattolica

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo quarta tappa, Piacenza – Sestola

1° Attilio Viviani
2° Elia Viviani s.t.
3° Simone Consonni s.t.
4° Caleb Ewan a 8″
5° Roger Kluge s.t.

Classifica generale

1° Attilio Viviani
2° Caleb Ewan a 30″
3° Roger Kluge a 1′11″
4° Manuel Belletti a 4′04″
5° Riccardo Minali a 4′20″

Maglia nera: Alessandro De Marchi, 183° a 45′54″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Genovesi: “Le fughe costituiscono il mio tifo personale”
Borgato: “La maglia rosa, il simbolo storico di questa maglia rosa”
Borgato: “Ci saranno dei continui saltipiani” (saliscendi in falsopiano?)
Borgato: “Taramè” (Taaramäe)
Cassani: “Ero in ammoraglia con Reverberi” (OUTING SVELATO!!)
Televideo RAI: “Taaramäe e Juul-Jensen coltivano il successo di tappa”
Televideo RAI: “Nicola Edet” (Nicolas)
Televideo RAI: “Christopher Jensen” (Juul-Jensen)

DISCOGIRO

Rosso relativo (Tiziano Ferro)

ROSA RELATIVO, DE MARCHI SI REGALA LA TINTA PIU’ BELLA

maggio 11, 2021 by Redazione  
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La 4a tappa del Giro d’Italia mantiene le promesse e rimescola completamente le carte. Una giornata di pioggia, freddo e infarcita di salita che ha saputo regalare tanti spunti d’interesse e le prime sentenze definitive. A vincere sul traguardo di Sestola l’ex grande promessa Joseph Dombrowski (UAE Team Emirates) che ha saputo staccare nel finale al termine di una lunga fuga Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation). Per il friulano però niente amaro in bocca, ma la grandissima soddisfazione di vestire la prima maglia rosa della sua carriera. Tra i big bene Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Hugh Carthy (EF Education-Nippo). Crolla invece Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) che perde oltre 4 minuti dai migliori.

Dopo la crono di Torino e altre due tappe Piemontesi tutto sommato semplici, la 4a frazione, da Piacenza a Sestola, prevedeva il primo vero arrivo impegnativo di questo Giro al termine di 187 km piuttosto impegnativi. I primi 80 km erano quasi completamente pianeggianti. Una volta entrati in provincia di Reggio Emilia, lo scenario cambiava completamente: la pianura padana lasciava il posto all’appennino Tosco-Emiliano e ad una lunga serie di salite e strappetti che terminava solo all’arrivo. La prima ascesa portava al traguardo volante di Rossena (km 86,8), poi, tra i vari strappi, vi erano i gpm di 3a categoria di Castello di Carpineti (km 111,8) e di Montemolino (km 143,4). Una volta giunti a Fanano (ad appena 7 km dall’arrivo) i corridori dovevano affrontare le dure rampe di Colle Passerino (4,3 km al 9,9% di pendenza media e punte al 16). Dallo scollinamento all’arrivo vi erano solto 2,5 km piuttosto ondulati. Una tappa in grado di cambiare la fisionomia della classifica generale.

