SPUNTA ALBANESE DAL LAGO NERO, IL CORRIDORE CAMPANO VINCE LA SECONDA TAPPA DEL GIRO DI SVIZZERA
Sulle sponde del “Lago Nero” è tornato alla vittoria il corridore campano Vincenzo Albanese, che non alzava le braccia al cielo dal 19 agosto del 2022, quando si era imposto nell’ultima tappa del Tour du Limousin. Il corridore dell’EF Education-EasyPost ha preceduto allo sprint un gruppo forte di un centinaio di elementi al termine della seconda frazione della corsa elvetica, mentre il leader della classifica Romain Grégoire ha conservato senza troppi sforzi la maglia gialla.
La seconda tappa del Giro di Svizzera 2025 (88esima edizione della corsa considerata un tempo la terza, in ordine di importanza, dopo il Tour e il Giro) parte da Aarau, la capitale del cantone di Argovia nel nord del paese, fra Zurigo e Basilea, e arriva presso il laghetto alpino di Schwarzsee (letteralmente “Lago Nero”) dopo 177 chilometri che prevedono, dopo una prima metà di tappa sostanzialmente pianeggiante, 3 GPM: il Guggisberg (2° categoria, 5.3 km al 4.3%) dopo 126 chilometri (ma la strada inizia a salire molto prima), lo Heitenried (3° categoria, 1.5 km al 7%) e infine il Rechthalten (3° categoria, 1.6 km al 6.1%). Le difficoltà non terminano su questo breve GPM, in quanto anche l’arrivo a Schwarzsee è in salita, con i 5 chilometri conclusivi al 3,3%: non abbastanza da considerare GPM anche l’arrivo, ma sicuramente abbastanza per sperare in un arrivo diverso dalla volata di gruppo. Non è da escludere che gli stessi favoriti per la vittoria finale possano contendersi il successo e il primato in classifica. Grande favorito è naturalmente il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), unico corridore in gara ad avere già ottenuto notevoli risultati quest’anno nelle corse a tappe; vanno poi tenuti d’occhio lo svizzero Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team) – brillantissimo l’anno scorso nelle corse in linea, ma quest’anno sparito dalla circolazione dopo aver vinto una delle gare inaugurali della stagione, una semiclassica a Valencia – e poi diversi buoni passisti come l’americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost), il belga Arnaud De Lie (Lotto), l’australiano Ben O’Connor (Team Jayco AlUla) e il grande campione francese Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), tutti in cerca di un acuto che possa raddrizzare la loro stagione, fin qua al di sotto delle attese. Da non dimenticare anche alcune vecchie glorie ormai sul viale del tramonto come il 39enne britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), il 35enne colombiano Nairo Quintana (Movistar Team) e soprattutto il mitico “keniano bianco”, l’inglese Chris Froome (Israel – Premier Tech). Leader della classifica è comunque il giovane francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ), vincitore a sorpresa della tappa di ieri, che vanta già buoni risultati nelle corse a tappe brevi, seguito da un altro francese, Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), l’anno scorso vincitore di una tappa al Tour e già due volte secondo alla Freccia Vallone. Ieri il favorito Almeida ha subìto un distacco di tre minuti dai primi in classifica e ben presto dovrà darsi da fare se davvero le sue intenzioni sono quelle di vincere questa corsa (sarebbe per lui il terzo major Tour quest’anno, dopo Giro dei Paesi Baschi e Tour de Romandie).
