A PIURO ALMEIDA FA L’IMPRESA MA NON BASTA: LA MAGLIA GIALLA RESTA SULLE SPALLE DI GREGOIRE

giugno 18, 2025 by Redazione  
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L’UAE Team Emirates XRG fa un ritmo indiavolato sui primi tornanti del Passo Spluga ed il gruppo esplode. Almeida si lancia da solo verso la gloria e la vittoria di tappa ma la maglia gialla – ancora distante oltre 2 minuti – rimane sulle spalle di Romain Grégoire (Team Groupama FDJ)

Il piatto forte della quarta tappa del Giro di Svizzera da Heiden a Piuro è la scalata del Passo Spluga, che misura ufficialmente 8.8 km anche se la scalata inizierà già prima con l’antipasto del gpm di terza categoria di Sufers. Dallo scollinamento ci sarà prima un’interminabile discesa di 30 km e poi una decina di km di falsopiano prima dell’arrivo di Piuro, Insomma, una tappa che può dire tanto ma anche poco in ottica classifica generale. Bisognerà infatti vedere in che modo il gruppo approccerà le prime fasi della salita verso lo Spluga. Ad ogni modo Romain Grégoire (Team Groupama FDJ), non proprio uno scalatore, dovrà difendere la sua maglia gialla. Dopo un inizio di tappa frenetico, la fuga ci metteva parecchi km prima di riuscire ad evadere dal gruppo. Alla fine erano in otto a riuscirci ovvero Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Andrew August (Team INEOS Grenadiers), Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Thomas Gloag (Team Visma Lease a Bike), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), Sébastien Grignard (Teal Lotto), Marius Mayrhofer e Larry Warbasse (Team Tudor Pro Cycling). A causa della presenza di Zimmermann, che in classifica generale aveva 2 minuti e 18 secondi di ritardo dalla maglia gialla, il gruppo manteneva un ritmo tale da non far lievitare troppo il vantaggio della fuga. Gloag scollinava in prima posizione sul gpm di Sufers posto al km 129.6. Oltre al ciclista britannico restavano in testa alla corsa August, Powless e Simmons. Gloag vinceva anche il primo traguardo volante posto al km 137.3. Intanto l’UAE Team Emirates iniziava il forcing sulle prime rampe del Passo Spluga ed i primo nomi caldi ad alzare bandiera bianca erano Tao Geoghegan Hart (Team Lidl Trek) ed anche la maglia gialla Romain Grégoire. Almeida attaccava a 50 km dalla conclusione ed andava a riprendere tutto solo la fuga. IL portoghese allungava e scollinava da solo sul gop del Passo Spluga posto al km 146. Almeida restava in testa anche nella lunga discesa verso l’arrivo e si aggiudicava il traguardo volante di Gordona posto al km 185.1. Il portoghese dopo una cavalcata trionfale andava a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e 42 secondi di vantaggio su Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale). Chiudevano la top five Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels) e Romain Grégoire, rispettivamente quarto e quinto a 1 minuto di ritardo da Almeida. Il portoghese pur facendo una vera e propria impresa resta ancora lontano dai primissimi posti della classifica generale, dove Gregoire conserva la maglia gialla con 25 secondi di vantaggio su Vauquelin e 29 secondi di vantaggio su Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling). In ciclista portoghese infatti ha ancora un ritardo di 2 minuti e 7 secondi da Grégoire e se vuole davvero ambire alla vittoria della maglia gialla dovrà fare il diavolo a quattro nelle ultime quattro tappe. Domani è in programma la quinta tappa da La Punt a Santa Maria in Calanca di 183.8 km, dove volendo si potrà fare ancora una discreta selezione tra i big di classifica visto che bisognerà scalare quattro gpm di prima categoria: Julierpass, Passo San Bernardino, ed il doppio gpm di Castaneda. Quest’ultimo presenta le pendenze più arcigne della tappa con una lunghezza di 4 km e mezzo e diversi tratti in doppia cifra. Siamo certi che Almeida farà lavorare la sua squadra per continuare a rosicchiare secondi sui ciclisti che lo precedono in classifica generale.

Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Piuro (fot: Tim de Waele/Getty Images)

Joao Almeida vince a Piuro (fot: Tim de Waele/Getty Images)

JARNO WIDAR DOMINA AL MANIVA E RITROVA LA MAGLIA ROSA

giugno 18, 2025 by Redazione  
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Il belga vince la terza tappa del Giro Next Gen sul traguardo in salita del Passo del Maniva e conquista quella leadership della classifica generale che già aveva indossato sul podio finale lo scorso anno.

