CALEB EWAN VINCE IN VOLATA A LODOSA. MAX SCHACHMANN RESTA IN MAGLIA GIALLA

aprile 8, 2025 by Redazione  
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Il contratto firmato a fine gennaio con la nuova squadra fa bene a Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) che vince per la seconda volta in stagione nel giro di due settimane. A Lodosa l’australiano batte in volata Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) resta leader della classifica generale

La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi è lunga poco meno di 187 e collega le località Pamplona a Lodosa. L’organizzazione ha leggermente modificato il percorso visto che l’Alto de la Oliva è stato sostituito con l’Alto San Martin Unx, ma lo spartito tattico della tappa non dovrebbe cambiare più di tanto con il velocisti che restano i favoriti per la vittoria. Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) parte da Pamplona con la maglia di leader della classifica generale. La fuga partiva subito dopo la partenza grazie all’azione di Xabier Isasa (Team Euskaltel Euskadi), Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Diego Uriarte (Team Kern Pharma), Sinuhé Fernandez (Team Burgos Burpellet BH) e Julien Arriola-Bengoa (Team Caja Rural Seguros RGA). Uriarte scollinava in prima posizione sul gpm di San Martin Unx posto al km 47.8. Bayer si aggiudicava il primo traguardo volante posto al km 125. Il ciclista austriaco vinceva anche il secondo traguardo volante di Allo posto al km 145.7. Le squadre più impegnate all’insegumento dei cinque battistrada erano la Visma Lease a Bike e la Soudal Quick Step. Arriola-Bengoa era il primo ciclista della fuga a rialzarsi. A 10 kmdalla conclusione i quattro battistrada avevano 28 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Isasa aumentava il ritmo e restava da solo in testa a circa 5 km dalla conclusione. Lo spagnolo veniva ripreso a 2 km dalla conclusione. Ritrovando la freschezza dei bei tempi Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) vinceva abbastanza nettamente davanti a Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Chiudevano la top five Thibaud Gruel (Team Groupama FDJ) in quarta posizione e Iúri Leitão (Team Caja Rural – Seguros RGA) in quinta posizione. Per Ewan è la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta nella prima tappa della Settimana Internazionale di Coppi & Bartali. La classifica generale resta invariata nelle primissime posizioni con Schachmann in maglia gialla davanti a Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Domani è in programma la terza tappa da Zarautz a Beasain di 156.6 km. Un saliscendi continuo attende i ciclisti visto che sono ben sette i gpm da scalare. Gli ultimi due – Gainza e Lazkaomendi – sono anche i più duri avendo punte che superano ampiamente il 10% di pendenza. La classifica generare inizierà a scremarsi ed emergeranno coloro che vorranno puntare davvero alla vittoria finale del Giro dei Paesi Baschi.

Antonio Scarfone

Caleb Ewan vince a Lodosa (foto: Getty Images)

Caleb Ewan vince a Lodosa (foto: Getty Images)

LE PAGELLE DEL GIRO DELLE FIANDRE: POGACAR INARRIVABILE, ITALIANI COMPLESSIVAMENTE DISCRETI

I voti ai protagonisti e non del Giro delle Fiandre. Su tutti Pogacar, l’Italia si fa vedere con Ganna, Ballerini e Trentin. Molti di questi ciclisti li ritroveremo alla Parigi – Roubaix di domenica 13 aprile.

TADEJ POGACAR. La fenomenale accelerazione sull’ultimo Oude Kwaremont resterà impressa negli occhi degli appassionati di ciclismo. Il campione sloveno in quel momento si scrolla di dosso gli avversari più temibili e va a vincere il suo secondo Giro delle Fiandre. E con queste premesse adesso prepariamoci per un’altrettanto fantastica Parigi – Roubaix. VOTO: 9.5

MATHIEU VAN DER POEL. Il trionfatore della Milano – Sanremo è l’ultimo a mollare le ruote di Pogacar. In conferenza stampa dichiara di essere stato poco bene ed di aver assunto antibiotici. Resta il fatto che sui muri e sul pavè ha dimostrato di avere una marcia in più insieme allo sloveno, fino all’attacco decisivo di quest’ultimo. E comunque sale sul podio dimostrando di esserci sempre. VOTO: 9

MADS PEDERSEN. Bissa il secondo posto del 2018 salendo sul podio per la terza volta alla Ronde. Nel carniere ha anche un terzo posto nel 2023. L’ex campione del mondo è in forma smagliante e può davvero sorprendere alla Parigi – Roubaix di domenica prossima. VOTO: 9

WOUT VAN AERT. Il ciclista belga sta tornando sui suoi livelli e coglie un quarto posto che gli dà fiducia per le prossime gare, prima di tutte in ordine di tempo la Parigi – Roubaix di domenica prossima. Pogacar, Pedersen e Van der Poel hanno dimostrato di essergli superiore. Alla fine chiude una top five di altissimo livello. VOTO: 8.5

TIESJ BENOOT. Se Stuyven è stato l’ombra di Pedersen, lui è stata quello di Van Aert. A circa 20 km dalla conclusione un problema alla bici gli fa perdere il treno per tornare sui battistrada e chiude con un ottimo sesto posto. VOTO: 8