A differenza di ieri il tempo è ottimo, sereno ma non caldo (circa 20 gradi), e la partenza viene data poco prima delle 13. Nel giro di pochi chilometri partono in fuga tre corridori di secondo piano: l’esperto svizzero Silvan Dillier (Alpecin – Deceuninck), anni fa vincitore di una tappa al Giro, l’altro svizzero Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), anche lui vincitore di una tappa alla Corsa Rosa, e il tedesco Jonas Rutsch (Intermarché – Want). Il tempo è ottimo e la fuga prende ben presto un discreto vantaggio, arrivando a superare i due minuti dopo una trentina di chilometri. La calma torna presto sovrana e nulla succede sino a metà corsa, quando i corridori passano il paese di Münsingen, non lontano da Berna; proprio nei pressi di questo paese si verifica un evento raro, ma previsto dal regolamento: un passaggio a livello chiuso vede i corridori costretti a fermarsi, con i fuggitivi che vengono fatti ripartire con lo stesso vantaggio che avevano al momento dello stop (un minuto e mezzo). Dopo pochi chilometri la strada inizia a salire senza che la situazione cambi: i fuggitivi affrontano la salita al primo GPM con un vantaggio immutato sul gruppo, sempre compatto. Tuttavia Dillier si stacca sulle prime rampe e viene ben presto ripreso; Rutsch e Schmid proseguono di buon passo, col secondo che transita per primo sul Guggisberg. Sul GPM la coppia mantiene un minuto e mezzo di vantaggio, ma nella discesa successiva questo si dimezza. È sempre Schmid a transitare per primo nel paese di Heitenried, dove si trova il secondo GPM, mentre il gruppo inizia a perdere pezzi. Fra gli staccati va purtroppo segnalato Froome, che dopo il famoso incidente di alcuni anni fa è diventato l’ombra di sé stesso.
Dopo aver superato due sprint intermedi nei paesi di Sankt Antoni e di Tafers, la corsa inizia a salire verso il traguardo, che dista ancora 28 chilometri; Rutsch e Schmid hanno ancora 30 secondi di vantaggio e li mantengono fino ai piedi del terzo GPM, posto nel paese di Rechthalten. La salita è fatale a Rutsch, che aveva già avuto qualche difficoltà salendo a Heitenried e che viene rapidamente ripreso dal gruppo; Schmid riesce invece a transitare primo allo scollinamento, sia pure con pochi secondi di vantaggio, e poi viene ripreso quando mancano ancora 13 chilometri al traguardo. All’inizio della salita finale – 6 chilometri al traguardo – passano a condurre la EF Education – EasyPost (forse sperando in Powless) e la Lotto (forse sperando in Arnaud De Lie). Tutti sembrano attendere l’ultimo chilometro, dove la salita termina con una rampa di circa 500 metri al 6%, ma è il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che quest’anno ha corso poco e con scarsi risultati, a rompere gli indugi in un altro tratto abbastanza ripido, a circa 2 chilometri e mezzo dal traguardo. Christen, tuttavia, non è Pogacar e viene ripreso a soli 500 metri dall’arrivo, quando alcuni corridori si improvvisano finisseur e riescono a guadagnare qualche metro sugli altri: nella confusione generale va a vincere il nostro Vincenzo Albanese (EF Education – EasyPost), corridore che dopo aver vinto molti anni fa un Trofeo Matteotti era finito nel dimenticatoio. Secondo, quasi a vendicare il fratello più giovane, si piazza lo svizzero Fabio Christen, che però corre per la Q36.5 Pro Cycling Team. Terzo un altro sconosciuto, l’americano Lewis Askey (Groupama – FDJ), che tuttavia è reduce da un’ottima “4 giorni di Dunkerque” (vi ha ottenuto una vittoria di tappa e il secondo posto in classifa). Nessuno dei grandi si è fatto vedere, oggi, non c’è stata nessuna fuga importante e le salite hanno fatto ben poca selezione, con quasi 100 corridori (su 150 partecipanti) arrivati insieme sulla linea del traguardo. La classifica generale, capeggiata da Romain Grégoire, resta immutata: chi vuole vincere la corsa potrà muoversi domani, in quella che sarà una tappa non troppo diversa da quella odierna, sia per la lunghezza, sia per le caratteristiche delle salite finali, comunque tutt’altro che proibitive.
Andrea Carta

Vincenzo Albanese vince la seconda tappa del Giro di Svizzera (foto Tim de Waele / Getty Images)