Jarno Widar (Lotto Development Team) mette il sigillo sulla terza tappa del Giro Next Gen conquistando l’arrivo in salita al Passo del Maniva dopo 144 km intensi partiti da Albese con Cassano. Alle sue spalle su piazzano Lorenzo Finn (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies), staccato di 7”, e Adrià Pericas (UAE Team Emirates Gen-Z), a 24”.
Grazie a questo successo il corridore belga torna a vestire la Maglia Rosa, come già accaduto nella scorsa edizione della corsa. Come in quella occasione Widar si è imposto nella tappa di montagna piazzata al terzo giorno di gara, mostrando una condizione eccellente e la stessa determinazione che lo aveva portato a dominare la passata edizione. A un anno e un giorno dal primo successo il portacolori della Lotto Development Team si conferma l’uomo da battere, imponendosi sulla Cima Coppi del Giro 2025 dopo un avvincente testa a testa con Finn, piegato da un attacco secco a 350 metri dal traguardo.
La tappa si è accesa sin dalle prime rampe: il vincitore di ieri, Jonathan Vervenne (Soudal Quick-Step Devo Team), ha perso contatto già sulla prima salita, collocata a 45 Km dall’epilogio. Nel finale Jorgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Development), ha provato un attacco deciso, prontamente neutralizzato dalla perfetta organizzazione della Red Bull – Bora – Hansgrohe. L’allungo di Finn ai -2300 metri ha selezionato il gruppo e solo Widar e Pericas hanno risposto, con lo spagnolo poi costretto a cedere.
Widar ha lanciato lo sprint finale con decisione, conquistando non solo la tappa ma anche la vetta della classifica generale, dove ora guida con 7 secondi di vantaggio su Finn e 27 su Luke Tuckwell (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies).
Il successo odierno è un risultato storico per Widar, che con questa terza vittoria di tappa – dopo i trionfi a Pian della Mussa e Fosse nel 2024 – diventa il corridore più vincente nella recente storia del Giro Next Gen (prima edizione disputata nel 2023), superando l’attuale professionsita Paul Magnier fermo a due successi. Inoltre, è il primo atleta a vincere almeno una tappa in due edizioni consecutive della corsa. Con questa quinta vittoria complessiva (una nel 2023 e tre nel 2024), la Lotto si conferm inoltre a la squadra più vincente del Giro Next Gen, superando la Soudal Quick-Step Devo Team.
Un dato interessante riguarda il Belgio, che per la terza volta nella storia di questa conquista due tappe consecutive: accadde nelle tappe 1-2 nel 2023, poi nelle tappe 5-6 nel 2024, e ora di nuovo nelle tappe 2-3 del 2025, grazie a Widar e Vervenne, entrambi provenienti dalla regione del Limburgo.
Anche il podio di tappa registra curiosità storiche: Adrià Pericas è il terzo spagnolo a salire sul podio di una tappa del Giro Next Gen, dopo Pablo Torres e Pau Martí, entrambi sul podio nel 2024.
Per quanto riguarda le maglie, Widar non solo indossa la Maglia Rosa di leader della classifica generale, ma guida anche la classifica del Gran Premio della Montagna, la Maglia Azzurra, che verrà indossata domani da Pericas. La Maglia Rossa, simbolo del leader della classifica a punti, è invece saldamente sulle spalle di Jonathan Vervenne, mentre Lorenzo Mark Finn grazie al secondo posto di oggi e al conseguente balzo in classifica generale la Maglia Bianca, riservata al miglior giovane, e conserva la Maglia Tricolore di leader della classifica degli italiani, che nella quarta tappa sarà, però, sarà indossata da Filippo Turconi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
“Sono molto felice di tornare in Maglia Rosa – ha dichiarato il vincitore –. Abbiamo imposto ritmo sin dalla prima salita. Avevo pianificato un attacco con Nordhagen, ma la Red Bull ha chiuso ogni varco. Nel finale Finn ha provato ad anticiparmi, ma ho aspettato gli ultimi 300 metri per scattare. Questa salita mi è piaciuta molto: tutte le salite italiane mi piacciono”.
Anche Finn, caduto durante l’ascesa, si è detto soddisfatto nonostante il secondo posto:
“Ho battuto l’anca, ma la squadra ha fatto un lavoro perfetto. Luke [Tuckwell] è stato fondamentale nel finale. Ho provato ad anticipare Widar ma non c’è stato nulla da fare. L’obiettivo resta la classifica generale, speriamo di recuperare nei prossimi giorni”.
Oggi il Giro Next Gen dovrebbe offrire la prima occasione per i velocisti, anche se il percorso in parte collinare della Manerbio – Salsomaggiore Terme inevitabilmente selezionerà il gruppo.

Mario Prato

Jarno Widar vince al Passo del Maniva la prima tappa di montagna del Giro Next Gen 2025 (foto La Presse)

Jarno Widar vince al Passo del Maniva la prima tappa di montagna del Giro Next Gen 2025 (foto La Presse)

GIRO DI SVIZZERA: SIMMONS VINCE AD HEIDEN, GRÉGOIRE RESISTE IN GIALLO ALLA VIGILIA DELLE ALPI

giugno 17, 2025 by Redazione  
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Domani l’ascesa allo Spluga nel finale della tappa di Piuro aprirà la due giorni alpina del Giro di Svizzera 2025. In attesa delle frazione decisive oggi si è una corsa una tappa quasi gemella di quella disputata ieri, anche se terminata diversamente perchè stavolta uno dei fuggitivi di giornata, lo statunitense Quinn Simmons, è riuscito a resistere al ritorno del gruppo e a imporsi in quel di Heiden. Con una ventina di secondi di ritardo è piombato sul traguardo il risicato gruppo dei migliori, una trentina scarsa di corridori con dentro il leader della classifica Romain Grégoire