STEFAN KUNG. Il ciclista svizzero alla Ronde sa sempre farsi vedere in qualche modo e ottiene la terza top ten in carriera. VOTO: 7.5

DAVIDE BALLERINI. Ottiene il suo miglior risultato al Giro delle Fiandre con una prova molto omogenea. Va in fuga, resiste al ritorno dei primi, chiude al decimo posto. Di più, oggettivamente, non poteva. VOTO: 7

MATTEO TRENTIN. Gli anni passano anche per lui ma nelle fasi calde della corsa è il terzo italiano, insieme a Ganna e Ballerini, a farsi notare. VOTO: 7

ALEXANDER KRISTOFF. Alla sua ultima Ronde il ciclista norvegese chiude in 55° posizione onorando la corsa che ha vinto nel 2015. Chapeau. VOTO: 7

FILIPPO GANNA. Chiude in ottava posizione, primo degli italiani, regolando il primo gruppo inseguitore, giunto al traguardo con 2 minuti e 19 secondi di ritardo da Pogacar. Nelle fasi calde lotta, stringe i denti e cerca di mantenere la testa della corsa finchè i fenomeni accelerano e se ne vanno. Alla Parigi – Roubaix non ci sono muri ma se riuscirà a mantenere salde le mani sul manubrio può sorprendere su quei tratti in pavè. VOTO: 6.5

IVAN GARCIA. I ciclisti spagnoli non amano molto il Giro delle Fiandre e considerando che non stiamo parlando di Juan Antonio Flecha la top ten finale gli vale una sufficienza più che meritata. VOTO: 6.5

MATTEO JORGENSON . Doveva essere una delle punte della Visma Lease a Bike ma alla fine lavora per Van Aert. VOTO: 6

YVES LAMPAERT. Il voto che diamo a Lampaert è quello dato anche alla Soudal Quick Step, squadra faro del ciclismo belga che da un po’ di tempo non ottiene risultati in linea alla sua tradizione. Arriveranno tempi migliori? Chi lo sa… VOTO: 4

Antonio Scarfone

SCHACHMANN TAPPA E MAGLIA A VITORIA-GASTEIZ. IL TEDESCO SORPRENDE CICLISTI PIU’ QUOTATI

aprile 7, 2025 by Redazione  
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Una tiratissima cronometro d’apertura al Giro dei Paesi Baschi vede la vittoria di Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) che batte per pochi decimi di secondo Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG). Terzo a 1 secondo di ritardo Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Schachmann è la prima maglia gialla

Il Giro dei Paesi Baschi 2025 si apre con una cronometro individuale di 16.5 km a Vitoria-Gasteiz Il percorso è quasi completamente pianeggiante se si esclude il piccolo dentello di Arzubiaga, valido anche come GPM di terza categoria, lungo 900 metri al 2.4%. Oggi si definirà subito, a grandi linee, la classifica generale con una schiera di ciclisti che possono puntare alla vittoria, in assenza di mostri sacri come Pogacar, Roglic e Vingegaard. Ebbene, è stata una delle cronometro più incerta degli ultimi anni con ben tre ciclisti che hanno tagliato la linea d’arrivo con lo stesso tempo e l’organizzazione ha dovuto ricirrere ai decimi di secondo per stilare la classifica di tappa. A vincere è stato Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) con il tempo di 18 minuti e 37 secondi. Il secondo piazzato, Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), ha fatto ‘peggio’ del tedesco per soli 26 decimi di secondo, mentre Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) si è piazzato in terza posizione con 48 decimi di secondo di ritardo da Schachmann, poi convertiti per difetto a 1 secondo di ritardo. Hanno chiuso la top five Ethan Hayter (Team Soudal Quick Step) in quarta posizione con 6 secondi di ritardo da Schachmann ed Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe) in quinta posizione con 10 secondi di ritardo da Schachmann. Da segnalare che i primi 48 ciclisti all’arrivo sono racchiusi in un minuto perciò ancora è tutto in ballo. Per Schachmann è la prima vittoria stagionale in maglia Soudal Quick Step. Tra i ciclisti che hanno dichiarato di voler puntare alla vittoria del Giro dei Paesi Baschi, uno dei ‘messi peggio’ è Enric Mas (Team Movistar), che deve recuperare 1 minuto e 10 secondi a Schachmann e via via tutti gli altri. Ovviamente la classifica generale ricalca quella parziale con Schacmann in maglia gialla davanti ad Almeida e Lipowitz. Domani è in programma la seconda tappa da Pamplona a Lodosa, probabilmente l’unica in cui i velocisti possono dire la loro. L’unico gpm dell’Alto de la Oliva dopo 53.4 km, oltre ad essere troppo lontano dal traguardo, non ha pendenze insuperabili e a meno del successo di una fuga a lunga gittata, saranno molto probabilmente le ruote veloci a giocarsi la vittoria di tappa.