La tappa è partita sotto una pioggia battente che ha poi accompagnato i corridori fino al traguardo di Sestola. Appena dato il via, dal gruppo sono evasi Victor Campenaerts (Team Qhubeka-Assos) e il connazionale Quinten Hermans (Intermarchè Wanty Gobert). Il gruppo però, a differenza di quanto accaduto nelle prime due tappe in linea, non ha concesso molto margine ai due coraggiosi fuggitivi. Troppi erano infatti i corridori interessati ad entrare in fuga e, come accade spesso in questi casi, ne è venuta fuori una battaglia condotta ad andatura elevatissima (prima ora ad oltre 47 km/h di media). I due battistrada hanno difeso per diversi chilometri un vantaggio di appena 15-20”, mentre dietro di loro infuriava la bagarre.
La situazione è cambiata solo intorno al km 30, quando finalmente dal gruppo sono usciti altri 8 corridori proprio mentre il plotone rallentava. Nel giro di poche centinaia di metri dal gruppo principale è evaso un secondo gruppo inseguitore, formato da 12 corridori, e infine un ultimo drappello con altri 3 uomini. Di lì a poco i 3 gruppi inseguitori sono man mano rinvenuti sui primi due fuggitivi andando a formare un drappello di ben 25 corridori. Oltre ai già citati Campenaerts ed Hermans, vi erano: Valerio Conti e Joseph Dombrowski ( UAE Team Emirates), Nelson Oliveira (Movistar Team), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Andrea Vendrame (Ag2r Citroen Team), Attila Valter (Groupama-FDJ), Rein Taaramae (Intermarchè Wanty Gobert), Nicolas Edet (Cofidis), Jacopo Mosca, Koen De Kort e Amanuel Ghebreigzabier (Trek-Segafredo), Francesco Gavazzi e Marton Dina (Eolo-Kometa), Nico Denz (Team DSM), Samuele Zoccarato, Filippo Zana e Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Pieter Serry (Deceuninck-Quick Step), Jan Tratnik (Bahrain-Victorius), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange), Filippo Tagliani e Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli-Sidermec). Il nutrito gruppo di testa ha rapidamente guadagnato un margine di oltre 5’ (al km 50) arrivando a 6’20” 10 km dopo. A quel punto in testa al gruppo son apparsi gli uomini della Ineos Grenadiers con la maglia rosa Filippo Ganna a sacrificarsi in prima persona. Il gap si è così stabilizzato intorno ai 6’15”.

Usciti da Parma, i corridori si sono diretti verso l’Appennino e la lunga sequenza di salite che caratterizzava gli ultimi 100 km di corsa. In questa fase il gruppo, sempre tirato dalla Ineos con la collaborazione di un uomo dell’Astana, si è avvicinato ai fuggitivi, portandosi a poco più di 4’20” mentre il primo traguardo volante di giornata veniva vinto da Tagliani davanti a Venchiarutti e Fiorelli. Si è così giunti al primo gpm di giornata, quello che portava a Castello di Carpineti. Lungo la salita Zoccarato e Tagliani hanno perso contatto dal drappello di testa, mentre il gruppo tornava a perdere nuovamente: in cima al gpm, vinto da Gavazzi davanti a Taaramae e Juul-Jensen, il plotone era arretrato a 5’40”.
Nel corso della successiva discesa, Quinten Hermans, Rein Taaramae e Chris Juul-Jensen hanno allungato sul resto dei fuggiviti guadagnando un margine che è cresciuto rapidamente. In fondo alla discesa il trio di testa aveva guadagnato già 40” sugli omrai ex-compagni di fuga; il gruppo era invece tornato nuovamente oltre i 6 minuti.
Nel tratto che precedeva il secondo gpm di giornata, i battistrada hanno ulteriormente guadagnato sul gruppo dei 20 inseguitori, portandosi addirittura a 1’45”, mentre il gruppo aveva ormai mollato ed era scivolato ad 7’40” (ai -50).
Lungo la salita di Montemolino, il gruppo inseguitore si è ulteriormente assottigliato perdendo prima De Kort, poi Venchiarutti e infine Campenaerts e Conti. Davanti invece i battistrada erano rimasti in due visto che Hermans non era riuscito a tenere le ruote del compagno di squadra Taaramae, poi vincitore del gpm, e di Juul-Jensen. Nel frattempo dietro erano riusciti ad avvantaggiarsi De Marchi, Vervaeke, Dombrowski ed Edet, andando a formare un nuovo quartetto inseguitore alle spalle del duo di testa, il cui margine si era ridotto ad 1’20”, col gruppo ulteriormente arretrato ad 8’12”.
Lungo il successivo tratto di saliscendi, il duo di testa è tornato a guadagnare, mentre il gruppetto inseguitore si era ulteriormente allargato ad 8 corridori dopo il rientro di Nelson Oliveira, Andrea Vendrame, Pieter Serry e Jan Tratnik. Una manciata di km dopo sono rinvenuti anche gli ungheresi Dina e Valter, e gli italiani Gavazzi, Zana e Mosca portando a 13 il numero degli inseguitori. La corsa è proseguita con questa situazione per i successivi chilomentri, mentre il gruppo iniziava ad aumentare l’andatura e a guadagnare terreno (5’20” ai -11). Ad imporre un ritmo molto alto in questa fase della corsa è stata principalmente la Deceuninck-Quick Step di Remco Evenepoel.