Anche la terza tappa del Giro di Svizzera 2025 parte da Aarau, la capitale del cantone di Argovia nel nord del paese, fra Zurigo e Basilea, e non è una ripetizione di quella di ieri (cosa che ci potrebbe anche stare, dato che ieri non è successo nulla), ma una novità di questa edizione: due tappe consecutive che partono dalla stessa località! Sono lontani i tempi in cui le tappe di un “Giro” partivano dalla località in cui si era arrivati il giorno prima e trasferire ogni giorno i corridori, anche di centinaia di chilometri, oggi che i “tapponi” non esistono più, è cosa che passa inosservata. Si riparte dunque da Aarau e si arriva ad Heiden, un paese nei pressi del lago di Costanza, dopo 196 chilometri che presentano alcuni GPM nel finale: la salita di Knolhusen (2° categoria, 5 chilometri al 6% con punte dell’8%) a 17 chilometri dal traguardo e quella di Büriswilen (3° categoria, 2 chilometri al 7% ma con punte del 13%) a soli 10 chilometri dall’arrivo. Peraltro, come già ieri, anche l’arrivo ad Heiden è in salita, non proibitiva: 3 chilometri con pendenze dal 3 al 7% che non valgono un GPM ma che forse ci faranno vedere un arrivo un po’ diverso da quello di ieri. Comunque tutta la seconda parte della tappa, dopo una prima metà sostanzialmente pianeggiante, presenta molti impegnativi saliscendi e, se i corridori vorranno, la selezione ci sarà senza dubbio.
Si parte alle 12.15 col giovane francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ) sempre leader della classifica grazie alla sorprendente vittoria nella prima tappa; alle sue spalle l’altro francese Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels). Sinora non si è visto il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), il grande favorito per la vittoria finale che, essendo rimasto attardato di oltre tre minuti nella prima tappa, se davvero vuole portare a casa il suo terzo major Tour di questa stagione dovrebbe darsi da fare da subito, senza aspettare le ultime occasioni.
Il tempo è buono, la temperatura quasi ideale, vicina ai 25 gradi, e nei primi chilometri partono sei corridori di secondo piano, fra i quali c’è il nostro Samuele Battistella (EF Education – EasyPost), anni fa capace di vincere un mondiale Under 23; il più accreditato tra i fuggitivi è probabilmente il francese Nans Peters (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore di tappa sia al Giro, sia al Tour, oltre che di un Trofeo Laigueglia. Da tener d’occhio anche l’americano Quinn Simmons (Lidl – Trek), recente vincitore di una tappa (sia pure quasi neutralizzata per il maltempo) al Giro di Catalogna. Col passare dei chilometri il vantaggio dei fuggitivi supera ben presto i due minuti, per poi assestarsi intorno al minuto e mezzo quando la strada inizia a salire nella seconda metà della tappa. Sulle prime asperità diversi corridori provano a uscire dal gruppo e riportarsi sui fuggitivi, ma tutti i tentativi vengono rapidamente bloccati e, dopo aver visto i loro vantaggio scendere sino a 40 secondi, i corridori in fuga tornano a guadagnare terreno. Dopo il paese di Bazenheid i sei uomini in fuga arrivano ai due traguardi volanti, posti nelle vicinanze del monastero di Magdenau, a circa due terzi del percorso, con un vantaggio tornato sui due minuti. Il primo traguardo viene vinto dal belga Brent Van Moer (Lotto), il secondo dall’altro belga Emiel Verstrynge (Alpecin – Deceuninck). In questa fase della corsa poco succede, a parte una caduta che coinvolge diversi corridori, dei quali il più illustre è il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), ormai 39enne ma sempre fra i candidati alla vittoria finale: purtroppo sarà tra gli ultimi a concludere la tappa, con un ritardo di un quarto d’ora dal vincitore. Dopo un altro traguardo volante, vinto dal britannico Max Walker (EF Education – EasyPost), i fuggitivi affrontan a meno di 40 chilometri dall’arrivo la salita al paese di Appenzell, che non è abbastanza ripida da essere considerata GPM, ma presenta alcuni tratti al 10% che riescono a fare selezione, sia davanti, sia dietro. Ben presto Peters e Walker si staccano e vengono ripresi dal gruppo; gli altri quattro fuggitivi restano con un solo minuto di vantaggio in cima alla salita. Sulla discesa che porta ai piedi del primo GPM, la salita di Knolhusen, il vantaggio del quartetto scende a soli 20 secondi. A questo punto Simmons decide di rompere gli indugi e si avvantaggia sui compagni di fuga, transitando primo sul GPM; dopo una quarantina di secondi passa il gruppo, sempre compatto e che nel corso della salita ha riassorbito i reduci dalla fuga. Simmons continua la sua azione solitaria e affronta la ripida salita di Büriswilen con una trentina di secondi di vantaggio, mentre dietro perdono terreno i corridori meno brillanti. In cima al GPM Simmons mantiene 30 secondi di vantaggio e insiste con tenacia, sperando che i continui saliscendi che lo accompagneranno sino al traguardo finiscano per avvantaggiare lui piuttosto che il gruppo. A 7 chilometri dalla fine il forte passista americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost), che quest’anno ha vinto la “Attraverso le Fiandre” davanti a Van Aert, tenta di riportarsi sul connazionale, che non sembra avere alcuna intenzione di arrendersi. A 3 chilometri dalla fine, all’inizio della salita che porta ad Heiden, Simmons ha sempre 35 secondi di vantaggio su Powless, col gruppo poco indietro. Ai due chilometri i distacchi sono sempre immutati e quello che cede è proprio Powless, che viene ripreso dal gruppo. Simmons continua nella sua azione mentre cercano di muoversi i finisseur, tra i quali l’austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e, come già ieri, lo svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG). Mentre Simmons va a vincere indisturbato, dopo una giornata in cui è stato in fuga per l’intera durata della tappa, i tentativi alle sue spalle vengono facilmente sventati e sul traguardo si vede finalmente Almeida, che arriva secondo vincendo la volata e si prende almeno i secondi di abbuono; terzo è il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL), alla cui ruota si piazza un ottimo Gregoire, seriamente intenzionato a difendere il primato in classifica e che non ha minimamente risentito – né ieri, né oggi – delle brevi ma numerose salite poste lungo il percorso delle tappe. Col gruppo principale arrivano al traguardo circa trenta corridori e il nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) è il solo italiano fra di loro (è anche il migliore dei nostri in classifica, decimo). Alle spalle di Gregoire rimane secondo Vauquelin, oggi quinto, mentre Almeida, pur risalendo sino al 17esimo posto dopo la buona prova di oggi, rimane ancora staccato di oltre tre minuti. Domani si sconfina in Italia, a Chiavenna, dopo la prima vera salita di questo Giro: il passo dello Spluga. Vedremo finalmente muoversi i cosiddetti “grandi”?

Andrea Carta

Quinn Simmons vince la terza frazione del Giro di Svizzera (Getty Images)

Quinn Simmons vince la terza frazione del Giro di Svizzera (Getty Images)

17-06-2025

giugno 17, 2025 by Redazione  
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TOUR DE SUISSE

Lo statunitense Quinn Simmons (Lidl – Trek) si è imposto nella terza tappa, Aarau – Heiden, percorrendo 195.6 Km in 4h39′42″, alla media di 41.959 Km/h. Ha preceduto di 18″ il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG) e il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL). Miglior italiano Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), 24° a 18″. Il francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ) è ancora leader della classifica con 25″ sul connazionale Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotel) e 27″ sull’olandese Bart Lemmen (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Fortunato, 10° a 1′37″.

GIRO D’ITALIA NEXT GEN (Under23)

Il belga Jarno Widar (Lotto Development Team) si è imposto nella terza tappa, Albese con Cassano – Passo del Maniva, percorrendo 144 Km in 3h28′34″, alla media di 41.426 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’italiano Lorenzo Finn (Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies) e di 24″ lo spagnolo Adrià Pericas (UAE Team Emirates Gen Z). Widar è la nuova maglia rosa con 7″ su Finn e 27″ sull’australiano Luke Tuckwell (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies)

CAPOLAVORO DI VERVENNE A CANTÙ, VITTORIA DI TAPPA E MAGLIA ROSA AL GIRO NEXT GEN

giugno 17, 2025 by Redazione  
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Jonathan Vervenne firma un’autentica impresa nella seconda tappa del Giro Next Gen 2025, imponendosi con una lunga azione solitaria e conquistando la Maglia Rosa. Il belga della Soudal Quick-Step Devo Team ha resistito al ritorno del gruppo regolato da Sparfel e Bozzola, affermandosi come nuovo protagonista della corsa. Ora primo arrivo in salita al Passo del Maniva.