Antonio Scarfone

Maximilian Schachmann vince la cronometro di Vitoria-Gasteiz (foto: Getty Images)

Maximilian Schachmann vince la cronometro di Vitoria-Gasteiz (foto: Getty Images)

07-04-2025

aprile 7, 2025 by Redazione  
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GIRO DEI PAESI BASCHI

Il tedesco Maximilian Schachmann (Soudal Quick-Step) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Vitoria-Gasteiz, percorrendo 16.5 Km in 18′37″, alla media di 53.178 Km/h. Ha preceduto di 54 centesimi di secondo il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG) e di 1″ il connazionale Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe). Miglior italiano Luca Vergallito (Alpecin – Deceuninck), 38° a 53″. Schachmann è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Almeida e 1″ su Lipowitz. Miglior italiano Vergallito, 38° a 53″.

TOUR OF HAINAN (Cina)

L’italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Qionghai, percorrendo 90.3 Km in 1h51′12″, alla media di 48.745 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Norman Vahtra (China Glory – Mentech Continental Cycling Team) e il danese Alexander Salby (Li Ning Star). Malucelli è il primo leader della classifica con 4″ su Vahtra e 6″ su Salby

APRILE 2025, S’ODE GIÀ IL ROSEO FRUSCIO DEL GIRO

aprile 7, 2025 by Redazione  
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Il mese prossimo si correrà il Giro d’Italia ed è arrivato il momento di fare il tagliando e affinare le armi in vista della Corsa Rosa. Aprile presenterà in parallelo alle grandi classiche una serie di brevi ma interessanti corse a tappe che gli annunciati primattori del Giro utilizzeranno per preparare l’assalto alla maglia rosa: dal Giro dei Paesi Baschi d’inizio mese al Giro di Romandia, che terminerà pochi giorni prima del via della Corsa Rosa, c’è davvero l’imbarazzo della scelta…

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Domenica primo giugno conosceremo ufficialmente il nome del vincitore del Giro d’Italia, manca dunque poco più di un mese alla partenza della Corsa Rosa ma già si cominciano a intravedere all’orizzonte i possibili scenari della prossima edizione. Non ci stiamo riferendo al percorso, sul quale i veli sono caduti ufficialmente lo scorso 13 gennaio, ma a quel che potrà accadere sulle strade italiane perché è in aprile che si cominciano a tessere le trame del Giro grazie alla tradizionale sequela di corse a tappe che si alternano alle grandi classiche della “Campagna del Nord” (è in questo periodo che si disputeranno Fiandre e Roubaix, Amstel e Liegi) e che da anni sono divenuto una sorta di punto di passaggio obbligato per quei corridori che ambiscono a far bene al Giro. A dire il vero, la lunga caccia alla maglia rosa è già partita da tempo perché tra febbraio e marzo sono andate in scena corse a tappe che hanno avuto tra i protagonisti uomini da grandi giri e, per chi se le fosse perse, ricordiamo la vittoria di Tadej Pogacar all’UAE Tour, quella di Juan Ayuso alla Tirreno-Adriatico e quella recentissima di Primoz Roglic al Giro di Catalogna. Ma è il mese di aprile quello che proporrà il maggior numero di occasioni di affinare le gambe in vista del “via!” del Giro e la prima che s’incontrerà sarà il Giro dei Paesi Baschi, quest’anno calendarizzato tra il 7 e il 12 aprile, anche se stavolta non dovrebbero essere presenti grandissimi nomi alla partenza, forse a causa della disastrosa edizione 2024, che vide estromessi a causa di una rovinosa caduta tutti e tre i “top competitors” al via, il citato Roglic, Remco Evenepoel e il due volte vincitore del Tour Jonas Vingegaard, il corridore che riportò i maggior danni e sarà costretto ad un lungo stop che pregiudicherà anche le condizioni con le quali si schiererà al via della Grande Boucle. La 64a edizione della corsa iberica si aprirà con una tappa a cronometro più “nutrita” rispetto a quella disputata dodici mesi fa a Irun quando si dovettero percorrere contro il tempo 10 Km, essendone previsti poco più di sedici dal circuito di Vitoria-Gasteiz, un anello che si annuncia veloce poiché l’unico tratto da percorrere in salita misurerà soli 900 metri e presenterà una pendenza media del 2.4% appena. Il giorno successivo si sconfinerà dai Paesi Baschi nell’adiacente comunità autonoma della Navarra, sulle cui strade si correrà la più semplice delle sei tappe previste, quasi 200 Km – si tratterà della frazione più lunga – per andare da Pamplona a Lodosa su di un tracciato movimentato dalla leggera serie di saliscendi che s’incontrerà tra il 110° e il 180° Km di gara, fase che non dovrebbe disturbare più di tanto le formazioni dei velocisti. La prima occasione per rimediare ai danni inferti dalla cronometro sarà offerta dalla terza tappa, quando si tornerà in territorio basco per percorrere i 156 Km della Zarautz – Beasain, frazione infarcita da sette Gran Premi della Montagna, i più interessanti dei quali saranno gli ultimi due, due veri e propri muri: se quello di Gainza (2.3 Km all’11.5%) avrà l’unico difetto nei 37 Km che ancora mancheranno al traguardo, decisamente più interessante sarà quello di Lazkaomendi, i cui 1400 metri al 9.6% (massima del 18%) si concluderanno a soli 6 Km dalla linea d’arrivo. Un finale ancora più tosto sarà proposto l’indomani dalla tappa che dalla stessa Beasain condurrà in quasi 170 Km a Markina-Xemein, dove il traguardo sarà preceduto di 11 km dallo scollinamento dell’Alto de Izua, salita che impegnerà i corridori per 3 Km e mezzo, caratterizzati da una pendenza media del 9.7% falsata da un tratto finale pedalabile: infatti, nei primi 2000 metri si dovrà fare i conti con un’inclinazione media del 13.6%, mentre il picco massimo che si toccherà sarà del 20%. Seguirà la meno impegnativa tra le frazioni collinari disegnate quest’anno, anche se non saranno una passeggiata i 172 Km a continui saliscendi che da Orduña porteranno i corridori fino alla celebre località di Gernika: curiosamente sono stati inseriti nel tracciato 4 GPM ufficiali, tutti dotati di pendenze pedalabili, ma non è stato previsto il traguardo della montagna in vetta alla salita più impegnativa, quella di Zalobante (4.9 Km al 6.2% con 2 Km iniziali al 9.4%), che pure s’incontrerà nel finale di gara, a una ventina di chilometri dalla conclusione. Sarà, infine, la cittadina di Eibar a ospitare l’epilogo della corsa e si tratterà della decima volta consecutiva, quest’anno con un tracciato modificato rispetto a quello visto nelle ultime edizioni e allungato di quasi 16 Km, anche se non ne sono state “minate” le fondamenta e sono così state conservate le tradizionali salite al santuario della Virgen de Arrate (ascesa simbolo della corsa basca, 5 Km al 9.4% con un cuore di 2 Km al 12.9%), all’Alto de Izua (da un versante diverso e meno impegnativo rispetto a quello della terza tappa, 4.1 Km all’8,9%) e da quello di Trabakua, i cui 3.3 Km al 6.8% (con dentello finale di quasi 1000 metri al 9%) costituiranno l’ultimo GPM, piazzato a 18 Km dalla conclusione.