Si è così giunti a Fanano, dove iniziavano le terribili rampe della salita di Colle Passerino. Appena approcciata l’ascesa Taaramae e Juul-Jensen hanno iniziato a perdere terreno sia dagli immediati inseguitori, che erano ormai a 40”, sia sul gruppo il cui distacco era rapidamente crollato a 4’20”. Poco dopo dal drappello dei contrattaccanti sono emersi Dombrowski e De Marchi. Il nuovo duo inseguitore si è poi riportato sugli esausti Taaramae e Juul-Jensen, mentre dal gruppo di testa attaccava in solitaria Giulio Ciccone (Trek-Segafredo). Nel giro di pochi metri però il quartetto di testa si è sgretolato grazie all’allungo di Dombrowski. De Marchi ha provato a resistere, restando a pochi metri dallo Statunitense, mentre Taaramae e Juul-Jensen si sono definitvamente spenti. Dietro invece anche Mikel Landa (Bahrain-Victorius) aveva allungato per poi andare a riprendere Ciccone. Proprio mentre Dombrowski scollinava in solitaria in cima al gpm, dal gruppo attaccavano anche Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Hugh Carthy (EF Education-Nippo) e Alexander Vlasov (Astana PremierTech). Il trio è poi riuscito a rientrare su Landa e Ciccone, mentre gli altri uomini di classifica erano rimasti leggermente indietro.
Dombrowski dopo lo scollinamento è riuscito a mantenere il breve vantaggio su De Marchi ed ha così ottenuto la sua prima vittoria di tappa ad un grande giro. Il friulano è giunto secondo a 13” dall’americano, mentre al terzo posto si è classificato un bravissimo Filippo Fiorelli (a 27”). Poi Vervaeke e Tratnik (a 29”), Valter (a 44”) ed Edet (a 47”). Il gruppo di Bernal, Ciccone, Vlasov, Landa e Carthy è giunto ad 1’37”. Poco dietro (a 1’48”) un altro drappello comprendente tra gli altri Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), Romain Bardet (Team DSM), Simon Yates (Team BikeExchange), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) è giunto in 27a posizione a 2’11” insieme a Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) e Jai Hindley (Team DSM). Crollo per Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) giunto in 49a posizione a 5’58”.

Rivoluzionata la classifica che vede ora De Marchi in maglia rosa davanti a Dombrowski (a 22”), Vervaeke (a 42”), Oliveira (a 48”) e Valter (a 1’00”). Tra i big il primo è Vlasov, 7° a 1’24” da De Marchi, davanti a Evenepoel (1’28”) e Bernal (1’39”).

Domani i corridori faticheranno molto di meno. I 177 km che separeranno Modena da Cattolica saranno infatti completamente piatti, senza la minima ombra di un solo gpm. Appare fin troppo scontato un’esito allo sprint.

Pierpaolo Gnisci

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

Dombrowski vince sotto la pioggia di Sestola (fonte:Getty Images)

11-05-2021

maggio 11, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Lo statunitense Joseph Lloyd Dombrowski (UAE-Team Emirates) si è imposto nella quarta tappa, Piacenza – Sestola, percorrendo 187 Km in 4h58′38″, alla media di 37.571 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’italiano Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) e di 27″ l’italiano Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè). De Marchi è la nuova maglia rosa con 22″ su Dombrowski e 42″ sul belga Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix).

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PIACENZA – SESTOLA

maggio 11, 2021 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Scalatori a voi! Le vere montagne devono ancora iniziare ma già nel finale di Sestola i grimpeur troveranno terreno fertile per i loro tentativi, anche se oggi non si potrà guadagnare un’enormità. Al massimo, però, si potrebbe mettere in croce qualche importante avversario