Giornata da incorniciare per Jonathan Vervenne, protagonista assoluto della seconda tappa del Giro Next Gen Carta Giovani Nazionale 2025, disputata tra la sede della Fiera di Milano di Rho Fiera e Cantù sulla distanza di 146 km. Il corridore belga della Soudal Quick-Step Devo Team ha costruito la sua vittoria con una poderosa azione iniziata a ben 128 chilometri dal traguardo, in compagnia dello svizzero Ilian Barhoumi (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team), e conclusa in solitaria dopo aver staccato il compagno di fuga a 61 km dall’arrivo.
Nonostante il forcing del gruppo maglia rosa negli ultimi chilometri Vervenne è riuscito a mantenere un margine sufficiente per tagliare il traguardo a braccia alzate con 30 secondi di vantaggio su Aubin Sparfel (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team), secondo, e Mirko Bozzola (S.C. Padovani Polo Cherry Bank), terzo a pari tempo. Un’azione da manuale, che non solo gli è valsa la vittoria di tappa ma anche la leadership della classifica generale e la conquista della Maglia Rosa.
Le sue parole all’arrivo raccontano tutta l’emozione di un successo cercato e meritato:
“Ogni corridore Under 23 sogna una tappa al Giro Next Gen. Ieri ero deluso dal 16° posto, oggi ho trasformato quella delusione in energia. Quando siamo rimasti in due davanti, il mio DS mi ha detto di aprire il gas se il vantaggio scendeva sotto i due minuti: così ho fatto. Solo a 5 km dal traguardo ho creduto davvero di poter arrivare”. Nel dopotappa anche Matisse Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development) ha elogiato il connazionale: “Ha fatto una grande impresa, ma noi restiamo concentrati su Nordhagen. Vogliamo portarlo alla vittoria finale”.
Con questo risultato, Vervenne (22 anni e 20 giorni) diventa il secondo vincitore più “anziano” nella storia recente del Giro Next Gen. Per lui si tratta della quarta affermazione internazionale, dopo il Tour des 100 Communes (2023) e due titoli nazionali a cronometro in patria (2023 e 2025).
Le classifiche accessorie premiano anche Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development), che indossa sia la Maglia Bianca di miglior giovane, sia la Maglia Azzurra degli scalatori. La Maglia Tricolore di miglior italiano resta sulle spalle di Lorenzo Mark Finn (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies).
Oggi il Giro Next Gen entrerà nel vivo con la prima frazione di alta montagna. Dopo un lungo tratto pianeggiante fino al Lago d’Iseo, si affrontno il Passo Tre Termini e, successivamente, la salita finale (13.3 Km al 6.8%) verso i 1744 metri del Passo del Maniva, Cima Coppi dell’edizione 2025. Sarà una giornata determinante per gli uomini di classifica, chiamati a uscire allo scoperto su pendenze impegnative e tornanti spettacolari.

Mario Prato

Vervenne vince la tappa di Cantù dopo una lunga fuga. (Foto Giro Next Gen © La Presse)

Vervenne vince la tappa di Cantù dopo una lunga fuga. (Foto Giro Next Gen © La Presse)

SPUNTA ALBANESE DAL LAGO NERO, IL CORRIDORE CAMPANO VINCE LA SECONDA TAPPA DEL GIRO DI SVIZZERA

giugno 16, 2025 by Redazione  
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Sulle sponde del “Lago Nero” è tornato alla vittoria il corridore campano Vincenzo Albanese, che non alzava le braccia al cielo dal 19 agosto del 2022, quando si era imposto nell’ultima tappa del Tour du Limousin. Il corridore dell’EF Education-EasyPost ha preceduto allo sprint un gruppo forte di un centinaio di elementi al termine della seconda frazione della corsa elvetica, mentre il leader della classifica Romain Grégoire ha conservato senza troppi sforzi la maglia gialla.