Durante la settimana santa torneranno a riaccendersi i riflettori sull’Italia grazie al Giro d’Abruzzo (15-18 aprile), tornato in calendario lo scorso anno dopo un’assenza che durava dal 2008 e che, come l’edizione disputata dodici mesi fa, si svolgerà nell’arco di quattro giorni, cominciando una nervosa frazione collinare di 151 Km che si correrà tra Scerni e Crecchio, su di un tracciato che ricorda quello di certe tappe marchigiane della Tirreno-Adriatico, prive di particolari muri ma costantemente frastagliate fino alla rampa finale di 800 metri al 6.6%. Due saranno gli arrivi in salita ufficiali, il primo dei quali si affronterà il giorno dopo al termine della seconda tappa, che scatterà da Tocco da Casauria per concludersi dopo 138 Km – si tratterà della frazione più corta – a Penne, dove il traguardo sarà posto al termine di un’ascesa di 3.6 Km al 5.5% di pendenza media preceduta da altri due GPM. Come nel 2024 si correrà al terzo giorno la tappa di montagna, che si annuncia molto meno impegnativa rispetto a quella giunta a Prati di Tivo, vinta dal kazako Aleksej Lutsenko: dopo esser partiti da San Demetrio ne’ Vestini si dovrà pedalare per 160 Km in direzione della principale stazione di sport invernale abruzzese, la nota Roccaraso, dove si giungerà dopo aver affrontato le salite intermedie di Forca Caruso (13.6 Km al 4.5%), di Gioia Vecchio (12.4 Km al 4.8%) e del Colle della Croce (4.5 Km al 4.1%) prima di quella conclusiva verso l’altopiano dell’Aremogna, 16.2 Km al 5.3% con i passaggi più impegnativi nei primi 5 Km (media del 7.6%) e nella rampa finale di 1200 metri al 10%. L’atto finale presenterà nuovamente uno scenario collinare ma dall’orografia un po’ più “rilassata” rispetto a quello della tappa d’apertura e, per questo motivo, non va escluso a priori un arrivo allo sprint nella conclusiva Corropoli – Isola del Gran Sasso, anche se quella che andrà in scena sarà una volata “epurata” da quei velocisti che saranno respinti dai saliscendi di giornata.