Le tappe di montagna incominceranno solo tra un paio di giorni, ma già oggi gli scalatori avranno una prima opportunità per dare sfogo ai loro appetiti e cominciare a ridurre le distanze dagli avversari che meglio di loro si sono piazzati in classifica dopo la crono di Torino. L’occasione sarà offerta loro dalla breve ma ripida salita del Colle Passerino, 4.3 Km al 9.9% che si possono considerare un arrivo in salita perché soli due chilometri e mezzo separano lo scollinamento dal traguardo di Sestola. Non sarà l’unica difficoltà altimetrica di questa frazione, che scatterà in pianura e ci rimarrà per quasi 80 Km, fin quando ci s’inoltrerà nell’Appennino emiliano per affrontare la prima delle sei salite che caratterizzano il finale, quella – non particolarmente difficile – che condurrà a Rossena, centro non distante dal quale si trova il Castello di Canossa, teatro nel 1077 dello storico incontro tra Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV che, rimasto sotto una bufera di neve per tre giorni, chiese e ottenne la revoca della scomunica da parte del pontefice. Viste le basse quote e il mese di maggio nessuna tormenta dovrebbe attendere i corridori, che qualche chilometro più avanti si arrampicheranno verso un altro maniero, quello di Carpineti, raggiunto al termine di una salita impegnativa ma non dura come quella finale (3 Km al 7.9%). Molto duro, invece, sarà il tratto conclusivo del colle successivo, quello di Montemolino, che offrirà una sorta di anteprima ridotta del Colle Passerino, rispetto alla quale è lungo la metà ma presenta una pendenza media molto superiore (2 Km all’11.6% e un picco al 18%). A quel punto mancheranno una quarantina di chilometri al finale e ci sarebbe lo spazio per rientrare, ma poi la fatica fatta potrebbe essere pagata sulle infide rampe dell’ultima ascesa.

I suggestivi resti del Castello di Canossa e l’altimetria della quarta tappa (www.emiliaromagnameteo.com)

I suggestivi resti del Castello di Canossa e l’altimetria della quarta tappa (www.emiliaromagnameteo.com)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Tre volte, finora, il Giro è arrivato a Sestola e in ciascun’occasione si è arrivati in un luogo diverso della stazione di sport invernali che è stata la “culla” agonistica di Alberto Tomba. La prima volta, correva l’anno 1971, il traguardo era fissato a Pian del Falco, la frazione più alta del comune emiliano, dove si presentò tutto solo lo scalatore spagnolo José Manuel Fuente, che precedette di tre secondi il vicentino Lino Farisato e di diciassette secondi lo svedese Erik Pettersson, uno dei tre fratelli minori di Gösta, il corridore che nove giorni più tardi conquisterà definitivamente la maglia rosa nel tappone dolomitico di Falcade divenendo il primo (e finora unico) scandinavo a vincere un grande giro. Bisognerà poi aspettare ben 43 anni per rivedere il Giro affrontare la salita verso Pian del Falco, senza fermarsi nel luogo dove vinse Fuente ma proseguendo l’ascesa verso il soprastante Passo del Lupo, dove s’impose l’olandese Pieter Weening che allo sprint anticipò il bellunese Davide Malacarne mentre il primo dei “big” fu Domenico Pozzivivo, terzo a 42” con una ventina di secondi di vantaggio sugli altri favoriti. Infine, nel 2016 l’arrivo fu posizionato alle porte del centro cittadino (dove, invece, si arriverà quest’anno) e a lasciare la sua firma fu l’abruzzese Giulio Ciccone, che anticipò di 42” il russo Ivan Rovnyj e di 1’20” il colombiano Darwin Atapuma.

CIAK… SI GIRO

Quando si parla di film girati e ambientati in Emilia il pensiero non può non andare alla saga di Don Camillo, la serie di cinque film ispirati ai racconti di Giovanni Guareschi e interpretati dagli indimenticati Fernandel e Gino Cervi. Si cominciò nel 1952 e si girò per vent’anni esatti, fino all’episodio conclusivo “Don Camillo e i giovani d’oggi”, interpretato da attori diversi a causa dell’interruzione delle riprese per la morte di Fernandel e del rifiuto di Gino Cervi di terminare il film con un altro attore che non fosse il collega e amico francese. Così i ruoli del sacerdote e del sindaco Peppone furono affidati al veneto Gastone Moschin e allo statunitense Lionel Stander, da alcuni anni residente in Italia e che l’anno precedente si era fatto conoscere da noi interpretando il ruolo del suocero di Nino Manfredi in “Per grazia ricevuta”. Cambiati gli attori, si cambiò anche set perché al posto di Brescello fu scelta San Secondo Parmense mentre alcune delle riprese si svolsero in uno dei centri che il gruppo sfiorerà nel tratto iniziale di questa frazione. Poco prima di giungere a Parma, infatti, i “girini” solcheranno la pianura a sud di Fontanellato, centro conosciuto per la Rocca Sanvitale e per il curioso Labirinto della Masone: è nelle campagne della frazione Grugno che si trova la chiesa dei Santi Gervaso e Protasio, nella quale il battagliero sacerdote si trasferisce dopo esser entrato in conflitto con il giovane prete che il vescovo gli aveva inviato come coadiutore.