La seconda tappa del Giro di Svizzera 2025 (88esima edizione della corsa considerata un tempo la terza, in ordine di importanza, dopo il Tour e il Giro) parte da Aarau, la capitale del cantone di Argovia nel nord del paese, fra Zurigo e Basilea, e arriva presso il laghetto alpino di Schwarzsee (letteralmente “Lago Nero”) dopo 177 chilometri che prevedono, dopo una prima metà di tappa sostanzialmente pianeggiante, 3 GPM: il Guggisberg (2° categoria, 5.3 km al 4.3%) dopo 126 chilometri (ma la strada inizia a salire molto prima), lo Heitenried (3° categoria, 1.5 km al 7%) e infine il Rechthalten (3° categoria, 1.6 km al 6.1%). Le difficoltà non terminano su questo breve GPM, in quanto anche l’arrivo a Schwarzsee è in salita, con i 5 chilometri conclusivi al 3,3%: non abbastanza da considerare GPM anche l’arrivo, ma sicuramente abbastanza per sperare in un arrivo diverso dalla volata di gruppo. Non è da escludere che gli stessi favoriti per la vittoria finale possano contendersi il successo e il primato in classifica. Grande favorito è naturalmente il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), unico corridore in gara ad avere già ottenuto notevoli risultati quest’anno nelle corse a tappe; vanno poi tenuti d’occhio lo svizzero Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team) – brillantissimo l’anno scorso nelle corse in linea, ma quest’anno sparito dalla circolazione dopo aver vinto una delle gare inaugurali della stagione, una semiclassica a Valencia – e poi diversi buoni passisti come l’americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost), il belga Arnaud De Lie (Lotto), l’australiano Ben O’Connor (Team Jayco AlUla) e il grande campione francese Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), tutti in cerca di un acuto che possa raddrizzare la loro stagione, fin qua al di sotto delle attese. Da non dimenticare anche alcune vecchie glorie ormai sul viale del tramonto come il 39enne britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), il 35enne colombiano Nairo Quintana (Movistar Team) e soprattutto il mitico “keniano bianco”, l’inglese Chris Froome (Israel – Premier Tech). Leader della classifica è comunque il giovane francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ), vincitore a sorpresa della tappa di ieri, che vanta già buoni risultati nelle corse a tappe brevi, seguito da un altro francese, Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), l’anno scorso vincitore di una tappa al Tour e già due volte secondo alla Freccia Vallone. Ieri il favorito Almeida ha subìto un distacco di tre minuti dai primi in classifica e ben presto dovrà darsi da fare se davvero le sue intenzioni sono quelle di vincere questa corsa (sarebbe per lui il terzo major Tour quest’anno, dopo Giro dei Paesi Baschi e Tour de Romandie).
A differenza di ieri il tempo è ottimo, sereno ma non caldo (circa 20 gradi), e la partenza viene data poco prima delle 13. Nel giro di pochi chilometri partono in fuga tre corridori di secondo piano: l’esperto svizzero Silvan Dillier (Alpecin – Deceuninck), anni fa vincitore di una tappa al Giro, l’altro svizzero Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), anche lui vincitore di una tappa alla Corsa Rosa, e il tedesco Jonas Rutsch (Intermarché – Want). Il tempo è ottimo e la fuga prende ben presto un discreto vantaggio, arrivando a superare i due minuti dopo una trentina di chilometri. La calma torna presto sovrana e nulla succede sino a metà corsa, quando i corridori passano il paese di Münsingen, non lontano da Berna; proprio nei pressi di questo paese si verifica un evento raro, ma previsto dal regolamento: un passaggio a livello chiuso vede i corridori costretti a fermarsi, con i fuggitivi che vengono fatti ripartire con lo stesso vantaggio che avevano al momento dello stop (un minuto e mezzo). Dopo pochi chilometri la strada inizia a salire senza che la situazione cambi: i fuggitivi affrontano la salita al primo GPM con un vantaggio immutato sul gruppo, sempre compatto. Tuttavia Dillier si stacca sulle prime rampe e viene ben presto ripreso; Rutsch e Schmid proseguono di buon passo, col secondo che transita per primo sul Guggisberg. Sul GPM la coppia mantiene un minuto e mezzo di vantaggio, ma nella discesa successiva questo si dimezza. È sempre Schmid a transitare per primo nel paese di Heitenried, dove si trova il secondo GPM, mentre il gruppo inizia a perdere pezzi. Fra gli staccati va purtroppo segnalato Froome, che dopo il famoso incidente di alcuni anni fa è diventato l’ombra di sé stesso.
Dopo aver superato due sprint intermedi nei paesi di Sankt Antoni e di Tafers, la corsa inizia a salire verso il traguardo, che dista ancora 28 chilometri; Rutsch e Schmid hanno ancora 30 secondi di vantaggio e li mantengono fino ai piedi del terzo GPM, posto nel paese di Rechthalten. La salita è fatale a Rutsch, che aveva già avuto qualche difficoltà salendo a Heitenried e che viene rapidamente ripreso dal gruppo; Schmid riesce invece a transitare primo allo scollinamento, sia pure con pochi secondi di vantaggio, e poi viene ripreso quando mancano ancora 13 chilometri al traguardo. All’inizio della salita finale – 6 chilometri al traguardo – passano a condurre la EF Education – EasyPost (forse sperando in Powless) e la Lotto (forse sperando in Arnaud De Lie). Tutti sembrano attendere l’ultimo chilometro, dove la salita termina con una rampa di circa 500 metri al 6%, ma è il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che quest’anno ha corso poco e con scarsi risultati, a rompere gli indugi in un altro tratto abbastanza ripido, a circa 2 chilometri e mezzo dal traguardo. Christen, tuttavia, non è Pogacar e viene ripreso a soli 500 metri dall’arrivo, quando alcuni corridori si improvvisano finisseur e riescono a guadagnare qualche metro sugli altri: nella confusione generale va a vincere il nostro Vincenzo Albanese (EF Education – EasyPost), corridore che dopo aver vinto molti anni fa un Trofeo Matteotti era finito nel dimenticatoio. Secondo, quasi a vendicare il fratello più giovane, si piazza lo svizzero Fabio Christen, che però corre per la Q36.5 Pro Cycling Team. Terzo un altro sconosciuto, l’americano Lewis Askey (Groupama – FDJ), che tuttavia è reduce da un’ottima “4 giorni di Dunkerque” (vi ha ottenuto una vittoria di tappa e il secondo posto in classifa). Nessuno dei grandi si è fatto vedere, oggi, non c’è stata nessuna fuga importante e le salite hanno fatto ben poca selezione, con quasi 100 corridori (su 150 partecipanti) arrivati insieme sulla linea del traguardo. La classifica generale, capeggiata da Romain Grégoire, resta immutata: chi vuole vincere la corsa potrà muoversi domani, in quella che sarà una tappa non troppo diversa da quella odierna, sia per la lunghezza, sia per le caratteristiche delle salite finali, comunque tutt’altro che proibitive.

Andrea Carta

Vincenzo Albanese vince la seconda tappa del Giro di Svizzera (foto Tim de Waele / Getty Images)

Vincenzo Albanese vince la seconda tappa del Giro di Svizzera (foto Tim de Waele / Getty Images)

16-06-2025

giugno 16, 2025 by Redazione  
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TOUR DE SUISSE

L’italiano Vincenzo Albanese (EF Education – EasyPost) si è imposto nella seconda tappa, Aarau – Schwarzsee, percorrendo 177 Km in 3h55′57″, alla media di 45.01 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) e il britannico Lewis Askey (Groupama – FDJ). Il francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ) è ancora leader della classifica con 25″ sul connazionale Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotel) e 27″ sull’olandese Bart Lemmen (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Conci, 16° a 1′37″.

GIRO D’ITALIA NEXT GEN (Under23)

Il belga Jonathan Vervenne (Soudal Quick-Step Devo Team) si è imposto nella seconda tappa, Rho (Fiera di Milano) – Cantù, percorrendo 146 Km in 3h15′15″, alla media di 44.866 Km/h. Ha preceduto di 30″ il francese Aubin Sparfel (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) e l’italiano Mirko Bozzola (S.C. Padovani Polo Cherry Bank). Vervenne è la nuova maglia rosa con 26″ sullo slovacco Matthias Schwarzbacher (UAE Team Emirates Gen Z) e 27″ sul belga Matisse Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development). Miglior italiano Lorenzo Finn (Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies), 17° a 41″.