A Pasquetta non ci sarà spazio per le “scampagnate” perché quel giorno salperà una delle principali corse a tappe preparatorie al Giro d’Italia, quel Tour of the Alps (21-25 aprile) che fino al 2017 era noto come Giro del Trentino e che ha preso questa nuova denominazione da quando al Gruppo Sportivo Alto Garda, fino a quel momento organizzatore unico della competizione, s’è affiancata l’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, portando a un coinvolgimento dell’Austria nel percorso di gara. Non ci sarà in questa competizione spazio per i velocisti e salite saranno previste in tutte e cinque le tappe, cominciando da quella d’apertura che si svolgerà in circuito per 148 Km attorno alle Dolomiti di Brenta, con partenza e arrivo fissate a San Lorenzo Dorsino e le ascese ai passi Campo Carlo Magno (14.5 Km al 6.2%) e Durone (6.6 Km al 7.8%) prima di quella conclusiva che riporterà con inclinazioni pedalabili al “campo base”. Difficilmente chi punterà alla classifica generale mostrerà le proprie carte in questa frazione e probabilmente bisognerà attendere la seconda tappa per vedere per la prima volta in azione i “big”, chiamata alla ribalta dal circuito conclusivo della Mezzolombardo – Vipiteno, che prevede di ripetere due volte la salita di Telves di Sopra (circa 4 Km al 7%). Le tappe d’alta montagna del TOTA 2025 saranno due e la prima di queste si svolgerà tra Vipiteno e San Candido, dove si giungerà dopo aver affrontato uno storico valico del Giro d’Italia, il Passo Furcia (7.7 Km al 7.4%), e una salita al suo debutto, quella di Monte Versciaco (5.9 Km al 7.1%), che si affronterà immediatamente a ridosso del traguardo, verso il quale si pedalerà percorrendo una discesa non meno meritevole di attenzione a causa della sua pendenza (poco meno di 3 Km al 10.5%). A questo punto ci si sposterà nella vicina Austria per la tappa “regina”, che prenderà le mosse da Sillian per terminare a Obertilliach dopo 163 Km, gran parte dei quali si snoderanno ancora in territorio italiano, dove sono previste le salite verso il Lago di Misurina (5 Km al 5.9%), il Passo di Sant’Antonio (8 Km all’8%) e il Passo di Monte Croce Comelico (9.6 Km al 4.4%); una volta rientrati in Tirolo s’incontreranno le difficoltà più rilevanti, l’ascesa di Anras (4.6 Km all’8.5%) e quella conclusiva verso la Kartitscher Sattel (7.6 Km al 6.1%), scavalcata la quale mancheranno solo 7 Km al traguardo. Per la quarta volta nella storia di questa corsa sarà la cittadina di Lienz ad accogliere la tappa conclusiva e non si tratterà di una tradizionale passerella di fine corsa ma di una frazione che potrebbe buttare all’aria la classica per la presenza della doppia ascensione al Bannberg (4.7 Km al 9.6%) e, soprattutto, quella alla località di Stronach, 3 Km con inclinazioni da muro fiammingo (media del 12.3%) che furono determinanti nell’edizione del 2022, terminata a Lienz con un ribaltone al vertice della classifica e il definitivo passaggio di consegne tra lo spagnolo Pello Bilbao e il francese Romain Bardet.

Gli ultimi “pit stop” prima della Corsa Rosa saranno offerti dai giri di Romandia e Turchia, corse che entrambe termineranno il 4 maggio, quindi a soli cinque giorni di distanza dalla partenza del Giro e questo potrebbe far decidere di evitarle a quei corridori che vorranno arrivare “leggeri” all’appuntamento con il Giro. Eppure il Giro di Romandia (29 aprile – 4 maggio), il cui tracciato ancora non si conosce ancora nei dettagli, rappresenta un bel banco di prova per i ciclisti più attrezzati a cronometro perché la corsa elvetica presenterà ben due prove contro il tempo, esattamente lo stesso numero di frazioni che s’incontreranno in Italia. La prima sarà proposta il giorno d’apertura è avrà la forma di un caratteristico prologo da percorrere sulle strade di Saint-Imier. Successivamente ci si sposterà a Münchenstein, comune alle porte di Basilea, per il via della prima frazione in linea, che terminerà a Friburgo, dove probabilmente sarà proposto un finale non troppo dissimile – caratterizzato dal muro del Chemin de Lorette (700 metri al 12.7%) e dalla salita dell’Arconciel (1800 metri al 7.3%) – da quello della tappa vinta lo scorso anno dal francese Dorian Godon, che regolò allo sprint un gruppo composto di una novantina di corridori. Interamente in circuito saranno disegnate la seconda e la terza tappa, “imperniate” attorno ai centri di La Grande Béroche e Cossonay, quindi andrà in scena al penultimo giorno di gara l’unica frazione di montagna, che scatterà da Sion per concludersi presso la stazione di sport invernali di Thyon 2000, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 21 Km al 7.6% che è già stata proposta come sede d’arrivo nel 2021 e nel 2023, in occasione di tappe vinte rispettivamente dal canadese Michael Woods e dal britannico Adam Yates. L’altra cronometro coinciderà con la tappa conclusiva, in programma in quel di Ginevra su di un tracciato che dovrebbe misurare all’incirca una ventina di chilometri, verosimilmente privo d’insidie altimetriche.