La chiesetta nelle campagne tra Fontanellato e San Secondo Parmense che fu set di Don Camillo e i giovani doggi (www.davinotti.com)

La chiesetta nelle campagne tra Fontanellato e San Secondo Parmense che fu set di "Don Camillo e i giovani d'oggi" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/don-camillo-e-i-giovani-d-oggi/50006028

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Piacenza : pioggia consistente (1.2 mm), 15°C, vento moderato da ESE (24-32 Km/h), umidità al 94%
Parma (Km 54.8): pioggia abbondante (2.2 mm), 15.4°C, vento moderato da ESE (17 Km/h), umidità al 95%
Rossena – traguardo volante (Km 86.8): pioggia abbondante (3 mm), 14.3°C, vento moderato da ESE (13-15 Km/h), umidità al 96%
Castello di Carpineti – GPM (Km 111.8): pioggia abbondante (3.1 mm), 12.4°C, vento moderato da SSE (11 Km/h), umidità al 96%
Montemolino – GPM (Km 143.4): pioggia consistente (1.9 mm), 11.3°C, vento moderato da S (10 Km/h), umidità al 95%
Fanano – Sprint (Km 180.2): pioggia abbondante (2.3 mm), 12.9°C, vento moderato da SSW (11-19 Km/h), umidità al 95%
Sestola: pioggia abbondante (2.1 mm), 11°C (percepiti 12°C), vento moderato da SW (13-21 Km/h), umidità al 95%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Raisport
12.05: partenza da Piacenza
12.15: inizio diretta su Eurosport1
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 75 Km dalla partenza)
14.20-14.35: traguardo volante di Rossena
15.00-15.20: GPM di Castello di Carpineti
15.50-16.20: GPM di Montemolino
16.45-17.15: traguardo volante di Fanano (inizio salita Colle Passerino)
16.55-17.30: GPM di Colle Passerino
17.00-17.35: arrivo a Sestola

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo terza tappa, Biella – Canale

1° Jimmy Janssens
2° Roger Kluge s.t.
3° Albert Torres s.t.
4° Márton Dina s.t.
5° Manuel Belletti s.t.

Classifica generale

1° Albert Torres
2° Attilio Viviani a 5″
3° Manuel Belletti a 6″
4° Umberto Marengo a 15″
5° Wesley Kreder a 16″

Maglia nera: Filippo Ganna, 183° a 15′43″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Saligari: “Grenadiers Ineos” (Ineos Grenadiers)
Rizzato: “Stiamo entrando a casa Coppi, ad Asti” (Coppi era alessandrino)
Borgato: “Uno strappellotto” (neologismo per zampellotto*?)
Televideo RAI: “Affili” (Edoardo Affini)

* termine coniato dal ct della nazionale ed ex commentatore Davide Cassani per identificare le salite brevi)

DISCOGIRO

Fiori e fantasia (Gianni Mauro e Detto Mariano, composta per il film “Il bisbetico domato” con Adriano Celentano)

GOAL DI TACO, GANNA RESTA IN ROSA

maggio 10, 2021 by Redazione  
Filed under News

Se qualcuno ad inizio dicembre avesse detto a Taco Van der Hoorn che 5 mesi dopo avrebbe vinto una tappa al Giro d’Italia, probabilmente il corridore neerlandese gli avrebbe dato del matto. Si, perchè il buon Taco alla fine della scorsa stagione era praticamente rimasto a piedi una volta scaduto il contratto che lo legava alla Jumbo-Visma e, in assenza di opzioni migliori, era stato costretto ad accordarsi con la continental BEAT Cycling. Soltanto a metà dicembre, in extremis e forse inaspettatamente, Taco ha trovato la chiamata della Intermarchè Wanty Gobert che gli ha consentito di continuare a correre nel WT.
E proprio oggi Van der Hoorn è riuscito finalmente a mettere in mostra tutto quel talento che negli anni scorsi aveva esibito solo a sprazzi anche a causa della sfortuna che lo ha spesso perseguitato (da menzionare un bruttissimo incidente avvenuto nel 2017). Lo ha fatto al termine di una tappa che sembrava destinata ad un epilogo in volata (ristretta) e che invece il corridore della Intermarchè è riuscito a vincere in solitaria dopo una fuga di quasi 190 km. Van der Hoorn ha resistito al ritorno del gruppo e ha tagliato il traguardo in lacrime, cogliendo il successo più bello ed importante della sua tribolata carriera.