SCHWARZBACHER PIÙ VELOCE DI TUTTI A RHO: È SUA LA PRIMA MAGLIA ROSA DEL GIRO NEXT GEN 2025

giugno 16, 2025 by Redazione  
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Il giovane slovacco della UAE Team Emirates Gen-Z sorprende tutti nella cronometro inaugurale del Giro Next Gen. Con una prova magistrale sugli 8 Km e rotti di Rho conquista la prima Maglia Rosa dell’edizione 2025 davanti a Van Kerckhove e Thornley. È la seconda vittoria stagionale per lui, al termine della crono più veloce della storia della corsa.

Il Giro Next Gen 2025 si apre con un colpo di scena: Matthias Schwarzbacher, 19enne slovacco della UAE Team Emirates Gen-Z, vince a sorpresa la cronometro inaugurale di Rho e conquista la prima Maglia Rosa della corsa a tappe Under 23. Sui 8,4 chilometri pianeggianti del percorso lombardo, Schwarzbacher ha fermato il cronometro sul tempo di 9’17”, alla media record di 54,291 km/h, la più veloce mai registrato nella storia del Giro d’Italia di quelli che un tempo venivano definiti “dilettanti”-
Alle sue spalle si piazzano il belga Matisse Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development), staccato di un solo secondo, e il britannico Callum Thornley (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies), terzo a 3″. Tra gli italiani il migliore è Lorenzo Mark Finn, 17° a 15″, che si prende però la soddisfazione di vestire la Maglia Tricolore di miglior azzurro.
“Era una cronometro corta, quindi puntavo solo alla top 10”, ha raccontato Schwarzbacher all’arrivo. “Sono cresciuto con le imprese di Peter Sagan: se corro è anche grazie a lui. Dedico questa vittoria a lui e alla mia squadra, che mi ha guidato perfettamente”.
È la seconda vittoria stagionale per il talento slovacco, dopo la Umag Classic dello scorso marzo, e il terzo successo a cronometro nella categoria U23. Mai prima d’ora un corridore slovacco aveva indossato la Maglia Rosa in una delle due versioni del Giro.
Schwarzbacher ha poi aggiunto: “Volevo solo dare il massimo. Ora voglio tenere la Maglia anche nei prossimi giorni, ma so che nella prima tappa di montagna dovrò cedere il passo ai nostri uomini di classifica”.
Oltre alla Maglia Rosa, Schwarzbacher veste anche la Maglia Rossa della classifica a punti. Le altre maglie vanno invece a Matisse Van Kerckhove, leader sia del GPM (Maglia Azzurra) sia della classifica giovani (Maglia Bianca), e a Finn , che come abbiamo già detto indossa la Maglia Tricolore.
Il belga Van Kerckhove, classe 2006 e già secondo nel campionato nazionale belga U23, ha così commentato:
“Essere sul podio del Giro Next Gen è un’emozione unica. Sembra di vivere il Giro d’Italia vero. Il mio obiettivo è aiutare Nordhagen, ma oggi sono felice di aver portato a casa due maglie”.
Per quanto riguarda i big attesi in classifica generale, sono andati bene Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek) e Jørgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Development), rispettivamente 4° a 6″ e 5° a 7″, mentre più indietro si sono piazzati nell’ordine d’arrivo il vincitore della scorsa edizione Jarno Widar (Lotto Development Team), 27° a 19”), e Pau Martí (Israel Premier Tech Academy), terzo nel 2024 e oggi solo 43° a 29″
Il Giro prosegue con una frazione leggermente ondulata che si snoda tra Varesotto e Brianza fino a sfiorare la Svizzera prima di concludersi a Cantù. Due giri di un circuito nervoso con strappi e rilanci metteranno alla prova il gruppo, prima del finale in salita. Gli ultimi 2 km potrebbero premiare un finisseur, mentre il rettilineo finale – in leggera ascesa con pendenze sopra il 7% – promette scintille anche per i velocisti più resistenti.

Mario Prato

Schwarzbacher al traguardo della tappa di Rho (www.gironextgen.it)

Schwarzbacher al traguardo della tappa di Rho (www.gironextgen.it)

MARTINEZ TRIONFA SUL MONCENISIO, DELFINATO A POGACAR

giugno 15, 2025 by Redazione  
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Non c’è battaglia tra Pogacar e Vingegaard sul Moncenisio, l’ultima salita del Giro del Delfinato. Questo “stato di stasi” permette allo sloveno di imporsi nella corsa transalpina per la prima volta in carriera, e al francese Lenny Martinez – ultimo residuato bellico della fuga di giornata – di andare a imporsi nella tappa conclusiva con una trentina di secondi di margine sui grandi favoriti.