Se ci fosse qualche corridore che preferirà ultimare la preparazione alla corsa rosa in un clima più caldo potrebbe scegliere di schierarsi al via del Giro di Turchia (27 aprile – 4 maggio), che lo scorso anno ha ritrovato la sua tradizionale collocazione primaverile dopo che nel 2023 era stato costretto a “traslocare” in autunno a causa del terremoto che a febbraio aveva colpito lo stato asiatico. Parecchie saranno le occasioni che la corsa turca offrirà ai velocisti e uno di loro sarà quasi certamente il primo a vestire la maglia di leader della classifica perché si partirà da Adalia con una tappa in circuito di 132 Km del tutto sgombra di salite. Sicuramente ci sarà un cambio al vertice della seconda frazione, per via del percorso di media montagna che caratterizza i 167 Km da percorrere tra Kemer e Kalkan, dove si giungerà dopo aver superato un GPM di 2a categoria (10 Km al 5.2%) piazzato a una sessantina di chilometri dal traguardo, a sua volta collocato al termine di una rampa di 800 metri al 6.1%. Molto più complicata sarà l’altimetria della tappa che da Fethiye condurrà in 176 Km a Marmaris, movimentata da una dozzina di brevi ascese (la più lunga è di 6 Km al 5.2%) non particolarmente difficili ma che renderanno complesse la gestione della corsa e, soprattutto, il controllo a distanza dell’inevitabile fuga di giornata. E tutto questo si affronterà a sole 24 ore dalla tappa regina, lunga soli 115 Km e incattivita da due salite che non sfigurerebbero nel percorso del Giro o del Tour: a una trentina di chilometri dalla partenza da Marmaris già si dovrà fare i conti con una salita di prima categoria (9.3 Km al 6.8%), ma le attenzioni di tutti saranno calamitate verso l’ascesa finale verso Kiran, 9 Km al 9.7% che sono stati considerati dagli organizzatori “hors catégorie”. I velocisti dovrebbero ritornare protagonisti il quinto giorno, anche se la tappa che partirà nuovamente da Marmaris in direzione di Aydın non sarà semplice da gestire per le loro squadre per la presenza di sette salite nei primi 90 Km, di alcuni saliscendi nella seconda parte e di un finale nel quale la strada procede in leggero falsopiano. Se la tappa di Kiran non avrà blindato del tutto la classifica a definirla ci penserà la sesta tappa, che scatterà da Kuşadası per terminare a Selçuk, dove l’arrivo sarà posto presso il santuario della Casa di Maria, luogo secondo la tradizione la Madonna si trasferì dopo la morte di Cristo in croce: per arrivarci si dovrà affrontare una salita di 5.6 Km al 7.4% che rappresenta un classico approdo per il Giro di Turchia, proposto in diverse occasioni negli ultimi anni e dove nel 2017 colse il successo l’italiano Diego Ulissi. Dal punto di vista altimetrico non dovrebbero, invece, presentare particolari insidie le rimanenti due tappe, che termineranno rispettivamente a Çeşme e Smirne con probabili arrivi allo sprint, ma si tratterà comunque di frazioni da non sottovalutare essendo per ampi tratti disegnare lungo le rive del Mar Egeo e l’eventuale compagnia del vento potrebbe letteralmente scardinare la struttura della classifica.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Itzulia Basque Country

https://itzulia.eus/en/itzulia/

Giro d’Abruzzo

www.ilgirodabruzzo.it/

Tour of the Alps

www.tourofthealps.eu/it

Tour de Romandie

https://www.tourderomandie.ch/en/

Giro di Turchia

www.tourofturkiye.org.tr/en

La località austriaca di Bannberg, sulla cui doppia ascesa è imperniata la tappa conclusiva del Tour of  The Alps (Google Street View)

La località austriaca di Bannberg, sulla cui doppia ascesa è imperniata la tappa conclusiva del Tour of The Alps (Google Street View)

POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT

aprile 6, 2025 by Redazione  
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Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.

La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.

Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge unaltra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)

06-04-2025

aprile 6, 2025 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO DELLE FIANDRE

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) si è imposto nella classica belga, Bruges – Oudenaarde, percorrendo 268.9 Km in 5h58′41″, alla media di 44.981 Km/h. Ha preceduto di 1′01″ il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) e l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), 8° a 2′19″

GIRO DELLE FIANDRE DONNE

La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella classica belga, circuito di Oudenaarde, percorrendo 168.9 Km in 4h23′34″, alla media di 38.304 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike) e la tedesca Liane Lippert (Movistar Team). Miglior italiana Letizia Borghesi (EF Education-Oatly), 6° a 1′13″

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

L’italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Maratona – Atene, percorrendo 155.6 Km in 3h23′29″, alla media di 45.872 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e il russo Gleb Syritsa (XDS Astana Development Team). L’ecuadoriano Harold Martín López (XDS Astana Team) si impone in classifica con 21″ sul tedesco Anton Schiffer (BIKE AID) e 34″ sul francese Adrien Maire (Unibet Tietema Rockets). Miglior italiano Diego Ulissi (XDS Astana Team), 4° a 35″

GRAND PRIX SYEDRA ANCIENT CITY

Il sudafricano Stefan de Bod (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella corsa turca, Alanya – Syedra Ancient City, percorrendo 141 Km in 3h30′34″, alla media di 40.177 Km/h. Ha preceduto di 23″ l’ungherese Bálint Feldhoffer (Team United Shipping) e di 46″ lo spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka). Nessun italiano in gara.