La terza frazione del Giro, 190 km da Biella a Canale, portava con sé le prime insidie altimetriche dell’edizione 2021. I primi 110 km erano sostanzialmente pianeggianti. Poi, subito dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), il percorso iniziava ad essere decisamente più nervoso grazie alla presenza del gpm di 3a categoria che portava in cima a Piancanelli (km 122,2). Al termine del successivo tratto di falsopiano, vi erano in rapida sequenza altri due gpm, questa volta di 4a categoria: Castino (km 144,5) e Manera (km 153,8). Infine, a circa 15 km dal traguardo, i corridori dovevano affrontare la breve ma insidiosa salita (2,6 km al 7,1%) che portava al traguardo volante con abbuoni di Guarene. Dal termine della discesa mancavano soltanto 10 km al traguardo, in buona parte articolati lungo una sede stradale stretta e tortuosa e caratterizzati dalla presenza di due brevissimi strappetti in località Occhietti. Una tappa che poteva prestarsi a diversi scenari.
L’azione di giornata si è formata una manciata di chilometri dopo il via ufficiale della corsa avvenuto sotto una fitta pioggia. A differenza di quanto accaduto nella 2a tappa, questa volta la fuga è stata decisamente più corposa vista la presenza di ben 7 corridori: il duo della Eolo-Kometa formato da Vincenzo Albanese (già in fuga ieri e portatore della maglia azzurra) e Samuele Rivi, Alexis Gougeard (Ag2r Citroen Team), Lars Van den Berg (Groupama-FDJ), Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty Gobert), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec).
Alle spalle dei 7 battistrada si è portato poco dopo un altro uomo dell’Androni, il giovane Andrii Ponomar, mentre il gruppo ha proseguito placidamente, lasciando spazio alla fuga. Il corridore ucraino è riuscito a rientrare sugli altri fuggitivi dopo circa 15 km, quando il vantaggio sul gruppo era ormai prossimo ai tre minuti. La corsa ha proceduto senza ulteriori scossoni e i battistrada hanno continuato ad incrementare il gap arrivando fino ad un massimo di 6’30” al km 40. A quel punto la Bora-Hansgrohe di Peter Sagan e altre formazioni interessate alla tappa (Alpecin- Fenix e Team DSM) hanno fatto capolino in testa al gruppo con un uomo a testa aumentando leggermente l’andatura. Il plotone ha così iniziato a recuperare lentamente parte del gap che lo separava dai fuggitivi (5’45” al km 60).
Dopo il traguardo volante di Canelli (km 114), vinto da Ponomar davanti a Zoccarato e Rivi, i fuggitivi hanno approcciato l’ascesa di Piancanelli con un vantaggio di circa 3’30” sul gruppone sempre tirato dagli uomini della Bora-Hansgrohe. Lungo la salita Samuele Rivi ha provveduto a tenere alta l’andatura del drappello di testa facilitando lo scatto di Vincenzo Albanese che poi è andato a conquistare i 9 punti messi in palio in cima al gpm, battendo allo sprint Van den Berg e Pellaud. Il toscano ha così consolidato la leadership nella classifica per la maglia azzurra. I fuggitivi si sono ricompattati lungo la successiva discesa e la corsa è proseguita tranquillamente (ad eccezione di una caduta senza conseguenze avvenuta ai -55) fino al successivo gpm di Castino (-45,5 all’arrivo) dove sia il gruppo di testa che quello inseguitore hanno iniziato a selezionarsi: davanti il primo a perdere contatto è stato il giovane Ponomar; dietro invece si sono staccate alcune ruote veloci, tra cui il vincitore della 2° tappa Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma) e infine Caleb Ewan (Lotto-Soudal). I sette fuggitivi superstiti sono transitati al gpm di Castino con 2 minuti di vantaggio. Proprio in prossimità dello scollinamento ha perso contatto anche un esausto Samuele Rivi, che si era sacrificato a lungo in favore di Albanese, vincitore anche del secondo gpm di giornata.
Il successivo strappo, quello di Manera (-36,2), ha provveduto a mietere ulteriori ‘vittime’ nel gruppo principale. A perdere le ruote questa volta è stato uno degli uomini più attesi, Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka-Assos), già secondo ieri a Novara. Davanti invece, Zoccarato ha provato a lasciare la compagnia scattando ai -37 con a ruota l’elvetico Pellaud, che si è poi preso l’ultimo gpm proprio davanti a Zoccarato. Poco dopo sulla coppia di testa sono rinvenuti anche Albanese, Van den Berg e Van der Hoorn, mentre Gougeard ha irrimediabilmente perso contratto ed è stato successivamente ripreso dal gruppo, sempre trainato dagli uomini di Peter Sagan e sempre più vicino alla testa della corsa.