L’ultima tappa del 77esimo Giro del Delfinato prende il via dal comune “diffuso” di Val-D’Arc, situato ai piedi delle grandi salite affrontate ieri, in quello che molti hanno definito “tappone” nonostante una distanza di poco superiore ai 130 chilometri. La partenza è praticamente in salita, in quanto si inizia da subito a risalire la vallata che porta al celebre paese di Saint-Michel-de-Maurienne, dal quale partono altre famose ascese, quella del Col du Télégraphe, ad esempio, e quelle diretta alla stazione di sport invernali di Valmeinier 1800, dove si è arrivati ieri. Il percorso della tappa è in costante salita, sia pure con alcune discese che seguono i punti considerati GPM, che iniziano da subito con la salita alla Côte d’Aiton (3° categoria, 1.3 km al 8.2%) dopo 5 chilometri, e proseguono, dopo 15 chilometri, con la Côte de Saint-Georges-d’Hurtières (2° categoria, 4.9 km al 5.7%). Infine, prima di arrivare a Saint-Michel-de-Maurienne, si supera il Col de Beaune (1° categoria, 6.7 km al 6.7%) al chilometro 67. Il percorso continua a risalire verso Modane, che viene raggiunta e superata dopo la salita alla Côte de Saint-André (3° categoria, 2.5 km al 7.5%) al chilometro 98,. Ci s’inerpica quindi verso il Moncenisio passando, al chilometro 101, per la Côte d’Aussois (2° categoria, 6.3 km al 6.1%). Il colle viene raggiunto al chilometro 129, dopo un’ascesa di 10 chilometri al 7% che vale come GPM di prima categoria, seguita da quasi 5 chilometri in quota sul pianoro che fiancheggia l’omonimo lago artificiale, verso la linea del traguardo, tracciat a poca distanza dal confine italiano, spostato al di qua dello spartiacque dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La partenza viene data alle 13.30 e, se non sembrano esserci dubbi sul nome di chi vincerà il Giro del Delfinato, vale a dire il campione del mondo Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG), che ha dominato la corsa dall’inizio alla fine nonostante una prova incolore nella breve cronometro di mercoledì, non è detto che sia sempre lo sloveno a vincere la tappa, oltretutto per la terza volta consecutiva, dato che il falsopiano conclusivo ben si presta a recuperi da parte di quei corridori che non fossero troppo attardati. Senza dubbio andranno in cerca di riscatto il secondo della classifica, il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike), il terzo, il sorprendente tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe), e ovviamente il quarto, il grande talento belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che sinora ha deluso non poco i suoi tifosi. Tra gli altri corridori da tenere d’occhio non va dimenticato il francese Romain Bardet (Team Picnic PostNL), che oggi conclude la sua carriera e che è andato più volte in fuga nei giorni scorsi alla disperata ricerca di una vittoria di prestigio che possa chiudere alla grande la sua attività agonistica. In altri tempi non ci sarebbero stati dubbi sul fatto che il gruppo avrebbe lasciato vincere un corridore così famoso nel giorno del suo ritiro; ma nel cosiddetto “ciclismo moderno” non si può mai dire, anche perché la maggior parte degli appassionati, più che la vittoria di Bardet, aspetta l’ennesimo duello fra Pogačar e Vingegaard.
La salita iniziale favorisce diversi attacchi, con Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) deciso a mettersi in luce; è Louis Barré (Intermarché – Wanty) a transitare per primo sulla Côte d’Aiton, poi sulla seconda salita di giornata si forma un nutrito gruppo di fuggitivi, tra i quali si segnalano, oltre a Van der Poel, l’americano Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike) – il più forte gregario di Vingegaard, che potrebbe essere stato mandato in avanscoperta dal danese – ma anche il forte passista irlandese Ben Healy (EF Education – EasyPost) e gli spagnoli Enric Mas (Movistar Team), decimo in classifica (è sulla carta il più forte del gruppetto) e Iván Romeo (Movistar Team), che nei giorni scorsi è stato maglia gialla. Sorprende, tra i nomi in fuga, quello del britannico Jake Stewart (Israel – Premier Tech), che sinora si era visto solo nelle volate di gruppo, vincendone anche una.
In cima al secondo GPM, la Côte de Saint-Georges-d’Hurtières, transita primo Bruno Armirail (Decathlon AG2R), che si trova nel gruppetto dei fuggitivi. Questi affrontano la terza salita, il Col de Beaune, con più di due minuti di vantaggio sul gruppo, che inizia a perdere i velocisti e ben presto riassorbe Stewart che, come previsto, è il primo dei fuggitivi a cedere e in seguito abbandonerà la corsa. Sulla cima del colle passa per primo Lenny Martinez (Bahrain – Victorious) davanti ad Armirail e a Van der Poel, dopo di che è proprio il fuoriclasse olandese a lanciarsi nell’attacco solitario. Intanto Armirail, col buon risultato ottenuto sui due GPM, di 1° e 2° categoria, passa a condurre la classifica degli scalatori. Alle sue spalle si piazzano Pogacar e i due colombiani Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) e Sergio Higuita (XDS Astana Team), a pari merito. Van der Poel prosegue nella sua azione solitaria e vince lo sprint intermedio di Saint-Michel-de-Maurienne: questo gli dà un vantaggio consistente nella classifica a punti, che all’inizio della tappa lo vedeva primo a pari merito col solito Pogacar. L’olandese vuole palesemente vincere questa classifica, ma per riuscirci deve sperare che Pogacar non arrivi neanche terzo sul traguardo finale. I chilometri passano e i fuggitivi, sempre preceduti dal solitario Van der Poel, scollinano sul quarto GPM, la Côte de Saint-André, con un vantaggio sul gruppo sempre di poco superiore ai due minuti; nel frattempo inizia a piovigginare, per la prima volta dopo una settimana di grande caldo, e la temperatura, che sinora si era mantenuta vicina ai 30 gradi, scende un po’, ma non abbastanza da influire sull’esito della corsa.
La situazione è immutata quando inizia la salita al quinto GPM, la Côte d’Aussois, dove Pogacar, Vingegaard e pochi altri corridori si avvantaggiano temporaneamente sul resto del gruppo: questo ben presto torna compatto, con quasi 3 minuti di ritardo sul solitario fuoriclasse olandese, che a sua volta ha guadagnato oltre un minuto sugli ex compagni di fuga. Alle 16 i corridori passano a Modane e poco dopo transitano sulla Côte d’Aussois, con i distacchi tra Van der Poel e i fuggitivi, e fra questi e il gruppo, che rimangono immutati.
Con l’avvicinarsi dell’ultimo GPM Van der Poel inizia a cedere e si fa riprendere dai fuggitivi quando manca poco più di un chilometro all’inizio della salita del Moncenisio; il gruppo è a circa un minuto e mezzo ed è tirato dagli uomini del norvegese Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che difende il quinto posto dall’attacco di Mas. Sulla salita il primo a cedere è proprio Van der Poel, e subito dopo Romeo, mentre Mas accelera e con lui rimangono solo Kuss, Healy, Martinez e il francese Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step). Il gruppo, dove sono rimasti 25 corridori, si trova a poco più di un minuto e inizia a riassorbire i fuggitivi a mano a mano che questi cedono. Ben presto Mas e Martinez rimangono soli al comando e a questo punto lo stesso Johannessen cerca di accelerare per difendere la sua posizione in classifica. Contemporaneamente il giovane ma inesperto francese Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team) cade – in salita! – e danneggia la bicicletta, mettendo a rischio il suo buon sesto posto in classifica generale. Gli scatti di Johannessen riducono il gruppo dei migliori a una decina di unità, con Pogacar che non sembra intenzionato a vincere anche questa tappa e Vingegaard che si limita a stargli a ruota. Finalmente, a poco più di 3 chilometri dal GPM, si muove Evenepoel e subito gli vanno dietro Pogacar e Vingegaard: Johannessen rimane con loro, ma non così Lipowitz, la cui terza posizione viene messa a rischio dall’attacco del campione belga, ben presto aiutato dal compagno di squadra Paret-Peintre, reduce dalla fuga e ritrovato per strada. Quasi nello stesso momento Martinez scatta e Mas cede di schianto. Quando manca un chilometro e mezzo alla cima Vingegaard tenta un allungo e il solo Pogacar lo segue senza difficoltà. I due raggiungono velocemente gli ultimi reduci della fuga, vale a dire Kuss, Healy e Mas, e iniziano a inseguire Martinez, che tuttavia tiene duro e transita primo sul Moncenisio con 50 secondi di vantaggio. Evenepoel e Lipowitz scollinano, invede, dopo un minuto e 15 secondi. Sul falsopiano conclusivo Pogacar e Vingegaard continuano a tirare, ma senza esagerare, e permettono a Martinez, che resiste tenacemente, di arrivare primo con 36 secondi di vantaggio. Pogacar non disputa la volata e lascia il secondo posto a Vingegaard; a pochi secondi arrivano Evenepoel, che nel falsopiano finale ha recuperato molto terreno, e l’americano Matteo Jorgenson, compagno di squadra di Vingegaard. Appena dietro Mas, Lipowitz e Johannessen: la classifica generale resta quindi immutata, col solo Seixas che scende dal sesto all’ottavo posto. Pogacar vince il Giro del Delfinato con 59 secondi su Vingegaard e 2 minuti e 38 secondi su Lipowitz; seguono Evenepoel, Johannessen, Jorgenson, Mas e Seixas. Pogacar, grazie al terzo posto, vince anche la classifica a punti, a pari merito con Van der Poel ma con più vittorie, mentre è solo secondo, dietro Armirail, in quella degli scalatori. Lipowitz, davanti a Evenepoel e a Seixas, è il migliore dei giovani. Adesso non resta che aspettare il Tour, dove tutto lascia pensare che vedremo gli stessi corridori contendersi la vittoria finale e i successi nelle tappe più importanti.