TROFEO PIVA

L’italiano Filippo Turconi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Col San Martino, percorrendo 179.8 Km in 4h02′49″, alla media di 44.429 Km/h. Ha preceduto di 6″ il belga Duarte Marivoet (UAE Team Emirates Gen Z) e di 23″ il messicano Cesar Macias (Petrolike)

JAMAICA INTERNATIONAL CYCLING CLASSIC

Lo statunitense John Borstelmann (Tow by Us) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito del Whitter Village, percorrendo 92.1 Km in 2h04′49″, alla media di 44.273 Km/h. Ha preceduto di 4″ il colombiano Sergio Henao (Nu Colombia) e di 26″ il canadese Gregory Santiago Zapata (Québec). Nessun italiano in gara. Henao si impone in classifica con 5″ su Borstelmann e 2′02″ su Zapata

TOUR EL SALVADOR (Donne)

La spagnola Usoa Ostolaza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, circuito di Santa Ana, percorrendo 94.1 Km in 2h35′56″, alla media di 36.208 Km/h. Ha preceduto allo sprint la russa Tamara Dronova-Balabolina (Roland) e l’italiana Arianna Fidanza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). L’elvetica Elena Hartmann (CERATIZIT Pro Cycling Team) si impone in classifica con 2″ sulla Ostolaza e 6″ sull’uzbeka Yanina Kuskova (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). Miglior italiana la Fidanza, 20° a 2′26″

NYS SHOW A ESTELLA, ITALIA SUL PODIO CON BAGIOLI

aprile 5, 2025 by Redazione  
Filed under News

Thibau Nys trionfa al GP Miguel Indurain davanti ad Alex Molenaar e Andrea Bagioli, firmando una grande vittoria da finisseur. Buona prestazione per gli italiani: Bagioli chiude terzo, Velasco ottavo e Zamperini è stato protagonista in fuga. Gara selettiva e spettacolare, accesa negli ultimi chilometri dalle salite navarre.

La 34ª edizione del Gran Premio Miguel Indurain, disputata oggi con partenza e arrivo a Estella lungo un percorso di 203,9 km, ha regalato emozioni e colpi di scena fino all’ultimo chilometro. A imporsi è stato il belga Thibau Nys (Lidl-Trek), autore di un’autentica prodezza da finisseur e supportato da una squadra impeccabile. Completano il podio Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Andrea Bagioli (Lidl-Trek), protagonista anche lui nel finale.
Si è trattato di una vittoria speciale per Nys, figlio del leggendario Sven, che al suo esordio stagionale su strada mette a segno il suo 12° successo da professionista, confermando tutto il suo talento anche fuori dal ciclocross.
La corsa è stata accesa sin dai primi chilometri dalla fuga di otto uomini: Edoardo Zamperini (Arkéa-B&B Hôtels), Jesús Herrada (Cofidis), Anthon Charmig (Astana), Alan Jousseaume (TotalEnergies), Harrison Wood (Anicolor-Tien 21), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Unai Esparza (Illes Balears-Arabay). Il loro vantaggio ha raggiunto anche i sei minuti, ma la selezione naturale delle salite navarre e il lavoro del gruppo hanno portato al loro riassorbimento a circa 13 km dall’arrivo.
Decisivo, come spesso accade in questa corsa, è stato il tratto finale con l’Alto de Muru e l’Alto de Ibarra a fare selezione. Qui si è distinto il lavoro della Lidl-Trek, prima con Bagioli, instancabile nell’accelerare il ritmo sulle rampe, e poi con l’attacco fulmineo di Nys, lanciato a 1,5 Km dal traguardo. Il belga ha staccato il terzetto di testa composto da Felix Großschartner (UAE Team Emirates), Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Bauke Mollema (Lidl – Trek), regalando alla squadra di Luca Guercilena una splendida vittoria e un doppio piazzamento sul podio.
Alle spalle dei tre saliti sul podio, a 7 secondi, hanno chiuso Guillermo Silva (Caja Rural), Alex Aranburu (Cofidis) e Marc Hirschi (Tudor). Nella top 10 figurano anche Felix Großschartner (UAE), Simone Velasco (Astana), Alex Baudin (EF Education-EasyPost), Pau Miquel (Kern Pharma) e Archie Ryan (EF Education-EasyPost).
Da sottolineare anche l’ottima prova dell’italiano Zamperini tra i protagonisti della fuga di giornata, oltre all’ottavo posto finale di Simone Velasco, a conferma del buon momento del tanto vituperato ciclismo di casa nostra.
Il GP Indurain si conferma ancora una volta una classica esigente e spettacolare, riservata a scalatori e corridori completi. E oggi, in cima all’albo d’oro, brilla il nome di Thibau Nys.