I 5 battistrada si sono così trovati ad affrontare l’ultimo vero strappo di giornata, quello che portava al traguardo volante di Guarene (-14,9), con un minuto di vantaggio sul plotone. Questa volta il primo ad attaccare è stato lo svizzero Pellaud, seguito immediatamente da Van der Hoorn. Zoccarato, dopo aver patito l’accelerazione, è riuscito a rientrare ma ha poi perso nuovamente contatto in prossimità dello scollinamento. Nel frattempo Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Tony Gallopin (Ag2r Citroen Team) erano scattati dal gruppo andando a riprendere prima Albanese, che si è immediatamente staccato dai contrattaccanti, e poi Zoccarato. Si è così formato un terzetto inseguitore a metà strada tra i due fuggitivi e quel che restava del gruppo.
Ai -9 Van der Hoorn ha piazzato l’allungo decisivo staccando definitivamente Pellaud e provando a coronare la fuga con un finale in solitaria anche perché il gruppo nel frattempo aveva rallentato scivolando a 55” dal battistrada. L’olandese ha proseguito la sua cavalcata oltre i due stappetti di località Occhietti, mentre Ciccone e Gallopin e restavano da soli prima di essere riassorbiti dal gruppo. Ma la rimonta del plotone è rimasta incompleta perchè l’olandese della Intermarchè Wanty Gobert è riuscito a tenere duro anche lungo gli ultimi 2 chilometri difendendo strenuamente il risicato margine che gli era rimasto. Van der Hoorn ha completato la sua irresistibile e sorprendente azione tagliando il traguardo in lacrime e con le braccia al cielo. Dietro di lui la volata dei battuti è andata a Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) davanti a Peter Sagan ed Elia Vivani. A seguire Patrick Bevin (Israel Start Up Nation), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). In classifica generale resta al comando Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che ora ha 16” su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e 20” sulla coppia della Deceuninck-Quick Step formata da Remco Evenepoel e Joao Almeida.
Domani si cambierà completamente scenario. La 4a frazione, che si articolerà all’interno dell’Emilia-Romagna, porterà i corridori da Piacenza a Sestola al termine di 187 km che potrebbero dare un nuovo volto alla classifica generale. Dopo i primi 80 km quasi completamente piatti, la pianura padana lascerà spazio alle colline dell’Appennino Tosco-Emiliano. Negli ultimi 100 km i corridori dovranno infatti affrontare circa 3000 metri di dislivello attraverso una lunga serie di salitelle in rapida successione di cui solo un paio classificate come gran premi della montagna: Castello di Carpineti al km 111,8 e Montemolino al km 143,4 (entrambi di 3° categoria). Arrivati a Fanano, a circa 7 km dal taguardo, inizierà l’ultima salita di giornata, il gpm (2° categoria) di Colle Passerino. Una salita breve (appena 4,3 km) ma molto arcigna (pendenza media del 9,9% con punte fino al 14,3%). Dalla cima del gpm mancheranno appena 2,5 km decisamente tortuosi e ondulati. Potrebbe trattarsi della prima tappa in cui i big si daranno battaglia. Sicuramente ci sarà da aspettarsi degli stravolgimenti nella classifica generale.

Pierpaolo Gnisci

Van der Hoorn trionfa a Canale (fonte: Getty Image)

Van der Hoorn esutla a Canale (fonte: Getty Image)

10-05-2021

maggio 10, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’olandese Taco van der Hoorn (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) si è imposto nella terza tappa, Biella – Canale, percorrendo 190 Km in 4h21′29″, alla media di 43.597 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiano Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation) e lo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 16″ sul norvegese Tobias Svendsen Foss (Team Jumbo-Visma) e 20″ sul belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step)

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