Andrea Carta

ll podio del Delfinato 2025 (Getty Images)

ll podio del Delfinato 2025 (Getty Images)

ROMAIN GREGOIRE, FUGA, CONTRATTACCO E VITTORIA NELLA PRIMA TAPPA DEL GIRO DI SVIZZERA

giugno 15, 2025 by Redazione  
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Prima tappa alquanto caotica del Giro di Svizzera 2025 in cui una maxi fuga si avvantaggia sul gruppo e si gioca la vittoria. A vincere è Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) che attacca sull’ultimo gpm di Michaelskreuzstrasse e arriva in solitaria sul traguardo di Küssnacht

Adligenswilerstrasse e Michaelskreuzstrasse sono gli altisonanti nomi dei due gpm di terza e di seconda categoria che caratterizzano la prima tappa del Giro di Svizzera e che dovranno essere ripetuti per due volte nel circuito di Küssnacht, località di partenza e di arrivo dalla quale parte l’88° edizione di una corsa dove non ci sono i fenomeni impegnati al Giro del Delfinato – leggasi i vari Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel ed il cui vincitore dovrebbe emergere da una rosa piuttosto ampia di candidati. A farla da podrona potrebbe comunque essere, tanto per cambiare, la UAE Team Emirates XRG che ha un terzetto di ottimo livello formato da Joao Almeida, Felix Großschartner ed il beniamino di casa Jan Christen. La prima tappa è stata caratterizzata da una maxifuga di 29 ciclisti partita proprio tra i primi due gpm di giornata. I componenti di questa fuga erano i seguenti: Felix Großschartner (UAE Team Emirates XRG), Ewen Costiou, Mathis Le Berre e Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels), Sam Maisonobe (Team Cofidis), Matej Mohorič e Rainer Kepplinger (Team Bahrain Victorious), Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale), Romain Grégoire (Team Groupama FDJ), Ben Swift (Team INEOS Grenadiers), Georg Zimmermann e Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty), Lennard Kämna e Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Pablo Castrillo e Will Barta (Team Movistar), Luke Durbridge, Felix Engelhardt e Ben O’Connor (Team Jayco ALUla), Waren Barguil (Team Picnic PostNL), Tijmen Graat e Bart Lemmen (Team Visma Lease a Bike), Nicole Conci e Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana), George Bennett e Hugo Houle (Team Israel Premier Tech), Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling), Matteo Badilatti e Sjoerd Bax (Team Q36.5 Pro Cycling). La fuga manteneva un vantaggio stabile sul gruppo che si aggirava sui 3 minuti. Sul secondo gpm di Michaelskreuzstrasse iniziavano gli attacchi con il gruppo di testa che si allungava. Tra i ciclisti più attivi si segnalavano O’Connor, Alaphilippe e Grègoire. Proprio quest’ultimo si involava nel tratto più difficile del gpm e riusciva a guadagnare metri su metri nei confronti dei diretti inseguitori. Grégoire aumentava sempre di più il proprio vantaggio fino ad andare a vincere in solitaria con 20 secondi di vantaggio su Vauquelin e Lemmen. Alaphilippe chiudeva in quarta posizione, anch’egli a 20 secondi di ritardo da Grégoire mentre chiudeva la top five O’Connor a 1 minuto e 07 secondi di ritardo da Grégoire. Il gruppo principale veniva regolato da Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling) a 3 minuti e 12 secondi di ritardo da Grégoire che ottiene la seconda vittoria stagionale dopo essersi già imposto lo scorso primo marzo nella Faun-Ardèche Classic. Grègoire veste anche la maglia gialla di leader della classifica generale con 24 secondi di vantaggio su Vauquelin e 26 secondi di vantaggio su Lemmen. Domani è in programma la seconda tappa da Aarau a Schwarzsee di 177 km in cui spicca il finale abbastanza impegnativo con tre gpm che salgono a gradoni e sui quali sarà fondamentale rilanciare bene il ritmo, soprattutto dalle squadre dei big di classifica i quali probabilmente si giocheranno anche la vittoria di tappa.

Antonio Scarfone

Romain Grègoire vince a Küssnacht (foto: Getty Images)

Romain Grègoire vince a Küssnacht (foto: Getty Images)

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