Mario Prato

Nys vince la corsa intitolata a Miguel Indurain (Getty Images)

Nys vince la corsa intitolata a Miguel Indurain (Getty Images)

05-04-2025

aprile 5, 2025 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GRAN PREMIO MIGUEL INDURAIN

Il belga Thibau Nys (Lidl – Trek) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Estella, percorrendo 203.9 Km in 4h59′54″, alla media di 40.794 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’olandese Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e l’italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek)

BOUCLE DE L’ARTOIS – TROPHÉE ARRAS LEADER

Il neozelandese Lewis Bower (Equipe continentale Groupama-FDJ) si è imposto nella corsa francese, Bapaume – Wanquetin, percorrendo 191.7 Km in 4h19′01″, alla media di 44.406 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Matthew Fox (Veloce Club Rouen 76) e l’austriaco Sebastian Putz (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies). Due italiani in gara: Davide Donati (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies) 5° con lo stesso tempo dei primi, Renato Favero (Soudal Quick-Step Devo Team) 42° a 1′51″

VOLTA NTX CLASSIC

Il nezolendese Dion Smith (Intermarché – Wanty) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Eijsden, percorrendo 189.8 Km in 4h23′17″, alla media di 43.254 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Frank van den Broek (Team Picnic PostNL) e il danese Niklas Larsen (BHS – PL Beton Bornholm). Miglior italiano Giacomo Villa (Wagner Bazin WB), 17° a 4″

VOLTA NTX CLASSIC DONNE

L’olandese Femke Gerritse (nazionale olandese) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Eijsden, percorrendo 118.4 Km in 3h03′25″, alla media di 38.731 Km/h. Ha preceduto di 1″ le connazionali Winkel Meike Uiterwijk (BePink – Imatra – Bongioanni) e Lonneke Uneken (VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team). Miglior italiana Matilde Vitillo (Liv AlUla Jayco Women’s Continental Team), 18° a 3″

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

Il francese Adrien Maire (Unibet Tietema Rockets) si è imposto nella quarta tappa, Calcide – Olympic Village, percorrendo 185.9 Km in 4h50′44″, alla media di 38.375 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Diego Ulissi (XDS Astana Team) e l’ecuadoriano Harold Martín López (XDS Astana Team). López è ancora leader della classifica con 21″ sul tedesco Anton Schiffer (BIKE AID) e 37″ su Marie. Miglior italiano Ulissi, 4° a 39″

JAMAICA INTERNATIONAL CYCLING CLASSIC

Il colombiano Róbigzon Leandro Oyola (Team Medellín – EPM) si è imposto nella seconda tappa, circuito del Whitter Village, percorrendo 111.4 Km in 2h37′53″, alla media di 42.335 Km/h. Ha preceduto allo sprint il beliziano Jyven Gonzalez (G-Flow Cycling Team) e il connazionale Jonathan Guatibonza (Nu Colombia). Nessun italiano in gara. Oyola è il nuovo leader della classifica con 2″ su Guatibonza e 10″ su Gonzalez

TOUR EL SALVADOR (Donne)

L’italiana Sara Fiorin (CERATIZIT Pro Cycling Team) si è imposta nella quarta tappa, San Salvador – Usulután, percorrendo 121 Km in 2h58′54″, alla media di 40.581 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Laura Tomasi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) e la russa Tamara Dronova-Balabolina (Roland). L’elvetica Elena Hartmann (CERATIZIT Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sulla spagnola Usoa Ostolaza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) e 6″ sull’uzbeka Yanina Kuskova (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). Miglior italiana Arianna Fidanza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 22° a 2′26″

04-04-2025

aprile 4, 2025 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

ROUTE ADÉLIE DE VITRÉ

Il norvegese Stian Fredheim (Uno-X Mobility) si è imposto nella corsa francese, circuito di Vitré, percorrendo 174.2 Km in 3h51′29″, alla media di 45.152 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Paul Penhoët (Groupama – FDJ) ed Emilien Jeannière (Team TotalEnergies). Miglior italiano Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 8°.

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

La terza tappa, Delfi – Calcide (151.6 Km), è stata annullata a causa del maltempo. L’ecuadoriano Harold Martín López (XDS Astana Team) rimane leader della classifica con 3″ sull’australiano Luke Plapp (Team Jayco AlUla Plapp) e 15″ sul cipriota Bogdan Zabelinskiy (nazionale cipriota). Miglior italiano Filippo Tagliani (Monzon – Incolor – Gub), 4° a 15″

JAMAICA INTERNATIONAL CYCLING CLASSIC

Il colombiano Jonathan Guatibonza (Nu Colombia) si è imposto nella prima tappa, circuito del Whitter Village, percorrendo 122 Km in 2h47′47″, alla media di 43.628 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Róbigzon Leandro Oyola (Team Medellín – EPM) e il beliziano Derrick Chavarria (G-Flow Cycling Team). Nessun italiano in gara. Guatibonza è il primo leader della classifica con 4″ su Oyola e 6″ su Chavarria

TOUR EL SALVADOR (Donne)

L’irlandese Mia Griffi (Roland) si è imposta nella seconda tappa, circuito di San Miguel, percorrendo 62.7 Km in 1h41′03″, alla media di 37.229 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Laura Tomasi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) e Arianna Fidanza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). L’elvetica Elena Hartmann (CERATIZIT Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sulla spagnola Usoa Ostolaza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) e 6″ sull’uzbeka Yanina Kuskova (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). Miglior italiana la Fidanza, 23° a 2′26″

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